“Qui vedo solo uomini: non è molto normale questo, ammettiamolo”: parole dette ieri – festa della donna – dal servita Ermes Ronchi svolgendo la quinta meditazione degli Esercizi per il Papa e la Curia Romana nella Casa del Divin Maestro di Ariccia. Nei primi due commenti il contesto delle parole del padre Ermes secondo la cronaca della Radio Vaticana.
Ermes Ronchi alla Curia e al Papa: qui vedo solo uomini
45 Comments
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La vedi questa donna? Commentando il vangelo della peccatrice che unge i piedi di Gesù il Padre Ermes ha detto: Se Gesù domandasse anche a me “la vedi questi donna?” dovrei rispondere “no, Signore, qui vedo solo uomini”. Non è molto normale questo ammettiamolo. Dobbiamo prendere atto di un vuoto che non corrisponde alla realtà dell’umanità e della Chiesa. Non era così nel Vangelo, dove molte donne seguivano e servivano Gesù, ma al nostro seguito non le vedo. Che cosa ci fa così paura che dobbiamo prendere le distanze da questa donna e dalle altre?
Senza guardare al sesso. Gesù era sovranamente indifferente al passato di una persona, al sesso di una persona, non ragiona mai per categorie o stereotipi. E penso che anche lo Spirito Santo distribuisca i suoi doni senza guardare al sesso delle persone. Gesù, segnato da quella donna che lo ha commosso, non la dimentica: all’ultima Cena ripeterà il gesto della peccatrice sconosciuta e innamorata, laverà i piedi dei suoi discepoli e li asciugherà. Quando ama, l’uomo compie gesti divini, Dio quando ama compie gesti umani, e lo fa con cuore di carne.
Già prendere atto del vuoto sarebbe un passo enorme per la Chiesa.
Cristina vicquery
E’ tempo di affidare anche nella Chiesa Cattolica ruoli di responsabilità alle donne, infine è tempo forse di valutare il sacerdozio femminile. (Secondo me).
Anche secondo me 🙂 ciao Fabrizio
“Secondo me” non ha senso. E non è nemmeno questione di “tempi”.
Cerchiamo di capire qual è la volontà di Dio.
La Chiesa si è espressa spesso sull’opportunità di un maggiore coinvolgimento delle donne nell’organizzazione della Chiesa Cattolica: un po’ alla volta si vedranno i frutti.
Quanto al sacerdozio femminile ci sono state dichiarazioni ufficiali piuttosto chiare e autorevoli e non capisco perchè insistere. La posizione dei cattolici è nota. La tentazione di imitare i protestanti su questa strada (anche se l’idea del sacerdozio nelle due confessioni è piuttosto diversa) si ripresenta ciclicamente, ma dovremmo appunto respingerla come tutte le altre tentazioni.
Possibile che su ogni cosa il notro ombelico venga prima dei documenti ufficiali del magisteor cattolico?
” e non capisco perchè insistere……….”
più ti leggo più mi viene voglia di insistere. Grazie perchè mi aiuti a restare sempre più salda nei miei convincimenti.
I documenti ufficiali del magistero cattolico non sono sufficienti, voglio leggere il fax che Cristo ha inviato a GPII dove gli spiegava che non vuole donne prete.
Cristina Vicquery
Dire ” secondo me”, al contrario, è l’unica cosa intellettualmente e cristianamente onesta che si possa dire.
Secondo me: a mio giudizio personale.
Limpido e chiarissimo.
Quello che invece non funziona assolutamente è NON DIRLO, il “secondo me”, e trinciar giu0 giudizi del tipo: non è cattolicesimo ! non è cristiano! il cattolico deve!
Questo trucchetto, che sgama anche un girino nello stagno, permette di gabbare il parere personale di qualunque rapagnetta e rapeponzolo della fede per volontà di Dio…..
W il ” secondo me”.
A tempo debito avrai tutte le risposte che desideri.
Nel frattempo, se vogliamo essere cattolici, ci viene chiesto di fidarci della Chiesa Cattolica e del suo magistero.
Naturalmente nessuno è obbligato a essere cattolico.
E nessuno è obbligato a salvarsi.
Vuoi insistere? E insisti pure.
Ognuno è libero di professare la religione che più gli aggrada e di dannarsi come preferisce.
Lorenzo,
mai sentito parlare delle tentazioni del “soggettivismo” e del “relativismo”?
