“Vorrei rivolgere un saluto ai musulmani del mondo intero, nostri fratelli, che da poco hanno celebrato la conclusione del mese di Ramadan, dedicato in modo particolare al digiuno, alla preghiera e all’elemosina. Come ho scritto nel mio Messaggio per questa circostanza, auguro che cristiani e musulmani si impegnino per promuovere il reciproco rispetto, specialmente attraverso l’educazione delle nuove generazioni“: così Francesco all’Angelus. Nel primo commento al post del 2 agosto sul messaggio per il Ramadan avevo notato che come Wojtyla nel 1991 così Bergoglio quest’anno firmava di persona il “saluto”, che abitualmente è firmato dal cardinale responsabile del dialogo con le religioni non cristiane, ma non li chiamava “fratelli”, come il predecessore aveva fatto in quella e in altre occasione; ed ecco che oggi li ha chiamati “fratelli”.
Aggiornamento al 12 agosto. Il Corsera pubblica oggi un mio didascalico articolino sull’appellativo di “fratelli” rivolto ieri dal Papa ai musulmani.
“Fratello”, questo “sostantivo maschile” a ben pensarci , mi spaventa talvolta perché i fratelli non sono come gli amici ,che si scelgono: si scartano gli antipatici , si privilegia chi ci somiglia con cui ci si diverte e ci si piglia. I Fratelli no, dobbiamo tenerci quelli che il Signore ci manda e non sempre sono affini , caratterialmente, alla nostra sensibilità. Spesso tra fratelli si entra in profondi conflitti. Ogni volta che sento pronunciare il vocativo “fratello” mi viene in mente la poesia di Ungaretti:
Fratelli.
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità
La scrisse in guerra, ad un ipotetico fratello al di là dello schieramento di appartenenza,anche al nemico. Tra le righe si percepisce, vibrante, la precarietà dell’esistenza. Il fratello è quella “parola tremante nella notte”, quella “foglia appena nata”.
“Di che reggimento siete fratelli?”: del “reggimento di Dio”, mi verrebbe da dire. Ma quando penso all’attuale guerra civile in atto in Egitto, ai Cristiani Copti, al loro martirio – tre nella sola giornata di ieri ed è un numero destinato a salire vertiginosamente in una spirale di odio interreligioso implacabile- penso che Dio qui non voglia entrarci proprio, che ci troviamo di fronte al “regimento dell’umanità alla deriva” la quale, se lontana da Cristo, smarrisce inevitabilmente le coordinate.
E’ vero che Padre Dall’Oglio è morto?….gira questa voce, non confermata, ma il solo fatto che giri , di per sé, preoccupa non poco!
Mi scusi Dott Accattoli ma sul suo didascalico articolino sul Corsera taglia via la motivazione del saluto di Papa Francesco ai “fratelli musulmani” e cioè “l’augurio 1) che cristiani e musulmani si impegnino a promuovere il rispetto reciproco (forse il Papa voleva dire qualcosa ai musulmani ? ndr 2) specialmente attraverso l’educazione (forse il Papa voleva dire qualcosa su come vengono educati nelle scuole i giovani musulmani ? Ndr). Usare una sola parola (fratelli) rivolta ai musulmani per vedere – come lei conclude sul Corsera – “che ne diranno lefebvriani e compagni” mi sembra francamente riduttivo e manipolatorio del pensiero e delle parole del Papa.
http://www.corriere.it/esteri/13_agosto_12/padre-dalloglio-morto-sito-arabo-farnesina_bb97d276-0344-11e3-a0a3-a0e457635e2f.shtml
@ l.tarquini
Luigi non abbisogna certo delle mia difesa, ma mi pare che lei abbia letto l’articolo scritto dal nostro padrone di casa con un po’ troppa fretta. Nello stesso, infatti, si legge – alla fine:
” In attesa di vedere che farà mai Papa Francesco con le moschee, abbiamo questo primo passo di
chiamare «fratelli» i seguaci di Maometto e vedremo che ne diranno lefebvriani e compagni.”
cambiare una congiunzione ” e ” con una preposizione ” per” – come lei fa riportando in maniera errata lo scritto dell’autore – stravolge il senso della frase e certamente dà àdito a sospetti di riduzione e manipolazione delle parole papali.
