Uno dei cortei della giornata violenta che abbiamo vissuto a Roma è passato per via Cavour, a 50 metri dalla mia finestra che dà da quella parte. “Siamo tanti e facciamo paura” diceva uno degli slogans gridato con più forza e io, dalla mia finestra, ho avuto paura. Per il tono di quelle grida, che era lo stesso che negli anni 70 intimava: “Celerino basco nero – il tuo posto è il cimitero”. E per i ragazzi di 17 e 18 anni che riempivano quel corteo, ostaggi dei violenti.
“Facciamo paura” gridava il corteo: io l’ho avuta
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http://www.youtube.com/watch?v=21GZTFRLvyk&feature=player_embedded
Luigi: per me è solo l’inizio purtroppo. Siamo una generazione arrabbiata. Quando sempre più giovani se ne renderanno conto, quando proveranno cosa significa una società che crea aspettative e le delude; mentre nel Palazzo nessuno si assume l’onere di rappresentare questa contraddizione, fuori dal Palazzo non resta che la protesta. Vera e seria.
cito:
“E così per tre voti il quarto governo Berlusconi continua a galleggiare. Senza la possibilità di governare il paese, senza la possibilità di riformare alcunché, senza la possibilità di incidere sui destini del paese se non nel prolungamento di un’agonia politica ma anche estetica che sta logorando il paese.È la vittoria di Pirro di un premier che “se ne frega”. Se ne frega del paese, se ne frega della crisi economica e di quella sociale (tanto va tutto bene), se ne frega delle politiche internazionali, se ne frega delle riforme istituzionali che non possono più aspettare, se ne frega del senso di responsabilità e dell’interesse nazionale. Se ne frega di tutto, tranne che della sua personalissima battaglia, della sua crociata, dei suoi conti da chiudere, dei suoi fantasmi e delle sue rivincite.Se ne frega di tutto, il premier, tranne che di questo scontro aspro e frontale che intossica da sedici anni, in un cupo crescendo, la vita pubblica italiana. Felice di aver marchiato a fuoco i traditori, felice di aver dimostrato la sua inutile maggioranza in Parlamento, rosicchiata a suon di compravendite dopo aver conseguito appena due anni e mezzo fa la più ampia vittoria che la nostra Repubblica ricordi. Felice di rimanere aggrappato alla poltrona ancora per un po’, nella malinconica speranza che passi la bufera.Ma la bufera non passa, presidente Berlusconi. Qualche ora in più, qualche giorno in più non serviranno a portare indietro le lancette della storia. Il berlusconismo è comunque finito. E, soprattutto dopo queste ultime brutte giornate, non lascerà un buon ricordo nella memoria degli italiani”. di Filippo Rossi
Evviva ancora il partito dell’amore. Il miglior presidente del consiglio degli ultimi 150 anni. Evviva il bunga bunga. Vai, discepolo, è tutta colpa degli studenti, magari quelli che studiano materie improduttive…
dai, troviamo qualche altro colpevole, discepolo! Scarichiamo ancora!
L’unico conforto della giornata è quello che dicevano le persone in autobus quando oggi pomeriggio tornavo dalla sede del mio ufficio a piazza del popolo.
Non ero affacciato su via cavour ergo non posso dire nulla sul corteo.
Non posso che essere sempre molto perplesso ogni volta che si fanno paragoni con eventi degli anni 70.
Molto, molto perplesso.
Siamo nel 2010.
sono 5 anni che Berlusconi ci dice che la crisi è alle spalle.
I giovani 20-30-40enni non trovano collocazione nel mondo del lavoro.
I 50enni che vengono messi in esubero o licenziati se non vanno in depressione e crollano nell’incubo di perdere mutuo, affetti, non trovano comunque collocazione nel mondo del lavoro.
Il Censis ci dice che persino gli immigrati si sono passati la voce, e alla chetichella molti che cercavano fortuna ritornano al proprio paese.
In un paese a forte componente di anziani, non si riesce nemmeno più a pagare la badante (in nero…)
Un paese che non offre speranza per i giovani, o riscatto lavorativo per chi giovane non è…..
forse è qualche cosa di molto diverso dagli anni 70,
ma anche molto peggio.
Il vuoto di responsabilità politiche fa orrore, sopratutto ogni volta che la TV ripropone gente come D’Alema, gente che ha fallito, e ancora parla.
Un bravo psicologo direbbe che la rabbia comunque deve essere esplicitata e gestita.
Urlare slogan di rabbia forse è una modalità di espressione da accettare, è l’unico diritto che si ha nell’impotenza anche fosse solo percepita.
Ma i violenti da dove venivano?
Da chi erano gestiti?
(questa per me rimane la domanda fondamentale)
No, siete pochi e fate solo ridere. Voi e la vostra ridicola violenza. Voi e il vostro palese disprezzo degli altri. Voi che scimmiottate il ’68, il ’77 e il G8 di Genova del 2001, voi che fate i finti rivoluzionari e siete solo attori di un teatrino che nemmeno capite. Siete una minoranza stupida e rumorosa, che si illude di presentarsi come maggioranza. E non c’è nessuno che vi faccia doverosamente capire che non fate paura a nessuno.
Quest’Italia memoricida dimentica che tutti coloro i quali erano tanti e “facevano paura” negli anni Settanta hanno prodotto “compagni che sbagliavano”, quelli che hanno preso a sprangate in testa Sergio Ramelli, colpevole di essere di destra. Quelli che entravano e sparavano alla meno peggio, quelli che hanno rapito e ucciso Aldo Moro e trucidato gli uomini della sua scorta. Quelli che se è nero sparalo a vista, o è prete o è fascista, cloro al clero e puttanate varie. Quelli che infine, arrivati nella stanza dei bottoni si sono tolti l’eskimo e hanno messo costose cravatte di buona fattura. E magari messo al mondo qualche figlio illuso dalle puttanate che loro stessi hanno scartato nel prendere il posto di chi hanno combattuto. E che altri hanno pagato col dolore.
Siamo tanti e dovete avere paura voi. Voi e le vostre cazzate odiose. Siamo tanti e ci chiamiamo come tutti quelli che avete colpito – rossi e neri – col vostro carnascialesco bailamme. Voi, quelli che avete detto di Pasolini “fascista rosso” perché aveva difeso i poliziotti, loro sì figli del popolo.
Una volta agli esami di maturità hanno dato un tema dal titolo: “Il sonno della ragione genera mostri”. Mi sembra che fosse ministro della Pubblica Istruzione Spadolini.
Hai ragione Luigi; e bisogna essere molto vigilanti…x non lasciare i nostri giovani “ostaggi dei violenti”…sperando che nessuno ci giochi sporco, come purtroppo la nostra storia ci ha rivelato molte volte. Dal Berlusconi mi aspetto assolutamente di tutto, ma proprio di tutto: al peggio x lui non c’e’ assolutamente limite. D’altronde il regno della menzogna ha sempre funzionato cosi’.
Mi ricordo Antonella…mi ricordo di quel titolo…: e ce lo vogliamo dire come si e’ dato “l’addormentamento…” della ragione di queste ultime generazioni?…Vogliamo descrivere -come adulti- che “mostri” abbiamo generato…?
Marco, di chi è figlia quella violenza?
Ma la risposta è semplice; è figlia del disagio.
Di fronte al disagio la reazione più comune è quella di arrabbiarso e volere spaccare tutto. Quante volte io stessa avrei voluto spaccare tutto.
Quando poi il disagio aggrega tante persone, allora scatta la psicologia del branco; il branco moltiplica il coraggio, moltiplica l’aggressività.
Di che disagio si tratta?
La stragrande maggioranza dei giovai, e non solo giovani non si riconosce in questa società, in questa politica, in questa economia, in questo governo.
Vogliono un mondo migliore, come d’altra parte lo vorrei io e lo vorrebbero tutti.
Ma le ideologie sono crollate, assieme ai loro miti e alle loro utopie. E’ crollata l’ideologia comunista, è crollata quella fascista, e sta perdendo colpi anche quella democratica.
I giovani italiani d’oggi vivono in una società vecchia e spenta; le generazioni precedenti si sono arraffate tutto l’arraffabile e hanno lasciato loro le briciole, che oggi vengono difese con i denti.
L’Italia è vecchia, l’Italia è stanca; stanca di parole, stanca di liti, stanca di promesse non mantenute, stanca d’invecchiare.
Basta andare in Cina un mesetto, come è capitato a me per comprendere fino in fondo, questa situazione confrontata con l’ecomia di quelle parti, così viva, giovane, frizzante, impregnata di ottimismo.
Cosa accadrà.
L’Italia morirà di morte naturale e lenta, perché nessuno si preoccuperà di staccarle la spina. Una morte che non sarà indolore, perché, si sa, con le tasche vuote e lo stomaco che brontola, il disagio cresce, come la violenza d’altra parte.
Sono catastrofista o realista? Staremo a vedere.
Ma chi crede che il risultato politico di ieri abbia un significato, rappresenti un’occasione perduta di cambiamento, sul medo lungo termine intendo, è un povero illuso.
Il problema di questo paese non è solo Berlusconi. Il problema siamo noi!
Caro Mattalr non hai capito che io non cerco nessun colpevole.. mi limito a osservare la realtà che mi circonda.. è questa realtà che è problematica nel senso che non sempre i buoni stanno da una parte e i cattivi tutti dall’altra come nei film e come ci vuol far creder il “politically correct”.
ecco qui un’altra notizia su cui riflettere non per cercare il colpevole , ma
per discutere e riflettere:
http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/12/14/news/l_asilo_multietnico_niente_natale_e_i_genitori_presentano_un_ricorso-10208866/?ref=HRER2-1
Aggiungo che per me non vi sono colpevoli ma solo idee sbagliate e ideologie scorrette che strumentalizzano la gente, e che come negli anni di piombo fanno come prime vittime proprio quelli che vengono considerati colpevoli,
i ragazzi violenti degli scontri a Roma che favevano paura a Luigi sono loro stessi delle vittime.
Ii colpevoli ,se ci sono, sono i cattivi maetsri , gli intellettuali e gli ideologhi che fanno passare come giuste idee come queste:.
-attaccare la polizia è un giusto gesto di ribellione e di protesta, spaccare tutto è il giusto modo per far sentire la propria voce
-non cantare i canti cristiani di Natale all’Asilo è un giusto gesto di tolleranza e multietnicità, cantarli sarebbe razzista e integralista.
