Ero ieri a Rovereto dove ho parlato a Casa Rosmini

Ero ieri a Rovereto per una conferenza a Casa Rosmini: finalmente ho visto quella Casa e la sua mitica Biblioteca così simile a quella di Casa Leopardi, della quale qui abbiamo parlato poco fa. Due dispendiose raccolte di libri messe insieme negli stessi anni, lungo i primi due decenni dell’Ottocento, ambedue aperte agli amici e ai concittadini. In ambedue trovi l’armadio chiuso a chiave che conteneva i libri all’Indice, e poco lontano trovi prestigiose Bibbie poliglotte su colonne sinottiche: in quattro lingue a Rovereto, in sei a Recanati. E nell’una e nell’altra trovi l’Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences des arts et des métiers, cioè la famosa Enciclopedia di Diderot e d’Alembert, proibitissima ma indispensabile per un vero intellettuale. Il padre Alfredo, custode della Casa, mi racconta che L’Encyclopedie fu donata ad Antonio Rosmini dalla famiglia per la festa della sua ordinazione (1821): che intreccio, che premesse, che bello. Mi piace chi spariglia. Qua e là, nella Casa, memorie del Tommaseo, del Manzoni e di Clemente Rebora. Mi pareva d’aver abitato a lungo in quelle stanze che non avevo mai visto. Ho parlato nel Salone degli Specchi, dove si tenevano le feste da ballo. Se avessi saputo farlo, avrei concluso la conferenza sui “fatti di Vangelo” con qualche passo di danza.

83 Comments

  1. lorenzo

    Mi piace chi spariglia, dice Luigi.
    Si licet…anche a me! Vuoi mettere, come sparigliava Gesù nel mondo suo?
    Un manico dello spariglio!
    E perché noi oggi dobbiamo ridurci alla prevedibilità delle reazioni, alle frequentazioni sempre uguali, alla paura del lontano e all’insofferenza per il vicino che non sia mia fotocopia…parlo di cristiani, beninteso.
    “Che intrecci, che premesse, che bello”: che novità e che effervescenza verrebbe, dallo shakerare laici e preti, cristiani e non credenti, atei e creduloni, cattolici e protestanti, ecc ecc ecc. Lo stile di Gesù è stato questo.
    Da dove viene tutta sto entusiasmo nel tirar su steccati, nel tapparsi le orecchie, nel parlare sopra gli altri? Sognamo un mondo in cui stare sempre tra i soliti quattro gatti certificati, di cui due si azzuffano a pelo ritto con gli altri due?! Non è che si va verso una stagione di gran due palle, in questo modo?!
    Se Gesù prima, e gli apostoli poi, avessero fatto questo, il cristianesimo si sarebbe stinto nel corso di una generazione. Anzi: non sarebbe mai nato.

    PS. Per Luigi e per i patiti rosminiani, se già non l’hanno fatto, consiglio un salto alla Sacra di San Michele, in val di Susa(TO) , offerta da Carlo Alberto a Rosmini , accettata da lui, e da allora e tuttora gestita dai padri rosminiani…
    Vale una giornata almeno.

    17 Ottobre, 2012 - 23:50
  2. fiorenza

    Sì, la mitica biblioteca, sì: l’ho vista solo in fotografia ma basta questo a far battere forte il cuore. Eppure, se fossi lì a Casa Rosmini, credo che visiterei più volentieri la piccola stanza in cui abitò Clemente Rebora.

    18 Ottobre, 2012 - 1:01
  3. fiorenza

    Ma tu guarda! Gli “illuministi” del blog, che immaginavo tutti belli rinvigoriti e contenti per la notizia dell’Encyclopedie donata dalla famiglia ad Antonio Rosmini per la festa della sua ordinazione (contenti e rinvigoriti tanto quanto la notizia ha depresso e reso scontenta me), per tutta la notte e tutta la mattina, invece, non hanno avuto niente da dire, nemmeno da ripetere: “che bello!”.

    18 Ottobre, 2012 - 13:12
  4. Umberto Eco, nelle Postille al Nome della Rosa (1983), scrive che i libri si parlano tra loro e una seria indagine poliziesca deve scoprire che i colpevoli siamo noi. Di cosa non lo so: ma in quest’Italia che non legge, sapere che padre Rosmini ricevette dei libri che allora puzzavano di zolfo, mostra che forse il vero uomo di cultura debba fare sua la frase di Picasso: “A me la pittura piace tutta”. A me no: quindi non sono un pittore. E manco un letterato o un uomo di cultura, evidentemente. Ma sono in buona compagnia (anche se sto nelle ultimissime file): manco a Leonardo Sciascia la letteratura piaceva tutta.

    18 Ottobre, 2012 - 13:16
  5. fiorenza

    Il “mio” Rebora, che al piombare su di lui della folgore della conversione non aveva esitato a distruggere, uno per uno, tutti i suoi libri, manoscritti, lettere, carte, poesie, traduzioni, il mio Rebora, anche per questo da me tanto amato, sono convinta che della “mitica Biblioteca”, a Rovereto, non sapesse proprio che farsene.
    Di Rosmini, che lui venerava, non era certo stato il lato intellettuale, filosofico, ad attrarlo, ma l’accento sulla Carità e il “Rosmini mistico”.
    Era uno che “sparigliava”, nel suo ineffabile violento modo, anche lui.

    18 Ottobre, 2012 - 13:25
  6. Gioab

    “In ambedue trovi l’armadio chiuso a chiave che conteneva i libri all’Indice, e poco lontano trovi prestigiose Bibbie poliglotte su colonne sinottiche: in quattro lingue a Rovereto, in sei a Recanati. E nell’una e nell’altra trovi l’Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences des arts et des métiers, cioè la famosa Enciclopedia di Diderot e d’Alembert, proibitissima ma indispensabile per un vero intellettuale.”

    Caro Luigi certamente sai perché era proibitissima…..

    “Mentre molti di coloro che contribuivano partecipando alla Encyclopédie, non avevano alcun interesse a riformare radicalmente la società francese, mentre l’Encyclopédie nel suo complesso ebbe questo risultato. L’Encyclopédie negava che gli insegnamenti della Chiesa cattolica potevano essere autorevole fonte in materia di scienza. Gli editori rifiutavano anche di trattare le decisioni dei poteri politici nelle questioni intellettuali o artistiche. Alcuni articoli parlano di come cambiare le istituzioni sociali e politiche per migliorare la società a favore di tutti . Dato che Parigi era la capitale intellettuale d’Europa a quel tempo e che molti leader europei utilizzavano il francese come lingua amministrativa, queste idee ebbero grande diffusione.” – Wikipedia

    I neutrali non hanno mai vita facile da ambo i lati !

    18 Ottobre, 2012 - 13:54
  7. luca73

    Quanto mi piacciono queste squisite digressioni su arte, poesia, filosofia, ecc.
    Bravo Luigi!

    18 Ottobre, 2012 - 14:29
  8. lorenzo

    Che bizzarra idea, questa che abbiamo tutti, di prendere nelle persone quello che ci attira, e tralasciare il resto. E’ una astrazione, ovviamente, non si possono sezionare le persone, a meno che non siano cadaveri all’obitorio.
    Le persone vere, grazie a Dio, sono infinitamente piu’ ricche e complesse e sfaccettate e contraddittorie di quelle specie di mostri a compartimenti stagni che noi , nelle nostre semplificazioni di comodo, ci dipingiamo. Così io non credo che ci sarebbe potuto essere il Rosmini della carità e il Rosmini mistico, se non avesse avuto la preparazione “allo zolfo” che ha avuto.
    A prescindere dal caso specifico, quest’idea che possano esistere idee e opere in grado di farci del male è dura a morire anche tra i cristiani. Capisco che ci siamo pervicacemente attaccati ad essa per buona parte dei 2000 anni di cristianesimo. Ma non è mai troppo tardi per scrollarsela di dosso.
    Dovremmo saperlo a memoria che quello che intossica l’uomo viene da dentro l’uomo stesso, e non da fuori.