SECONDO ME è questo.
” No Signore, qui vedo solo uomini”.
Effettivamente, se guardo le foto pubblicate sul sito di Radio Vaticana, come sempre quando ci sono le immagini di consessi analoghi ( penso alle assemblee della Cei) quei grupponi tuttinerituttimaschituttvecchi mi evocano generalmente una certa tristezza e un certa atmosfera da casa di riposo del clero….
Storie, Fede.
Se tu dici: secondo me, questo non è cattolicesimo, è relativismo, dici comunque bene, perché puoi sparara anche la piu’ grande fregnaccia dell’universo, ma è rigorosamente farina del tuo sacco, e per quello conta e di quello rispondi.
Se tu dici- l’hai fatto oggi – ” questo non è cattolicesimo, è relativismo ” vuoi far passare quello che è un tuo personale- e nello specifico balzano-individualissimo parere, per Verità.
Trucchetto che ha circa 2000 annetti: anno piu’, anno meno.
Non attacca piu’ manco con l’attak.
🙂
Ognuno nel proprio tono, ma ho già sentito le parole di Francesco dai suoi due predecessori riguardo al temo del ruolo della donna nella Chiesa.
Anche in questo caso sarebbe meglio che le parole fossero seguite da azioni precise da parte di chi ha l’autorità per intervenire.
Altrimenti è logico che si scatenino le “insistenze” da parte di tutti.
Cosa serve lamentarsi delle cose se chi può cambiarle non lo fa?
A un capo che si lamenta preferisco uno che agisce.
Concordo poi con Federico che lamenta il fatto che fra i cattolici ormai ognuno crede in quello che gli pare.
E il chiedere il fax a NSGC è la classica battuta che si usa per negare ogni autorità alla Chiesa. Io per intenderci avrei bisogno di chiedere un fax di almeno 10 pagine.
Non mi si parli poi del Vangelo, prego. Ognuno anche da lì si ritaglia il pezzetto che gli fa comodo, mette in cantina il resto e su quello costruisce la sua fede. Mi pare proprio che funzioni così oggi, no?
federico
“Ognuno è libero di professare la religione che più gli aggrada e di dannarsi come preferisce.”
ohoh…nientepopodimenoche !!
sai come si dice federico “è meglio il paradiso per il clima, ma l’inferno per la compagnia” concordo pienamente.
CRISTINA VICQUERY
Fare dell‘ironia sull‘ Inferno e‘facile per chi non ci crede. Tanto hi non crede all‘Inferno e‘SICURO di non andarci. E‘sicuro che qualunque cosa faccia o pensi non ha nessuna conseguenza per la sua anima. Lidea di una vita spiritualedell‘anima e di una morte spirituale dell‘anima fa ridere i modernisti. Una reliione tutta fondata sull‘opinione (secondo me) senza conseguenze dei propi errori sull‘anima,(l‘inferno scherziamoci sopra) e‘sicuramente ben diversa dal cattolicesimo come e‘stato vissuto fino ad ora. E‘appuntuna nuova religione una nuova Chiesa che pero‘ha l‘ipocrisia di volersi chiamare ancora cattolicesimo quando e‘chiaro che e‘ormai tutt‘altro e l‘arroganza di prendere in giro i fedeli che all‘Inferno ci credono ancora.
CAro Federico ci tocca vivere in u epoca in cui chi crede ancora e‘sbeffeggiatodai
suoi stessi fratelli in Cristo,in cui credere nella dottrina tradizionale della Chiesa invece che nel “secondo me“ e‘preso in giro. L‘arroganza dei modernist traspare continuamente sottl‘ipocrisa della “misericordia“e dell‘umilta‘. Altro che umilta‘,obbedienza,poverta,i tre voti monastici via per la salvezza,i cattolici modernisti hanno fatto tre voti:disobbedienza,orgoglio,attaccamento e rivendicazione dei propri interessi.
La stupidita‘insita nel ritenere che in materia di fede cattolica ci si possa basare sulle opinioni soggettive “sul secondo me“ e‘stata spiegata con la consueta mite limpidezza dal papa emerito Benedetto XVi,quello che non a caso stava cosi‘antipatico ai cattolici modernisti.per la sua intelligenza e profondita‘ teologica. La dittatura del relativismo,espressione di cui i modernisti si fanno beffe come dei valori non negoziabili, e‘ gia instaurata noi:ma non bisogna dirlo! Dittatura appunto perche‘chi invece non e‘d‘accordo col basare tutto sul “secondo me“ ma si rifa‘all‘insegnamento e al Magistero perene della Chiesa, viene deriso e zittito .
