Finchè Eluana respira io qui le parlo. In nome dell’amore che tutto spera non cesso di sognare che possa risvegliarsi e che persino la fame e la sete – che il suo corpo sta avvertendo – l’aiutino a ciò. Ma non chiamo “assassino” il padre che ha chiesto di porre fine al tentativo di rianimazione iniziato tanti anni addietro. Guardo alla coscienza di quei tribolati genitori con lo stesso rispetto con cui mi tengo in ascolto del debole segno di vita che viene dal respiro di Eluana: il rispetto che merita ogni luce di vita, fisica e morale. Eluana tu ci stai portando in una zona inesplorata dell’umano. Non abbiamo i sentimenti e le parole per una considerazione intera di quello che ti succede e che insieme succede a noi. Il tuo respiro che si va indebolendo ci ricorda che mai dovremmo spegnere il lucignolo fumigante. Che ogni vita, pur menomata, è pur sempre a gloria di Dio. Ma non tutti, tra noi, colgono questo tuo flebile segnale e chi l’avverte non trova le parole necessarie a convincere gli altri. Siamo nella confusione. Perdona questa nostra confusione e innanzitutto quella di chi avverte il tuo segno di vita e non sa dirlo agli altri.
Finchè Eluana respira io qui le parlo
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Grazie Luigi … hai interpretato il mio pensiero.
Te ne sono grata con commozione e tanta speranza … anch’io non cesso di sperare in un’onda anomala sul tracciato del EEG. Ho ancora un grosso dubbio … ma me la tengo nel cuore come un tormento tutto mio!
E non diamo mai dell’assassino a nessuno in questi casi perchè ho visto gente piangere disperata davanti ad un marito, moglie, figlio che urlando dal dolore chiedeva la morte. Stare li e piangere insieme toglie ogni voglia di giudizio.
“Perdona questa nostra confusione e innanzitutto quella di chi avverte il tuo segno di vita e non sa dirlo agli altri”.
Sì, perdonaci davvero.
Nel rumore delle polemiche e tra le “urla” della politica, è bene pregare per questa ragazza e per la sua famiglia, ogni tanto torno su queste righe del vangelo di Marco e spero che possa avvenire l’insperato come nell’episodio evangelico:
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. (Mc 5,38-40)
Grazie, Luigi.
Prendo e scopiazzo, preso da una necessità che mi sgorga da dentro come un pianto.
[…] (Luigi Accattoli, http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=1043)Aggiornamento: E ora la vita e la morte di questa giovane donna diventano il campo da gioco per uno dei più gravi scontri istituzionali della storia del nostro Paese. Povera Italia, povera Eluana, poveri noi. […]
Esatto, proprio quello era. 🙂
Splendida sintesi.
Eluana ci sta portando in una zona di confine, quella dell’inesplorato umano. E’ proprio vero.
grazie luigi
C’è un sentimento, un legame che unisce molte persone alla sorte di Eluana e di suo papà. Molti parlano di questa vicenda come se si stesse ragionando su persone intime, su parenti. Questo senso di appartenenza profonda mi colpisce moltissimo. Sul piano umano, sul piano spirituale. Preghiamo, chiediamo perdono. E rendiamo grazie a Dio. Solo la gratitudine può aiutarci a essere lucidi e saldi nel Vangelo.
Padre Pio e il Concilio
Padre Pio era un modello di rispetto e di sottomissione verso i suoi superiori religiosi ed ecclesiastici, specialmente quando era perseguitato. Malgrado ciò, non potè restare silenzioso davanti alle deviazioni che erano funeste alla Chiesa. Prima della fine del Concilio, nel febbraio 1965, qualcuno gli annunciò che presto si sarebbe celebrata la Messa secondo il nuovo rito, ad experimentum, in lingua volgare, rito che era stato composto da una commissione liturgica conciliare al fine di rispondere alle ispirazioni dell’uomo moderno. Padre Pio scrisse immediatamente a Paolo VI, prima ancora di avere visto il testo, per chiedergli di essere dispensato da questa esperienza liturgica e di potere continuare a celebrare la Messa di San Pio V. Quando il Cardinale Bacci venne a visitarlo per portargli l’autorizzazione richiesta, Padre Pio si lasciò sfuggire un lamento in presenza del messaggero del papa: «Per pietà, mettete fine rapidamente al Concilio» . Quello stesso anno, in mezzo all’euforia conciliare che prometteva una nuova primavera della Chiesa, egli confidò ad uno dei suoi figli spirituali: «In questo tempo di tenebre, preghiamo. Facciamo penitenza per gli eletti». Altre scene della vita del Padre sono molto significative; ad esempio, la sua reazione all’aggiornamento degli ordini religiosi voluta dal Vaticano II. Le seguenti citazioni provengono da un libro che ha avuto l’imprimatur: «Nel 1966, il Padre Generale dei Francescani venne a Roma un po’ prima del capitolo speciale che doveva trattare delle costituzioni, al fine di chiedere le sue preghiere e benedizioni a Padre Pio. Incontrò Padre Pio nel chiostro. “Padre, sono venuto per raccomandare alle vostre preghiere il capitolo speciale per le nuove costituzioni….”. Aveva appena pronunciato le parole “capitolo speciale” e “nuovi costituzioni” che Padre Pio fece un gesto violento ed esclamò: “Tutto ciò è solamente un nonsenso distruttore”. “Ma, Padre, dopo tutto, bisogna tenere conto delle giovani generazioni… i giovani si evolvono secondo le loro mode… ci sono dei bisogni, delle nuove richieste….”. “La sola cosa che manca, disse il Padre, sono l’anima e il cuore, sono tutto, intelligenza e amore”. E partì per la sua cella, si rigirò e disse, puntando il suo dito: “Non dobbiamo snaturarci, non dobbiamo snaturarci! Al giudizio del Signore, San Francesco non ci riceverà come suoi figli”! Un anno dopo, la stessa scena si ripetè all’epoca dell’aggiornamento dei cappuccini. Un giorno, alcuni colleghi discutevano col definitore generale, il consigliere vicino al provinciale o del generale di un ordine religioso, i problemi dell’ordine, quando Padre Pio, assumendo un atteggiamento scandalizzato, esclamò, con un sguardo severo nei suoi occhi: «Che cosa volete a Roma? Che cosa intrallazzate? Volete cambiare anche la regola di San Francesco»? Il definitore replicò: «Padre, si vorrebbero proporre dei cambiamenti perché i giovani non vogliono più saperne della tonsura, dell’abito, dei piedi scalzi…». «Cacciateli! Cacciateli! Che cosa bisogna dire? Forse che fanno un favore a San Francesco prendendo l’abito e seguendo la sua regola di vita, o non è piuttosto San Francesco che offre loro questo grande dono?”.
Fonte: Fr. Jean, OFM Cap., Lettre aux Amis de Saint François del Monastero di Morgon, febbraio 1999, fasc. n. 17. V. anche QUI.
Almeno sulla sospensione dell’alimentazione dei troll siamo tutti d’accordo…
Scusate. Battuta cretina. Chiedo venia.
Mons. Giuseppe Betori: «c’è un realismo cristiano per il quale, il valore di una persona è superiore anche agli interessi di tenuta di un sistema politico e alle esigenze delle stesse forme giuriche»
In questa affermazione sembra risuonare quella di Gesù, per cui la legge è per l’uomo e non l’uomo per la legge. Ma a pensarci bene non è così: a quante morti e tragedie potrebbe portare la mancata tenuta di un sistema politico e delle sue forme giuridiche? E poi una cosa è violare una legge in nome di un valore superiore (pagandone le conseguenze), un’altra è determinare una crisi istituzionale. Imploro i vescovi di andarci piano con certe affermazioni, perché si stanno addentrando su un terreno che non è il loro proprio, e la china che stanno percorrendo è veramente molto pericolosa.
Cioè: un conto è dire che è sbagliato dare ordini e d’ora in poi nessuno dovrà più darli,
un conto è disubbidire a un ordine palesemente ingiusto facendo obiezione di coscienza.
giusto, Massimo D?
Quello che voglio dire è che, se si ritiene che una legge sia ingiusta, ci sono varie possibilità e vari gradi: la strada seguita da Gesù Cristo è stata quella di accettare si di sé l’ingiustizia; mi viene in mente anche Socrate, che ha denunciato l’ingiustizia ma non ha rifiutato la sentenza; c’è l’obiezione di coscienza, che in molti casi comporta il pagamento di un prezzo anche personale; c’è l’azione politica, finalizzata a cambiare la legge (magari su questo non vorremmo il coinvolgimento diretto della chiesa); e c’è l’invito alla disubbidienza civile, alla rivolta, allo scasso istituzionale (in altri tempi si sarebbe detto la rivoluzione). Sono tutte strade percorribili, per carità, anche l’ultima in certi casi è sacrosanta, ad esempio di fronte ad un regime dispotico e oppressivo. È questo il nostro caso? Non lo so, forse ho equivocato le parole di Betori, forse non voleva dire questo. Ma è un momento piuttosto difficile nei rapporti istituzionali, e io mi chiedo solo se questi prelati quando parlano pesano adeguatamente le parole e sono disposti ad assumersi la responsabilità di ciò che stanno dicendo.
