“Fiona ti odio / hai rovinato tutto”: scritto con pennarello nero su una delle tre panchine che sono dietro l’abside di San Niccolò a mezza costa dell’Isola di Sestri Levante. Quella attribuita a Fiona è una rovina recente perché ero venuto a questa panchina con vista sulla Baia del Silenzio giusto un anno fa e quelle parole non c’erano. Lo scrivente mette il nome dell’accusata ma non si firma, come i miei bloggers più ardimentosi.
A Fiona che tutto rovina
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L’abside di San Nicolò, anno millecentoquarantacinque, con quel catino in pietra semicircolare che sporge verso l’esterno! E’ ancora lì, bello, forte, ad evocare l’inquieto incedere della storia. Antiche memorie di un medioevo dove tutto è nudità,durezza, essenzialità. Nessun orpello, nulla oltre la pietra e la croce. Eppure, durante il suo lento passaggio, vi si apportano modifiche: si aggiungono archi a sesto leggermente acuto, si arricchisce via via di colore, di tele raffiguranti la Madonna con Bambino e scene di miracoli, strutture barocche e aggiustamento dell’interno stravolgono l’iniziale progetto. Tutto cambia sotto l’incalzare del tempo e degli eventi . Anche gli uomini cambiano, cambia il linguaggio e il modo di comunicare i sentimenti persino quelli d’amore. Immaginiamo per un attimo cosa direbbe un ipotetico fantasma dell’epoca [ in cui la donna, considerata “dispensatrice di salvezza”, sublimata e angelicata rappresentava una divinità in terra] passando casualmente da quelle parti nel leggere: “fiona ti odio/hai rovinato tutto”. Direbbe che non c’è più religione e che a rovinare tutto è sicuramente l’odio e che il sangue di centinaia di donne massacrate ne è la prova. Direbbe che le furberie, la barbarie, l’aggressività, appannaggio del “volgo” e del villano è imperitura, atavica! Direbbe che l’umanità anziché evolvere è retrocessa e che, forse, un ritorno alle origini potrebbe rappresentare una via di fuga e di speranza. Potremmo dargli torto?
Quanti “rovinano tutto”? Tanti. Chi consapevolmente, chi senza rendersi conto. Per troppa superficialità.
E la rovina è tale soprattutto per chi la subisce, non sempre per chi la determina.
Una sola parola può incrinare amicizie che si credevano salde, o può fare andare in malora–e non è esagerazione– anche anni di buoni rapporti.
Ed è sofferenza che tormenta e acuisce la sensibilità di chi vi è coinvolto e si trova precipitato nell’apparente non-senso di una situazione diversa.
Bisogna prestare molta attenzione oltre che alle azioni, anche alle parole che si dicono.
Forse anche per questo Gesù insegna: il tuo parlare sia “sì sì,no no”.
I bloggers “ardimentosi” ( parlo anche per me, ovviamente) dovrebbero ricordarlo più spesso, Luigi.
PS.
Luigi, a quando le altre domande e le tue risposte nelle conferenze a Sestri Levante?
E’ vero, a volte i disastri dell’anima sono assai peggiori di quelli che accadono quando cade per terra una pila di piatti di porcellana.
Io le chiamo “ferite occulte”. Solo lo Spirito Santo è in grado di “sanare ciò che sanguina”…
Marilisa la prossima domani, almeno secondo previsione. Perché cambio idea con il vento.
http://youtu.be/HIPF02eaXHo
Alcyone
Il Vento scrive
Su la docile sabbia il vento scrive
con le penne dell’ala; e in sua favella
parlano i segni per le bianche rive.
Ma, quando il sol declina, d’ogni nota
ombra lene si crea, d’ogni ondicella,
quasi di ciglia su soave gota.
E par che nell’immenso arido viso
della pioggia s’immilli il tuo sorriso.
Gabriele D’Annunzio