Mi scrive il collega Alessandro Gisotti della Radio Vaticana e mi segnala che anche Papa Benedetto chiamò “fratelli” i musulmani, parlando in aereo con i giornalisti il 4 giugno del 2010 durante il volo che lo portava a Cipro, in risposta a una domanda sulle finalità del viaggio: per dire che c’era anche quella di promuovere “una comune consapevolezza della responsabilità cristiana e anche una comune capacità di dialogo con i fratelli musulmani, che sono fratelli, nonostante le diversità; e mi sembra venga anche l’incoraggiamento, nonostante tutti i problemi, a continuare, con una visione comune, il dialogo con loro”.
Qui si può controllare: http://attualita.vatican.va/sala-stampa/bollettino/2010/06/05/news/25660.html
Del viaggio a Cipro ricordo questo episodio:
http://www.lastampa.it/2010/06/05/blogs/oltretevere/abbraccio-con-lo-sceicco-Lyy984Ju2lvXE3pWsxU42H/pagina.html
Oltretevere Giacomo Galeazzi
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05/06/2010
Abbraccio con lo sceicco
L’anziano sufi e il Pontefice si sono abbracciati. Nazim ha chiesto a Benedetto XVI di «pregare per lui». «Certamento lo farò – gli ha risposto papa Ratzinger – pregheremo l’uno per l’altro»
Il Papa passeggia lungo la linea verde verso la parrocchia della Santa Croce, nella zona di nessuno controllata dai caschi blu, per incontrare lo sceicco Nazin che si scusa:«Mi perdoni se ho aspettato seduto su questa sedia, ma sono molto vecchio». Benedetto XVI, che già indossa i paramenti per la messa, sorride: «Sono vecchio anche io»
Dalla memoria riaffiora il commento che un grosso esponente islamico fece quando morì Paolo VI, giorno della Trasfigurazione del ’78: “Ogni giorno il servo di Dio saliva sul monte per parlare col suo Signore. E un giorno il Signore – che lo aveva per caro – decise di portarlo con Sé per sempre”.
Fa bene Papa Francesco a ribadire quanto segue:«Venendo ora al mutuo rispetto nei rapporti interreligiosi, specialmente tra cristiani e musulmani, siamo chiamati a rispettare la religione dell’altro, i suoi insegnamenti, simboli e valori», specificando «senza fare riferimento al contenuto delle loro convinzioni religiose». «Uno speciale rispetto è dovuto ai capi religiosi e ai luoghi di culto. Quanto dolore arrecano gli attacchi all’uno o all’altro di questi!». L’islam pretende di “superare” il cristianesimo e continua a massacrare gli “infedeli”. Dimenticarlo è una manifestazione di relativismo religioso
E’ partito “l’invio” senza che potessi specificare, in sostanza, che ritengo giusto e sacrosanto che il Papa ricordi ai musulmani, chiamandoli fratelli-che continuano a massacrare gli “infedeli”, cioè i cristiani e quanti non la pensano esattamente come loro- la stessa tolleranza ad essi grandemente riservata in occidente . Che trattino con devozione i venerabili capi religiosi cristiani, i nostri sacerdoti , vescovi, laici, missionari, dei quali si sono perse le tracce. Che rispettino i luoghi di culto puntualmente dati alle fiamme assieme ai fedeli in preghiera ….Bene fa il Papa a ribadire tutte queste cose, ma dovrebbe dirlo con più chiarezza, senza sorridere punto, senza timore di urtare la sensibilità degli islamici facinorosi…
Ma perchè il Papa si dovrebbe comportare da quello che non è e senza la classe che lo contraddistingue?