Quello che dice MassimoD è pienamente condivisibile. Le regole ci sono perché il potere trovi il suo confine e i suoi limiti nella legge, qui Betori sta legittimando lo scavalcamento della legge da parte del potere di turno… è purtroppo molto preoccupante.
Segnalo questa intervista a Giulio Andreotti sulla Stampa di ieri:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200902articoli/40786girata.asp
indipendentemente da come la pensiamo sul vecchio statista, sono fuori discussione la sua solida cultura parlamentare e il suo senso delle istituzioni.
Talvolta a leggere o ad ascoltare le AFFERMAZIONI di taluni prelati vien voglia di sottoscrivere la polizza Kasko di un referendum per la costituzione di uno stato teocratico. E chiuderla li.
Cara Eluana, vorrei che tu sapessi che non conosciamo la tua reale volontà, nessuno, e che in mezzo alla indiscussa buona fede di tanti che si agitano attorno al tuo letto, per fare o non fare, per stigmatizzare e condannare, per pretendere e inveire, per dare o per togliere, si annidano anche non poche strumentalizzazioni.
Ma pur di fronte a tutto questo resta il nostro dubbio più grande, relativo a quello che tu senti, provi e vivi, perchè la scienza ci fornisce risposte in base ai suoi parametri attuali e non può spiegarci tutto.
In tutto questo avvertiamo il dramma dell’impotenza, vorremmo poter accompagnare te e la tua famiglia a decidere per il meglio, senza risposte predeterminate.
Ci sgomenta il silenzio di Dio, ma anche l’operosa loquacità di troppi, che si affrettano a mettere in atto soluzioni e percorsi non reversibili per te, e che sembrano determinati a non tenere in considerazione il livello di discussione pubblica che il tuo caso ha suscitato nel Paese, i dubbi di istanze qualificatissime, il cammino concitato e travagliato della legislazione, il confronto istituzionale ai livelli più alti, le preoccupazioni di persone degne e sicuramente insospettabili di faziosità e pregiudizio.
La tua vicenda è diventata un segno – un segno di contraddizione, essa stessa – e l’Italia spreca il suo tempo a non riconoscerla come tale, disperdendo energie e intelligenze in una polemica politica gridata quanto debole nei contenuti reali e nelle motivazioni inconfessabili, all’ennesima fiera dell’allarme per il colpo di Stato e per i pericoli che correrebbe la democrazia.
Sono gli stessi, Elu, che pochi giorni fa sono andati a braccetto insieme per mettersi d’accordo sulla legge elettorale europea che caccia le forze minori da Strasburgo, gli stessi che hanno praticamente sciolto una commissione parlamentare di garanzia perchè non erano d’accordo sul presidente, gli stessi che ora stanno per spartirsi la torta delle nomine in Rai e in molti altri posti.
Mi fa tristezza parlarti di queste stupidaggini, ma è per dirti con chi abbiamo a che fare, chi sono coloro che esprimono solidarietà a tuo padre e “rispetto” per una volontà che tu avresti espresso a 18 anni, non si sa bene dove, come e con chi, neanche fossero stati notai davanti ai quali dichiaravi e sottoscrivevi.
Vorrei che tu sapessi chi sono quelli che non si stanno fermando davanti a nulla, che si trincerano dietro sentenze pronunziate in assenza di una legislazione precisa.
Mi piacerebbe che tu potessi esprimerti e dire con chiarezza – proprio per la tua indole fiera e libertaria, di cui ci ha raccontato il tuo papà – se è mai possibile che si intervenga per spegnere la vita di una persona nelle tue condizioni senza un preciso quadro normativo di riferimento, un consenso debitamente e certamente acquisito in altro momento, una più generale acquisizione culturale che coinvolga e sanzioni – pur con tutti i distinguo disciplinati dalla logica della democrazia – l’intero tuo Paese.
Ecco, Eluana, sono questi i giorni che ci tocca vivere, mentre avremmo preferito farti una compagnia diversa, almeno simile ai sentimenti di tenerezza e di amore che provano per te la tua famiglia e le persone che si sono prese cura di te per tanti anni.
Ora non sappiamo come tutto questo finirà, ed è chiaro che stiamo lottando fuori tempo massimo, ciascuno per l’idea che si è fatta di ciò che è meglio per te e per quelli come te.
Ma sappi che quelli di noi che vogliono che tu viva – e che nella tua sopravvivenza vedono anche solo, adesso, un principio di civiltà ordinamentale, in attesa che il confronto pubblico e la dialettica politica e legislativa producano risposte più coerenti e definite, seppur sempre insufficienti di fronte al dramma del coma e dell’inabilità totale – non lesineranno ogni sforzo civile e democratico per affermare una battaglia elementare, che non ha nulla a che vedere – credimi – con la fede come tale, con le supposte ingerenze vaticane, col servilismo verso questo o quel prete, con un cieco dolorismo fatto coincidere troppo spesso con le presunte repressioni e i sadismi dei cattolici.
Perdonaci se nel vivo del confronto sembriamo persino dimenticarti, e ci lasciamo prendere la mano.
Ma ti abbiamo ben presente, e il nostro sguardo – pur così distratto e distorto da un’innumereovole quantità di idoli seducenti – è ben fisso anche su di te, e sul mistero che ti circonda.
Un abbraccio a te (e anche a tuo padre e tua madre).
“Per Eluana”, “Cara Eluana ti scrivo”… io capisco il bisogno di tutto questo. Ma Eluana può sentire qualcosa? I medici dicono che non ha alcuna percezione. Eluana c’è ed è ancora viva per chi le sta intorno e le vuole bene. Io riesco ad immaginare che cosa sia vederla chiudere definitivamente gli occhi e pensare che dalle carezze del padre torni alla casa del Padre. E riesco ad immaginare che il padre, il sig. Englaro, possa elaborare questo lutto e farsi una ragione.
Ma se questa cosa verrà fermata dal parlamento o da qualcun altro, che succederà? Resterà comunque il sig. Englaro da solo con sua figlia, con una figlia da cui stava accomiatandosi accompagnandola alla fine. L’indomani i giornali si occuperanno d’altro, il Parlamento e il Premier si occuperanno d’altro, tutti quelli che ora si mobilitano “per Eluana” passeranno a migliori occupazioni, magari con la coscienza di aver vinto una battaglia. Il dramma invece resterà alla famiglia. O pensate che possa tornare tutto come prima, con Eluana ricoverata alla clinica di Lecco?
Mi dispiace, forse prima si poteva discutere dei pro e contro, ma io a questo punto non ce la faccio a sopportare l’idea che il governo o il parlamento o un giudice possa fermare ciò che è iniziato contro i suoi cari. Non ce la faccio a vedere un bene di Eluana imposto alla sua famiglia o nonostante la sua famiglia.
Insomma, è legittimo pensare che questa sia una battaglia di principio per cui vale la pena di passare sopra alle persone, ma per favore non venitemi a dire che è per il bene di chi questa vicenda la soffre sulla sua carne e nel suo spirito.
Condivido parola per parola quanto detto da Luigi.La vicenda di Eluana,che è diventata di tutti noi,è così misteriosa che ha in sé il mistero di Dio stesso,e anziché parlarne e pronunciare sentenze è più opportuno,secondo me,chinare il capo e pregare per lei e per i genitori che stanno percorrendo questo Calvario.
segnalo questo post sul blog di un “ex” commentatore del pianerottolo, psico:
http://anticameracervello.splinder.com/post/19801461/Ma+non+vi+vergognate%3F
Mi sembra, se possibile, che aggiunga qualcosa.
marta posso farti una domanda ?
che musica stai ascoltanto in questo momento ?
In questi giorni mi sono “rintanata”in un silenzio auto imposto, pregando moltissimo (piu’ del solito) con una pena grande nel cuore.
Dire di essere scandalizzata dall'”uso” che si sta facendo di questa vicenda di Eluana, e’ dire niente. Sono andata a leggere il link proposto dal moralista e vi ho ritrovato i miei sentimenti. Ma non solo per i politici, ormai abbiamo imparato di che pasta sono – tutti quanti!senza eccezioni – ma quanto per il resto del mondo.
Se i politici stanno cavalcando l’onda per i loro fini, mi chiedo – ampliando la domanda – dov’erano tutti? ma dove siamo stati tutti nei trascorsi 17 anni? ma con quale coraggio continuiamo a vivere la nostra vita sapendo che esistono tragedie di questa portata e ci preoccupiamo di tutt’altro?
Si lo so che la vita e’ un enorme calderone e che ogni tanto una faccenda prevale piu’ delle altre e richiama attenzione totale. Ma non possiamo NON preoccuparci delle realta’ quotidiane di tanti ( ed io fra loro) che Gesu’ lo toccano nelle ferite, nelle piaghe, nelle demenze,negli occhi lontani,nella mancanza di parola,nella fatica di accudire chi soffre, nella disperazione di guardare fuori da una finestra il mondo che vive nel frattempo.