Purtroppo io non dubito che la dittatura del relativismo portera‘la Chiesa cattolica a quell‘autodemolizione a cui sono arrivate ormai le chiese luterane e anglicane,che contano ormai solo pochissimi fedeli. Ma restera‘sempre un nucleo per quanto piccolo per quanto preso in giro di cattolici fedeli alla dottrina e al Magistero. Un piccolo resto ,un gregge che i lupi non riusciranno ad azzannare nonostante i loro stessi pastori li abbiano traditi.
Concordo con Maria Cristina.
Caro Lorenzo e cari tutti,
mi rendo conto che ormai certi discorsi su quelli che un tempo erano chiamati novissimi oggi possono apparire superati, tuttavia varrebbe la pena si soffermarsi un attimo. Sono questioni vitali.
E’ in corso un anno giubilare e già questo dovrebbe indurci a pensare alla nostra conversione e alla nostra salvezza.
Se facendo un SERIO ESAME DI COSCIENZA (!) dovessimo trovare delle forti divergenze tra quello che crediamo noi (secondo me) e la dottrina e l’insegnamento della Chiesa Cattolica, prima di partire in quarta e accusare la Chiesa di sbagliare, proviamo a mettere in discussione noi stessi. In altre parole: imitiamo l’umiltà dei Santi e non l’arroganza di chi vuol prendere il posto di Dio.
I figli di Dio sono liberi, ma anche consapevoli della responsabilità che si assumono a fronte di ogni scelta e delle conseguenze che ne derivano.
Caro Federico, non temere.
Ci sono confessori che mi rialzano regolarmente e un direttore spirituale che , tra l’altro, legge tutto quello che scrivo pubblicamente.
Hanno una pecca fondamentale, certo: non sono Federico Benedetti!!
🙂
Sono perfettamente consapevole della responsabilità che mi assumo a fronte di ogni affermazione che faccio, di ogni scelta che compio e delle conseguenze che ne derivano.E non lo faccio mai da solo.
Fattene una ragione .
Cara Maria Cristina, non sono gli altri a essere modernisti, sei tu che ti fai una tua chiesa in testa: che non esiste né in cielo, né in terra.
C’è una Chiesa e c’è un Papa.
Poi ci sei tu che li detesti.
Fine della storia.
🙂
Scrive Maria Cristina Venturi…
La stupidita‘insita nel ritenere che in materia di fede cattolica ci si possa basare sulle opinioni soggettive “sul secondo me“
Già…la stupidità umana….
La stupidità, forse, mi si permetta, di non capire che è stata espressa solo una semplicissima opinione che di certo non ha la pretesa di essere superiore o di voler cambiare la Lettera Apostolica Ordinatio Sacerdotalis di San Giovanni Paolo II che ha sostanzialmente messo fine al tema del dibattito sul sacerdozio femminile nella Chiesa Cattolica.
Ma per i depositari della Verità, per i papisti più papisti, forse non è facile capirlo, forse.
Ogni essere umano è immagine e riflesso dell’infinita sapienza di Dio, e ogni coscienza merita il rispetto che ciascuno chiede per la propria.
(La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui luce risuona nell’intimità propria… Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità. Gaudium et spes, costituzione pastorale su La Chiesa nel mondo contemporaneo, capitolo 16).
Un cordiale saluto.
caro Lorenzo concordo pienamente con te, per me è lo stesso 🙂
buona giornata
cristina vicquery
…e deve essere dura la vita per i papisti più papisti che detestano il papa, Fabrizio 🙂
cristina vicquery
Fabrizio,
fai bene a elogiare la coscienza, ma ricorda anche la recente precisazione di papa Francesco: deve essere una coscienza rettamente formata secondo i principi cattolici.
Altrimenti è solo un paravento dietro cui nascondere l’idolatria di noi stessi.
Non c’è dubbio Federico (delle 13.57)
Ciao picchio
Da Antonio Finazzi Agrò ricevo questo messaggio.