La sua posizione nella Chiesa e nel mondo richiede anche una certa diplomazia nel dire le cose e nel presentarle al mondo. E’ un po’ come quando si interviene nei grandi consessi politici o diplomatici: non lo si fa con il viso buio e con la mascella adirata; lo si fa con il sorriso ( che quanto peserà!) e con i modi e le maniere che possono ottenere più risultati possibili.
La chiarezza è nelle parole che si pronunciano. E, francamente, non ho mai notato timori di urtare alcuna sensibilità nè da parte di papa Francesco nè da parte dei suoi predecessori.
che poi, a quanto pare, non ammazzano solo gli “infedeli” :
http://www.corriere.it/esteri/13_agosto_12/nigeria-strage-moschea-konduga_a145d7a8-0392-11e3-a0a3-a0e457635e2f.shtml?fr=box_primopiano
Ma non sarà che ci sono gruppi di delinquenti che niente hanno a che fare nè con l’Islam e nè con il Cristianesimo?
e dov’è discepolo? sempre attenta a controbilanciare le notizie che si danno?
Io voglio semplicemente notare che, come riporta asianews.it, per diffondere l’augurio di papa Francesco per la festa di “Id al-Fitr”, padre Giuseppe Moretti – superiore della missio sui iuris in Afghanistan – ha letto il Messaggio a messa e ha inviato il testo a un quotidiano locale.
Nessuna fonte locale, però, l’ha ripubblicato. Nessun musulmano afgano (e ho paura che ciò valga per l’intera “umma”) se ne è curato.
Resta, in ogni caso, la speranza (flebile) di far comprendere ai musulmani la vicinanza e il rispetto della Chiesa per le loro ricorrenze. E magari di sentire un augurio sincero ai cristiani, in occasione del Natale e della Pasqua.
Il penso che il Papa abbia fatto bene a chiamare i musulmani “fratelli”, sia perché sono realmente nostri fratelli uomini (non fratelli nella fede), sia per la maggiore efficacia del messaggio che a questo mondo voleva mandare. Certo fermarsi al “cari fratelli” tagliando via sul Corsera il contenuto del messaggio e proprio nell’epoca della grande persecuzione dei cristiani nel mondo musulmano non mi sembra ne’ corretto ne’ casuale e a dirlo tutta sembra finalizzato alla costruzione del mito del Papa buono (il Papa buono due, la vendetta) tagliando via ogni contenuto che con questo mito contrasta. Anche l’aggiunta della battuta sul l’attesa reazione dei lefebvriani ci dice che secondo questo cliché costoro devono essere tenuti alla larga dal Papa buono.
Non è dunque il Papa a non parlare, cara Clodine, il Papa parla e parla chiaro, ma quello che dice lo sappiamo prevalentemente dai giornali, ed ecco spiegata l’origine di tante obiezioni che Internet può aiutare a risolvere. Figuriamoci poi cosa può succedere nel mondo musulmano su cosa dicono i cristiani e il Papa !
Principessa chiede dove e’ Discepolo. Ci sono continuo a seguirvi Ma non ho piu voglia di scrivere . Buona estate a tutti. Io presto partiro per il Senegal dove lavorero per un po di tempo alla formazione di operatori sanitari locali,infermiereo e puericultrici. Non vado con una organizzazione religiosa ma laica. Voglio lascirmi alle spslle le diatribe religiode che framvamente mo hanno stufato. Ftatelli o non fratelli, non e questo il problema. Il problema e come vivere una vita veramente umana, in Italia come in Senegal
MusulmanI e lefebvriani non così diversi, dopotutto; almeno secondo questo signore, che credo sia lui stesso un apostata (non so se cripto, alla Cardini, o aperto) e un tradizionalista, dunque uno che parla e bacchetta Luigi con cognizione di causa:
http://www.ilfoglio.it/riempitivo/430
“ricordare il santo vescovo, che santo fu” non sapevo Buttafuoco fosse un lefebvriano!