I discorsi sulla sofferenza che prende significato attraverso Gesu’ Cristo e la Sua morte in croce, per quelli come me sono pane quotidiano. Non abbiamo bisogno di sentirli ripetere. Ci gioverebbe invece una preghiera, una parola dolce,il trillo di un telefono,una cartolina di saluti, un sostegno disinteressato.E sorattutto possiamo fare a meno dei giudizi di chiunque.
Scusate
Cara Principessa, anche io mi vivo male i discorsi su Gesù e la croce, non perchè non creda al valore redentivo della croce di Cristo o perchè non vi veda la profonda comunione che in essa Egli vive con l’umanità sofferente. Ma spesso certi toni rasentano la bestemmia specie quando non si ricorda la radicale lotta contro il male e la sofferenza che Gesù ha condotto e conduce nella storia. Gesù è per la salvezza delle persone: la sua prima occupazione è la nostra gioia. Il mistero del male rappresenta per noi una provocazione continua. Una delle pagine più intense della Scrittura è il racconto dell’agonia di Gesù nel Getsemani. Quella pagina mi suscita sempre il desiderio di consolare Gesù, che chiama alcuni discepoli a condividere con Lui la fatica di quell’ora. La consolazione è uno dei doni più grandi che Dio ci possa fare. E’ uno degli atti più solenni in cui anche noi possiamo impegnarci.
Mi unisco alle tue preghiere.
La lettera di francesco73 è commovente e suscita interrogativi che mi pare siano da sottolineare…
“In tutto questo avvertiamo il dramma dell’impotenza, vorremmo poter accompagnare te e la tua famiglia a decidere per il meglio, senza risposte predeterminate”.
Non credi che sia quello che ha fatto la magistratura con fatica e con (cinque?) gradi di giudizio, valutazioni e rivalutazioni intorno alla stessa domanda, arrivando alla fine a prendere una scelta il più conforme possibile alla volontà di lei o che almeno apparisse tale? Oppure cosa intendiamo per “il meglio”, se dici che non si tratta di una risposta predeterminata? Chi dovrebbe prendere la decisione? Forse il parlamento? E quando? E come: rispetto a ogni singolo caso concreto o per la generalità delle situazioni che si presenteranno nel futuro? E perché il parlamento andrebbe bene e la magistratura con cinque gradi di giudizio no?
“…sembrano determinati a non tenere in considerazione il livello di discussione pubblica che il tuo caso ha suscitato nel Paese, i dubbi di istanze qualificatissime, il cammino concitato e travagliato della legislazione, il confronto istituzionale ai livelli più alti”.
La politica si sta occupando del problema da una settimana… e le discussioni non mi sembrano qualificatissime… Il cammino concitato e travagliato della legislazione è un eufemismo per dire che tutti sono nella confusione e discutono in modo faticoso, affannato e conflittuale? E’ bene che chi si trova in questo stato prenda una decisione concreta?
“La tua vicenda è diventata un segno – un segno di contraddizione, essa stessa – e l’Italia spreca il suo tempo a non riconoscerla come tale, disperdendo energie e intelligenze in una polemica politica gridata quanto debole nei contenuti reali e nelle motivazioni inconfessabili, all’ennesima fiera dell’allarme per il colpo di Stato e per i pericoli che correrebbe la democrazia”.
A me più che un segno sembra diventata un simbolo… E’ bene che si prendano decisioni così delicate sulla base di simboli e vessilli?
“Vorrei che tu sapessi chi sono quelli che non si stanno fermando davanti a nulla, che si trincerano dietro sentenze pronunziate in assenza di una legislazione precisa”.
Da chi dipende l’assenza di legislazione precisa? Non sarà forse che gli assenti siano proprio quelli che oggi si scagliano contro le sentenze? Credi che una legislazione precisa (concitata e travagliata) risolva i problemi? Lo sai quanti casi si decidono sulla base di legislazioni imprecise o del tutto mancanti? (oppure riteniamo che la nostra legislazione sia precisa?) E quando la legislazione è mancante allora non si procede?
“Ma sappi che quelli di noi che vogliono che tu viva – e che nella tua sopravvivenza vedono anche solo, adesso, un principio di civiltà ordinamentale”
Un parlamento che decide in modo travagliato e concitato con una legge su un singolo caso concreto adottato come vessillo di una battaglia di concezioni della vita e – secondo alcuni (maligni) – per uno scontro di potere è un principio di civiltà ordinamentale?
Caro donMario, grazie delle tue parole. Soprattutto grazie di aver parlato della sofferenza e della consolazione. Come dice Luigi, anch’io parlo spesso con la mia mamma, chiedendomi se le mie parole le giungono o se si perdono tra le sinapsi ormai deteriorate. Spesso mi sento disperata, impaurita, sola e triste. So per certo che la preghiera e il pensiero dell’Amico Gesu’ mi aiuta ad andare avanti. Pero’ sono anche in grado di comprendere persone che non pensano come me e che non credono nei miei stessi valori. A costoro andrebbe assicurata quella comprensione della sofferenza e quella consolazione di cui parli tu.
Il giudizio, l’unico che conta, il sig.Englaro avra’ modo di sperimentarlo quando sara’ il momento.
E i tempi per una legge che si occupi della materia non sono certo quelli tra il distacco di un sondino e la chiusura di due occhi bellissimi. La serieta’ di un Paese si dimostrerebbe anche in queste vicende, se fossero trattate con il dovuto rispetto, la discrezione e l’amore che noi cattolici andiamo predicando.
Un abbraccio
Lasciar morire di fame e di sete. Sarà costituzionale?
Da oltre un giorno i NAS hanno rilevato irregolarità. Nessuno interviene. E se fosse stato un ristorante?
Protocollo contro amore. Morte contro vita.
E perchè in Italia, per conoscere la verità dei fatti, non basta leggere la stampa migliore e + diffusa? (anzi, bisogna evitarla)
Franz: si stanno appigliando a irregolarità amministrative… sono patetici.
Fossero coerenti dovrebbero denunciare Beppino Englaro quale tutore per tentato omicidio. Come mai nessuno lo fa?
oppure gli togliessero la tutorialità per abbandono di incapace
Principessa,
conosco bene quelle sensazioni che tu descrivi.
Ti sono vicino … non oso chiedere il tuo indirizzo mail personale, ma ti sono tanto vicina.
Sono cose che non si scordano!
Apprendo adesso dall’Ansa che Eluana è morta in questo momento: credo che il sentimento di pietà e commozione possa accomunarci tutti, nella preghiera perché il Signore accolga lei, la sua sofferenza, il padre, la famiglia e la nostra buona fede nelle discussioni “alle frontiere dell’umano” intorno alle quali ci siamo arrovellati in questi giorni…
Si, è vero: Eluana è morta.
Cari politici, lo spettacolo è finito: potete tornarvene a casa.
Roberto 55
Basta.
Silenzio e preghiera.
Per favore.
Fa’ splendere su di lei, o Signore, la luce del tuo volto
Cara Eluana non mi stupirei se il cuore di tuo padre, appeso in piazza tra candele slogan e carabinieri, cedesse prima del tuo.
Amore, dove stai di casa ?
In paradiso ti accolgano gli angeli
Ego sum
resurrectio et vita;
qui credit in me,
etiam si mortuus fuerit,
vivet
et omnis qui vivit
et credit in me
non morietur in aeternum.
Una preghiera anche per i suoi cari. Per il papà in particolare. Adesso possiamo chiedere a Eluana stessa di pregare per loro e per noi. Che il Signore ci dia luce!
Eluana, ora prega tu per noi!
La situazione che si stava creando mi sembrava insostenibile, per tutto il pomeriggio era come ipnotizzato chiedendomi come ne saremmo usciti. Qualcuno ha tolto questa famiglia e questo paese da una situazione insostenibile.
Riposa in pace Eluana. Chiediamo il conforto per i tuoi poveri genitori, che hanno perso la loro figliola, ora in modo definitivo.
mi chiedo dove va a finire il dolore dell’umanità
L’eterno riposo dona lei, o Signore,
e splenda a lei la luce perpetua.
Riposi in pace.
AMEN.
Ora che stai contemplando il volto di Cristo, prega per tutti noi, Eluana.
Chiediamo il conforto per i tuoi genitori.
Ave, Maria, gratia plena,
Dominus Tecum,
benedicta Tu in mulieribus
et benedictus fructus ventris Tui, Jesus.
Sancta Maria, Mater Dei,
ora pro nobis peccatoribus,
nunc et in hora mortis nostrae.
AMEN
Speriamo, caro maioba, che si rigeneri in bonta’ che ogni bimbo che nasce riporta in questo mondo. Come abbiamo visto, Colui che tutto puo’ sa mettere paletti e punti fermi, quando necessario.
Maioba, Spe salvi (Adorno + Ratzinger).
Dopo tante parole, riposi in pace.
Sono certo che il Signore – Egli per primo segno di contraddizione – la accoglierà nella sua divina misericordia, e che la vedrà camminare alla Sua presenza sulla terra dei viventi.
Gesù, confido in Te.
