“Io non misuro mai i miei anni, per me è sempre tutto nuovo. La vita è bella a dieci come a cento anni se concepita come slancio verso il futuro e non come fardello da portare sulle spalle“: parole di Ersilio Tonini che ha 98 anni ed è il più anziano tra i vescovi italiani e tra i cardinali di tutto il mondo. Lo festeggio con un bicchiere di Vino Nuovo.
Ersilio Tonini: “Non misuro i miei anni”
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Ho letto con emozione il “bicchiere” di Vino Nuovo dedicato al cardinale Ersilio Tonini. Fra l’altro viene offerta una metafora stupenda della vecchiaia, considerata come la foce di un fiume che sta per riversarsi nel mare. Metafora magnifica!.
Il parlare del Cardinale Tonini delle cose di Dio riempie il cuore, con quel delizioso conforto che la Parola evangelica sempre comunica: lui non fa lezioni, o – pur sempre apprezzabili – spiegazioni filosofiche, ma parla come una persona di fede provata, la cui riflessione lascia il desiderio di tornare a sentirla.
Tante persone in difficoltà o ossessionate dal dubbio dovrebbero leggere i suoi pensieri per provare consolazione e serenità, soprattutto in questi momenti bui per la Chiesa
Grazie Luigi per aver parlato del Cardinale Tonini.
Mando un bel saluto a tutti da Lucca dove sono per partecipare all’Assemblea diocesana annuale.
Fra le tante fortune che ho avuto, ho imparato a leggere. Così posso incontrare uomini come Ersilio Tonini senza incontrarlo, anche grazie a Luigi. Leggo e rileggo le sue parole, mi consolano di una vita che non è andata come avrei voluto ed il cui futuro vedo incerto. Non so nulla del “dopo”, non so se ci sia un “dopo”. Ho una fottuta paura di morire e di perdermi nel nulla, ce l’ho ora che sono vivo. Leggo e rileggo e sento che il cardinale non parla per sé ma per quelli come me, mi pare che lui tenga a quelli come me. Se tieni a qualcuno ne condividi il dolore e, ancora di più, fai di tutto perché condivida la tua gioia. La consapevolezza dei miei limiti, anzi di essere io un limite rispetto ad un universo tanto grande da essere definibile, forse, ma inconcepibile, come l’idea di infinito, non basta ad escludermi, anzi ne è causa, dalla possibilità che ci sia uno iato, un salto logico nella concatenazione dei ragionamenti che mi hanno portato ad un sostanziale ateismo. Perciò mi chiamo agnostico e sospendo il giudizio, e perché a questo punto la vita mi ha condotto. E’ quel salto logico che trova il suo corrispondente nella Parola, che ha “sparigliato”, come un vento impetuoso – già, il vento – su un mazzo di carte. A volte, spesso, cerchiamo di ricondurla, la Parola, ai nostri schemi mentali, alla nostra idea di giustizia, di verità, perfino di amore. Niente da fare amici, niente da fare.
Caro Leopoldo, io sinceramente penso tu sia sulla strada giusta.
Sai, penso che persone agnostiche, che a motivo della questione su Dio, del mistero del male e della cattiveria dell’uomo non trovano pace e soffrono, pur avendo desiderio di un cuore puro, penso che queste persone siano più vicini al Regno di Dio di quanto lo siano certi fedeli di routine, che sovente si limitano a biascicare formulette poco impegnative, senza però che il loro cuore sia toccato dalla fede.
Già il fatto che le parole del Cardinale Tonini – e di Luigi – ti interessino, ti affascino e mettano in discussione le tue certezze, come dovrebbe in fondo capitare a tutti, denota quella profondità e umiltà – non è un paradosso! – d’animo di cui ognuno ha bisogno per accostarsi alla Verità.
Ti abbraccio e ti auguro ogni bene!
Tutti noi, compresi i credenti, siamo consapevoli dei nostri limiti.
Affidiamo i nostri sforzi alla misericordia del Signore, sapendo che solo il suo amore può colmare le nostre lacune, le nostre incertezze, le debolezze, le fragilità. Questo ci consente di guardare oltre il limite e di avere speranza.
@FedericoB.
Le si sente parte di una chiesa che dice di parlare in nome di un dio onnipotente e infinitamente buono. Lei fa parte di una chiesa che sarebbe l’unica detentrice della verità. Lei si riempie la bocca di “valori non negoziabili”. Mi spieghi dove sta “la consapevolezza dei nostri limiti”. Per favore me lo spieghi.
