Ero nella piazza del Santuario di Loreto quando vi andò Papa Giovanni mezzo secolo fa e ieri ho seguito con qualche soprassalto di memoria la diretta di Rai1 per la visita di Papa Benedetto: allora si apriva il Concilio e tutti guardavano in avanti, ora si guarda – un poco avanti e molto indietro – all’eredità del Vaticano II e c’è forte disputa su di essa. Non manca chi è tentato di tornare a prima del Concilio e chi afferma che le cose sono andate storte perché il Concilio è stato tradito. La grande maggioranza dei cattolici praticanti ha ovviamente sentimenti più equanimi e sa – o intuisce – che Papa Benedetto è stato eletto anche a motivo della disputa sul Vaticano II: per ricondurla a unità, come già Paolo VI era stato eletto per condurre nell’unità i lavori del Concilio. Si tratta dunque di aiutarlo nell’impresa e i primi che ne intralciano l’opera sono i militanti delle due ali che tendono ad accentuare la polarizzazione interna alla Chiesa. – E’ il salomonico avvio di un mio articolo pubblicato oggi dal quotidiano LIBERAL alle pp. 14 e 15 con il titolo SFIDA SUL CONCILIO.
Ero a Loreto quel giorno con papa Giovanni
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Non è naturalmente nelle mie intenzioni entrare nella disputa pro e contro. Ma indubbiamente bisogna riconoscere che il Concilio ha permesso ai laici di accedere a quell’autentico tesoro della Chiesa che è la Liturgia delle Ore, un fantastico ipertesto che spazia dai salmi, a Dante, ai testi scritti dai martiri cinesi e giapponesi, alle recenti encicliche. Quale modo migliore per riscoprire la Tradizione? Soprattutto se, come ha detto Benedetto XVI in una recente catechesi, ci si mette in un atteggiamento di ascolto, facendosi invadere e catturare da quelle parole, senza vani “distinguo” e inutili critiche. “Pregare ed esortarsi insieme finché dura quest’oggi”: questa la vera conquista del Concilio.
Scrive Luigi, nel passo forse meno denso ma piu’ poetico del suo pezzo:
“Felice come un ragazzo in gita, il Papa ottantenne non si stancava di affacciarsi alla finestra del treno, ridente e benedicente. Egli era già malato di tumore allo stomaco ma quel sorriso, quella festa di un uomo che risponde alla festa di un popolo non la dimenticheremo. Resta come l’immagine simbolo della primavera del Concilio. ”
Vorrei dire ( consapevole di rischiare la consueta pernacchia e la retorica sdolcinata,) vorrei dire ai due manipoli di irriducibili dinosauri che da opposte sponde si guardano in cagnesco,rinnovandosi pure attraverso le generazioni, torvi e lanciandosi mezze scomuniche vicendevoli : dove è , nelle nostre parole aguzze, nelle nostre facce seriose, nelle nostre citazioni dotte, DOV’E’ quell’aria felice, quella felicità da ragazzo in gita nel mondo, quel sorriso, quel riso e quella voglia di benedire, cioè di DIRE BENE ?
Dove sta la felicità, la gioia, la bellezza di essere cristiani?!
Proviamo a guardarci un attimo dall’esterno, in queste discussioni prevedibili e plumbee, e forse ci accorgeremo di come ammorbiamo l’aria, di come la rendiamo pesante, di come comunichiamo l’esatto contrario della primavera.
La primavera del concilio , a differenza del Concilio che resta, puo’ anche essere passata. MA RESTA LA PRIMAVERA DI CRISTO.
Se io fossi un non credente, e ficcassi il peperone su una di queste discussioni “conciliari”, dico la verità, trarrei la convinzione che i cristiani sono bande contrapposte che si azzuffano violentemente su questioni incomprensibili e di una noia mortale. Spero ardententemente che nessuno di loro ci legga, e ci renda responsabili davanti a Gesù di questa conseguenza.
Appunto!!! Concentrarsi sulla carita’ mica sulle dispute: le famiglie sole con malati terminali, i ragazzi in carcere, disorientati, disoccupati, la solitudine di ogni tipo, dare un mano anche a chi ha sbagliato qualcosa e deve riprendersi, fare della parrocchia un posto di attenzione umana e sociale, una famiglia senza tante storie e pretese “superformative”, dare un taglio a dibattiti, conferenze, giornate, siti, sedute di ogni tipo, dispute ecclesiologiche e liturgiche di cui neppure ci “sara’ chiesto conto”, perche’ alla fine della giornata l’unica cosa rilevante sara’ l’acqua offerta all’assettato e il pane condiviso con l’affamato… di ogni tipo. Nient’altro!
Cara Antonella lei parla spesso di tradizione, ma ad esempio conosce i lavori di Chenu sul medioevo? eppure era uno dei più progressisti al concilio.
E’ deprimente che si riduca (con tutto il rispetto) la tradizione agli armadi delle nonne ottocentesche.
Per il resto sono d’accordo con gli ultimi commenti.
Cara Sara (si perdoni l’assonanza), la mia nonna ottocentesca aveva le idee molto chiare e molto lineari sulla religione. Quando giunse il Concilio, lo accettò senza riserve. Per Tradizione comunque intendo quello di cui parla la “Dei verbum”:
“Gli apostoli poi, affinché l’Evangelo si conservasse sempre integro e vivo nella Chiesa, lasciarono come loro successori i vescovi, ad essi « affidando il loro proprio posto di maestri » (10). Questa sacra Tradizione e la Scrittura sacra dell’uno e dell’altro Testamento sono dunque come uno specchio nel quale la Chiesa pellegrina in terra contempla Dio, dal quale tutto riceve, finché giunga a vederlo faccia a faccia, com’egli è (cfr. 1 Gv 3,2)”.
Ebbene sì, sono convinta che la manifestazione della Tradizione a me più vicina sia stata proprio la mia nonna paterna, che era poi anche la mia madrina, insieme al nonno materno, non praticante, ma che viveva “tamquam Deus esset”.
Ma anche la mia nonna era come la sua, infatti mi ha insegnato ad andare in Chiesa vicino a casa non a cercare questa o quella liturgia a piacimento.
Per il resto “La radice di questo atto scismatico è individuabile in una incompleta e contraddittoria nozione di Traditione. Incompleta, perché non tiene sufficientemente conto del carattere vivo della Tradizione, «che – come ha insegnato chiaramente il Concilio Vaticano II – trae origine dagli Apostoli, progredisce nella Chiesa sotto l’assistenza dello Spirito Santo: infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, cresce sia con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro, sia con la profonda intelligenza che essi provano delle cose spirituali, sia con la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma certo di verità»(5)”
Giovanni Paolo II.
Non sono molto d’accordo con la visione di Luigi, credo che con Benedetto al di là della sua volontà di ricucitura le dispute sul concilio si siano riaccese, almeno fino alla sua elezioni non avevo mai sentito critiche essendo nata dopo la riforma e avendo sempre vissuto in ambiti in cui era stata accettata da tutti con serenità.
Forse la riflessione serviva, forse no, bho.