Alla notizia della morte di Eluana Englaro, l’arcivescovo di Udine, mons. Pietro Brollo, si è raccolto immediatamente in preghiera nella sua cappella privata e, con profondo dolore, unitamente al sentimento della speranza cristiana, si è rivolto al Signore con queste parole:
Carissima Eluana, ieri in molti abbiamo pregato per te nella basilica della Beata Vergine delle Grazie, chiedendo al Signore che ti prendesse per mano, come Gesù fece con la suocera di Pietro “era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò” (Mt. 1,29). Ora la tua mano è diventata fredda, ma il Signore della vita la sta stringendo ancora con amore di Padre per condurti nella sua casa, perché tu possa godere la pienezza della vita. Vita che è suo dono di pace, di serenità, di felicità eterna. Lo stesso Signore conceda a noi un cuore capace di amare sempre la vita, di perdonare e di ritrovare la forza di vivere da fratelli.
Provo grande pena, tanto dolore ma anche, vi confesso, molta rabbia ed un forte senso di vergogna: il mondo dei vivi, che Eluana ha lasciato definitivamente stasera, non la sta salutando degnamente e credo che lei, per prima, sia delusa di quel che sta succedendo in queste ore, in questi minuti, “in suo nome” (si fa per dire ……..).
Vorrei abbracciare suo padre: è rimasto solo, resterà ancora più solo.
Grazie, amici, per i contributi di preghiera che avete suggerito.
Buona notte a tutti.
Roberto 55
Eluana è morta in anticipo rispetto alle previsione mediche, il suo papà non era con lei …. mi piace pensare allora che la morte non sia arrivata per mano d’uomo. Mi piace pensare così, che Eluana abbia pregato per tutti, abbia parlato al Padre per evitare probabili errori, abbia sollevato suo padre da ogni giudizio.
Ieri sera via sms un amico mi ha scritto: “Gesù stesso prega con Eluana”. Mi piace pensare che questa morte sia quella risposta di un Dio che pensavamo muto, ma che era in silenzio perchè stava compiendo qualcosa di grande che ha prevaricato tutti e tutto.
Eluana è nella luce della vita … e sta abbracciando e comunicando con coloro che l’hanno tanto amata in questa di vita.
Ma ora Eluana indica tutti coloro che sono in queste situazioni, indica tutti coloro che soffrono per prsone care in questa situazione.
Eluana ci sta indicando ancora una volta che dobbiamo essere mani silenziose ed amorevoli che sollevano.
Mi unisco alle preghiere di tutti … e non avrei voluto scrivere niente … ma a volte la fatica di scrivere può essere una vera preghiera.
E’ bello quello che dice Marta. Il sacrificio di Eluana indica alla nostra coscienza tutte le situazioni di sofferenza tanto muta e invisibile quanto dura e dolorosa che esistono accanto alla nostra porta. Eluana è viva.
Mi unisco alla preghiera per Eluana e la sua famiglia. Ora cerchiamo di riflettere più in profondità, al di là di ogni speculazione politica di opposto segno (trovo disgustosa la scelta di Mediaset, contro la quale si è giustamente ribellato Mentana, di mandare in onda “Il grande fratello”, una delle trasmissioni più immorali che esistano, la sera in cui è morta Eluana), sul valore della vita, sui valori etici condivisi che una comunità dovrebbe avere e sulla possibilità e i limiti della legge e della politica in raooorto a casi come quello di Eluana.
Vi giro un messaggio dell’editore Studium:
IN MARGINE AL CASO ELUANA:
RIFLESSIONI GIURIDICHE E MORALI
SUL VIVERE E SUL MORIRE
nell’ultimo fascicolo di “Studium”
La funesta conclusione della tristissima vicenda di Eluana, col fatale mix di prevaricazioni giudiziarie e “invasioni di campo” — stante l’attuale vuoto legislativo (cui da anni non s’è posto rimedio) — e di speciosi cavilli procedurali, rende particolarmente attuale il saggio che appare in Studium, n. 6/2008. Un saggio che, redatto nel dicembre scorso — quando ancora in molti speravamo che le varie buone ragioni e la retta coscienza avrebbero salvato Eluana —, presenta le argomentazioni giuridiche, medico-deontologiche e teologico-morali in favore della vita. Sicché l’odierna esecuzione della “sentenza di morte”, emessa dalla Cassazione l’anno scorso, mentre rende opprimente l’amarezza dei tanti che vedono ora calpestate tutte quelle argomentazioni — e non razionalmente, ma per cinica ideologia —, costringe tutti a un severo esame di coscienza. Ossia, nell’ora in cui le coscienze individuali e collettive si confrontano mediante il metodo democratico che ci governa, gli italiani sono chiamati a pronunciarsi, attraverso i loro organi rappresentativi, in merito a due diverse visioni della vita umana e del suo destino. La storia di Eluana Englaro è la pietra d’inciampo, che costringe tutti a scendere nei recessi ultimi della propria anima e, guardandovi dentro, a prendere chiara posizione su un problema che appena dieci anni fa neppure si poneva.
Caro Raffaele Savigni, se volevi offrire un contributo pacato alla riflessione, hai scelto il brano sbagliato. “Sentenza di morte”, “cinica ideologia”… mi astengo dal rispondere a questo linguaggio perché ne ho avuto abbastanza in questi giorni di questo tipo di provocazioni. Io credo che ci fossero delle buone ragioni da entrambe le parti, e invito tutti a cercare prima di tutto di capire il punto di vista altrui, senza precomprensioni.
Altrimenti, meglio lasciare perdere.
“Quando un uomo ha ogni ragione per urlare, e non può farlo sebbene lo desideri, egli ha emesso l’urlo più forte.
(…)
Il silenzio è il pianto più forte del mondo” (A.J. Heschel, Passione di verità)
rompo il mio silenzio solo per segnalare questo:
http://www.corriere.it/editoriali/09_febbraio_10/claudio_magris_eluana_una_persona_un_paese_be8f4ed8-f73b-11dd-8e36-00144f02aabc.shtml
A domani.
Segnalo questo articolo a Lazzaro e a quelli come me che fanno molta fatica a cercare di capire il perchè di molti atteggiamenti vaticani (grazie al padrone di casa chè spesso ne svela le strutture rendendomele meno odiose). Non parla, volutamente, di Eluana, ma di Welby.
http://www.testimonianzeonline.com/pagina.asp?IDProdotto=405
CIto in particolare:
“Al di sopra del papa, come espressione della pretesa vincolante dell’autorità ecclesiastica, resta comunque la coscienza di ciascuno, che deve essere obbedita prima di ogni altra cosa, se necessario anche contro le richieste dell’autorità ecclesiastica. L’enfasi sull’individuo, a cui la coscienza si fa innanzi come supremo e ultimo tribunale, e che in ultima istanza è al di là di ogni pretesa da parte di gruppi sociali, compresa la Chiesa ufficiale, stabilisce inoltre un principio che si oppone al crescente totalitarismo”.
Joseph Ratzinger (in Commentary on the documents of Vatican II, vol. V, pag. 134, a cura di Herbert Vorgrimler, Herder and Herder, 1967-1969, New York, traduzione inglese da Das Zweite, Vatikanische Konzil, Dokumente und Kommentare).
Grazie, Nicol.
Provo sconcerto, e a volte rabbia, davanti a quanti brandiscono la croce come una clava sulle coscienze altrui.
Sì, grazie, Nicol, per questa citazione.
E’ la coscienza a dire il suo “sì sì, no no”.
Nella mia coscienza ora risuonano insieme il “sì” alla revoca di una scomunica e un “no” tristissimo (ma, nel fondo, ugualmente gioioso e tranquillo perché volto ad Altro) il “no” ad una Chiesa ufficiale che -con la stessa enfasi delle forze politiche più disgreganti e prive di coscienza che ci governano- sbatte l’assassino, il mostro, in prima pagina.
Io vorrei guardare a Eluana con animo festivo, adesso.
Lei ha trovato il passaggio.
Là dove è ora, là dove ogni lacrima viene asciugata dai nostri occhi, lei può fare ciò di cui io non sono capace: non soffrire più nel cammino con questo gregge confuso e sbandato che non ha trovato pastori capaci di convincere della bellezza della Fede, della Speranza, dell’Amore. O con quell’altro gregge di pecore matte che gli si contrappone e che, credendo di sbandierare una fede, esibisce solo “la sua sufficienza, la sua teologale ultrasuperbia” (Mario Luzi).
Ed io marcio con entrambi. Signore, abbi pietà di me.
Eluana Englaro non è morta, è stata ammazzata.
Mandis, vergognati, vergognati, vergognati, vergognati.
Accodati pure nell’empio codazzo di iene e sciacalli guidati da Silvio, confortati da Maroni, che oggi ha denunciato Famiglia Cristiana e sostenuti da gente come Quagliarello.
Mentre il tuo faro morale, Berlusconi, in parlamento cercava di coglionare ancora una volta gli Italiani con azioni nero di seppia (confusione prima della fuga), le stesse tivvù del faro morale Berlusoni trasmettevano Il Grande Fratello, milioni di euro spesi per il nulla, come minimo.
