Felicità del treno

Il viaggio in treno è per me una forma della felicità. Guardo il mondo, corro con lui. Vedo i volti, le donne. Contento di una professione che mi fa viaggiare. Mai stanco di partire. Grato a Trenitalia. Uno dei pochi.

14 Comments

  1. Leonardo

    Ah sì, il piacere di star lì, qualcun altro ti porta, e tu intanto che lavori alle tue cose, guardi le facce, ascolti i discorsi degli altri, ti immedesimi, immagini brani di vita, luoghi situazioni atmosfere che non sono tue ma che proprio per questo ti attirano, come uno spettatore compassionevole della vita altrui … poi ritorni alle tue carte, ma ti sorprendi a guardare l’interno di una casa che per un attimo si intravede e di nuovo immagini chi ci abita, che vita si vive là dentro …
    Tutto molto bello, però la mia esperienza è diversa dalla sua, caro Luigi, in due aspetti: il primo è che a me piace viaggiare (in treno specialmente), ma mi angoscia partire. Devo deciderlo ogni volta, a prezzo di sofferenze psicologiche non indifferenti. Il secondo è che non provo nessuna gratitudine per Trenitalia … che considero anzi una delle manifestazioni del Male.

    19 Marzo, 2007 - 11:02
  2. Francesco73

    Leonardo ha fotografato uno stato d’animo perfetto: anche io amo viaggiare, ma non mi piace partire. Credo sia il frutto di una specie di trauma infantile, pur senza volerla fare troppo grossa, che però vedo si rinnova sempre anche oggi.
    Il treno mi stanca molto, invece. Arrivo a destinazione che sono sempre sfatto, stanco, coi vestiti impregnati di quell’odore tipico…
    Preferisco di gran lunga l’aereo, pur con le sue scomodità (attese, ritardi, tragitto città-aeroporto, ecc.)

    19 Marzo, 2007 - 14:02
  3. Io amo molto il treno, anche se certi treni fanno molto per non farsi amare.

    Leonardo poi pone di striscio, e ironicamente, un problema che sarebbe interessante: in che misura certe grandi infrastrutture (pubbliche o private) possono essere “manifestazioni del Male” (Giovanni Paolo II avrebbe detto “strutture di peccato”)?

    19 Marzo, 2007 - 21:33
  4. Luigi Accattoli

    Giacomo Leopardi, mio compaesano, per andare da Recanati a Roma impiegava tre giorni che Trenitalia ha ridotto a tre ore. La mia gratitudine, che mi è cara anche perchè la so rara, si basa sull’idea che gli spostamenti sul pianeta sono ardui. Luigi

    20 Marzo, 2007 - 12:34
  5. Leonardo

    La gratitudine io la rivolgerei a Stephenson e a tutti gli altri che hanno contribuito ha inventare la ferrovia. Trenitalia, o meglio i suoi dirigenti miliardari, merita solo esecrazione. Sono una persona abbastanza mite, ma più di una volta nella mia vita di pendolare (neppure quotidiano, devo dire) ho provato il desiderio di una rivolta sanguinosa che vendicasse le angherie a cui milioni di italiani sono sottoposti da decenni.

    20 Marzo, 2007 - 16:25
  6. Luigi Accattoli

    Era destino che – difendendo tutti – io arrivassi a difendere Trenitalia. Capisco la provocazione che ho esercitato ma non sono sicurissimo che tu, Leonardo, sia un mite. Ti ho letto – qualche giorno addietro – che maledicevi degli sciagurati. Luigi

    20 Marzo, 2007 - 17:57
  7. Leonardo

    Chi si lascia scappare parole forti, qualche volta eccessive, è meno probabile che metta mano alla spada (e ancor meno alla rivoltella). Sono persone senza collere quelli che commettono grandi misfatti: Eichmann, per dire, non il mio caro Céline, a cui perdono volentieri anche gli indifendibili furori antisemiti di Bagatelles pour un massacre, non perché è il più grande scrittore francese del ‘900, ma soprattutto perché sono convinto che non avrebbe torto un capello a nessuno degli ebrei che malediceva. Nella letteratura italiana, per fare un altro esempio, il personaggio più cattivo che io conosca è l’omino di burro di Pinocchio.