    18 Ottobre, 2012 - 14:45
  9. fiorenza

    Caro Lorenzo (scusa se “spariglio”), non cambiare a tuo uso e consumo i versetti del Vangelo!
    Rebora l’ha avuta anche lui, la sua “preparazione allo zolfo”: come tutti. “Ma non è mai troppo tardi per scrollarsela di dosso”. Lui ci ha messo più di 40 anni (Io molto di più. E non ho ancora finito).
    Vedi, ci si può anche mitridatizzare, ma quello che viene da fuori ed è oggettivamente tossico, intossica.

    18 Ottobre, 2012 - 15:07
  10. fiorenza

    Dipende, comunque, dalla grandezza dell’anima: quella di Rosmini era immensa. La mia no. Io non posso certo presumere tanto di me: conosco bene la mia debolezza. So -per amarissima esperienza- che devo stare in guardia e che non ogni cibo mi fa bene.

    18 Ottobre, 2012 - 15:13
  11. Mabuhay

    Cara Fiorenza,
    mi cospargo la testa di cenere e confesso la mia colpa.
    Come indegno “illuminista” del blog, mi sento tutto rinvigorito e rallegrato per la notizia dell’Encyclopedie donata dalla famiglia ad Antonio Rosmini per la festa della sua ordinazione (anche se so che la notizia ha depresso e reso scontenta te…) Quando ho letto il post di Luigi, dentro di me ho esclamato e ripetuto: “che bello! Ma che bello! Fantastico…” con un sorriso che mi si rifletteva nello screen del computer!!! 🙂

    Ecco, adesso mi sento meglio!
    Un abbraccio.

    18 Ottobre, 2012 - 15:20
  12. Sara1

    Cara Fiorenza pensi che Graham Greene che si lamentava con Paolo Vi perchè Il potere e la gloria era stato messo all’indice, si era sentito rispondere dal Papa: “Non crucciatevene, e’ un capolavoro”
    🙂

    18 Ottobre, 2012 - 15:36
  13. lorenzo

    Dipende da che cosa si intende per “preparazione allo zolfo”. Io la metto tra virgolette, tu vedo che la prendi sul serio. Allora, cosa dovrebbe esserci: una “preparazione all’incenso”, che ci fa vivere in un mondo finto dove esiste solo …che cosa? Cos’è che ci fa paura: i cattivi maestri? E chi sarebbero i cattivi maestri? Diderot e D’ Alembert? O Mazzini per Rebora? O chi? Catullo, Saffo, chi? Qualche giorno fa qualcuno ha identificato Hegel in un cattivo maestro…mah.
    Immagino che siano posizioni iperboliche e provocatorie.
    Ma noi di provocazioni non abbiamo bisogno, c’è chi ci provoca dal Vangelo notte e giorno. Senza di Lui, non possiamo nulla. Ma abbrincati a Lui, la cosa cambia .Questo è il vero nocciolo della questione.
    Quanto alla nostra debolezza, è la debolezza di tutti. Io non credo affatto che i santi siano anime superiori e privilegiate, di chissà quali elevazione ed apertura. Ma guardiamoli da vicino: sono sputati a noi! In una cosa sola differiscono da noi: prendono Gesù alla lettera, e , pur avendo come noi una fifa boia, con lui vanno dovunque. Noi, al contrario, diamo la nostra lettura di Gesù, e così ci teniamo la nostra fifa boia, che diventa ossessiva e non ci fa andare da moltissime parti.
    Eppure, niente, ma proprio niente, se lo volessimo direttamente, ci impedirebbe di essere come loro.Non è certo alzando barricate a destra e manca che ci prepariamo la strada alla santità…:)

    18 Ottobre, 2012 - 15:47
  14. fiorenza

    Ora sono proprio di corsa…ma una cosa di corsa, proprio in corsa, prima di spengere il computer, la voglio dire:
    Mabu, “che bello! Ma che bello! Fantastico” il tuo commento! Così direttamente affermativo! Che importa il fatto che non siamo d’accordo?
    “Mai cedere sul proprio desiderio”: la cosa più importante che mi ha insegnato Lacan.

    18 Ottobre, 2012 - 16:20
  15. Alexandros

    Mi annovero nello sparuto (rectius sparito) gruppo dei cattolici non ostili all’illuminismo. Grazie a Luigi per il bel post

    18 Ottobre, 2012 - 19:34
  16. Index librorum prohibitorum.
    Abolito, giustamente: confutare è meglio che vietare, formare è meglio che mantenere disinformati!
    Ecco, anche questo faceva parte delle cose “non dogmatiche” che incrostavano di polvere e rendevano l’aria tanto stantia da richiedere una apertura di finestre.

    18 Ottobre, 2012 - 20:16
  17. fiorenza

    A proposito di Index, ma è vero, Sara, quell’episodio di Graham Greene con il Papa? E’ carino, non lo conoscevo.
    Oh, ma non penserai mica che io rimpianga l’Index Librorum prohibitorum? Come potrei, visto che sostengo la necessità, come dicevo prima, di “non cedere sul proprio desiderio”, di non essere, cioè assoggettati ( né alle aspettative altrui, né alle mode, né a un’immagine di sé, etc.), non assoggettabili, non addomesticabili, liberi, quindi, di diventare ciò che si è, di esserlo e di gioiosamente affermarlo?

    18 Ottobre, 2012 - 22:11
  18. fiorenza

    Sui libri, sono ferma a San Francesco, che ne diffidava.

    18 Ottobre, 2012 - 22:14
  19. Sara1

    E vero Francesco diffidava della cultura e invece qualsiasi manuale di storia della letteratura italiana si apre con il suo cantico delle creature!
    La storia di Greene e Paolo Vi per quel che so è vera.

    http://www.30giorni.it/articoli_id_387_l1.htm

    18 Ottobre, 2012 - 23:24
  20. fiorenza

    Molto interessante questa vicenda di Greene, grazie davvero.

    Ma il Cantico di Francesco nulla deve allo studio (anche se Francesco era colto): è preghiera.

    18 Ottobre, 2012 - 23:43
  21. fiorenza

    Eh, no, non funziona.

    “Spettabile biblioteca, ho perso il vostro libro. Non riesco più a trovarlo. Intendo costituirmi. Non fate del male alla mia famiglia.”
    Charlie Brown

    19 Ottobre, 2012 - 15:02
  22. Luigi Accattoli

    Ho qualche idea sulla proibitissima Encyclopédie nelle biblioteche dei cattolicissimi Rosmini e Leopardi (Monaldo). Vediamo se riesco a dirle. Prima idea: proibito voleva dire “pericoloso” se viene in mano a persona “rude”. Ma chi sia preparato ad affrontare quella lettura può esserne autorizzato con le “patenti di lettura”. Dunque negli anni che ci interessano una biblioteca poteva ben avere le opere comprese nell’Index Librorum Perohibitorum purché conservati sotto chiave e concessi in lettura soltanto a chi ne avesse la “patente”. Ai tempi di Rosmini bastava il parroco a dare quella “patente”.

    19 Ottobre, 2012 - 15:21
  23. Sara1

    Penso anche io che sia così.