Il fatto che Eluana sia morta dopo pochi giorni è la prova che si trattava di persona sottoposta ad accanimento terapeutico. Empia vergogna a chi osa dare dell’assassino ad un padre che ha dovuto soffrire e in che modo per diciassette anni, assieme all’unica figlia. Comunque, Mandis, sei in buona compagnia: quelli che la pensano come te sono gli stessi che trasmetto culi e tette tutte le sere.
Complimenti per la trasmissione.
Pacatamente di A. Socci
Eluana è morta in solitudine, nella stanza in cui era stata confinata, a Udine, lontano dalle carezze delle suore e dall’ambiente familiare della clinica di Lecco. E’ morta in mani estranee, di gente che non l’aveva mai vista prima di lunedì scorso, e che si era messa a disposizione per farla morire di fame e di sete. Persone che l’hanno avvicinata, toccata, maneggiata, sapendo che dovevano lasciarla morire di fame e sete.
Non c’era suo padre – che d’altra parte in questi anni l’aveva lasciata alle suore – lui stava a Lecco, per sicurezza. Non c’era la sua specialissima curatrice, l’avvocato Franca Alessio, che, per l’appunto, si è presa tanta cura di Eluana, in questi anni. Non c’era neanche Defanti, il cosiddetto medico curante, e neppure De Monte, il responsabile del protocollo di morte. Non c’era nessuno, insomma.
Nel primo pomeriggio era stato comunicato che le sue condizioni erano stabili; sapevamo che non c’era ancora nessun blocco renale, e che non era ancora stato raggiunto il punto di non ritorno nel digiuno e nella disidratazione forzata.
Un’agenzia Ansa delle 21. 08 spiega che “la situazione di Eluana Englaro e’ rimasta stabile fino al primo pomeriggio, dopodiche’ sarebbe avvenuto un improvviso peggioramento”, ma si contraddice con agenzie che un’ora dopo dicono: “Eluana, ha riferito Defanti, ha smesso di vivere improvvisamente per subentrate complicazioni respiratorie: ha cominciato a respirare male, in maniera sconnessa fino all’arresto respiratorio. “E’ stato un arresto improvviso”, conclude Defanti” (AGI, 9. 02). E d’altra parte, se è morta in solitudine, se nessuno è stato avvertito in tempo e non c’erano familiari o medici in stanza, delle due l’una: o è spirata in meno di due minuti, oppure l’attenzione dei volontari che la “accudivano” era tale che nessuno si era accorto che stava male.
Eluana è morta molto prima del previsto, considerando anche che proprio oggi Defanti, quello convinto che morire disidratati è dolcissmo, ha dichiarato al Corriere che Eluana stava bene, a Lecco, i suoi esami erano perfetti.
Eluana è morta – ma guarda un po’ che fatalità, che singolare coincidenza, quando si dice il caso, l’imprevisto, l’evento improvviso ed imprevedibile, ma che sorpresa signora mia – un attimo – letteralmente un attimo – prima del voto al Senato di un Disegno di Legge che avrebbe messo in mutande l’opposizione e avrebbe schiacciato l’imparzialità del Presidente della Repubblica sulla posizione dei suoi ex compagni di partito.
Adesso si invoca la calma, il silenzio, la riflessione, si chiede di abbassare la voce, magari anche socchiudere gli occhi, chinare il capo, turarsi le orecchie e l ’avverbio del momento è “pacatamente”. Noi naturalmente siamo prontissimi a seguire gli inviti alla saggezza ed alla compostezza, e
1. Pacatamente, ricordiamo che se il Presidente della Repubblica avesse firmato il decreto venerdì scorso, adesso Eluana sarebbe viva.
2. Pacatamente, ricordiamo che gli unici a poter fermare il protocollo di morte – oltre a Giorgio Napolitano – erano il sindaco di Udine, il Presidente della regione Tondo con i suoi assessori e il Procuratore di Udine, e non l’hanno fatto.
3. Pacatamente, chiediamo al Procuratore di Udine dove sono finite le testimonianze raccolte dopo l’esposto, quelle delle compagne di scuola e degli insegnanti che dichiaravano di non aver mai sentito Eluana parlare di morte e stati vegetativi dalla mattina alla sera, fin dalla più tenera età.
4. Pacatamente, vorremmo sapere che fine ha fatto la relazione degli ispettori ministeriali, dove ci risulta scritto, tra l’altro, che Eluana era sedata anche per via orale, cioè per bocca (perché lei deglutiva, ricordiamo).
5. Pacatamente, vorremmo chiedere allo stesso procuratore come mai chi ha tanto amorevolmente sedato per bocca Eluana, non si è preoccupato anche di darle da bere, visto che era in grado di ingoiare.
6. Pacatamente, temiamo che i risultati dell’autopsia facciano la fine degli esposti e delle relazioni di cui sopra e che l’eventuale cremazione impedisca per sempre di conoscere la verità.
7. Pacatamente, ricordiamo che il Presidente della Repubblica, mesi fa, aveva risposto ad una lettera di Carlo Casini dichiarando che non sarebbe mai intervenuto nel merito del caso Englaro. Tutto il mondo politico sapeva da tempo che Giorgio Napolitano non avrebbe mai firmato un decreto per impedire la morte di Eluana, e d’altra parte, se non l’ha fatto quando già avevano iniziato il digiuno e la disidratazione forzati, figuriamoci quanto poteva essere disposto a farlo quando Eluana stava ancora a Lecco dalle suore.
8. Pacatamente, ricordiamo che il Presidente Napolitano ha contestato che ci fosse il requisito dell’urgenza, necessario a fare un decreto, quando Eluana aveva già iniziato la disidratazione forzata. Non c’era niente di urgente, secondo lui.
9. Pacatamente, ricordiamo anche che il ministro Sacconi ha emanato un atto di indirizzo lo scorso dicembre, in attesa di una legge sul fine vita, che proibiva nei fatti di uccidere Eluana. Atto di indirizzo contestato dai compagni del PD (d’ora in poi Partito Disidratato) che prima hanno accusato Sacconi di violenza (c’è anche una denuncia per violenza privata nei suoi confronti, alla Procura di Roma, proprio per l’atto di indirizzo); gli stessi del PD adesso chiedono cosa ha fatto il governo per impedire la morte di Eluana. Se tutto il Parlamento veramente avesse voluto impedire la morte di Eluana, bastava difendere l’atto di indirizzo. Semplice, no? Molto pacatamente, vorrei far notare che il decreto di urgenza del governo di venerdì scorso è stato contestato con forza dal PD, che ha chiesto un confronto parlamentare per la legge sul fine vita. Ma se confronto deve essere – com’è giusto che sia – ci vuole tempo. Provate solo ad immaginare – pacatamente – come avrebbe reagito il PD se a novembre il PdL avesse detto: bene ragazzi, vogliono far morire Eluana di fame e sete, facciamo la legge in due settimane, senza tante storie.
10. Pacatamente, vorremmo sapere perché tanta ansia del Procuratore di Trieste – superiore di quello di Udine – nel gridare per monti e per mari che mai e poi mai si stava indagando sul caso Englaro, e che mai e poi mai si sarebbero sequestrate le stanze di Eluana, e che mai e poi mai si sarebbe impedito di attuare il decreto. Il Procuratore di Trieste, Beniamino Deidda, è fra i fondatori di MD, Magistratura Democratica, d’ora in poi Magistratura Disidratata (non è colpa nostra se Democratici comincia con la D, come Disidratati).
Abbiamo tante domande da farci, pacatamente. E cercheremo di rispondere a tutte, sempre pacatamente.
Adesso vogliamo solo piangere Eluana, morta innaturalmente per una sentenza dei magistrati ma soprattutto, come ha dichiarato Gustavo Zagrebelsky, ex presidente della Corte Costituzionale, e firma pacata di Repubblica, “la premessa più importante è che ciò che è accaduto fino ad ora è legale”.
link
http://www.mascellaro.it/web/linkest.php?linkest=http://stranocristiano.it
“Il fatto che Eluana sia morta dopo pochi giorni è la prova che si trattava di persona sottoposta ad accanimento terapeutico. ”
Mi scusi Ignigo74, domando a Lei che sa tutto e sentenzia su tutto:
che accanimento terapeutico hanno praticato – a Sua conoscenza – le Suorine di Lecco?
Questo è l'”accanimento”, secondo Ignigo74
http://www.avvenire.it/Cronaca/Eluana+vita+quotidiana.htm
Chiedo anticipatamente scusa ai bloggers che giustamente potranno sentirsi offesi da questo testo di Lucio Dalla.
————–
GMandis
credo che Dalla, quando ha pensato e scritto questa canzone si sia ispirato a te e a quelli che ti assomigliano.
Te la dedico con tutto il cuore.