Spero che Clo si sia rimessa.
Fantastici questi vecchietti !!
Mi viene in mente un altro amabilissimo vecchietto,
Arturo Paoli che a novembre terminerà i suoi 100 anni pieni di lucidità.
A Trevi, nell’agosto di 2 anni fa,
mentre il pavimento della sala sobbalzava, e le mura parevano piegarsi,
mentre le persone si precipitavano fuori da tutte le uscite possibili,
Arturo rimaneva imperturbabile. Attendeva al suo posto di riprendere la sua meditazione, come avrebbe fatto dopo diversi minuti di attesa non prima di alcune battute che hanno messo di buon animo tutti, nel sorriso.
Tonini l’ho solo ascoltato in passato attraverso i media. La sua passione bucava il mio petto.
Spero che costoro ci donino ancora lungamente della loro esperienza,
di questo lungo “apparecchio alla morte”,
come forse la esprimerebbe “oggi”
il grande De Liguori.
Buon Leopoldo,
che succede ?
Ciascuno e’ libero di affidarsi a chi crede e come crede…
Ciascuno è libero di usare espressioni anche se in luoghi comuni,
ma sono luoghi che esprimono la propria personale consolazione.
Altri possono consolarsi
con trekking in montagna,
con una buona cucina,
con una bella partita,
con un passionale amplesso,
…
Personalmente preferisco unire tutte queste belle consolazioni,
lasciando credere ai credenti quel che li fa stare meglio,
purchè
non mi vietino la libertà di vivere,
di amare,
di giocare come mi pare,
di avere tutte le mie passioni,
di servire come posso e come voglio,
di credere come posso e come voglio,
…..
@Leopoldo,
provi a cercare in un confessionale. Il primo requisito per confessarsi non forse riconoscersi peccatori? Anche durante la Messa, più di una volta, i cattolici si riconoscono peccatori “non degni”, ma fiduciosi di essere salvati.
Il compito della Chiesa è quello di ricercare la Verità e di insegnarla, predicarla, adorarla. Non può che essere così se Gesù stesso dice: “Io sono la Via, la Verità e la Vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14, 6). Non è una pretesa, ma il compito precipuo della Chiesa.
Non è una verità “improvvisata”, ma frutto di duemila anni di ricerca, studio, preghiera. Ad esempio, quanto sarebbe più facile estendere alle donne l’ordinazione sacerdotale: ci sarebbero più sacerdoti, si accontenterebbero le donne, o almeno quelle che lo rivendicano, si farebbe bella figura davanti al mondo politically correct! Ma non si può, non può farlo una Chiesa che si sforza di compiere la volontà del Signore, vincolata dalle Scritture e dalla tradizione. La verità proposta dalla Chiesa non è arbitraria.
Le incomprensioni sono frutto delle logiche del “mondo”, da cui la Chiesa non può e non deve farsi tentare.
Mt 16,23: Egli disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Quanto a me, mi “riempio la bocca” di valori non negoziabili quando li vedo sminuiti e disprezzati da cattolici che, pur condividendo a parole la fonte di questi valori, non riescono a riconoscere loro la giusta importanza.
Riconoscersi limitati non significa rinunciare a testimoniare ciò che si crede.
Il futuro…
è una dimensione così terribilmente umana…..
Il dopo esce dalle dimensioni e categorie umane.
Nel dopo non esiste futuro… e non c’è più dopo…
Il buio della non-conoscenza, della non-presenza, non-speranza,
attraversa gli animi/corpi di tantissimi che hanno persino incontrato
il Xr.
In questo spazio oscuro in cui la vita,comunque, non si ferma,
purtroppo certe predichette appaiono come delle beffe,
percependo l’incapacità dello stupore anche dinanzi all’altrui oscurità…
Uno spazio oscuro,
forse sito nella infinita strada che porta a Emmaus,
nella non-speranza che da la certezza della morte,
non è immaginabile alcuna risoluzione.
Camminare sulla strada per Emmaus,
senza speranza.
A te Leo,
compagno di strada…
@Matteo-inc
@Leopoldo
Come Cleopa e il suo anonimo compagno di cammino.
Vi dedico, se me lo permettete, un anticipo di libro e un’immagine.