    19 Ottobre, 2012 - 15:25
  24. Luigi Accattoli

    Seconda idea: chi legge libri proibiti produce opere che poi – probabilmente – saranno proibite. L’Index Librorum Prohibitorum Sanctissimi Domini Nostri Gregorii XVI Pontificis Maximi Jussu Editus. Editio Novissima, Neapoli 1862 ha questo rigo: “Leopardi Giacomo (Conte). Operette Morali. Done emendentur. Decr. 27 junii 1850”.
    Quella stessa edizione dell’Indice proibisce due opere di Antonio Rosmini: “Le Cinque Piaghe della Santa Chiesa” e “Costituzione secondo la giustizia sociale”.

    19 Ottobre, 2012 - 15:31
  25. Luigi Accattoli

    Tutto questo valeva fino al 4 febbraio 1966, quando Paolo VI abolì l’Indice dei libri proibiti.

    19 Ottobre, 2012 - 15:33
  26. Luigi Accattoli

    Che Antonio Rosmini e Giacomo Leopardi procedano appaiati nella lettura dell’Encyclopédie e nella tagliola dell’Indice non deve far meraviglia: l’uno nasce nel 1797 e l’altro nel 1798. L’uno diventa prete nel 1821 e l’altro in quell’anno arriva alla stesura definitiva de L’infinito.

    19 Ottobre, 2012 - 15:38
  27. Gioab

    “La Chiesa ha sempre adempiuto al suo dovere di vigilanza sui libri, ma fino all’invenzione della stampa non sentì il bisogno di redigere un catalogo dei libri proibiti, – perché gli scritti ritenuti pericolosi venivano bruciati”, afferma l’Enciclopedia Cattolica.

    Nella seconda metà del XVI secolo, con la pubblicazione dell’Indice dei libri proibiti, la Chiesa Cattolica impose restrizioni sull’uso delle Bibbie in volgare. Questa misura, secondo la New Encyclopædia Britannica, “effettivamente fermò il lavoro di traduzione in seno al cattolicesimo per i successivi 200 anni”.

    La Chiesa Cattolica accolse con entusiasmo l’invenzione della stampa. Alcuni papi esaltarono quella che alcuni ecclesiastici definirono “arte divina”. Ben presto però le gerarchie ecclesiastiche si avvidero che veniva usata per diffondere idee contrarie al cattolicesimo. Perciò alla fine del XV secolo diverse diocesi europee imposero delle limitazioni. Fu introdotto l’imprimatur e nel 1515 il V Concilio Lateranense impartì disposizioni per controllare la stampa. Perciò verso la fine del XVI secolo nei palazzi vaticani si auspicava “che per molti anni non vi fusse più stampa”.(1) Per impedire “l’irruente limacciosa inondazione di libri infetti”(2) — come la definiva ancora recentemente un gesuita italiano.
    Allorché il primo Inquisitore generale, Gian Pietro Carafa, divenne papa col nome di Paolo IV nel 1555, incaricò subito una commissione di redigere un elenco di libri proibiti. Il primo Indice universale dei libri proibiti fu così stampato nel 1559.
    L’Indice si divideva in tre “classi”. La prima elencava gli autori di cui erano proibite tutte le opere a prescindere dall’argomento. La seconda dava i titoli di singole opere proibite di scrittori per il resto non condannati. La terza proibiva una lunga serie di opere anonime. Quell’Indice conteneva 1.107 censure, che colpivano non solo autori religiosi, ma anche letterati. Una delle appendici elencava varie edizioni bibliche proibite e precisava che erano vietate tutte le traduzioni in volgare.
    Anche se in precedenza erano stati emanati divieti con valore locale, “con questi provvedimenti che riguardavano tutta la cattolicità la Chiesa si pronunciava per la prima volta ufficialmente contro la stampa, la lettura ed il possesso del testo sacro nelle lingue vernacole”, dice Gigliola Fragnito, docente di storia moderna all’Università di Parma.(3) L’Indice fu vigorosamente contestato tanto da librai ed editori quanto dai governi che beneficiavano dell’attività di stampa. Per queste e altre ragioni, ne fu predisposta una nuova edizione, pubblicata nel 1564, dopo il Concilio di Trento.
    Nel 1571, per seguirne l’aggiornamento, fu creata l’apposita Congregazione dell’Indice. A un certo punto, gli organi che decidevano quali opere bandire erano addirittura tre: la Congregazione del Sant’Uffizio, la Congregazione dell’Indice e il Maestro del Sacro Palazzo, un dignitario pontificio. L’accavallarsi di competenze e la disparità di opinioni tra chi voleva attribuire maggiori poteri ai vescovi e chi agli inquisitori locali furono tra le ragioni del ritardo nella pubblicazione del terzo catalogo di libri proibiti. Preparato dalla Congregazione dell’Indice e promulgato da Clemente VIII nel marzo 1596, l’Indice fu bloccato su richiesta del Sant’Uffizio, finché non fu reso più perentorio nel vietare a chiunque la licenza di leggere la Bibbia in volgare.
    L’Indice ha avuto conseguenze disastrose sulla cultura, che in paesi come l’Italia si rinchiuse “in un isolamento angusto”, spiega lo storico Antonio Rotondò.(5) Un altro storico, Guido Dall’Olio, dice che l’Indice fu a lungo “uno dei principali fattori del grande ritardo culturale italiano rispetto alla maggior parte delle altre zone d’Europa”.(6) Paradossalmente, alcuni libri si salvarono proprio perché finirono nel cosiddetto “inferno”, un luogo appositamente creato in molte biblioteche ecclesiastiche per custodire sotto chiave la letteratura proibita.

    A poco a poco, però, il nuovo ruolo assunto con l’illuminismo dall’opinione pubblica incise sul declino del “più imponente apparato repressivo mai messo in campo contro la libertà di stampa”.(7) Nel 1766 un editore italiano scriveva: “Non è Roma che colle sue proibizioni decida del merito dei libri, è il pubblico che ne decide”.(8) L’Indice stava perdendo importanza e nel 1917 fu sciolta la relativa Congregazione. Dal 1966 l’Indice “non ha più forza di legge ecclesiastica con le annesse censure”.(9)
    La storia dell’Indice rivela che, di tanti “libri infetti”, uno in particolare preoccupava le autorità ecclesiastiche: la Bibbia in volgare. Nel XVI secolo furono incluse negli Indici “circa 210 edizioni integrali della Bibbia e del Nuovo Testamento”, spiega lo specialista Jesús Martinez de Bujanda.(10)
    Nel XVI secolo gli italiani erano noti come entusiasti lettori della Bibbia. Ma l’Indice, con le sue rigorose proibizioni contro le Scritture in volgare, mutò radicalmente il rapporto di questo popolo con la Parola di Dio. “Proibita e rimossa perché fonte d’eresia, la Sacra Scrittura finì col confondersi, nel vissuto degli italiani, con gli scritti degli eretici”, scrive la Fragnito, che precisa: “La via della salvezza per le popolazioni cattoliche dell’Europa meridionale passò attraverso il catechismo” e “ad un popolo religiosamente maturo si preferì un popolo fanciullo”.(11)
    Solo nel 1757 papa Benedetto XIV autorizzò la lettura di ‘versioni della Bibbia in lingua volgare approvate dalla sede apostolica’, e fu finalmente preparata una nuova versione italiana, basata però sulla Vulgata latina. I cattolici italiani hanno dovuto aspettare fino al 1958 per avere la prima traduzione della Bibbia completa direttamente dalle lingue originali.
    Oggi, dice la Fragnito, sono soprattutto i non cattolici che si impegnano “in una capillare diffusione della Scrittura”.(12)

    RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
    1 A. Rotondò, La censura ecclesiastica e la cultura, in Storia d’Italia, a cura di R. Romano e C. Vivanti, Einaudi, Torino, 1973, vol. I, p. 1403.
    2 P. Tacchi Venturi, Storia della Compagnia di Gesù in Italia, narrata col sussidio di fonti inedite, La Civiltà Cattolica, Roma, 1950-1, vol. I, p. 441.
    3 G. Fragnito, La Bibbia al rogo. La censura ecclesiastica e i volgarizzamenti della Scrittura (1471-1605), Il Mulino, Bologna, 1997, p. 85.
    4 L. Balsamo, Vicende censorie in Inghilterra tra’500 e’600, in La censura libraria nell’Europa del secolo XVI, a cura di U. Rozzo, Forum, Udine, 1997, p. 45.
    5 A. Rotondò, Op. cit., p. 1404.
    6 G. Dall’Olio, Libri, carte, scritti: tutto da bruciare!, in Civiltà del Rinascimento, agosto 2001, p. 24.
    7 U. Rozzo, Editoria e storia religiosa (1465-1600), in Storia dell’Italia religiosa. II. L’età moderna, a cura di G. De Rosa e T. Gregory, Laterza, Roma-Bari, 1994, p. 144.
    8 A. Rotondò, Op. cit., p. 1422.
    9 Enchiridion Vaticanum. 2. Documenti ufficiali della Santa Sede 1963-1967, Centro editoriale Dehoniano, Bologna, 1976, p. 675.
    10 J. Martinez de Bujanda, Sguardo panoramico sugli indici dei libri del XVI secolo, in La censura libraria nell’Europa del secolo XVI, cit., p. 9.
    11 G. Fragnito, Op. cit., pp. 320, 328.
    12 Ibid., p. 8.

    19 Ottobre, 2012 - 17:11
  28. Gioab

    “Seconda idea: chi legge libri proibiti produce opere che poi – probabilmente – saranno proibite”

    Caro Luigi, ma chi deve decidere se sono pericolosi quei libri ? e se devesi proibirne la lettura ?
    Probabilmente qualcuno deve aver letto “in primis” per dare un parere, e come mai, su quella prima persona quelle idee non hanno esercitato alcun effetto dannoso ? Magari era di gusti difficili …..e aveva interessi da proteggere. Suoi interessi !

    19 Ottobre, 2012 - 17:36
  29. Leonardo

    Un indice dei libri proibiti, oggigiorno, non è più possibile e non sarebbe nemmeno utile (anzi, gli editori, almeno in Italia e in qualche altro paese, farebbero a gara per farci entrare, a scopo promozionale, i loro libri: immagino le fascette!).

    Invece un indice dei libri inutili … quello sì che sarebbe utile!

    19 Ottobre, 2012 - 19:52
  30. discepolo

    Utilissimo l’indice dei libri inutili !!!.
    Primo candidato: tutti i libri di Corrado Augias
    secondo candidato: tutti i libri di Vito Mancuso
    terzo candidato: tutti i libri di Enzo Bianchi
    e la lista sarebbe molto, molto lunga, insomma tutta l’intellighentia (sedicente!) italiana … Scalfari, Sergio Romano, Melloni, Cacciari e via discorrendo…

    19 Ottobre, 2012 - 20:24
  31. fiorenza

    Riprendendo la “seconda idea” di Luigi: chi legge libri inutili produce opere che poi saranno inutili? O qualcosa di peggio?

    19 Ottobre, 2012 - 20:27
  32. discepolo

    Fra l’altro , leggere i libri”proibiti”,per esempio l’opera omnia del Marchese de Sade , non può che rafforzare la fede , mentre leggere i libri “inutili” tipo l’opera omnia di Corrado Augias non può che corrodere la fede.

    19 Ottobre, 2012 - 20:42
  33. discepolo

    Io penso che tutti i cattolici dovrebbero leggere i libri proibiti.. anzi i più blasfemi e proibiti!!!
    come Rosmini, non si può essere veramente e pienamente e saggiamente cattolico senza aver anche “assaggiato” e “gustato” e “giudicato “la voce della concorrenza ( cioè di Satana).
    un cattolico che avesse letto solo libri edificanti , la Bibbia o vite di Santi, o esempi di bontà, o ” I fatti del vangelo” non avrebbe alcun “chiaroscuro”. Senza conoscere le tenebre, e le tenebre più buie , non si può apprezzare veramente la Luce.

    19 Ottobre, 2012 - 20:53
  34. discepolo

    Fra i libri proibiti ci sono “I canti di Maldoror” di Lautréamont, eppure secondo me la loro lettura sarebbe molto , molto educativa per i giovani d’oggi!

    19 Ottobre, 2012 - 21:02
  35. discepolo

    fra l’altro per inciso, Modigliani ne teneva una copia ( dei canti di maldoror)
    nella tasca della giacca.
    Modigliani che era ebreo e religioso, un santo ( bevitore) laico.

    19 Ottobre, 2012 - 21:05
  36. fiorenza

    Discepolo, non sono d’accordo su niente di quello che hai elencato. Ne sono contenta. (“In questo mondo noi non ci accordiamo a nessuno…”). Una cosa che, tuttavia, mi dispiace è quel sentirti dire che “un cattolico che avesse letto solo libri edificanti , la Bibbia o vite di Santi, o esempi di bontà…” , etc. , non potrebbe essere “veramente e pienamente e saggiamente cattolico”… E Santa Teresa di Lisieux, allora? Ecco, è questo che mi dispiace: la generalizzazione in un campo dove tutto è così meravigliosamente “singolare”.

    19 Ottobre, 2012 - 21:35
  37. fromsoma

    Solo uno spirito colto e un’anima nobile come Rosmini poteva scrivere, nell’800, “Le cinque piaghe della santa Chiesa”. A dimostrazione che non ci sono “tempi prematuri” per una lettura “cattolica” del Vangelo e una vita autentica secondo le beatitudini, magari agevolate – entrambe – da una cultura allenata sui libri “proibiti”.
    Rosmini, la sua vita santa e le sue “cinque piaghe” appartengono alla Tradizione della Chiesa, che noi riceviamo e trasmettiamo arricchendola, se siamo capaci. “Non è il vangelo che cambia, sulle nostre misure piccole – è sempre “il Giovanni” del concilio di 50 anni fa – siamo noi che lo comprendiamo meglio”. Rosmini ci ha provato e ci è riuscito un secolo (proibito) prima di noi.

    19 Ottobre, 2012 - 22:19
  38. Leonardo

    Sottoscrivo la lista (provvisoria) di discepolo e trovo che, in effetti, è più economico procedere, in blocco, per “autori inutili”. Quelli elencati mi pare che vadano benissimo: non li ho letti e non mi piacciono. Confesso però che un libro di Mancuso l’ho letto anch’io: quello sulla teologia di Hegel, che mi sembrò ben scritto. Se si fosse fermato lì, sarebbe forse nello scaffale degli autori utili. Ah, ho letto anche un libro di Cacciari, ma prometto di non farlo più.

    19 Ottobre, 2012 - 23:08
  39. Leonardo

    Circa l’opportunità, o addirittura la necessità, da parte dei cattolici, di leggere libri “proibiti” sarei invece più perplesso … non so, credo di capire che cosa intenda dire discepolo, però io spesso decido di non leggere certi autori o certi libri, che pure sospetto che possano essere importanti, perché avverto, così, “a naso” una certa sensazione di pericolo, oppure solo per pigrizia. “Da far che?” diceva sempre la mia nonna.

    19 Ottobre, 2012 - 23:15
  40. Leonardo

    Per esempio, sono diversi mesi che mi chiedo se non sia il caso di leggere qualcosa di David Foster Wallace, ma penso che non se ne farà niente …

    È vero, però, che con questo sistema uno si perde anche delle cose preziose. Per esempio, ion avevo mai letto niente di Nicola Cabasilas: per merito di Fiorenza ho preso in mano La vita in Cristo e ora non me ne so staccare più. È una delle cose più belle e utili che mi sia mai successo di leggere. Sono tentato perfino di comprarlo, anche perché non potrò rinnovare all’infinito il prestito alla biblioteca.