———————————————
Lucio Dalla
Henna (1994)
Merdman
“Pronto pronto c’è qualcuno che mi sente
merda sto precipitando c’è qualcuno lì”
Notte nera nera notte senza luna
Una bianca scia nel cielo si consuma
mentre sotto come fuochi nella notte
Grattacieli e tv accese come torce
Un marziano un tipo strano un sangue misto
Un qualcosa di schifoso mai visto
Barcollando esce fuori dai rottami
” Sono Merdman c’è qualcuno lì”
A parte il puzzo veramente micidiale
Aveva in sé qualcosa di familiare
Sui trent’anni bocca larga e braghe corte
Sempre sporco con uno stronzo sulla fronte
Ogni tanto spiaccicava una parola
E con le dita messe li’ a pistola
Catturava tutto l’audience della gente
” Sono Merdman
Sono speciale posso parlare c’è qualcuno lì
voglio anche cantare
partecipare farmi invitare a un talk-show”
A poco a poco anche la stampa più esigente
lo trovava bello fresco e divertente
Non parliamo dei bambini anche i più belli
Che si mettevano uno stronzo tra i capelli
” Voglio fare come fanno in California”
” Yes No But You Are Beautiful”
Imparo tutto in fretta ho una gran memoria
poi prende un taxi vola dentro un talk-show
Le sue dita sono un trapano nel naso
Mentre parla e dice “Vengo da lontano
E vorrei fermarmi un poco ma non posso
nelle case tutto il pubblico è commosso
E’ commosso mentre piange anche lo sponsor che lo applaude gli butta anche un osso
salutando lui comincia a vomitare tra gli applausi e le foto da firmare
Come fanno tutti quanti in California
” Sono Merdman…c’è qualcuno lì…”
L’hanno uccisa
di Michele Brambilla
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=327505
Il dibattito su questo caso dovrebbe lasciare spazio, adesso, al silenzio o quanto meno ad una riflessione meno emotiva e più pacata.
Degli articoli segnalati, sceglierei oggi quello di Magris, sul quale concordo ampiamente. Non condivido l’opinione di Brambilla sul Giornale, anche se espressa in maniera rispettosa e non gridata.
Invece segnalo un esempio di dove può arrivare l’odio quando è ispirato da motivi “religiosi”. Questo lo prendo dalle pagine del Foglio, autore tal Camillo Langone; qui si parla dell'”omicidio” di Eluana equiparandolo addirittura al delitto Matteotti, facendo di tutta l’erba un fascio, ovviamente additando i presidenti della Repubblica (presenti e passati) di essere i sostenitori dell’omicidio:
http://www.ilfoglio.it/soloqui/1838
Probabilmente ci sarebbero gli estremi per denunciare l’autore per istigazione alla violenza ideologica, anzi “religiosa”…
E perchè, di grazia, il padre e la madre avrebero voluto ucciderla? Ah certo, per non avere il pensiero di andarla a trovare, per non affaticarsi, certo.
Invece Berlusconi, che ha praticato un “aborto terapeutico” al settimo mese di gravidanza, era seriamente preoccupato della salvezza della sua vita!
Già che sbadata! Mi sembrava che non tornassero le cose e invece tornano.
Complimenti a Socci, soprattutto con la sua coerenza nel tempo, infatti i suoi metodi sono rimasti gli stessi di quando era a Lotta Continua: pacatamente spingere gli altri all’odio all’incomprensione reciproca fino alla rottura estrema…solo che adesso lo fa nel nome di Dio!
Socci a LC? Forse CL…
DRIIINN!!!
sveglia Nicol!!!!!
Puoi dedicarmi tutte le canzoni che vuoi Nino, ma non cambia il fatto che Eluana sia stata uccisa. Le tue citazioni e i tuoi riferimenti culturali sparsi qua e là nel blog sono agghiaccianti per uno che si professa cristiano.
Ignigo, Eluana è morta perchè le hanno tolto cibo e acqua. Questo significa uccidere.
Caro Luigi,
prima di CL Socci era a LC, e si vede!!!
Comunque ora dovrebbe essere uscito da CL.
Socci era di Lotta Continua?
Nicol, prima di straparlare – è un consiglio – documentati meglio!
Ho fatto una ricerchina breve, varie fonti attestano una vicinanza di Socci, al liceo all’estrema sinistra e in particolare a Lotta Continua.
Effettivamente su internet si trova di tutto e potrebbe essere una scemenza, ma non cambia la sostanza del discorso: Socci soffia in ogni occasione con violenza sul fuoco.
Se poi non fosse, se si trattasse cioè di voci di corridoio, dovute al suo sdoganamento avvenuto grazie ad ex appartenenti a LC, mi scuso con i frequentatori di questo blog, ma penso che Socci se lo meriti, vista la sua abitudine (compreso l’articolo di cui sopra), di insinuare tra mezze verità e mezze invenzioni calunnie sui “nemici”.
brava Nicol!
continua a fare le tue ricerchine, e poi vieni qui a postare i tuoi risultati, avanti così!
Ma no Nicol, Socci è sempre stato solo di CL. Ma fa differenza?
Una carriera di giornalista basata sulla calunnia e la falsificazione storica: vedi il famoso “caso Lazzati” e gli attacchi alla chiesa di Milano di fine anni ’80, vedi di recente le farneticazioni su Paolo VI “filosovietico”. Spazzatura.
Anzi: pacatamente spazzatura
Il “signor Pacatamente” forse non sa che il papà di Eluana era a Lecco e non vicino a sua figlia non “per sicurezza”, ma perché questa mattina doveva andare in tribunale dove qualcuno lo ha denunciato per torgliergli la patria potestà.
Ma io dico: se Cristo ha chiesto perdono per quelli che lo stavano uccidendo, ma chi sono questi che si dicono cristiani e, invece di perdonare, se del caso, lanciano anatemi, condannano senza appello?
Io ho una figlia come altri qui nel blog hanno figli. Pertanto molti qui sanno cosa si prova per i figli, e cosa si fa per loro. Ora, se papà Englaro ha deciso di fare quello che ha fatto nei confronti della figlia, e io sono sicuro che egli voleva alla figlia tutto il bene di cui era capace, con quale strazio ha fatto quello che ha fatto? Non merita almeno misericordia?
Mandis, quanti anni hai? Hai dei figli? Tu non ti saresti comportato così in una situazione come quella che ha vissuto il sig. Englaro? Ci posso credere. Ma chi sei tu per tranciare sentenze senza sapere niente di ciò che poteva esserci nel cuore di quel padre? Tu hai la VERITA’, vero? Ma se la tua verità porta a questi atteggiamenti, tienitela!
Scusami lo sfogo.
Mamma, li cristiani!!!!!!!!!!!!!!!!!!
http://www.corriere.it/cronache/09_febbraio_10/marco_imarisio_beppino_englaro_eluana_libera_f96640e6-f729-11dd-8e36-00144f02aabc.shtml
Vi prego di leggere il link postato da Nicol.
Mandis, cristiano, leggilo!
Lazzaro io non ho messo in dubbio che il Sig. Englaro ami sua figlia.
Ho solo detto che Eluana non è morta ma è stata ammazzata. Tra i responsabili di questo non c’è solo il padre, ma anche i medici che si sono prestati alle richieste del Sig. Englaro, i giudici che hanno emesso l’orrenda sentenza, l’inquilino del quirinale che non ha firmato il decreto.
Sono d’accordo con Lazzaro, è proprio da leggere quell’articolo del Corriere.
Viene da pensare (male) di certi giornalisti che parlano senza sapere.
Viene da ammirare la f, non quello che gli sta piovendo addossoorza interiore di un padre che ha fatto ciò che riteneva giusto senza scorciatoie: quanto più facile sarebbe stato chiedere ad un medico di aiutarlo a “farla finita”, come fanno in tanti, quanto più semplice conquistare l’opinione pubblica mostrando le immagini della figlia inferma. Eppure ha scelto la strada del rispetto della legge (dettaglio forse di poco conto in questo paese) e del rispetto della volontà della figlia, o quello che lui certamente ha creduto tale.
Ripeto: io non so giudicare se abbia fatto la cosa giusta, ma quest’uomo merita comunque grande rispetto e comprensione.
Una cosa che mi fa male è l’idea che per lui la chiesa sia stata ostile, e non compagna. Se non siamo capaci di accompagnarci a chi porta simili croci, che ci stiamo a fare?
Errata corrige:
Viene da ammirare la f
, non quello che gli sta piovendo addossoorzaMandis, tu non ti sei chiesto come un padre che, bontà tua, riconosci di amare sua figlia, possa essere giunto a fare quello che ha fatto. E con quale strazio.
Mandis, se non condividi, almeno perdona.
Ama anche il tuo nemico, Mandis, e lascia giudicare Chi ne ha titoli e vede nel profondo.
Lazzaro per quel che riguarda le tue elucubrazioni sulla mia persona e i miei pensieri stai straparlando.
Va bene, Giovanni. Tra tanto straparlare non continuiamo ad aggiungerci del nostro. Pardon.
Ascolta, Mandis! che tu abbia le tue idee particolari e la tua personalissima maniera di vivere la fede, puo’ anche starmi bene e va rispettato cosi’ come facciamo tutti. Ma che tu debba dire a lazzaro che sta straparlando, e’ davvero troppo!!… come se il bue chiamasse cornuto l’asino, per intenderci!
