Forse scriverò un libretto intitolato: “Finalmente un Papa peccatore e pieno di difetti”. Mi conforta nell’idea il titolo che i colleghi del settimanale tedesco “Die Zeit” hanno dato in prima pagina all’intervista con Francesco pubblicata ieri: “Sono un peccatore e sono fallibile”. Qui sotto, citazioni e ingradimenti. Nonchè il rinvio a un mio articolo pubblicato oggi dal Corsera digitale.
Finalmente un Papa peccatore e pieno di difetti
30 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Afflizioni del mio peccato. «Non dico che sono un povero diavolo, ma sono una persona normale, che fa quello che può. Così mi sento»: «Io sono peccatore e sono fallibile e non dovremmo scordare che l’idealizzazione delle persone è una forma di aggressione. Quando vengo idealizzato mi sento aggredito» perché l’idealizzazione non concede a una persona «di essere un peccatore fallibile». «Io ho parlato di momenti neri e di momenti vuoti. Io conosco anche i momenti vuoti». «Ci sono momenti bui nei quali io dico: “Signore, io non capisco”. E non sono solo momenti di buio interiore, ma afflizioni che io stesso causo con il mio peccato».
Viri probati. Nell’intervista Francesco tratta della necessità di riflettere sui «viri probati», uomini sposati di provata fede, da ordinare preti per garantire l’offerta dei sacramenti in aree prive di sacerdoti celibi, ma esclude l’abolizione della norma del celibato come via ordinaria per l’ammissione al sacerdozio. «Dobbiamo riflettere se i viri probati siano una possibilità e dobbiamo anche stabilire quali compiti possano assumere, ad esempio in comunità isolate. La Chiesa deve sempre «riconoscere il momento giusto nel quale lo Spirito chiede qualcosa». La crisi delle vocazioni sacerdotali “rappresenta un problema enorme» e «la Chiesa dovrà risolverlo», ma «il celibato libero non è una soluzione», né lo è aprire le porte dei seminari a persone che non hanno un’autentica vocazione. «Il signore ci ha detto: pregate. E’ questo che manca, la preghiera. E manca il lavoro con i giovani che cercano orientamento». Un lavoro «difficile» ma «necessario» perché «i giovani lo chiedono».
Burke e l’Ordine di Malta. «Per me il cardinale Burke non è un oppositore», dice Francesco e spiega che il porporato statunitense è tuttora patrono dell’ordine, ma non poteva affrontare il frangente critico perché «non agiva più da solo» ed è stato per questo necessario «fare un po’ di ordine nell’Ordine, e per questo ho inviato un delegato che ha un altro carisma rispetto a quello di Burke». Il quale, sottolinea ancora il Pontefice argentino, è un eccellente giurista, come ha anche provato nel rapporto che gli ha inviato su un caso di abuso sessuale a Guam, dove la Congregazione per la Dottrina l’aveva inviato: «Di questo gli sono molto grato». Francesco nega d’aver mandato Burke a Guam per liberarsene: e del resto lo stesso cardinale aveva detto che quell’idea era fasulla e che aveva accolto volentieri quella “missione”.
Manifesti e falso Osservatore. Dei manifesti contro di lui apparsi sui muri di Roma il 4 febbraio Francesco dice che il loro “dialetto romanaccio” era “meraviglioso” e ciò – a suo parere – vuol dire che “non li ha scritti un uomo qualsiasi della strada ma una persona colta”. “Li avranno redatti in Vaticano” è la domanda maliziosa e il Papa sta al gioco: “No, avevano uno stile raffinato”. Alla domanda se sia riuscito a riderne, Francesco risponde di sì: ricorda che tutti i giorni fa sua la preghiera scritta da Tommaso Moro per chiedere il buon umore e assicura che il Signore gli “dà abbastanza senso dell’umorismo”. Il giornalista chiede se lo rattristino gli attacchi che subisce dall’interno del Vaticano e risponde che “no”, li sa accettare: “Da quando sono stato eletto Papa non ho perso la mia pace. Posso capire che il mio modo di fare non piaccia a qualcuno, questo va bene. Ognuno può avere la sua opinione. E’ legittimo, è umano, arricchisce”. L’intervistatore chiede se anche i manifesti e la finta prima pagina dell’Osservatore Romano arricchiscono e Francesco risponde sicuro: “L’Osservatore Romano falsificato no”.
Sul perchè Francesco abbia riso dei manifesti e non abbia gradito il falso Osservatore ho scritto ieri un articolo per il Corsera Digital Edition e lo linkerò appena sarà reso accessibile – come mi è stato promesso – al pubblico non abbonato.