Caro Luigi Accattoli, sono uno dei suoi lettori silenziosi. Frequento da anni il suo blog, perché trovo interessanti i suoi post, originale il suo stile e meritevole l’indole del suo progetto (cerco fatti di Vangelo è una bellissima rubrica, piuttosto negletta perché lì non c’è da tirar sberle). Mille volte avrei voluto prendere penna in mano e commentare a mia volta, specie a fronte delle frequenti anzi continue intemerate di alcuni dei suoi ospiti. Ma mi sono sempre arrestato sul punto di una domanda: a che pro? Per il solo gusto di affermare le mie idee e posizioni, magari in modo sarcastico? Tanto io non convincerei loro, e loro non convincerebbero me. Al massimo verrei mandato all’inferno, letteralmente, da qualcuno in pieno impeto di padreternismo, come ho visto – non senza sogghignare un po’, lo confesso – accadere ultimamente. Ma allora mi chiedo e le chiedo, dato che della questione Lei si è occupato anche su un piano riflessivo in qualche suo articolo: un blog a che serve? Se è impossibile mantenere un livello minimo di urbanità tra i visitatori, non varrebbe la pena chiudere la sezione commenti o quanto meno moderarla ferocemente, per evitare almeno scandali pubblici?
Un’altra domanda: lei non è preoccupato dell’inimmaginabile risentimento che stiamo raggiungendo nella Chiesa italiana? Qui mi permetta una critica “storica” alla nostra Chiesa (e non solo): l’insofferenza verso papa Francesco è diretta conseguenza di decenni di completa ineducazione alla tolleranza, a un sentimento se non di simpatia quanto meno di serena accettazione del pluralismo religioso, ideologico e perfino “sentimentale”. Chi oggi rivendica autonomia di giudizio e il primato della coscienza sul magistero del papa e la sua proposta pastorale in realtà sperimenta proprio il suo opposto: vive il pontificato di Francesco come una ferita mortale inferta al mito della “Chiesa totale” in cui è probabilmente cresciuto, e non riesce a elaborare il lutto. Costretto al pluralismo e al dissenso, per affermare monotonamente il suo contrario. È la più grande delle contraddizioni.
Antonio salutami la Comunità di Casa Betania (Roma) che mi è cara. Ho ridotto di alcune righe il tuo messaggio e ti ringrazio per aver accettato che io mettessi la tua firma. Rispondo in breve alle due domande.
Perché mantengo la possibilità dei commenti: vado sperimentando e come tastando il terreno alla ricerca – appunto – di una qualche possibile risposta alla domanda “a che serva un blog”. Ho già scritto e forse tu hai letto che continuo a tenerlo aperto ai commenti – pur con la regola della firma con nome e cognome – considerandomi un esploratore al margine della blogsfera. Essa ormai fa parte della realtà. Uno attrezzato per professione allo scambio delle opinioni, come sono io, si offre a modo di cavia per sperimentare, per vedere nel concreto, che possibilità si offrono.
Se io sia preoccupato dell’animosità intracattolica: no, ritengo che il confronto aperto sia salutare. Ma deve trattarsi di un vero dibattito, tra persone che si assumono la responsabilità di quello che scrivono, non che sparano stando nascoste. Il confronto aperto è salutare, il confronto coperto è patologico.
Antonio Finazzi Agrò che saluto, mi perdonerà, ma non ho capito bene l’ultimo capoverso della sua riflessione che è, secondo me la più interessante. (Quello sulla coscienza).
Se vorrà, (non è obbligatorio) potrà rispondermi anche a mezzo mail, tramite Luigi.
Un caro saluto e grazie mille.
Interessante l’analisi di Antonio, ma occorre non dimenticare che con Papa Benedetto XVI accadeva esattamente l’opposto, con i tradizionalisti schierati col papa e i progressisti contro.
Personalmente sono contrario agli eccessi sia nell’uno che nell’altro senso e come Luigi Accattoli credo che la dialettica fra le due anime, inevitabile in un’istituzione millenaria nel tessuto sociale di un mondo che cambia velocemente, sia salutare, anzi necessaria.
Come da sempre da che scrivo su questo blog sono contro la denigrazione reciproca e per la necessità di tenere il confronto su un piano civile, cosa che nella nuova versione del blog mi sembra molto migliorata.
