Francesco ai gesuiti del Congo: “Ho fatto il possibile per non accettare l’episcopato”

Il 2 di questo mese Francesco a Kinshasa ha incontrato i gesuiti del Congo e ha risposto ad alcune loro domande: sulle guerre che straziano l’umanità, su come abbia potuto accettare – da gesuita – le nomine a vescovo e cardinale , sulla possibilità di sue dimissioni, sull’elezione a vita del preposito dei gesuiti. Ho scelto questi brani, che offro ai visitatori nei primi commenti. La conversazione dei gesuiti con il Papa è pubblicata oggi dalla Civiltà Cattolica.

10 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Sulle guerre: Signore abbi pietà di noi. Apriamo gli occhi sul mondo: tutto il mondo è in guerra! La Siria vive una guerra da 12 anni, e poi lo Yemen, il Myanmar con il dramma dei rohingya. Anche in America Latina ci sono tensioni e conflitti. E poi questa guerra in Ucraina. Tutto il mondo è in guerra, ricordiamocelo bene. Ma io mi domando: l’umanità avrà il coraggio, la forza o persino l’opportunità di tornare indietro? Si va avanti, avanti, avanti verso il baratro. Non so: è una domanda che io mi faccio. Mi dispiace dirlo, ma sono un po’ pessimista.
    Oggi davvero sembra che il problema principale sia la produzione di armi. C’è ancora tanta fame nel mondo e noi continuiamo a fabbricare le armi. È difficile tornare indietro da questa catastrofe. E non parliamo delle armi atomiche! Credo ancora in un lavoro di persuasione. Noi cristiani dobbiamo pregare tanto: «Signore, abbi pietà di noi!».
    In questi giorni mi colpiscono i racconti delle violenze. Mi colpisce soprattutto la crudeltà. Le notizie che vengono dalle guerre che ci sono nel mondo ci parlano di una crudeltà persino difficile da pensare. Non solo si uccide, ma lo si fa crudelmente. Per me questa è una cosa nuova. Mi dà da pensare. Anche le notizie che arrivano dall’Ucraina ci parlano di crudeltà. E qui in Congo lo abbiamo ascoltato dalle testimonianze dirette delle vittime.

    16 Febbraio, 2023 - 19:39
  2. Luigi Accattoli

    Cerchiamo l’accordo sulla data della Pasqua. Lei ha un bel rapporto con il patriarca Bartolomeo. Come la Chiesa si sta preparando al 2025, quando ricorrerà il 1.700o anniversario del primo Concilio di Nicea?
    Prendo spunto dalla tua domanda per ricordare un grande teologo ortodosso morto oggi, Ioannis Zizioulas, che è stato metropolita di Pergamo. È venuto in Vaticano a presentare la mia enciclica Laudato si’. Era un esperto di escatologia. Una volta gli chiesero quando ci sarebbe stata l’unità dei cristiani. Lui rispose, con sano realismo e forse pure con una sottile ironia: «Alla fine dei tempi!». Ricordiamolo nelle nostre preghiere.
    Sì, stiamo preparando un incontro per il 2025. Con il patriarca Bartolomeo vogliamo arrivare a un accordo per la data della Pasqua, che proprio in quell’anno coincide. Vediamo se così possiamo accordarci per il futuro. E vogliamo celebrare questo Concilio come fratelli. Ci stiamo preparando. Pensate che Bartolomeo è stato il primo Patriarca che dopo tanti secoli è venuto all’inaugurazione del ministero di un Papa!

    16 Febbraio, 2023 - 19:40
  3. Luigi Accattoli

    Due volte ho detto no all’episcopato. Come gesuita professo lei ha fatto voto di non cercare ruoli di autorità nella Chiesa. Che cosa l’ha spinta ad accettare l’episcopato e poi il cardinalato e poi il papato?
    Quando ho fatto quel voto l’ho fatto sul serio. Quando mi hanno proposto di essere vescovo ausiliare di San Miguel, io non ho accettato. Poi mi è stato chiesto di essere vescovo di una zona al Nord dell’Argentina, nella provincia di Corrientes. Il Nunzio, per incoraggiarmi ad accettare, mi disse che lì c’erano le rovine del passato dei gesuiti. Io ho risposto che non volevo essere guardiano delle rovine, e ho rifiutato. Ho rifiutato queste due richieste per il voto fatto. La terza volta è venuto il Nunzio, ma già con l’autorizzazione firmata dal Preposito generale, il p. Kolvenbach, che aveva acconsentito al fatto che io accettassi. Era come ausiliare di Buenos Aires. Per questo ho accettato in spirito di obbedienza. Poi sono stato nominato arcivescovo coadiutore della mia città, e nel 2001 cardinale. Nell’ultimo conclave sono venuto con una valigetta piccola per tornare subito in diocesi, ma sono dovuto rimanere. Io credo nella singolarità gesuita circa questo voto, e ho fatto il possibile per non accettare l’episcopato.