Io non sono d’accordo con queste due idee, tu forse si??
Per favore, evitiamo di strumentalizzare il Natale!
Non facciamolo diventare motivo di astio e divisione.
Basta con le crociate!
Ritorna la violenza, ciclicamente, come una maledizione. Trasuda come veleno da un corpo malato e la si ritrova dappertutto, perfino nel civilissimo blog di Luigi Accattoli. Chi se ne serve per far valere le proprie ragioni ne è moralmente responsabile. Ma esiste anche una responsabilità politica, storica direi. Forse è questa la colpa più grande del nostro Presidente, di avere spalancato le porte della divisione e dell’odio pensando di poterli comunque controllare. E se i delinquenti che cavalcano il dolore, reale, degli italiani risponderanno alla giustizia delle loro azioni violente, Silvio Berlusconi sarà giudicato, per quella violenza e per quel dolore, dal tribunale della Storia.
@Leopoldo
Non pensa che commenti come il suo che puntano l’indice sul compevole, che invocano il giudizio della storia, chiariscano ben poco, creino anzi confusione e piuttosto soffino sul fuoco sulla violenza, alimentandolo?
Dopo tutto quello che abbiamo visto, vissuto in Italia in questi ultimi 30/40 anni, mi tocca ancora leggere commenti da animebelle tipo Leopoldo, (circa discepolo preferisco lasciar perdere) dove la violenza diventa una forza mistica che la storia giudichera’…
Aspetta e spera…che l’ora s’avvicina! Poveri noi…
La comprensione dei fatti. Dialogo in autobus, sul 309.
Donna nr1: “Sti studenti, signora mia, hanno distrutto Roma. In Corso Francia hanno capovolto 150 macchine e gli hanno dato fuoco, una affianco alle altre, come un muro”
La sottoscritta: “No, signora, ma che dice…”
Donna nr2: “E’ vero, c’ha ragione la ragazza. No, nun so stati gli studenti ma i cosi, i cosi…come se chiameno?”
Donna nr3: “Ah si si, è vero, noi a Roma li chiamamo i Cobas, si so’ stati loro. …Ma volete ribellavve? Sapeteve ribbellà”
elsa.F, probabilmente non mi sono espresso come avrei voluto. Mettiamola così: io penso che la politica di questo governo non abbia fatto nulla per contenere, anzi abbia alimentato le spinte all’insicurezza, alla reciproca diffidenza, alla divisione e, sì, alla violenza che la crisi e la globalizzazione hanno contribuito a determinare; penso anche che Silvio Berlusconi, nel bene e nel male, abbia fatto la storia recente di questo Paese e che per questo il suo agire sarà oggetto di giudizio anche negli anni avvenire. Tutto qui.
elsa.F,
noi ce la faremo!
Quando sarà chiaro che non c’è nulla da perdere, saranno distrutti e scrostati gli interessi.
Tutti insieme famo paura!!!
Ma io non voglio fare paura.
Nemmeno io. E’ ridicolo dire: siamo tanti, facciamo paura. O anche: siamo tanti, dunque abbiamo ragione. Fesserie. Sono tanti, ma non hanno un’idea.
La grande lezione degli anni ’70 vale ancora oggi: solo rispettando la democrazia si va avanti: la violenza, specialmente se politicizzata, non porta a nulla. Che poi tanti di quegli idioti o assassini dei Settanta oggi siano fuori tra premi e permessi di vario genere è altro affare.
Ripeto: la questione è avere un’idea e lottare per essa con le armi della democrazia. Sfasciare tutto perché strumentalizzati non mi interessa. La verità è già stata detta da De Gaulle agli studenti nel ’68: riforme sì, casino no. Per questo lì il ’68 è durato solo tre mesi. Ma noi, evidentemente, manchiamo di un De Gaulle…
@tonizzo Ma noi, evidentemente, manchiamo di un De Gaulle…
O forse manchiamo di milioni di persone con una coscienza civile che faccia comprendere la differenza fra bene comune e interesse personale.
E’ fonamentalmente per questo che la situazione in Italia è ingessata e non si può muovere un dito senza muovere un putiferio!
Si ma quella era la Francia e questa è l’Italia che De Gaulle così defini: “L’Italia, non è un paese povero, ma un povero paese”.
E, passato mezzo secolo, così è rimasto, il paese.
Cara discepolo, sarà bello quando un giorno accrediterai ai tuoi interlocutori la stessa fiducia che hai in te stessa e risponderai per quello che dicono e non per quello che tu credi che pensino o per i collegamenti pieni di diffidenza nei confronti del mondo e comunque molto spesso pregiudiziali. Mi spieghi che c’entra l’asilo, con i tafferugli romani?
Non ho remore a condividere con te il disagio nei confronti delle scelte di annichilamento del significato del Natale. Che nesso c’è tra le due cose è inspiegabile. Esprimo e manifesto costantemente lo stesso tuo disagio nella scuola che frequento e in tutte le sedi dove a questo riguardo vengo interpellato. Ma stavamo parlando di altro…
Caro Luigi,
il punto è che nessuno si incarica di far emergere le contraddizioni presenti nella società e prospettare soluzioni che ne rappresentino il superamento e dunque l’evoluzione e lo sviluppo. Questa è ad esempio la ragione delle contestazioni a Bonanni.
Lo slogan “insieme famo paura” indica lo spirito di unità che ci tiene insieme e il fatto che insieme manifestiamo il nostro potere, il nostro numero e la nostra rabbia. Di questo il Palazzo deve avere paura, in quanto se si prosegue sulla strada della deformazione-mistificazione propagandistica del reale e su quella di una politica ultra-personalista in cui le idee non contano perché non ci sono e ciò che unisce è l’interesse materiale-elettorale, dunque una politica che diviene puro comitato d’affari; il popolo vero, il popolo giovane e pensante, derubato ma ancora cosciente, non può fare altro che utilizzare sé stesso in una lotta che mira a difendere la propria dignità.
Per ora la lotta ha il fine di difendere il misero esistente che resta comunque meglio del futuro prospettato. Più in là nascerà una critica scientifica e precisa dei meccanismi mediatici con cui il Palazzo controlla le coscienze e le opinioni e sarà fatta un’analisi capace di smascherare l’assurdità di una società il cui unico fine è il profitto proponendo idee di vita buona, serena, di lavoro e del suo significato. Concorderà infatti che un partito politico serio dovrebbe aggregare persone intorno a idee o ideali, non interessi elettorali.
Nel frattempo, se le istanze presentate saranno derise e rifiutate in blocco con presuntuosa arroganza non resterà che incutere timore per esercitare una pressione affinché chi è stato incaricato di amministrare la res publica si attenga al suo dovere.
Impaurire per farsi ascoltare e rispettare. Una logica che talvolta purtroppo diviene necessaria.
Chi usa la violenza nelle piazze per intimidire (contro Bonanni o chiunque altro) sbaglia sempre e comunque, e va condannato senza “se” e senza “ma”. Altrimenti torniamo ai tempi dei “compagni che sbagliano”…
A me il fanatismo della piazza (quella che osanna Berlusconi e quella che lancia grida di odio contro chi la pensa diversamente) non è mai piaciuto. E in questo clima di contrapposizione violenta rivendico il diritto di essere “centrista” e di vivere in una società in cui nessuno deve incutere paura all’altro.
Savigni, quando si comprime/emargina/ schiaccia il dissenso, il quale si manifesta anche con forme ed espressioni moderate, questo dissenso propaga in rabbia. E a sua volta la compressione del pensiero altrui mostra il suo vero volto, quello della violenta repressione.
Nessuna forma di violenza è giustificabile, ma a volte se ne intravedono le radici. E la tutela della libertà di pensiero e di espressione, in particolare il pensiero diverso e alternativo, è una delle responsabilità più grandi che ha il potere costituito e istituzionale. Finora questo è assai carente, non solo in Russia, dove si uccide fisicamente, ma anche qui da noi, dove lo si fa con la morte “civile” e si vuole ridurre all’obbedienza chi non la pensa come il capo con espulsioni ed epurazioni.
Ciao Raffaele.
Leggendoti, ho nutrito il dubbio che tu sia stato giovane.
Io vivo con i piedi sulle strade della città di Roma,
tante persone faticano,
tanti a 35 anni hanno lavori senza contratto a 600€ mensili,
che ci vuoi mettere su famiglia?
Più che limonare, non ci puoi nemmeno scopare che se la tua ragazza rimane incinta con che fai vivere il pupo con la caritas?
Certo si raccomanda il preservativo!
Chi ha studiato tanto, laureato, e tutto quello studio? a puttane.
Perchè si dovrebbe arrabbiare?
Che non se la prenda con gli altri,
che si incazzi con se stesso se il capo del governo invita a sposarsi uno ricco per sistemarsi,
insomma,
se uno vive una vita precaria,
beh!
si suicidi
ma non rompa il cazzo agli altri.
Nella storia da sempre la violenza irrompe come una patologia quando una società non sta funzionando e produce ingiustizia.
Ma sì.
Chissenefrega,
cazzi loro,
io sto bene,
adesso me ne vado in pensione,
e adesso lottino gli altri per sopravvivere,
ma non facciano rumore.
Io me ne vado in campagna,
fuori da questa città del cavolo.
Ma quella notte stessa….
raggiunse Lazzaro…..
“Ma volete ribellavve? Sapeteve ribbellà” è lucido e geniale.
E come si dice dalle mie parti, “L’è mò lè”, sta lì il problema. Immenso.
Mattlar: condivido il tuo intervento delle 19:38 (e non per prendermela con discepolo). Si sta parlando di cose diverse; e se fossi parte di quell’asilo mi vedresti interessato a cercare di rispettare e di essere rispettato; xe’ anche a me non va giu’ che mi vengano a dire dal Bangladesh o dal Marocco cosa e’ il Natale qui in Italia e come devo celebrarlo.
Qui il problema e’ chiaramente un’altro. Davvero mi fa incazzare questo qualunquismo, superficiale che si usa x nascondere la luna con un dito. Che pena.