    20 Marzo, 2007 - 18:48
  8. I miei bisnonni paterni (qualifica di cantonieri), i miei nonni paterni (casellanti), i miei zii (casellanti, macchinisti e controllori), mio padre (prima casellante, poi funzionario), erano tutti ferrovieri. Inevitabilmente, ogni qualvolta metto piede su un treno, benedico questo strumento di locomozione per il bene che ha fatto alla mia famiglia. E anche se all’epoca la proprietà erano Le Ferrovie dello Stato, ringrazio anch’io Trenitalia per ciò che rappresenta.

    20 Marzo, 2007 - 19:18
  9. Luigi Accattoli

    Bene Gianluca, siamo già tre! Luigi

    20 Marzo, 2007 - 19:23
  10. Direi benissimo, Luigi!

    20 Marzo, 2007 - 20:05
  11. Luigi Accattoli

    A Leonardo: mi attira la tua proposta sul più cattivo della nostra letteratura! Propongo tre candidati alternativi all’omino di burro, che certo ha le carte in regola. Filippo Argenti che Dante mette nella palude dello Stige, Gianni Schicchi che è nella decima bolgia, Coniglio Mannaro che è nel terzo volume del Mulino del Po. Invito i visitatori a fare di meglio. Un concorso tra lettori inglesi aveva dato come vincitori, qualche mese addietro, Voldemort di Harry Potter e Sauron del Signore degli Anelli. Per gli inglesi era facile, ma con la letteratura italiana dobbiamo andare più nel sottile. Luigi

    21 Marzo, 2007 - 10:17
  12. Dico la mia sia sui treni che sui cattivi nella letteratura italiana (molto simpatica come cosa):

    sui treni: bello cviaggiare in treno, da’ molto l’idea del pensiero che scorre. Anche quando si è da soli è bello il viaggio in treno, aiuta l’anima a far emergere tanti pensieri, e tanti ricordi… e poi… sembra che il mondo non sia piu’ il mondo “nostro” ma un mondo vasto…o vedi lì, davanti al finestrino, che scorre via veloce…
    Poi, veniamo ai treni italiani. Qui in Liguria (sig!) la situazione è pessima. Non so se avevate seguito i casi dei treni infestati da cimici et similia. I treni locali di qua fanno veramente pena. Inoltre hanno pure diminuito il servizio che è spesso un dis-servizio! Credo che tutto questo dipenda molto dalla gestione a livello REGIONALE. Meno male che altrove funzionano meglio…

    Sui cattivi: mi sembra strano che non venga citato don Rodrigo o l’innominato di manzoniana memoria (per quanto poi si converta… ma il fatto stesso che si chiamasse innominato….). Poi c’è la parte catttiva del visconte dimezzato di Calvino. E ditemi voi se non è cattiva quella!
    E poi ancora, che dire della cattiveria del monaco cieco del Nome della Rosa? Subdolo e tremendamente cattivo, tanto da non distruggere il libro che non volesse si leggesse, ma da intingerlo di veleno…

    Comunque proprio bella questa idea di discutere sui “cattivi” di sempre… penso che anche io prossimamente dedicherò un post a questo. Il male seduce sempre… e pochi sono quelli che sanno resistergli!

    Un saluto cordiale a tutti
    Andrea Macco

    21 Marzo, 2007 - 13:56
  13. giulio

    Ultimamente viaggio poco con il treno anche perchè la puntualità lascia molto a desiderare.E la cosa che più mi ricorda il viaggio in treno era il servizio militare.Penso che comunque dovrebbe essere il mezzo alternativo all’auto per evitare i problemi delle città. Speriamo che si riesca a dirottare un bel pò del traffico anche pesante per risolvere il problema dell’inquinamento.
    Come cattivo/a della nostra letteratura metterei Giuditta, la protagonista di Bilico di Paola Barbato, perchè ha veramente una mente diabolica.

    21 Marzo, 2007 - 17:02
  14. Luigi Accattoli

    Benvenuto a Giulio! Ad Andrea dico che quanto ai “cattivi” del Manzoni, preferirei il Griso a don Rodrigo. L’Innominato poi mi pare un santo: il vero cattivo deve restare tale fino alla fine. Luigi

    21 Marzo, 2007 - 18:06

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