    16 Febbraio, 2023 - 19:41
  4. Luigi Accattoli

    Papa e generale della Compagnia eletti a vita. Si è parlato di sue possibili dimissioni. Davvero lei è intenzionato a lasciare il ministero petrino? E il Generale della Compagnia? Secondo lei, il suo incarico deve restare a vita?
    Guarda, è vero che io ho scritto le mie dimissioni due mesi dopo l’elezione e ho consegnato questa lettera al cardinale Bertone. Non so dove si trovi questa lettera. L’ho fatto nel caso che io abbia qualche problema di salute che mi impedisca di esercitare il mio ministero e di non essere pienamente cosciente per poter rinunciare. Questo però non vuol affatto dire che i Papi dimissionari debbano diventare, diciamo così, una «moda», una cosa normale. Benedetto ha avuto il coraggio di farlo perché non se la sentiva di andare avanti a causa della sua salute. Io per il momento non ho in agenda questo. Io credo che il ministero del Papa sia ad vitam. Non vedo la ragione per cui non debba essere così. Pensate che il ministero dei grandi patriarchi è sempre a vita. E la tradizione storica è importante. Se invece stiamo a sentire il «chiacchiericcio», beh, allora bisognerebbe cambiare Papa ogni sei mesi!
    Circa la Compagnia di Gesù: sì, su questo io sono «conservatore». Deve essere a vita. Ma, ovviamente, si pone la stessa questione che riguarda il Papa. Padre Kolvenbach e padre Nicolás, gli ultimi due precedenti Generali, hanno lasciato per motivi di salute. Mi sembra importante ricordare pure che un motivo del generalato a vita nella Compagnia nasce anche per evitare i calcoli elettorali, le fazioni, il chiacchiericcio.

    16 Febbraio, 2023 - 19:42
  5. maria cristina venturi

    Si enuncia una verita’ , il gesuita non deve accettare incarichi di autorita’ nella Chiesa, il papato e’ ad vitam, come anche il matrimonio e’ ad vitam.
    Poi pero’ interviene a ribaltare questi principi la “casuistica ” : il gesuita in certi casi diventa vescovo e cardinale e papa, il papa in certi casi puo’ dare le dimissioni, il matrimonio puo’ in certi casi finire e si puo’ risposarsi . Tutto dipende, cado per caso, dal discernimento.
    Così non esistono principi assoluti, ne’ valori non negoziabili, non esistono regole che non possano essere trasgredite, in determinate circostanze.
    Insomma la regola data da Sant’ Ignazio ai gesuiti di non accettare di essere vescovi o cardinali ,puo’ nel caso di Bergoglio,essere infranta.

    17 Febbraio, 2023 - 8:23
  6. Amigoni p. Luigi

    Rif. ore 8,23 – scendere o non scendere?
    “Dalla croce non si scende”, ha detto un papa. E’ una delle regole non negoziabili che talora “si negozia”. Infatti un altro papa ha fatto così.

    18 Febbraio, 2023 - 8:46
  7. Leonardo Lugaresi

    Col garbo soave che ti contraddistingue, caro Luigi, tu la faccenda dell’episcopato di Bergoglio l’hai messa nel modo più edificante possibile. Però in sostanza il papa ha rivelato che, dopo aver rifiutato due posti più “periferici” e di minor prestigio, ne ha accettato uno più “centrale” ed importante.

    19 Febbraio, 2023 - 17:57
  8. Amigoni p. Luigi

    Rif. 17.57 – Fede e speranza (e meno cattiveria)
    Ma, come dicono gli umoristi clericali e come, soprattutto, sanno i vescovi interessati , agli ausiliari serve molta fede (per essere convinti di essere vescovi) e ancor più molta speranza per “diventare” vescovi effettivi in tempi ragionevoli.

    19 Febbraio, 2023 - 20:44
  9. picchio

    rif. 8.23
    “Insomma la regola data da Sant’ Ignazio ai gesuiti di non accettare di essere vescovi o cardinali ,puo’ nel caso di Bergoglio,essere infranta.”
    fin dagli anni successivi alla fondazione e alla morte di Sant’ignazio, ci sono stati cardinali gesuiti , sono stati otto nei primi due secoli, il più famoso Bellarmino. I vescovi sono stati naturalmente molti di più, soprattutto nelle zone di Missione, perchè da sempre , non solo con Bergoglio, il bene della Chiesa viene prima di un voto
    Cristina Vicquery

    20 Febbraio, 2023 - 13:36

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