P.S. “È il presidente della Cei, Card. Angelo Bagnasco, a suggerire che il voto di martedì in Parlamento ha espresso «un desiderio di governabilità in modo chiaro e democratico». «Ripetutamente, gli italiani si sono espressi con un desiderio di governabilità – ha detto – e quindi questa volontà, questo desiderio ESPRESSO IN MODO CHIARO E DEMOCRATICO, deve essere da tutti rispettato e da tutti perseguito con buona volontà e onestà»…
Vedete che anche il relativismo ha i suoi vantaggi? Basta contestualizzarlo…! La compra delle vacche e la prostituzione eretta a sistema governativo esprime in modo chiaro e democratico la volonta’ del popolo! Evviva! Bravo il nostro Bagnasco! Evviva! Forse la nota gliel’ha scritta Fisichella. Magari glielo puo’ spiegare anche al papa, come funziona il relativismo cattolico.
Elsa, Nino: vi quoto.
” P.S. “È il presidente della Cei, Card. Angelo Bagnasco, a suggerire che il voto di martedì in Parlamento ha espresso «un desiderio di governabilità in modo chiaro e democratico».”
——-
Frase storica, leggermete lapalissiana, ma detta mentre si aggiustava i gemelli ai polsini.
Ha il suo peso!
—-
Hai tempi.degli anni 70, qualcuno disse :
“Scortata da una staffetta di carabinieri motociclisti, giunse su piazza Montecitorio, un’auto blu.
Il commesso del palazzo aprì la portiera ma non uscì nessuno.
Si sopetta fosse Tanassi”.
Tutti e 23 gli studenti arrestati per le violenze di Roma sono stati rilasciati.
Come da copione invece è stata aperta un inchiesta contro un poliziotto reo di aver “schiacciato” un manifestante.
Già Pasolini, tanti anni fa , aveva denunciato l’inquietante paradosso dei figli dei borghesi che spaccano tutto, certi dell’ impunità e dei poliziotti ,figli di proletari, che devono difendere e difendersi e sono sempre i capri espiatori.
Pasolini osò dire che lui stava coi poliziotti. Oggi non osa dirlo più nessuno.
A proposito del disagio sociale da cui nascerebbe la rabbia di tanti giovani (e meno giovani), che esista ho pochi dubbi, ma che sia il vero motore della scelta di violenza (che ieri Exit su La7 ha ben mostrato, facendo vedere chi – oltre agli studenti – partecipa alle assemblee che preparano l’azione) ho qualche fondato dubbio. Così dopo la liberazione preticamente di tutti i fermati disposta dal Tribunale di Roma vedo nomi e cognomi che indicano evidente disagio sociale, per esempio, quello del giovane Martino Reviglio Della Veneria (ça va sans dire!), o magari quello di Mario Miliucci:
” 32 anni, è l’unico dei giovani fermati martedì per cui è stata applicata una misura cautelare “effettiva”. Dovrà rimanere agli arresti domiciliari, almeno fino a giovedì 23 dicembre, giorno in cui è stata rinviata l’udienza. E’ accusato di resistenza aggravata e danneggiamento aggravato. A lui è attribuito l’uso tre pietre da 2,5 chili l’una. Lavoratore, nessun precedente, è il figlio dell’avvocato Simonetta Crisci, che lo ha anche difeso oggi, davanti ai giudici. Suo padre è Vincenzo Miliucci, uno dei nomi storici dell’autonomia operaia romana. E’ rimasto fuori dall’aula, con una sciarpa rossa intorno al collo. “Mio figlio è un ragazzo tranquillo, lo chiamano `l’inglese’ per i suoi modi, per la sua gentilezza – ha spiegato la penalista – lo accusano di aver imbrattato con dello spray la filiale di una banca e, dicono, di averlo fermato con tre grosse pietre addosso”. (citazione da Tiscali.it)
Non voglio ripetere quanto altri hanno ricordato, ma le parole di Pasolini dopo Valle Giulia erano valide allora e restano valide oggi.
Hai ragione Gerry. Ma penso anche che hai l’eta’ sufficiente x capire e cercare di vedere “tutto” il quadro… Non c’e’ niente da giustificare; c’e’ solo da dire che su questa situazione c’e’ gente che ci ha campato, ci campa e non ha ancora finito. E sia chiaro che non mi riferisco solo ai fascisti.
Questo e’ solo un esempio:
“Resistenza a pubblico ufficiale” è il reato contestato ai 23 arrestati a Roma scarcerati in attesa di giudizio, -l’atto che ha provocato la severa e indignata reazione del Sindaco Gianni “Agenzia di Collocamento Famigliari e Affini” Alemanno. Ma è lo stesso Alemanno che scontò 8 mesi di carcere a Rebibbia sotto l’accusa di avere lanciato una Molotov proprio a Roma nel 1982 contro l’ambasciata sovietica, dalla quale fu successivamente assolto? E la “resistenza a pubblico ufficiale” non è lo stesso reato per il quale fu condannato in via definitiva dalla Cassazione tale Maroni Roberto detto “Bobo”, nel 2004, oggi incaricato di proteggere quei pubblici ufficiali ai quali opponeva illegale resistenza? Si nasce incendiari e si muore pompieri, anzi, capi dei pompieri.” (Zucconi)
Gerry si sbaglia,
io sono figlio di un’operaia e di un impiegato. Sono tra i manifestanti.
Pasolini è stato un uomo di cultura, su alcune cose si è rivelato un profeta ma non è la verità personificata. La sua fine rivela le sue bassezze e debolezze, anche peggiori di quelle di tanti altri uomini.
In ogni caso il pensiero di Pasolini non può essere strumentalizzato in base alla convenienza per apparire laici e aperti, in realtà attuando una strategia retorica. Il pensiero di Pasolini va studiato, analizzato, accolto o criticato nel suo complesso. Mi diverte molto vedere come venga citato dai movimenti pro-vita per la sua contrarietà all’aborto e poi censurato per quanto riguarda il pensiero su autorità, gerarchia, Vaticano…
Mi diverte ma mi fa anche arrabbiare.
Oggi le condizioni sono diverse da allora.
Inoltre basta osservare i tanti video presenti in rete per rendersi conto di come operano i poliziotti. Basta pensare ad Aldrovandi, Cucchi o Uva per capire come mai quando ad esser preso è il celerino o il finanziere gli si riservi lo stesso trattamento che i suoi camerati riservano allo studente preso a caso durante una carica di “alleggerimento”.
Noi non abbiamo autorità: Marx, Gramsci, Nietzsche, Adorno, Pasolini, Saviano… Interessanti ma non sono i nostri capi o i nostri punti di riferimento.
Forse Bobbio, Camus, Sartre, Cristo, Kierkegaard, Kant ci possono insegnare qualcosa di utile alla nostra esistenza e alla nostra rivolta. Il resto è solo chiacchera di chi sta seduto al caldo, ben stipendiato e ci dice che dobbiamo essere flessibili. Lui però non si leva mai dalle scatole e come lo stronzo, galleggia su qualsiasi acqua.
A noi interessa creare le basi per una società egualitaria nelle opportunità, giusta e dove sia possibile essere felici.
O ci si tiene in considerazione o cominciamo a fare paura davvero.
“Ma è lo stesso Alemanno che scontò 8 mesi di carcere a Rebibbia sotto l’accusa di avere lanciato una Molotov proprio a Roma nel 1982 contro l’ambasciata sovietica, dalla quale fu successivamente assolto? E la “resistenza a pubblico ufficiale” non è lo stesso reato per il quale fu condannato in via definitiva dalla Cassazione tale Maroni Roberto detto “Bobo”, nel 2004, oggi incaricato di proteggere quei pubblici ufficiali ai quali opponeva illegale resistenza? Si nasce incendiari e si muore pompieri, anzi, capi dei pompieri.” (Zucconi)
…..
La Russa da Santoro, ieri, invece non si commenta…vorrei ricordare, come ha fatto Di Pietro, che l’iracondo Ignazio ha brandito il manganello, in passato, contro i poliziotti che ieri tentava retoricamente di difendere. Eppure, solo pochi giorni prima c’era stata la manifestazione delle Forze dell’Ordine per via dei tagli alla sicurezza ma, questo, sembra essere solo un dettaglio per i pacifici pacifisti dell’ultima ora
Io mi rifiuto di schierarmi pregiudizialmente a favore dei poliziotti o dei manifestanti. Chui usa la violenza è da condannare SEMPRE: sia un celerino che si comporta come quelli di Genova, sia un manifestante. So bene che ci sono molti provocatori che cercano lo scontro per poi “incassare” un risultato politico, mentre qualcuno che in buonafede va a manifestare in modo non violento (magari solo un po’ imprudente) finisce magari per trovarsi nei guai, come il Renzo manzoniano nel tumulto di Milano.
Io mi fido della Magistratura più che di Maroni o dei leaders alla Vendola.E credo che un po’ di saggezza e di equilibrio non guasti, anche se capisco che i giovani che non riescono a trovare un lavoro e sono le prime vittime delle “manovre” governative hamnno qualche motivo per arrabbiarsi. Ma dovrebbero prensdersela un po’, oltre che con Berlusconi e i profittatori di regime, anche con certi ex sessantottini che si sono costruiti una carriera sulle spalle degli altri, scagliando il sasso per poi nascondere la mano e lasciare che pagassero altri.
Tra i farabutti metterei in primo luogo persone come Scilipoti, che si sono inserite nella lista di Di Pietro, l’antiberlusconiano per eccellenza, per poi tradirlo e passare col vincitore. Non è la prima volta che capita,. è almeno la terza. A questo punto mi viene da pensare che Di Pietro sia alquanto “cogliopne” nello scegliersi i suoi compagni di strada…
@raffaele.savigni
In ogni caso citare il peccate o non il peccatore credo sia una forma di civiltà oltre che di educazione.
Che Marco ritenga me in errore fa parte dell’ovvio, come anche che definisca “celerini” e “camerati” i poliziotti o i finanzieri. Meno ovvio è che voglia fare paura e ritenga di farla. A chi? A me, che martedì son dovuto arrivare presto e uscire tardi, lavorando nel cuore della zona rossa? A Luigi che guarda dalla finestra? A Berlusconi e magari a Scilipoti? A Cameron, o magari ad Obama? All’FMI o magari alla BCE? Ai nuovi miliardari, che aumentano ogni giorno a Shangai, in nome del sincretismo capital-marxista?
Ai nostalgici della rivoluzione permante io chiederei di essere chiari in primo luogo con sè stessi, non è con le semplificazioni e gli slogan di un ’68 eternamente nel mito che la nuova generazione (che sicuramente avrà meno di noi) potrà avere maggiori speranze. Economiche e di vita, intendo.