Ma ditemi dove stanno tutte queste donne alle quali Nostro Signore avrebbe dato un compito speciale. Tranne Maddalena, che ne intuì la Resurrezione, nei Sinottici se ne contano ,an passant, una decina senza alcun ruolo principale tanto che Gesù le evoca con l’appellativo di “donna”: figure retoriche, anonime, inserite in contesti specifici (l’emoroissa, la figlia di Giairo,la Samaritana ecc). Tolte le due Marie, Marta di Betania e Salome nessuna donna è chiamata con il nome proprio..
Solo in Atti a motivo dell’apostolato in cui le scene si spostano geograficamente e inizia il tempo delle domus ecclesiae emergono donne, matrone, senza alcun altro ruolo che non fosse accoglienza un servizio di gestione non Liturgico. Le nominate sono: Priscilla, Lidia e Aquila, Prisca, Giunia e Perside, Trifena e Trifosa. Altre, non mi sembra ce ne siano altre -eccetto le martiri che hanno un’altra valenza storica-
Cioè, francamente, dire che le Donne non fanno testo nella Chiesa contemporanea, o non ne fecero in passato, ma va la, ma che sciocchezze!…basterà ricordare per un momento suor Pascalina per bacco…e non è davvero il solo esempio. Uno sguardo al pontificato di GPII per favore..la Chiara Lubich non mi sembra avesse i baffi.
Clodine-Claudia.F.Leo: “Tolte le due Marie, Marta di Betania e Salome nessuna donna è chiamata con il nome proprio”. Segnalo Luca 8: “In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici 2e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; 3Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni”.
Maria di Magdala e Maria Maddalena sono la stessa persona, messa nel novero.Sulle due citate potrebbe trattarsi di un aneddoto, o forse no…Non riterrei irrilevante rammentare che Luca, l’evangelista non fu testimone oculare , non conobbe Nostro Signore se non attraverso Paolo di Tarso … In Marco e Matteo non questa stessa narrazione non appare. Che ci fossero le donne alla sequela, senz’altro. Dico però che i Vangeli ne parlano soltanto quando non possono farne a meno.
Luca accompagnò Paolo nei suoi viaggi missionari, vuoi che non abbia
sperimentato, personalmente e ripetutamente l’accoglienza e la generosa disponibilità di alcune donne convertire al cristianesimo? Persone buone, generose, che aprivano la loro casa rischiando la vita. Gli Atti sono punteggiati da queste fulgide presenze in un tempo in cui lo Spirito apriva orizzonti nuovi, per tutti, non solo per le donne, anche per gli uomini.
“Gesù era sovranamente indifferente al passato di una persona, al sesso di una persona, non ragiona mai per categorie o stereotipi. E penso che anche lo Spirito Santo distribuisca i suoi doni senza guardare al sesso delle persone.”
non credo che Gesù fosse “indifferente” al passato o al sesso delle persone che incontrava. La storia di una persona, la professione, il sesso, fanno ovviamente parte della realtà umana di quella persona. Gesù incontra Pietro pescatore, Matteo pubblicano, la samaritana che aveva avuto 7 mariti.
La parola “indifferente” è a rischio di fraintendimenti.
Mario Romeo: “La samaritana che aveva avuto sette mariti”. Cinque mariti. Sono dodici anni che in casa facciamo “Pizza e Vangelo” e la puntualità nel rimando ai testi è una delle regole che ci siamo dati. Puntualità anche nei dettagli apparentemente irrilevanti [http://www.luigiaccattoli.it/blog/pizza-e-vangelo/].
Clodine-Claudia.F.Leo. Negli Atti tra le donne ospitanti al capitolo 12 è nominata anche “Maria madre di Giovanni detto Marco”, nella cui casa si riunisce la comunità di Gerusalemme che prega incessantemente per Pietro imprigionato. Ed è nominata Rode, la giovane serva che va alla porta, riconosce la voce di Pietro e “per la gioia” corre a dare l’annuncio – donne sempre annuncianti – dimenticando di aprire. Questo è l’episodio che abbiamo letto nell’ultimo incontro. Luca sia nel Vangelo sia negli Atti è attento a riferire ogni nome di donna attestato dalle fonti di cui disponeva.
Da Giuseppe Di Melchiorre ricevo questo messaggio:
Per dare la giusta rilevanza al rapporto di Gesù con le donne, ritengo sia utile tener presente quale era la condizione della donna nella società ebraica. In quel contesto sociale si affermava, tra l’altro, “Chiunque discorre molto con una donna, è causa di male a se stesso, trascura lo studio della Legge e finisce nella Geenna”. Non per nulla i discepoli, avendo sorpreso Gesù che parlava con la samaritana “si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna” (Gv 4,27). Donna e per di più samaritana, e in quanto tale considerata impura fin dalla nascita. Tanto che i Giudei diedero a Gesù dell’indemoniato e del samaritano. Insulto peggiore non c’era.