Quanto al finalmente che ho messo nel titolo del post, questo è il suo significato: per intendere la vera novità di Francesco, a destra devono accettare che un Papa sia “una persona normale che fa quello che può” e a sinistra devono ammettere che Bergoglio è una persona normale.
magari aiuterebbe a considerare questo e gli altri papi persone normali smetterla di chiamare i papi ” santità”, ” santo padre”
cristina vicquery
Questo è il link all’articolo che ho scritto ieri per la Digital Edition del Corsera:
http://www.corriere.it/extra-per-voi/2017/03/10/papa-ride-manifesti-critici-ma-condanna-falso-osservatore-5cc5c1ba-0569-11e7-882a-48a6b14b49a6.shtml
picchio,
come vogliamo chiamarlo il papa: Lider Maximo, Caro leader o Padre del Popolo? Cosa preferisci tu?
Molto spiritoso, Federico.
Eppure anche tu nel gloria inneggi “Tu solo il Santo”.
Il Papa non si è divertito con l’Osservatore Romano fasullo.
Eppure ci sono due precedenti.
1. Paolo VI su Charlie Hebdo nel 1974, citato da Sciascia in “Nero su Nero”, dove con grinta sfodera una pistola e annuncia: “Finiamola di pregare!”.
2. Questo.
[img]http://www.libreriadifrusaglia.it/system/images/W1siZiIsIjIwMTQvMTAvMzEvMDlfNTlfMDZfNTEyX2lsX21hbGVfdWdvX3RvZ25henppX2lsX2NhcG9fZGVsbGVfYnIuanBnIl0sWyJwIiwidGh1bWIiLCIxMjgweDEyODAiXV0/il%20male%20ugo%20tognazzi%20è%20il%20capo%20delle%20br.jpg[/img]
http://www.libreriadifrusaglia.it/system/images/W1siZiIsIjIwMTQvMTAvMzEvMDlfNTlfMDZfNTEyX2lsX21hbGVfdWdvX3RvZ25henppX2lsX2NhcG9fZGVsbGVfYnIuanBnIl0sWyJwIiwidGh1bWIiLCIxMjgweDEyODAiXV0/il%20male%20ugo%20tognazzi%20è%20il%20capo%20delle%20br.jpg
Ecco il link. Non sono riuscito a fare l’embedding.
Non abbia paura Sua Normalità Papa Francesco, non l’ idealizzeremo, anche perchè sarebbe piuttosto difficile idealizzare un capo spirituale che compare così sulla copertina di Rolling Stones:
http://www.lastampa.it/2017/03/08/vaticaninsider/ita/nel-mondo/francesco-in-copertina-su-rolling-stone-un-papa-pop-tWQVdVu6uskJjmJoLSShGI/pagina.html
E di Giovanni Paolo II che compariva così sul Time che ne dici?
http://content.time.com/time/covers/0,16641,19791015,00.html
Bella la richiesta del papa a clero e laici romani di indicare qual è il profilo del vicario che ritengono più rispondente ai bisogni della diocesi è se vogliono indicare anche un nome.
Cristina vicquery
Ma, Tonizzo, all’epoca la rivista “IL MALE” s’era quasi specializzata nel “produrre” false “prime pagine” di quotidiani (alcune spassosissime, altre meno): tra tutte, e tra le più esilaranti, visto che siamo in tema, io ricordo una “prima pagina” di “Tribuna Ludu” (era l’organo del P.O.U.P., in pratica il Partito Comunista Polacco), che annunciava (mi pare fossimo nel 1981) la caduta del regime comunista e la proclamazione di Karol Wojtyla nuovo Re di Polonia -)))))))))).
‘Notte.
Roberto Caligaris
A fronte di quanto fin qui detto nel bene e nel male c’è sempre una grande verità che sottende circa il servizio di Pietro il quale sta sulle scatole a molti. Ritenuto una potenza secolare, un”massiccio” per l’ecumenismo forse, per uno strano paradosso, la caparbietà di chi vorrebbe far piazza pulita del papato non fa che conservarne e rafforzarne la presenza.
Anche la scelta di Bergoglio al soglio pontificio son convinta rientri in quel tentativo che in prospettiva motiverà la soluzione per un lento procedere verso lo smantellamento del papato.La distruzione del Totem, in sostanza, immagine di freudiana memoria. Del resto, a che prò un papa dovrebbe confidare a cuore aperto le sue proprie personali fragilità se non perché ci si risolva a guardare a questa presenza con occhi disincantatii, perché così vuole la società, il mondo.