Ma che rivoluzione permanente del cavolo? Quei quattro cretini sfasciatutto sarebbero da mandare a pulire i cessi pubblici di Roma x tre anni, tutti i giorni. Gratis.
E questo non ha niente a che fare con la rivoluzione permanente. Qui abbiamo una depressione permanente che si cerca di curare con sfondi azzurri, terapie dell’ottimismo, e battute sulla virilita’… Ma Gerry: vallo a dire ai disoccupati che aumentano e aumentano (metre cresce, anche se di poco il pl e cala sempre l’occupazione); vallo a dire a quelli che sono in cassa integraz. da due anni e che ormai hanno perso tutte le speranze…di avere un posto di lavoro decente, xe’ molti di loro sono sui 50 anni o piu’. Ma come si fa a non incazzarsi?
Anche quello che ancora parla di “dialogo perseguito con buona volonta’ e onesta’”. Con chi? con Berlusconi? Buona volonta’ e onesta’?…..Basta, basta per carita’.
Ma non se ne puo’ piu’…altro che rivoluzione permanente! Svegliamoci!!!!!!
Per quanti citano Zucconi a proposito di Alemanno: non capisco come l’essersi fatto 8 mesi di galera per una falsa accusa, quindi da innocente, possa diventare un argomento per contestargli il diritto di dire la sua su azioni violente effettivamente compiute.
Mabuhay, è questo il punto: cosa significa svegliarsi? Quali sono le ricette? In Grecia – la nazione occidentale dove il disagio è maggiore e gli scontri sono quotidiani – al potere c’è il la sinistra (non trozkista o anarchica, che lì non è residuale) e, ripeto, quali sono le ricette?
Lo capisco benissimo il disagio di tanti (e sono preoccupato – molto – per il futuro dei miei figli di 18 e 20 anni), ma il fatto è che di fronte a una crisi che non solo è mondiale, che non è temporanea come quelle che l’hanno preceduta, ma di sistema le soluzioni in campo sono solo balbettii e le differenze vere tra le varie forze politiche nazionali sono piccole, troppo piccole. C’è stato – e continua – uno slittamento e un indebolimento di tutto il mondo che consideravamo forte, avanzato tecnologicamente (e non solo) e non c’è un nuovo equilibrio, l’unica cosa sicura è che le risorse disponibili non bastano e tanto meno basteranno nel futuro prevedibile. Essere consapevoli è necessario, ma di cosa? Che nel nostro mondo non c’è più un vero responsabile politico (da osannare o da abbattere poco importa) e chi “sembra” avere la responsabilità del “potere” in realtà ne ha solo una frazione, sempre più piccola perchè gli spazi che ha sono ristretti ed erosi da limiti imposti da organizzazioni internazionali, pubbliche e private, anonime o quasi, da stanze di compensazione di transazioni e interessi nelle quali le aspettative e le speranze di tanti uomini in carne ed ossa, di donne e ragazzi preoccupati del domani non hanno praticamente alcun valore? In questo quadro continuare a parlare di Berlusconi è semplicemente ridicolo: è qualcosa in più (mettiamola così) che rende tipico il nostro bel paese e il suo noto folklore, ma che ben poco incide nella realtà dei rapporti.
La riforma Gelmini: ma a parte qualche riverniciatura sul merito, vi pare che incida sulla concretezza del diritto allo studio più o meno di quella del governo britannico che triplica le tasse universitarie, sicché i giovani che si indebiteranno per poter studiare dovranno passare buona parte della loro futura vita professionale (se l’avranno) a ripagare i debiti contratti? Dove vedete politiche diverse, forse a Madrid o a Lisbona?
Mi rendo conto che analizzare è più facile che proporre una sintesi ed una terapia, ma mi sembra che si perda tempo ed energie parlando del nulla, proprio del nulla, quando il dramma è a monte, nell’irresponsabilità di chi davvero regge le sorti del mondo, e non sta né a Palazzo Chigi (tanto meno a Montecitorio) e per certi versi neppure alla Casa Bianca.
@adriano: si, si, a parte la solita nenia dell’indignazione politicamente corretta (per la serie “senza se e senza ma”) dalla quale non si può dissentire altrimenti, capirete, si è tacciati di essere dei centro-social-delinquenti (mi ricorda tanto quelli che ti chiamano antisemita se provi a dire che il modo in cui gli israeliani trattano i palestinesi è semplicemente scandaloso), vorrei segnalare che ogni rivoluzione, contestazione ecc. è connotata dall’escandescenza, dall’esagerazione, tant’è vero che tutte le pacifiche ed educate manifestazioni studentesche e operaie precedenti non hanno sortito alcun effetto sulla nostra classe politica dirigente. Quanto a quel giorno, mentre in strada Roma guardava sbigottita quanto stava accadendo, dentro il palazzo del potere si cantava la vittoria. Peccato che il giubilo avesse note differenti e che si sovrastavano a vicenda: i berlusconiani intonando l’inno di Mameli e i leghisti Và, Pensiero. Alla faccia della sbandierata unità e condivisione dei valori.
p.s. Il 29 maggio 1989 Gianni Alemanno fu arrestato, a Nettuno, per resistenza aggravata a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, tentato blocco di corteo ufficiale e lesione ai danni di due poliziotti, in occasione della visita del Presidente degli Stati Uniti d’America Geroge H. W. Bush, al cimitero di guerra americano. Fu scarcerato pochi giorni dopo. Verrà poi prosciolto.
MariaElena … appunto !!!chi fa come Gianni Alemanno (resistenza a pubblico ufficile, manifestazione non autorizzata tentato blocco di corteo ufficile… )è un fascista..
Ma la cosa assurda è che se lo fa Gianni Alemanno allora è un fascista se lo fanno gli studenti allora per molti è giusto,ed encomiabile!!!
questo si chiama doppiopesismo, o se no come lo chiami tu?
se la stessa identica , medesima azione lo fa uno di sinistra è scusabile o addirittura giusta, se lo fa uno di destra è esecrabile.
dal punto di vista razionale questa si chiama : partigianeria, faziosità, divisione fra bande, guelfi e ghibellini…
nulla di nuovo sotto il sole . Mi sembra Leonardo h a detto se leggessimo la Divina commedia tutti i giorni capiremmo molto dell’attualità.
per me i violenti sono sempre violenti, bestiali, inumani , stupidi , qualunque siano le loro idee politiche anche se queste idee fossero giustissime.
a parte che penso che i teppisti che hanno messo a fuoco Roma di idee ne abbiano pochine, sono uomini d’azione, tutti muscoli e niente cervello….
Per Luigi accattoli che ama le scritte murali segnalo :
Corso Italia , Milano
sul palazzo della ASL di Milano .
” L’inverno è freddo soffiamo sul fuoco”
“PD=PDL. Non vogliamo essere governati”
Sul palazzo accanto.
“Siamo stufi delle vostre spiegazioni”
Sul palazzo accanto
“Cazzo studi? Scendi in piazza”
Sul palazzo accanto
“questa crisi ve la faremo pagare”
per finire non posso non segnalare la( a suo modo) geniale scritta degli
anarchici.
SPACCA
COSE
A
CASO
col la A cerchiata di anarchia,
E’ una specie di minipoesia come “mi illumino d’immenso”
inoltre da notare il gioco di parole fra “cose” e “caso”
non posso però non pensare come sarebbe bello se qualche giovane anarchico , creativo ed estroso , invece di spaccare cose a caso dicesse
costruisco
cose
a
caso
e infondesse tutta l’energia distruttiva in una energia costruttiva.. come i grandi artisti…come Rimbaud, Artaud, Stravinskij, Majakowskij, Dalì, Picasso
Gerry,
non è vero che io penso sempre che lei sia in errore.
La sua analisi è interessante. Il punto però è questo: QUINDI? Che si fa?
Io non mi nascondo dietro filastrocche inutili che saprei ben recitare, c’è la violenza dei facinorosi nelle manifestazioni ma c’è la violenza subdola dei mass-media mistificatori della realtà e quella arrogante della politica che non da risposte e non si prende la briga di portare in Parlamento le contraddizioni di questo sistema.
Per me quindi ONORE agli uomini che hanno il coraggio di stare in prima linea e farsi massacrare di bastonate, calci, stritolamenti di palle nel malaugurato caso venissero acciuffati dai poliziotti.
Il ’68 non ha nulla a che vedere. Mi sembra di averlo spiegato.
A volte pare che Luigi lo faccia apposta ad avviare certe discussioni, per tirare fuori il peggio di noi. Pier Paolo Pasolini? Noi facciamo parte della razza che più detestava.
Discepolo, non mi sembra di aver detto che se gli studenti spaccano tutto è lecito e se lo fa Alemanno no. Ho detto altro. E cioè che non si accettano lezioni di moralità da chi è caduto negli stessi errori soprattutto se quegli errori non sono mai stati riconosciuti dall’autore come tali e per i quali non si è mai chiesto scusa. A parte questo, la rivoluzione deve far rumore. Per definizione ed essenza.
prof. Viola (docente di Storia Moderna all’Università di Palermo): “La rivoluzione propriamente detta equivale al ritorno a una libertà antica o presunta, e deve scatenarsi in violenza. Per questo si preferisce usare la metafora planetaria per simboleggiarla” – rivoluzione, appunto -, “significante il ritorno di un pianeta al suo punto di partenza”.
Robespierre aveva compreso che il successo della rivoluzione esigeva la distruzione del vecchio regime. Anche con la violenza, se questo fosse stato necessario. Impossibile, per lui, attuare “una rivoluzione senza rivoluzione” (5 novembre 1792) quindi sarebbe assurdo, sosteneva sempre Robespierre, meravigliarsi di fronte allo scompiglio dell’ordine pubblico. Certo, il pericolo è di vedersi sospese le garanzie giuridiche che, in tempi diversi, tutelano i diritti dell’uomo inteso anche come cittadino (la libertà di stampa ne è un esempio fin troppo facile).
In altri termini, “La forza viene usata per evitare il crimine”, diceva. Crimine che evidentemente si consuma altrove.
p.s. ovvio che sarrebbe bellissimo fare una rivoluzione senza violenza ma ad oggi non mi sembra siano pervenuti esempi validi
W l’Incorruttibile!
W Saint-Just!!!
“Io disdegno la polvere di cui sono fatto e che vi parla; si potrà perseguitare e uccidere questa polvere, ma sfido a strapparmi la vita indipendente che mi sono dato nei secoli e nei cieli”.
@Mariangela
Mi stupisci!