Ma pensi davvero, Giorgio Licini, che “concentrarsi sulle dispute” sia così alternativo al “concentrarsi sulla carità”? Ma chi ti dice, tanto per fare un minimo esempio, che uno che si concentra, qui, sulla disputa, non sia anche uno impegnatissimo, fuori di qui -e magari al limite delle sue forze-, nelle opere di carità? E se fosse, questo accendersi in un dibattito, segno di un cuore acceso? E te lo dice una che dalle dispute rifugge ma che si chiede, a volte, se questo paradossalmente non sia, appunto, una mancanza di carità, un difetto di amore.
E se fosse che proprio queste divergenze sono il segno della Presenza di Cristo, della Sua primavera che pungola, spinge, risveglia tutti dal sonno? Perché, carissimo Lorenzo (davvero c’è qualcosa per cui mi sei molto caro) non guardare senza biasimo, con l’aria “ridente e benedicente”, anche queste discussioni? Mai purtroppo riusciranno ad essere più appassionate e più accese che all’inizio, quando il Cristianesimo era un vitalissimo neonato. E se fosse un pericolo reale non tanto l’accendersi delle dispute quanto il loro affievolirsi in una sospetta calma piatta? Non è venuta, la primavera del Signore, a portare “questo” tipo di pace (o, almeno, io leggo “anche” così Mt.10,34)
Segnalo quanto segue:
Lunedì sera La7 e Tv2000 metteranno in onda una trasmissione dedicata al Concilio Ecumenico Vaticano II, di cui ricorre il il 50° anniversario. Lo speciale, intitolato “Di chi è la Chiesa? Un Concilio che stupì il mondo” sarà condotto da Lucia Ascone e da Gad Lerner, ed andrà in onda alle ore 21,20 su La7 e Tv2000. Ecco il comunicato stampa che presenta la trasmissione di lunedì prossimo.
È dedicato al Concilio Ecumenico Vaticano II, di cui ricorre il 50° anniversario, lo speciale “Di chi è la Chiesa? Un Concilio che ha cambiato il mondo” che Tv2000 e La7 manderanno in onda, congiuntamente, lunedì 8 ottobre alle ore 21.20. Un’iniziativa di cooperazione inedita, ad un tempo stimolante e carica di sorprese.
La serata, condotta da Gad Lerner e da Lucia Ascione in diretta dagli studi di Tv2000, offrirà ai telespettatori la possibilità di ripercorrere i momenti più significativi del Concilio e di riflettere sugli esiti di quello che, inaugurato l’11 ottobre 1962 da Papa Giovanni XXIII, può essere considerato il più grande evento della Chiesa del Novecento.
A far emergere il significato più profondo del Concilio saranno gli ospiti in studio: il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano; Alberto Melloni, storico ed editorialista del “Corriere della Sera”; Roberto De Mattei, storico; Giuliano Ferrara, direttore de “Il Foglio”; Chiara Amirante, presidente della comunità d’ispirazione cattolica “Nuovi Orizzonti”.
Il racconto del Concilio e del clima teologico, culturale ed emotivo in cui si è svolto avverrà anche attraverso le immagini. Straordinari video inediti e di repertorio verranno proposti nel corso della serata come anticipazione di un documentario, diretto da Uliano Paolozzi Balestrini, realizzato dalla Run to me per Tv2000. Tra le immagini più significative, quelle relative al celebre “Discorso della luna” con cui Giovanni XXIII, improvvisando, salutò una gremita piazza San Pietro all’apertura del Concilio.
Cara Fiorenza,
niente di male nelle discussioni. Anche forti.Anche franche. Anche nel mandarsi reciprocamente a stendere. La calma piatta puzza anche a me, l’essere tutti d’accordo ad ogni costo è ridicolo, prima ancora che sbagliato, e insomma, proprio perché si è tra fratelli, i fratelli si azzuffano e si accapigliano quasi quotidianamente, e la libertà di poterlo fare fa parte della bellezza della fraternità… Ma sono il tono , la volontà di negare legittimità all’altro, l’astio incomprensibile che risultano sgradevoli. La mancanza di leggerezza e di autoironia, la mancanza di prospettiva profonda, la mancanza di senso di Gesù.Non esiste dicussione appassionata e alta che sia degna di appannare la faccia di Gesù. Io non mi sogno di discutere né le intenzioni, sempre ottime, ne sono convinto, né tantomeno le azioni che non conosco, di noi che discutiamo. Dico solo che da questa nostra passione e da questo nostro accalorarsi, Gesù non “passa” agli altri, non esce, non viene fuori.
E questo non mi quadra tanto.
Lorenzo, posso sottoscrivere?
Lazzaro, non aspetto altro.
Lorenzo, non scandalizzarti. Ti sembrerà strano ma nella Chiesa delle origini già c’erano le zuffe. E fra i discepoli di Gesù, attorno a Lui, già esistevano controversie: “maestro, chi di noi è il più grande?”
Purtroppo la risposta di Gesù non la ricorda quasi più nessuno.
Cara Sara,
non mi pare che con Papa Benedetto le dispute sul concilio si siano riaccese.
Non si sono mai sopite. Da quando è stato indetto sino ad oggi, il solo nome ” Concilio” ha suscitato dispute furibonde.
Credo che una riflessione faccia molto bene, specie se ispirata e pilotata dal Papa Teologo e pure Padre Conciliare.Così come l’iniziativ collegata dell’anno della fede e della Nuova Evangelizzazione.Temi intuiti da GPII e tradotti in pratica ora. Mi auguro solo che questa riflessione e queste iniziative non restino ferme ” ai vertici”. A giudicare dalla “viuulenza” delle polemiche, siamo la base, cioè noi, che avremmo bisogno di riflettere e ponzare. Soprattutto di STARE A SENTIRE quello che ci viene detto: senza tapparsi le orecchie e ripetere all’infinito le nostre posizioni arcinote. Se no rifletti fin che vuoi, non cambia nulla.
L Nuova Evangelizzazione, poi, passa necessariamente da noi laici.Il tempo delle polemiche teologiche e liturgiche deve essere chiuso per forza. Ci aspetta, a noi prima che ai preti e ai religiosi, un tempo di missione quotidiana. Forte, no?
Cara Marilisa,
io non mi scandalizzo. Ma tu hai fatto proprio bene a ricordarmi che la vis polemica esisteva già tra gli stessi apsotoli. Essendo però io abbastanza somaro in Scrittura, e non muovendomi a colpi di citazioni sulla punta delle dita, sono andato per davvero a rivedermi il passo che tu hai citato.
Banalmente, me lo riporto qui.
Facciamo conto che sia un commento tra gli altri?! 🙂
“In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». “
Lorenzo, Gesù “passa” lo stesso nel modo che Lui solo sa.
Gli esseri umani litigano, lo hanno sempre fatto e sempre, credo, lo faranno.
Altrimenti sarebbero angeli, ma tali non sono.
Dal confronto– che anche diventa scontro–di idee, purché non ci sia violenza e non ci si pigli a pesci in faccia, origina una verità che alla fine si impone, ma che sempre è perfettibile in un mondo che cambia naturalmente e che non può essere considerato immobile e cristallizzato.
Lorenzo, mi riferisco al tuo commento di prima, quello delle 11, e ti dico anch’io, con Lazzaro: “Lorenzo, posso sottoscrivere?”