    19 Ottobre, 2012 - 23:21
  41. Leonardo

    Forse si potrebbe fare un elenco diviso per classi, come gli elettrodomestici: classe A, classe B ecc.
    Nella prima classe i libri necessari, un sorta di survival kit per affrontare l’esistenza. Nella seconda i libri molto utili. Nella terza quelli un po’ utili. Nella quarta le nugae, e in quinta classe (probabilmente la più numerosa) le cagate.

    19 Ottobre, 2012 - 23:25
  42. Marilisa

    Che ridere l’elenco di libri inutili secondo discepolo…
    Nessuno capirebbe di quale “parrocchia” sia l’acuta lettrice o lettore di libri “utili”.
    Lo si intuisce dall’odore di muffa che si sprigiona dalle sole parole.
    Poi c’è uno–il solito “genietto” dei miei stivali– che approva dicendo che quegli autori non li ha letti e non gli piacciono. Miracolo dell’assurdo!
    Non gli piacciono senza che li abbia letti.
    E –udite udite–non gli piace neppure Massimo Cacciari. Pero!…che intelligenza!…
    La supponenza del genietto delle “nugae” viene siglata amabilmente dalle “cagate” degne, queste sì, di lui.
    Il voltastomaco sta prendendo il sopravvento.

    19 Ottobre, 2012 - 23:45
  43. lycopodium

    Leonardo,
    abbiamo un libro di VM in comune!
    Io però ti batto, ho anche “Il dolore innocente”, riflessione teologica sull’handicap grave e anche qui vale il tuo “se si fosse fermato lì, sarebbe forse nello scaffale degli autori utili. ”
    Di Cacciari comprai insieme “L’angelo necessario” e “Geofilosofia dell’Europa”.
    Ma visto che nel primo si parlava pro-apocatastasi, idea comodissima ma fallace, ho messo via entrambi, a prendere polvere.

    20 Ottobre, 2012 - 3:08
  44. lycopodium

    Per sua fortuna, Rosmini è vissuto (poco, per sua sfortuna) nell’800.
    Se fosse vissuto in questi tempi, avrebbe dovuto scrivere un megatrattato di patologia forense sulle 555 piaghe della Chiesa (o, forse, 666, piaghe col marchio di fabbrica).

    20 Ottobre, 2012 - 3:18
  45. Mabuhay

    Condivido e ringrazio Fiorenza (21:35) e Fromsoma (22 e qualcosa).
    L’ “Encyclopedie” potrebbe far danni a tipi come me…, o a qualche ottuso disciplinatore dello Spirito Santo, ma non sicuramente alla liberta’ cristiana di un Rosmini…

    Nelle 666 piaghe della Chiesa ci metterei i cosidetti blog cattolici…

    Al grande Jack e al suo notevole intervento (non faccio ironia) citato da Lyco, gli e’ mancato nella SUA lista degli idoli postconciliari, la giussanolatria… Scrive: “Noi non siamo il “popolo del Libro”; a rigore non siamo neppure il “popolo della Parola”: siamo il “popolo dell’avvenimento”. Cioe’, scrivo io, noi siamo CL.

    Buona Giornata Missionaria Mondiale a tutti.

    20 Ottobre, 2012 - 9:21
  46. fiorenza

    All’elenco “diviso per classi” io aggiungerei la lista dei libri dannosi. Non “proibiti”, ma da segnalare come capaci di provocare danni forse anche irreversibili alla mente. Ecco, i libri degli autori che Discepolo ha indicato come “inutili”, secondo me appartengono, invece, a questa ultima -infima- categoria. Avrei qualche esitazione per quelli di Cacciari, che sono fuori da ogni possibile etichettatura (ricordo di aver letto a suo tempo “Dallo Steinhof” ricavandone una qualche utilità). Di tutti gli altri autori elencati tra gli “inutili” non ne ho letto nemmeno uno, semplicemente perché la vita è breve e non mi è mai sembrato il caso di dover perdere il tempo con loro. Che siano “dannosi” l’ho dedotto con sicurezza dagli effetti che con evidenza provocano sui loro abituali ed entusiasti lettori.
    Per “inutili” -“le cagate”- , nella mia sicuramente distorta percezione io avevo inteso, invece, le cataste di desolata contemporanea narrativa, incanalate in altissime pile settimanalmente disfatte e rifatte nelle mostruose librerie dove metto piede il meno possibile.

    20 Ottobre, 2012 - 9:54
  47. fiorenza

    Mabu, nel bellissimo testo del “grande Jack” donatoci da Lyco mi è parso notevole anche l’elenco dei “segni di sanità teologica e pastorale”: quelle “tre note caratteristiche”, “le più importanti in assoluto. Perfetto.
    Buona Giornata Missionaria Mondiale, davvero.

    20 Ottobre, 2012 - 10:03
  48. Marilisa

    “Che siano “dannosi” l’ho dedotto con sicurezza dagli effetti che con evidenza provocano sui loro abituali ed entusiasti lettori.”

    Anche Enzo Bianchi incasellato come “dannoso”!!
    E non vuoi indignarti?
    Non vado oltre per evitare di sparare a zero.
    Consiglierei a qualcuno di rifarsi l’habitus mentale, potrebbe riuscire molto utile.
    E comunque il voltastomaco aumenta.

    20 Ottobre, 2012 - 10:14
  49. lorenzo

    @lycopodium

    “ho anche “Il dolore innocente”, riflessione teologica sull’handicap grave ”

    Breve parentesi su quel bel libro di Vito MAncuso.Me lo regalò anni fa un caro amico. Lo consiglierei a tutti quelli che NON si trovano a vivere sulla loro pelle, anche solo di riflesso, il problema dell’handicap stesso.
    Centinaia di profondissime pagine di accademia. Dopodiché tu ti ritrovi comunque con la tua vita devastata in mano, e la rabbia di sapere che esiste anche una qualche dottissima e astrusa motivazione per iniziati, a questa devastazione…
    Questo libro, certo molto meglio di tanti altri dozzinali sulla sofferenza e il dolore, mette plasticamente in evidenza la bellezza e la differenza di Gesù.
    In quale non fa il teologo, non spiega nulla, parla pochissimo: ma va in croce. Lui, per questo e solo per questo, mi porta Dio vicino e credibile. La spiegazione teologica affastella parole su parole ( bellissime) e mi fa incazzare.
    Morale: il libro, al mio amico, gliel’ho rimandato indietro, chiedendogli in cambio un banalissimo crocifisso qualunque. Dopo un po’ mi è arrivata non un crocifisso, ma una croce rudimentale, fatta con le sue mani con due rametti e una corda che li legava insieme, che è qui davanti a me mentre scrivo. Mentre il libro di Mancuso nei miei scaffali non ci sta piu’.

    Ma questo è solo, va da sé, un parere del tutto personale.

    20 Ottobre, 2012 - 11:28
  50. Gioab

    @ fiorenza
    “All’elenco “diviso per classi” io aggiungerei la lista dei libri dannosi. Non “proibiti”, ma da segnalare come capaci di provocare danni forse anche irreversibili alla mente”

    Distinta fiorenza, non capisco…… la sua dichiarazione non mi è chiara. Perdoni l’incapacità !