Gesù di Nazareth ha fatto la più grande delle rivoluzioni salendo in croce da innocente. L’uomo delle beatitudini che realizza il Magnifica riscattando i poveri. i deboli, gli umili, i miti, i puri di cuori, gli operatori di pace, i martiri della giustizia.
Gandhi!
Il “piccolo grande uomo”, riesce con le sue sole forze, a sconfiggere il potente Impero britannico e a realizzare il suo grande sogno dell’indipendenza per il suo paese. Come? Con la forza sbalorditiva della nonviolenza, del boicottaggio pacifico, della resistenza passiva e della ricerca della Verità.
Discepolo/MC
“Ma la cosa assurda è che se lo fa Gianni Alemanno allora è un fascista se lo fanno gli studenti allora per molti è giusto,ed encomiabile!!!”
—
A prescindere chi fa cosa e come lo fa ho l’ha fatto.
L’ipotesi che prospetti circa l’Alè-Manno è del tutto insussistente.
Lui è nato, cresciuto e pasciuto Fascista.
Non è fascista perchè lo avrebbe fatto, ma tutto quello che ha fatto e che fa oggi è in quanto fascista.
Infatti la prima mossa che ha fatto appena insediatosi a sindaco di Roma,
è stato l’aver messo a capo di istituzioni pubbliche municipali, non solo ex ma nazifascisti e naziskin tutt’ora in attività.
Chiaro?
Io parlo di persone e cose che ho visto con i miei occhi.
Di quel moderato di La Russa non ho visto, quindi taccio.
@elsa.F
se il bene avesse vinto, Gesù non sarebbe mai salito su quella croce. Di piccoli uomini ne vedo ancora a migliaia/milioni nel tempio. L’avarizia, la fame di potere, la schiavitù, la povertà, la cancellazione dei diritti umani, il denaro prima di tutto..sono cose che vedo ogni giorno, ogni giorno, ogni santissimo giorno. Scendendo in strada. Posso augurarmi che venga il tempo in cui Gesù avrà vinto davvero ma, ad oggi, in tutta sincerità, non mi sembra che l’uomo abbia così tanto RIVOLUZIONATO il suo cuore dopo la morte di Cristo. Bello crederlo ma ti sfido a smentirmi.
India, Gandhi? La storia è un tantino diversa da come la presenti, sai. Alle proclamazioni di disobbedienza civile lanciate da Gandhi contro l’Impero Britannico e le sue tasse ha fatto seguito un’ondata di violenza cruenta. Morirono manifestanti. Morirono poliziotti. Gandhi fu obbligato a riflettere per aver in qualche modo incitato la folla. Il concetto di “non violenza” (sciopero della fame) nacque solo allora.
A proposito, ti faccio una domanda: ma lo sai che alla Sapienza gli studenti di quella che una volta era la facoltà di Studi Orientali (all’improvviso incamerata da Lettere) stanno facendo lo sciopero della fame? Non mi pare che ai giornali e alla TV interessi granché. Vediamo cosa riusciranno a RIVOLUZIONARE con questo loro pacifico gesto. Ne riparleremo qui.
Mariaelena (no Mariangela)
Trovo pericoloso quanto dice Maria Elena, in particolare quando cita Robespierre e sembra legittimare una rivoluzione violenta (il Terrore, ricordiamolo, fece in pochi mesi più vittime che la monarchia assoluta in un secolo).
Cerchiamo di controllare il linguaggio.E ricordiamo che TUTTE le rivoluzioni si sono trasformate in bagni di sangue ed hanno fatto moltissime vittime tra gli stessi promotori (Robespierre fa ghigliottinare Danton e tanti altri; Stalin fa uccidere Trotzkj ecc.). Provate a leggere “La fattoria degli animali” di Orwell, cari rivoluzionari!
@Mariaelena
non ho capito bene se la tua affermazione sulla necessità della violenza per ottenere un risultato sia un’analisi storica, oppure se la giustifichi moralmente.
Conoscerai senz’altro questa storiella di idealisti che volevano cambiare il mondo: http://www.ilfoglio.it/zakor/188
@raffaele.savigni
I diritti di cui oggi puoi godere vengono da quelle rivoluzioni. Saresti in torto a dimenticarlo. Pericoloso è l’oblio. Peggio, la paralisi, l’accontentarsi, il lasciar scorrere non certo il mio linguaggio (di che parli? ma quale linguaggio??). Accidenti, stai a vedere che alla fine ne esco dipinta come una sanguinaria. Alzo bandiera bianca.
@elsa.F
vedi sopra. Quanto alla storia che segnali (sorvolo sul facile finale, superficiale e sommario), perdonami, non credo c’entri molto Anzi, per niente. Specie là dove è scritto “Furono bruciati tutti i libri, abolite le scuole”. Anche perché, al contrario, è proprio questo uno dei motivi che hanno spinto gli studenti in piazza: salvarla la scuola.
Grazie Mariaelena.
Sarò per sempre grato a Robespierre, agli enciclopedisti e all’Illuminismo.
Io invece sono grata a coloro che che maturano le loro convinzioni con la ragione, le confrontano con quelle degli altri e le se sanno imporre col buon senso, con la lunga e silenziosa arte del convincimento.
Credo nel silenzio della foresta che cresce piuttosto nel rumore di un albero schiantato.
Credo nel rispetto per le idee degli altri, prima di giudicarli e condannarli.
Credo infine che questa capacità di resistere e di ritessere in continuazione la tela stracciata dalle urla smodate, dai giudizi temerari e lapidari, sia la vera chance del cristiano.
La rinuncia, il saper perdere, il sopportare è stato in questi due millenni il motore della storia; l’affidamento alla provvidenza divina che indubbiamente è stata riversata copiosamente sul suo popolo.
Credo che trama del il tessuto della nostra società non venga né da Robespierre, né dagli illuministi, quanto da milioni e milioni di uomini specialmente donne silenziose, assidue operaie del focolare domestico, vigili sentinelle di valori veri e profondi che si sono trasmessi per generazioni e generazioni ed oggi fanno parte del nostro DNA;
Valori che sono messi a rischio da questa società del tutto e subito, dei mille interessi privati e di categoria, dei mille e mille consumi inutili, delle mille e mille parole sprecate che feriscono la nostra coscienza e capacità di vivere semplicemente ogni giorno il significato di un Padre Nostro.
Credo nella forza del messaggio che viene da un bambino povero, inerme in una stalla, in due poveri genitori ignoranti che con umiltà, mitezza e soprattutto fede vivono l’enorme destino loro affidatogli.
Questo sì cambia il mondo. Questa è una rivoluzione vera.
Nel frattempo due grandi e geniali iniziative per il contrasto ai manifestanti.
a) Il sottosegretario agli interni propone l’adozione della tessera del manifestante omologa a quella del tifoso ( DASPO ).
Il ministro degli interni entusiasticamente approva l’idea.
b) Il sindaco di Roma Alè-Manno, annuncia il rafforzamento e l’allargamento della “zona rossa” a partire dalla prossima manifestazione degli studenti in occasione della votazione al Senato della grandiosa legge Gelmini.
Vuoi vedere che Anthony Burgess con il suo libro clokwork orange c’ha preso?
Solo per un minimo di decenza intellettuale e di rispetto della verità effettuale: il DASPO è il divieto di accedere alle manifestazioni sportive e non va confuso con la tessera del tifoso, che è tutt’altra cosa. (Ma capisco che alle 8,14 l’rrorazione sanguigna cerebrale di Nino fosse ancora un po’ difficoltosa). Quella di Mantovano è un’idea come un’altra: si dovrà verificare se è praticabile, ma non vedo perché ridicolizzarla.
Quanto alla legge Gelmini, ovviamente non è affatto grandiosa, ma neppure scandalosa. Probabilmente è il meno peggio che si poteva fare nelle presenti circostanze.
Invece tutta la propaganda che accompagna le manifestazioni violente di questi giorni è al 99% falsa. Pura merda ideologica.
Quella di Mantovano è un’idea come un’altra: si dovrà verificare se è praticabile, ma non vedo perché ridicolizzarla.
————-
Da Repubblica on line:
Studenti, la ricetta di Gasparri
“Servono arresti preventivi”
Dopo le richieste di Daspo e di zone rosse più dure il capogruppo del Pdl in una nota se la prende con “le sciocchezze” dell’Anm e invoca un “nuovo 7 aprile 1978”, in realtà era il 1979, “quando furono presi tanti capi dell’estrema sinistra collusi con il terrorismo”. I ragazzi: “Hanno paura della nostra protesta”
——
Ovvero insieme alle altre amenità, prove di stato di polizia.
“………Pura merda ideologica.”
Per questo ti consiglierei massicce dosi di lassativi cerebrali e intestinali essendone tu un forte produttore e un grande consumatore allo stesso tempo.
Il più grande regalo che i manifestanti possano fare al POTER è di assaltare la zona rossa , insieme al morto che come consigliava Cossiga è la migliore strategia per assicurare il sonno e il silenzio eterno sulle insipienze di una classetta politica autoreferenziale che non molla privilegi e prebende.
Vedi al film “Un cittadino al di sopra di ogni sospetto” che con “Mani sulla città” restano ahi noi pura profezia.
L’Illuminismo ha pensato e strutturato le moderne forme repubblicane.
In particolare Robespierre è stato il primo uomo politico della storia ad estendere il diritto all’istruzione elementare alle classi popolari e ad indire consultazioni lelettorali a suffragio universale maschile.
Sempre all’Illuminismo si deve il concetto di uguaglianza dinanzi alla Legge.
Da oggi a saper rinunciare dovranno essere gli altri.
La riforma Gelmini incrementa il rapporto studenti/professori che attualmente è 17/1 ed è già tra i più alti d’Europa.
Riduce ulteriormente la percentuale del PIL, attualmente circa lo 0,8%, da riservare all’Istruzione. Inutile dire che è tra le più basse d’Europa. Non solo: qualche anno fa era stato promesso che si sarebbe arrivati all’1,5% del PIL!!!
Precarizza ulteriormente il ruolo del Ricercatore.
Ad es. Facoltà di Medicina:
– 6 anni di studio ad essere bravi per diventare medico
– 5 o 6 anni di studio per specializzarsi. La paga è tramite borse di studio
– 2 o 3 anni di dottorato ad essere bravi e vincere al primo colpo
– divenire ricercatore. Occorre vincere un concorso!