Vedi, tu ancora non c’eri e non puoi saperlo, ma è esattamente per le ragioni che tu hai elencato, proprio per tutte quelle ragioni lì, precisamente quelle, e tutte quelle, che in passato, e sempre con dolore, ripetutamente io me ne sono andata dal blog. E credevo, ogni volta, che non ce l’avrei mai fatta a ritornare.
Caro Lazzaro e cara Fiorenza, sottoscrivete pure!! Affacciato alla finestra del mio pc, vi leggo felice come un ragazzo in gita, e vi sparo un sorrisone…:)
( scusa Luigi per la parafrasi)
Fiorenza@ho letto il tuo….ti comprendo perfettamente. Tu sai come anche tra noi, in passato, sorsero delle incomprensioni superate con una sonora risata sul Davidone: il bel gnocco michelangiolesco.. Sulla dispiuta, vorrei anch’io dire due cosucce: credo che ciascuno viva la fede e il proprio credo, più o meno sentito, in base a diversi fattori: primo tra tutti la consapevolezza di essere entrato in dialogo con il VIVENTE. Come ci si sia arrivati a questo incontro e per quali vie, quale la storia pregressa… non è importante. Importante , credo, sia il cammino di fede, più o meno sofferto, più o meno antico, “sentito”, vissuto in profondità che accende, poi, il desiderio di Verità e di sequela. Credo anche che, questa fede raggiunta dopo un lungo travaglio dell’anima [perché non può esserci sequela senza dolore, senza la potatura, l’accettazione della Volontà di Dio, l’abbandono a Lui, e -anche-senza rinuncia di noi stessi in primis…] per non avere i piedi d’argilla debba basarsi sulla certezza che ciò in cui si crede sia la VERITA’, non una verità, ma LA verità! E La Verità con contempla possibilismi. La Verità è Cristo che io vivo personalmente in maniera e individuale che collettiva diventanto una piccola porzione del Suo corpo in questa grande istanza umano -divina che p la Chiesa (Una, Santa, Cattolica, Apostolica)…
Personalmente preferisco la ruota dentata, il martirio, alla rinuncia di Verità o alla resa incondizionata rispetto a ciò in cui credo, che difenderò sempre fino all’ultimo respiro consapevole che questa fede che mi sorregge l’ho acquisita NON per merito ma per Grazia, e di questo dono mi verrà chiesto.
Ora se per difendere il mio credo mi si chiede di essere sottoposta al supplizio dell’insulto, dello sfottò, della denigrazione…dello sputo anche virtuale.non importa: accetto tutto questo, anche se col magone, ferita. Ma non mi si venga a dire che sfottere, denigrare, insultare…fare battute premeditate e cattive gratuitamente giustifichino la difesa del proprio credo. Questa sorta di “motteggio” non ha nulla a che vedere con il dibattito per quanto acceso che può sorge, e anche perché no, trascinarti nel tentativo di difendere il proprio punto di vista …la cattiveria è cattiveria…non ci sono scuse!
OT. Stamattina, sbagliando numero, Luigi mi ha telefonato mentre con Isa stava per parire per la Sicilia. E così, mentre qui si disputa, lui si fa i suoi viaggi, dei quali, penso, sapremo presto qualcosa; e così anche noi ci vedremo un po’ di mondo.
Bene, Clodine. In quanto alla ruota dentata e al martirio … Signore, non ci mettere alla prova.
Piccola chiosa.
Ecco, chi parla di cattiveria altrui, guardi innanzi tutto la propria, oppure farebbe meglio a star zitto.
Questo, per amore della solita e quasi mai perseguita obiettività.
Cara Antonella, non dico la tortura fisica, ma al tormentum, al torqu?re [«torcere»] spirituale e all’afflizione dell’anima soprattutto quando provocata da ciò che ferisce e che fa male [non escludendo giammai i vari patimenti anche del corpo] che dire: in tal senso, Antonella cara, tutti, chi più chi meno, siamo sottosti a prova …
” Io non pensava
che lo cor giammai
Avesse di sospir
tormento tanto
G. Cavalcanti
@ Marilisa
“Gli esseri umani litigano, lo hanno sempre fatto e sempre, credo, lo faranno.Altrimenti sarebbero angeli, ma tali non sono.”
Veramente anche gli angeli litigano…… anzi anche peggio :
“E scoppiò la guerra in cielo: Michele e i suoi angeli guerreggiarono contro il dragone, e il dragone e i suoi angeli guerreggiarono” ( Riv. 12.7)
Perdoni l’intrusione. Solo per precisare.
@ Lorenzo
“Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». “” ( Lc 9.50)
Davvero bravo sig. Lorenzo. Perché si dividono allora ?
1. lo scisma nestoriano, dopo il Concilio di Efeso, con la separazione delle chiese orientali antiche
2.lo scisma tricapitolino, risoltosi nel 698
3.il grande scisma d’Oriente-Occidente, che ha portato alla divisione tra la chiesa cattolica e la chiesa ortodossa
4.il primo scisma imperiale durante l’impero di Enrico IV (XII secolo)
il secondo scisma imperiale, durante l’impero di Federico Barbarossa (XII sec.)
5.lo scisma d’Occidente, perdurato dal 1378 al 1417 all’interno della chiesa cattolica
6.lo scisma anglicano, dovuto alla separazione della chiesa anglicana portata sotto il controllo di Enrico VIII
6.il Raskol, lo scisma in seno alla Chiesa ortodossa russa che portò alla costituzione dei Vecchi Credenti
7.lo scisma di Utrecht a seguito del Concilio Vaticano I da parte dei cosiddetti “vecchi cattolici”, che non accettarono la definizione del dogma dell’infallibilità pontificia
8.Infine la FPSSX.
Proprio questa mattina un blogger mi ha scritto
“Povero …, la tua ignoranza storica è abissale, infatti la chiesa non ha mai perseguitato gli atei, ma si è sempre occupata di impedire la diffusione delle eresie. Io non ho nulla contro gli atei, difendo la mia fede dagli attacchi del laicismo, penso che sia del tutto legittimo.”
Gli ho risposto che allora avrebbero dovuto abbrustolire le idee dell’ateo, non lui. Avevano il compito di diffondere la Verità, non di evitare la diffusione delle eresie. Condivide ?
Cauda de vulpe testatur: La volpe si conosce dalla coda…e aggiungerei..
“Aggressus non tenet in manu stateram”: L’aggredito non tiene in mano la bilancia! ….
“Papa Benedetto è stato eletto anche a motivo della disputa sul Vaticano II: per ricondurla a unità, come già Paolo VI era stato eletto per condurre nell’unità i lavori del Concilio.”
Si dice che Il Magistero della chiesa dovrebbe proseguire inalterato sempre nel solco della tradizione.
– Nel 1832 Gregorio XVI pubblicò l’enciclica Mirari vos, e condannò la libertà di coscienza, definendola “erronea sentenza, o piuttosto delirio”.
– Trentadue anni dopo, papa Pio IX pubblicò il Sillabo, catalogo degli errori, in cui condannò l’idea secondo cui “ogni uomo è libero di abbracciare e professare quella religione, che, col lume della ragione, reputi vera”.