    Come si fa a capire se la lettura può provocare danni irreversibili alla mente ? Magari potrebbe rafforzare la mente. Come fa a saperlo ? Lei si fida solo dell’opinione altrui e non usa mai scegliere e decidere personalmente ?
    E’ come per le medicine, ce ne sono alcune utili e alcune dannose, ma come fa a saperlo se prima non prova ? Sa che la cura va personalizzata ? Sebbene gli uomini siano tutti uguali, non reagiscono tutti allo stesso modo alle malattie. C’è chi è allergico e chi no, chi soffre per una malattia e chi per un’altra, ergo, ci sono differenze che non accomunano gli uomini ma li differenziano. Ci sono gli alti e i bassi i grassi e i magri, i belli e i brutti. Come si fa a dire che ciò che fa bene a uno fa bene a tutti e vv. Ciascuno deve provare su di sé l’esito di una terapia. Non crede ?

    Ci sono film belli e brutti, ma spesso ciascuno esprime una sua opinione diversa e da una qualsiasi scena ciascuno ne riceve emozioni diversa. Perché mai fidarsi del consiglio di uno a cui non piace il pesce che ti sconsiglia di cenare in un certo ristorante che serve il tuo pesce preferito ? O di chi dice di un libro che non è bello solo perché non era il suo genere e a lui non era piaciuto ?

    Il Logos è dia-logos “dialogo” non il rifiuto del dialogo. La Ragione non accetta i misteri. Lo ha detto anche il papa. Citando l’imperatore Manuele II il Paleologico “” Non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio…Dio agisce „??? ????”, con logos. Logos significa insieme ragione e parola – una ragione che è creatrice e capace di comunicarsi ma, appunto, come ragione” Link

    Il dialogo si fa anche con un libro per avere un’idea personale ed esprimere un giudizio critico informato. Altrimenti ripeterebbe solo il giudizio di altri senza essersi accertata personalmente e il consiglio del Vangelo è : “ Accertatevi di ogni cosa; attenetevi a ciò che è eccellente.” ( 1 Tess. 5.21-22)
    Se le regalano il “brillocco” dicendo che è autentico…. Che fa non va dal gioielliere per verificare o si fida ?

    20 Ottobre, 2012 - 12:35
  51. Gioab

    @ Leonardo
    “io spesso decido di non leggere certi autori o certi libri, che pure sospetto che possano essere importanti, perché avverto, così, “a naso” una certa sensazione di pericolo,”

    Interessante sig. Leonardo…. Eh ….dica…. Che tipo di naso ci vuole per andare a naso ? Lei fiuta anche tartufi ?
    Magari oltre la pigrizia che mi è familiare, ci potrebbe essere anche la voglia di risparmiare che condivido, ma se fosse “timore” o paura di contaminarsi ?
    E’ certo che i percoli vanno sempre scansati ? Ma prima ancora, come si fa a sapere cos’è un pericolo o quand’è che è un pericolo ?

    Ricorda ? E’ scritto : “Ma mentre navigavano egli si addormentò. E un violento turbine scese sul lago, e si riempivano di [acqua] ed erano in pericolo. Infine andarono da lui e lo destarono, dicendo: “Insegnante, Insegnante, stiamo per perire!” Svegliatosi, egli rimproverò il vento e la furia dell’acqua, e si acquietarono, e si fece calma. Quindi disse loro: “Dov’è la vostra fede?”( Mt 8.23-25) e aggiunge: “Chi ci separerà dall’amore del Cristo? Tribolazione o angustia o persecuzione o fame o nudità o pericolo o spada?” ( Atti 8.35)

    “Solo guarderai con i tuoi occhi
    E vedrai la retribuzione stessa dei malvagi.
    Perché [hai detto]: “Jehova è il mio rifugio”,
    Hai fatto dell’Altissimo stesso la tua dimora;
    Non ti accadrà nessuna calamità,
    E nemmeno una piaga si avvicinerà alla tua tenda.
    Poiché egli darà ai suoi propri angeli un comando riguardo a te,
    Di custodirti in tutte le tue vie.
    Sulle loro mani ti porteranno,
    Affinché non urti il tuo piede contro alcuna pietra.
    Sul giovane leone e sul cobra camminerai;
    Calpesterai il giovane leone fornito di criniera e la grossa serpe.
    Poiché in me ha riposto il suo affetto,
    Anch’io gli provvederò scampo.
    Lo proteggerò perché ha conosciuto il mio nome.
    Egli mi invocherà, e io gli risponderò.
    Sarò con lui nell’angustia.
    Lo libererò e lo glorificherò.
    Lo sazierò con lunghezza di giorni,
    E gli farò vedere la mia salvezza.”

    ( Sl 91.18-16)

    Non abbia timore, si fidi, vada a pesca chi non pesca non mangia pesce….. e quello che compra spesso è “fradicio” !

    20 Ottobre, 2012 - 12:52
  52. fiorenza

    Ciao, Lorenzo. Proprio per quel “problema”, anche se vissuto “solo di riflesso” -e per il pudore con cui vi hai più volte accennato- ti dissi, tempo fa, che mi sei molto caro…

    20 Ottobre, 2012 - 13:50
  53. fiorenza

    Per tornare al tema delle biblioteche: l’avete mai vista quella di Cacciari? Quella biblioteca che si snoda per tutte le stanze della sua casa? Certo, è solo una biblioteca privata… Ma niente male.
    E anche l’intervista, che si svolge come una passeggiata tra i libri, non è niente male. Alla domanda sui suoi poeti italiani preferiti, ha detto, senza esitazione : “Ungaretti…Leopardi…” (rieccolo, il nostro Leopardi.! Ma anche Ungaretti, se ricordo bene, piace al nostro Luigi). E, naturalmente, “Dante”:
    http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-736fbc35-c12a-46e7-80d6-84dfbf82f1bc.html

    20 Ottobre, 2012 - 14:02
  54. lorenzo

    Per Fiorenza

    🙂

    Buona domenica!

    20 Ottobre, 2012 - 14:49
  55. Leonardo

    Debbo a Lycopodium un chiarimento: io non possiedo né il libro di Mancuso né quello di Cacciari perché a suo tempo il primo me lo feci prestare da un amico e il secondo lo presi in biblioteca.
    In generale penso che sia il caso di comprare un libro solo quando si è assolutamente certi che è indispensabile averlo sempre a portata di mano. Ora sto seriamente pensando di comprare Cabasilas, ammessi che si trovi ancora, perché prima o poi in biblioteca si stuferanno di rinnovarmi il prestito.

    20 Ottobre, 2012 - 15:25
  56. Leonardo

    Al reverendo Mabuhay delle 9.20: ho un gran rispetto per le antipatie, e quindi non avrei nulla da ridire sul fatto che cielle gli stia sulle scatole. Però bisogna avere anche l’orecchio alla situazione: in questo momento, secondo me un cattolico perbene, anche se antipatizzante, dovrebbe dire: “sono di cielle anch’io” (tipo “Ich bin ein Berliner”, per intenderci). Dico in questo momento, poi si torna a litigare come sempre (da duemila anni).

    20 Ottobre, 2012 - 15:31
  57. Marilisa

    “Come si fa a capire se la lettura può provocare danni irreversibili alla mente ? Magari potrebbe rafforzare la mente. Come fa a saperlo ? Lei si fida solo dell’opinione altrui e non usa mai scegliere e decidere personalmente ?”

    Sono della stessa opinione, Gioab.
    Io ho sempre saputo che per farsi un’opinione, la più giusta possibile, su qualcuno, bisogna andare oltre le proprie simpatie o antipatie “a naso” e verificare, prima di esprimere un parere personale.
    Ma molti la pensano diversamente.
    Sbagliano e lo sanno, ma perseverano nell’errore perché schiavi dei pregiudizi. “Schiavi” cioè “non liberi”.