Hai dato un altro esempio , con questi tuoi commenti, di come la misericordia, il perdono e l’amore di cui dovrebbe essere intrisa la tua fede, sono totalmente assenti dal tuo pensare. E, mi dispiace se ti offendi o se si offende Luigi, ma mi torna in mente quel detto che dice: ” Lo stupido dice tutto quel che sa mentre il saggio sa tutto quel che dice”.
Perfino un cardinale di S.Romana Chiesa (card.Vallini) ha avuto parole di perdono e di vicinanza e di amore per Beppino Englaro e per tutti coloro coinvolti in questa vicenda, sarebbe veramente troppo aspettarsi qualcosa di simile da qualcuno che va declamando insegnamenti cristiani e fede come fai tu?
Nessuno si aspetta che tu condivida le scelte fatte, ma che ti comporti da essere umano con un cuore ( e con una fede (?!?) ), lo pretendo io e, forse, tutto l’universo creato!!
Scusate tutti, scusami Luigi, e scusami anche tu Mandis
Ho sempre avuto il sospetto che la morte fosse per i vivi, per ricordare ai vivi di esserlo. Ho sempre avuto la sensazione di essere schiaffeggiata dalla morte in pieno volto, nella mia suponenza, nelle mie certezze (che diventano sempre meno e sempre più essenziali). Ma ho anche sempre avuto la certezza che ciò che non riusciamo davvero a tollerare è la sofferenza senza via d’uscita di chi amiamo.
Allora non è più uno schiaffo, diventa qualcosa di più devastante, qualcosa che porta a “darli” questi schiaffi fregandosene delle conseguenze e – magari – darli “lealmente” a Dio stesso.
Si lotta in un “corpo a corpo” con Dio stesso … ma ci si astiene dalla lotta con altri che – come noi – non capiscono, ci si astiene dal giudicare, ci si astiene – anche – dal supporre e non ci si accorge di non sapere amare, di non sapere davvero cosa significa “Amare”.
Mi fa male questo prendersi a pugni (anche legittimi) quando tutti dovremmo, forse, lasciare perdere chi siamo, in cosa crediamo, che cosa osserviamo.
Credo davvero che questa storia di Eluana nei suoi coni d’ombra che mai conosceremo, nelle sue luci alla ribalta che non dovremmo seguire, ci indichi solamente una banale strada di “diventare essere umani”, semplici esseri umani che non si lasciano distrarre da testate giornalistiche, prese di posizioni governative, testi di più o meno grandi; essere semplici e banali “esseri umani” che sanno anche condividere, che sanno soffrire, che …. sanno di non sapere un accidenti di niente … e che sono tormentati dalla domanda: “Ma io che farei in quelle condizioni?” o di più “Ma Gesù che farebbe in quelle condizioni?” … Per la prima domanda non c’è risposta; per la seconda mi viene solo in mente una lapidazione fermata dal “Chi non ha colpa scagli la prima pietra” con un Gesù che si mette a scrivere sulla sabbia!
Scusate la mia stupidità, ma sono io.
Debbo dire che ho trovato “sopra le righe” molti commenti, in entrambi i sensi: sia quelli di Socci e del “Foglio”, sia quelli di altri.Alcuni sono chiaramente offensivi e per nulla cristiani (come quello che paragona neppure tanto velatamente un blogger alla “m….”).Anche l’articolo del “Corriere” che piace a molti di voi è tendenzioso, ideologico, e non mi è piaciuto.
Giovanni Mandis,
non sono così “imperativo” come Ignigo74 ma cerco di approcciarti diversamente: che ne diresti di vergognarti ?
Roberto 55
Scusate se intervengo ancora, cosa che non mi è abituale; prometto, però, che poi rientrerò nel mio silenzio.
E’ che poco fa ho sentito dire al telegiornale, da un parlamentare, che in Italia, una volta approvata la nuova legge sul testamento biologico, nessuno morirà più di fame e sete. Ecco, penso di poter facilmente immaginare la gioia dei barboni, indigenti e di altri che versano in situazioni di estrema povertà, i quali finalmente potranno guardare al loro futuro con un certo ottimismo. Una bella notizia, non vi pare?
un bacio, lazzaro… di cuore.Sei proprio bello dentro!!
Difendo Giovanni Mandis: non per l’accusa di assassinio al papà di Eluana e ai suoi sostenitori, che non condivido (l’ho scritto nel post), ma perchè viene fatto oggetto di invettive da parte di visitatori che non si firmano per esteso. Sarebbe buona regola che chi usa un nickname metta in fondo al commento il nome e il cognome quando muove accuse contro un altro visitatore che si firma per esteso. Lo stesso vale – e questo fatto l’avevo già segnalato – quando un visitatore che si firma con il nickname ritiene di dover attaccare un personaggio che non frequenta il blog. Naturalmente ognuno potrà comportarsi come crede: la regola del pianerottolo, che è la libertà di intervento, non cambia ma questi sono i miei suggerimenti.
Massimo D ma come hai fatto a fare la riga sulla correzione???
caro ignigo74, il tag è
TESTO DA BARRAREIl risultato è:
TESTO DA BARRARERiprovo: il tag è
TESTO DA BARRAREIl risultato è: TESTO DA BARRARE
Niente, non mi viene…. proviamo così:
‹strike› TESTO DA BARRARE ‹/strike›
Caro Luigi, quello di nascondersi dietro ad un nickname o ad un nome parziale (nel mio caso il nome è corretto, ma ho omesso il cognome) è un modo per proteggersi. In fondo si parla di temi “sensibili”; e con nome e cognome ciascuno di noi è immediatamente identificabile (indirizzo, curriculum, ecc.). Presentandoci con un’identità parziale, credo che possiamo sentirci più liberi, liberi anche di aprirci. Io sarei certo molto più abbottonato (timidezza? timore?). Il mezzo lo consente, e sono sicuro che la discussione “tra estranei” non avrebbe mai raggiunto certi livelli anche di intimità e di apertura se avessimo dovuto esporci per intero da subito. Con il blog è tutto o niente: con il nome, una piccola ricerca su internet basta a sapere vita morte e miracoli (nel mio caso è così).
L’anonimato ha naturalmente anche un rovescio della medaglia, ed è il rischio che ne approfittiamo per lanciare il sasso da dietro il cespuglio, protetti da quella forma blanda di sanzione che è l’essere additati con nome e cognome.
Vale la pena correre il rischio? Io credo di sì, almeno a giudicare dal fatto che in questo blog il livello della discussione è quasi sempre molto civile, e di grande interesse. Ma in fondo sei tu come proprietario e moderatore che devi decidere le regole del gioco.
Non posso non rompere il mio silenzio per ricambiare il bacio di Principessa, approfittando dell’occasione per sottoscrivere quanto scritto da MassimoD circa il suggerimento del sig. Luigi a proposito dell’uso del nickname (in questo blog ho confidato qualcosa di me che mai avrei detto firmandolo con nome e cognome).
Buona notte.
Giovanni Mandis oggetto di invettive???
Chiedo scusa Luigi, ma questa volta dissento fortemente!! e come le vogliamo chiamare le cose che Mandis indirizza a tutti, indistintamente?
Io ho le mie buone ragioni per essere nascosta dietro un nickname, ma credimi che se potessi ti invierei anche una fotografia per metterci perfino la faccia dietro alle cose che affermo. E poi, non credo che sia una faccenda di nomi o di faccia… e’ solo una faccenda di idee e di valori che non abbisognano ne’ di nome e ne’ di viso per essere ribaditi.
Il rispetto chiama rispetto, il signor Mandis non puo’ essere rispettato da tutti ma permettersi di non rispettare gli altri. Quando e’ successo? Succede da sempre, ma siamo tutti troppo bene educati per ricordarglielo.E cerchiamo di mettere in pratica quegli insegnamenti cristiani che lui invece sa solo usare come una clava sui sentimenti altrui.
Chiedo scusa nuovamente per il mio dissenso, ma credo che questa volta la difesa di Mandis sia proprio insostenibile. Se la pensi in maniera diversa, caro Luigi, attendo precisazioni e, se vuoi, anche l’invito a non intervenire piu’.
Ti abbraccio
Anche a me, come a te principessa, e a lazzaro e a Massimo D., l’anonimato appare motivato da molte buone ragioni.
Sulle invettive: ma non è anche un gioco, a volte?
Un gioco che ha stufato.
La mia proposta, a cui cercherò di attenermi ancor più di come abbia fatto (a volte senza riuscirci) in passato è: moratoria totale dell’insulto, l’invettiva, l’anatema, l’accusa di apostasia ecc.
Questo però non significa – spero che su questo siamo d’accordo – assenza di confronto onesto e di critica, aperta e ragionata.
Come comportarsi quando qualcuno si sente “accusato” e quindi avverte una spinta irrefrenabile a rispondere per le rime? Calma, autocontrollo. Facciamo notare (magari tutti quanti, non solo chi è “colpito”) all’offensore che ha superato il segno.
Fiorenza, gioco????
E no! Nel gioco tutti si divertono, in questo molti soccombono!