A quel punto ci sono 6 anni di precariato dopo i quali, all’età di circa 40 anni, si saprà se si finisce in mezzo alla strada oppure professori associati.
Attualmente i ricercatori svolgono ore di didattica non retribuite. Tant’è che la protesta che ha bloccato molte università non è uno sciopero ma semplicemente il fatto che i ricercatori si sono limitati a quanto previsto dal loro contratto.
La riforma prevede inoltre:
– l’accessibilità delle cariche accademiche ai soli Professori Ordinari;
– la cancellazione del principio di rappresentanza delle componenti
accademiche a tutti i livelli;
– la consegna totale del potere al Rettore e a un Consiglio di amministrazione
tra i cui componenti esterni potranno facilmente trovar posto neopensionati
Ordinari “eccellenti”, se non anche politici e funzionari di partito.
Il ddl, presentato come “anti-baronale” e “meritocratico”, è in realtà al contrario un testo la cui attuazione consegnerebbe definitivamente le Università proprio nelle mani di quei pochi Ordinari “baroni” che – per aver fino ad oggi influenzato in prevalenza le sorti degli Atenei – sono tra i principali responsabili delle disfunzioni dell’Università in Italia.
Leonardo, se non sa le cose perché è anziano e le manca desiderio e curiosità, eviti almeno di insultare.
Alle 12,19 la circolazione cerebrale di Nino non era migliorata: continua a scrivere frasi sconnesse e senza pertinenza alcuna a ciò che che gli avevo obiettato. Forse bisognerebbe avvertire i familiari, però magari dopo mangiato, fatto il sonnellino pomeridiano, si riprende. Auguri.
(Quell’altro, ovviamente, non lo prendo neanche in considerazione).
Lei sa solo blaterare, insultare e non ha argomenti, Leonardo.
Fa bene a non prendermi in considreazione.
Credo che si debba fare una distinzione tra l’illuminismo nel suo complesso (ci sono dentro tante cose, dai diritti dell’uomo, lontano retaggio cristiano, ad un uso riduttivo della ragione, criticato non solo dal papa ma anche dalla scuola di Francoforte, che certo non era di destra, sino ad un anticlericalismo storicamente comprensibile ma comunque becero) e la dittatura sanguionaria di Robespierre, che mi sembra indifendibile.
Questo non significa che oggi non si possa e si debba criticare la riforma Gelmini per gli aspetti negativi che presenta (accanto ad altri su cui si può discutere), in particolare per i drastici “tagli” all’istruzione e la subordinazione dell’università ai potentati.
Concordo con raffaele.
Il punto è che i diritti dell’uomo erano un retaggio cristiano ma nelle società cristiane furono disattesi: roghi, discriminazioni, schiavitù, servitù della gleba…
L’Illuminismo li ha messi in pratica o ha tentato di farlo.
Robespierre è certamente una figura controversa della storia. Ma il progresso civile deve tanto a Robespierre che su molti temi ha dimostrato una lungimiranza straordinaria.
Certamente qualcosa di buono è presente nel ddl Gelmini ma la sostanza è che si tratta di un provvedimento che applica la manovra economica di Tremonti al settore Istruzione. Penso che Governo e CRUI farebbero meglio a dirlo chiaramente anziché parlare di riforma epocale anti-baronale e meritocratica.
Per attuare una riforma meritocratica occorre come minimo discutere i paramentri di valutazione e la loro relazione con i fondi a disposizione.
Come mai ad esser stati licenziati sono stati anzitutto i precari della scuola?
Questo è ciò che più infiamma: la deformazione della realtà, il pervertimento della parola.
Robespierre? Grande personalità.
Ma se non sbaglio ad un certo punto la sua strategia corrispondeva all’eliminazione fisica degli oppositori.
Si parla di un numero di esecuzioni fra le 16.000 e le 70.000 e un numero di incarcerati fra i 100.000 3e i 300,000.
tra gli altri fece ghigliottinare Jacques-René Hébert e Georges Danton, popolari capi rivoluzionari, e il duca Filippo d’Orléans, soprannominato Filippo Égalité (uguaglianza).
Per questo si dice che la violenza semina violenza e che la rivoluzione divora i suoi figli.
Inoltre fu decapitata Olympe de Gouges, fondatrice del Centre Socìal, che si batteva per i diritti delle donne, da sempre negati da Robespierre.
elsa,
sicuramente hai tante ragioni.
Il Terrore è stata una degenerazione ma è stato anche il risultato di enormi pressioni della borghesia che vedeva nella popolarità di Robespierre una minaccia al potere appena tolto a clero e nobiltà.
Per quanto riguarda Olympe, forse la prima femminista della storia, hai ragione e mi ha sempre fatto soffrire questo episodio.
In ogni caso io non voglio né ho la competenza per discutere su Robespierre e la rivoluzione francese.
Ho proposto tanti argomenti riguardo le ragioni della protesta e le ragioni per cui non si giustificano ma si possono comprendere politicamente i motivi della violenza.
Ho elencato anche i gravissimi problemi che pone il ddl Gelmini.
Discutiamo di queste cose piuttosto che di Robespierre, Gandi, il 68…
Gerry, 17 Dicembre, 13:49
Tu mi fai i ragionamenti sui massimi sistemi e sulle cause remote e lontane di quello che ci succede sotto il naso. La tua analisi e’ piu’ o meno condivisibile ma la tua conclusione non mi trova assolutamente d’accordo. Ma CHI decide come affrontare quei problemi qui ed ora? L;’angelo dell’Apocalisse? CHI decide chi deve governarci in questi cambi epocali? Babilonia e la sua puttaneria? etc. etc… Devo io sedermi ed aspettare che tutto passi e succeda come “il fato” vorra’?…
La scomparsa di Tommaso P-S mi ricorda esattamente la differenza che c’e’ tra una persona onesta, che -dentro tutti i cambiamenti e le crisi- cerca di servire il bene comune, con un senso encomiabile dello stato e della comunita’, magari anche sbagliando ma con un’onesta’ impeccabile;
e altre persone di cui sai gia’ -che fanno della menzogna, e del loro IO il DIO, qualunque sia il prezzo/peccato/rovina che cio’ costi- e non voglio entrare in particolari xe’ siamo vicini a Natale…
E questa differenza e’ tutta descritta in queste due frasi di Tommaso P-S:
“Il passato è uno, il futuro è molteplice. Il futuro non giace sulle ginocchia di Giove, né sta scritto in alcun luogo. Siamo noi a scriverlo con le nostre azioni e le nostre scelte, trasformando il molteplice in uno. Ecco perché il presente è la linea della nostra libertà”.
“La polemica anti tasse è irresponsabile. Dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima e civilissima, un modo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili come la salute, la sicurezza, l’istruzione e l’ambiente”.
Ma c’e’ una bella differenza cavolo! Per questo: svegliamoci!
@marco
il vortice di intolleranza e violenza, i toni sempre più aspri, la chiusura ad ogni possibilità di dialogo sono cose che francamente mi preoccupano molto di più el ddl Gelmini, che pure in gran pate non condivido.
Mi preoccupa che durante una manifestazione un ragazzo spacchi la testa ad un altro davanti a tante persone e che il suo nome non venga fuori.
Questo clima avvelenato d’odio mi preoccupa.
Sulla prossima riforma Gelmini
Elsa, marco ed altri
Il punto non è essere o meno d’accordo con questa ed altre pseudo riforma d’interesse generale come l’istruzione, la cultura, la sanità la mobilità, l’ambiente, fino alla contribuzione e ai relativi condoni ammazza tutto che questo ectoplasma di governo sta propinando da anni senza colpo ferire
Il punto è che tutto va nella direzione privatistica, cioè verso gli “azionisti di maggioranza” del caimano e soci che spolpano lo stato sociale e si abboffano di concessioni governative, come quelle sulle autostrade che trasformano una famiglia di imprenditori tessili in casellanti autostradali incamerando ricchezza lasciando le cose come stanno.
Che s’inventano diplomi e lauree on line con i CEPU e derivati che stampano “pezzi di carta” privi di contenuto, tanto per incrementare l’analfabetismo, l’incultura, il nulla sottovuoto spinto.
O le cordate pseudo industriali che lasciano le bed companies a noi contribuenti mentre loro si pappano il meglio di quel che resta delle spoglie di Alitalia per poi rimetterle in mano dell’Air France con tanto di ulteriori licenziamenti.
Oppure convenzionare intere strutture sanitarie a privati tipo gli Angelucci, ex barelliere ed oggi senatore PDL, svuotando la sanità pubblica che rimane in piedi solo per integrare i servizi a valore aggiunto come il pronto soccorso o la medicina interventistica di alto livello, naturalmente sempre pagata da noi, che richiedono forti investimenti e competenze che naturalmente l’Angelucci di turno si guarda bene di affrontare.
Hai voglia a scioperare e a manifestare, serve a nulla, meglio credere a Babbo Natale e affollare i centri commerciali scivolando piano piano verso Buenos Aires.
I DASPO e gli arresti preventivi li dovremmo noi applicare a questa genia di parlamentari insulsi volgari e violenti che si danno alle mani, che sproloquiano nei talk shows, che festeggiano la caduta di un governo nell’aula parlamentare in diretta televisiva pasteggiando a mortadella e spumante.
E sullo sfondo di piazza Montecitorio organizzando indegne abbuffate triviali con polenta e coda alla vaccinara per rinsaldare pseudo amicizie infrante da volgari e insulse offese.
Buon Natale caro Leonardo
elsa
Anche io sono piuttosto preoccupato, specialmente perché le recenti uscite dei Ministri La Russa e Maroni e del capogruppo PdL Gasparri hanno proprio tutta l’aria di essere provocazioni fatte apposta per indurre il movimento in una trappola.
La strategia è questa: sfottere, insultare, provocare per spingere alla guerriglia urbana e al vandalismo così da rendere popolari e giustificabili repressioni poliziesche stile Genova 2008.
Occorre sangue freddo e determinazione.
Mon cher ami, capisco e apprezzo il tuo entusiasmo, ma non condivido la tua strategia.
Mi sa che tu nella trappola ci sia già caduto.
In che senso la strategia è sbagliata e io sono già caduto in trappola?
Scusa… avevo letto male.
Ok, allora è chiaro che io non giustifico la violenza né la ritengo utile politicamente.
Penso però che da un punto di vista politico sia razionalmente comprensibile e come dice il Presidente Napolitano, spia di un disagio di cui occorre tener conto.