Sulla scia di questi due pronunciamenti il CVII è una netta rottura con la tradizione. A ben vedere è molto più coerente Lefevre volendo mantenere la tradizione di Gregorio XVI e di PioIX, rifiutando di aggiornare al chiesa e deviare verso l’ecumenismo. Come dargli torto ? E’ più coerente.
Si continuano a versare fiumi d’inchiostro [anche elettronico] per nascondere dietro milioni di parole una contraddizione. Ossia che avendo perso la bussola e volendo accontentare tutti sono disposti a fare continui compromessi per accontentare gli uni e gli altri. Si sconfessa la tradizione per andare incontro all’ecumenismo. Si sconfessa la Creazione per accontentare gli evoluzionisti e via così.
Il CVII doveva raggiungere due obiettivi : 1.“l’aggiornamento[della chiesa] – 2. la riunione di tutte le chiese cristiane”[Ecumenismo]. Sono riusciti a raggiungere lo scopo opposto. Sembra proprio che il Dio non abbia nessuna voglia di dar loro una mano.
L’Unità doveva essere il segno caratteristico dei suoi seguaci, sembra che lo sia divenuta “la divisione”….
“affinché siano resi perfetti nell’unità,” ( Gv.17.23)
“E i figli di Giuda e i figli d’Israele saranno certamente radunati insieme in unità e in effetti si costituiranno un solo capo e saliranno dal paese, perché grande sarà il giorno di Izreel.” ( Osea 1.11)
Gioab, è un altro tipo di guerra quella fra gli angeli e il dragone.
Può essere e senz’altro è così Lorenzo, ma personalmente non ne avevo mai sentito parlare, come non avevo mai sentito criticare la riforma e rimpiangere il latino.
Per il resto forse Benedetto ha applicato da Papa quella scossa che riteneva salutare da cardinale, non so, non dico che faccia male, però non lo definirei un ricucitore.
@ Marilisa
“Gioab, è un altro tipo di guerra quella fra gli angeli e il dragone.”
Perché ?
Una vittoria è una vittoria una sconfitta è una sconfitta ! Magari sono diverse le conseguenze della vittoria o della sconfitta, ma il principio rimane.
Caro Gioab, la parabola del figliol prodigo ci ricorda che si può anche andare via dalla casa del padre; è importante poi ritrovare la strada, ed il fratello maggiore deve essere comprensivo nei confronti del minore che è tornato. In quanto alla libertà di coscienza, durante il programma condotto da Luigi un padre domenicano del quale non ricordo il nome ha detto una cosa molto giusta: altro è la libertà di coscienza verso Dio, altro la libertà di coscienza nella società civile. In fondo Gesù per rispettare questa libertà di coscienza nella società civile si è fatto crocifiggere!
Invece, una volta,credo tre o quattro anni fa… capitò che inviai un messaggio telefonico, per sbaglio ovviamente, a Luigi. Siccome la persona alla quale era diretto l’sms iniziava per A [come Accattoli] mi si confusero i nomi e così…nell’ansia …nella frenetica corsa all’invio, errai! Nel momento stesso in cui quel messaggio “volava”via…mi resi conto, quasi immediatamente di aver sbagliato! Ahimé! Come avrei voluto riportarlo in pectore, tanto era personale il contenuto ….scritto in un momento di prova durissimo ! Lui, mi roscrisse con una semplice, delicatissima frase: ” ti mando un bacio!”. Pensiero che ancora conservo…
in riferimento al post di Antonella Lignani ore 12.30
Alcune affermazioni mi lasciano perplessa:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350337?ref=hpchie
Mi chiedo con quale autorità alcune personalità, anche di spicco e stimabilissime facciano certe osservazioni.
Il Concilio Vaticano II ha superato la dottrona del peccato originale? Eppure leggo nella “Gaudium et spes”:
“13. Il peccato.
Costituito da Dio in uno stato di giustizia, l’uomo però, tentato dal Maligno, fin dagli inizi della storia abusò della libertà, erigendosi contro Dio e bramando di conseguire il suo fine al di fuori di lui.
Pur avendo conosciuto Dio, gli uomini « non gli hanno reso l’onore dovuto… ma si è ottenebrato il loro cuore insipiente »… e preferirono servire la creatura piuttosto che il Creatore (11).
Quel che ci viene manifestato dalla rivelazione divina concorda con la stessa esperienza.
Infatti l’uomo, se guarda dentro al suo cuore, si scopre inclinato anche al male e immerso in tante miserie, che non possono certo derivare dal Creatore, che è buono.”
@ antonella lignani
“un padre domenicano del quale non ricordo il nome ha detto una cosa molto giusta: altro è la libertà di coscienza verso Dio, altro la libertà di coscienza nella società civile.”
Distinta antonella, meglio che se lo sia scordato il nome di quel tipo. Ne avrà solo beneficio, perché la libertà di coscienza è unica, non può essere suddivisa o spezzettata. E’ la libertà dei figli di Dio. O c’è o non c’è. O si è liberi o si è schiavi
“Per libertà s’intende genericamente la condizione per cui un individuo può decidere di pensare, esprimersi ed agire senza costrizioni, usando la volontà di ideare e mettere in atto un’azione, ricorrendo ad una libera scelta dei fini e degli strumenti che ritiene utili a metterla in atto. [… ] Afferma Isaiah Berlin: “«L’essenza della libertà è sempre consistita nella capacità di scegliere come si vuole scegliere e perché così si vuole, senza costrizioni o intimidazioni, senza che un sistema immenso ci inghiotta; e nel diritto di resistere, di essere impopolare, di schierarti per le tue convinzioni per il solo fatto che sono tue. La vera libertà è questa, e senza di essa non c’è mai libertà, di nessun genere, e nemmeno l’illusione di averla»” Wikipedia
E che non si può dividere, lo dice il vangelo, mica io, lo dica a quel tipo:
“ Chi non ama rimane nella morte […] Chi non ama non ha conosciuto Dio[…] Chi non ama il suo fratello, che ha visto, non può amare Dio, che non ha visto.” Capisce ? La libertà è quella di amare la società. Solo così si amerà anche Dio. Non può dividere le due cose. Però nella dottrina cattolica,… si sa, è tutto al rovescio. ( 1 Gv. 3.14; 4.8; 4.20-21)
Vede, cara antonella, per poter tornare alla casa del Padre, prima bisogna sapere dove si è, poi avere la bussola e infine trovare la strada, dopo aver calcolato il percorso e considerato se si ha carburante sufficiente per arrivare. E la strada non è facile trovarla, quando si è ad un crocevia con tutti i cartelli delle indicazioni fuori posto. Corre il rischio di arrivare da un’altra parte. Deve avere almeno la cartina o il Tom Tom. Lo dica a quel tipo. Ma meglio che lo dimentichi.
p.s. Gesù non si è fatto “mettere ad un palo di tortura” per la libertà di coscienza. Il motivo è un altro e non ha nulla a che vedere con questo. Glielo dica a quel tipo, almeno il Vangelo dovrebbe conoscerlo… “Per questo sono nato e per questo son venuto nel mondo, per rendere testimonianza alla verità.” ( Gv. 18.38)
Cos’era “questo”? Era la verità che sarebbe divenuto Re. “Sei tu il re dei giudei?”[…] Gesù rispose: “Il mio regno non fa parte di questo mondo. Se il mio regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai giudei. Ma ora il mio regno non è di qui”. ( Gv 18.33-38) Per questo si è fatto uccidere perché diventando Re poteva riscattare medinate il suo sangue quelli che gli erano stati “concessi” (molti, ma non tutti)
Con l’occasione approfitto per chiarire la questione “crucifiggere”
Gli scrittori usarono il sostantivo greco stauròs 27 volte e i verbi stauròo 46 volte, synstauròo (il prefisso syn =“con”) 5 volte, e anastauròo (anà = “di nuovo”) una volta. Inoltre usarono 5 volte il sostantivo greco x?lon, “legno”, in riferimento allo strumento di tortura su cui fu inchiodato Gesù.
