“Non era affatto d’accordo Emanuela che, zitta fino a quel momento, di colpo si è alzata, ha fatto il giro del severo salotto antico, è passata dietro le spalle del padre sfiorandogli affettuosamente una guancia con le labbra, ed è andata diritta a sedersi sulle ginocchia del generale esclamando: E io lo sposo lo stesso“: così – nel fedele racconto di Edgarda Ferri – Emanuela Setti Carraro reagisce ai genitori che si oppongono al suo matrimonio con il generale Carlo Alberro Dalla Chiesa, che aveva trent’anni più di lei. Come sono belle le donne che amano. Dedico a loro questo bicchiere di Vino Nuovo.
Emanuela Setti Carraro: “E io lo sposo lo stesso”
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Brindiamo in onore delle donne e dell’amore:
(Emily Dickinson)
Distanza- non è il reame della volpe
ne’ da staffette di uccelli
assottigliata- distanza è
fino in fondo a te, Amore.
/Distance- is not the realm of Fox
Nor by relay of bird
Abated – Distance is
Until thyself, Beloved/
Mc
E’ inutile: il cuore, anatomicamente collocato a diversi centimetri sotto il cervello, dimostra chiaramente come tra questi due “organi” [senza i quali la vita terminerebbe seduta stante] non può esserci compatibilità,sinergia. Sono assolutamente distanti,seguono percorsi diversi e avulsi. Un tiro alla fune, un gioco al massacro dove ad uscirne a pezzi è sempre il primo, cioè il cuore senza possibilità di recupero [ il materialismo storico dovette arrendendersi dinnanzi alla forza dei sentimenti] …il cuore,l’affettività, i legami animici: tasselli di un misterioso karma che vanno misteriosamente a ricomporsi, segnano indelebilmente la vita di ogni individuo. Croce e delizia, Eros e Tanatos, amore e odio: l’uno non meno forte dell’altro, simili e altrettanto intensi. Fragile filo di separazione, così com’è fragile e feribile chi ama.
Si può morire d’amore…lo so per certo…
Sei morta d’amore, Clodine? O hai amato da morire?
Comunque trent’anni di differenza a me sembrano un po’ troppi….
Mi viene la battuta cattiva ma mi trattengo….
çsdadogpdmf dsf,mòla fòlùugm stumpf arg maaach
“e infatti si vedono gli effetti sulla figlia…. ”
non ce l’ho fatta. scusate. m’è proprio scappata
…non potrò mai dimenticare la storia di mia sorella, nessuno l’ha dimenticata, qui, in zona, era sulla bocca di tutti. Mia sorella, un’icona: una ragazza bellissima di 16 anni, bellissima…la più bella di tutte! Non perché mia sorella, ma era veramente incantevole. Si giravano a guardarla anche i sassi, e le macchine tamponavano al suo passaggio…una creatura meravigliosa, perfetta. Si innamorò perdutamente, follemente del nipote di una signora che abitava al palazzo di fronte, una decina d’anni più di lei. Non so quanto lui la ricambiasse, non lo seppi mai, ricordo che la ricopriva di doni e ne era gelosissimo, morbosamente geloso, la costringeva in casa in attesa di uscire al pomeriggio per un gelato…(la sera era impossibile uscire, a quei tempi: si giravano le mandate e tutte dentro, come le galline). La storia durò tre anni, tre anni in cui lui le fece credere di essere il principe azzurro (un bel ragazzo)..che l’avrebbe sposata al compimento dei 21 anni…tre anni…il tempo di rendersi conto che la tradiva..putroppo si…la tradiva con una commerciante, una riccona.
Fu una tragedia quando si accorse: ne soffrì in un modo disumano! Si consumò, si lasciò morire…la recuperammo per un soffio! Nel frattempo lui ripartì da Roma e non si videro mai più! Oggi è una donna di 59 anni, ha due figli adulti eppure, non l’ho mai più vista felice, mai sorridente…credo che una parte di lei sia morta in modo irreversibile.
Mattlar….vuoi sapere se mi sono innamorata?…certo che mi sono innamorata, caspita…hai voglia !!…però…. Una cosa è certa: per quanto l’esperienza sia per certi versi arricchente, tuttavia…si diventa cretini, è questo il punto: si diventa cretini capito?…
Hai mai letto ” De l’amour” di Stendhal? E’ proprio come lo descrive l’autore: un’inganno perché, gli occhi vedono l’amato in un modo falsato, un’ideale che non c’è, una persona che in realtà non esiste nella maniera in cui l’amore te la palesa. E’ un bluff…un misero, tristissimo, devastante BLUFF !!
E’ proprio lanciata la nostra cara Clodine…! 🙂
Mattlar, sei proprio un biricchino…cattivello! 😉 😉
Io ricordo una espressione -di Giosal o di Mattlar- qualche blog fa…, che faccio tutta mia: “a me non piacciono le belle donne; a me piacciono le donne belle”! Quanto e’ vero, e quanto irrilevante diventa l’eta’! Ce ne si puo’ innamorare in modi molto diversi. A me piacciono, e molto, le donne belle! Ne ho conosciuto tantissime: soprattutto mamme, nonne, ma anche giovani figlie, amiche, suore, compagne. Si’, viva le donne belle!
..e perciò…per quanto avessi solo 9 anni. ..la storia emblematica di mia sorella mi aprì gli occhi..certamente…ma non mi salvò da quella calamità: nessuno può salvarsi dall’amore, uomini e donne, giovani e stagionati, preti e monache e pure i papi..tutti, presto o tardi, prima o dopo, passeranno per quelle “forche caudine”!!
la battuta cattiva di mattlar non era mica destinata alla clodine…ma alla figlia del compianto generale, suppongo..o no!?
..mattllarrrrrr…vieni qui !!!!!!!!!!!!!!…obbedisci…o ti metto con le ginocchia sui ceci eh! Non erano per la Clodine le battutacce …ne’ verooo…??!!
Mi dispiace molto, Clodine, per l’esperienza traumatica vissuta da tua sorella. Anch’io conosco qualche caso del genere (e non è detto che noi uomini siamo meno fragili…). Ne cito due. Al termine della scuola elementare provai una “cotta” (così si diceva nel Bolognese) per una mia compagna di classe: divisi alle Medie (allora non c’erano classi miste), intorno ai 15 anni vidi che frequentava un ragazzo più grande di cui era molto innamorata, e ne soffrii moltissimo. Poi però lui la lasciò per un’altra: e nonostante i miei tentativi di avviare un rapporto affettivo con lei non riuscì mai a riprendersi da quella delusione; si chiuse sempre più in se stessa ed ora vive da nubile in un paese del contado bolognese (ma sono tanti anni che non l’ho rivista e non ho più avuto notizie precise su di lei). Io mi ripresi dalla delusione (sia pure con qualche altro episodio di innamoramento non corrisposto) e dopo vari anni incontrai quella che ora è felicemente (almeno per me…) mia moglie. Mi rimane, se ci ripensom, un po’ di malinconia per il fatto che quella ragazza mia coetanea non è riuscita a metabolizzare la delusione ed a ritrovare la gioia di vivere e di amare. Io ringrazio il Signore per avercela fatta. Ricordo una frase di un padre dehoniano bolognese, padre Franchini: “Non diciamo mai ‘Ho sprecato tanto tempo dietro a quella persona’: nella prospettiva di Cristo nulla va sprecato, tutto viene recuperato, tutto ci aiuta a crescere ed a maturare”, che interpretava anche in questa direzione la famosa frase di san Paolo sul “recuperare ogni cosa in Cristo”.ù
Un altro esempio triste: un giovane universitario del mio paese natale si innamorò perdutamente di una ragazza che poi lo lasciò. Lui non si riprese mai da questa grossa delusione (che si sommò alla morte prematura del padre): interruppe gli studi, si chiuse in casa, continuando a vivere sino ad oggi con la madre vedova, ora ottuagenaria, che lui ora assiste.
Preghiamo il Signore perché dia un senso a questi che ci appaiono umanamente come fallimenti (ma non è detto che lo siano agli occhi di Dio), e ringraziamolo per le tante storie belle di persone che si amano, al di là delle differenze di età, di ceto, di cultura. Potrei citare vari casi… Qualche volta il grande amore spunta quando uno non se l’aspetta più; talvolta (è il caso di un’amica professoressa di francese che sposò un operaio oltre la quarantina) quando non possono più arrivare i figli ma cìè tanta voglia di amare e di spendersi per gli altri (come fa appunto questa coppia ormai di pensionati, dediti al volontariato).
interpretazione autentica 1: non sono stato io a parlare di belle donne e donne belle. Io sono grezzo e per me vuol dire la stessa cosa.
interpretazione autentica 2: la battuta era sulla figlia del generale, che c’entra Clodine?!?!
A chi non ha avuto la fortuna di “sposare la persona che amava”, posso solo consigliare vivamente almeno di “amare la persona che ha sposato”.
L’erba del vicino sempre più verde è solo una tentazione… diabolica…
Il caso di Emanuela è un esempio di amore gratuito e disinteressato. Diverse volte però, nel mondo universitario che frequento per lavoro, si formano “coppie” fondate sull’interesse: un professore sessantenne (o addirittura quasi settantenne), che cerca di rimuovere la sensazione del trascorrere degli anni, avvia una relazione con una sua allieva che ha trent’anni (talora quaranta) di meno, ma che accetta almeno temporaneamente questa situazione perchè l’aiuta nella carriera, le consente di frequentare persone “importanti” ecc.
Ora io ho 58 anni: anche a me capita di incontrare studentesse, dottorande, giovani colleghe carine (qualche volta molto belle e persino – talora capita – al tempo stesso belle e intelligenti), e qualche volta mi prende un senso di malinconia perché rispetto a loro mi sento “vecchio”, vorrei ritrovare la freschezza di quegli anni, quando uno sente di avere la vita davanti a sé e può ancora scegliere fra tanti “futuri” possibili (anche se non è affatto detto che questa condizione sia comoda e piacevole…). Allora immagino un colloquio del tutto irreale con una di queste bellissime ed intelligenti ragazze nubili sui trent’anni: “Se avessi vent’anni di meno e non fossi sposato ti farei la corte; ma ora non a senso perché, a prescindere dai doveri morali, sarei ridicolo”. E penso che è bello aiutare in modo disinteressato a crescere cuilturalmente ed umanamente persone giovani che ci hanno incontrati come maestri…
Se qualche volta i vecchi che (come il nostro premier) vogliono rimuovere gli anni che passano avessero il senso del ridicolo…
Tutto questo ovviamente non vale per Emanuela e carlo Alberto: qualche volta il grande amore può nascere anche tra persone di età molto diversa. L’importante è che non sia un rapporto “simbiotico”, basato sull’interesse e sulla dipendenza, ma sulla gratuità.
Poi vedo che si batte sempre il tasto sulla bellezza…
cosa molto bella è buona è la bellezza, ma solo se se ne ha la giusta consapevolezza e se ne fa un buon uso!
Permettetemi un pensiero poetico sulla bellezza quando è mal concepita…
Donna non ti fidare se sei bella,
che bellezza mortal sempre non dura:
oggi sei la Diana stella,
tempo verrà che muterai figura.
La morte non t’è madre né sorella
per fin che ti condurrà a sepoltura.
E dopo morte tu sarai dannata,
donna senza giudizio condannata.
çsdadogpdmf dsf,mòla fòlùugm stumpf arg maaach: qualcuno traduce?
.@Ubi “E dopo morte tu sarai dannata,
donna senza giudizio condannata”
Che PAURA!! ..perché condannata senza giudizio Ubi…e che colpa si potrebbe imputare: ciascuno nasce con le proprie sembianze, non ti cerchi l’aspetto, quello te lo danno i geni, non siamo noi responsabili della faccia con la quale nasciamo. Allora,ringraziamo sempre Dio per la salute dell’anima e del corpo, il resto.. lasciamolo al tempo…
Clodine, ATTENTION PLEASE…
ho fatto una dovuta e necessaria premessa:
“cosa molto bella è buona è la bellezza, ma solo se se ne ha la giusta consapevolezza e se ne fa un buon uso!”
Non ho NULLA contro la bellezza, anzi, oltre tutto mi ritengo di bell’aspetto cosi come lo è la mia consorte, quindi non ho nulla da invidiare a nessuno.
Solo che, e l’ho “pre-messo”, una bellezza mal concepita e mal usata conduce ad una probabile “dannazione”… e non lo dico io…
E’ partito il post…
l’ultima che volevo osservare è che al tempo certe cose non si devono nè si possono lasciare… poichè non si sa quanto tempo abbiamo ancora a disposizione… e vale per tutti… (anche per chi manca di “giudizio” nell’uso di quello che tu chiami “patrimonio genetico”)
Invece, tornando sul discorso iniziale, ho sempre creduto che si ami una sola volta nella vita, UNA SOLA VOLTA e che quell’amore “che è palpito dell’universo intero” sia un dono di Dio di cui tutti siamo beneficiari ma che, per circostanze, casualità temporali e spaziali, cause contingenti e via discorrendo non sempre riusciamo ad afferrare, ad incontrare su questa terra.
A volte arriva in un momento avverso, a tradimento, quando già si è percorso un tratto del cammino o lo si appena iniziato con una persona la quale, evidentemente, non era quella che Dio ti aveva destinato, così come tu non lo eri per lei. Alla fine ci si adatta, si convive certamente, a volte ci si separa! Anche per un religioso o una religiosa è così. Infatti -se per una qualsiasi causa- la persona che Dio voleva per te si incontra tempo e luogo sbagliato…sopraggiungono i dolori…la storia assume i toni del “non senso” e ondep evitare che soffrano altre persone per causa tua ci si immola, ci si sacrifica in nome di una Volontà di Dio -pur non essendo volontà di Dio- a lui ci si affida, e ci si santifica…abbracciando la croce.Ma non passa…
In questo contesto leggo la famosa frase “l’uomo non separi ciò che Dio unisce” . Una frase, secondo me [usata per legare in matrimonio] NON inrente al sacramento del matrimonio ma solo ed ESCLUSIVAMENTE in relazione a CRISTO ed ala CHIESA.
Provo a spiegarmi: nessuno potrà mai separare Gesù dalla Chiesa, Egli è sempre lì con il suo sacramento dell’eucaristia. E’ voluta da Dio nessuno uomo, o forza può separare questa unione.
Diverso il matrimonio, che è un concordato tra due persone, e , la storia dimostra, che è depennabile, anche davanti a Dio.
Ergo che una unione che l’uomo riesce a separare è una unione che non è stata voluta da Dio. C’è poco da argomentare perché le vere unioni volute da Dio, l’uomo non le riesce a separare.
Quando una persona capisce di amare, e con gli anni ciò che è oro sarà vagliato, ogni tentativo di separazioni è inutile, si procura solo sofferenza e si rischia di irritare Dio e di mettersi contro di Lui. E quell’amore che è palpito dell’universo intero non passa…inutile!” Non vi accada mai di trovarvi a combattere contro Dio!»”.
Dio vuole la nostra felicità,.
Ahè…
Arrivederci…
…per felicità non intendo esperienze effimere con le quali si resta con la cenere in bocca! E non è detto che non si possa essere felici anche nella rinuncia, in una prospettiva di fede!
Ho solo espresso un pensiero mio per grandi linee…tutto qui nessuno pretendo sia condiviso!
pretende…
Ubi mi ha ricordato una affermazione che lessi un tempo a proposito della differenza tra matrimonio occidentale, basato sull’amore diciamo noi, e matrimonio “combinato” dalle famiglie:
-Voi (cristiani ndr) sposate la donna che amate, noi islamici amiamo la donna che sposiamo-
Ecco, credo che l’unione di queste due prospettive costituisca la strada per ogni vita di coppia: la vita di tutti è segnata da momenti in cui ti trovi a dover scegliere di amare ancora colui/colei che il Signore ti ha messo accanto, anche se in quel momento non appare precisamente amabile; e credo che ciascuno di noi speri di avere accanto una persona che scelga di amarlo ancora anche negli errori, nelle miserie, nei momenti in cui la bellezza sarà proprio solo interiore…
Non credo quindi che cuore e cervello non vadano d’accordo: per un amore autentico è indispensabile la loro armonia.
E non sto parlando di un amore cervellotico, ma di amore appassionato, fino alla gelosia come dice la bibbia…
Mi limitavo ad osservare che il pensiero contiene grossi errori…
non li elenco uno ad uno, faccio notare solo quello più grosso:
che qualcuno leggendo lo possa condividere…
..si..ma..chi stabilisce se la persona che mi sta accanto me l’ha messa il Signore ?! Non sempre colui che sposiamo ce l’ha messo accanto il Signore…a volte è la risultante di una infatuazione giovanile, di una imposizione genitoriale, di un errore di valutazione, di circostanze…Chi lo stabilisce se è “quella”, e non un’altra, la persona che Dio ci aveva destinato…?…E’ qui l’errore..Spacciare tutto quello che ci capita per Volontà di Dio ! Non è sempre così..
…leggo ora il rinfrescante bicchiere di Vino Nuovo di Luigi: mi torna alla mente un mattino d’estate di tanti anni fa in cui, incamminandomi verso il mio ombrellone, rimasi folgorata dall’immagine di un ragazzo con il costume arancio, che stava stendendo l’asciugamano sulla sabbia.
E’ impresso nella mia retina, quasi la lente attraverso la quale ancora oggi lo guardo.
Ringrazio ogni giorno il Signore per questo dono.
Nico, lessi anch’io quell’articolo.
Poi su quello che riguarda mente e cuore, non dimentichiamo che…
se il “cuore” è la sede di Dio, solo la “mente” può contemplarlo…
nessuna antitesi.
Una lettura:
http://ebooks.gutenberg.us/Wordtheque/e/AAACBJ.TXT
Luigi !
çsdadogpdmf dsf,mòla fòlùugm stumpf arg maaach
era l’irruenza delle parole che volevano uscire dalla mia bocca e la lotta interiore che ho vissuto in pochi secondi per evitare di dire quello che poi, mio malgrado, le mie dita hanno battuto. In realtà, volevo mettere i classici simboli dei fumetti @*#**@#@**@##ò@##****ò@@
ma non riuscivo a digitarli sulla tastiera…
Adesso sono riuscito.
Comunque chiedo perdono.
Clodine, mi sa che devi ripartire dai “fondamentali”…
forse non hai ben chiaro cosa sia il Sacramento del Matrimonio (l’unico in cui i celebranti sono… gli Sposi…)
Concordo con Clodinr.
La nostra storia è anzitutto il frutto delle nostre scelte quotidiane, dettate dal cuore, dal cervello, dal coraggio, dalla paura, dallo spirito di sottomissione o da quello di ribellione.
Se così non fosse vorrebbe dire che siamo dei puri ingranaggi di un meccanismo che ci sovrasta.
Poi, dire che tutto quello scegliamo era comunque già stato scritto, è puro sofisma.
Caspita,come “tira” questo argomento! Matrimonio,differenza d’età,donne belle e belle donne…Ma quella che mi è piaciuta di più è la considerazione di raffaele.savigni “qualche volta molto belle e persino – talora capita – al tempo stesso belle e intelligenti”.Da sottolineare “talora capita”.Bontà sua!Mi astengo dai commenti.
Per tornare al caso di Emanuela e al suo matrimonio con un uomo di ben trent’anni più grande,rilevo che a mio parere trent’anni di differenza sono troppi.Più che definire quel sentimento “amore”,sarei propensa a definirlo “infatuazione”,quella che molto spesso intecorre fra persone molto distanti per età.Non parlo di dieci anni,che sono più o meno nella norma,ma di trenta.È un sentimento che accende,ma è difficile che duri.Certo,l’uomo di molto più grande sarà innamorato sempre di una giovane donna che potrebbe essere sua figlia,e sarà lusingato dal fatto di essere riuscito ad attrarre una ragazza.Questa,a sua volta, inizialmente può essere innamorata di un uomo piacente e affascinante anche da un punto di vista professionale,ma dubito che l’innamoramento possa durare per sempre.Il tempo che passa, prima o poi fa cadere il velo dagli occhi e la realtà la si vede com’è.Una donna molto sensibile saprà restare comunque vicina al suo uomo.Nel caso di Emanuela,difficile dire come sarebbero andate le cose se non fosse successa la tragedia a due soli mesi dal matrimonio.Farne un’eroina mi sembra esagerato e un po’ retorico.Ritengo comunque che in ogni caso,nella relazione che intercorre tra coniugi,la fase del magico innamoramento ad un certo momento si chiuda per lasciare spazio a quella del più modesto “voler bene”,ed è qui che possono nascere le difficoltà e le incomprensioni che potrebbero portare alla separazione.Il discorso sarebbe lungo.
