Francesco a Panama ad avvio di un anno di scommesse

Da mercoledì 23 Francesco è a Panama con i giovani ad avvio di un anno di straordinarie scommesse, tra le quali sei viaggi già annunciati e tutti con mete e interlocutori sensibili, e due convocazioni episcopali (abusi in febbraio, Amazzonia in ottobre) che toccheranno ambedue la figura del prete. Nel primo commento una presentazione delle sfide, a seguire brani delle parole papali che aggiornerò da oggi a lunedì, quando il Papa rientrerà a Roma.

11 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Sotto attacco e all’offensiva. A Panama è in svolgimento la 34ma Giornata mondiale della Gioventù: viene dopo il Sinodo dei Giovani dello scorso ottobre e può essere vista come una verifica degli impegni allora assunti. E’ la terza Gmg di Francesco, dopo quelle di Rio de Janeiro (2013) e Cracovia (2016).Questa trasferta segna anche l’avvio di una serie di appuntamenti strategici che attendono Bergoglio – che ha compiuto in dicembre 82 anni – nel 2019: il summit episcopale del 21-24 febbraio sugli abusi sessuali nella Chiesa; viaggi di straordinaria delicatezza in zona islamica (Emirati Arabi in febbraio, Marocco in marzo) e ortodossa (Bulgaria e Macedonia in maggio, Romania in giugno), nel Giappone (in novembre) dove sognava di andare missionario da giovane; il Sinodo di ottobre sull’Amazzonia, che metterà sul tavolo la proposta di ordinare uomini sposati per le zone dove mancano sacerdoti celibi. Da Panama si vedrà come parte questa stagione decisiva per un Pontificato che è più che mai sotto accusa da parte degli ambienti tradizionalisti, ma anche all’offensiva con il suo programma di riforma della Chiesa in uscita missionaria.

    26 Gennaio, 2019 - 8:52
  2. Luigi Accattoli

    I muri della paura che rende pazzi. Parlando con i giornalisti durante il volo di andata, mercoledì 23, Francesco ha ricordato il collega russo Alexei Bukalov (vedi post del 23 gennaio), ha annunciato a un collega giapponese che in novembre andrà nel suo paese, ha confermato l’intenzione di visitare l’Iraq (“Mi dicono che al momento non è sicuro ma sto seguendo la situazione perchè vorrei andare davvero“), ha avuto questo scambio di battute con Marco Clementi, inviato del Tg1:
    – Santo Padre, sono andato a Tjuana, al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, lì il muro che stanno costruendo entra in mare, perché non possano passare nemmeno a nuoto…
    – Francesco: È la paura che rende pazzi. Sono i muri della paura, come scrive L’Osservatore Romano nell’editoriale di Monda, che è da leggere [il riferimento è a un articolo del 2 gennaio intitolato “La speranza per il nuovo anno passa attraverso la fraternità”].

    26 Gennaio, 2019 - 8:53
  3. Luigi Accattoli

    I giovani e il diritto al futuro. Incontro con le Autorità nel Palazzo Bolívar di Panamá – 24 gennaio. Un altro mondo è possibile, lo sappiamo e i giovani ci invitano a coinvolgerci nella sua costruzione affinché i sogni non rimangano qualcosa di effimero o etereo, affinché diano impulso ad un patto sociale nel quale tutti possano avere l’opportunità di sognare un domani: anche il diritto al futuro è un diritto umano.

    26 Gennaio, 2019 - 8:53
  4. Luigi Accattoli

    Facciamo nostra la dedizione martiriale di Romero. Incontro con i vescovi dell’America Centrale – 24 gennaio. Questa [dell’arcivescovo Romero] è un’eredità che può diventare una testimonianza attiva e vivificante per noi, chiamati a nostra volta alla dedizione martiriale nel servizio quotidiano alla nostra gente; e su questa eredità vorrei basarmi per questa riflessione che desidero condividere con voi […]. Non è stato ideologo né ideologico; la sua azione è nata da una compenetrazione con i documenti conciliari. Illuminato da questo orizzonte ecclesiale, sentire con la Chiesa significa per Romero contemplarla come Popolo di Dio […]. Per lui, insomma, sentire con la Chiesa è prendere parte alla gloria della Chiesa, che consiste nel portare nel proprio intimo tutta la kenosis di Cristo. Nella Chiesa Cristo vive tra di noi, e perciò essa dev’essere umile e povera, perché una Chiesa arrogante, una chiesa piena di orgoglio, una Chiesa autosufficiente non è la Chiesa della kenosis (cfr S. OSCAR ROMERO, Omelia, 1° ottobre 1978) […]. Impegnatevi e alzate la voce contro la desertificazione culturale e spirituale dei vostri popoli, che produce un’indigenza radicale perché lascia senza quella indispensabile immunità vitale che mantiene la dignità nei momenti di maggiore difficoltà.