Che sia “croce” è ancora tutto da dimostrare. i termini che indicano la morte di Gesù, “xylon” = legno e “stravros” = “palizzata”. Non è croce. Può verificare sul sito “La parola.net”
“staurÒj (stauros)” – dalla radice di †sthmi sostantivo maschile
1) una croce
1a) uno strumento di punizione crudele ed ignominiosa ben conosciuto, importato dai greci e romani dalla Fenicia;
1b) la crocifissione che Gesù Cristo ha subito
2) un “palo” retto, generalmente puntuto, usato in recinti o palizzate
xÚlon (xulon)
1) legno
1a) quello che è fatto di legno
1a1) come una trave su cui qualcuno è sospeso, una forca, una croce
1a2) un tronco con buchi in cui i piedi, mani e collo di prigionieri sono inseriti e legati con cinghie
1a3) una catena, o grillo per i piedi
1a4) una clava, bastone
2) un albero
http://www.laparola.net/vocab/parole.php?parola=staur%D2j
La prova più convincente che non fosse una croce, viene comunque dal Vangelo stesso. Citando Deuteronomio 21.22-23 Paolo non usa “skÒloy (skolops)” = spina, bensì “xylon.” ( Gal. 3.13)
E la CEI 2008 traduce Gal 3.13-: “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poiché sta scritto: Maledetto chi è appeso al legno,” “ Non hanno tradotto “croce”. Come mai ? Ce l’avrà l’imprimatur ? Eppure secondo alcuni se “xylon” fosse “croce” avrebbero dovuto tradurre croce, ma non hanno nemmeno inteso né tradotto “skOloy”. Come mai ?
(Come con i figli di Maria che dovrebbero essere cugini ? però hanno tradotto figli !Pure con l’imprimatur !)
La International Standard Byble Enciclopedia Online alla voce Croce riporta:(tradotto con Google)
“CROSS”
“(stauros, “una croce”, “crocifissione”, skolops, “un gioco”, “un palo”): Il nome non si trova nel Vecchio Testamento È derivato dalla parola latina crux.” http://www.internationalstandardbible.com/C/cross.html
Quindi i traduttori in latino usarono impropriamente “ croce” per tradurre “stavros e xylon” ma non c’è alcuna prova che nei primi tre secoli dopo la morte di Cristo coloro che si dichiaravano cristiani usassero la croce. La croce non aveva niente a che fare con Gesù Cristo, ma aveva piuttosto origini pagane. Anche la New Catholic Encyclopedia ammette: “La croce è presente sia in culture precristiane che non cristiane”. Altre fonti autorevoli collegano la croce al culto della natura e a riti pagani fallici. Può consultare anche Wikipedia
“Le prime croci che la storia archeologica ricorda risalgono all’antica Mesopotamia… rappresentante fondamentalmente l’organo genitale maschile. (Tammuz non era altro che il dio della Fertilità)[…]Simile a una croce è ance il simbolo egiziano dell'”ankh” Wikipedia E non bisogna dimenticare la svastica.
Forse come simbolo fallico ha qualche relazione con i recenti accadimenti molto “chiacchierati “? Sarebbe appropriato !
Spero di aver chiarito.
Stia bene
Quello che invece mi stupisce è che di solito si rimprovera al concilio di aver protestantizzato la Chiesa cattolica.
Ma il protestantesimo classico (Lutero e Calvino) da grandissima importanza al peccato originale, che schiaccia l’uomo e ne compromette il libero arbitrio.
Forse non conosco bene il protestantesimo ma mi sembra ci sia contraddizione.
@ antonella lignani
“Bene, Clodine. In quanto alla ruota dentata e al martirio … Signore, non ci mettere alla prova.”
Distinta antonella mi era sfuggito il suo commento, ma credo che dovrebbe leggere anche
Gen. 22.1 : ”avvenne che il [vero] Dio mise Abraamo alla prova.” Ricorda il sacrificio di Isacco ?
Gen 42.14 – “ Giuseppe disse loro: “È ciò che vi ho proferito, dicendo: ‘Siete spie!’ Da questo sarete messi alla prova. Come Faraone vive, non uscirete di qui se non quando il vostro fratello più giovane sarà venuto qui.”
Eso 15.25 – “Là Egli stabilì per loro un regolamento e una causa giudiziaria e là li mise alla prova.”
Ebre. 2.18 – “Poiché in ciò che egli stesso ha sofferto essendo messo alla prova, può venire in aiuto di quelli che sono messi alla prova.”
Apoc 2.10 – “Ecco, il Diavolo continuerà a gettare alcuni di voi in prigione affinché siate pienamente messi alla prova, e affinché abbiate tribolazione per dieci giorni.”
Stia bene
@ antonella lignani
“Mi chiedo con quale autorità alcune personalità, anche di spicco e stimabilissime facciano certe osservazioni.”
Per La Valle risulta “evidente come il Concilio, nel tacere sul mito del giardino, si sia messo all’ascolto del ‘sensus fidei’ del popolo di Dio”.
Per Vito Mancuso, che lo rigetta drasticamente in quanto sarebbe, a suo dire, “un autentico mostro speculativo e spirituale, il cancro che Agostino ha lasciato in eredità all’Occidente”:
Per Molti di quelli che vanno in chiesa, è incomprensibile o inaccettabile l’idea di avere un difetto innato a causa di una trasgressione di cui non hanno nessuna responsabilità, commessa da qualcun altro in un remoto passato. Edward Oakes, docente di teologia, afferma che la dottrina “è accolta da imbarazzato silenzio o aperto diniego, oppure da un assenso formale e poco convinto per cui non viene negata esplicitamente, ma non si sa bene che posto darle nella vita dei fedeli”.
Un fattore che rende difficile per molti accettare il concetto di peccato originale ha relazione con quello che le chiese hanno insegnato in merito.
Per esempio, al Concilio di Trento (1545-1563) la Chiesa condannò chiunque negasse che i neonati dovevano essere battezzati per la remissione dei loro peccati. I teologi dichiararono che se un neonato moriva senza essere battezzato i suoi peccati non purificati gli avrebbero impedito in eterno di accedere alla presenza di Dio nei cieli. Calvino andò oltre insegnando che i bambini portano in sé la propria dannazione sin dal grembo materno e che la loro natura “non può che dispiacere ed essere abominevole a Dio”.