Sì,Luigi,le donne che amano sono belle perché in loro c’è quasi sempre il sentimento esclusivo per i loro compagni;gli uomini molto spesso(non sempre,però)amano con un occhio rivolto ad altre donne,pronti a conquistare e a lasciarsi conquistare.
Ti sbagli caro Ubi, conosco perfettamente i fondamentali, che sottendono al sacramento del matrimonio,dalla Genesi a S.Paolo passando per S,Tommaso D’Aquino e via discorrendo perciò sono convinta di quello che dico. Che il Padre Eterno creò maschio e femmina e stabilì che da quel momento avrebbero lasciato padre e madre e sarebbero diventati una sola carne ci siamo e può starmi anche bene…è il resto che non comprendo…Mi si dovrà pure spiegare la poligamia praticata diffusamente nel popolo dell’Alleanza…e l’incesto e tante altre cose …ma per il momento mi fermo qui…
“Come sono belle le donne che amano.” ( quelli che hanno 30 anni di più)
Forse Luigi è diventato nostalgico !
@ Clodine
“Mi si dovrà pure spiegare la poligamia praticata diffusamente nel popolo dell’Alleanza”
“Il cuore calmo è la vita dell’organismo carnale, ma la gelosia è marciume alle ossa.” ( Proverbi 14.30)
“L’amore è longanime e benigno. L’amore non è geloso, non si vanta, non si gonfia, non si comporta indecentemente, non cerca i propri interessi, non si irrita. Non tiene conto del male. Non si rallegra dell’ingiustizia, ma si rallegra della verità. Copre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.” ( 1Corinti 13.4-7)
RIGUARDO all’invidia, Albert Barnes, erudito biblico del XIX secolo, scrisse: “La Gelosia è una delle più comuni manifestazioni di malvagità, una chiara dimostrazione della profonda depravazione dell’uomo”. … Barnes fece un’interessante dichiarazione riguardo all’amore, che “non è invidioso”. (1 Corinti 13:4, King James Version) Egli scrisse: “L’amore non invidia la felicità degli altri; si rallegra del loro benessere; e quando la loro felicità aumenta . . . , quelli che sono mossi dall’amore . . . non attenterebbero mai alla loro felicità; non li farebbero sentire in imbarazzo per ciò che possiedono; non li denigrerebbero per la loro felicità; non mormorerebbero e non si sentirebbero delusi perché non sono altrettanto favoriti . . . Se amiamo gli altri, se ci rallegriamo della loro felicità, non li invidiamo”.
Marilisa dice: “rilevo che a mio parere trent’anni di differenza sono troppi. Più che definire quel sentimento “amore”,sarei propensa a definirlo “infatuazione”,quella che molto spesso intercorre fra persone molto distanti per età.”
Forse perché si è orientata all’amore “eros” piuttosto che all’amore “agape “ possono coesistere ma anche no
Fenomeno!
Gioab ne dice una buona e distingue (giustamente) eros e agape.
Ora Clodine se l’amore è agape, dono, come si può pensare di richiedere indietro, di “ritirare” ciò che si è già “donato” ?
Vuol dire che non era “dono”… che, e la formula lo prevede, va fatto “liberamente, senza costrizione e consapevolmente”
Conoscere un principio non basta, bisogna affermarlo e manco basta…
bisogna viverlo, e nel momento in cui lo affermi e vivi, sei risoluto/a a confutare tutte le false affermazioni su ciò che uno “vive”…
Capisco anche certa delicatezza magari dovuta al rispetto umano, ma non c’è rispetto vero dove non c’è la forza della verità, anche se, a volte la verità può graffiare o ferire.
Però ad esempio una ferita inferta a fin di bene per estrarre il veleno di un morso di “serpente”, è una ferita che porta un frutto di vita…
@ Clodine
Conoscendo “perfettamente” i fondamentali, avrebbe – bontà sua – la cortesia di chiarirmi alcuni aspetti che mi sfuggono (non completamente)
1. Cosa significa “sarebbero divenuti una sola carne ? “ Quando ? Come ? Mediante il sesso o senza ? Badi che non lo disse Gesù ma lo disse Geova Dio ( Genesi 2.24) e la sua parola dura “ per sempre” ( 1Pietro 1.25)
2. Ma se devono divenire “una sola carne” perché Gesù ha permesso il divorzio ? – “Ma io vi dico che chiunque divorzia da sua moglie, se non a causa di fornicazione, la rende soggetta all’adulterio, e chiunque sposa una donna divorziata commette adulterio.” ( Matteo 5.32)
3. Se la donna fu tratta da una costola di Adamo l’uomo si sposa con se stesso ?
4. ” Gesù disse loro: “I figli di questo sistema di cose si sposano e sono dati in matrimonio, ma quelli che sono stati considerati degni di guadagnare quel sistema di cose e la risurrezione dai morti non si sposano né sono dati in matrimonio.” ( Matteo 20.34-35) – Allora chi si sposa non va in paradiso ! Devono essere celibi per forza ! ? E’ così ?
5. Se con la morte il rapporto si interrompe come possono rimanere una sola carne ? ecc. ecc.
La ringrazio
@ Clodine
Ho letto solo ora :“ ..si..ma..chi stabilisce se la persona che mi sta accanto me l’ha messa il Signore ?! Non sempre colui che sposiamo ce l’ha messo accanto il Signore…”
Mi permetto suggerire la risposta : “ Si è trovata una [buona] moglie? Si è trovata una cosa buona, e si ottiene buona volontà da Geova.” ( Proverbi 18.22)
Non gliel’ha messa accanto il Signore altrimenti sarebbe il responsabile di mille fallimenti e il Signore non può essere responsabile di un fallimento personale. E’ una questione di libera scelta che non può essere delegata.
-“Voi (cristiani ndr) sposate la donna che amate, noi islamici amiamo la donna che sposiamo-“
Credo che gli islamici abbiano le idee più chiare rispetto all’amore !
Se l’arbitrio è libero il Signore non può metterti accanto ciò che magari non vorresti per questo la scelta è libera con le sue conseguenti responsabilità.
çsdadogpdmf dsf,mòla fòlùugm stumpf arg maaach
Mi sembra la lingua del Triballo negli “Uccelli” di Aristofane. Impossibile tradurre, soprattutto senza vedere il labiale.
“La natura umana era in origine unica e noi eravamo interi, e il desiderio e la caccia dell’intero si chiama amore” (Platone, Simposio)
per rimanere un po’ sul frivolo , un po’ sull'”eterno femminino”
http://www.youtube.com/watch?v=ymBPo0AJ-2Y
solo la musica secondo me può esprimere quello che è inesprimibile. il desiderio fra i sessi.
MC
http://www.youtube.com/watch?v=SxTG2SrCB6k&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=lspRhX5Vhhg&feature=related
L’amour est un oiseao
l’amour est un oiseau rebelle…
il n’a jamais jamais connu de lois
si tu ne m’aime pas je t’aime
mais si je t’aime prende garde a toi…
(l’amore è un uccello ribelle…
non ha mai mai conosciuto leggi..
se tu non mi ami io ti amo
ma se io ti amo , stai attento a te….)
Rifacendomi alla citazione di nico “Voi (cristiani ndr) sposate la donna che amate, noi islamici amiamo la donna che sposiamo”, osservo che forse sarebbe stato meglio dire:noi islamici amiamo “le donne” che sposiamo.Ma allora,che amore è quello della poligamia?
Il matrimonio combinato dalle famiglie ha fatto parte anche della nostra civiltà occidentale fino a poco tempo fa,non dimentichiamolo.E per le donne era spesso la “sistemazione” a cui acconsentivano,poverette,perché non volevano essere indicate come “zitelle”(che vergogna!),perché non erano economicamente indipendenti e per il desiderio di avere figli.Ma quanti matrimoni falliti in tale contesto.E non se ne parlava per non alimentare dicerie e pettegolezzi vari.E le donne erano l’elemento debole che doveva subire e basta,mentre agli uomini tutto era permesso(anche di cornificare,naturalmente)per un malinteso senso di superiorità.
Meno male che molte cose oggi sono cambiate,e anche gli uomini stanno prendendo atto che il loro ruolo è esattamente pari a quello delle donne,anche se ancora nella società per certi versi resiste una ingiusta discriminazione nei confronti delle donne.
Fantastica discepolo!
Marilisa for ever…
Simon Keenlyside..ammazza che robetta !! Un belvedere…eh…che ne so’…Ditemi voi???..cioè…….sic…eh…non so se mi spiego !!! Gupl..!!
…ti spieghi, ti spieghi
🙂
ehehehehe…ahahahaha..AHAHAHAHAH….
solo tra noi ci si capisce AHH..se ci si capisce!!!!!!
@ Marilisa
“dubito che l’innamoramento possa durare per sempre.Il tempo che passa, prima o poi fa cadere il velo dagli occhi e la realtà la si vede com’è.”
L’innamoramento non è amore è passione per questo si chiama “eros” e non ‘agape’. Anche se l’eros si può fare con maggior e minor slancio.
@ Ubihumilitas,ibi sapientia
Molto vero molto valido : “una ferita inferta a fin di bene per estrarre il veleno di un morso di “serpente”, è una ferita che porta un frutto di vita…” – ringrazio e ricambio il Fenomeno.
“Le ferite inflitte da chi ama sono fedeli, ma i baci di chi odia sono cose da supplicarsi.” ( Proverbi 27.6)
“Le ferite da contusione sono quelle che purificano dal male; e i colpi, le parti più interne del ventre.” ( Proverbi 20.30)
@ Marilisa (IIa parte)
“osservo che forse sarebbe stato meglio dire:noi islamici amiamo “le donne” che sposiamo. Ma allora,che amore è quello della poligamia?”
“Per fini (del matrimonio)si intende gli scopi basilari che l’ordinamento canonico prevede per il negozio… Nel codice del 1917 i fini considerati erano tre, uno primario, il bonum prolis (la procreazione ed educazione dei figli), e due secondari, mutuum auditorium (sostegno morale) e remedium concupiscentiae (rimedio del desiderio carnale). Nel codice del 1983 questa gerarchia dei fini è stata abolita; esso riporta come fini del matrimonio il bonum prolis ed il bonum coniugum (rispetto e sostegno del coniuge nei confronti dell’altro).” Wikipedia
Per il raggiungimento di questi fini, non c’è bisogno che il matrimonio sia monogamico. Anche il matrimonio combinato dalle famiglie, purché non ci sia costrizione ma libera accettazione. Io comunque non sostengo in toto queste posizioni.
Per es. come giustificare il fatto che in tempi moderni anche fra ecclesiastici i divorzi sono in aumento ?– “In Germania un matrimonio su tre finisce con il divorzio”, osserva il German Tribune. E parallelamente, “sempre più matrimoni di pastori protestanti stanno naufragando”. Hans-Martin Heusel, vicepresidente della Chiesa Protestante di Hesse e Nassau, ammette che “la percentuale dei divorzi fra i ministri di sesso maschile e quelli di sesso femminile è ora pari a quella della popolazione in generale”. Anche se la chiesa insegna che l’unione matrimoniale dovrebbe essere indissolubile, afferma il Tribune, “la realtà, anche fra gli stessi ecclesiastici, è ben diversa. La testimonianza cristiana personale e l’insegnamento della chiesa divergono ampiamente in relazione ai divorzi in cui sono coinvolti dei pastori”. Tranne rare eccezioni, “un pastore divorziato può continuare a officiare, dove lo faceva prima o altrove”.
Il Demographic Yearbook delle Nazioni Unite del 1996 riporta suddivisi per paesi il n. di divorzi che è quasi al 40% rispetto il numero dei matrimoni senza considerare le separazioni. Solo negli Stati Uniti su 2.334.000 matrimoni cisono stati 1.187000 divorzi (1993)
La libera scelta del compagno-coniuge, non ha affatto reso più felice e prospero il matrimonio perché la scelta viene fatta nel modo e nel momento sbagliato.
“Ma se qualcuno pensa di comportarsi indebitamente verso la sua verginità, se questa ha passato il fiore della giovinezza, e così deve avvenire, faccia ciò che vuole; non pecca. Si sposino” (1Corinti 7.36)
Lei dice “Meno male che molte cose oggi sono cambiate,e anche gli uomini stanno prendendo atto che il loro ruolo è esattamente pari a quello delle donne,”
– Questa frase non rispecchia assolutamente la verità dei fatti. E’ un giusto, ma pio desiderio proposto dalla italica pubblicità televisiva al mulino bianco. Basta ricordare il Carabiniere ucciso ieri o la ragazza afgana di cui ha parlato ieri pomeriggio radio rai 1 sfigurata con l’acido solforico e resa cieca.
“Alla donna disse: “Aumenterò grandemente il dolore della tua gravidanza; con doglie partorirai figli, e la tua brama sarà verso tuo marito, ed egli ti dominerà”. ( Genesi 3.16)
Non si può proprio dire che questa profezia non si sia ampiamente adempiuta, anche se quel dominerà dovrebbe essere un pugno di ferro in un guanto di velluto. Il matrimonio non dovrebbe prevedere la gelosia perchè questa è il marciume delle ossa. (Proverbi 14.30) mentre l’amore è la felicità dell’atro che praticando lo stesso amore non permetterà la sofferenza dell’uno. E se anche non fosse così, l’amore “Copre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L’amore non viene mai meno” (1Coriti 13.7-8)
Interessante Marilisa a cui “piace” il commento sulle donne “qualche volta molto belle e persino – talora capita – al tempo stesso belle e intelligenti”, ma aggiunge anche un chiarificatore (nel senso di disapprovare) “Da sottolineare talora capita. Bontà sua!Mi astengo dai commenti.”
Brava, è brutto generalizzare e coltivare il pregiudizio che le belle donne raramente possano essere intelligenti.
Però poi in chiusura dello stesso commento sostiene “le donne che amano sono belle perché in loro c’è quasi sempre il sentimento esclusivo per i loro compagni;gli uomini molto spesso(non sempre,però)amano con un occhio rivolto ad altre donne,pronti a conquistare e a lasciarsi conquistare.”
Da sottolineare, bontà sua, “molto spesso (non sempre, però)”.
In questa teoria vedo un pregiudizio più generalizzato verso gli uomini, senza distinzioni di sorta (acculturati e ignoranti, intelligenti e stupidi, belli e brutti, ecc…), nella maggioranza dei casi infedeli.
Il pregiudizio è sempre brutto, mi pare.
@giordano
“In questa teoria vedo un pregiudizio più generalizzato verso gli uomini,senza distinzioni di sorta (acculturati e ignoranti, intelligenti e stupidi, belli e brutti, ecc…),nella maggioranza dei casi infedeli.”
Vede male,giordano,vede male…Anche per me il pregiudizio è sempre brutto.Sono paladina di questo assunto.Ma ciò che ho affermato,l’ho constatato personalmente.Gli uomini sono portati all’infedeltà,per lo meno mentale.Ha notato che quando le compagne sono assenti,anche gli insospettabili fanno “i galletti” con le donne che ritengono interessanti,mentre se hanno vicino le mogli restano tutti compunti e seri per non farle ingelosire?E se appena appena le donne corteggiate danno loro retta(e certe,per la verità, accondiscendono)fanno delle avances di nascosto nella speranza di iniziare una relazione extra coniugale,giustificandosi fra se stessi con la certezza che tanto sarà un gioco innocente che non intaccherà l’unione matrimoniale.Ma la “distrazione” la ritengono lecita,buona per convincersi di essere sempre all’altezza di conquistare;un bel diversivo per rompere la monotonia.Se poi dovessero innamorarsi davvero delle nuove compagne nell’ombra,allora potrebbero mettere in discussione il matrimonio,trovando pretesti di ogni genere e mettendo a tacere il senso di colpa.
Questi comportamenti in genere sono estranei alle donne,che si votano totalmente all’uomo che amano.Senza escludere le eccezioni,oggi forse un po’ meno “eccezioni”.
Davvero non ha notato tutto questo,giordano?Io,invece,molte volte.Non generalizzo,so bene che ci sono uomini che restano sempre fedeli alle mogli di cui sono innamorati.E io li ammiro.
Quanto alla distinzione fra “eros” e “agape”,la conosco bene e so anche che in un matrimonio riuscito devono coesistere.
Più brutta del pregiudizio è la fatica ad ammetterlo.
Lo so, sono antipatica.
Mi viene naturale.
La chiusura mentale tipo le fortezze medioevali fa più danni di quanti ne possano mai fare spade e cannoni,e il giudizio di coloro che sono paladini del pregiudizio è anche peggio.
Discorsi come quello fatto da Marilisa,rispettabilissimo per carità,non tengono conto della variante sentimenti e delle mille altre sensazioni ed emozioni che un essere umano è capace di provare, ma solamente delle regole umane con cui,a tutti i costi,dobbiamo farcire la nostra vita sebbene di per sè un sentimento non può essere ingabbiato dalla legge.Perfino Gesù Cristo perdonò l’adultera e mise spalle al muro chi voleva lapidarla.
Con questo non voglio affermare che l’adulterio sia giustificabile ma solo che esistono troppe varianti e troppe sfumature soggettive in un rapporto interpersonale che non possono,e non dovrebbero,essere forzatamente regolate con codici e leggi che nulla hanno a che fare con la grandezza e con la profondità del cuore e dell’animo umano.
http://www.youtube.com/watch?v=kRKlrQZZ82g
Spesso, i matrimoni non sono riusciti. Spesso,gli esseri umani sono più grandi delle gabbie dentro cui vogliamo relegarli.
@nico A me le persone antipatiche mi stanno simpatiche 🙂
http://www.youtube.com/watch?v=8GwgChK1RLo
Mi permetto di eccepire: il matrimonio non è una gabbia.
E’ una scelta, che come OGNI altra scelta pone delle condizioni alla nostra libertà.
Scegliere, infatti, vuol dire prendere qualcosa e, sempre, rinunciare a qualcosa d’altro.
In tutti gli ambiti.
@giordano
🙂 🙂
Quel que soit le cercle d’enfer dans lequel nous vivons, je pense que nous sommes libres de le briser. Et si les gens ne le brisent pas, c’est encore librement qu’ils y restent. De sorte qu’ils se mettent librement en enfer.
Sartre « L’enfer c’est les autres ».
http://www.philo5.com/Les%20philosophes%20Textes/Sartre_L'EnferC'EstLesAutres.htm
Certo, siamo liberi di infrangere le regole nelle quali noi stessi ci siamo posti.
La questione è se questo corrisponda al nostro bene oppure no.
In Eden l’albero era lì, e l’uomo libero di scegliere se prenderne o no. Ha scelto, liberamente.
Le conseguenze di ogni “libera scelta” sono sempre illuminanti.
Per quanto riguarda Sartre, vedere gli altri come “inferno” non rientra nelle mie categorie mentali. Grazie a Dio.
(Ogni tanto, magari, sono un po’ purgatorio, ma c’est la vie;-) )
@nico
nell’articolo linkato Sartre spiega cosa intende dire con quella frase, oggetto di grandi fraintendimenti.
E sono assolutamente d’accordo con lui!
Non ho mai detto che il matrimonio sia una gabbia.Lo sono,invece,certe regole che pretendono di schematizzare aridamente i sentimenti.A questo mi riferivo con il link a quel bellissimo monologo.
E’ vero le scelte che facciamo sono vincolanti da una parte e richiedono la rinuncia ad altre cose,ma l’uomo è “umano” e potrebbe anche sbagliare scelta,che facciamo?ne sacrifichiamo l’esistenza comunque?anche se si accorge d’essersi sbagliato?più che divino o appartenente ad una fede,tale assunto mi pare diabolico.
Ciascuno di noi è un carnefice per gli altri.
Non è che siamo noi a “sacrificare”:
tutte le scelte e le azioni poste sono irrimediabili, una cosa una volta fatta è fatta e basta, e porta con sé una concretezza, una dose di gioia o di sofferenza, che si fa sentire, in qualche modo, sulla nostra vita.
E’ un dato di fatto che tendiamo a dimenticare, invece proprio per fare scelte consapevoli è necessario dirlo chiaramente.