    http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/01/24/0060/00112.html

    26 Gennaio, 2019 - 8:54
  5. Luigi Accattoli

    Mandiamo un saluto a Benedetto. Primo incontro con i giovani a Santa Maria La Antigua – 24 gennaio. Voi, cari amici, avete fatto tanti sacrifici per potervi incontrare e così diventate veri maestri e artigiani della cultura dell’incontro. Con i vostri gesti e i vostri atteggiamenti, coi vostri sguardi, desideri e soprattutto la vostra sensibilità, voi smentite e screditate tutti quei discorsi che si concentrano e si impegnano nel creare divisione, nell’escludere ed espellere quelli che “non sono come noi” […]. E questo perché avete quel fiuto che sa intuire che «il vero amore non annulla le legittime differenze, ma le armonizza in una superiore unità» (Benedetto XVI, Omelia, 25 gennaio 2006). Sapete chi ha detto questo? Sapete? Papa Benedetto XVI, che ci sta guardando, e gli facciamo un applauso, gli mandiamo un saluto da qui! Lui ci sta guardando alla televisione. Un saluto, tutti, tutti con le mani, a Papa Benedetto!.

    http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/01/24/0061/00113.html

    26 Gennaio, 2019 - 9:05
  6. Luigi Accattoli

    Accoglie i peccatori e mangia con loro. Liturgia penitenziale – 25 gennaio. «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro» (Lc 15,2), abbiamo appena ascoltato nel Vangelo […]. Con questa espressione cercavano di squalificarlo, screditarlo davanti a tutti, ma non fecero che evidenziare uno degli atteggiamenti di Gesù più comuni, più distintivi, più belli: e tutti siamo peccatori, tutti, e per questo Gesù ci accoglie con affetto, tutti noi che siamo qui; e se qualcuno non si sente peccatore, tra tutti noi che siamo qui, sappia che Gesù non lo riceverà, si perderà il meglio. Gesù non ha paura di avvicinarsi a coloro che, per mille ragioni, portavano il peso dell’odio sociale, come nel caso dei pubblicani, oppure portavano l’odio sociale perché avevano fatto alcuni errori nella loro vita […]. E mentre queste persone si limitavano a mormorare o a sdegnarsi, perché Gesù si incontrava con le persone segnate da qualche errore sociale, da qualche peccato, e chiudevano le porte della conversione, Gesù si avvicina e si compromette, Gesù mette in gioco la sua reputazione e invita sempre a guardare un orizzonte capace di rinnovare la vita, di rinnovare la storia. Tutti, tutti abbiamo un orizzonte. Qualcuno può dire: “Io non ce l’ho”. Apri la finestra, e lo troverai. Apri la finestra del tuo cuore, apri la finestra dell’amore che è Gesù, e lo troverai.

    26 Gennaio, 2019 - 19:08
  7. Luigi Accattoli

    In un carcere minorile. La mattina di venerdì 25 gennaio Francesco è andato al Centro de Cumplimiento de Menores Las Garzas de Pacora, Centro di reclusione per giovani detenuti, dove alle 10.30 locali (16.30 ora di Roma) ha presieduto la Liturgia Penitenziale. Dopo il canto iniziale e la testimonianza di uno dei giovani, si è svolta la liturgia e in essa – dopo la lettura di un brano evangelico – il Papa ha tenuto l’omelia di cui al commento precedente. Al termine hanno avuto luogo le confessioni e le assoluzioni individuali di 12 ragazzi.