Non più il Pontetice “baluardo della sacralità” che sulle tracce di un Leone preservò Roma dai barbari, né roccia stabile intatta e solida in tempi di dissoluzione morale e civile, né “Pastore del gregge”, Vicario di Cristo in Terra, o ‘servum servorum Dei’ – attributo dei Papi fin dal tempo di Gregorio I, benedetto dai romani il ‘consul Dei et defensor civitatis ‘riorganizzatore e riformatore della Chiesa in tutti i suoi aspetti- noo, nessuna idealizzazione o sacralizzazione e concessa. Ma neppure il suo contrario edifica. Ci è più consona l’immagine di un Pontefice fragile, peccatore, caduco, impotente -cosa che, tra l’altro, Bergoglio minimamente NOn è- perché l’attribuzione alla ” Santità” non convince nessuno in quanto il lemma “santo” o “santifiazione” o “santità” è diventato desueto: nella Chiesa non si vi scorge alcuna dimensione “metafisica” , tutto è appiattito, tutto è umano troppo umano. Come se la santità della Chiesa o di un Papa fosse mera opera umana, e non divina…
Beati monoculi in terra caecorum!
Preghiamo per il Papa.
Preghiamo per il Papa.
Giovanni Paolo II con la sua modernità, la sua umanità e singolare empatia era, alla fine, un conservatore.Nemico irriducibile dello spirito del tempo. Mai avrebbe mostrato quel lato della sua spiritualità o confessato una sua eventuale fragilità spirituale, anzi, lottò fino alla fine del suo pontificato malgrado la sua fisicità, affascinante ed ostentata, cadeva in pezzi , restò al suo posto come una roccia combattendo la sua santa battaglia. Si prodigò per il suo Popolo che amava e aiutò a liberarsi dal giogo comunista e alla fine, come venne ripagato? Col tradimento del suo stesso popolo quando venne approvata la legge sull’aborto…quando cadde subito preda del mal d’Occidente, di una “libertà che fa schiavi”.
Clodine,
la figura del pontefice baluardo della sacralità se la sono già giocata i papi del rinascimento (che poi ci si esageri sopra è un altro paio di maniche).
E’ da Papa Giovanni XXIII che i papi stanno progressivamente ‘scendendo’ al livello del popolo e tuttavia tutti si sono caratterizzati per essere stati la maggiore o perlomeno una delle maggiori personalità del loro tempo a livello mondiale. L’autorità morale non la guadagna col mettersi su di un piedistallo, ma coi propri gesti e le proprie parole.
Il papato non sarà certo sminuito da Francesco.
La saggezza popolare diceva Morto un papa se ne fa un altro.
Secondo me questo significa che non ha tanto importanza l’uomo, mortale e transeunte, cenere che torna in cenere, che ricopre il ruolo e l’ufficio di San Pietro, ma il ruolo e l’ufficio stesso:che e’quello di essere la roccia, che sta ferma nei marosi della storia, nelle alterne vicende terrene, che tieme ben salda la rota e impedisve ala navicella dis
Qualcuno dovrebbe leggerlo con grande attenzione:
http://www.repubblica.it/vaticano/2017/03/09/news/mille_fedeli_scrivono_al_papa_grazie_del_tuo_magistero_ma_ancora_in_troppi_sono_impermeabili_al_tuo_annuncio_-160123029/?ref=nrct-2
…che tiene salda la rotta e impedisce, con l’aiuto divino, di portare la realta’storica e terrena della chiesa a sfasciarsi o a essere sopraffatta e sconfitta da quelle forze che Gesu’chiama con un termine apocalittico ebraico “le porte degli inferi”
Abbiamo la promessa che tali forze non prevarrano.
Percio’la Chiesa cattolica e’sopravvissuta nei marosi della storia per duemila anni, anche se i successori di Pietro, i papi romani, non sempre sono stati umanamente persone perfette anzi…La Chiesa e’sopravvissuta con papi simoniaci, con papi lussuriosi, con papi feroci guerrieri..tutte persone cariche di peccati e di difetti. Ci sono stati e’vero anche papi santi, papi teologi, papi realmente pii, ma sono stati una minoranza.
Percio’e’ovvio che papa Francesco non potra’scalfire o sminuire il papato su questo ha ragione Enrico Usveli. Gia’un grande santo.disse che certi papi Dio li dona ,altri li permette, altri infine li infligge.
Che Francesco sia una persona nomale, coi suoi difetti ,che sta facendo quel che puo’non e’difficile da ammettere. Che papa Francesco sia mortale e che quindi anche il suo papato avra’una fine, anche questo e’indiscutibile. Morto un papa se ne fa un altro.