Per quanto riguarda i link, confesso che se sono molto lunghi non ho il tempo di leggerli (vedi Sartre) e se sono in inglese non scritto mi costa troppa fatica cercare di decifrare il parlato. Chiedo venia…
Mi scusi nico ma risposte come queste fanno cadere le braccia! Non solo continua a rimanere dentro al suo recinto tutto bellino,regolato e perfettino senza aprirsi a differenti modi di vedere,ma tralascia anche di considerare ciò che il suo interlocutore pubblica per spiegare ulteriormente il suo pensiero. Mah!…
Mi meraviglia come poi riusciamo anche ad avere opinioni su argomenti come dialogo, accoglienza (a proposito, l’accoglienza si fa anche alle idee,non solo alle persone), disponibilità e, guarda caso,amore.
Rispettosamente dissento in toto.Grazie a Dio,ci sono alcune scelte a cui possiamo rimediare.
Tutte le attività sono equivalenti. E’ la stessa cosa ubriacarsi in solitudine o condurre popoli.
Se una di queste attività è superiore all’altra non è a causa del suo scopo reale ma a causa della coscienza che possiede del suo scopo ideale; e in questo caso il quietismo dell’ubriaco solitario è superiore alla vana agitazione del conduttore di popoli.
@rossocardinale
non capisco: non è che forse la chiusura è almeno reciproca?
Se non avessi considerato ciò che pubblica non avrei risposto.
A mio modo: l’unico di cui sono capace
Mi accorgo con rammarico di essere stata fraintesa.O forse sono io che non mi sono fatta capire.Lo dimostrano chiaramente le parole di rossocardinale,come prima quelle di giordano,e-sembrerebbe-anche il giudizio di nico.Mi sembra quasi-mi si conceda la franchezza-di avere toccato un nervo scoperto.
L’inizio del discorso di rossocardinale con evidenza,e nonostante l’impostazione di carattere generale,è indirizzato a me e lo contesto nel modo più netto.Fra l’altro,io non ho detto di essere “paladina del pregiudizio”,ma proprio il contrario.Le pare,rossocardinale,che avrei potuto attribuire a me stessa una espressione tanto negativa?Lei si è lasciato prendere la mano,probabilmente,dal giudizio che si è fatto su di me,a torto.
O forse non ho capito io le sue parole?
Non ho alcun tipo di chiusura mentale e lo rivendico a chiare lettere.Non mi permetto di giudicare nessuno e,ribadisco,non ho pregiudizi nei confronti di alcuna persona per il semplice fatto che le rispetto tutte,proprio tutte,anche se non dovessi condividerne gli atteggiamenti.Ciò che non è una colpa,credo.Chi mi conosce lo sa bene.Non ho giudicato,ho fatto soltanto delle considerazioni sulla base dell’esperienza e di quanto ho avuto modo di notare spesso intorno a me,soprattutto nel mio ambiente professionale,ma non solo.Le cosiddette regole umane a me-guarda caso-stanno strette,e mai e poi mai ricorrerei alla lapidazione,neppure verbale.Se ho dato questa impressione me ne dolgo.Se poi le mie opinioni non sono condivisibili,questo lo ritengo del tutto legittimo.Ognuno ha quelle che ha.Condivido,invece,in pieno l’ultima parte del post,essendo consapevole della complessità delle situazioni di vita in cui ci si può trovare e delle “sfumature soggettive in un rapporto interpersonale”.Al punto che trovo perfino giustificabili,tanto per dire,i preti che,essendosi innamorati davvero di una donna con cui hanno avuto a che fare per i motivi più diversi,lasciano la tonaca e si sposano.Anche questa situazione fa parte,indirettamente,della mia esperienza di vita.Altro che scandalizzarsi!Altro che “fortezze medioevali”!
La vita fa maturare proprio perché ti mette di fronte ai casi più impensati sui quali tutti siamo chiamati a riflettere,senza sentirci esclusi dal verificarsi di eventi davanti ai quali potremmo essere disarmati,tutti.Poi è verissimo che a noi spetta la scelta,che a volte-e questa è una realtà inconfutabile- può richiedere sacrificio e rinunce.Ma chissà perché,a rinunciare sono più spesso le donne.
@nico
parlavo del link,ma non importa,non si preoccupi.
Forse la chiusura sarà reciproca,non lo escludo;ma se lo è,è in virtù del fatto che lo steccato che ci costruiamo intorno a difesa delle nostre convinzioni è lo stesso che tiene fuori chiunque si avvicini a noi.
Io rispetto profondamente le sue idee e le regole secondo le quali le piace vivere,ma credo che sia soltanto giusto che lei faccia altrettanto per chi,come me,ritiene che le scelte possano essere rimediabili e che IL sentimento non sia un elemento che si possa fare oggetto di leggi e codici.
Parlare di irrimediabilità delle scelte toglie all’essere umano quella capacità di autodeterminazione nella ricerca del proprio benessere.Menzionare l’Eden dimostra solo come anche il Creatore ci lascia liberi di scegliere e non ci impone alcunchè.Le imposizioni sono venute solo dagli uomini.
No,cara Marilisa,non mi sono fatto alcuna idea negativa di lei,assolutamente,e se ho dato questa impressione me ne scuso.
Accolgo con grande piacere questa sua ulteriore elaborazione sull’argomento che tende a chiarire un po’ di più il suo pensiero.
Io ho creduto di leggere nel suo commento delle 13:20 una critica troppo forte e severa nei confronti degli uomini ed è per questo che mi sono permesso un intervento a favore dei sentimenti e di noi poveri umani che li proviamo.Le parole da lei usate potevano dare luogo a fraintendimenti che il suo ultimo commento,invece,ha spiegato,aggiustando il tiro su quanto lei voleva significare.
Sarebbe il caso di augurarci un po’ più di comprensione per alcuni di questi uomini(o anche donne) che talvolta si ritrovano in scelte sbagliate senza il coraggio di porvi rimedio, applicando quelle rinunce e quei sacrifici che lei richiama nelle ultime frasi alle 19:26 e che noi non sapremo mai quanto dolore costano ai diretti interessati.
E comunque io spero sempre che ogni uomo abbia il coraggio e la forza necessari per vivere la sua vita seguendo quel cuore che il Signore gli ha donato,in libertà rispettosa degli altri ma mai dimenticando quello che dobbiamo a noi stessi.
Scrive Rossocardinale.
“E’ vero le scelte che facciamo sono vincolanti da una parte e richiedono la rinuncia ad altre cose,ma l’uomo è “umano” e potrebbe anche sbagliare scelta,che facciamo?ne sacrifichiamo l’esistenza comunque?anche se si accorge d’essersi sbagliato?più che divino o appartenente ad una fede,tale assunto mi pare diabolico.”
Vede, una Persona…, vero Uomo, fece una scelta, senza sbagliare, eppure sacrificò la Sua esistenza per chi non lo amava… Egli però amava, eccome!
Dissento forte forte forte forte forte forte forte forte forte da quanto lei esprime.
Parafrasando la pubblicità degli ottimi pavesini:
Chi ama brucia, chi non ama si brucia…
Infatti, Lui era divino e noi siamo umani, con tutte le nostre debolezze e mancanze.
Rossocardinale, anche lei deve ripartire dai fondamentali…
gli articoli di Fede…
Vero Dio e Vero Uomo,
“Egli assunse una natura umana in tutto somigliante alla nostra, tranne che nel peccato”.
Buona notte …
Ma lei,Ubi humilitas,legge quello che scrive?
“Egli assunse una natura umana in tutto somigliante alla nostra,tranne che nel peccato”.
Già per il fatto che esiste un’eccezione,un “tranne che…”,rende la natura di Cristo diversa da quella umana che è piccola-mancante-debole.
Ho una notizia per lei:non solo devo ripartire dai fondamenti della fede,ma devo proprio cominciare a ritrovarla,la fede!!e i presupposti non sono dei migliori se chi ha fede si presume debba principalmente seguire le regole create dagli uomini piuttosto che la Parola pronunciata dal Signore.
…eh…carissimo Rosso,io lo condivido il tuo pensiero che riprende nei punti essenziali i primissimi commenti del blog, dove si cercava di porre l’accento sull’amore e le conseguenti ragioni del cuore che fanno a pugni con la logica ecc …
A fronte di ciò,ribadisco quanto già detto nell’incipit:secondo me il matrimonio inteso come vincolo, come contratto imprescindibile tra due esseri umani, dunque in divenire, è destinato, in quanto istituzione, a morire, per un serie infinita di motivi. Primo tra tutti [sempre secondo me] deriva dal fatto che, in quanto passibile di annullamento anche dalla Chiesa palesa la sua fallibilità, ergo che non è da Dio, perché ciò che è da Dio è eterno. A conti fatti se il 52% degli italiani sono divorziati, e gli uomini ridotti all’accattonaggio sono una piaga sociale vuol dire che qualche rondella dell’ingranaggio si è inceppata in maniera irreversibile [checchè la Chiesa dica: è così] e dunque, questa istituzione, almeno come la intendiamo, non funziona, o quanto meno sono intervenuti dei mutamenti epocali di tipo emotivo-relazionale che hanno spazzato via la tradizionale “fedeltà” al VINCOLO, mantenuto per motivi di facciata, per convenienza, per i figli ecc..si è aperto il vaso di pandora con conseguente deriva…
Ora, se è vero (come è vero del resto) che il cuore ha le sue ragioni…ed è altresì vero che siamo liberi di fare le nostre scelte e andare “dove ci porta il cuore” , è altrettanto vero che il cuore è feribile, egoico,mendace, soggetto a brusche virate, e farnetica: vede quello che a volte non c’è! Ergo, che se non si innescano le sinapsi si fanno un sacco di cazzate.si semina molta sofferenza, e se si hanno dei figli -i quali non hanno chiesto loro di venire al mondo- (e non venitemi a dire che “sono tanto contenti lo stesso” perché non è vero!!!) si porteranno addosso una tale malinconia, un tale senso di abbandono che li segnerà per tutta la vita!
Allora….siccome io sono diventata madre che ero adolescente.. mi sono sentita responsabile, ed ho preferito perdere la mia vita ( e Dio sa se l’ho persa)…non ho amato la mia vita, è vero: mi è costato molto caro non seguire il cuore, ho sofferto, molto !!! Sicuramente l’ho persa questa vita,per amore..[anche se non è “Quell’amore” ] ma se Dio vorrà, ne avrò guadagnata un’altra di gran lunga migliore ..si spera!!
@rossocardinale
Le devo alcuni chiarimenti: in primo luogo non intendevo parlare di imposizioni. Appunto l’Eden mostra che siamo liberi. Ho però sottolineato un dato di fatto che non ha nulla a che fare con “regole” infrante e che ci sta antipatico, perchè è pesante.
Provo a spiegarmi con un esempio.
Poniamo che io deva andare a Roma da Venezia e che scelga di imboccare l’Adriatica. Dopo un tratto di strada rimango ingolfata nel traffico, sono bloccata e decido di fare dietro front e di prendere l’autostrada. Ho rimediato liberamente, certo. Ma il tempo perduto, la benzina consumata, lo stress accumulato non è più recuperabile.
Così per tutte le cose, piccole e grandi, INDIPENDENTEMENTE dalla prospettiva di fede, a cui io non intendevo riferirmi.
D’altra parte lo afferma anche lei quando parla del dolore connesso a certe situazioni. Seguire il cuore rimedia a tanto dolore, e ne provoca quasi sempre altrettanto da un altro versante, magari non a noi ma a chi ci vuole bene.
Per questo è indispensabile mettere in dialogo cuore e cervello, per scegliere nel modo meno sbagliato possibile.
La fede, per me, non è fonte di regole (guai se fosse solo questo) ma fonte di luce, guida per la mente e per il cuore, bussola nelle tempeste e sostegno nelle difficoltà.
E quando, mio malgrado, infrango le regole so che comunque posso ritornare, chiedere perdono, essere accolta.
Il dolore connesso con le conseguenze dei miei errori, quello però non lo posso evitare…
Il commento di Rossocardinale delle ore 20:50 afferma un errore esorbitante (a Napoli si direbbe: ‘ù anema ra palla) che non vale manco la pena di perder tempo a confutarlo.
@ Clodine che scrive: “questa istituzione, almeno come la intendiamo, non funziona, o quanto meno sono intervenuti dei mutamenti epocali di tipo emotivo-relazionale che hanno spazzato via la tradizionale “fedeltà” al VINCOLO”
Questo è relativismo allo stato puro, incartato e col fiocco e tanto di bigliettino.
Sociologia da “trenta denari”.
Io direi che quello(I) che non funziona sono coloro che contraggono il vincolo.
Il demonio astuto, sapendo di non poter prevalere contro la Chiesa, sta attaccando la cellula fondamentale, la famiglia, che è Chiesa domestica, immagine della famiglia di Nazaret.
Detto senza offesa, ma a mò di stimolo, forse sarebbe il caso di valutare a volte le nostre affermazioni e renderci conto se contengano qualche elemento di “scandalo” per gli altri.
Giusto per non infiocchettarsi una macina al collo…
L’Omelia di Benedetto XVI, ieri,
“Purtroppo dobbiamo constatare, specialmente in Europa, il diffondersi di una secolarizzazione che porta all’emarginazione di Dio dalla vita e ad una crescente disgregazione della famiglia. Si assolutizza una libertà senza impegno per la verità, e si coltiva come ideale il benessere individuale attraverso il consumo di beni materiali ed esperienze effimere, trascurando la qualità delle relazioni con le persone e i valori umani più profondi; si riduce l’amore a emozione sentimentale e a soddisfazione di pulsioni istintive, senza impegnarsi a costruire legami duraturi di appartenenza reciproca e senza apertura alla vita. SIAMO CHIAMATI A CONTRASTARE TALE MENTALITA’ ! ”
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2011/documents/hf_ben-xvi_hom_20110605_croazia_it.html
Ubi, te’ ne devi fa’ una ragione, anche se costa doverlo ammettere: per quanto il matrimonio conservi saldamente la sua identità arcaica, è cambiato radicalmente il “modus vivendi”, lo capisci o cosa..!!?? diversamente che in passato ci si può separare, divorziare, risposare! MI spiego, che forse non ho reso negli interventi di cui sopra: lo schema non è realmente cambiato, nel senso che l’ istituzione “matrimonio”è sempre valida nella sua essenza ma – così com’è – non è adatta a soddisfare i nuovi bisogni e aspirazioni che non sono più quelle del passato, quando ci si sposava per mettere su famiglia, per “sistemarsi”, a volte trasmettere dei beni della famiglia,lasciamo poi stare i “matrimoni ripatatori”…PER CARITA? ne so qualcosa : quelli si che sono UNA MACINA AL COLLO! Oggi invece la relazione di coppia mette in gioco molte altre dinamiche che portano inevitabilmente ad un incontro e ad un confronto di personalità e di mentalità. E’ un discorso troppo complesso e non si può pretendere che vengano tutto condiviso poi, ogni caso poi è a se stante…per cui…come si fa ad entrare a piè pari in certe problematiche nelle cui pieghe talvolta si nascono dei veri drammi esistenziali…..Non stiamo qui a sbiancare i giaguari…per favore…eh…ma di che ci si scandalizza,,di cosa !?? Non tutti i matrimoni sono felici, come non tutte le ciambelle riescono col buco. Sarà relativismo puro come lo chiami tu ma…è così! A volte si sopporta tutto, anche il tradimento per un bene più alto, di fede, per l’equilibrio dei figli. Poi, nel caso di un matrimonio infelice [perché può starci che un matrimonio risulti infelice- o no! E’ Ubi, O tutte le famiglie devono essere “il mulino bianco”??] per chi crede in Dio si sacrifica in vista di una santificazione personale,..ma non si può pretendere che tutti condividano questo pensiero, specie in questo tempo di spietata secolarizzazione punto!
Clodine, il mio vocabolario è mancante di:
Arrendersi, resa, adeguamento, quieto vivere, condiscendenza, facile, ecc ecc per quel che altri riguarda sinonimi.
Se ti alleni duramente, combatterai facilmente e vincerai. Se ti alleni facilmente, combatterai duramente e, perirai!
Oggi manca l’allenamento e mancano dei buoni “personal trainer”…
Che vor dì???
Vuol dire che se sei “formato” da un ottimo “allenatore” ad allenarti per conseguire un risultato, e Lui ti insegna che le prospettive sono due, successo e fallimento, e il fallimento è fallimento, punto e basta, e tutto dipende dal tuo “allenamento”, allora spetta a te darti da fare.
Se poi sei formato da un pseudo-allonatore da quattro soldi, of my boots, allora te la farà prendere comoda dicendoti che al fallimento si può rimediare (tenendoti nascosto che quello non è altro che il fallimento del fallimento).
Certi scontri sono all’ultimo sangue, “vivere o morire” , non ci sono vie di mezzo, è quella la regola.
Un grazie a Luigi, che sul blog sa dosare argomenti prosaici e ostici con passeggiate dell’anima.
Mabuay: la frase “a me non piacciono le belle donne; a me piacciono le donne belle”. Debbo ammettere, dopo Mattlar e con un pizzico di rammarico, che non è neppure mia. Ma la stessa, unitamente alle storie di Savigni (bravo!) e di Clodine (cui vorrei sentirmi vicino), mi ha riportato alla memoria una piccola epopea della mia vita.
Tra il ’60 e il ’70, appena laureato al CNR di Piazzale delle Scienze, ottenni dal prof. Ageno, allora direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, una borsa di studio presso il Centro di Calcolo dello stesso Istituto. L’IBM vi stava installando un 7040 – un mastodonte dell’epoca, che prendeva un paio di camere – e io, con un altro neolaureato, avrei dovuto occuparmi del suo avviamento. Ma le cose andarono per le lunghe e io mi stancai (allora) di Roma. Intendendo tornarmene nella mia Versilia, mandai domande di insegnamento ad alcune scuole vicine. Mi venne subito una convocazione.
Così, quel mattino di settembre mi presentai di buon’ora al Preside. Dopo i convenevoli, lui mi accompagnò in un vano appartato dell’ex castello Malaspina. “Per ora starete qui, mi disse, poi vi sistemeremo meglio. La classe arriverà tra poco”.
Era il Liceo Artistico di Carrara e la classe era la terza C.
Mentre osservavo l’aula e sistemavo le mie cose sulla cattedra, mi sentivo un po’ agitato perché all’Artistico vi erano quasi tutte femmine e inoltre, qualche anno addietro, vi avevo avuto una piccola fiamma.
Da lì a qualche minuto un cicaleccio dal corridoio mi risvegliò dalle mie riflessioni, poi silenzio. Entrò per prima una brunetta, con un sorriso largo come il volto. Poi una castana e una brunetta ancora, poi una biondina e via via le altre: una ventina in tutto, inframezzate da qualche maschio. Una dopo l’altra, le ragazze sfilavano di fronte a me, come in una parata di bellezza, tutte acqua e sapone. Non erano bella ragazze, ma ragazze belle, una più dell’altra. Dentro una sorta di torpore, pronunciavo i miei “Buon giorno” a mezza voce, in risposta ai loro saluti. E pensavo, senza poterci credere: “Ma questa è la mia classe, proprio la mia!”
Poi: “io sono Tizio, il vostro insegnate di matematica e fisica per quest’anno! Vediamo di conoscerci!”
Superato l’impaccio iniziale, venne fuori un buon anno, sia come insegnamento che come comportamento generale, con la mia prima preoccupazione di comunicare un senso di correttezza e – come talora dice il buon Gioab – di giustizia.
Mi capita ancor oggi, per strada o nelle piazze, di sentirmi chiamare di lontano: “Professore!” Una parola che io ho dimenticato da anni. Sono ancora loro, mamme ancora splendide o giovani nonne, le uniche persone a chiamarmi in quel modo: architette, scultrici, insegnanti, arredatrici o altro. E a me – confesso – fa un gran piacere.
@ Clodine
“per quanto il matrimonio conservi saldamente la sua identità arcaica, è cambiato radicalmente il “modus vivendi”, lo capisci o cosa..!!??
Ma le scritture sono ancora sempre le stesse. Non sono cambiate.
“Per di più, se due giacciono insieme, certamente anche si riscaldano; ma come può star caldo uno solo? E se qualcuno può sopraffare uno solo, due insieme gli possono tener testa. E una corda a tre capi non si può rompere rapidamente.” ( Ecclesiaste 4.11-12)
“Perciò, quello che Dio ha aggiogato insieme l’uomo non lo separi”. ( Matteo 19.6) Dio ha aggiogato, non il prete o il sindaco. Quelli non hanno la stessa colla !
“per chi crede in Dio si sacrifica in vista di una santificazione personale,..ma non si può pretendere che tutti condividano questo pensiero,” –
Stupenda chiosa ! mi complimento. Io avrei detto : “ per chi crede in Dio e si rallegra…” – “Siate sempre allegri.” ( 1Tessalonicesi 5.16) – Se il sacrificio è penoso Dio non lo accetta, dev’essere allegro.