La donna ebraica, inoltre, era esclusa dall’istruzione religiosa. Gesù, invece, a Marta che si lamentava della sorella Maria che non l’aiutava nelle faccende ma stava seduta ai piedi di lui ad ascoltarlo, non rispose che “Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta”?
L’emarginazione della donna ebrea non riguardava solo la sfera religiosa ma la sua intera esistenza. Infatti, secondo il Libro del Levitico, la nascita di una bambina rendeva impura la madre per circa tre mesi (Lv 12,-25). Per la sua particolare condizione fisiologica, inoltre, la donna viveva in una situazione di perenne impurità (Lv 15,19-30), e per questo era considerata l’essere umano più distante da Dio. Gesù invece si lasciava seguire da un gruppo di donne e si lasciò perfino toccare da una emorroissa, diventando, per quanti lo circondavano, lui stesso impuro. Una condizione di inferiorità, quella della donna ebraica, che veniva codificata nella preghiera recitata tre volte il giorno da ogni maschio ebreo che così ringraziava Dio: “Benedetto Colui che non mi ha fatto pagano, non mi ha fatto donna, non mi ha fatto bifolco”.
Le donne nel mondo ebraico non potevano rendere nemmeno testimonianza. E Gesù che fa? Una volta risorto, un evento straordinario, irripetibile, unico nella storia umana e che sarebbe diventato il dato centrale del cristianesimo, il centro della predicazione e della testimonianza cristiana, Gesù che fa? Si mostra proprio a una donna e le chiede di andare a riferirlo ai discepoli. Un tipo originale, no? Abusando di un termine moderno, si potrebbe dire perfino che Gesù era un “femminista”! Scusate l’ardire.
Grazie Luigi, chiedo scusa, andavo a memoria e purtroppo è da qualche anno che non leggo più i Vangeli. Sono d’accordo con l’attenzione ai rimandi ai testi.
Quando i figli saranno un po’ più grandi spero di riuscire a copiarti l’iniziativa.
Abusando di un termine moderno, si potrebbe dire perfino che Gesù era un “femminista”!
Ma le femministe non erano quelle de l’utero è mio e lo gestisco io oppure Non più puttane, non più madonne, finalmente donne ecc. ecc.
Nessun ardire, Giuseppe di Melchiorre!
Perfettamente d’accordo!!!
🙂
Da una visitatrice di nome Victoria ricevo questo messaggio:
È stimolante il messaggio del lettore Antonio, che fa una disamina dei modi poco “urbani” con cui i visitatori di questo blog a volte contrappongono i propri punti di vista sulla Chiesa e su altro. Si chiede a che serva un blog e se non sia meglio chiuderlo o comunque moderarlo per evitare “scandali pubblici”.
È vero che in passato qui qualche scandalo pubblico c’è stato, peraltro bloccato dal padrone di casa sempre avverso agli accapigliamenti fra certi intemperanti visitatori, alcuni più provocatori di altri; alcuni più suscettibili di altri. Ma da qualche tempo le cose sono cambiate. E, a dire il vero, non proprio da quando è stato posto l’obbligo della firma. Da un bel po’ prima erano cambiate le cose.
Certe critiche rivolte al blog di Luigi Accattoli non tengono conto di quella che è la realtà di tutti i giorni in ogni parte del mondo. I confronti, cioè, possono diventare “scontri”, e ciò non può essere ritenuto scandaloso.
L’ ingiuria, sì, è scandalosa, l’indifferenza anche è scandalosa, e la persona che non resta indifferente può assumere toni aspri. Gesù stesso, pur definendosi mite, talvolta si mostrò duro, niente affatto tollerante.
Ha ragione da vendere Antonio quando dice che l’affermazione delle proprie idee non serve a far cambiare quelle, diverse, degli altri che si sono radicati in un terreno diverso. Sempre è stato così, almeno in apparenza.