Ma si sà “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare” … e forse a giocarsi cercando di “mediare”, avvertire, consolare ecc. ecc.
Quei duri insomma che hanno un cuore “da panda gigante” che nessuna cattiveria può far diventare cattivi.
Ma anche i “panda giganti” dicono: ci hanno stufato questi giochi che distolgono e ci fanno deviare su strade che portano da nessuna parte.
Massimo, condivido, ma come si fa con quelle persone che non volendo che tu esprima la tua riflessione ti attaccano, di anti-chiesa, anti-papa, anti-tradizione, anti-etc.?
E quelli che si divertono a insultare personalmente non avendo argomenti da opporre validamente?
Ciascuno dovrebbe rispetto alla riflessione dell’altro, ma vale solo per alcuni, ci sono quelli che vogliono imporre una loro personale dottrina che non la pensano così. O sei della loro idea, o sei un anti o un comunista (Berlusconi docet!).
Ultimamente mi sono astenuto da un attacco personale, e ringrazio le persone che hanno chiesto di non insultare o offendere.
Comunque, nel mondo del web e dei blog, il nik è una modalità normale identitaria.
Come qualcuno giustamente ha già detto, alcune cose personali che ho scritto, non lo avrei fatto mai con nome e cognome.
Le relazioni virtuali nascono sempre da identità/nik virtuali, per poi maturare (se è il caso) in eventuale relazioni amicali reali.
Caro Luigi, questo e’ il mondo del web.
Noi tuoi ospiti ci dovremmo sforzare di non insultare mai il prossimo anche se è virtuale.
Se qualcuno nel web si propone con propria identità reale è un problema suo, vuol dire che non conosce le regole del web.
Le informazioni circolano a livello mondiale sulla rete, e non si può assolutamente pretendere che io dia a livello mondiale tutta la mia identità.
Come tu sai, Luigi, io lo faccio solo a livello personale, come fanno anche altri.
Nel web, bisogna capire se colui o colei che si pone dall’altra parte è persona di buona fede e che ha la sensibilità di accettare l’altro.
Il web riserva molte sorprese poco gradevoli, proprio perchè è un mondo senza porte,
a noi tocca essere prudenti come serpenti.
Avendo conosciuto di persona taluni integralisti che passano il proprio tempo a scandalizzarsi e a mandare lettere anonime o firmate falsamente alla Congregazione per il Clero, per cercare di rovinare sacerdoti, che manifestavano un pensiero che loro non condividevano e appositamente nelle loro lettere anonime scrivevano di cotte e di crude per cercare di fare del male a quei sacerdoti.
Avendo questa esperienza anche se ammiro coloro che si espongono in prima persona, ho la massima comprensione per quelli che sentono di non farlo. Perchè mettersi nelle condizioni di farsi fare del male? Visto che ci sono tante persone disturbate mentalmente e con la penna (pc) facile?
Insomma, per favore Luigi, guardiamo in faccia la realtà, e con la massima sincerità ti invito a informarti meglio sulla realtà di internet, che non può permettere per sua natura quello che tu chiedi.
Tutti qui dobbiamo chiedere a chi è ospite di Luigi di non insultare se non condivide una riflessione, tutti.
Anche perchè sia chiaro,
degli insulti e offese fatte a persone reali ne risponde poi l’amministratore del sito o blog.
Quindi un po di educazione, e a tutti quelli che hanno buon senso,
non dar seguito a quei commenti di cattivo gusto che sfociano nell’intolleranza, nell’insulto, e nell’offesa.
Principessa ci mancherebbe che io inviti qualcuno a non intervenire più! Considero questo blog una scuola di tolleranza. E sono convinto che nella Chiesa potrebbe esservi molta maggiore accettazione reciproca. Addirittura penso che questa sia l’esigenza più urgente, tra quelle ad intra. Dunque ognuno è libero di firmare e commentare come crede. Lo ripetevo anche nel richiamo che facevo nel commento precedente. Solo invitavo a un doppio discernimento: chi non si firma per esteso e attacca chi si firma (Giovanni Mandis si firma) rifletta sulla dinamica dell’attacco – e altrettanto faccia chi attacca personaggi pubblici senza firmare l’attacco. Ma tutto continui liberamente. La libertà loda Dio e salva le società.
Matteo tu scrivevi in contemporanea a me. Mi pare che condividi la sostanza del mio richiamo, dal momento che metti in rilievo la responsabilità del “moderatore” per “insulti e offese fatte a persone reali”. Di questo in effetti parlavo. Non ho inteso scoraggiare l’uso del nickname. Non lo scoraggio! Lo usi chi vuole. E quanto a me ognuno mi attacchi come vuole: l’attacco coperto mi piace ancora di più. Posso immaginarmi in piena libertà la faccia furba di chi lo fa. Ma ciò non vale per te e per Principessa, che siete tra quelli che ho incontrato “nel corpo” come direbbe Paolo di Tarso. E ringrazio d’averne avuta l’occasione.
da Paolo a Pietro sul “come” essere testimoni, segnalo questo post:
http://corsaro.splinder.com/post/19811675/Mitezza+e+rispetto
@ Luigi,
Condivido pienamente,
dovremmo avere un grande rispetto per la responsabilità dell’amministratore che ci ospita e che risponde legalmente di quello che avviene nel blog che gestisce.
In questo senso aiutiamoci tutti a non rispondere ad insulti (come capita a me! sniff!) ma anche a non dare seguiro a commenti densi di intolleranza che certo suscitano in me e in noi profonde emozioni, che in questo caso io e noi dobbiamo saper gestire anche grati a Luigi che ci accoglie in casa sua.
In questo contesto colgo l’occasione per ringraziare di cuore Marta e Principessa che con pazienza mi hanno aiutato e mi aiutano a elaborare espressioni difficili da digerire!
Le mie colombelle che stanno sulle mie spalle a suggerirmi nell’orecchio!!!
Condivido….
vuol dire che , per quanto mi riguarda, ci sono anche altre persone che vanno a far compagnia a coloro a cui non rispondo piu’ e salto a pie’ pari…
Abbracci
Se due più due fa quattro, vuol dire che con Giovanni Mandis ho esagerato io. A rileggermi, la cosa ci può stare.
Ragion per cui chiedo scusa a lui e al sig. Luigi.
Come si dice: per una volta che ho aperto bocca…
Eh, no eh!!! lazzaro!!
qui se c’e’ uno che dovrebbe scusarsi e’ proprio Giovanni Mandis, con tutti coloro ai quali indirizza le sue opinioni granitiche senza mai domandarsi se cio’ che scrive possa offendere i sentimenti degli altri.
Noto che siamo sempre gli altri a tirarci indietro e scusarci per aver esagerato i toni. Dando per scontato che cio’ e’ comportamento da persone intelligenti e tolleranti (come piace a Luigi) non sarebbe male se ogni tanto, anche pensando di aver ragione, il signor Mandis aprisse o chiudesse i suoi commenti con le scuse per eventuali persone offese dai suoi pensieri o parole.
Non per niente… solo per un fattore di equita’
Un abbraccio lazzaro caro … e continua pure a scrivere e a farci sapere come la pensi, ti prego
Principessa, sei Principessa di nome e di fatto!
Quando sono davanti al tabernacolo immagino Gesù tutto sudato, impolverato, stanco, come se fosse appena reduce da una delle sue peregrinazioni per annunciare il Vangelo. Lo sento vicino, oltre che come Dio, la qual cosa mi anicchila, anche come uomo, e questo mi incoraggia. Questo mi fa stare nella Chiesa.
Io ho molti dubbi che Lui conosce, ma non mi sento respinto. Anzi.
Poi ci sono quelli che i dubbi non li hanno mai. A me fanno un po’ paura, ma Gesù penso che se la sappia cavare anche con loro.
Ricambio con affetto il tuo abbraccio.
Dubbi, Lazzaro, li ebbe anche Lui: nulla di strano che ne coltiviamo pure noi, ti pare ?
Non smettere di “aprire bocca”, come dici tu, e non cessare di farci sapere, dall’ultimo banco che condividi con me, la tua opinione.
Per il resto, sì, Luigi ha ragione: per la parte che mi riguarda, “faccio ammenda” anch’io.
Un saluto a tutti !
Roberto 55
http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/cronaca/eluana-englaro-5/eluana-englaro-5/eluana-englaro-5.html
L’Avvocato Massimiliano Campeis di Udine, che difende gratuitamente Beppino Englaro, intende denunciare quanti hanno dato dell’assassino al suo assistito e al dott. Da Monte. L’intento è di costituire una fondazione dedicata a Eluana nella quale affluiranno i risarcimenti per calunnia e diffamazione, così da costituire un fondo da destinare a borse di studio per chi vorrà diventare neurologo e per istituire in Friuli una cattedra di medicina palliativa, che in Italia non c’è.
Invito a rivolgersi all’avv. Campeis quanti, coerentemente, vogliano confermare davanti a lui i giudizi di assassino qui espressi nei confronti del sig. Englaro, e così contribuire al ricordo del nome di Eluana e a quanto di benefico sarà fatto nel suo nome.