Francesco alla messa di addio per Maria Grazia Mara

Maria Grazia Mara è stata mia professoressa di Letteratura Cristiana Antica alla Sapienza. Le ho voluto bene per l’indomita libertà di parola e giovinezza di spirito delle quali ha fatto dono a tanti e a me fino a questi ultimi anni. Se ne è andata il 30 dicembre a 95 anni. Mi ha commosso il Papa che ha voluto partecipare, ieri pomeriggio, alla messa di addio che si è tenuta nella chiesa di San Giuseppe al Nomentano. Nei commenti dico qualcosa di me e di Maria Grazia e soprattutto della gratitudine che Francesco aveva per lei.

6 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Francesco nei banchi. La notizia della presenza del Papa in parrocchia alla messa di addio per Maria Grazia è stata data così – ieri – dal portavoce vaticano Matteo Bruni:
    Nel pomeriggio di oggi, alle ore 15.00, il Santo Padre Francesco si è recato in forma privata presso la Parrocchia romana di San Giuseppe al Nomentano per partecipare alle esequie della Prof.ssa Maria Grazia Mara, amica del Papa, scomparsa ieri. Al termine della Santa Messa, il Santo Padre ha salutato alcuni dei presenti, per poi fare ritorno in Vaticano alle ore 16.15 circa.
    Qui trovi il servizio di cronaca di Vatican News e una foto che mostra il Papa nel primo banco, alla destra della bara di Maria Grazia, tra gli altri partecipanti al rito e non tra i sacerdoti:

    https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-12/papa-francesco-funerali-esequie-roma-anziana-maria-grazia-mara.html

    1 Gennaio, 2020 - 23:32
  2. Luigi Accattoli

    Gratitudine di Papa. Francesco è grato a Maria Grazia Mara per gli studi che lei ha condotto sulla storia del cristianesimo antico, nella quale con rigore e passione sempre cercava cercava il fuoco dell’ispirazione evangelica. In particolare il Papa dei poveri si è spesso giovato di due testi magistrali di Maria Grazia: l’antologia di patristica intitolata “Ricchezza e povertà nel cristianesimo primitivo” (pp. 260, EDB 2015), che riporta e interpreta testi di Clemente, Origene, Ambrogio, Giovanni Crisostomo, Agostino e altri; e il commento al testo di Ambrogio su “La vigna di Naboth” (pp. 136, EDB 2015 e 2016).
    La gratitudine per quanto aveva appreso da questa studiosa dalla vita riservata ma dalla straordinaria operosità ha portato il Papa a farle visita nella sua casa romana il 28 luglio 2018: una di quelle uscite senza preavviso e senza comunicazione pubblica che sono caratteristiche di Papa Bergoglio. Francesco le disse che era andato a trovarla «Come dovere di giustizia, per ringraziarla del bene che ha fatto e fa alla Chiesa».
    Lo scorso febbraio, all’udienza per i 50 anni dell’Istituto Patristico “Augustinianum”, dove anche Maria Grazia aveva insegnato, il Papa l’aveva nominata ricordando i docenti che avevano lasciato una traccia nell’Istituto: “E mi viene alla memoria la professoressa Maria Grazia Mara, che ha insegnato tante cose e che a 95 anni ancora pubblica e insegna la catechesi ai bambini”.

    1 Gennaio, 2020 - 23:33
  3. Gianni71

    Ho letto quasi per caso oggi la notizia della scomparsa della Prof.ssa Maria Grazia Mara. Ringrazio Luigi Accattoli che ci dà la possibilità di ricordarla in questa pagina. Anche io mi sono laureato con lei nel 1971, con una tesi sull’argomento che la Prof.ssa mi suggerì: uno studio sul Breviarium causae Nestorianorum et Eutychianorum; un’opera di storia e di teologia scritta in latino dal diacono Liberato di Cartagine (sec. VI). All’inizio mi sembrò un argomento complicato, molto complicato. La Prof.ssa mi richiedeva di mettere ordine nelle lotte cristologiche nate attorno alle teorie di Nestorio, Eutiche, Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Ciro, Iba di Edessa. Ma quando, sotto la sua guida, mi addentrai in quel mondo dove si intrecciavano fede e politica, capziosità bizantine, polemiche feroci e ideologie intransigenti, mi appassionai a quella ricerca e passai qualche mese, nell’inverno del 1970/1971 a studiare le cronache del tempo, le lettere di Cirillo d’Alessandria, di Giovanni Crisostomo, le sottigliezze dialettiche e le cronache quotidiane del Concilio di Nicea. Quasi mi dispiacque finire, perché c’era ancora tanto da studiare… Allora la Biblioteca Alessandrina della Sapienza era aperta fino alle 11 di sera e ci restavo fino alla chiusura; non c’erano fotocopie e ho copiato a mano i passi (in latino o in greco) che mi servivano e me li portavo a casa. Quando consegnavo il lavoro svolto alla Prof.ssa lei mi lasciava nella portineria del suo alloggio le sue note scritte (a mano) in lettere che ancora conservo. Mi ha insegnato lei a fare la tesi; con competenza e discrezione, e a anche con una certa ruvidezza quando sospettava che avessi “copiato”, senza le opportune citazioni delle fonti. Non l’ho più vista da allora, purtroppo. Ma se sono stato un insegnante di latino e di greco appassionato lo devo anche a lei. La ringrazio qui ricordandola con stima e affetto. Gianni Sega (Roma)

    3 Gennaio, 2020 - 1:03
  4. Amigoni p. Luigi

    Ho conosciuto anche io la professoressa Mara con cui ho sostenuto un esame. L’ho rivista anni dopo a una ordinazione sacerdotale (a La Storta) di un suo antico alunno della Sapienza.
    Conservo appunti, dispense e la memoria di una docente felice.
    Bravo il papa a sorprenderla nel momento del suo incontro in cielo con il Signore della vita. Difficile immaginare come lui lui l’abbia conosciuta (in Argentina o in Italia). Forse è stato un lettore dei suoi testi e poi l’ha incontrata

    3 Gennaio, 2020 - 18:56

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