Gravissime le continue provocazioni di Ministri della Repubblica e del fascista Gasparri. Dimostrano tutto il cinismo e la piccolezza istituzionale di questo governo e maggioranza.
Buon pomeriggio cara elsa!!!
O Bambino mio Divino
Io ti vedo qui a tremar,
O Dio Beato
Ahi, quanto ti costò
l’avermi amato!
Buon Natale, agli uomini di buona volontà, a quelli che subiscono la violenza, fisica e verbale, a quelli che cercano anche quando sembra loro di non cercare più, a quelli che sanno che la luce è al di là delle tenebre. Ma anche a chi crede di aver trovato parole forti, gravide solo di sangue, agli orgogliosi eredi dei cultori della Dea Ragione, a chi il cuore lo avvolge di tenebra e la definisce santa. Un saluto a tutti, a partire da Luigi, che tanto apprezzo (specialmente quando non ne condivido il pensiero), ci rivedremo quando la nebbia fitta che mi entra in gola si sarà diradata, parlino altri, se lo vogliono. Io non ho altre parole.
Gerry!!!
Su con la vita, dai!
Buon Natale anche a te e alla tua famiglia!!!
http://www.youtube.com/watch?v=hZi5cWcMXY4&feature=player_embedded
A Te che sei del Mondo il Creatore
mancano pane e fuoco
oh mio Signore…
(Sant’Alfonso Maria de Liguori – da non confondere con Liguori Paolo, megafono del partito-azienda)
Nel seguente link potete trovare le proposte serie della Rete 29 Aprile riguardo l’Università. La rete è costituita da docenti e ricercatori universitari.
http://www.rete29aprile.it/
Le proposte serie saranno, semmai, “riguardo all’Università”. Somari.
Oggi ho avuto tempo di leggermi tutti questi interventi. Come al solito, appassionati e appassionanti, salvo qualcuno che forse andrebbe tralasciato.
Marco: “Tutti insieme famo paura!”.
Luigi: “ma io non voglio fare paura”.
Mi associo a Luigi e agli altri che non vogliono fare paura: con noi, grazie al Cielo, sono moltissimi altri. Tant’è che gran parte del dibattito s’è svolto sull’argomento violenza: perché, sì e no.
Mi sento, grosso modo, nella condizione di Proust al termine del suo lungo racconto: “Arrivato verso la fine del mio percorso, mi sembra di osservare il mondo come dall’alto d’una piramide, e vedo gli avvenimenti piccoli piccoli”.
Ma io, a sua differenza, questi avvenimenti vorrei ancora viverli. Così dico che il vedere giovani sfasciare vetture e vetrine, prendere a sassate i poliziotti mentre loro stanno fermi, mi fa un’impressione umiliante, desiderando che i giovani si esprimessero in forme ben diverse. Come disumano mi appare il comportamento d’un poliziotto, lui pure giovane, che calpesta un ragazzo a terra mentre è bastonato da altri. Direi che violenza e viltà spesso vanno a braccetto, senza distinzione di ruoli, a vergogna della nostra miseria umana.
Ma vorrei soffermarmi sull’altra faccia del problema, la causa che genera questa violenza: il senso di disagio, la poca speranza nel futuro.
Marco in risposta all’analisi, interessante, di Gerry domanda: quindi, che si fa?
Che si fa, anch’io mi domando, di fronte a una crisi “di sistema”, come dice Gerry? Noi, paesi occidentali, per anni abbiamo vissuto oltre le nostre possibilità, lucrando risorse che avrebbero dovuto esser preservate per le future generazioni. E lo abbiamo fatto sorretti dal mito di un PIL che ha da essere ”crescente”, comunque. Non pensando all’assurdità di un tale concetto, in un contesto di risorse materiali limitate e spesso fragili.
Lo stesso Benedetto XVI, nel Giorno de Ringraziamento, ha ricordato che occorre andare verso “un nuovo equilibro tra agricoltura, industria e servizi, perché lo sviluppo sia sostenibile,e perché l’aria, l’acqua e le altre risorse primarie siano preservate come beni universali”. Un programma che richiede la revisione globale del nostro comportamento passato, e su cui dovrebbe essere aperto un dibattito, tra anziani e giovani, a tutto campo. Bibattito che i giovani dovrebbero chiedere, civilmente ma con insistenza nelle piazze, sui giornali, nelle televisioni e da affrontare, soprattutto da parte degli anziani ma non solo, con umiltà e saggezza.
Un dibattito dove, se tornasse l’Uomo di Nazaret (qualcuno qui lo ha citato) con la sua proposta rivoluzionaria, una volta tanto non fosse preso a sassate o a manganellate. Dove si potesse pensare, per una volta, di non simpatizzare per Barabba.
Un abbraccio e un buon Natale a tutto il Pianerottolo
Scusate Commentator Leonardo,
perbacco! Debbon esser somari anche quelli dell’Agenzia Italiana Farmaco:
http://www.agenziafarmaco.it/it/content/precisazioni-riguardo-il-piano-terapeutico-aifa-prescrizioni-di-fattori-di-crescita-granuloc
Ovvero siete Voi arcaico nell’utilizzo dell’idioma italico???
Gerry!!!
Ho sbagliato a inserirti il link.
Era questo:
http://www.youtube.com/watch?v=jpgIkrDVPH0
Domani e dopo schiodate le chiappe dalla realtà virtuale e venite anche voi nei cortei e nei presidi! Su! Dai, che ringiovanite!!!
Hasta la victoria siempre!
Patria o muerte!
Sì, andiamo a protestare per tenere in vita i baroni ottantenni che hanno scritto l’ultimo libro negli anni Settanta, le facoltà con corsi di laurea in teoria dei giochi del gatto, la sede dell’Unibo a Buenosaires, i parenti di Bari, i baronaggi vari ed eventuali. Andiamo a farci strumentalizzare da quattro idioti che disinformano e pubblicano in Rete le foto di pestaggi canadesi spacciandoli per romani. Andiamo a supportare quelli che a 21 anni “democraticamente” spaccano un casco in testa ad un ragazzino, sfasciano e incendiano. Andiamo, tutto questo è così ggggggggggiovane!
La Riforma Gelmini è perfettibile, come tutte le umane cose. Ma va nel senso giusto. Magari anziché coglionare a 40 anni da fuoricorso all’università con eskimo e kippah, perché non si mettono sotto certi agitapopolo, e si laureano? E i pecori appresso.
No kippah, volevo dire kefiah, scusate. Era un indumento ampiamente utilizzato da certi “eroi” quando andavo al liceo e si presentavano come rivoluzionari…
Lapsus freudiano che rivela il fascista che c’è in te.
Il tuo Es gli ebrei e i comunisti proprio non li sopporta, vero?
Gli ebrei, caro amico che dai aria ai denti parlando di cose che non sai, oltre 40 anni fa in Canada hanno dato lavoro a mio padre. Sono figlio del Concilio Vaticano II e in quanto cattolico li rispetto come fratelli maggiori, voglio loro bene e sono grato per quanto hanno fatto a me e alla mia famiglia. Quando non sai che cosa dire stai zitto, per favore. Ci farai molta più figura. Ora prendi il tuo orsacchiotto e vai a dormire, che è tardi.
Luigi, forse è ora che il nostro amico si dia una regolatina, non credi?
Tonazzo,
dopo 86 commenti in cui si son fatti ragionamenti e personalmente ho linkato siti molto seri in cui si spiegano le motivazioni della contrarietà al ddl Gelmini e le proposte avanzate riguardo all’Università, arrivi tu e vomiti addosso agli studenti che lottano per il futuro loro e dei tuoi figli/nipoti.
Se ti ho infastidito sono felice. E’ ora di finirla.
Qui sei tu che parli senza sapere le cose.
A voi piace sempre regolare gli altri… Regolati tu!
Buona notte!
Ops volevo dire tonizzo, non tonazzo.
‘notte!
86 post ed evidentemente poca informazione, è ora di finirla con che cosa? Mica sei il poliziotto del blog.
Io a differenza tua ho parlato con fior di ricercatori e futuri professori, i quali hanno espresso queste opinioni. Se tu vuoi continuare a pensarla come chi vi strumentalizza e parli a sproposito di una riforma che è fatta nell’interesse degli studenti, abbiamo poco da discutere.
Chiudere corsi inutili non è impoverire l’offerta, è spingere le risorse verso cose più utili. Obbligare i professori a sgobbare, cioè pubblicare, pensare, sudare lo stipendio e dire qualcosa di nuovo, dare un contributo culturale significa far crescere l’università. Che non è tua, mia, della Gelmini o di chi volete voi, ma dell’intera nazione italiana.
Allora, la riforma è perfettibile, ma non vuol dire che sia quel male che dipingi tu. Tu e qualche altro ispirato profeta che ha strumentalizzato orde di ragazzi.
All’università si va e non si trova il docente, la Gelmini gli impone di andare a lezione. Ti pare poco? O è meglio lo status quo, in cui – come alla Sapienza – ti senti rispondere: “Avete l’università in Calabria? Andate lì”. Secondo te ha senso che ci siano posti inutili e università praticamente ovunque, e guarda caso c’è chi se la prende con le università online che forse – come in Inghilterra – potrebbero essere una seria alternativa, se fatte bene? Secondo te togliere denari a corsi inutili è ledere il tuo diritto allo studio?
Ma soprattutto: che cazzo c’entra un pizzaiolo di 21 anni che va a tirare un casco addosso a un ragazzino di 15?
Che cazzo c’entra una protesta, sia pure strumentalizzata, con le auto incendiate e il bordello amaro?
Queste sono cose fatte dai figli di papà, caro Marco. E sarebbe bene che la tua notevole vis polemica venisse indirizzata verso qualcosa di giusto. Non verso la facile strumentalizzazione e i proclami che ricordano il ’68 deleterio delle università occupate o il ’77 dei carri armati di Kossiga.
Che l’università così com’è non vada bene è una cosa che ci trova d’accordo. Ma non sono disposto a vedere una generazione farsi prendere per il culo dai dinosauri che dovrebbe prendere a calci e che i giovani difendono perché sono completamente strumentalizzati da gente che è in cattedra per meriti di chiara fama a base di sanpietrini, molotov e puttanate di questo genere. L’università non è loro. Non è di sinistra. Non è DELLA sinistra. Non lo è manco della destra. La politica a scuola NON SI DEVE FARE, perché non è quello il luogo deputato. Pensiamo a costruire un’Italia migliore, non ad agitare vecchi spauracchi. Pensaci.