D’istinto la maggioranza direbbe che i neonati sono creature innocenti e che sarebbe disumano pensare che debbano soffrire a causa del peccato ereditato. Non è difficile comprendere perché simili insegnamenti della Chiesa abbiano reso la dottrina del peccato originale così estranea alla gente. Infatti perfino alcuni esponenti di spicco del clero non se la sentivano di condannare all’inferno di fuoco i neonati non battezzati. Per loro il destino finale di questi bambini costituiva una sorta di dilemma teologico. Anche se non divenne mai ufficialmente un dogma, per secoli l’insegnamento tradizionale cattolico fu che le anime degli innocenti non battezzati dimorassero nel limbo.
Un altro fattore che ha contribuito a indebolire la credenza nel peccato originale risale al XIX secolo, quando filosofi, scienziati e teologi cominciarono a mettere in dubbio la storicità dei racconti narrati nella Bibbia. Agli occhi di molti la teoria evoluzionistica di Darwin liquidò la storia di Adamo ed Eva come un semplice mito. Di conseguenza oggi, in genere, la Bibbia è considerata più il riflesso della mentalità e delle tradizioni dei suoi scrittori che il frutto della rivelazione divina. Se i fedeli sono convinti che Adamo ed Eva non siano mai esistiti, non possono che concludere che non fu mai commesso alcun peccato originale. Anche per coloro che sono disposti ad ammettere che l’essere umano è fondamentalmente “difettoso”, il concetto di peccato originale si riduce a un modo per spiegare la natura imperfetta dell’umanità.
“Ci sono tante prove scientifiche in favore di un’evoluzione che appare come una realtà che dobbiamo vedere e che arricchisce la nostra conoscenza della vita”. — PAPA BENEDETTO XVI
http://www.paoline.it/stampaPagina.aspx?t=7&idp=908
“Siamo convinti che il cumulo delle prove permetta, al di sopra di ogni seria contestazione, di applicare il concetto di evoluzione all’uomo e agli altri primati” (.Pontificia Accademia delle scienze)
E per lei ? E’ lei che deve decidere da sè, senza farselo dire da altri.
Caro Gioab, nel Padre Nostro diciamo: “??? ?? ?????????? ???? ??? ?????????”, tradotto in latino “Et ne nos inducas in tentationem”, che significa appunto “non ci mettere alla prova”.
Per quanto riguarda il decidere da sè, ritengo che Raniero La Valle e Vito Mancuso siano degli opinionisti tra tanti, e non so “da quale pulpito venga la loro predica” (in definitiva, che carisma abbiano per dire quello che dicono). In quanto all’evoluzionismo, penso che non contrasti con la creazione. Anche Sant’Agostino affermava che Dio con la creazione ha immesso nella natura una “ratio seminalis”, per cui si può affermare che la creazione continui tuttora.
@ antonella lignani
La ringrazio, lo so cosa c’è scritto In Matteo 6.9, ma mi pare che faccia confusione, “non ci condurre in tentazione,”( Mt 6.13) non significa “non metterci alla prova”. Sono cose diverse.
Paolo ne parla in 1Cor 10.13“ Nessuna tentazione vi ha colti eccetto ciò che è comune agli uomini. Ma Dio è fedele, e non lascerà che siate tentati oltre ciò che potete sopportare, ma con la tentazione farà anche la via d’uscita perché la possiate sopportare.”
Lei saprà certamente che il Tentatore non è Dio, mentre Dio mette alla prova per vagliare la nostra fedeltà. “perché Jehovah vostro Dio vi prova per sapere se amate Geova vostro Dio con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima” ( Deut. 13.3) See non sa quali cambiamenti deve fare, come riuscirà a farli ? Se non sa qual’è l’organo malato, come si curerà ? Se non affronta i suoi difetti, come farà a vincerli ?
Forse glielo spiega meglio Paolo – (1 Corinti 11:19) – “Poiché ci devono anche essere fra voi delle sette, affinché le persone approvate siano pure manifeste fra voi.” – “E per questo Dio lascia andare da loro un’operazione di errore, perché credano alla menzogna,” ( 2 Tess. 2.11) C’è chi crede alla Parola e c’è chi crede al Dogma.
E Questa è la conclusione : “ Poiché tu ci hai esaminati, o Dio; Ci hai raffinati come quando si raffina l’argento.” (Sl 66.10)
Lei sa come si raffina ? “ Il crogiolo è per l’argento e il forno fusorio per l’oro, ma Jehovah è l’esaminatore dei cuori.” ( Prov 17.3) si purifica dalle scorie. Ma bisogna prima sapere quali sono le scorie. Non si va a caso.
@ Antonella lignani
“In quanto all’evoluzionismo, penso che non contrasti con la creazione. Anche Sant’Agostino affermava che Dio con la creazione ha immesso nella natura una “ratio seminalis”, per cui si può affermare che la creazione continui tuttora.”
Perdoni la mia “ratio”, sig. ra antonella, ma se l’evoluzionismo deriva dal caso non è prevista la “ratio” di Agostino. Glielo dica quando lo incontra. Mentre la creazione esclude categoricamente il caso. L’evoluzione dicono che è spontanea, la creazione no. Non può !
Inoltre non deve fare confusione, è vero che la creazione continua tutto’ora, lo spiega Paolo “Quindi se qualcuno è unito a Cristo, è una nuova creazione;” (2 Cor 5.17), ma se non ci fosse stato Cristo, non ci sarebbe stata una nuova creazione, neanche per caso. Ma non è una creazione fisica, non faccia confusione, è una nuova creazione “spirituale”. Perché l’uomo è sempre quello di prima. Non si è ancora modificato e superman è frutto della fantasia fumettistica. Lo dimostrano i fossili.
????????? significa appunto “prova”; certo, anche la tentazione lo è. L’evoluzionismo deriva dal caso? A me sembra un caso molto ben pilotato …
@ antonella lignani
“Per quanto riguarda il decidere da sè, ritengo che Raniero La Valle e Vito Mancuso siano degli opinionisti tra tanti, e non so “da quale pulpito venga la loro predica”
Ma distinta antonella, da quale pulpito ? Avranno anche loro un cervello per pensare non crede ? Infondo sono cattolici anzi anche loro.
“Raniero La Valle (Roma, 22 febbraio 1931) è un giornalista, politico ed intellettuale italiano.Dopo la laurea in giurisprudenza, diventa direttore de Il Popolo, fino a quando, nel 1961 viene chiamato a dirigere L’Avvenire d’Italia, quotidiano cattolico bolognese che, durante gli anni del Concilio Vaticano II, diventa uno dei più prestigiosi organi di informazione sull’evento.”
Vito Mancuso (Carate Brianza, 9 dicembre 1962) è un teologo italiano.È stato docente di teologia presso la Facoltà di filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011. Dal 2009 è editorialista de La Repubblica.Nato il 9 dicembre 1962 a Carate Brianza da genitori siciliani, è dottore in teologia sistematica. Dei tre gradi accademici del corso teologico, ha conseguito il Baccellierato presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano, la licenza presso la Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale San Tommaso d’Aquino di Napoli, il dottorato a Roma presso la Pontificia Università Lateranense.” – Wikipedia
E lo ha spiegato il papa che la fede senza ragione non funziona.