A parte tutto ha ragione: un lefebvriano e un islamista (religione e politica, ruolo della donna, ecc. ecc.) hanno molto in comune.
Sui protestanti però sbaglia, protestanti non sono solo Kung anche certi rami pentecostali e simili in quanto a conservatorismo non sono secondi a nessuno.
L’assurdo infatti è questo i progressisti vogliono dialogare con religioni che spesso sono parecchio conservatrici i conservatori che con queste religioni hanno molto in comune no.
C’est la vie…
Buon viaggio e buon lavoro, cara Discepolo!
Che il Signore ti benedica e ti aiuti a fare tanto bene.
Luca
P.S. spero che al ritorno ci racconterai
Gustoso, “provvidenziale” OT:
“Papa Francesco consacrerà il mondo al Cuore Immacolato di Maria, ad ottobre in Vaticano”
http://www.santuario-fatima.pt/portal/index.php?id=66425
test
ri-test
Un caro saluto a discepolo, che parte in missione ed è benedetta per questo grande atto d’amore! Capisco anche, di discepolo, la tentazione di non rispondere più, di chiudersi a riccio. Anch’io l’ho avuta, spesso , ma vi resisto, consapevole della sorte riservata a chi prova a salvaguardare ciò che lentamete si va estinguendo nella Chiesa, a chi tenta di svegliare le coscienze perché intuisce che si vuole ridurre questa Santa Istituzione voluta da Dio ad un maninichino del protestantesimo! È difficile sia accolto nel “club progressista” chi dice bene del passato. Una sorte, che non ha risparmiato neppure i papi, alcuni dei quali quasi radiati dalla Storia, non si sa con quale motivazione. Sicché il “progressismo” , che va a braccetto con relativismo e modernismo, è considerato la panacea di tutti i mali perché “aperto” al dialogo. Credo invece che il progressismo, come tutti gli ismi, sia una ideologia molto dannosa perché scardina ogni logica che tenti delle riflessioni teologiche”. In questa prospettiva, non da meno, si scartano i Padri, i Dottori, i Teologi, la Liturgia, in quanto consiste nel trattare come relativa la verità rivelata, nel cambiarla, nel dare agli uomini una libertà della quale in breve non sapranno che farsi, di fronte all’Assoluto.
Naturalmente non tutti i progressisti sanno queste cose, perché non riescono a vedere oltre il proprio naso…non sempre per colpa o per difetto, a volte per inculturazione o solo perché hanno una concezione materialistica del mondo: seguono il vento credendo che esso spiri da quella parte piuttosto che dall’altra.Viviamo in un’epoca in cui si ha paura persino delle parole!
Invece di prendersela coi lefevriani, che saranno 4 gatti, non è meglio pensare a quelli di comunione e liberazione/compagnia delle opere?
Da Stratos Doukas ricevo questo messaggio:
Il papa ci assicura che i musulmani sono nostri fratelli proprio mentre in Egitto si è scatenata un’ondata di violenze senza precedenti contro i copti, capro espiatorio del desiderio di vendetta dei fratelli musulmani : sacerdoti uccisi, la bandiera di Al Qaeda installata su di una chiesa, incendi, accuse di blasfemia. Di che fratellanza si tratta ? Mi chiedo se il papa abbia mai letto il Corano, in particolare le sure V e VII, così come non ha probabilmente letto i “Promessi Sposi”, citati a casaccio nel discorso di Lampedusa, dove confonde “innominato” e “anonimato”.
Ringrazio Zio Bill e Stratos Doukas per i loro messaggi e chiedo scusa per il ritardo con cui li ho inseriti: ero in viaggio.
Per Sara1 e Franti.
Se l’esercizio della lettura diretta del mondo cattolico tradizionalista è scomodo, ci si può almeno rifare a classici, come il Tassani, non sconosciuto almeno al padrone di casa
(http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=5756)
oppure ai più recenti libri di un Piero Vassallo o di un Luigi Copertino.