Buon cammino
http://www.elledici.org/allegati/pdf/P04062.pdf
http://www.introiboadaltaredei.info/wp-content/uploads/2009/04/emmaus-mosaico.jpg
Caro Luigi
“Io non misuro mai i miei anni, per me è sempre tutto nuovo. La vita è bella a dieci come a cento anni se concepita come slancio verso il futuro e non come fardello da portare sulle spalle”
Per uno che aspira alla vita eterna, perché mai dovrebbe contarli ? Però riguardo al fardello che dici vuol fare l’ottimista ? come la volpe ? quando non arriva all’uva dice che è acerba ?
”Poiché chi sa quale bene ha l’uomo nella vita per il numero dei giorni della sua vita vana, quando li trascorre come un’ombra? ( Eccl. 6.12) – “Ricorda, ora, il tuo grande Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i giorni calamitosi, o che siano arrivati gli anni in cui dirai: “Non provo alcun diletto in essi”; […] “La più grande vanità!” disse il congregatore, “ogni cosa è vanità”. ( Eccl 12.1-8)
Secondo te, come fa ad essere ottimista per il futuro se il futuro è finito ?
Vedi la saggezza in matteo-inc ? Tonini non può.
Probabilmente [solo] chi lo cerca [Dio] lo trova.
Probabilmente chi crede di averlo trovato ha solo smesso di cercarlo.
Salute a “don Ersilio”, uomo dal linguaggio concreto e senza fronzoli, poco incline all’ideologico e molto all’ideale.
E’ molto bella la frase: “Per me è sempre tutto nuovo”.
A Nico, un bacio O:)
@ Ubihumilitas,ibi sapientia
“Probabilmente [solo] chi lo cerca [Dio] lo trova.
Probabilmente chi crede di averlo trovato ha solo smesso di cercarlo.”
“Probabilmente” si dice di ciò che si ammette possa accadere o sia accaduto; verosimile” diz. Ital.
Ma ciò che si pensa possa accadere o sia accaduto, “probabilmente” non è verosimile o non accadrà così come si immaginava, perché “colui che lo ha trovato” non lo ha trovato lui ma è stato trovato da Lui. E poiché Lui è difficile che compia errori, sicuramente chi dice “probabilmente” è in errore.
Ricorda la rete da pesca e i pesci adatti ?
“Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete a strascico calata in mare che radunò [pesci] di ogni specie. Quando fu piena la tirarono sulla spiaggia, e, sedutisi, raccolsero gli eccellenti in vasi, ma gli inadatti li gettarono via. “ ( Mt 13.47-48)
“poiché Dio è colui che, per amore del [suo] beneplacito, agisce in voi per produrre in voi il volere e l’agire. […] mantenendo una salda presa sulla parola della vita,” ( Fil 2.13-16)
“Pondera queste cose; sii assorto in esse, affinché il tuo progresso sia manifesto a tutti. Presta costante attenzione a te stesso e al tuo insegnamento. Attieniti a queste cose, poiché facendo questo salverai te stesso e quelli che ti ascoltano”.( 1 Tim 4.16)
Tutto è possibile ma non probabile.
Un abbraccio a Leopoldo! Un abbraccio di cuore!
@ Leopoldo
Ti sento vicino. Ti stimo.
Forse ci cammina a fianco un viandante che scalda il cuore, ma ancora non abbiamo riconosciuto.
Dove sta “la consapevolezza dei nostri limiti”?
E’ sempre sotto i nostri occhi, la consapevolezza dei nostri limiti, elementare Watson. Perché, ci viene forse regalato qualcosa nella vita? O non sperimentiamo, tutti, indistintamente , la sofferenza del corpo, le prove dolorose, la precarietà e la finitudine?