“ Queste due dimensioni, fede e ragione, non sono da separare né da contrapporre, ma piuttosto devono sempre andare insieme. Come ha scritto Agostino stesso dopo la sua conversione, fede e ragione sono “le due forze che ci portano a conoscere” (Contra Academicos, III, 20, 43).
http://magisterobenedettoxvi.blogspot.it/2008/01/fede-e-ragione-non-sono-da-separare-n.html
“In principio era il ?????”. È questa proprio la stessa parola che usa l’imperatore: Dio agisce „??? ????”, con logos. Logos significa insieme ragione e parola – una ragione che è creatrice e capace di comunicarsi ma, appunto, come ragione.” Benedetto XVI
http://gpcentofanti.wordpress.com/2012/04/16/benedetto-xvi-su-fede-e-ragione-regensburg-2006/
Stia bene
@ antonella lignani
“L’evoluzionismo deriva dal caso? A me sembra un caso molto ben pilotato …”
Forse non mi sono spiegato bene distinta antonella. L’evoluzione è la teoria per la quale tutto è derivato per generazione spontanea “per caso” .
“In biologia, con il termine evoluzione, si intende il progressivo ed ininterrotto accumularsi di modificazioni successive, fino a manifestare, in un arco di tempo sufficientemente ampio, significativi cambiamenti negli organismi viventi.” Wikipedia
Ciò che è molto ben pilotato è la Creazione nel senso che
“ In teologia, la creazione è l’atto con cui Dio o più divinità o esseri celesti danno origine alle cose dal nulla; la Creazione per antonomasia è la creazione dell’universo (vedi le voci Cosmogonia, Mito della creazione).
Il creazionismo è la teoria secondo cui l’uomo o, più in generale, tutti gli esseri viventi sono opera di una o più entità intelligenti, in opposizione al neodarwinismo, che afferma che l’intera biosfera sia frutto dei processi evolutivi.” Wikipedia.
“Per caso in filosofia s’intende ciò che contraddistingue o un avvenimento che si verifica senza una causa definita e identificabile, contraddicendo così ogni teoria deterministica che assegna ad ogni accadimento una precisa causa; “ – Wikipedia
Forse una maggior comprensione dei termini può chiarire meglio la questione.
Poi deve decidere lei a ciò che vuole credere. POssibilmente con la sua Ragione.
Sara1 (6 ottobre 2012 @ 18:12)
Come immagino tu sappia, viste altre frequentazioni blogghistiche:
a parodia della divina Provvidenza,
anche le vie della c.d. protestantizzazione sono infinite.
Vorrei dire, vorrei dire…
però semplicemente, semplificando al massimo, dando una netta rasoiata, riesco solo a dire (o copincollare):
Il romano Pontefice, quale successore di Pietro, è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli.
Dobbiamo guardare a lui, c’è poco da fare.
Lyco leggevo proprio questa mattina il secondo volume dedicato al concilio di Trento di Jedin e nel capitolo sulla giustificazione si chiede: le idee di Lutero erano entrate nel concilio?
E per certi versi Jedin risponde di si.
Da un certo punto di vista l’accentuazione sul peccato originale era propria di Lutero che considerava pelagiana la scolastica medievale, il concilio attenuò questa visione mettendo in risalto il ruolo delle opere e del libero arbitrio (negato da Lutero).
Si può pensare che il Vaticano II attingendo al pensiero di Tommaso abbia voluto equilibrare il rapporto tra il ruolo dell’uomo e quello della grazia sbilanciato dal protestantesimo classico?
Pensieri sparsi così senza pretese.
@ Ubi humilitas ibi sapientia
“ Vorrei dire, vorrei dire…Dobbiamo guardare a lui, c’è poco da fare.”
Mi permetta di dissentire sig. Ubi senza pretese……
“E ancora un’altra scrittura dice: “Guarderanno a Colui che hanno trafitto”. ( Gv. 19.37)
Stia bene.
Nel post, osservo l’equanime cattolico Luigi, in mezzo, soddisfatto, tra chi (quanti?) guarda un poco avanti e tra chi (quanti?) guarda molto indietro! Comunque, da sempre, e’ stata la multitudine “equanime”del popolo di Dio (tu ogni tanto dici “i preti non c’entrano”…) che ha mantenuto viva e consistente la Fede della chiesa lungo la storia. Oso dire, dalla mia esperienza, che e’ lo stesso anche ai nostri tempi.
Segnalo la superlativa definizione che Fiorenza fa di tradizione: “ciò che l’eterno porge al temporale”. Non siamo noi a definire successi e fallimenti, frutti e disastri. Che ne sappiamo? La piu’ terribile delle crisi puo’ benissimo essere una porta d’entrata ad una nuova vita! Ben detto Card. Ratzinger. Il Cristo ce lo ha insegnato in parole e opere.
“Ciò che l’eterno porge al temporale”: grazie Fiorenza. Questo segnala -per me- la dimensione misteriosa, spirituale, donata, della storia cristiana, della storia della Fede. (Lo diceva anche Lyco mi sembra- con altre parole). Giovanni XXIII nel suo discorso -e nella sua personalita’- e’ un esempio solare in questo senso.
Chiaro che se -invece- LA VERITA’ coincide con il “mio ombelico” tutto diventa drammatico, tragedia, apocalittico. E tutto e’ sotto minaccia, perche’ cio’ che e’ in gioco sono “IO”, (e ciascuno ci metta cio’ che vuole nell’IO), non la Fede , o Dio e la sua Fedelta’.
Condivido assolutamente la positivita’ non ingenua di Lorenzo -che ringrazio per la sua freschezza.
E io mi fermo qui. Buon proseguimento a tutti.
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350337
e invece caro Mhubay è porpio l’IO a cui è stata data, nei tempi moderni, post-conciliari , una importanza enorme! ogni volta che parlo con cattolici “adulti”post-conciliari mi sento dire “io non credo questo.. io non credo quello e se rispondoma la dottrina cattolica invece ci dice che questo èvero, sorridono, come dire , si vabbè , ma a ME non la si fa!!!!
caro mahubay è vero proprio il contrario di quello che dici: è proprio per chi crede solo nel proprio IO , che la drammatica crisi della fede apertasi col Concilio vaticano II non esiste..non è osservata, come se dei paraocchi non facessero veder l’evidenza. E’ proprio di chi cred solo al proprio io non farsi problema se una fede millenaria è stata stravolta.
chi invece non crede al proprio io , alle proprie preferenze personali, alla propria intelligenza personale, chi nnon pensa di essere “superiore” , può tranquillamente vedere lo sfacelo e la devastazione che pure molti a cominciare da PaoloVIhanno visto: l’ottusitàè tutta nello sguardo di , poichè crede più nel proprio IO che nella Fede, è ben contento che a questo “io” venga incontro il lassismo morale e il relativismo dottrinale susseguente al CVII!