    http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/01/25/0063/00114.html

    26 Gennaio, 2019 - 22:10
  8. Luigi Accattoli

    Nel grido soffocato dei bambini. Via Crucis nel Campo Santa María La Antigua – venerdì 25 gennaio. Padre, oggi la via crucis di tuo Figlio si prolunga nel grido soffocato dei bambini ai quali si impedisce di nascere e di tanti altri ai quali si nega il diritto di avere un’infanzia, una famiglia, un’educazione; nei bambini che non possono giocare, cantare, sognare…; – nelle donne maltrattate, sfruttate e abbandonate, spogliate e ignorate nella loro dignità; – e negli occhi tristi dei giovani che si vedono strappar via le loro speranze di futuro dalla mancanza di educazione e di un lavoro degno; – nell’angoscia di giovani volti, nostri amici, che cadono nelle reti di gente senza scrupoli (tra di loro si trovano anche persone che dicono di servirti, Signore), reti di sfruttamento, di criminalità e di abuso, che mangiano sulla vita dei giovani.

    http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/01/25/0065/00139.html

    26 Gennaio, 2019 - 23:17
  9. Luigi Accattoli

    Una Chiesa ferita dal suo peccato. Omelia nella cattedrale di santa Maria la Antigua – 26 gennaio. Da un po’ di tempo a questa parte non sono poche le volte in cui pare essersi installata nelle nostre comunità una sottile specie di stanchezza, che non ha niente a che vedere con quella del Signore. E qui dobbiamo fare attenzione. Si tratta di una tentazione che potremmo chiamare la stanchezza della speranza […]. È una stanchezza paralizzante. Nasce dal guardare avanti e non sapere come reagire di fronte all’intensità e all’incertezza dei cambiamenti che come società stiamo attraversando […]. La stanchezza della speranza nasce dal constatare una Chiesa ferita dal suo peccato e che molte volte non ha saputo ascoltare tante grida nelle quali si celava il grido del Maestro: «Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46) […]. “Dammi da bere” è quello che chiede il Signore, ed è quello che chiede a noi di dire. Nel dirlo, apriamo la porta della nostra stanca speranza per tornare senza paura al pozzo fondante del primo amore, quando Gesù è passato per la nostra strada, ci ha guardato con misericordia, ci ha scelto e ci ha chiesto di seguirlo […]. Così eviteremo il rischio di partire da noi stessi e abbandoneremo la stancante autocommiserazione per incontrare gli occhi con cui Cristo oggi continua a cercarci.

    http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/01/26/0068/00116.html

    27 Gennaio, 2019 - 8:49
  10. Luigi Accattoli

    Il mondo non è soltanto per i forti. Veglia con i giovani – 26 gennaio. Il mondo non è soltanto per i forti! Dire “sì” al Signore significa avere il coraggio di abbracciare la vita come viene, con tutta la sua fragilità e piccolezza […]. Prendere la vita come viene significa abbracciare la nostra patria, le nostre famiglie, i nostri amici così come sono, anche con le loro fragilità e piccolezze[…]. Forse che qualcuno per il fatto di essere disabile o fragile non è degno d’amore? Qualcuno, per il fatto di essere straniero, di avere sbagliato, di essere malato o in una prigione, è degno di amore? [rispondono: sì!] Così ha fatto Gesù: ha abbracciato il lebbroso, il cieco e il paralitico, ha abbracciato il fariseo e il peccatore. Ha abbracciato il ladro sulla croce e ha abbracciato e perdonato persino quelli che lo stavano mettendo in croce. Perché? Perché solo quello che si ama può essere salvato […]. Il Vangelo ci insegna che il mondo non sarà migliore perché ci saranno meno persone malate, meno persone deboli, meno persone fragili o anziane di cui occuparsi, e neppure perché ci saranno meno peccatori, no, non sarà migliore per questo. Il mondo sarà migliore quando saranno di più le persone che, come questi amici che ci hanno parlato, sono disposte e hanno il coraggio di portare in grembo il domani e credere nella forza trasformatrice dell’amore di Dio.

    27 Gennaio, 2019 - 15:23
  11. Fabrizio Scarpino

    Caro Luigi.
    Una piccola nota di cronaca che ho appreso da TV2000 nel Tg di ieri alle 18.30.

    I primi ad arrivare al Metropark Juan Pablo II ove si è tenuta la veglia sono stati i giovani USA.

    Lo sottolineo poichè dopo quanto accaduto da quelle parti a Santa Madre Chiesa penso sia un fattore di speranza.

    Ciao!

    27 Gennaio, 2019 - 16:37

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