@ Ubihumilitas
L’Omelia di Benedetto XVI, ieri, – Ha dimenticato un aggettivo ! NO, Non lei, B16
“Purtroppo dobbiamo constatare, specialmente in Europa, il diffondersi di una secolarizzazione che porta all’emarginazione di Dio dalla vita e ad una crescente disgregazione della famiglia.”
Manca “cattolico” – l’emarginazione del Dio “cattolico” dalla vita ecc.. Perché da altre parti non si sta verificando lo stesso fenomeno, Lui può parlare solo per se stesso e per la sua parte religiosa. In altri luoghi c’è grande prosperità, pensi che la maggior preoccupazione degli Israeliani è quella di essere soprafatti solo dal problema demografico perché gli altri crescono 3 volte di più. Quindi qualcuno i figli li fa e non propaganda il celibato.
“SIAMO CHIAMATI A CONTRASTARE TALE MENTALITA’” – Perché fino ad ora che hanno fatto ? sono 2mila anni che lo fanno senza successo !
Cosa fa pensare che ora potranno avere successo ?
hop hop…
http://www.youtube.com/watch?v=FrjUc8zH1SY
Le parole di Ubi sono davvero categoriche,troppo a mio parere.
“Se ti alleni duramente, combatterai facilmente e vincerai.”
Mi spiace dirlo,ma non è proprio così.È evidente che Ubi non ha mai sperimentato certe situazioni;l’esperienza vale più di mille convinzioni anche religiose.Le sfaccettature della vita sono molte,e ci si potrebbe trovare catapultati,senza volerlo,in una situazione nella quale ci si ritrova a dire a se stessi: “ma sta succedendo davvero a me? Non riesco a capire…la vita è davvero strana…”
Ma la vita è quella in cui ci ritroviamo ad essere per volontà di Dio,e le nostre esperienze anche “strane” sono utili anche se dovessero essere in contrasto con gli insegnamenti evangelici.
I fondamenti,l’allenamento,in questi casi,lasciano il tempo che trovano.Provare per credere.
Vero è che oggi l’unione familiare si sta sempre più logorando e che c’è stato un cedimento etico nei costumi;rilassatezza a cui siamo chiamati ad opporci non solo per noi stessi,ma per la società tutta,dato che l’individuo non deve pensare solo a se stesso.Il Regno lo si costruisce insieme agli altri.
Ma si deve tener conto anche del fatto che la vita del mondo intero non è cristallizzata e tutti, in qualche misura, siamo condizionati-lo si voglia o no-dagli inevitabili cambiamenti che lo scorrere del tempo porta con sé e davanti ai quali non possiamo chiudere gli occhi,a meno di chiuderci in casa e non voler vedere.
Molti matrimoni oggi si disgregano per futili motivi,e ciò non è da approvare,ma diversi altri falliscono perché,come ho già detto altre volte,la donna non vuole più essere succube di un marito “padrone”(e a volte il contrario)come succedeva qualche tempo fa e come ancora succede in altre parti del mondo.Va meglio oggi o andava meglio prima? Gesù Cristo non ha mai parlato di uomo “padrone”;in questo caso il marito stesso(a volte la donna)è l’uomo che divide ciò che Dio ha unito.O no? E Dio “maschio e femmina li creò,a sua somiglianza”.In questa frase non c’è subalternità.Immagino già quale sarebbe l’obiezione di Gioab.
Perché rimanere sempre e comunque attaccati a quel che dice la gerarchia ecclesiastica,senza esercitare il nostro senso critico? Si badi bene che condivido in buona parte l’omelia di Benedetto XVI;e mi dispiacerebbe se qualcuno fra i cattolici più “cattolici” mi assimiliasse al serpente dell’Eden o al demonio.Ma proviamo a riflettere.
Intanto smettiamola di chiamare in causa “il demonio astuto” quando le cose vanno in modo diverso da come vorremmo che andassero.Smettiamo di appellarci alle parole più retrive di certi ecclesiastici.Ho avuto modo anche recentemente di indignarmi nel sentire un’omelia(fatta da un giovane prete),che mi ha riportato ai tempi dell’infanzia.Sto ancora aspettando la risposta di un teologo interpellato in proposito.Grazie a Dio ci sono anche quelli più aperti e più vicini alla gente, di cui vedono problemi obiettivi che valutano senza rigidezza.E poi consideriamo che i cambiamenti fanno parte della dinamica intrinseca della vita;voler rimanere a tutti i costi ancorati al passato come “all’età dell’oro” è sbagliato.
Del resto,anche la Chiesa,seppure lentamente come lo è d’abitudine,qualche passo in avanti lo ha fatto.Oggi, per esempio,ammette la separazione che prima escludeva senza mezzi termini;ieri coltivava una certa supremazia dell’uomo,mentre oggi no;ieri parlava di sesso soltanto finalizzato alla procreazione,mentre oggi non è così drastica.Insomma,anche la Chiesa,che giustamente rivendica il diritto a non essere ritenuta avulsa dalla società,ha dovuto adeguarsi alla realtà dei fatti che coinvolgono direttamente gli esseri umani nella concretezza della loro esistenza.Capisco la prudenza ma non giustifico l’eccessiva lentezza legata,fra l’altro,ai convincimenti di questo o quel papa;per cui con un papa come Giovanni XXIII la Chiesa vola,mentre con altri papi rallenta il suo cammino.La vita della società realisticamente non è legata a filo doppio con la Chiesa;solo nelle società teocratiche,che-guarda caso-sono le più arretrate,è possibile constatare questo legame.
Mi permetto di osservare che una religiosità che,per timore o per una rigida presa di posizione a difesa incondizionata dell’Istituzione ecclesiastica,fa a meno di una riflessione personale sulle vicende della vita,sa tanto di bigottismo,e me ne duole.
“Intanto smettiamola di chiamare in causa “il demonio astuto” ”
Manca dei fondamentali anche Marilisa…
Lettura consigliata: Vangelo di Marco:
“Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l’uomo forte; allora ne saccheggerà la casa.”
Altra lettura: Il libro di Giobbe
Che sbrago ragazzi… che sbrago…
Ubi è come Gioab:va per citazioni.Complimenti!
Saluto tutti.
vado a calarmi nei panni virtuali di Nikolai, in Call of Duty, dedicandomi a compiere una sana carneficina di “nazi-zombies”…
Molto meglio che andare… “ad capocchiam”…
@ Marilisa
”Immagino già quale sarebbe l’obiezione di Gioab ……”
Forse no ! Non lo immagina.
“E Dio “maschio e femmina li creò,a sua somiglianza”.In questa frase non c’è subalternità. E’ vero ma ce ne sono molte altre che indicano una “subalternità” che in fondo è solo una diversità di ruoli infatti all’uomo è stato detto : “In questo modo i mariti devono amare le loro mogli come i propri corpi. Chi ama sua moglie ama se stesso, poiché nessun uomo odiò mai la propria carne, ma la nutre e ne ha tenera cura, come anche il Cristo fa con la congregazione” ( Efesini 5.28)
Il pensiero precedente : “ Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo.” Già rende evidente che negli altri è inclusa anche la moglie, ma se : “ Le mogli siano sottomesse ai loro mariti come al Signore, perché il marito è capo della moglie come anche il Cristo è capo della congregazione, essendo egli il salvatore di [questo] corpo.” , Il marito ha il dovere di essere il salvatore della moglie e del matrimonio e deve continuare ad “ amare le vostre mogli, come anche il Cristo amò la congregazione e si consegnò per essa,”
E’ un compito di maggior peso e responsabilità che non viene dimenticato anche se la moltitudine degli uomini lo dimenticano.
Li creò maschio e femmina con ruoli e responsabilità diverse affinché ciascuno svolgesse il proprio ruolo con piacere e responsabilità e dimenticando l’orrore e la confusione che la società che li circonda propaga, continuassero a camminare insieme mano nella mano verso un orizzonte di felicità. Ricordando che anche se il tempo li trasforma nel fisico, il cuore non fa le rughe e la mente è come il vino buono, quello che più è vecchio più è buono.
La profezia già aveva indicato cosa sarebbe successo allontanandosi dalla Verità, “Continuiamo ad andare tastoni in cerca del muro proprio come i ciechi, e come quelli senza occhi continuiamo ad andare tastoni… Speravamo nel diritto, ma non ce n’era; nella salvezza, [ma] è stata lontana da noi. Poiché le nostre rivolte son divenute molte di fronte a te; e in quanto ai nostri peccati, ciascuno ha attestato contro di noi. (Isaia 59.10-12)
“Continuano a pronunciare falsità l’uno all’altro; Con labbro lusinghiero continuano a parlare, sì, con cuore doppio.” ( Salmi 12.2-3)
“una religiosità che,per timore o per una rigida presa di posizione….,fa a meno di una riflessione personale sulle vicende della vita,sa tanto di bigottismo,e me ne duole.” – Che bella verità. sa di coscienza viva !
@ Marilisa ( parte II)
“Ubi è come Gioab:va per citazioni. Complimenti!”
Di somari che ragliano in giro per i blog ce ne sono a iosa e sorge la necessità di non allinearsi. Non ha nessun valore ciò che penso io, perché io sono la somma dei miei molti fallimenti e pochi successi. Non è giusto influenzare le coscienze altrui, dicendo loro ciò che devono o non devono fare e come. Ciascuno ha un suo rapporto unico e personale con il suo Dio.
Il compito di chi si accinge a parlare di Lui è quello di divulgare la Sua Parola, poi la mente più o meno fertile ragionando su quella Parola potrà trovare una sua risposta all’argomento di cui ha interesse valutandolo con la propria coscienza . Ogni volta che ciascuno esprime un parere è solo occasione per un futile dibattito che non aiuta nessuno a meno che ciascuno non riesca a trarre una morale da quel dialogo per accrescere una conoscenza spirituale da valutare alla luce della propria coscienza.
Ritengo sia inutile dibattere su esperienze personali che valgono solo per la persona che ha sperimentato quella situazione perché ciascuno ha esperienze e situazioni differenti che non si addicono le une agli altri i quanto le circostanze e i luoghi sono diversi. E non sarebbe nemmeno utile ottenere il riconoscimento o il complimento da uno o un altro, perché i discepoli eventualmente sono di Cristo e l’incarico è di trasmettere il senso di quello che Lui ha detto non quello che ciascuno pensa che sia.
Se non facessi così non ci sarebbe alcuna differenza fra il guru o il pope di turno che propone un enciclica personale, né ci sarebbe differenza tra il tipo di ashram nel quale si sarebbero rinchiusi quelli che come dice Gesù non sono capaci di capire il senso delle sue parole non avendo il coraggio in un pensiero autonomo, come ha ben chiosato nel post precedente, ma che sono presto scossi dalla loro ragione ad ogni stormir di foglia. “vi preghiamo di non essere presto scossi dalla vostra ragione né di eccitarvi sia per un’espressione ispirata che per un messaggio verbale o per una lettera come se [venisse] da noi,” ( 2Tessalonicesi 2.1-2) – “Nessuno vi seduca in alcuna maniera” (v.3)
“Per questo parlo loro mediante illustrazioni, perché, guardando, guardano invano, e udendo, odono invano, e non ne afferrano il significato; e in loro si adempie la profezia di Isaia,” ( Matteo 13.13-14)
E’ questione di maturità e responsabilità e coraggio !
@ Gioab
Non se ne abbia a male,ognuno ha il proprio modo di comunicare.Lei lo fa citando passi scritturali,lo abbiamo visto tutti,ed ora ne dà la spiegazione.Ma francamente un susseguirsi ininterrotto di citazioni annoia e,come le opinioni di una persona raramente convincono chi la pensa diversamente,altrettanto avviene con le citazioni.Anche queste,a mio avviso,dovrebbero essere oggetto di discussioni,in una certa misura,e non proposte nella loro fissità come assiomi(leggi)inconfutabili e non interpretabili.Le società orientali teocratiche,a religione islamica,fanno la stessa cosa:hanno fissato le “leggi” coraniche in quelle civili,con un integralismo che esclude ogni possibilità di confutazione e di adattamento alle vicende di una vita che,per sua natura,è in evoluzione costante.E noi sappiamo che l’integralismo in quei Paesi ha bloccato le società,cioè è stato deleterio.
Lei dice:”Ritengo sia inutile dibattere su esperienze personali che valgono solo per la persona che ha sperimentato quella situazione perché ciascuno ha esperienze e situazioni differenti che non si addicono le une agli altri in quanto le circostanze e i luoghi sono diversi”.In parte ha ragione,ma non può disconoscere che il dialogo fra gli esseri umani comporta necessariamente uno scambio di opinioni ma anche di informazioni sulle proprie esperienze e su quelle di cui si è a conoscenza.E il dialogo,quando c’è realmente e non ci si arrocca sulle proprie posizioni,è sempre utile perché stimola le riflessioni.Per questa finalità,io credo,ci è stata data in dono una testa pensante.
Quoto in toto Marilisa alle 11:41 – 12:24 e 15:01.
E mi dispiace per Ubi humilitas che sceglie di non parlare e di non spiegare.
Sono al lavoro,a più tardi.
@ Marilisa
Provo a spiegare con le mie molte limitazioni. IL suo ragionamento in linea generale è corretto ma andrebbe analizzato più nei dettagli.
“hanno fissato le “leggi” coraniche in quelle civili,con un integralismo che esclude ogni possibilità di confutazione e di adattamento alle vicende di una vita che,per sua natura,è in evoluzione costante.”
La questione non è la religione, quanto i principi che sono intrinseci in essa. Es. L’islam dice di essere una religione d’amore per i fratelli ( islam= sottomissione a Dio) però le cannonate se le tirano anche tra fratelli quando gli interessi sono contrapposti. Quindi il danno provocato non è dovuto all’evoluzione costante ma è dovuto alla religione che tollera fra i suoi componenti i personaggi non tengono conto di quei principi (quelli che sono comunque inscritti nelle coscienze da Dio ).
Quindi poiché gli appartenenti a religioni diverse agiscono sempre allo stesso modo ecco che le religioni diventano soltanto un paravento dietro al quale si nascondono buone intenzioni ( di cui è lastricata la via dell’inferno) per poter agire malvagiamente secondo convenienza. In tutti i campi dai rapporti con la moglie ai rapporti d’affari ecc. come la storia ha ben dimostrato. Non c’è n’è stata nessuna che sia esente da massacri e interessi privati o politici mascherati da affari religiosi.
E’ questo il motivo per cui il Dio dice che sceglierà un popolo per il suo nome e lo farà uscire da un sistema ipocrita basato sull’inganno : “Poiché questo è il patto che stipulerò con la casa d’Israele dopo quei giorni’, dice Geova. ‘Metterò le mie leggi nella loro mente e le scriverò nel loro cuore. E io diverrò il loro Dio, ed essi stessi diverranno il mio popolo.” (Ebrei 8.10)
Da cui non sarà più in funzione di un’appartenenza, ma in base alla capacità di ogni singolo di diventare il vero padrone della propria indipendenza, pensando e agendo con la propria mente piuttosto che delegare ad altri l’addestramento della propria coscienza solo a loro convenienza. E’ meglio fare la cosa sbagliata con la propria testa che la giusta con quella degli altri. Non avendone contezza né consapevolezza.
A che serve battezzare un neonato facendolo “perfetto cristiano soldato di cristo ” con al cresima a 10 anni se poi quello diviene un perfetto killer e non ha nessun interesse a trattare con rispetto la moglie o il vicino ? E’ stolto pensare di dover aspettare un futuro ipotetico pentimento che non può certamente essere escluso ma del quale Dio dice : “un po’ di lievito fa fermentare l’intera massa” ( 1 Corinti 5.6) per cui “l’uomo che ha commesso tale azione fosse tolto di mezzo a voi? “ ( 1 Corinti 5.2-3)
Con questo tipo di indipendenza responsabile, si acquista quella che viene definita la mente di Cristo che combattè un sistema ipocrita.
Diventa un modo di vivere e di pensare che si scontra con l’opinione comune che essendo tollerante non ha impedito che la massa fermentasse in quel crescendo che abbiamo sotto gli occhi che è cresciuto così tanto con la benedizione delle religioni che non hanno scacciato i ladroni dal tempio, ma hanno permesso di tutto e di più non schierandosi dalla parte ella Verità.
Non so se ho reso chiaro. E proprio questione di teste pensanti !
Raramente il matrimonio è l’unione armoniosa di due individui che si trovano nella stessa condizione di cuore, diciamo [alla Baudelaire] che non “potendo sopprimere l’amore, la Chiesa ha voluto almeno disinfettarlo, e ha decretato il matrimonio”…tutto qui!…
L’approfondimento ulteriore al tema sarebbe duopo, ma, non credo potrebbe essere risolutivo ed esaustivo in questo breve spazio che ci è concesso occupare…
“non potendo sopprimere l’amore, la Chiesa ha voluto almeno disinfettarlo, e ha decretato il matrimonio”…tutto qui!…”
Se è di Baudelaire è un errore, non fu la chiesa a decretare il matrimonio, fu Dio stesso.
“E Geova Dio edificava dalla costola che aveva preso dall’uomo una donna e la conduceva all’uomo.” ( Genesi 2.22) – 24 Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si dovrà tenere stretto a sua moglie e dovranno divenire una sola carne.
Gioab PLEASE ! once in a while SHUT UP!!!
Ma che razza di uomo è lei che non sa leggere i sentimenti delle donne e le battaglie immani che esse conducono con se stesse che sono dietro le parole che scrivono?
“le battaglie immani che esse conducono con se stesse ”
Sarà mica la battaglia spirituale contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti… ?
Della “lotta spiriuale” ne avevo fatto un post questa mattina…
Dunque, ora credo che mentre nel post precedente Rossocardinale si rammaricava che mi fossi chiuso in silenzio, ora si rammarichera che ho parlato…
ma cara rossocardinale, quando si affrontano certi temi, bisogna affrontarli come se si avesse il sesso degli angeli.
Certi ragionamenti, prescindono dalle recriminazioni dall’appartenenza ad un certo sesso. Spiritualmente non si è nè maschi e nè femmina…
Naturalmente per par condicio, e per il rispetto delle pari opportunità e delle pari dignità và pur detto:
Ma che razza di donne che non sanno leggere i sentimenti degli uomini e le battaglie immani che essi conducono con se stessi che sono dietro le parole che scrivono?
O la donna rivendica dignità maggiore dell’uomo????
pari siamo…
Ps. lo so che non sono fatti miei ma di Gioab, però certe …….. fanno “sbottare”
Rossocardinale, scusa la curiosità: sei un lui o una lei?
Nico, chiesi anch’io, è una “Lei”.
Caro Ubi, veramente la mia risposta per te fu che sono “una persona”, proprio per ricollegarci a quello che dici qui sopra che il sesso non deve fare alcuna differenza per ciò di cui si argomenta insieme.
Penso che anche tu abbia compreso che il buon Gioab talvolta fa sbottare ed è solo perchè mi sono lettteralmente imbestialito per la risposta data alla signora Clodine che ho risposto in quella maniera.
@nico
idem come sopra:sono una persona alla ricerca di molte cose tra cui la fede perduta.
@rossocardinale
“Non mi cercheresti se non mi avessi già trovato” (S. Agostino)
A me questa frase ha sempre dato molta consolazione.
Buona ricerca
Grazie nico.
Per certo,è una frase che fa pensare.Vedremo se riuscirà anche a consolarmi.
Mi scuso con rossocardinale.
Io avevo inteso fosse una donna.
Così come avevo inteso la sua come una rivendicazione sessista.
Rossocardinale…
omisi la maiuscola
@ rossocardinale
I might follow your suggestion but you should inform me from what authority it comes from. Try to understand me. You see I am not very much inclined to follow orders considering that the scripture advise me “ All things are lawful for me; but not all things are advantageous. All things are lawful for me; but I will not let myself be brought under authority by anything.” ( 1 Corinti 6.12)
So please be so kind not to offer unrequested advices and keep your mood under restrain if you are able to do so and just explain your point if able. There is no need to show your feminine sisterhood and consider that “There exists the one speaking thoughtlessly as with the stabs of a sword, but the tongue of the wise ones is a healing.” ( Prov.12.18)
Se non capisce poi glielo spiego. Non pensi di essere la sola a condurre immani battaglie, ognuno ha le sue e nessuno ha bisogno di un facile pietismo per superarle, ma solo di coraggio e di quella forza oltre ciò che è normale che nessuno può offrire ”affinché la potenza oltre ciò che è normale sia di Dio e non da noi.” ( 2Corinti 4.7)
Sorry ma non so fare le dietrologia e non so leggere dietro.