La “strada stretta2 o come ho detto ” sul filo del rasoio2 che sta percorrendo ratzinger cioè quella dell’ermeneutica della continuità è l’unica sostenibile dal punto di vista della RAGIONE! perchè se , come sostengono i levfreviani, il Concilio Vaticano II ha detto cose erronee, ne deriva che la Chiesa non è onfallibile e quindi non si bede perchè si dovrebbe credere anche ai concili precedenti. se invece dall’altra parte, si crede che il CVII sia “rivoluzionario2 e abbia riportato la vera fede cristina dell’origini, si fa piazza pulita di 2000 secoli di tradizioni, e di nuovo ci chiediamo è perchè dovremmo crederci??
solo se si percorre la strada indicata da ratzinger che cioè la Chiesa è sempre ed è stata SEMPRE ispirata dallao Spirito swanto, almeno in materia dottrinale, che quiondi sono validi SIA I cONCILII PRECEDENTI coi lo dogmi , sia il CVII, solo se si percorre questa strada si può slvare la Chiesa.
questo Papa stat facendo degli sforzi titanici in tal senso, chi non se ne accorge, da una parte o dall’altra, è veramente insensibile.
scusate la fretta e i numerosi errori di battitura .. !
http://www.paolorodari.com/
No, no no, caro Mabu, non è mia quella davvero “superlativa definizione” di Tradizione. Come potrebbe essere mia? Viene, indubbiamente, da un “altro mondo”. Io quelle parole mi sono limitata a citarle, tra virgolette. Non ho detto chi le ha scritte perché a me pare così riconoscibile, il suo stile…Tanto mi pare impossibile che l’autrice non sia nel cuore di tutti che penso sempre sia superfluo farne il nome. E’ un po’ così quando si ama qualcuno, che si pensa che tutti lo debbano amare.
Ma è l’ora di trascrivere la frase intera, che io avevo citato spezzandola, e di dire di chi è e come è giunta fino a noi, visto che la sua autrice mai l’ha pubblicata:
“La Tradizione per i tradizionalisti non è tanto ciò che il passato porge al presente quanto ciò che l’eterno porge al temporale”.
Era una frase che lei- non può essere che Cristina Campo- aveva scritto in un suo quaderno di appunti, quaderno che poi aveva prestato ad un amico. Ed è lui che ce la tramanda, in breve testo del 2001.Ti dò il riferimento preciso:
Ernesto Marchese, «Ricordo di Cristina Campo: gli anni del Russicum», Humanitas, Rivista bimestrale di cultura, numero monografico dedicato a Cristina Campo, a cura di Enzo Bianchi e Pietro Gibellini, 3 (giugno 2001), p. 425
Nell’Ufficio delle letture di oggi trovo questo passo della lettera di san Paolo a Timoteo:
“Il fine di questo richiamo è però la carità, che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. Proprio deviando da questa linea, alcuni si sono volti a fatue verbosità, pretendendo di essere dottori della legge mentre non capiscono né quello che dicono, né alcuna di quelle cose che danno per sicure”.
A chi va applicato questo passo? Io lo applicherei ad alcuni teologi d’avanguardia; diciamo poi che ognuno deve esaminare se stesso e … intelligenti pauca.
Chi è lei, discepolo, per dire con convinzione e con presunzione che qualcuno “crede nel proprio IO”?
Guardi piuttosto al suo IO.Non giudichi gli altri.
Chi è lei per sentirsi legittimata a sostenere con sicumera che sono ottusi quelli che non vedono “sfacelo” e “devastazione” conseguenti al CVII?
Pensa lei di avere la verità in tasca? O parla per partito preso?
Perché non si degna di guardare, almeno qualche volta,i commenti e le opinioni di chi la pensa diversamente da lei? O preferisce comprare a scatola chiusa quello che dicono i lefebvriani e i loro simili?
Urca! Da che pulpito viene la predica!
Brava Marilisa, sono finalmente d’accordo con te, ma dovremmo TUTTI avere meno presunzione e guardare più alle nostre travi che alla paglia negli occhi del prossimo. Abbiamo tutti molta strada da fare…
Incomincia a guardare le tue travi e fatti da parte.
Vai sempre fuori strada.
Letti i commenti di discepolo, intorno alle 13, ricopio qui quello che avevo scritto a commento sul precedente post. Non è dunque segno di rincoglionimento ( che comunque procede gagliardo) né mania di grandezza di chi si autocita…
Solo ” repetita”. Non sempre iuvant, ma quelle mi tornano in bocca…
Abbiate pazienza.
🙂
@discepolo
Dopo aver letto le tue analisi, vorrei dire che io appartengo evidentemente alla maggior parte dei cattolici: non sono infatti né sottilmente angosciato, né intimamente in crisi.Di piu’: non vedo assolutamente i motivi per esserlo.
Io sono contento, banalmente felice di essere cattolico: anche se ho ben chiara la fortuna, o se vogliamo parlar difficile, la grazia, che ho avuto nell’esserlo. Non ho alcun merito, voglio dire, ma un misterioso dono di cui dovrò certamente render conto, agli uomini prima e a Cristo dopo.
Vedo che ci sono problemi. Anche di un certo peso. Anche di una certa gravità. Ogni epoca, anzi, ogni singola generazione ha avuto i suoi, Noi abbiamo questi. Certo nuovi ed epocali, perchè tutto è nuovo ed epocale nel pezzo di vita che ci è toccato: la nostra generazione ha visto piu’ cambiamenti ripsetto a tutte quelle che l’hanno preceduta. Ma per quanti siano i problemi, restano problemi.I problemi della Chiesa sono fatti per essere messi nelle mani di Gesù Cristo e per darsi da fare fino in fondo per cercare di lavorarci al meglio.Non vedo nessuna apocalisse dietro l’angolo, non vedo nessun rischio di autodistruzione della Chiesa.
La Chiesa è Gesù Cristo: la Chiesa è giovane e viva e presente anche tra i problemi, germoglia nuovi butti nelle difficoltà, fiorisce nel sangue e nel martirio. Dovrei perdere il sonno perché le Chiese qui da noi si svuotano? E perché mai? Forse se io fossi piu’ credibile come faccia di Gesù Cristo, qualche persona di piu’ mi seguirebbe in chiesa. Se in chiesa siamo sempre i soliti quattro gatti, la colpa è nostra, mica del Papa o dei seminari vuoti.
Si vuotano i seminari? I tempi sono questi. Io ci vedo lo zampino della Provvidenza che presto obbligherà noi laici a muoverci una buona volta e a prenderci le responsabilità che ci spettano, invece di aspettarci sempre la pappa pronta, e poi storcere pure il naso assai schizzinosi.
Mi riporto, con l’effetto di una bella boccata di aria fresca,di quelle da respirare a pieni polmoni, le parole di papa Roncalli all’apertura del Concilio, , dedicate ai pessimisti ad oltranza. A me sembrano scritte stamattina.
“Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia, che è maestra di vita, e come se ai tempi dei precedenti Concili tutto procedesse felicemente quanto alla dottrina cristiana, alla morale, alla giusta libertà della Chiesa.
A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo.. Nello stato presente degli eventi umani, nel quale l’umanità sembra entrare in un nuovo ordine di cose, sono piuttosto da vedere i misteriosi piani della Divina Provvidenza, che si realizzano in tempi successivi attraverso l’opera degli uomini, e spesso al di là delle loro aspettative, e con sapienza dispongono tutto, anche le avverse vicende umane, per il bene della Chiesa.”
Sì, hai voglia Lorenzo…
Non hai ancora capito che certe persone vedono solo quello che “vogliono” vedere?
A casa mia questo si chiama “malafede”. Senza scusanti.