Da lì si potrebbe apprendere che
– grosso modo (perché troppi sono i rivoli in cui si è diviso il ruscelletto della c.d. destra cattolica) e stralciando le posizioni politico/partitiche –
si potrebbe dire che la divisione in quel mondo verte:
* sulla dottrina dei c.d. “semina Verbi”
* e sul come ed a quali tradizioni religiose convenga attribuirli (ed anche qui, il ruscello si divide, eccome).
Uno degli autori citati ne link di Franti svolge tesi che potrebbero (il condizionale è d’obbligo, dato che l’argomento è delicatissimo) interessare la nostra Clodine: http://www.identitaeuropea.it/?p=1021 .
i tradizionalisti hanno perso il treno, se si pensa ke il cardinale ke passava x filo-‘tradizionalista’ e erede ideale di R sentito il vento cambiato si è affrettato a sospendere la Messa preconciliare nella sua diocesi con la scusa dell’estate e della mancanza di preti capaci di dirla
Discepolo buon viaggio – e magari dopo ci racconti qualcosa…
Quello della “mancanza di preti capaci di dirla” è mal comune con la forma ordinaria.
Un po’ in questi anni sinceramente il mondo tradizionalista l’ho conosciuto, anche diversi autori tradizionalisti, da Voegelin a De Maistre.
Sollevano problemi interessanti ma non condivido le loro soluzioni.
Comunque io mi limitavo a sottolineare la frase di Buttafuoco ” bisogna poi considerare che il “tradizionalista”, ancorché cattolico, ha molte più affinità con il musulmano di quante ne possa avere con un protestante, con un rinato qualsiasi ” (anche se i cristiani rinati che sono quelli cui si ispira il Foglio di Ferrara a me non paiono affatto progressisti).
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201308/130805castigliani.pdf
Voglio dire, il protestantesimo è anche questo, di solito il tradizionalista si oppone al protestante dipingendolo come un liberale secolarizzato ma non è affatto sempre così.
Anzi..
http://www.stpauls.it/jesus06/0608je/0608je12.htm
“i pentecostali contestano alle Chiese storiche, oltre al loro carattere ormai istituzionalizzato e quindi distante dallo spirito apostolico della pentecoste, un rapporto troppo disincantato con il testo biblico e quindi un eccessivo liberalismo sulle questioni etiche.
Dal canto loro, le Chiese storiche criticano il fondamentalismo biblico che caratterizza l’esperienza pentecostale, e quindi un approccio rigido e letteralistico alle Scritture, ignorando il contesto nel quale furono redatte e gli strumenti critici e interpretativi di cui ora gli studiosi possono disporre.”
“in Brasile, come nel Centroamerica e negli Usa molte Chiese pentecostali – non tutte, sarebbe sbagliato generalizzare – si sono associate a partiti conservatori che mostravano di condividere la loro piattaforma “morale” su temi etici e sociali. Sono così nati degli ibridi politico-religiosi che si sono espressi in vere e proprie formazioni parapolitiche come quella capeggiata da Edir Macedo, leader della Chiesa universale del Regno di Dio, una denominazione pentecostale brasiliana in grande ascesa, che già ora conta sei milioni di membri; o come le varie organizzazioni della destra religiosa nordamericana – dalla ormai dissolta Moral Majority alla Christian Coalition, daAmerican Values al Family Research Council – tutte compattamente schierate con la destra del partito repubblicano e tutte fortemente sostenute da cristiani “conservatori” in buona parte provenienti proprio dalle fila pentecostali.”