Ma sicuramente lei non sa di cosa parlo. Ma non è colpa sua. Anche Giuda ha tradito con un bacio lo sapeva ?
“Le ferite inflitte da chi ama sono fedeli, ma i baci di chi odia sono cose da supplicarsi.” ( Prov 27.6) – già ma lei è cattolica come può capire ….
E cmq non so se è una mia impressione ma, mi sembra che vi sia in giro una crescente misandria….
Ma che Bibbia ha Gioab?
La mia dice (vado a memoria)
Sincere sono le busse di chi ama
ingannevoli i baci di chi odia
Caro Ubi,non necessitano le scuse e tantomeno la maiuscola,stai sereno.
@Gioab
I might have no authority but neither do you to lecture on a space that does not belong to you.How about you start your own blog and leave the others alone?
Find another scripture now,or at any given moment of your day,and keep losing the chances to really get close to people.
Living in the USA seems not to have taught you anything about human relationships.
So long, don’t even bother to answer
Rossocardinale: il nostro spaccamarroni e’ un caso a se’… Luigi e’ il signore -in tutti sensi- di questo spazio e agisce come tale. Quella e’ la fortuna di Gioab il quale sembra non se ne sia ancora accorto, usando e abusando -molte volte senza rispetto- e straabusando della pazienza di tanti (o di tutti?) ….
Ubi: scrivi “ma cara rossocardinale, quando si affrontano certi temi, bisogna affrontarli come se si avesse il sesso degli angeli”…Eh no caro mio, proprio non funziona, perche’ chissa’ se gli angeli hanno sesso o no… (il che non me ne puo’ che fregare di meno). La Fede non ci rende asessuati, e la capacita’ -anche “fisica”- di amare non e’ un incidente della natura. Quando entreremo nella vita eterna poi…beh, ti sapro’ dire! 🙂
Eiverisco e bacio le mani padre Mabuhay.
Visto che sottilizza, lo faccio anchi’io, giusto per la precisione…
quindi padre, oltre al “quando”, bisognerebbe ricordarsi anche del “se”…
Noi speriamo…
Eiverisco = Riverisco
🙂
Bhè, io ho taciuto e sono stata diplomatica,non volendo calcare la mano sull’argomento, ma visto che mi ci tiri per il collarino, Ubi, allora ti dico che antropologicamente il matrimonio, fin dal paleolitico -passando attraverso le grandi popolazioni culturalmente importanti da quella Egizia all’intera area mesopotamica fino alla Grecia e a quella Romana non affato è contemplata l’indissolubilità del matrimonio, che rientra in quella serie di relazioni ,o patti, stipulati tra due entità o cellule [famiglie, clan ecc] e NON è affatti circoscritto all’interno dell’ambito coniugale, così come lo intendiamo noi, quale ” vincolo” indissolubile! Ved? Le antiche popolazioni erano di gran lunga più avvedute e lungimiranti. Solo nel medioevo, nel 1100 viene accorpato ai sette sacramenti per diventare parte di quella legge scritta che alla fine uccide pure… E ti dirò di più: inizialmente fu visto malissimo dalla Chiesa, ostacolato, in quanto, per essere sacramento, esondava a causa dell’atto sessuale che “trucidava” la purezza. Un concetto peccaminoso che cozzava contro l’essenza del sacramento stesso. Allora, ci si inventò, con accostamenti audaci, il parallelismo di Cristo e la Chiesa dello Sposo con la Sposa, della Sposa sottomessa e sopratutto (vedi Summa T.D’Aquino) assicurare la nascita di figli legittimi [matrimonium: da mater – madre-, genitrice e -munus- compito, dovere] e subito a tessere fitte trama di alleanze familiari, con la donna nel suo bel ruolo di fattrice, o incubatrice e null’altro!
Sul piano puramente tologico poi, caro UBI…potrei elencarti un’intera filippica di motivazioni…a partire dalla genesi, contestualizzare le nozze di Cana all’interno del messaggio evangelico, fino alle lettere paoline e contestartele tutte circa l’argomento….ma…è un discorso molto cavilloso e lungo….non mi va di parlarne…Credo sia mio diritto avere una opinione diversa sull’argomento. o NO!?
E ricordati: che in cielo non ci saranno ne mogli nè mariti !!
Quoto Mabu al 100% sullo “spaccamarroni”..anzi..”sfasciamarroni”…ovvero…n’se ne’ po’ più!!
@ Clodine
Beh, se è per questo neanche Gesù ha stabilito che dovesse essere indissolubile
“chiunque divorzia da sua moglie, se non a causa di fornicazione” ( Matteo 5.32)
E’ evidente che se c’è stata fornicazione vuol dire che l’amore è finito e se è finito è venuta meno la motivazione per cui era stato fatto. In quel caso si è sciolto da sé. Manca solo la notifica ufficiale.
Interessante quello che hai scritto, Clodine, molto interessante…
Clodine è supermultiextralegittimissimo avere la propria opinione.
Solo basta non tirare in ballo la teologia o la Parola e la Chiesa, e dire che è ciò che si afferma è SOLO la propria opinione!
La Parola infatti è fin troppo chiara, cosi come lo è la Chiesa, unica autentica interprete della Parola:
Matteo 19, 3-9
Marco 10, 2-12
Ps. Restiamo coi piedi per terra e gli occhi volti al cielo, non viceversa…
…..eh…non è così semplice…almeno non tutto…il Signore ci ha fatto dono dell’intelligenza, la quale, unita alla bontà e fedeltà alla nostra intima coscienza ci costringe a guardare oltre la siepe, e a ricercare la Verità, sempre, a costo di cozzare contro il muro delle rassicuranti certezze. E’ nostro dovere ri-cercare, comparare, far risuonare la Verità del Vangelo, umilmente, supplicando sempre l’assistenza di Dio e della Madonna perché ci guidi e ci protegga dall’errore in questo difficile cammino di liberazione interiore! Perché Solo la Verità ci renderà liberi!
@ rossocardinale
For the simple reason that the Bible says : “Go” does not say “wait for them to come to you !”
I might have not learned anything about human relationship, but I don’t care ! The american way generally is only hypocrisy based on “American interests” so I do.
@ Ubihumilitas
Io uso questa (http://www.watchtower.org/e/bible/index.htm)
– Proverbi 27.6 –
“Le ferite inflitte da chi ama sono fedeli, ma i baci di chi odia sono cose da supplicarsi.” ( NW)
“Sincere sono le busse di chi ama ingannevoli i baci di chi odia” ( ?? )
“Chi ama ferisce, ma rimane fedele; chi odia dà abbondanza di baci. ( Nuova Riveduta)
Leali sono le ferite di un amico, fallaci i baci di un nemico. ( CEI)
Fedeli sono le ferite di un amico, ma ingannevoli sono i baci di un nemico. ( Nuova Diodati)
Fedeli son le ferite di chi ama; frequenti i baci di chi odia. ( Luzzi)
In ogni caso non ci vedo molte differenze. Il concetto è lo stesso.
Non far caso alla misandria, non per nulla il serpente andò prima da Eva. Le donne hanno sempre il modo per rendersi ridicole per questo devono stare sotto ! Anche se dicono che non piace. Ma non crederci. Non è mai vero.
C’è una discussione molto articolata sull’argomento, come giustamente rileva Clodine, pur nell’immutabilità della dottrina richiamata da Ubi.
Una domanda è: come distinguere quando Dio ha davvero unito?
La chiesa stessa ammette che a volte l’unione non c’è stata e riconosce la nullità (attenzione, non è la chiesa che annulla, la chiesa si limita a constatare un fatto):
il sacramento non è mai stato davvero celebrato, anche se c’è stata la cerimonia ecclesiale, perchè invalido nella sua stessa radice. I casi sono diversi, dalla mancata unione fisica degli sposi, alla costrizione, alla dichiarazione esplicita di non volere figli…
E’ un argomento complesso perchè è un argomento doloroso: troppo profondi i legami che tocca.
Gli ortodossi che non sono certo meno scrupolosi dei cattolici nel rispetto della Parola, riconoscono per la peccaminosità della natura umana la possibilità di sposarsi tre volte. il terzo matrimonio però viene celebrato con un rito dal forte sapore penitenziale, nel riconoscimento che, se hai sbagliato una e due volte, forse devi proprio chiedere perdono…
Nico mi piace sempre per come ragiona e per la pacatezza con cui si esprime.
Diciamo così che, al di fuori dei casi di nullità, vi è la debolezza umana, delle creature, che è pur sempre un errore.
Quì entra in ballo L’Amore di Dio per la creatura, ed il giudizio sul “cuore”, in foro interno, che solo Dio può formulare in modo corretto.
Resta sempre fermo però che ciò che è “errore”, tale resta e non può essere istituzionalizzato in una norma che lo travalichi.
Chiudo e, per quel che riguarda il
“Se ti alleni duramente, combatterai facilmente e vincerai. Se ti alleni facilmente, combatterai duramente e, perirai! ”
http://vivificat.wordpress.com/2011/06/07/la-battaglia-del-cristiano-e-spirituale-la-nostra-battaglia-infatti-non-e-contro-creature-fatte-di-sangue-e-di-carne-ma-contro-i-principati-e-le-potesta-contro-i-dominatori-di-questo-mondo-di-ten/
La lotta spirituale dal punto di vista ortodosso
http://digilander.libero.it/esicasmo/ESICASM/lotta.htm
La lotta spirituale ancora dal punto di vista ortodosso
http://www.natidallospirito.com/2009/09/18/la-lotta-spirituale-nel-mondo-contemporaneo/
A proposito di “nullità”, non voglio fare il “bastian contrario”, ma osservo che più di una volta la Chiesa ha riconosciuto la nullità del matrimonio contratto da persone piuttosto famose, riguardo alle quali, conoscendone le motivazioni, ho ravvisato, da parte dell’Istituzione, una mano molto, per non dire troppo, leggera. Avrebbe fatto lo stesso con persone meno note e non raccomandate?
E che dire, per andare su un altro fronte, dei numerosi matrimoni celebrati in chiesa-e solo in chiesa- da vedovi, anche benestanti, che non vogliono rinunciare alle pensioni di reversibilità? Bello,vero? Si può giustificare tutto questo? Un sacerdote, da me interpellato al riguardo, ha riconosciuto valide le mie obiezioni e si è stretto nelle spalle, senza sapermi dare spiegazioni.
Esempio: primo grande errore far coincidere la creazione dell’uomo e della donna con il matrimonio usando la pericope tratta da Genesi 2-23,24 quasi che Dio, ipso facto, abbia dato istruzioni per l’uso ad un matrimonio consensuale a DOC . Non è affatto così..perché..Ogni uomo che respira su questa terra, ha il dovere di sentire carne della propria carne e osso delle proprie ossa ogni donna che respira su questa terra, in virtù NON di una donna prescelta, o di un uomo prescelto quasi che le altre o gli altri fossero cacca, ma di quello che Dio ha voluto che intendessimo creando, attraverso i due, l’intera umanità! “E Donna sarà chiamata perchè dall’uomo è stata tratta!” C’è una parolina piccola e chiarificatrice nel testo di Genesi ed è quel “FINALMENTE” questa è carne della mia carne..” per indicare parentela, appartenenza allo stesso gruppo. CARNE-in ebraico BASAR- avente lo stesso significato in relazione alla ” carne di bestie vive” e al contempo alla ” carne umana” senza distinzione. Ecco il perché di quel “FINALMENTE” !! Dare valenza a quel “carne della mia carne” per legittimare l’unione di due sposi scardinandola dal testo interamente ebraico è impresa audac.. Il corpo o “basar” contiene poi, al suo interno un’infinità di possibilità e inclusioni legate alla vita stessa, compresa la debolezza, la viltà, il peccato ecc.. insomma, un ginepraio di interpretazioni.
Quel “lascerai tua madre e tuo padre” ha un senso assai più ampio,una visione a largo spettro..e indica proprio l’abbandonare la schiavitù per finalmente entrare in un dinamismo di libertà: quella dei figli di Dio!!
Marilisa mia…ma con chi stiamo parlando..ma A CHI..stiamo parlando…puffffffffff…….mi sono cadute le braccia a scimmia…nc’ha potemo fa’…
Clodine cara, la spiegazione è ancor più semplice:
fino a Gesù Cristo, era previsto il “libello del ripudio”.
Poi i farisei chiesero e ottennero tal risposta:
“E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: “È lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?”. Ma egli rispose loro: “Che cosa vi ha ordinato Mosè?”. Dissero: “Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla”. Gesù disse loro: “Per la durezza del vostro cuore egli
scrisse per voi questa norma. Ma all’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne.
L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto”. Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di
lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio”.
Ora detto ciò torniamo a quanto già detto sopra…
Puoi pensare ciò che vuoi ma, i fatti stanno così…
Ora, liberi di fare quel che si vuole, liberi di affidarsi alla Misericordia di Dio, Dio ancor più libero di esser quanto più misericordioso,
Però questo è ciò che la Chiesa insegna a credere, e trattaso di materia IRREFORMABILE, in quanto fondata sulla Parola e sulla Tradizione perenne ed immutabile del Magistero della Chiesa.
Punto, punto e virgola, due punti (Melius abundare quam deficere).
http://www.youtube.com/watch?v=SzrEfkjdzgw
@ Clodine
Ammirabile e lodevole sforzo. Devo umilmente far notare che benché sia vero che ogni uomo debba sentire ogni donna “carne della sua carne” questo è dovuto al fatto che la donna è stata “tratta dall’uomo” è una sua componente. ( Genesi 2.23).
Che la creazione della donna sia da considerarsi un matrimonio è dovuto ad una parolina chiarificatrice nel testo che non è “FINALMENTE” . Finalmente non indica parentela o appartenenza allo stesso gruppo CARNE , indica la realizzazione di un processo di attesa che durava da lungo tempo. Ma la parolina che indica quell’unione è : “ La conduceva” all’uomo ( Gn.2.22)
Che poi, il vivere presso i genitori e la propria famiglia stia ad indicare una “schiavitù” dalla quale liberarsi, è interpretazione parecchio azzardata poiché il matrimonio nella comunità ebraica che era tribale, non vedeva l’abbandono dalla casa paterna del figlio che si sposava, quanto l’aggiunta a quella stessa famiglia di una nuova componente, la moglie del figlio, che si aggiungeva come un aggiunta al clan sotto la guida della suocera , andando ad ingrossare la tribù. Magnifico esempi o di questo nel libro di Rut “A suo tempo Elimelec marito di Naomi morì, così che essa rimase con i suoi due figli. In seguito gli uomini si presero delle mogli, donne moabite. Il nome dell’una era Orpa e il nome dell’altra Rut. E continuarono a dimorare là per circa dieci anni….” ( Rut 1.3-4) Si può anche esaminare il matrimonio di Isacco figlio di Abraamo che mandò il suo servitore a cercare una moglie per il figlio. Andrebbe invece visto come segno di gioia e di felicità la vita in grandi famiglie numerose dove tutti si amano si aiutano, e collaborano per la riuscita di tutta la tribù.
Trovo ugualmente azzardato tradurre quel “lascerai tuo padre e tua madre” come l’ingresso in un dinamismo di libertà, in quanto lo stesso apostolo dichiara – “Comunque, quelli che si sposano avranno tribolazione nella loro carne…Ma l’uomo sposato è ansioso delle cose del mondo, come possa guadagnare l’approvazione della moglie, ed è diviso. ” ( 1Corinti 7.28;33)
Volendo poi esaminare la “grandiosa” libertà dei figli di Dio,( Romani 8.21) è lo stesso apostolo a dichiarare che essa sarà “rivelata” quando “la creazione sarà “resa libera” dato che ancor oggi continua a “gemere essendo sottoposta a futilità” (la schiavitù della superstizione). E si dovrebbe anche spiegare chi sono “i figli di Dio” e viene spiegato che sono tutti quelli che sono “adottati” e sono “condotti dallo spirito di Dio” ( Romani 8.14), pertanto divengono “sacerdoti e regneranno sulla terra” come specifica (Rivelazione 5.9-10) e solo loro possono cantare un “ come un nuovo cantico che nessun altro può imparare” ( Rivelazione 14.3) – e in tema di matrimonio, questi sono scelti come “moglie dell’agnello” – la sua sposa.
Si può anche contestare, volendo…
Sarà meglio di no, sarà meglio che nessuno contesti alcunchè.
Dategli ragione, sempre e comunque, magari smette…
@ nico
Provo a fornire una risposta alla sua domanda : “Come distinguere quando Dio ha davvero unito?”
“Come conosceremo la parola che Geova non ha pronunciato?” quando il profeta parla nel nome di Geova e la parola non avviene o non si avvera, quella è la parola che Geova non ha pronunciato. Il profeta la pronunciò con presunzione” ( Deuteronomio 18.21-22)
Il principio vale per ogni situazione. Se avviene o non avviene, se riesce o non riesce.
Ricordatevi che DIO non ha creato in vino, ma l’uva!!
errata :non ha creato il vino, ma l’uva …e meditate…
Andatevi a leggere la “Teologia del corpo” Di G.Paolo II..andate andate…avrete delle grosse sorprese…inizia proprio dalla creazione, dal racconto della genesi ma..sorpesa!! Come mai di matrimonio non parla affatto!? Mentre…invece parla di corpo, di umanità e di libertà redenta all’interno di una prospettiva ben più ampia rispetto all’angusta alcova matrimoniale..
Clodine, ma le hai lette o ascoltate davvero tutte le Udienze che il Beato Giovanni Paolo II ha dedicato alla “teologia del corpo”
o, senza offesa, citi “ad capocchiam” ?
Perchè mi sa mi sa…
rileggiti questa e vedi un pochino…
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/audiences/1979/documents/hf_jp-ii_aud_19791114_it.html
GIOVANNI PAOLO II UDIENZA GENERALE
Mercoledì, 21 novembre 1979
Valore del matrimonio uno e indissolubile alla luce dei primi capitoli della Genesi
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/audiences/1979/documents/hf_jp-ii_aud_19791121_it.html
E cosi via per circa 150 udienze del mercoledi, (escludendo i periodi delle Feste più significative)
Ci sono tanti modi per leggere il brano delle nozze di Cana, ma a me è cara una interpretazione che mi è stata donata da un prete molti anni fa e che ho sentito molto vicina alla realtà.
Perdonate la lunghezza, e comunque rimane sempre l’opzione page-down
🙂
“Qualcuno dice che non a caso Gesù compie il suo primo miracolo in un matrimonio: l’unione di un uomo e di una donna nell’amore è il modo che Dio ha scelto per continuare la sua creazione. Nessun altro può aiutare Dio a far continuare la vita nel mondo se non una coppia che si apre al dono di un figlio, o che promuove la vita così come è capace. Diventiamo in tal modo co-creatori, senza di noi l’umanità cesserebbe di esistere.
Ma Dio conosce bene la fragilità della nostra natura, e ce lo racconta così:
In ogni unione, all’inizio del cammino, c’è il vino inebriante della festa, della passione, dell’innamoramento, che fa girare la testa e tremare le gambe, che annebbia la vista e rende lieto il cuore.
Ma il tempo passa, dopo un po’ il vino ha sempre lo stesso sapore, poi scarseggia e poi, inevitabilmente, sempre, per tutti, il vino finisce.
Rimane solo acqua, sei pesantissime giare di acqua, quotidiana, insipida, che dopo un po’ diviene stagnante, ci annoia, se non ci infastidisce.
Così la tentazione è lamentarsi, ribellarsi, a volte pare più facile cambiare cantina, con l’illusione romantica che esista una realtà in cui il vino non finisce (l’uomo giusto, la donna ideale..).
Ma non è così. Tutte le realtà umane sono destinate al passaggio doloroso della crisi.
Amare significa sempre lasciare a terra un brandello di pelle.
Non c’è vero amore se non nel nostro reciproco limite, accolto e amato esso stesso.
In questo brano ci viene detto che, quando c’è Gesù nella vita delle persone, egli trasforma l’acqua in vino, e il vino nuovo è più buono di quello degli inizi.
Il vino dell’amore maturo che il Signore sa suscitare dall’acqua delle nostre lacrime è inebriante, dolcissimo, insostituibile.
La strada maestra perché questo possa avvenire ce la mostra Maria, con il suo dito puntato su Cristo:
“Fate quello che egli vi dirà”
Si ama per farsi amare.
Nico, è molto bello, chi è l’autore?
“Diciamo così che, al di fuori dei casi di nullità, vi è la debolezza umana, delle creature, che è pur sempre un errore”.