Buonanotte.
Tonizzo,
adesso si comincia a ragionare.
Hai espresso opinioni. Io le condivido parzialmente.
Non è questa riforma che sistema i problemi che tu fai emergere: nepotismo, lassismo, assenteismo…
I motivi li puoi trovare qui:
http://www.rete29aprile.it/
Ci sono anche le cifre della protesta ossia quanti atenei e quanti ricercatori, docenti e Professori vi aderiscono.
Per quanto riguarda la violenza mi sembra di aver detto che non la giustifico moralmente e la considero controproducente dal punto di vista politico. Aggiungo che è comprensibile razionalmente che, non essendoci nessuna forza politica che si assume l’onere di rappresentare determinate contraddizioni di sistema e proporre soluzioni, alcuni decidano di ricorrere a manifestazioni di antagonismo sociale.
Condivido la posizione di Marco Travaglio: poliziotti e precari e studenti che si fronteggiano sono in realtà vittime di un sistema più grande di loro.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/20/minority-gasparri/82905/
Non mi sento strumentalizzato. So di cosa parla il ddl Gelmini e non lo condivido. Soprattutto non condivido il fatto che questa roba perfettibile sia propagandata come la riforma epocale anti-baronale e meritocratica.
http://www.youtube.com/watch?v=3iliJ1SH-ZA&feature=mfu_in_order&list=UL
http://www.youtube.com/watch?v=rlVPcVR-_lk&feature=mfu_in_order&list=UL
http://www.youtube.com/watch?v=GYEZsB4ohNo&list=ULiY_QPHl2HfQ&playnext=1
“Chiudere corsi inutili non è impoverire l’offerta, è spingere le risorse verso cose più utili. Obbligare i professori a sgobbare, cioè pubblicare, pensare, sudare lo stipendio e dire qualcosa di nuovo, dare un contributo culturale significa far crescere l’università”.
Condivido, ma con due postille: 1) chi decide quali sono i corsi “inutili”? Persone incompetenti nel merito come Tremonti e la Gelmini? Mi sembra giusto frenare il proliferare di sedi universitarie con pochi studenti, ma non è giusto ignorare il fatto che certi corsi ultraspecialistici (ad esempio di siriaco, di sanscrito, di assiriologia ecc.) hanno inevitabilmente, da sempre, pochi studenti, e non per questo è giusto chiuderli. Significherebbe impoverire il nostro orizzonte culturale in nome di una logica utilitaristica (figlia di quella “ragione strumentale” che il papa giustamente critica). Il sapere umanistico è apparentemente “inutile” (in senso economicistico), ma fa più ricca culturalmente la nostra vita. Chi l’ha detto che l’università debba essere gestita con una logica aziendalistica?; 2) purtroppo è vero che negli ultimi decenni alcuni professori e ricercatori hanno trovato sistemazione nell’Università senza produrre vera ricerca.Ci sono ricercatori che per anni non hanno scritto una riga, e baroni che vivono di rendita… Ma allora bisogna modificare radicalmente i criteri di selezione (in entrata e poi periodicamente) e di assegnazione delle risorse, NON TAGLIARE DRASTICAMENTE LE RISORSE, come stanno facendo Tremonti e la Gelmini. Spendere meglio, questo è giusto e doveroso; ma non si può avere un’Università seria spendendo di meno.Si taglino piuttosto le spese militari, il numero dei parelamentari; si aboliscano le province, le comunità montane, i Comuni inferiori ai 5 mila abitanti, e si combatta l’evasione fiscale. Preferisco mille volte tornare a pagare l’ICI sulla prima casa che dover sopportare questi tagli alla ricerca.
ore 15:26 – Venezia, 22 dic
UNIVERSITA’: PATRIARCA SCOLA, SI SENTE BISOGNO RIFORMA ORGANICA =
(ASCA) – “La condanna della violenza si impara da sè, ma certamente noi stiamo rubando il futuro ai giovani e abbiamo in questo senso gravi responsabilità”. Lo ha detto il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia,
incontrando i giornalisti per gli auguri di Natale. “E’ chiaro che da tanto tempo, per gente che come me è stata in università per quarant’anni, si sente il bisogno di una riforma organica. Non sono in grado di dare un giudizio sulla riforma Gelmini, bisognerebbe averla analizzata accuratamente. E’ inutile fare generalizzazioni. Di una riforma c’è bisogno ma – ha aggiunto il patriarca – è chiaro che questo è stato come un elemento scatenante che ha portato a galla il grave disagio in cui si trova oggi la generazione dei giovani. E’ vero che noi adulti stiamo rubando futuro ai giovani. Non stiamo dando loro una prospettiva e stiamo sottraendo risorse. C’è ancora la famiglia che li regge e li sostiene nella prova”. Scola ha aggiunto di ritenere che bisognerebbe proporre ai giovani di essere attori responsabili e di affrontare il futuro con energia e con speranza senza dimenticare che il primo cambiamento è sempre quello che parte da sè quindi non cadendo nella visione utopistica e ideologica che cambiando le strutture si cambia tutto. (ASCA)
Non vi accorgete ancora che siamo alla fine di questo sistema economico-sociale basato sul neo-capitalismo? Siamo già alla camera intensiva!
http://www.stampalibera.com/?p=15940
A noi e ai nostri figli aspetta una nuova era di povertà, dove il tema centrale non saranno più i diritti, ma la sopravvivenza.
Occorre prepararsi, imparando a consumare di meno, a non sprecare, a comprendere che una famiglia può fare a meno di 4 telefonini, 4 televisori, 4 video registratori, Internet, Sky, Play Station e chi più ne ha, più ne metta!
Si può fare a meno di tenere 20 gradi in casa d’inverno; bastano una due maglie in più e due gradi di caldo in meno.
Si può fare a meno di ristoranti, cibi costosi e vini pregianti; una bella semplice e sana dieta mediterranea, magari con pane vecchio e latte può andare benissimo.
Si può fare senza vacanze costose; si può fare moto con un qualche camminata e qualche giro in bicicletta. Si può passare il tempo leggendosi qualche buon libro, magari preso da vecchi scaffali in soffitta o scambiato fra amici.
Si può fare a meno di cambiare abbigliamento; si possono rattoppare calzini e riusare vecchi vestiti; si può fare a meno di scarpe nuove: si possono risuolare.
Il capire che questo cambiamento radicale nello stile di vita ha poco a che fare con la felicità e la realizzazione personale; queste si ottengono semmai in un altro modo.
Una nuova economia, nuove risorse, nuove possibilità passano necessariamente dal mio punto di vista, dal riconsiderare ampiamente il nostro stile di vita in una logica di fare con poco, fare con quel poco di cui si dispone.
Per quanto poi riguarda lo stato, il mio auspicio e che ci lasci vivere poveri ma tranquilli, che non ci subissi di tasse, balzelli, adempimenti burocratici; che intervenga il meno possibile solo per garantire che si possa camminare sicuri sulle strade e a casa propria, che qualcuno ci dia una mano quando siamo in difficoltà e da soli non ce la facciamo proprio.
@elsa
ciò che dici ha del vero, però ti chiedo se si è in grado davvero di metterlo in pratica. Già stare adesso, anche per te, davanti al pc (specie se non è per lavoro, quindi se non si è obbligati), è una forma di “lusso”, non credi?
@Mariaelena
Cerco veramente da tempo di metterlo in pratica con risultati non sempre buoni. Ho spento da tempo la tv (inguardabile), non vado al ristorante da due anni, esclusa la festa di laurea di mio figlio, non vado al cinema, scaldo solo una stanza in casa a 18 gradi; non getto mai cibo e ceno con una scodella di caffelatte col pane che c’è.
Il pc (in realtà è di mio figlio) è per me una finestra sul mondo; vi leggo tante cose e scrivo esclusivamente su questo blog, dopo tentativi falliti con altri forum.
Posso fare di meglio, certo, e spero di avere la forza ed il coraggio di farlo.
Mi sembra che il post di Luigi sulla paura prenda forza propositiva proprio sul finale.
Io, di estrazione scientifica, condivido pienamente Savigni: il sapere umanistico è lievito fondamentale per una società moderna e sostenibile; e non si possono propagandare i tagli drastici di Tremonti e della Gelmini come una buona riforma.
Ma concordo anche con Tonizzo che lo stipendio vada sudato da tutti, ma proprio da tutti, da cima in fondo; e che dobbiamo imparare a selezionare anche i corsi universitari.
Come? Con una discussione nuova, un po’ tutti insieme. Immaginiamo se all’ultimo Santoro, al posto degli inutili La Russa e Di Pietro, fossero stati presenti studenti preparati e pacati e, d’altro lato, giornalisti – non quelli della “par condicio”, ma persone indipendenti e autorevoli – tecnici, economisti e umanisti. E una Gelmini solo in veste di uditrice, con il compito di sintetizzare. Non sarebbe questo un buon modo per cercare nuovi indirizzi comportamentali?
Apprezzo il discorso del Partiarca Scola che ci ha riferito Mariaelena. E apprezzo, molto, quanto ci ha raccontato Elsa.f (16,06), unitamente al suo precedente invito alla ricerca di un nuovo stile di vita: un buon augurio di Natale, anche per i frequentatori del Pianerottolo.
C’è qualcuno abbastanza cerchio-bottista da poter fare il Papa.
@Marco
con il tuo ultimo post mi hai fatto troppo ridere 😉
Marco, il parlare di cerchiobottismo in una discussione come questa, mi sembra ne sminuisca la portata. Anche perché nel dibattito sono state evidenziate, dai numerosi interventi, alcune facce importanti del complicato problema universitario che neppure la Gelmini parrebbe aver considerato.
È vero che i giovani, per il loro entusiasmo, si esprimono per slogan e tagliano i problemi con l’accetta a rischio pure, come nel presente caso, di sentirsi dire dalla Ministra che i baroni li si vogliono proteggere più che combattere.
Ma quando su problemi complessi, come quello in questione, si passa dalla denuncia alla ricerca di possibili soluzioni, ci rendiamo conto che essi possono presentarsi perfino controversi.
Ad esempio, come si concilia la libertà degli studenti di scegliersi la facoltà desiderata, con la successiva esigenza di trovare un lavoro (remunerato) sicuro?
Un caro saluto e auguri per la vostra battaglia.
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