Eppure, se un blog è aperto ai commenti su certe tematiche che suscitano riflessioni più o meno interessanti, è normale che si possa giungere a contrapposizioni anche accese; e ciò non è indice di scarsa urbanità, come qualcuno continua a credere, sbagliando. Chi assiste, pur senza intervenire, ad un dibattito in un blog o in altro luogo può maturare dei propri convincimenti che erano già in essere nella mente o venivano suggeriti dalla coscienza. Che poi la coscienza debba essere ben formata non c’è dubbio, ma cadere nell’equivoco che la buona formazione sia solo quella conforme ai propri desideri o alla propria ideologia anche religiosa è un grande errore. Da evitare o da modificare. Tutti sanno che ci sono stati, e ci sono, grandi uomini e donne senza religione ma di specchiata moralità, dunque di coscienza ben formata.
Dunque, dicevo, con l’espressione delle proprie idee, anche se non condivise da altri, si favorisce un cammino, si gettano dei semi, e ciò è indubbiamente positivo pur se non riscontrabile nell’immediato. Altrimenti si arriverebbe all’assurdo di una totale concordanza o di uno sterile silenzio.
Tutto ciò lo si avverte, se si è abbastanza attenti, nella vita reale; e del resto anche i blog, pur essendo spazi virtuali di confronto, fanno parte della realtà del nostro tempo, e bisogna prenderne atto: ogni tempo ha i suoi strumenti specifici e nuovi.
La Chiesa di oggi non è più quella di una volta. Anche di questo bisogna prendere atto. La Chiesa, IN CAMMINO NEL TEMPO CON DIO E CON L’UOMO, ha fatto passi avanti, pur lentamente, e lo si avverte dovunque. Significa che, nonostante tutto, lo Spirito agisce anche quando molti si oppongono tenacemente a Dio e ai cambiamenti che la Storia dell’uomo naturalmente DEVE comportare.
Luigi Mortari
Ho definito Gesù “femminista”, precisando che era un abuso del termine. Ho tentato un’allusione storica. Non mi sono spiegato? Chiedo scusa.
La misura di quanto il comportamento di Gesù nei confronti della donna potesse essere eversivo della solida mentalità corrente salta fuori tutta intera nell’episodio della “peccatrice ” che gli si getta ai piedi in casa di Simone, il quale infatti da mentalmente voce a tutta la indignazione e a tutta la scandalizzata riprovazione generale….
(e d’altro canto, mi piacerebbe vedere quanto diversi sarebbero i commenti mentali e le reazioni di alcuni pii osservanti di oggi davanti a un gesto tanto accorato, ma anche tanto fisico e carnale, ripetuto da una “peccatrice” di oggi ai piedi di un papa, di un vescovo, di un parroco…..
🙂 )
Siccome “nelle parole c’è sempre qualcosa d’impudico”, come direbbe Cesare Pavese -che giusto sto rileggendo- inviterei la scrivente Victoria a riflettere bene. Non condivido neppure mezza parola di ciò che ha scritto. Tuttavia limiterò il mio intervento ad una sola riflessione.
Signora Victoria.
La Chiesa è si in cammino, e noi con lei. Ma il tempo è sempre prerogativa di Dio, mai dell’uomo, il quale lo subisce, il tempo, che cammina per inerzia, in modo meccanico, ciclico, caduco….
Anche la Chiesa (e noi con lei) senza il tempo di Dio saremmo destinati al nulla. Solo al cospetto di Dio, il tempo, per l’uomo, assume un senso.
Se l’uomo desacralizza Dio perde le coordinate, smarrisce la distinzione tra il sacro e il profano in quanto non sa dove sia la cesura, è cieco, non riesce a separare, non sa dove inizia l’uno e termina l’altro.
Attribuisce a Dio anche ciò che di Dio non è, e deputa al servizio di Dio finanche l’abominio…
Perciò, La Chiesa, gentile Signora, proprio come ciascuno di noi, non sa a che punto è del cammino, né dove si trovi, e neppure sa se sta seguendo la segnaletica in modo corretto, perché vede, c’è sempre una cortina di nebbia che oscura il cammino.
La Chiesa, e noi con Lei, cammina a tentoni, con dolore, come nelle doglie del parto, ma illuminata dalla Grazia in fiducioso abbandono.
Lorenzo Cuffini
Quanto all’intrigante proiezione nella nostra contemporaneità dell’incontro tra Gesù e la “peccatrice”, c’è da puntualizzare che un’attuale peccatrice non avrebbe a che fare con Gesù in persona…
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