La debolezza umana non è un errore, è intrinseca alla caducità della natura umana in quanto “creata”, distinta dal Creatore perfetto.Questo spesso ho sentito dire,indipendentemente dalle conseguenze del peccato originale. Ad ogni modo, nella perfezione divina rientra l’ Amore infinito di Dio Padre, che si è fatto uomo nella Persona di Gesù Cristo e si è offerto in sacrificio per noi, per non far perire la sua creatura prediletta; per riscattarla dalla caduta, dal peccato che, se è voluto consapevolmente, è tale fino a che l’uomo non piange su di esso,pentendosi nel momento in cui comprende che il suo orgoglio ha prevalso sulla legge di Dio e ha ferito più o meno profondamente i suoi simili, ma anche-direi-le altre creature dell’universo. Questo ancora oggi è il peccato mortale,lo stesso delle origini. Ma se l’uomo non si rende conto, proprio per la sua fragilità- termine che comprende molti aspetti dell’ “essere uomo” e anche l’ incapacità a vedersi “piccolo”, il peccato mortale non c’è. Resta la debolezza, della quale tutti dovremmo essere consapevoli, e che- io credo- tutti, prima o poi, sperimenteranno, anche i più orgogliosi. Da qui la necessità di abbracciare la Croce di Cristo e di essere indulgenti, sempre, verso gli altri; cosa peraltro difficilissima. Quando manca la consapevolezza dei propri errori, anche gravi, non si può parlare di peccato mortale (vedi il catechismo). Ma io ritengo che la voce della coscienza, che è “trascendenza”( come disse una volta papa G.P.II), parli sempre, più di ogni precetto, al cuore dell’uomo, anche in chi si dice ateo. Per questo ho più volte detto che ho visto spesso carità e misericordia più in certi atei, non presuntuosi, che in persone “devote” presuntuose. Ciò che ho appena affermato, lo estendo a tutti gli aspetti della vita umana,compreso il matrimonio. Ricordo che una volta ,molti anni fa, un prete teologo si disse molto propenso a credere che nell’Inferno non ci fosse e non ci sarebbe finito nessuno, proprio in virtù della infinita misericordia di Dio, che non va scambiata per dabbenaggine, naturalmente, e che non va disgiunta dalla Giustizia( diversa però da quella umana), ma che io penso debba essere intesa come volontà di salvare ad ogni costo, cioè di portare a buon fine- con tutti i mezzi a Lui possibili e che a noi sfuggono- la vicenda umana di ogni singola creatura. Se così non fosse, troppi sarebbero i condannati. Azzardato? Può darsi, e so già che non pochi fra i più “cattolici” frequentatori di questo blog e fra quelli che guardano con nostalgia alla Chiesa della mia infanzia (che io non rinnego ma,per la verità, neanche rimpiango), saranno inorriditi per le mie parole e penseranno che manco dei “fondamentali”.
Li pregherei di essere indulgenti come io lo sono con loro.
Del resto, molti sono i misteri che ci vedono coinvolti in prima persona e tanto più quelli che riguardano l’aldilà; Dio stesso è “mistero”,la morte è pure mistero. Di certo c’è, mi pare, che tutti abbiamo un infinito bisogno di Amore, e Gesù Cristo è venuto fra noi per mostrarcelo nella sua Persona e per indicarci la Via con le sue parole-Parola Egli stesso- e col suo sacrificio per la nostra redenzione.Straordinarietà della religione cristiana.
Non è uno scritto.
E’ stato un racconto, pensa che don Virginio (oggi in cielo) ce lo propose una mattina del 1995, ad una lezione di liturgia, per parlare del celebrare le nozze cristiane e del senso di sposarsi in Cristo.
Non l’ho più dimenticato…
Il mio 16.24 risponde a Ubi.
Grazie Nico. L’ho salvato e cercherò di farne un buon uso.
@ Marco
Si ama indipendentemente dal “farsi amare”. Altrimenti sarebbe egoismo, cioè “do ut des”, con buona pace dell’amore vero, che per la verità è dolce ma può portare anche, se non ricambiato, sofferenza.
Marilisa, io mi auguro di non esser frainteso.
Quando scherzosamente mi esprimo con “manca dei fondamentali”, non voglio essere offensivo nè mancare di rispetto ma, “stimolare” ,per così dire, alla riflessione ed anche ad una certa consapevolezza del fatto che tutto e basato sulla Rivelazione e sulla Parola, e chiunque affermasse qualcosa contro la “fonte” della nostra Fede, ne inquina la purezza..
Oltre tutto in altre sedi (in questa non l’ho mai fatta nè messa in pratica) faccio sempre questa affermazione:
bisogna molto, tanto, troppo, leggere, conoscere, imparare, studiare e pregare, e quando lo avrò perfettamente fatto, allora solo allora mi accorgerò di esser pronto e poter finalmente dirmi sicuro che è giunto il momento giusto per… tacere!
Perchè il lavoro vero, utile, si compie solo… “nel segreto”…
quindi… diamoci “da fare”…
E’ velleitario desiderare una Chiesa che consenta i rapporti extra-matrimoniali, la convivenza o il divorzio.
I concetti di verginità e castità sono peculiari della religione cristiana perché simbolo del dono totale di sé all’altro e memoria del Mistero della passione di Cristo. Fa bene la Chiesa a continuare a predicarli, nonostante l’impopolarità che ne deriva.
Gli esseri umani sono egoisti per natura, è doveroso che la cultura e la religione inibiscano l’aggressivià e la sessualità disordinata educando ad uno sguardo d’amore verso il prossimo.
Meno velleitario è invece chiedere il riconoscimento di maggiore libertà alla coppia di sposi in termini di procreazione responsabile.
E’ ingenuo pensare che ci sia sulla Terra un essere umano, maschio o femmina poco importa, che ami indipendentemente dal farsi amare.
Semmai lo può fare per un certo periodo di tempo.
L’amore umano è progetto carico di egoismo.
La famiglia è semplicemente la scelta più adatta alla sopravvivenza di una comunità.
Non va calpestata oppure offesa ma nemmeno idolatrata.
Chi ha fede in Cristo non può divorziare e risposarsi senza cadere nel grave peccato di adulterio. E’ una delle poche cose dette molto chiaramente da Gesù.
Per carità Nico, non scambiare il messaggio delle nozze di Cana con l’allegra festa di un matrimonio, per altro nel testo evangelico nonc’è alcun accenno agli sposi, men che meno ad una eventuale sacramentalità dello stesso…NOn è quello il senso delle nozze di Cana eh..attenzione a non scambiare lucciole per lanterne… Voler porre l’accento sul matrimonio sic e t simpliciter è una forzatura bella e buona…Il testo ha una valenza Super , ma Super, Super, Super Simbolica [non per niente rientra nei nuovissimi misteri del Rosario] nulla a che vedere lo sposalizio…ma va bel oltre ,al di la’ e al di qua’ della relazione tra eventuali sposi, lacrime, vinello e l’acqua con l’idrolitina..
..da Cana in avanti inizia un dramma cristologico di dimensioni stratosferiche..altro che sposalizio…tutto tranne che una festa mia cara. Si apre l’abisso…
Infatti ho riportato UNA delle mille sfaccettature della Parola di Dio, capace di parlare al nostro quotidiano amare e soffrire.
Cara Clodine,
è vero quello dici.
Noi esseri umani possiamo tentare di realizzare un infinitesimo di quell’amore anche nel matrimonio. Sicuramente l’unione stabile all’altra persona e l’apertura alla vita sono alcuni importanti fondamenti che provano l’esistenza di un vero amore.
Un seduttore non ama, forse nemmeno se stesso.
“Mi auguro di non esser frainteso. Quando scherzosamente mi esprimo con “manca dei fondamentali”, non voglio essere offensivo nè mancare di rispetto ma, “stimolare”, per così dire, alla riflessione ed anche ad una certa consapevolezza del fatto che tutto e basato sulla Rivelazione e sulla Parola, e chiunque affermasse qualcosa contro la “fonte” della nostra Fede, ne inquina la purezza..
Oltre tutto in altre sedi (in questa non l’ho mai fatta nè messa in pratica) faccio sempre questa affermazione:
bisogna molto, tanto, troppo, leggere, conoscere, imparare, studiare e pregare, e quando lo avrò perfettamente fatto, allora solo allora mi accorgerò di esser pronto e poter finalmente dirmi sicuro che è giunto il momento giusto per… tacere!
Perchè il lavoro vero, utile, si compie solo… “nel segreto”…
quindi… diamoci “da fare”… ( Ubihumilitas ibi sapientia)
Davvero molto bello – Devo dirlo. E’ meritevole di attenzione. Davvero bravo ! Sotto la cenere ….il fuoco brucia. Caspita ! Sono senza fiato.
Quando ce vò ce vò. Davvero notevole.
Si, ma non basta leggere, o indagare, investigare sulla parola (teos-Dio logos -Parola: nel senso di discorso, indagine) è necessaria la Intelligentia fidei. INTELLIGENTIA FIDEI -interessante a proposito il Compendium. 100, ARTICULUS 3: DE SACRA SCRIPTURA. 101, I. Christus – Unicum sacrae Scripturae Verbum
Non è facile prendere l’acqua dal pozzo di Giacobbe….
“La risposta di Francesco fu: “Carlo imperatore e Orlando e Oliviero e tutti i paladini e i prodi che furono valorosi in battaglia, combattendo contro gl’infedeli fino alla morte con fatiche e travaglio grande, ebbero su quelli memoranda vittoria e finalmente questi santi martiri caddero in battaglia per la fede di Cristo. Invece, vi sono molti che con il solo racconto delle gesta compiute da quelli, vogliono raccogliere onori e lodi presso la gente. Anche tra noi ci sono molti i quali, leggendo e predicando le opere compiute dai santi, vogliono ricevere onore e lode”. Con queste parole voleva dire che non bisogna preoccuparsi di libri e di scienza, ma di azioni virtuose, poiché la scienza gonfia mentre la carità edifica.” […]
“Aggiunse: Tanti sono quelli che volentieri si elevano alla scienza, che sarà beato chi si farà ignorante per amore del Signore Dio” […]
“E sovente soggiungeva: “Un uomo è tanto sapiente quanto opera, ed è pio e bravo predicatore nella misura in cui mette in pratica; poiché l’albero si riconosce ai suoi frutti”
Dallo Speculum Perfectionis
Tradotto terra terra (Virtù cristiana per eccellenza) “Più farai [la volontà di Dio] e più saprai.”
http://vivificat.wordpress.com/2010/10/05/piu-farai-la-volonta-di-dio-e-piu-saprai-2/
Ma è possibile vincere nella lotta con Dio come fece Giacobbe.
Come?
Perseverando nella preghiera…
Ma l’intelligentia fidei non esclude affatto la Volontà di Dio, men che meno l’umiltà e la consapevolezza di essere solo vermi di terra. L’intelligentia fidei si nutre, si abbevera di queste due prerogative…senza le quali non esiste accesso alla Parola!
Clodine, se uno si affida alla volontà di Dio, ed è umile, consapevole di essere “verme di terra”, non insiste a voler contrapporre la propria parola con la Sua Parola…
Questa è “superbia”… è resistere a Dio…
L’intelligentia fidei presuppone la conoscenza della fides nei suoi contenuti, Giovanni Paolo II docet…
…appunto, la fede, non esclude la ricerca, la manducatio dei testi antichi il desiderio, la sete di verità. La vera fede, lungi dall’essere spocchiosa non ha nulla a che vedere con la staticità e non si pronuncia mai in modo acritico, ma investiga e scruta tra le pieghe per confutare dove l’errore. Quel resistere a Dio, in atteggiamento di sfida a cui sembri accennare è una interpretazione di chi vuole a tutti i costi cavillare. Io ti assicuro in ambito teologico la sete di conoscenza, di scienza, di intelletto sotto la guida dello Spirito Settiforme è sempre in movimento in continua esplorazione, comparazione, e profonda conoscenza dell’ermeneutica: non si esaurisce mai, perché c’è sempre da capire e da imparare! Sempre…specie alla luce di nuove scoperte…non si deve restare fermi, ma tentare anche vie ardite. L’ Inquisizione, per cui se non abiuravi ti mettevano al rogo, grazie a Dio è stata abolita , oggi ..non si corrono più certi rischi…
altro argomento che scotta…è quello sul peccato originale…ma è meglio chiudere…. più saggio passare ad altri post, proposti dal nostro amministratore Luigi.
Ah..ubi…clodine, a capocchia, non scrive mai…stai tranquillo!!
Di G.Paolo II c’è di ben altro sulla teologia del corpo….l’udienza è una cosa…i trattati di teologia di papa Giovanno Paolo II sono altra..
Giovanni
Non ti spazientire Clodine…
poi lo Spirito Santo, che è Dio, sai bene che non muta.
Per quel che riguarda l’Inquisizione non ne ho avuto mai simpatia.
Certo è però che “il rogo” post mortem non è stato abolito, ed è quello che dovrebbe farci più paura…
Riprendendo,
ciò che è decreto immutabile tale resta.
Ciò che probabilmente non riesco ad esprimere è questo: La Chiesa come ogni credente e tra questi umilmente mi metto anch’io, non condanna il peccatore ma il peccato!
Cè comunque una richiesta ai pastori di discernimento.
La Familiaris consortio è chiara in tutti i suoi punti.
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_19811122_familiaris-consortio_it.html
E chi li sta mettendo in discussione?…Io non metto in discussione nulla, e sono obbediente alla Chiesa, ci mancherebbe, ti ho giò detto di c’ho perso la mia vita per seguire Cristo e la Chiesa? Più di quella…….
Ma, siccome ho anche una testa e il Padre Eterno me ne ha dotata per ragionare, resto ferma sulla posizione del Maestro Gesù il Nazareno per cui il sabato è per l’uomo, e non l’uomo per il sabato!
Sopra tutto esiste l’UOMO…la causa stessa di Dio!
Ubi umilitas, io non mi offendo proprio, e quella espressione non era specificamente rivolta a te, che pure la usi spesso;parlavo in generale di quelli che trinciano giudizi su coloro che magari non conoscono a puntino la Sacra Scrittura e i documenti della Chiesa, ma di fatto sono migliori nei comportamenti e sono veri testimoni, forse senza saperlo, dell’Amore divino. Io preferisco questi a quelli. Del resto,non è forse vero che Gesù additò come esemplare l’atteggiamento umile del pubblicano e rigettò quello altezzoso del fariseo, che tanto conosceva di testi sacri? E non è vero che nel Vangelo vengono rimarcati con semplicità gli atti di autentica carità?
Non tutti i credenti, a pensarci, sono nelle condizioni di farsi una “cultura” sui libri sacri e sui documenti espressi dal Magistero. I fatti, a mio parere, valgono più delle parole dette e scritte e sono davvero meritorî; salvano, secondo me, anche quelli che non hanno fede.
“Bisogna molto, tanto, troppo, leggere, conoscere, imparare, studiare e pregare, e quando lo avrò perfettamente fatto, allora solo allora mi accorgerò di esser pronto e poter finalmente dirmi sicuro che è giunto il momento giusto per… tacere!”
Ognuno è libero di cercare la Verità come meglio crede, ma non può ritenere che tutti debbano farlo allo stesso modo, quindi quel “bisogna”- chiedo scusa- è di troppo.
La preghiera va bene per chi crede, ma non dimentichiamo che Gesù ha detto che il Regno dei cieli è assicurato a chi fa la volontà del Padre, non necessariamente a chi si riempie la bocca di preghiere.
@ Marco
La Chiesa,realisticamente,è diventata più tollerante riguardo ai rapporti extra-coniugali, forse perché ha capito, anche se non lo ammetterà mai, che è difficilissimo arrivare al matrimonio vergini. La religione non inibisce manco per niente la sessualità, che è propria di esseri che, nella loro umanità, ce l’hanno iscritta nella loro natura.Tanto è vero che nel seno stesso della Chiesa stanno scoppiando tanti scandali strettamente legati al sesso. È vero o no? Ci dovrà pur essere una ragione. Vogliamo cercarla questa ragione? Altro che eunuchi per il Regno dei cieli!
“Chi ha fede in Cristo non può divorziare e risposarsi senza cadere nel grave peccato di adulterio. E’ una delle poche cose dette molto chiaramente da Gesù.”
Cominciamo col dire che, invece, sono tante( e non poche) le cose dette chiaramente da Gesù. E comunque facciamo un discorso più ragionato sulle separazioni, per non parlare dell’istituto del divorzio. Saltando a piè pari le motivazioni, altrove trattate, non di rado giustificabili, chiedo: escludendo per un attimo il fattore “sesso”, perché, se i separati trovano un compagno che dà loro amore vero e sul quale sentono di poter riversare il loro amore, dovrebbero votarsi ad una solitudine che sa tanto di vedovanza perpetua? Per abbracciare la Croce di Cristo? Ma davvero siamo sicuri che Gesù sarebbe contento di questo sacrificio “obbligato”? A pensarci, l’ Amore vero è un bene,non un male. Sto parlando non di eros, non di un sentimento superficiale, ma di un dono reciproco di Amore. Rinunciare per poi vivere fino alla morte di rimpianti? Sì,qualcuno potrebbe riuscirci,ma non tutti perché anche l’Amore è un bisogno incoercibile dell’uomo. E per ritornare al sesso, la Chiesa ammette la convivenza di due persone che si vogliono bene, a patto che il sesso venga escluso. La Chiesa, cioè, non ha capito, come se vivesse fuori del mondo, che l’Amore fra due persone che sono vicine spiritualmente porta, per naturale complemento, all’eros. O meglio, a volte lo capisce e a volte no.Allora,è sbagliato parlare di fobia del sesso?
Grande Marilisa!
ormai mi basta solo pensarle le cose, poi c’è Marilisa che le scrive.
Gli scandali sono legati a omosessualità e pedofilia e al modo di trattare tali casi da parte dei Vescovi, non a sesso naturale tra uomo e donna maggiorenni e consenzienti.
Non so se e quali ragioni vi siano, il discorso è piuttosto complesso. Occorrerebbe innanzitutto dimostrare che effettivamente nella Chiesa vi sia una percentuale superiore di pedofili rispetto ad altre organizzazioni e che questo sia dovuto alla morale cristiana e alla vita da religioso.
Il celibato è comunque un segno importante che dice che non è questo mondo ad avere l’ultima parola. E’ bene che la Chiesa mantenga questa sua tradizione, magari abolendone l’obbligatorietà per i gradi gerarchici inferiori.
La separazione è consentita, lo stare con un altra persona no. Si tratta di una regola che sottolinea l’importanza dell’unione matrimoniale e ne afferma il carattere esclusivo e definitivo. E’ giusto che sia così perché educa alla fedeltà e a tener vivo l’amore. Se nemmeno la Chiesa avesse più il coraggio di educare a questi valori molte famiglie si disgregherebbero e ciò si ripercuoterebbe sulla stabilità psichica dei più giovani e degli stessi genitori.
Il danno sociale e culturale sarebbe altissimo.
I separati risposati o che convivono stabilmente con una persona sono accolti e amati perché la Chiesa è vicina a tutti i sofferenti.
Questo però non significa venir meno al dovere di segnalare la gravità di un’amore sponsale diviso e distrutto.
I cristiani devono differenziarsi dagli uomini del Mondo.
La mortificazione attraverso la castità è una delle vie ascetiche verso Dio e uno dei metodi per fare ordine dentro di sé.
Inoltre è ancora disponibile il sacramento della riconciliazione attraverso cui è possibile intraprendere un cammino spirituale che aiuta a liberarsi dei propri vizi, fortificarsi e conformarsi sempre più a Cristo. O anche più semplicemente sentire la misericordia divina che perdona le nostre meschine debolezze.
Le ultime 8 righe del commento di Marco delle 22:11 fanno rabbrividire per la crudezza e la insensibilità verso gli esseri umani.Vorrei ricordare al giovane che prima di essere cristiani siamo semplicemente esseri umani con tutte le loro debolezze (meschine?). E se un essere umano ricerca un affetto anche al di fuori del matrimonio ,che magari si è interrotto non per sua colpa,mi guarderei bene dal definirlo “vizio”.
Mortificazioni per liberarsi? per fare ordine dentro di sè? cristiani diversi dagli uomini del mondo?
e poi ci chiediamo le ragioni per cui la Chiesa, questa Chiesa,si allontana dalla gente!
La Chiesa ha anzitutto il compito di testimoniare Cristo e il Vangelo non di assecondare le voglie della gente.
