Lunedì e martedì sono stato a Monreale, ospite dell’arcivescovo Michele Pennisi, per un incontro del clero sull’Anno sinodale. Il momento più mio sono state le due ore del pomeriggio del 27 che ho passato nella cattedrale, potendo dire per un momento “io vivo altrove”. Ho scelto per voi l’immagine di Eva e del serpe che l’ammalia, a tiro di lingua e d’occhio. L’arcivescovo mi ha regalato un libro di Chiara Bonanno, Trascendenza ed esistenzialità nei mosaici di Monreale (Centro Studi Cammarata 2014), dove a pagina 135 leggo: “Sul volto di Eva, ipnotizzata dal serpente, si dipinge l’angoscia”. Andate a Monreale appena potete, a informarvi di quell’angoscia.
Eva e il serpe a tiro di lingua e d’occhio
8 Comments
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L’autrice del volume citato nel post si chiama Chiara Bonanno e il nome più noto tra gli artefici della basilica d’oro di Monreale è Bonanno Pisano, autore della “Porta del Paradiso” (1186). Per quali vie una donna della Palermo d’oggi eredita il nome del coautore della meraviglia di cui si fa interprete? Che mai ci dicono i nomi? Che facciamo quando diamo un nome?
Nomen omen, dicevano gli antichi. Certo, uno che si chiama Berengario o magari Teodolinda non può essere una persona qualsiasi.
Mi viene in mente che anche Mattarella = Mattarellum possa essere un nomen omen,
Se non ricordo male – ma chi ne sa più di me, ossia tutti, mi correggerà se sto sbagliando – i mosaici dell’abside della Cattedrale sono stati realizzati, in tutto od in parte, da maestranze veneziane.
Buon fine-settimana al “pianerottolo”.
Roberto 55
Bisanzio e Roma, più che Venezia. Così ho letto in questi giorni. Ma dica chi sa di più.
Bisanzio e Ravenna, più che Bisanzio e Roma…
Può darsi che sia Eva ad ipnotizzare il serpente e che questi ,il serpente, ne sia rimasto tanto conturbato al punto da offrire alla donna [che nella concezione ebraica, e non solo, deve sempre fare i conti con la limitazione della propria libertà) una visione del mondo e di Dio alternativa. Nel contesto [ e il brandello musivo del Duomo, fantastico , di Monreale] se lo si osserva con attenzione si evidenzia quel fine gioco psicologico fatto di sguardi e ammiccamenti : il serpente coinvolgerà prima la donna, che trascinerà seco la volontà -ancora dormiente- di Adamo, ed entrambi si renderanno complici nell’atto dell’atavica ribellione …
Non leggo angoscia nello sguardo di Eva, ma sfida. Quella sfida che ha sempre messo a dura prova la Pazienza di Dio.