Non vedo il nesso tra le frange protestanti estremiste [mormoni, pentecostali, sette apocalittiche in genere] e chi, invece, tenta, dentro la Chiesa, di salvarne l’Essenza, riconducibile ad una bimillenaria Tradizione che unitamente alla Sacra Scrittura ne rappresenta la medesima ” Divina fonte sorgiva”:punto imprescindibile, non transuente, non modificabile poiché qualora lo fosse, o vi si apportasse qualche cambiamento, la stessa Chiesa ne sarebbe snaturata. La Chiesa non è un “soprammobile da salotto”, ma una realtà che ,come il lievito, è cosa viva, che cresce dentro la Storia. Poi, che una certa fedeltà, in questa realtà, venne data per “scontata” ,implicita, all’interno dei Documenti Conciliare ma che, invero, non lo fu affatto tra la ressa dei teologi che ne trassero le più audaci interpretazioni anche personali, è un altro paio di maniche. Non vedo, ripeto, alcuna comunanza d’intenti tra chi protegge ad oltranza il “Deposito Fidei” per cui -e associandomi a S.Agostino ripeto-“nemmeso all’Evangelo sarei disposta a credere, se non mi sospingesse a farlo l’autorità della Chiesa” ,con sette estranee ad ogni dibattito, chiuse a cerniera dentro ad un culto personalistico, soggettivo, che rinnega e rifiuta la successione Apostolica e il primato petrino. Non riesco proprio a vedere cosa c’azzecchi la spiritualità di chi approccia il Sacro risalendo la corrente fino a toccare il silenzio delle catacombe, dal chisso isterico di folle che rifiutano proprio quel silenzio ritenuto freddo, non producente il “miracolo” promesso dai “profeti di Kansas Citi”. Per favore! Come si fa ad associare l’ossequio alla Sacra Tradizione ad un processo di liberazione da Dio, ossia di secolarizzazione della religione che sfocia in religione senza Dio, in mera religiosità, in una frantumazione tout court. Ma per carità…..per carità!
Frange mica tanto, i pentecostali sono 500 milioni nel mondo.
E hanno posizioni etiche molto conservatrici vicine a quelle dei tradizionalisti anche se non hanno il latino e rifiutano i dogmi e le gerarchie.
Da un certo punto che i vari fondamentalisti lottino tra loro invece che allearsi contro la modernità a voler guardare non è un nemmeno un male..
“E lo sa bene Dilma Rousseff che, definendosi «la presidente di tutti», prima della visita del Papa ha ricevuto a Brasilia le più importanti leader e cantanti evangeliche del Paese arrivando persino a pregare con loro. Perché gli evangelici sono ormai decisivi anche nel voto: in parlamento sono 71, li chiamano la «bancada evangelica», la «tribuna evangelica», spesso decisiva per approvare o cassare leggi importanti. Molti di loro hanno posizioni retrograde, come il deputato del Partito Socialista Cristiano Feliciano, pastore evangelico, promotore di un disegno di legge, per ora ritirato per le proteste, che prevedeva la «cura medica» per i gay. Feliciano è stato eletto presidente della commissione diritti umani della Camera con il beneplacet di Dilma e del suo partito, il Pt di Lula, che aveva sempre voluto per sé questo incarico.”
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/gmg-26694/
Non sono affatto frange.
Rispetto al miliardo e oltre di cattolici che popolano il pianeta, 500 milioni di esaltati possono fare la differenza, certo. E la differenza non viene dall’osservanza di questo o quel principio discutibile che tu intravedi nelle sette protestanti, più o meno,, anche se tra queste ci sono frange cattoliche, ma ciò che è sostanziale e fa davvero la differenza è altro. Per questo, ribadisco, è necessario custodire il Depositum Fidei. Difendere la Tradizione della Chiesa non ha nulla a che vedere con quel tradizionalismo bigotto cui lo vorresti, a forza, associare—sono diversi i presupposti —tutto qui.
Custodire il depositum fidei però vuol dire ascoltare il Papa quando ci dice di dialogare con le altre religioni (anche se magari non ne condividiamo tutti gli aspetti).
Fare da sè porta alle sette, con tutto il rispetto non alla custodia del depositum.
Proprio perchè di integralisti e esaltati è già pieno il mondo.
“A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio. E se qualcuno osa avvicinarglisi – in questo caso il Papa – perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo.”