Nulla vieta al fedele cattolico di sperare che il prossimo papa sia diverso.
Il santo a cui e’attribuita la frase sui papi e’San Vincenzo di Lerins vissuto nel Vsecolo.
Come vedi Enrico assai prima del rinascimento , in pieno Alto Medioevo un santo aveva l’ironia di considerare certi papi…inflitti da Dio !
Vada al link , signora Venturi, e vedrà quanti cattolici la pensano diversamente da lei, perché il medioevo è ormai assai lontano e le categorie di una volta sono state sepolte dalla cenere di molti secoli.
La sua formazione religiosa ha bisogno di un sano e vivificante aggiornamento. I cattolici del suo stampo sono dei sopravvissuti che devono ricominciare a vivere una fede diversa dalla sua, che sia conforme al Vangelo del Cristo qui e ora. Non in un passato lontano e superato e sclerotizzato.
Nessuno, nemmeno lei, ha il diritto di ” infliggere” scemenze a nastro a chi vuole una Chiesa al passo con i tempi.
A rafforzare quanto sostiene Usvelli e la Venturi – la storia della Chiesa lo prova abbondantemente- fin dall’antichità, passando per il medio evo, fino ai nostri giorni più recenti se non ci fosse stato “Pietro”molte cose non si sarebbero potute realizzare e molte realtà monastiche, carismatiche, sarebbero probabilmente andate in frantumi. In gran numero si sarebbero formate divisioni e sette. Molte iniziative di riforma interna, oppure relative alla missione nel mondo non avrebbero avuto luogo o si sarebbero forse insabbiate. L’esperienza mostra che a periodi di forte sviluppo della potenza dei papi seguirono sempre tempi di umiliazione esterna e limitazione del potere: così dopo Leone Magno e successori ecco Giustiniano che ridusse Roma a un patriarcato occidentale , e di nuovo dopo Nicolò I seguì il secolo oscuro e depravato di Roma e andando avanti tra domini ed esili il grande scisma che sbriciolò l’unità, cui seguì il periodo grandioso del rinascimento e il barocco e la controriforma e di nuovo la decadenza e la rivoluzione e poi, e poi…il bolscevismo e il fascismo il nazismo…fino allo sfacello dell’occidente e la perdita d’identità sociale e religiosa historia docet . Per ritornare sempre al punto di partenza che è la Scrittuta e il Nuovo Testamento se non si è saldamente legati alle origini, alla Tradizione: la bussola che orienta i passi della Chiesa, la minaccia di smarrire la via è sempre possibile…nonostante la promessa, che è vera non vana né menzognera, del Risorto…
Ho letto la lettera dove i firmatari spiegano di aver portato “e in parte ancora portano nel cuore” la sofferenza “per il rischio di un evangelo ridotto a codice di comportamento morale, mentre esso è soprattutto l’annuncio dell’amore del Padre, quale nella forza dello Spirito si è manifestato e reso disponibile a tutti nella vita umana e profetica di Gesù, il galileo di Nazareth”..
. Ma chi sono costoro?…ma…hanno fette di prosciutto sugli occhi o cosa?!
Il rischio di un evangelo ridotto a codice di comportamento morale?
Forse non è abbastanza evidente l’irreparabile devastazione che affligge la società, Chiesa compresa, scandali ovunque dentro e fuori la Chiesa, la continua trasgressione dei Comandamenti e dei precetti del Signore che sono alla vista di tutti ? Assistiamo tacitamente ad un fenomeno per cui ognuno, in nome del peccato dell’altro, si ritiene giustifcato nel proprio e, cosa ancora più grave, la stessa Chiesa viene leggittimata in ogni suo insegnamento veritativo dai risvolti morali immediati e visibili tali che ci si arropria in modo evangelico arbitrario, non corretto, finanche dei comandamenti di Dio per legittimare le proprie immoralità e trasgressioni.