    20 Ottobre, 2012 - 17:17
  58. Gioab

    @ Marilisa
    “Io ho sempre saputo che per farsi un’opinione, la più giusta possibile, su qualcuno, bisogna andare oltre le proprie simpatie o antipatie “a naso” e verificare, prima di esprimere un parere personale.”

    Intanto mi faccia prima di tutto dire che ho letto due tre interventi che hanno suscitato tutta la mia ammirazione !
    1.“Che ridere l’elenco di libri inutili… Miracolo dell’assurdo! Non gli piacciono senza che li abbia letti. ….Il voltastomaco sta prendendo il sopravvento.”19 ottobre 2012 @ 23:45

    2.“…Forse però non ci si intende sul come “RIEMPIRE DI CONTENUTI E DI FATTI quella parola, fede.”…. di Gesù Cristo ce n’è stato Uno Solo, e che i cristiani … per quanto retti, per quanto onesti, per quanto in buona fede, per quanto limpidi e cristallini, non saranno mai come Lui, non foss’altro perché Lui era Dio. I cristiani sono “uomini”, con i limiti propri degli esseri umani….. Ma che cosa dovrebbero fare? …La buona testimonianza la si fa, secondo me, oltre che nell’ambito familiare, nei luoghi in cui ci si trova ad operare, in quelli in cui la vita ci ha messi a dare il nostro contributo anche secondo i propri talenti…. Seguire le parole di Gesù enunciate con forza nel Vangelo non vuol dire sempre fare rivoluzioni….Anche questo, a mio avviso, è testimoniare il Cristo…. Gesù non ci ha chiesto questo, ….Gesù si è presentato a noi come un paradosso, ma non pretende questa paradossalità dai suoi seguaci, in specie se non si è capaci di rappresentarla. Evangelizzare significa anche dare il buon esempio, presentarsi come credibili nella propria condotta di vita, dimostrare con i fatti che si segue l’esempio di Gesù, aiutare in modo concreto chi è in difficoltà…..E quindi testimoniare le parole del Vangelo? A me la risposta sembra ovvia. “ 19 ottobre 2012 @ 20:28

    3.“Sai che faccio Lorenzo? Per portare Gesù Cristo a chi non ce l’ha, mi aggrego a qualcuno, come fanno i TdG, e vado porta a porta a parlare di Gesù Cristo. E tu, mi raccomando, fa’ lo stesso. Se hai un’idea migliore, fammela conoscere.” 19 ottobre 2012 @ 16:40

    Devo confessare che non le mancano gli attributi. Mi permetta di precisare una piccola cosa che avrei evitato: ”non foss’altro perché Lui era Dio”. Questo è un dogma non una verità, ma non se la prenda esprimo il mio pensiero come fa anche lei. Condividendo tutto il resto e ripeto “con ammirazione”. Mi corre anchel’obbligo di dirle che non è nè facile né semplice. Ma oggi c’è anche Internet, il telefono, il fax…oltre i piedi ma quelli sono utili a fare amicizie e sperimentare personalmente l’ospitalità di chi non ha niente. Lei si dimostra persona decisa e di carattere e può facilmente riuscire. Anche nelle cose più difficili. Così, quando Gesù incontrò Natanaele disse di lui : “Ecco per certo un israelita, in cui non c’è inganno”. ( Gv 1.47)
    Ma per tornare “ai miracoli dell’assurdo “come li definisce, forse ci sono quelli che credono nel Vangelo senza averlo mai letto bene. Lì c’è scritto anche: “ mangiate tutto quello che vi viene posto davanti, senza fare questioni per motivo di coscienza.” ( 1 Cor 10.27) Non vale la pena rifiutare il cibo, l’ospitalità o la cultura altrui senza averla prima sperimentata. Sarebbe un “pre-giudizio” senza base. Mi pare si spossa dire così. Potrebbero esserci piacevoli sorprese che renderebbero la vita più piacevole e amichevole e degna di essere vissuta aiutando ad aprire la mente. Scoprendo cose nuove.

    “il parroco mi ha detto: abbi fede. Ma io che gli do da mangiare ai miei figli? La fede? Chiaro il concetto? Molto chiaro !
    Penso che la conclusione non possa che essere : “ Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito, … Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse interamente perché tutti vedano il tuo progresso.” ( 1 Tim 4.14-15) “ Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano.”( v.16 CEI)

    “Se rimanete nella mia parola, siete realmente miei discepoli,  e conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi”. ( Gv 8.32)

    20 Ottobre, 2012 - 18:45
  59. fiorenza

    La biblioteca più bella del mondo? La Medicea-Laurenziana. Ma le biblioteche in cui si studia meglio? Quelle dei conventi. Quella in cui io sono stata più felice, più “ a casa”? La Biblioteca del Sacro Convento, ad Assisi.
    Le biblioteche in cui studiare fa bene anche al corpo? Quelle che hanno un aspetto così “non del mondo” che ad entrarci pare d’entrare in chiesa. Ed erano luoghi sacri, infatti, un tempo. Una, piccolissima, che amo molto, era proprio una chiesa, nel 1300. Luoghi sconsacrati dall’età dei Lumi in poi. Riconsacrati dal grande silenzio di chi studia come se pregasse. Certo, si può studiare anche nel salone settecentesco della Marucelliana (la «Marucellorum Bibliotheca publicae maxime pauperum utilitati» aperta nel 1752) ma lì di felicità neanche l’ombra.

    21 Ottobre, 2012 - 1:33
  60. Leonardo

    La biblioteca più bella del mondo è la Malatestiana.

    21 Ottobre, 2012 - 10:19
  61. Luigi Accattoli

    La Malatestiana di Cesena è un incanto. L’ho vista una volta di sfuggita in occasione della visita di Giovanni Paolo II – l’otto maggio 1986 – e un’altra volta con la guida di Leonardo che nella vita punge di meno che nel Web.

    21 Ottobre, 2012 - 14:44
  62. Luigi Accattoli

    Segnalazione a discepolo di un libro di Enzo Bianchi a proposito del proposto indice dei libri inutili. Vedi se puoi togliere lo gnomo di Bose da quell’indice, dando un’occhiata al volume VIVERE LA MORTE da lui pubblicato presso Gribaudi nel 1983 e in seconda e in terza edizione – sempre lì – nel 1987 e nel 1992, con nuovi personaggi. Si tratta di un’antologia di 65 testi che narrano il modo di morire e l’imparare a morire di altrettanti uomini di Dio da Adamo e Aronne a Elvira Ameglio e Michele Pellegrino. Lo considero una delle vere letture della mia vita. Ne ho parlato in più occasioni con Enzo accanto ai morenti che egli corre ad assistere. Vedi se puoi toglierlo quel libro, ma se tu non potessi non importa.

    21 Ottobre, 2012 - 15:31
  63. Marilisa

    Bravo Luigi !!

    21 Ottobre, 2012 - 16:39
  64. Marilisa

    Però, Luigi…lo “gnomo” di Bose! Perché?

    21 Ottobre, 2012 - 17:00
  65. Luigi Accattoli

    Enzo Bianchi a motivo della figura rotonda e del testone e della barba che raccorda compattamente la testa al petto è detto affettuosamente dagli amici “gnomo romanico“.