E il Papa, a sua volta, non è svincolato dai precedenti Concili i quali, a loro volta, specificano cosa s’intende per “dialogo”, che non è tout court “mescolanza d’identità” o sincretismo dettato da una visione romantica -così come la si evince da certe formulazioni più protestanti che cattoliche, che molto influirono dentro la Chiesa- perché lo Spirito Santo non può contraddire sé stesso non trovi? Ogni possibilità di irenismo è bandita in partenza. Posto che il teorema dei “cristiani impliciti” è decisamente tramontato grazie al Cielo, posto che la LG esordisce con un “Ecclesiae Misterio”, inteso come continuità misterico/sacramentale di Cristo -e relativa applicazione di tale mistero salvifico nella storia- ergo che LA CHIESA, Suo Corpo Mistico, possiede, per Vocazione, la dimensione Ecumenica che è inscritta nel Suo DNA. A motivo di ciò nulla può essere fuori dall’orbita di quella Parola cui la Chiesa stessa è “creatura”.
Gli integralisti esaltati lasciamoli ai Profeti di Kansas City. Noi procuriamo invece di custodire quanto di grande ci è stato tramandato: un tesoro di spiritualità antico e sempre nuovo, una fonte di acqua sorgiva inestinguibile cui attingere perché sgorga dal costato stesso di Cristo: dono dello Spirito Santo inalienabile.
“formulazioni più protestanti che cattoliche,” io insisto nel dire che dato che ci sono tanti protestanti antiecumenici (anche Karl Barth per dire lo era) che significa formulazioni più protestanti che cattoliche?
Il protestantesimo è un mondo variegato e l’Islam pure, come ha ricordato Tauran dopo lo scontro di civiltà cerchiamo di non cadere nello scontro di ignoranza.
http://www.news.va/it/news/il-cardinale-tauran-ad-al-jazeera-lo-scontro-di-ci
@”che significa formulazioni più protestanti che cattoliche?”
Significa -ripercorrendo a ritroso il cammino ecumenico- che per comprendere cosa sia l’Ecumenismo è necessario far chiarezza se si vuole dissipare l’ignoranza e comprendere bene a cosa esso è riferito, o meglio, cosa intendevo riferire; se al mondo intero, inteso come luogo, casa comune, così come esposto nell’antica letteratura profana paleocristiana dove per Oikoumene si definisce l’intero mondo abitato , e dunque i principi religiosi appartenenti ai vari popoli ai quali va annunciato, secondo il principio della missionarietà, N.Signore Gesù Cristo, il Salvatore.. Oppure, spingendosi oltre il significato semantico, si allude al costante, stringente sforzo che già nel lontano 1937 indusse la Conferenza di Oxford ad accorciare il perimetro “dell’ecumene” nel tentativo di realizzare l’Una Sancta. Sarebbe meglio dire: con l’intento di livellare la Chiesa Madre alle separate, la qual prospettiva, prima del concilio, venne ripetutamente respinta, ed ogni tentativo del WCC [world Council of the Churches] vanificato in quanto la Chiesa Cattolica ha sempre concepito un ecumenismo diverso, dove la parola d’ordine è Missione e non “compromesso”. A quanto pare, considerando l’avvilente risultato ottenuto, malgrado gli sforzi congiunti, ad oggi, prospettive di unificazione sono sempre più sfumate.Qui lo scontro di civiltà non è contemplato, semmai lo scontro dottrinale….
L’ecumenismo riguarda le varie confessioni cristiane (compresi gli ortodossi) il dialogo interreligioso il rapporto con le altre religioni non cristiane.
Missione è cosa diversa mi pare. Se vogliamo dire che l’ecumenismo ecc. non deve indebolire la missio ad gentes ok, ma ecumenismo non è una verniciatura per coprire un certo proselitismo.
E’ veramente dialogo e tentativo di ricucitura, con rispetto e senza forzature.
http://www.news.va/it/news/il-papa-chiude-la-settimana-di-preghiera-per-lunit