L’uomo non è una creatura innocente. C’è l’egoismo.
Nessuno impedisce a un essere umano di cercare affetto al di fuori del matrimonio, ma non si chieda alla Chiesa di riconoscere tutto questo come normalità. E’ giusto che la Chiesa condanni questo comportamento per sottolineare l’importanza dell’amore coniugale.
Inoltre vorrei far notare come è sempre il proprio ego a prevalere nell’apparentemente innocente frase “ricerca un affetto”. Sembra che si stia parlando di una caramellina che addolcisce la propria malinconia.
La persona umana è fatta per qualcosa di ben più pieno e dignitoso.
Si, le mie debolezze mi fanno schifo e faccio di tutto per estirparle. Purtroppo non sempre ci riesco. Confido tuttavia nell’aiuto e nella misericordia del Signore.
Vedere disumanità nelle parole in cui parlo del segno più bello e peculiare del cristianesimo, ossia il sacramento della riconciliazione, è l’emblema di quanto l’uomo d’oggi non voglia accettare di riconoscere il proprio male.
Talvolta certe discussioni mi fanno capire perché i signori Cardinali hanno eletto Jospeh Ratzinger. Occorre ripristinare i fondamentali, mi sa che Benedetto XVI ha tante, troppe ragioni. Purtroppo è proprio così.
Amen!
@ Marco
Ma tu sei lo stesso Marco di alcuni post fa o sei un altro? Sei forse questo:”Scaricati tutta sui potenti terreni ma lascia strare il Santo Padre, per amor del Cielo… è tanto bravo e mite!” o sei quest’altro:”Te credo Bagnascuccio nostro!
Nun ce sta più gnente da rosicà!
Mortacci aho!
So’ furbi sti pretacci!”?
Sei ingenuo davvero o vuoi apparire tale? Chi credi di prendere in giro? Davvero non hai capito che la maggior parte dei casi di omosessualità e di pedofilia nella Chiesa sono un altro modo per ricorrere ad un sesso relativamente “facile” alternativo a quello “naturale tra uomo e donna maggiorenni e consenzienti”? Il discorso è molto più semplice di quanto tu creda.
“Il celibato è comunque un segno importante che dice che non è questo mondo ad avere l’ultima parola.”
A parte il fatto che non riesco a capire il tuo contraddirti con quanto scrivevi in altri post precedenti, le parole su riportate mi fanno cadere le braccia.Neanche mi soffermo a commentarle.
“La separazione è consentita, lo stare con un altra persona no.”
Lo stare con un’altra persona sì, a patto che non ci sia unione fisica; insomma fratello e sorella.
Molte famiglie si sono già disgregate,indipendentemente dai dettami della Chiesa.
“I separati risposati o che convivono stabilmente con una persona sono accolti e amati perché la Chiesa è vicina a tutti i sofferenti.”
Anche i divorziati sono accolti e amati,e comunque prova a renderti conto che questa frase è in contraddizione con quella precedente.
“La mortificazione attraverso la castità” la seguano quelli che si sentono di seguirla, agli altri non deve essere imposta.
Sul sacramento della riconciliazione niente da eccepire.
Infine: la tua presa di posizione mi ricorda molto quella dei bambini che vogliono averla vinta a tutti i costi e si arrabattano testardamente e inutilmente per dimostrare che hanno ragione,non essendone convinti,e recitano a pappardella filastrocche mandate a memoria e mal digerite. Infantilismo allo stato puro.
Vai,ragazzo,vai…
Sulla castità per il regno, anche qui ci sarebbe da spulciare i testi e capire il motivo VERO per cui fu pronunciata la famosa frase di Matteo 19,12 che consta di tre rigolini sui quali si è scatenata una intera teologia, una pila di testi per avvolorare le tesi sulla castità, o celibato per il regno.
Tre rigolini riveduti e corretti dalla CEI ben 4 volte,al termine dei quali si è deciso di sostituire il noto: “chi può capire, capisca” , con un articolato :” Chi è in grado di accettarlo, lo accetti».Se devo capire il perché il Signore disse questa frase allora, l’intellighentia fidei mi sospinge lontano, mi chiede di esplorare il contesto in cui questa frase fu detta. Eh si, perché tra il capire, e l’accettare di capire ce ne corre…ed io voglio capire: c’erano gli Esseni all’epoca di Gesù, una setta famosa, di grande interesse -iI Battista faceva parte di quella comunità quasi certamente- i cui adepti [ e Plinio ce ne parla ampiamente] avevano una spiritualità e una capacità di guardare al mondo del tutto avulsa rispetto alla barbarie imposta dal Sinedrio e dalla Torah. Ovviamente, essendo dei pii, puri per eccellenza, praticavano la “CASTITA'” per il regno.
Ma Cristo NON vi aderì, Egli non era esseno-
ebbene: cosa vieta di pensare che quella pericope è riferita esclusivamente agli Esseni in senso stretto, non metaforico, non essendo Cristo un sacerdote ne MAI si pronunciò in favore di un sacerdozio così come si è poi sviluppato nella Chiesa?…Solo nel IV sec si iniziò a parlare di celibato e nel VII divenne effettivo. Gli Esseni potevano reggere il confronto con questa rinuncia “contra naturam”, quella spiritualità pura e primigenia lo consentiva. Proporla ai nostri sacerdoti, poveri….torturati da una società aliena a certi principi, formati alla meno peggio, con internet a portata di mano che proietta ogni sorta di pornografia e nefandezze…non c’è neppure da chiedere al diavolo: è già presente! Ovvio che poi si scatena ogni sorta di scandalo (omosessualità, festini dentro le canoniche, pedofilia e ogni sorta di schifo)
Non c’è peggior tradimento della verità, quando la si vuole confinare in modo astratto, staccata dalla vita: molto meglio combattere apertamente piuttosto che relegare la VERITA’ nel limbo delle cose, senza rapporto con la vita…
Ovviamente il riferimento a Cristo, riguardo al suo essere sacerdote, non contempla l’umano sacerdozio. Il Sacerdozio di Cristo è di BEn altre proporzioni…Egli è MELCHISEDECH, figura emblematica. Il sacerdote di Dio l’Altissimo, il più complesso enigma del Vecchio e soprattutto del Nuovo Testamento…
Scriveva il Dottore della Chiesa Sant’Antonio di Padova:
“La verità genera odio; per questo alcuni, per non incorrere nell’odio degli ascoltatori, velano la bocca con il manto del silenzio. Se predicassero la verità, come verità stessa esige e la divina Scrittura apertamente impone, essi incorrerebbero nell’odio delle persone mondane, che finirebbero per estrometterli dai loro ambienti.”
Ed infatti appena si insiste a dire le cose come stanno, i termini utilizzati salgono d’intensità…
In compenso quì sta diventando la fiera delle affermazioni errate e delle giustificazioni di se stesse\i.
1)Catechismo della Chiesa Catttolica
2744 Pregare è una necessità vitale. La prova contraria non è meno convincente: se non ci lasciamo guidare dallo Spirito, ricadiamo sotto la schiavitù del peccato. 210 Come può lo Spirito Santo essere la « nostra vita », se il nostro cuore è lontano da lui?
Niente vale quanto la preghiera; essa rende possibile ciò che è impossibile, facile ciò che è difficile. […] È impossibile che cada in peccato l’uomo che prega .
211 Chi prega, certamente si salva; chi non prega certamente si danna
L’articolo 211 è testuale l’affermazione di un altro grande dottore della Chiesa, Sant’Alfonso Maria de Liguori.
Ripeto. Ognuno\a è libero di fare e pensare ciò che vuole, ma delle sue azioni e dei suoi comportamenti non accusi la Chiesa, se essi sono in contrasto su quanto afferma la fede cattolica.
I commenti di Marilisa sprizzano affermazioni molto eterodosse, rossocardinale tira la volata, e Clodine sembra ne sappia più di tutti i Padri del Deserto e della Chiesa. State assommando una accozzaglia di inesattezze incredibili.
Questa è la verità,
ora arriverà per me l’odio….
Marilisa,
sono lo stesso Marco.
1) Occorre leggere con attenzione quello che scrivo.
1.A) Un cristiano non può convivere. Altro discorso è lasciare che uno Stato preveda regolamentazioni della convivenza, senza tuttavia equipararla mai al matrimonio, civile o religioso che sia.
1.B) Il Card. Bagnasco che finalmente dice alcune parole che lontanamente si riferiscono al malgoverno ed alla malacultura berlusconiana dopo un ventennio passato ad appoggiare il berlusconismo, semplicemente perché ci si accorge che il vento tira da un’altra parte è ridicolo e penoso oltre che segno di relativismo macchiavellico.
Sarebbe meglio tacere.
1.C) Gli ultimi due Pontefici sono fortemente reazionari e nutro molti dubbi sulla loro sintonia con il presente e soprattutto il futuro. Temo che la Chiesa sia destinata a divenire una gigantesca lobby da 7%, un casermone spirituale che perde la fecondità della sua tradizione.
Tuttavia, sentire discorsi di persone che pretendono dalla Chiesa l’assenso alla promiscuità sessuale, alla convivenza, al divorzio, magari anche all’aborto, mi fa comprendere le ragioni di GP-II e B-XVI.
2) Pedofilia
2.A) Su quali dati basi le tue affermazioni Marilisa?
2.B) In base a cosa sei certa della relazione celibato-scandali sessuali?
2.B.1) Leggendo bene quello che ho scritto, puoi vedere che sono favorevole all’abolizione del celibato obbligatorio per i gradi più bassi della gerarchia.
Ci sono comunque rischi connessi con questa posizione:
– creare preti di serie A e preti di serie B
– incrementare lacerazioni interne al clero e alla Chiesa
– disorientare i fedeli più semplici.
Non tenerne considerazione è segno di imprudenza.
2.C) Il celibato e la castità sono segni importanti e l’ho sempre detto. Ho affermato che la crisi vocazionale e una certa distanza pastorale tra le indicazioni del Magistero e la concreta possibilità di attuarle necessitano forse di una riforma dell’assetto organizzativo ecclesiastico.
L’abolizione del celibato obbligatorio o la creazione di laici al servizio della Chiesa, nonché il diaconato femminile potrebbero essere soluzioni possibili.
3) Separazione
Giusto quello che dici. Possono stare insieme senza unirsi carnalmente. Se lo fanno commettono peccato di adulterio (Mc, Cap. 10).
4) Voi che pensate di saperne più di tutti e come azzeccagarbugli ricorrete a quanto avete sentito dire, ricorrete all’aramaico e all’uso schizofrenico del metodo storico-critico mi fate cadere le braccia e anche le palle.
Se vi si da retta finisce che la Chiesa e la fede diventino privilegio esclusivo di intellettualoidi.
Ma perché non andate a farvi luterani?
Ma smettila Marco, ma che dici..dai ???
Ho studiato anni teologia, decine di seminari e un’infinità di ritiri eppure..non ho perso la fede..anni ed anni di frequentazioni con religiosi e religiose, anni di scoperte e anni di delusioni. Anni in cui ho udito tutto e il contrario di tutto. Anni ed anni di testimonianze e controtestimonianze. E più si entra nei meandri della storia, nel buio dei fatti e dei mistatti più la realtà si palesa in tutta la sua brutalità e più il Cristo, in fondo al tunnel brilla di una luce ancora più abbaccinante. Lui: il Cristo, quello Vero, e la Sua Parola sono oro zecchino…
Eh no, dai.
Non si può mica buttare al macero l’intera biblioteca del sapere cristiano sostituendola con un foglietto con su scritto: “Quello che è giusto lo decide il singolo”.
Non ho nulla contro i conviventi, i risposati etc.
Non si chieda alla Chiesa di rinunciare a mettere in guardia dal vivere in modo eccessivamente disinvolto l’unione carnale e l’amore coniugale.
La Chiesa ha anche una funzione di Magistra vitae.
Perché stando alle Scritture Davide si è unito a Betsabea e ha fatto uccidere il marito collocandolo deliberatamente in posizione sbagliata in battaglia.
Occorrono anche principi chiari e fermi.
venia: abbacinante…
Non ho mai messo in dubbio la tua fede e la tua preparazione, ci mancherebbe Clodine. Mi insegni molte cose.
Ti faccio presente che però esistono anche i semplici, che non hanno potuto studiare molto e per i quali la Chiesa è maestra sapiente.
Mettere tutto in discussione determina la reazione di arroccamento delle gerarchie e questo porta all’impossibilità di ottenere anche ciò che sarebbe ragionevole e ortodosso.
Hai ragione…si da scandalo anche in buona fede, non volendo…la santa Prudenza non è mai troppa però, questo blog è frequentato da persone abbastanza preparate: si può discutere, scambiarci vicendevoli pareri anche contrapposti, visioni e sentimenti diversi. Una pluralità dalle cromature sempre nuove e affascinanti che arricchiscono, anche quando ci si scontra!…
Ti abbraccio Marco
Clo
Nessun odio, caro Ubi, e nessuna estromissione, non fa parte del mio “credo”; continua pure a pensarla come vuoi, ma senza ritenere a priori che, almeno per quanto mi riguarda, voglia giustificare me stessa. Ciò che dico, lo dico in buona fede, e ne sono perfettamente convinta, e credo che le mie opinioni non debbano essere sottovalutate e non siano condannabili. Tant’è vero che ci sono preti, i più aperti, che la pensano come me. E sicuramente conoscono testi sacri e compagnia almeno quanto te.
Con lo Spirito Santo sfondi una porta aperta. Nessuno,forse, più di me ha fiducia nello Spirito e -guarda caso- il mio rammarico è che nelle chiese non se ne parli abbastanza. Le omelie, infatti, vertono- ci hai fatto caso?- quasi tutte su Dio Padre e su Gesù, raramente si fa accenno allo Spirito( “il grande dimenticato”) se non per giustificare sempre il fatto che la Chiesa sia sempre guidata dallo Spirito e perciò infallibile. Mi chiedo allora come mai molto spesso sia, e sia stata in passato, guidata male. Lo Spirito aveva gli occhi chiusi? Sicuramente, almeno credo, domenica prossima si parlerà dello Spirito, finalmente.
” Chi prega, certamente si salva; chi non prega certamente si danna”.
Non ne sono per niente convinta, nonostante il Catechismo. E sono sempre in buona fede.
Dio è molto più grande delle regole e guarda nel cuore degli uomini. Sarebbe troppo piccino se si attenesse alle regole formulate dagli uomini.
La carità stessa è preghiera. E ritengo che, anche chi non ha avuto il dono della fede(perché la fede è un dono,vero?), possa salvarsi in virtù delle opere, cioè per l’Amore verso i fratelli. L’ ” accozzaglia delle inesattezze incredibili” la vedi tu che pensi con la testa degli altri – a ognuno la sua scelta- senza mimimamente riflettere, con la tua, su ciò che leggi, e senza avere alcun dubbio su alcunché. No so se quei dottori della Chiesa a cui fai riferimento, e a cui peraltro va tutto il mio rispetto, affermerebbero categoricamente ,oggi, le stesse cose. Hai presente che a ognuno di noi capita, col passare del tempo, di cambiare idea su molte cose? A te no?
Io, tanto per dire, in passato ero molto più categorica rispetto ad oggi; la vita mi ha insegnato ad essere più indulgente e a cambiare opinione su molti argomenti.
Un modesto suggerimento: leggi anche libri di esegesi. Io ho un’intera biblioteca di libri del genere, scritti da ecclesiastici e da laici credenti. Gli ultimi vent’anni li ho passati a leggere quasi esclusivamente testi di argomento spirituale. Sorpreso?
@ Marco
Una premessa: le palle tienitele care, sai meglio di me qual è la loro importanza.
Anche tu dovresti leggere bene quello che gli altri scrivono. Mai parlato di “uno Stato (che) preveda regolamentazioni della convivenza”. Un cristiano, comunque, può trovarsi nelle condizioni di dover convivere. Sei sicuro di poter escludere per te questa possibilità? Ti auguro che non ti succeda,naturalmente.
Hai letto la prolusione del card. Bagnasco( che non mi sta particolarmente simpatico)? Io, obiettivamente e con sorpresa, l’ho trovata molto equilibrata e ne consiglierei a tutti la lettura. E non credo che si tratti di vento che tira da un’altra parte. Questo lo dicono quelli che vogliono la quadratura del cerchio per avvalorare le loro antipatie. Io mi attengo rigorosamente alla obiettività,come ho sempre fatto; è nel mio costume.
I “discorsi di persone che pretendono dalla Chiesa l’assenso alla promiscuità sessuale, alla convivenza, al divorzio, magari anche all’aborto” non li ho mai condivisi,che tu lo creda oppure no.
Pedofilia e omosessualità nella Chiesa.
Punti A e B della tua confutazione. Ti sembra realisticamente possibile che tutti gli omosessuali e i pedofili di cui si è parlato soprattutto in altri Paesi, e che sono venuti a galla solo recentemente perché prima erano tenuti nascosti pena la desertificazione della Chiesa, da molti anni a questa parte siano confluiti in massa nella Chiesa per semplice devianza? A me sinceramente no. Io credo, ragionandoci, che siano dovuti in gran parte alla necessità di dare sfogo, in modo inconfessabile, ad impulsi sessuali da cui preti e anche vescovi non sono esenti per il fatto che sono ecclesiastici. Sono fatti di carne ed ossa come tutti gli uomini. Molti fanno rinunce gravose, molti altri non ci riescono. Difficile da capire? Se la Chiesa lasciasse facoltà di matrimonio a chi lo volesse, a mio modesto avviso ci sarebbero meno scandali, che fra l’altro fanno male alla Chiesa stessa.
Sulla convivenza e sulla sessualità di chi convive mi sono già espressa e non mi ripeto.
Sul 4° punto, rilevo che sei ricorso anche tu agli insulti, che denotano debolezza di argomentazioni e non meritano attenzione, e che peraltro non mi toccano minimamente. Per i luterani ho il massimo rispetto, come per tutti quelli che professano altre confessioni e altre religioni. Ti ricordo che era protestante anche un uomo della levatura religiosa e intellettuale di Dietrich Bonoeffer, che i preti cattolici spesso citano giustamente.
Osservo comunque, sempre per essere obiettivi, che ques’ultimo tuo post è più sensato dello sproloquio di ieri notte, che sembrava scritto da uno che non ci sta con la testa. Scusa la franchezza.
In primis Marilisa, superiore alla preghiera, in certi casi, sono solo L’OBBEDIENZA e la Carità:”Per la qual cosa egli, non dubitando che la obbidienza è più meritoria della orazione, immantanente ch’egli udì il comandamento del prelato, lascia l’orazione e va umilemente con quello frate che ‘l chiamava. E come piacque a Dio, costui in quello atto della pronta obbidienza meritò quello che per lungo tempo d’orazione non aveva meritato.” […] “oggi per comandamento di Dio e per la sua perseveranza e per la sua pronta obbidienza, per la quale egli lasciò la sua dolcezza della contemplazione [preghiera], io sono mandato da Dio a rivelargli dinanzi a voi quello ch’egli addimanda”
Vuol dire tralasciare un attimo la preghiera per una opera superiore, no non pregare…
http://vivificat.wordpress.com/2010/10/08/fioretti-di-san-francesco-lobbedienza-pote-piu-della-preghiera/
Mi permetto solo una precisazione sulla preghiera:
non si prega per rispettare le regole, oppure per ‘acquistare la salvezza’.
La preghiera è dialogo, il dialogo con quel Dio che si ama. Si parla con le persone che si amano, altrimenti l’amore muore.
Per questo il cristiano prega: non si limita a ‘recitare le preghiere’, ma dialoga con Dio in molti modi, anche mentre compie un’opera di carità: essa ha una dimensione spirituale, di elevazione del cuore a Dio.
Il dialogo, poi, viene a volte cercato, a volte sgorga spontaneo, per cui ci si trova a lodare Dio senza quasi volerlo di fronte a certe meraviglie, o a implorarlo nelle difficoltà.
E’ quindi verissimo che chi prega certamente si salva, non nel senso che sia la preghiera a produrre la salvezza, ma nel senso che la preghiera è espressione di una salvezza già operante, di una presenza dello Spirito già vitale.
E per l’altra cosa che scriveva Ubi, sulla preghiera che rende possibile l’impossibile, non si riferiva a miracoli o miracoletti: Don Oreste Benzi, che è stato un instancabile difensore dei deboli, diceva “Non sto in piedi se non sto in ginocchio”.
Buona giornata a tutti.
Vedi Marilisa,
senza nemmeno accorgerti sei presuntuosa e offensiva.
