“In questa città di Roma, in questa comunità ecclesiale, siamo liberi o siamo schiavi, siamo sale e luce? Siamo lievito? Oppure siamo spenti, insipidi, ostili, sfiduciati, irrilevanti, stanchi?”: al “Te Deum” di fine anno il Papa ha proposto ai cristiani di Roma un severo esame di fronte alle “gravi vicende di corruzione emerse di recente”. Come cittadino di Roma gli sono grato e nei primi commenti riporto altri passi dell’omelia.
Il Papa ai cristiani di Roma: sale e luce o spenti e insipidi?
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Non servirsi dei deboli. Senz’altro le gravi vicende di corruzione, emerse di recente, richiedono una seria e consapevole conversione dei cuori per una rinascita spirituale e morale, come pure per un rinnovato impegno per costruire una città più giusta e solidale, dove i poveri, i deboli e gli emarginati siano al centro delle nostre preoccupazioni e del nostro agire quotidiano. È necessario un grande e quotidiano atteggiamento di libertà cristiana per avere il coraggio di proclamare, nella nostra Città, che occorre difendere i poveri, e non difendersi dai poveri, che occorre servire i deboli e non servirsi dei deboli!
Poveri costretti a mafiarsi. Quando in una città i poveri e i deboli sono curati, soccorsi e aiutati a promuoversi nella società, essi si rivelano il tesoro della Chiesa e un tesoro nella società. Invece, quando una società ignora i poveri, li perseguita, li criminalizza, li costringe a “mafiarsi”, quella società si impoverisce fino alla miseria, perde la libertà e preferisce “l’aglio e le cipolle” della schiavitù, della schiavitù del suo egoismo, della schiavitù della sua pusillanimità e quella società cessa di essere cristiana.
Mafiarsi ha detto il Papa argentino con una parola nuova che sta per farsi mafioso, farsi mafia. Potrebbe aiutarci a capire qualcosa dei metodi di reclutamento dei disperati da parte delle mafie. Una parola nuova alle volte aiuta a cogliere un fatto che non riusciamo a pensare.
Qui si dà conto del neologismo mafiare:
http://www.sapere.it/sapere/dizionari/neologismi/politica-e-societa/mafiare.html
Il Battaglia nel supplemento del 2009 registra per la prima volta mafiare e mafiese. Di mafiare dice che è intransitivo e riporta esempi giornalistici a partire dal 1991.
Grande Francesco!
Con buona pace di chi lo critica, giudica e denigra in continuazione!
Auguri di un anno meraviglioso a tutti.
Ciao cara Principessa.
Auguri di cuore, buon 2015.
I miei più cari auguri a Luigi e a tutto il pianerottolo, con questa riflessione che ho trovato stamattina in FB e mi pare bellissima:
“LA PACE COME CAMMINO” DI DON TONINO BELLO:
A dire il vero non siamo molto abituati a legare il termine Pace a concetti dinamici.
Raramente sentiamo dire:
“Quell’uomo si affatica in pace”,
“lotta in pace”,
“strappa la vita coi denti in pace”…
Più consuete, nel nostro linguaggio, sono invece le espressioni:
“Sta seduto in pace”,
“sta leggendo in pace”,
“medita in pace” e,
ovviamente, “riposa in pace”.
La pace, insomma, ci richiama più la vestaglia da camera che lo zaino del viandante.
Più il comfort del salotto che i pericoli della strada.
Più il caminetto che l’officina brulicante di problemi.
Più il silenzio del deserto che il traffico della metropoli.
Più la penombra raccolta di una chiesa che una riunione di sindacato.
Più il mistero della notte che i rumori del meriggio.
Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista.
Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.
Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo.
La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia.
Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio.
Rifiuta la tentazione del godimento.
Non tollera atteggiamenti sedentari.
Non annulla la conflittualità.
Non ha molto da spartire con la banale “vita pacifica”.
Sì, la pace prima che traguardo, è cammino.
E, per giunta, cammino in salita.
Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi, i suoi percorsi preferenziali ed i suoi tempi tecnici, i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni.
Forse anche le sue soste.
Se è così, occorrono attese pazienti.
E sarà beato, perché operatore di pace,
non chi pretende di trovarsi all’arrivo senza essere mai partito, ma chi parte.
Col miraggio di una sosta sempre gioiosamente intravista, anche se mai – su questa terra s’intende – pienamente raggiunta.
Grande, Principessa!
Augurissimi a tutti
Giuseppe
Papa Francesco, Omelia, Messa nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, 1° gennaio 2015..
Non è possibile «amare il Cristo, ma non la Chiesa, ascoltare il Cristo, ma non la Chiesa, appartenere al Cristo, ma al di fuori della Chiesa» (Ibid.) Infatti è proprio la Chiesa, la grande famiglia di Dio, che ci porta Cristo. La nostra fede non è una dottrina astratta o una filosofia, ma è la relazione vitale e piena con una persona: Gesù Cristo, il Figlio unigenito di Dio fattosi uomo, morto e risorto per salvarci e vivo in mezzo a noi. Dove lo possiamo incontrare? Lo incontriamo nella Chiesa (…). È la Chiesa che dice oggi: “Ecco l’agnello di Dio”; è la Chiesa che lo annuncia; è nella Chiesa che Gesù continua a compiere i suoi gesti di grazia che sono i Sacramenti.!”
Insomma papa Francesco lo ha detto, finalmente !!!!
Extra Ecclesiam nulla salus.
Che ne penserà Eugenio Scalfari? E Pannella?
Scommettiamo che comunque nessun giornale laico e massone entusiasta di Francesco ,da La Stampa a Repubblica, titoleranno “papa Francesco dice che non si può appartenere a Cristo al di fuori della Chiesa” ??
Certe parole (di verità) vanno censurate, certe altre (di menzogna) invece ingigantite.
E’ il mondo della moderna informazione, bellezza!
Quindi resti cattolica?
dicendo quello che ha detto nel l’omelia , papà francesco non ha affermato che fuori dalla Chiesa non c’è salvezza, discepolo.
«Papà francesco» (sic) è un nuovo vezzo di voi bergogliolatri o è il correttore automatico che si è anche lui imbergoglito?
Papa Francesco è un gran volenteroso, l’ho sempre detto e lo ripeto. Musicalmente parlando potremmo dire: “Si costerna, s’indigna, s’impegna
poi getta la spugna con gran dignità”.
Grande Cinzia/Principessa, quanto sono mancati al “pianerottolo”, nei mesi scorsi, i tuoi interventi !
Grazie anche alla mia conterranea Nico, per la bella citazione di Don Tonino Bello !
ANCORA BUON ANNO A TUTTI !
Roberto 55