Ecco la conclusione: perché tu , trasgressore della legge di Dio e del Vangelo celebri la Santa Messa e ti accosti all’Eucaristia vuoi privare me ? Puoi privare me, se inizi a purificare te stesso. Ma siccome la Chiesa è ben lungi da qualsiasi purificazione interiore ed esteriore non può portare argomentazioni valide. E questi mi vengono a parlare di scollamento fra il messaggio delle parole del papa e la coscienza della Chiesa? Ma qui l’unico scollamento che vedo è tra Vangelo e morale,tra Vangelo e Legge di Dio non applicata. Trovo la frase “per il rischio di un evangelo ridotto a codice di comportamento morale, mentre esso è soprattutto l’annuncio dell’amore del Padre” una sorta di alibi per continuare a fare i propri porci comodi tanto poi c’è la misericordia di Dio, una coperta caldissima che copree ogni peccato.. Oggi di tutta la purissima verità rivelata e insegnata dalla Chiesa si è fatto fuoco, un rogo. Nulla rimane di essa inclusa la parola “misericordia”…
Nulla rimane di essa esclusa la parola “misericordia”. Ma potremmo anche dire che ormai tutto è incluso in una sola parola: “misericordia”..
E se questa è la Chiesa al passo coi tempi Dio ci salvi!
Signora Claudia, capisco la sua insofferenza; capisco ma non condivido.
Lei non ha colto il senso del messaggio, e non lo ha colto perché si è fermata ad un solo passaggio: quello da lei citato perché le faceva comodo per fare una bella tirata contro la Chiesa postconciliare e, soprattutto, contro la Chiesa guidata da Francesco.
Il Vangelo, quale che sia la morale del nostro tempo, non è un “codice” di comportamento morale. È molto, molto di più.
I codici li hanno i tribunali umani, che giudicano i colpevoli di reato.
Ridurre il Vangelo a “codice” significa non comprenderne l’ampiezza e la profondità, appunto; significa limitarne COLPEVOLMENTE la portata. Come spesso in passato era costume fare.
Chiunque pensi che Gesù il Cristo sia venuto per giudicare, come lei, signora, fa costantemente– sorretta peraltro da altri qui nel blog di Accattoli– è fuori dal seminato.
Gesù è venuto per salvare, non per giudicare acidamente, non per colpevolizzare continuamente. Che a lei, a voi, piaccia o non piaccia.
Non si è messo ai nostri livelli miserevoli, Gesù.
La misericordia di cui parla il Papa non va intesa come un lasciapassare, come lei, cara signora, vuol credere ( “una coperta caldissima”). Chi la intende in questo modo, non ha capito niente di niente.
La misericordia va intesa come una CURA per sanare le piaghe che affliggono tanti esseri umani in questo mondo, splendido per certi versi ma impietoso per molti altri versi.
Quelle trasgressioni di cui lei parla, signora Claudia, ci sono ora come c’erano assai prima; ci sono sempre state, solo che non se ne veniva a conoscenza come oggi. Erano, per così dire, sotto tappeto.
Viviamo in un’epoca in cui non è possibile nascondere niente e le notizie in un baleno attraversano l’intero globo terrestre. E quelle brutte, che sono moltissime, ci scandalizzano di più. Sembra che il mondo ci stia crollando addosso, e il colpevole chi sarebbe? La Chiesa che non predica ad ogni svolta d’angolo il castigo, forse? La Chiesa che non addita più, come molti anni fa, l’Inferno, forse? No, mi dispiace, non è così.
La Chiesa di una volta puntava l’indice contro i fedeli dall’alto del pulpito, e minacciava castighi a non finire; ma le cose andavano pur sempre come dovevano andare, e nel frattempo i ministri del culto–non tutti,naturalmente–facevano i comodi loro di nascosto e coperti dalle autorità superiori.
E lei, signora, mi va a sottolineare l’amoralità della Chiesa di oggi? Mi va a parlare di “scollamento” fra Vangelo e morale, oggi?
Il vero scollamento c’è sì, ma fra chi non vuole recepire il messaggio di questo Papa e chi, nella Chiesa, si è attaccato al potere e non vuole mettersi al servizio del Regno; e trova cavilli e pretesti per mantenere lo “status quo” . Fra chi, fuori della Chiesa, vuole moralizzare ritenendo che lo scopo dell’Istituzione sia prevalentemente questo. Non capendo che c’è una bella differenza fra moralità e moralismo, e che
il vero compito della Chiesa è quello di anche ammonire, certo, ma soprattutto di mostrare il volto misericordioso del Padre e di predicare l’Amore, cancellando una volta per sempre l’immagine perversa di un Dio giustiziere; quell’immagine che toglieva la pace e che ha lasciato il segno in molte anime ingenue.
Mi fa specie vedere che molti ancora non abbiano capito come stanno le cose, e tengono lo sguardo rivolto tenacemente al passato come se avessero la mente intorpidita.
Per fortuna c’è lo Spirito Santo.
Diceva il card. C. M. Martini: “cercare di vedere in tutto l’azione dello Spirito che opera incessantemente”.
Questo, sì, è un bel messaggio da tenere a mente.
Marilisando