Ad esempio quando dai per scontato che il caro Ubi non pensi con la sua testa. Non potrebbe aver deciso di credere ciò in cui crede? Non potrebbe essere in buona fede? Non potrebbe aver sperimentato nella sua vita la verità di ciò in cui crede?
Su che base lo affermi?
Perché sostieni che io ieri sera non ci stavo di testa quando ho scritto cose che da sempre sono insegnate dalla Chiesa e praticate dai cristiani?
Che tu ritenga che la causa di alcuni casi di pedofilia interna alla Chiesa siano imputabili alla dottrina non significa necessariamente che lo siano davvero. O hai studi che lo dimostrano o è solo una tua opinione.
Io non convivo e se una donna mi propone di convivere la abbandono.
Che schifo! Provarsi a vicenda come se si fosse cose… Penoso! Puh!!!
C’è il periodo del fidanzamento per vedere se si è fatti l’uno per l’altro.
Se mi scopo una non pretendo che il Papa mi dica: “Bravo! Vai avanti così che vai bene!”. Se la amo e lei mi ama, perché non sposarci?
Non ho nulla neanch’io contro i Luterani (mi piace ascoltare Paolo Ricca); mi lascia perplesso il fatto che abbiano diviso la Chiesa e soprattutto mi disorientano i ragionamenti luterani da parte dei cattolici.
Ho insultato esattamente come hai fatto tu così si capisce cosa vuol dire.
Secondo, io non che abbia chissà quanto studiato…
Il serafico Francesco affermava -e viveva- “La scienza gonfia, la carità edifica”.
Ecco cosa si dicevani il serafico Santo e l’angelico Dottore:
“S. Domenico: Io vengo dalla Spagna. Ho studiato fino dalla mia infanzia: l’università di Salamanca mi ha scoperto le verità profonde della teologia e la bellezza della scienza, sorella della fede. Ho passato dieci anni tra gli eretici pessimi di Provenza, ho conosciuto i mali dell’errore, il pericolo del sapere senza Dio. Sono stato accanto a Simone di Monfort come il sacerdote accanto al cavaliere, ho combattuto con la parola del Vangelo prima che i soldati combattessero con la spada, ho pregato e digiunato mentre ardeva la battaglia inevitabile. Dalla conoscenza degli eretici ho imparato che i mali del secolo derivano dalla superbia e dall’intelletto che è cecità e schiavitù; solo la verità ci farà liberi. Che puoi dirmi di te fratello?
S. Francesco: Io fuì mercante, uomo di mondo e peccatore: poco studiai e poco lessi se non i libri mastri del fondaco, e canzoni e ballate ed altre vanità, finchè il Signore misericordioso mi tocco il cuore, mi dette a leggere la croce. Io non conobbi eretici, conobbi lebbrosi. E poi che il Signore mi affidò i frati, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma l’Altissimo stesso mi rivelò che dovevo vivere a norma del santo Vangelo
S. Domenico: Anche i miei frati vivono a norma del santo Vangelo e pregano e studiano per combattere l’astuzia del mondo
S. Francesco: I miei sono idioti ed illetterati e non hanno altro libro se non il Crocefisso ”
http://vivificat.wordpress.com/2010/10/05/dialogo-tra-san-francesco-e-san-domenico/
Libri di esegesi poco mi interessano quindi, ecco il senso del “quando avrai tanto studiato ti accorgerai che è il momento di… tacere…
infatti il momento migliore è quello che si svolge nel “Segreto” Pregare e legger “La Croce”, è lì che si ottengono grazie e consolazioni e si progradisce nella vita dello Spirito.
Ho già affermato su questo blog che ritengo “I Fioretti” il più alto compendio di teologia, superiore anche alla Summa dell’aquinate.
Ma, non basta conoscerli, bisogna viverli !
E veniamo alle, ahimè, dolenti note…
“Tant’è vero che ci sono preti, i più aperti, che la pensano come me. E sicuramente conoscono testi sacri e compagnia almeno quanto te”
Ahi ahi ahi…
di gente piena di rispetto umano che mettono certa affettata quanto malvagia delicatezza, di traditori e di vigliacchi, purtroppo nella Chiesa non ne mancheranno mai. Il Demonio da sempre cerca di infiltrare la Chiesa e profitta delle debolezze dei suoi componenti. Non è una novità che “il fumo di Satana” da qualche spiraglio sia entrato..
Ma, tant’è, la promessa del “non prevarranno” è sempre efficace.
“Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell’uomo dal quale è tradito!”
Eh..caro UBI…non sempre quanto affermi trova Grazia agli occhi di Dio! nella Chiesa non si è mai spenta la profezia: è uno spirito, quello profeti, che non può tacere perchè se lo facesse, anche le pietre griderebbero!
Sai dove colloca Dante il buon Celestino V : eremita, taciturno e greve, animo devotamente assorti in misteriose contemplazioni il quale “mosso da ragioni legittime, per bisogno di umiltà, di perfezionamento morale e per obbligo di coscienza, per debolezza del corpo, per difetto di dottrina e per cattiveria del mondo, per l’infermità della persona, al fine di recuperare la pace e le consolazioni del suo precedente modo di vivere, liberamente e spontaneamente, abdicò, rifiutando il Pontificato…..Lasciando aperte le porte ad uno dei capitoli più neri che la storia della chiesa ricordi: l’avvento al soglio pontificio di Bonifacio VIII??…Sai dove lo colloca Dante? Nel III girone dell’INFERNO…tra gli ignavi, e gli Angeli che non proferirono parola al tempo della rivolta di Lucifero…anime che in vita non operarono né il bene né il male per loro scelta…anime tiepide…vomitate!
Ultima osservazione sullo “Spirito Santo”…
Posto che lei dice di aver fiducia nello “Spirito Santo” ma, …
purtroppo le sue affermazioni non sono assolutamente in linea con quelle della Chiesa che,per antonomasia, è assistita dallo “Spirito Santo, …
non le sorge il dubbio che magari lei forse lo confonde con lo “spirito del mondo” ??????
Ps ha mai visto il film “State buoni se potete” , che è un film su San Filippo Neri?
ATTENZIONE a COSA SUCCEDE AL MINUTO 5:32
http://www.youtube.com/watch?v=zeUlIuZpm5U&feature=related
E sempre a proposito di quel bel film che racconta la vita di San Filippo Neri anima umile innamorata di Cristo e della Sua legge, della Croce e della Santissima Eucaristia, guardi questo filmato dall’inizio fino al minuto 3:30
http://www.youtube.com/watch?v=TmPpO9RSbX0&feature=related
Poi, quando incontra quei famosi “preti, i più aperti”…
faccia come nel filmato precedente e in questo, li tratti come una immondizia, li offenda, li umili, magari gli sputi pure e, dalla loro “reazione” saprà da quale “spirito” procedono…
Perchè dai superbi, disobbedienti, protervi, “miracoli” non ne nascono…
Rispettosamente per le posizioni e le opinioni di chiunque contribuisce a questa fruttuosa conversazione, ma mi potete spiegare come si parte da un post sull’amore (quello vero) e si giunge a parlare di diavoli,preti, pedofilia e quant’altro?
Non è che, forse forse,stiamo ancora legati al concetto arcaico che se non è dentro ai canoni stabiliti dalla Chiesa allora non è amore e deve per forza arrivare dal maligno?
Ma quanto è piccolo e meschino il Dio di cui parlate se riuscite a inscatolarlo dentro alle regole del Catechismo, alle leggi della Chiesa, ai codici degli uomini?
Il Suo amore, e di conseguenza quello che ci ha donato da provare, secondo me, è molto più alto – vero – inimmaginabile di quello che le nostre piccole menti possono concepire.
Le mie affermazioni non sarebbero in linea con quelle della Chiesa?? Cosa te lo fa pensare?? Sono certa di NO!
Piùttosto esorterei a non esorcizzare lo Spirito Santo, è l’errore più tragico e comune, spesso si palesa quando, anziché tentare di “capire” esce fuori per l’istinto il dominio, la pretesa di “far capire”…Tutto ciò che ci appare “nuovo”, o quanto meno “non allineato” con le nostre pervicaci convinzioni è tacciato di “sospetto”, “pericoloso”, e tutto quanto minaccia l’abitudine e disturba il corso dei pensieri (e digestione) viene rimosso attribuendolo al nemico.
Un’accenno alla giustizia e subito si è “marxisti”. Una critica appassionata e sofferta e ecco l’etichetta di “infedele”, una posizione rigorosa e si è tacciati di “estremismo”, una esigenza di sincerità e si è bollati col marchio di “nemici dello Spirito Santo”. E’ una tattica che non mi piace.
Gli scribi accusano Cristo di scacciare i demoni in nome del principe dei demoni e intanto loro fanno di peggio : esorcizzano lo Spirto Santo appunto…
Lasci stare Rossocardinale..non si scandalizzi…stavo rispondendo ad Ubi e …i nostri post si sono incrociati ma, come vede collimano, segno che siamo in sintonia..
Non ci faccia caso : succede nelle migliori famiglie. Non si spaventi…
Nessuno inscatola niente. Cattolico significa universale.
Le regole tuttavia sono necessarie, così come un minimo di comunione e senso di appartenenza.
Gli altissimi concetti da voi espressi vanno anche tradotti in realtà in qualche modo.
“Poiché non è facile prendere l’acqua dal pozzo di Giacobbe….” e poiché la sig.ra Clodine dimostra una così grande conoscenza di INTTELIGENTIA FIDEI che le permette di investigare sulla parola, mi permetto chiederle se ha di grazia una qualche idea, perché mail povero Giacobbe dovette lottare tutta la notte con l’angelo che per ricompensa gli “slogò” la caviglia lasciandolo “invalido”.
“ Infine Giacobbe fu lasciato solo. Quindi un uomo veniva alle prese con lui fino a che ascese l’aurora. Quando vide che non aveva prevalso su di lui, gli toccò la cavità della giuntura della coscia; e la cavità della giuntura della coscia di Giacobbe si slogò, mentre era alle prese con lui. Dopo ciò disse: “Lasciami andare, perché è ascesa l’aurora”. A ciò egli disse: “Non ti lascerò andare se prima non mi benedici”. Allora gli disse: “Qual è il tuo nome?” al che disse: “Giacobbe”. Quindi disse: “Non ti chiamerai più Giacobbe ma Israele, poiché hai conteso con Dio e con gli uomini tanto che alla fine hai prevalso”” ( Genesi 32.24-48)
Come mai l’angelo gli fece quel danno fisico ?
@Marco
Posso concordare sulla necessità di regole che, appunto, dovrebbero “regolare” e non imporre, come si evince invece da quanto lei scrive in precedenza e dove si osserva una totale mancanza di comprensione per l’animo umano perchè le regole lo dicono.
Per quanto riguarda il senso di appartenenza e la comunione, essi sarebbero meglio raggiunti con l’accoglienza, con l’amore, con la comprensione delle persone e, in casi estremi,con l’aiuto dato loro a redimersi. Ergersi a giudici degli altri, se essi non seguono le regole, significa far rimanere un sogno i sensi di appartenenza e la comunione fra gli esseri umani, e sbagliare completamente la missione che Cristo ci ha affidato, cioè quella di spargere la Sua parola e il Suo amore, non certo quella di giudicare i nostri simili, specie quelli che si sono smarriti.
Non credo che alcuno di noi pensi di esprimere altissimi concetti, ma di esprimere i propri, sì, che non saranno granchè ma appartengono a ciascuno di noi e come ogni cosa propria di un essere umano, siamo in grado di cambiarla se ci viene dimostrato che è errata. Tale dimostrazione, però, non potrà mai accadere se continuiamo a parlare per leggi e schematizzazioni. Il cuore umano per sua natura è allergico alle imposizioni, ma sa accettare con gioia tutto quanto gli viene sottoposto con amore.
Chi sta giudicando chi?
Ripeto e chiudo qui: c’è una funzione pubblica ed educativa della Chiesa, anche questa è opera di amore nella verità.
Perché ci si redima è necessario avere consapevolezza del proprio peccato e pentirsene sinceramente.
Va bene, allora mettiamola così: la funzione pubblica ed educativa della Chiesa sarebbe meglio espletata “avvicinandosi” agli animi smarriti, piuttosto che dire loro quello che possono e non possono fare. Con la “conoscenza”, poi, si spiega loro che sbagliano e si presentano le regole per vivere in comunione con quel senso di appartenenza che lei auspica.
Ammesso che si tenga davvero a continuare la missione di Cristo…
@ Marilisa
“A proposito di “nullità”, non voglio fare il “bastian contrario”, ma osservo che più di una volta la Chiesa ha riconosciuto la nullità del matrimonio contratto da persone piuttosto famose,….”
Uno degli aspetti meno considerati ed esaminati, ma che dovrebbe caratterizzare il comportamento di chi si definisce maturo/a , è quello di insegnare a se stesso a conoscere le motivazioni. – Il “perché”
“La motivazione è l’espressione dei motivi che inducono un individuo a una determinata azione. Da un punto di vista psicologico può essere definita come l’insieme dei fattori dinamici aventi una data origine che spingono il comportamento di un individuo verso una data meta; secondo questa concezione, ogni atto che viene compiuto senza motivazioni rischia di fallire.” Wikipedia
Tutti siamo sottoposti a alla necessità di fare scelte che spesso facciamo in modo istintivo senza veramente chiedersi quali sono le vere motivazioni. ( Wikipedia fa una lunga disquisizione sulla motivazione) ma semplifico dicendo che nel campo spirituale e dei rapporti umani, conoscere la motivazione o il perché si arriva a prendere una decisione piuttosto che un’altra, è fondamentale per l’attribuzione di un giudizio di assoluzione o di colpevolezza.
Sono le motivazioni che rendono gli eventi buoni o cattivi ed è uno degli aspetti più difficili da stabilire per l’uomo e fu anche il motivo per cui era stato detto “In quanto al frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare.”, ma avendolo fatto, fu anche detto “l’uomo è divenuto simile a uno di noi” “essendo in grado di stabilire il bene e il male” ma benché ormai in grado di farlo, per certi meccanismi che wikipedia spiega , l’uomo non sempre sa perché fa. Non sempre si preoccupa di sapere quali sono le motivazioni base per cui fa le scelte. Ed ecco che per es. una stessa azione fatta da persone diverse può essere cosa buona e giusta e nello stesso tempo essere un’azione malvagia perché dipende dalla motivazione con cui ogni azione viene fatta.** E il Dio che è “il Padrone del futuro” può anche cambiare il risultato che sarebbe scaturito da un’azione malvagia fatta con il motivo giusto come da un’azione giusta fatta con il motivo sbagliato. Perché solo Lui può conoscere “la persona segreta del cuore” (1 Pietro 3.4)
Lei ha spiegato perché la nullità che viene dichiarata dalla chiesa è cosa malvagia ma non ha spiegato perché la sua coscienza ha bisogno che sia qualcun altro a stabilire ciò che la sua coscienza è in grado di stabile da sé.
E’ sempre “il perché” il fattore chiarificatore e che permette di conoscere se stessi e farsi conoscere.
(Salmo 49:20) “L’uomo terreno, quantunque in onore, che non comprende, In realtà è paragonabile alle bestie che sono state distrutte.”
p.s. ** Un esempio:
Un uomo che si suicida è condannato ! E un uomo che si suicida per far incassare al figlio “diversamente abile” l’assicurazione sulla vita per poter sopravvivere, commette peccato ? E chi si fa uccidere per salvare i compagni commette peccato ? ecc. ecc.
Clodine, “SAN Celestino V” al secolo Pietro Angeleri e detto Pietro da Morrone, E’ SANTO !
Per la Chiesa cattolica è Santo, e come tale venerato ed onorato (e Benedetto XVI ne è gran estimatore…). E tanto forse basta per le “affermazioni [che] non sarebbero in linea con quelle della Chiesa”. Ma tant’è…
Quanto allo “spirito”, Nostro Signore ci mise soprattutto in guardia dai “falsi profeti” (un profeta per esser tale deve parlare illuminato dallo Spirito Santo…) che un tempo sarebbero venuti in abbondanza, dandoci i mezzi per riconoscerli “dai loro frutti li riconoscerete”. Quindi, un occhio ai frutti, un paio di sputazzatine, et voila, les jeux sont faits…
@ Rossocardinale
“piccolo e meschino” è solo il Demonio, certo va specificato, lo è nei confronti di Dio. Poichè la sua forza è di molto superiore alla nostra e noi senza l’aiuto di Dio soccomberemmo, poichè, per quanto decaduto è sempre una creatura “angelica”.
Saluti a tutti, ho esaurito esaustivamente l’argomento.
Francamente a me sembra un dialogo fra sordi, proprio come -mi sia consentito l’accostamento- succede in politica.
Marco dice: “Non potrebbe aver deciso di credere ciò in cui crede? Non potrebbe essere in buona fede? Non potrebbe aver sperimentato nella sua vita la verità di ciò in cui crede?” Ma chi lo nega!?
Santo cielo! Ho sempre detto, in qualsiasi circostanza, che ognuno è libero di pensarla come vuole. Chi se ne importa? È lecito o no esprimere un’opinione nei limiti della correttezza? È lecito o no dire che se si resta abbarbicati a determinate letture come fossero verità incontestabili, e senza riflessioni personali, è difficile vederci un coinvolgimento diretto che sarebbe opportuno? A me è sempre stato detto, grazie a Dio, che bisogna riflettere su ciò tutto che si sente e che si legge, proprio tutto, e lo trovo sommamente giusto, anche a costo di non essere prona davanti a tutto ciò che mi viene indicato dal pulpito. Del resto, se si guarda al Vangelo, si può notare che più di una volta certi passi sono stati interpretati in modi diversi, a seconda dei tempi e anche delle persone. Se poi qualcuno ha idee diverse dalle mie, lo rispetto anche se non condivido. Quindi ciascuno faccia quel che vuole, ma senza pretendere che abbia in tasca la verità. Chiaro? Forse non sono una cristiana “ortodossa”, ma rivendico il diritto a non essere giudicata e soprattutto alla libertà di pensiero. Con buona pace di quelli che si ritengono nel solco della ortodossia e sono contenti di esserlo. Lo stesso papa Ratzinger, che io apprezzo nonostante certi scivoloni iniziali, prima che divenisse papa era molto più intransigente di quanto non lo sia oggi. Volete aprirli gli occhi o no?
Se Marco va a rileggersi il post di ieri e lo fa con attenzione, si rende conto (ma dubito che lo ammetterebbe) che è pieno di contraddizioni e di affermazioni che non stanno né in cielo né in terra. Per esempio: “Il celibato è comunque un segno importante che dice che non è questo mondo ad avere l’ultima parola.” Cosa significa questa frase? Per me – senza offesa- è senza senso.
Oggi dice: “Io non convivo e se una donna mi propone di convivere la abbandono.” Bravo! E le sputi pure in faccia. Solo che io ho parlato di “convivenza” in casi particolari, non come consuetudine. E Marco, al quale peraltro dico che non mi sento per niente insultata, faccia come gli pare. E per ultimo: mai contestata la funzione pubblica ed educativa della Chiesa. Semmai sempre constatato che molti sedicenti cattolici, quando gli fa comodo, con molta “coerenza” la smentiscono. Saranno sicuramente condannati, naturalmente.
A Ubi @ 12:19 dico che tutto il discorso lo rigetto in blocco perché mi parla, e ne sono scandalizzata, di una Chiesa retrograda dalla quale, grazie a Dio, si sono prese le distanze dopo il Vaticano II, anche se permangono i nostalgici, per non parlare dei lefebvriani di infausta memoria. È un’offesa? Me ne scuso, ma la penso così.E non confondo affatto lo Spirito Santo con lo spirito del mondo. Ma ha mai sentito dire che lo Spirito soffia dove vuole? Dio è inimmaginabile e imprevedibile, caro Ubi, altro che storie! E non vada a citarmi film, ottimi per carità, ma ai quali potrei contrapporre altri film altrettanto validi.
E comunque finiamola qua perché intanto ognuno resta nei suoi convincimenti.
@ Marco
“Perché ci si redima è necessario avere consapevolezza del proprio peccato e pentirsene sinceramente.”
Cos’è il peccato ? Sig. Marco ? Alla luce anche del mio a Marilisa @ 15.06.
Lo so chi è …e chi fu Celestino V Ubi…Anche se Dante lo pone nel III Girone dell’inferno, tra i dannati, noi sappiamo il motivo per cui il vate Dante ebbe il dente avvelenato contro di lui, per via dei grossissimi guai con Bonifacio VIII: causa dell’acredine e risentimento contro il buon Celestino…