Evelina ed Elisabetta che si cercano nel sonno


Elisabetta ed Evelina sono gemelline siamesi con un solo fegato. Nate a Cremona, sono state separate al Bambino Gesù di Roma quando avevano cinque mesi. Il “Corriere della Sera” di ieri ha narrato la storia e pubblicato questa foto e l’altra che è nel primo commento. Le dedico ai lettori per un respiro di vera vita tra gli affanni. Nel terzo commento metto la storia che ho preso dal Corsera, abbreviandola.

10 Comments

  1. Luigi Accattoli


    Qui le gemelline – finalmente separate – sono in braccio ai genitori.

    5 Giugno, 2018 - 20:01
  2. Lorenzo Cuffini

    Ma…..E queste meraviglie?!

    5 Giugno, 2018 - 20:07
  3. Luigi Accattoli

    Elisabetta ed Evelina sono nate il 23 agosto dell’anno scorso: gemelline con il fegato in comune, unite all’altezza dell’addome. Papà Federico, 37 anni, proprietario di un’agenzia di viaggi, e mamma Claudia, 32 anni, insegnante di diritto alle Superiori, tutti e due cremonesi. Il secondo nome di entrambe le bambine è Rita: la santa dei casi disperati. L’intervento chirurgico è del 31 gennaio, durato dieci ore, Le parole del ginecologo che il 14 marzo 2017 aveva fatto la prima ecografia: «Le bimbe sono attaccate». La possibilità di aborto che Claudia e Federico non prendono in considerazione neppure per un secondo: «Non abbiamo avuto bisogno di guardarci in faccia prima di pronunciare il sonoro “No”». La corsa per sfogare la disperazione da un sacerdote cieco del seminario di Cremona: «Saremo capaci di affrontare questa prova?». Mesi di angoscia. Il chirurgo Maurizio Cheli si fa benedire le mani da don Paolo prima di entrare in sala operatoria con i colleghi Giuseppe Locatelli e Michele Colledan. «L’incidenza di nascite di gemelli siamesi è stimata in una ogni 200 mila. Adesso le due gemelle sono divise, ma forse ancora più inseparabili. Nel sonno si cercano.

    5 Giugno, 2018 - 20:53
  4. Luigi Accattoli

    Oggi ero a Magenta per una conferenza intitolata “I santi della porta accanto”. Ho argomentato richiamando i “fatti di Vangelo” di cui sono cercatore e l’esortazione di Papa Francesco “Gaudete et exsultate”. Ma sono partito da Elisabetta ed Evelina. La parrocchia aveva un proiettore e abbiamo preso le foto in internet. Quei due genitori sono un esempio probante della “classe media della santità” alla portata di ogni vero cristiano dei nostri giorni. Non diversa era stata l’attestazione cristiana data qualche settimana addietro dai genitori di Alfie Evans, che è un fatto di aprile. E ancora prima da quelli di Charlie Gard di cui sapemmo nel luglio del 2017.

    5 Giugno, 2018 - 20:54
  5. Victoria Boe

    Come mai non si era venuti prima a conoscenza di questo fatto straordinario?

    6 Giugno, 2018 - 0:38
  6. maria cristina venturi

    I Santi della porta accanto sono piu’ di quanto si pensi. Solo che i giornali in genere non ne parlano , e il loro esempio rimane nascosto.A parte i casi eclatanti che fanno notizia, per il piu’ delle volte i Santi della porta accanto rimangono sconosciuti. Mia questo non e’ necessariamente negativo: perche’ i frutti di questa santita’ nascosta poi si vedono . Come il seme di frumento gettato in terra che nessuno vede ma che nell’ oscurita’ porta molto frutto.
    La santita’ nascosta,una vita silenziosa e santa che molti offrono a Dio senza che si sappia e senza pubblicita’ in un mondo dove ormai l’ apparire e’ tutto e anche la carita’ e’ pubblicizzata con la grancassa , sono quel seme nascosto che porta molto frutto. E il frutto e’ la vita , che ci appare col volto bellissimo di queste due gemelline .
    Per tanti bambini abortiti, che mai verranno alla luce del sole, e di cui mai vedremo il volto, abbiamo queste due gemelline che la fede dei genitori ha dato alla luce.

    Inverita’ In verita’ vi dico se il seme di grano non muore caduto in terra rimane solo; ma se muore porta molto frutto ( Giovanni 12, 24)

    6 Giugno, 2018 - 8:17
  7. Luigi Accattoli

    Scusa Victoria se ti rispondo solo ora: giornata tumultuosa. A conoscenza del fatto lo eravamo, ma era un fatto clinico di cui l’Ufficio Stampa dell’Ospedale Bambino Gesù aveva dato notizia con l’abituale comunicato. Non c’era l’elemento personale, la narrazione, quella che Paolo VI in “Communio et progressio” aveva chiamato “dignità di notizia”. Ma va riconosciuto che nel frattempo vi era stato almeno un altro caso di racconto buono di quell’evento:

    http://www.caffeinamagazine.it/la-storia/281418-gemelline-siamesi-separate-figlie-di-un-ex-calciatore-del-mantova/

    Negli ultimi mesi al Bambino Gesù vi sono stati altri due casi clamorosi di separazione di bimbi siamesi di cui hanno parlato i media:

    http://www.ospedalebambinogesu.it/separate-gemelline-siamesi-algerine-unite-per-addome-e-il-torace#.WxhLkUiFOM8

    http://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2018/04/24/news/francine_e_adrienne_ecco_come_stanno_le_gemelle_siamesi_tornate_in_burundi-194372338/

    Da giornalista dico che di fatti umani e umanistici come questi, di eventi così che aiutano a restare umani, che ci fanno toccare la carne di Cristo, come direbbe Francesco, si dovrebbe parlare di più. Molto di più. E’ per questo che ho voluto onorare la scelta del Corsera di dedicare alle gemelline di Cremona una foto in prima pagina e un bel racconto all’interno. Grazie d’aver apprezzato.

    6 Giugno, 2018 - 23:12
  8. Victoria Boe

    Più le guardo, più le accarezzo. Mi riempiono il cuore di tenerezza.
    Sono una meraviglia queste due piccoline…

    ( Le ho perfino memorizzare nel computer, così potrò rivederle quando voglio)

    7 Giugno, 2018 - 15:58

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