    21 Ottobre, 2012 - 17:11
  66. fiorenza

    La buonanotte, però, ve la dò con la Medicea Laurenziana. Soltanto la sala di lettura, perché della scala che dal vestibolo vi conduce, dell’impressionante prodigio che è quella scala di Michelangelo, non esiste nessuna immagine, nessuna fotogafia che possa darne un’idea:
    http://www.bml.firenze.sbn.it/images_index/Salone.jpg

    22 Ottobre, 2012 - 1:22
  67. Luigi, grazie per aver detto – con la tua solita eleganza – di Enzo Bianchi.
    Confesso che ero ancora talmente incredula dal suo “posizionamento soggetivissimo” da non riuscire a mettere insieme un commento preciso.
    Mi si consenta di dire che stilare delle liste di libri “inutili” o “dannosi” oppure “quello che vi pare”, a priori,mi pare un’attività poco degna di esseri intelligenti. Nel senso che per scartare qualcosa bisogna prima averlo conosciuto. Sempre che il mondo funzioni ancora come mi è stato insegnato, potrei anche aver perso qualche progresso, strada facendo…

    22 Ottobre, 2012 - 1:25
  68. fiorenza

    Un’ultima cosa: poiché è “una delle letture della vita” di Luigi, lo cercherò, in qualche biblioteca, quel libro del priore di Bose: unica eccezione. Ho dei libri delle Edizioni Qiqajon, ma non certo di lui, che non è uno dei “miei” autori: senso di totale estraneità quando l’ho ascoltato, a volte, a “Uomini e Profeti”.

    22 Ottobre, 2012 - 1:29
  69. fiorenza

    Oh, salve Principessa. Scrivevamo insieme, e della stessa persona! Un sorriso per te.

    22 Ottobre, 2012 - 1:32
  70. fiorenza

    Stavo riflettedo, ora, su quali siano, invece, i “miei” autori. Stavo facendo “la lista”. E’ abbastanza lunga, ma non lunghissima. E’ composta tutti di morti, in qualche caso da parecchi secoli.

    22 Ottobre, 2012 - 1:52
  71. Luigi Accattoli

    Fiorenza puoi vedere due brani del volume di Enzo Bianchi intitolato VIVERE LA MORTE nel capitolo 8 CELEBRAZIONE ECCLESIALE DELLA PROPRIA MORTE della pagina CERCO FATTI DI VANGELO elencata sotto la mia foto: devi chiamare il secondo testo a contare dal basso intitolato Elvira Ameglio: «Ho visto il Signore ma parlava piano».

    22 Ottobre, 2012 - 10:17
  72. fiorenza

    Ti ringrazio. Avevo già letto, naturalmente, questo testo dal capitolo 8, molto bello, come tutto il resto, o forse ancora di più , perché ogni pagina che sia stata scritta sulla morte contiene la grandezza infinita. E, tuttavia, non avevo sentito alcuna necessità di cercare il libro di E.B. a cui rimanda: qualcosa nello stile dei brani scritti da lui non mi convince, non mi attira. E’ come per l’innamoramento: se la freccia non ti ha colpito, non c’è niente da fare.

    22 Ottobre, 2012 - 11:01
  73. Leonardo

    «per scartare qualcosa bisogna prima averlo conosciuto. Sempre che il mondo funzioni ancora come mi è stato insegnato, potrei anche aver perso qualche progresso, strada facendo…»

    Beata (e, sotto un certo profilo, incantevole) ingenuità! Questo è quello che si può credere – forse – nell’adolescenza. Il mondo è pieno zeppo di cose che scartiamo (scegliendo di non rivolger loro la nostra limitata attenzione) senza avere alcuna remota possibilità di averle conosciute.
    La vita terrena è breve, e l’arte di non perder tempo con le cose che non lo meritano è la più preziosa di tutte. Subito dopo vien quella di apprezzare fino in fondo quello che abbiamo scelto (o che ci è capitato, non fa poi molta differenza).
    Arti, non scienze. E siamo tutti, naturalmente, apprendisti maldestri.

    22 Ottobre, 2012 - 14:42
  74. Leonardo

    Comunque, se Dio vuole, indizi non ne mancano … se non leggo Vito Mancuso o Corrado Augias posso stare abbastanza tranquillo che il rischio di perdermi qualcosa di importante è davvero molto basso.

    Se invece fossi in cella d’isolamento e un carceriere crudele mi avesse lasciato, come unica lettura, un libro di Umberto Eco o di Umberto Galimberti (ma anche di Umberto Bossi, posto che ne esistesse uno), beh allora dovrei applicarmi a farmelo piacere, e trovarci del buono.
    Sono sicuro che ce lo troverei.

    22 Ottobre, 2012 - 14:48
  75. Marilisa

    Un’altra perla di saggezza leonardiana:
    “La vita terrena è breve, e l’arte di non perder tempo con le cose che non lo meritano è la più preziosa di tutte.”

    Sulla vita terrena breve non si può discutere perché lo è senza dubbio.
    Mi chiedo però come si faccia a stabilire quali siano “le cose che non lo meritano” se prima non si cerca di vedere e di capire se sia veramente così.
    O non si tratta anche in questo caso di preferenze “a naso”? O secondo le proprie antipatie e simpatie personali o, meglio, suggerite dai propri schemi religiosi? Temo che sia proprio così.

    22 Ottobre, 2012 - 19:41
  76. Marilisa

    Luigi, sono molto belle ed edificanti le testimonianze che hai riportato sulla morte delle due donne vissute nella comunità di Bose, vicinissime a Enzo Bianchi.
    Storie di vita vissuta come queste sono la vera linfa di un cristianesimo non letto, non predicato ma proposto in tutta la sua vera grandezza e veridicità.
    Con buona pace di chi si nutre di un cristianesimo appreso sui libri, e si compiace di parlare con frasi fatte.
    Per esemplificare.
    Ieri a messa il sacerdote, letto il Vangelo, incomincia l’0melia.
    Una sorta di parafrasi, con qualche spunto di commento, della pagina evangelica, ben detta e anche significativa, incentrata sull’importanza del servizio verso gli altri.
    Chi vuole essere il primo nel Regno dei cieli, sia l’ultimo qui sulla terra.
    L’uditorio è attento ma non più di tanto. Parole sentite cento volte.
    A conclusione, l’anziano celebrante parla di una sua esperienza personale correlata ad un discorso fatto da un giovane papa Giovanni tanti anni fa. Un discorso in cui il papa, escludendo il plurale maiestatis, si definiva il “servo dei servi” e invitava il pubblico presente a considerarlo tale.
    A tale racconto in chiesa un mutamento di scena repentino. Molta più attenzione, tutti ad ascoltare con evidente approvazione e ammirazione.
    Al termine della messa congratulazioni al sacerdote che aveva introdotto una pagina viva di esperienza personale nella consuetudine di pagine evangeliche ascoltate tante e tante volte.
    Voglio dire semplicemente che il cristianesimo fatto di esperienze concrete è più convincente, attrae maggiormente, è più educativo.

    22 Ottobre, 2012 - 20:28
  77. Gioab

    @ Leonardo
    “La vita terrena è breve, e l’arte di non perder tempo con le cose che non lo meritano è la più preziosa di tutte.”

    La questione complicata, distinto sig. Lorenzo, è che nessun umano ha la possibilità di affermare che ne esista un’altra. E’ una questione di fede e molti di quelli che dicono di averla hanno solo paura della morte.

    La religione in fondo è solo questo, la speranza che tutto non finisca nel nulla. Ma è solo una speranza senza nessuna dimostrazione. E’ lodevole che lei ci creda, ma si può davvero affermare che sia proprio così ? E se come dice BXVI la vita viene dal caso per evoluzione, ci sarà ancora per caso un’altra vita da qualche altra parte ? E se non ci fosse nessuna vita dopo ?

    “Chi conosce lo spirito dei figli del genere umano, se sale verso l’alto; e lo spirito della bestia, se scende verso il basso alla terra?” ( Eccl 3.21)

    “Chi può dire: “Ho mondato il mio cuore; son divenuto puro dal mio peccato”?” ( Prov 20.9)

    Perché tante certezze ?

    22 Ottobre, 2012 - 21:03

Lascia un commento