Credo la mancanza di consapevolezza sia appannaggio di coloro che dormono, sopiti dentro l’inganno di una realtà evanescente, fittizia, sottoposta alla caducità alla de-crepitudine e alla morte, ci sono dentro e non si pongono domande.. .E a dormire, vedete, sono in molti, direi la maggior parte dell’umanità, specie in questo primo quarto del terzo millennio dove un pugno di strateghi tiene in scacco le sorti del mondo. E allora non si fa altro: tutti attenti allo spread a che fine farà l’Euro se La Germania abbasserà la cresta e la Grecia la svangherà. E intanto la carestia avanza e si prospetta un futuro di incertezze e inquietudini ma nessuno, o forse pochissimi, pensano all’anima, allo spirito, ad evolvere e liberarsi dalla zavorra! E pensare che la zavorra sia la Chiesa con la sua mole di problemi è fuorviante e ingenuo. E’ una escamotage per giustificare la propria pigrizia spirituale. I dentificare la crisi della fede in Dio, l’incapacità di fare “anima” (compito cui ciascuno è chiamato dal momento del primo vaggito tra le nebbie di questo eone “denso”) con le problematiche di una Chiesa imbrigliata nel suo incedere dalla stessa realtà luciferina che tutto assorbe e coinvolge, allora, io credo, che ci si voglia liberare della grossa responsabilità di rintracciare dentro di noi la scintilla primigenia per intraprendere un cammino difficilissimo: quello a ritroso verso l’origine dal quale partimmo…
letteratura omiletica ? 😉
Quello che ha scritto Leopoldo mi ha portato a pensare a questo passo dei Pensieri di Pascal che vi riporto
“ma che cosa è l’uomo nella natura? Un nulla rispetto all’infinito, un tutto rispetto al nulla, qualcosa in mezzo tra nulla e tutto.Infinitamente lontano da poter comprendere le cose estreme, il fine delle cose e il loro inizio sono per l’uomo invincibilmente nascosti in un segreto impenetrabile, ed è ugualmente incapace di vedere il nulla da dove viene e l’infinito da cui sarà inghiottito.. Che potrà fare allora se non vedere qualche apparenza delle cose, in una DISPERAZIONE eterna di non poter conoscere ne’ il loro principio ne’ il loro fine?? Tutte le cose sono sortite dal nulla e saranno portate all’infinito. Chi potrà seguire queste vie incomprensibili (etonnantes)? L’Autore di queste meraviglie le comprende. nessun altro lo può fare”
caro Leopoldo, chi senta la disperazione di non sapere nulla è infinitamente migliore di chi crede di sapere.
la lettura dei Pensieri di Pascal, potrebbe essere un conforto, se una mente grande e saggia come lui , ha avuto i nostri stessi dubbi, vuol dire che
avere dubbi è umano!
MC
No Matteo, esperienza vissuta sulla pelle…
“Le fede è cosa di cuore, perché è l’occhio del cuore” , diceva Blaise Pascal. Le esperienze di fede non sono mai facili anzi, ostacolate da forze opposte, oscure che tendono a tirare, come la forza di gravità, le realtà fisiche verso il basso. Interferenze, cortine fumogene e molto altro si mette di traverso perché tutto appaia oscuro come le nuvole al sole. C’è un’icona bellissima nel monastero di S.Caterina al Sinai, dove su lamina d’oro è rappresentata la scala di Giacobbe, alta, infinita, in cima alla quale un braccio sbuca fuori da una piccolissima porticina: è il braccio di Dio. Tante anime vi salgono, ad una ad una, con fatica, anime di vescovi, donne , uomini, preti, bambini..tutti salgono, salgono, ma…demoni, personaggi anneriti, figure antropomorfe simili a tizzoni tirano, tirano la gente verso il basso e la maggior i queste non resiste e cade rovinosamente. Solo pochi, i più tenaci riescono ad arrampicarsi su, fino alla porta stretta.
A volte penso a quei 144.000 giusti che hanno attraversato i tormenti e mondato le vesti, il numero dei giusti dell’Apocalisse; quel numero è ciclico è sempre e da sempre da che esiste il mondo, ci sono sempre stati e sempre ci saranno 144.000 giusti che sono riusciti ad imitare il Cristo a diventarne l’alter ego.Lo hanno veramente incontrato, perché la fede è un incontro, un incontro personale…
Non è stato facile come non lo è per nessuno: nessuno trova la strada spianata, la fede in Cristo nel Padre Eterno non nasce da sillogismi ,studi teologici, preparazione culturale, e neppure si eredita come gli occhi o i capelli. La fede è un incontro. Sembra una parola fatta, retorica: “incontro, ma incontro di che!? Di chi, se la vita è uno schifo alla Nazione cosa vuoi che incontri, se sono nell’indigenza o il terremoto m’ha portato via tutto ..ma cosa vuoi che mi interessi di incontrare Cristo”. Questo succede, senza biasimo, a chi non ha saputo riconoscere
Cristo, che è sempre sul cammino dell’uomo, lui c’è sempre, solo se si entra nel dinamismo dell’ascolto attento, nel sapere decifrare, codificare il momento della vita in cui si palesa perchè si palesa, tra una foglia e un’altra, un volto e una situazione, una nuvola e un raggio di sole -Cristo ci contatta, sempre, lui tenta di destarci dal sonno – ma occorre attenzione, saper guardare “dentro” la propria storia…
La vita spirituale non è mai facile…mai!
Perché “la fede è l’occhio del cuore!”…solo il cuore è in grado di riconoscere Cristo.
mamma mia, che fatica…mi è risalita la febbre…
Ciao Clo!!! Guarisci presto!!!
@ discepolo
“Tutte le cose sono sortite dal nulla e saranno portate all’infinito.”
Perdonerà spero la sig.ra discepolo se molto amichevolmente dico che non condivido. “Dal nulla non viene nulla !” Perché nel nulla non c’è nulla che possa venire. Solo “nulla” può venire dal nulla ossia niente.
“.. Nella filosofia occidentale il concetto di nulla è stato utilizzato non solo in contrapposizione a quello di essere ma anche in senso teologico in due accezioni opposte: come il “non-divino” (per es. in Cartesio e Kant) e come “essenza profonda del divino” (per es. in Scoto Eriugena, in Eckhart e in Jakob Böhme). Come “non-divino” e quindi “non-spirituale”, il nulla è stato spesso identificato con la materia, e questo in Plotino e Sant’Agostino. In Hegel, partendo dall’assunto che “dal nulla non può venire niente”, il nulla diventa pura negazione logica ma con valenza ontologica, poiché il positivo e il negativo hanno come comune base astratta proprio il nulla (Scienza della Logica, I, I, 1).” Wikipedia
Se quindi c’è “qualcosa” qualcosa non viene da nulla.
“ il fine delle cose e il loro inizio sono per l’uomo invincibilmente nascosti in un segreto impenetrabile,” – Vero, ma vale solo per l’inizio, non per “il fine”.
“ ed è ugualmente incapace di vedere il nulla da dove viene Il nulla non si vede perché non c’è nulla da vedere. Come sopra.
e l’infinito da cui sarà inghiottito.”
Se l’infinito venisse dal nulla non potrebbe tornare nel nulla perché tornandoci non sarebbe più nulla ma nulla +“infinito ” che lo ha riempito almeno in parte. Al contrario se fosse inghiottito dall’infinito l’infinito non è “nulla” ma è inghiottito da altro che non è “nulla” .
Concludendo, la sua opinione è rispettabile e legittima ma se “qualcosa” non viene dal nulla, deve necessariamente venire da Qualcosa e anche se è “lontano” da potersi comprendere, nulla vieta di i “avvicinarsi” per comprendere meglio. Questo e lo scopo della vita, il motivo dell’essere vita. Il fascino della ricerca e della scoperta.
“Ho visto l’occupazione che Dio ha dato ai figli del genere umano perché vi siano occupati. Ogni cosa egli ha fatto bella a suo tempo. Anche il tempo indefinito ha posto nel loro cuore, affinché il genere umano non trovi mai l’opera che il [vero] Dio ha fatto dall’inizio alla fine. Ho conosciuto che per loro non c’è nulla di meglio che rallegrarsi e fare il bene durante la vita; e anche che ogni uomo mangi e in realtà beva e veda il bene per tutto il suo duro lavoro. È il dono di Dio. Ho conosciuto che ogni cosa che il [vero] Dio fa sarà a tempo indefinito. Non c’è nulla da aggiungervi e non c’è nulla da sottrarvi; ma il [vero] Dio stesso l’ha fatta, affinché si abbia timore a motivo di lui.” ( Eccl 3.10-14)
Quindi anche l’uomo è stato fatto per “essere” a tempo indefinito.
“ La cosa spaventevole per il malvagio, questo è ciò che gli avverrà; ma il desiderio dei giusti sarà esaudito. Come quando passa l’uragano, così il malvagio non è più; ma il giusto è un fondamento a tempo indefinito….. In quanto al giusto, a tempo indefinito non sarà fatto vacillare; ma in quanto ai malvagi, non continueranno a risiedere sulla terra.” ( Prov 10.24;30)
E se i malvagi non continueranno a risiedere “sulla terra” chi altri ci rimarrà ? E che cosa significa “terra ?” (polvere ? suolo ? pianeta ? materia ?
Buona riflessione !