Sento lamenti – anche in questo blog – contro i telefonini, internet e le telecamere onnipresenti e non resisto alla tentazione di dire che invece io ne sono contento e mi dispiace essere avanti con gli anni e non poter vedere a lungo i grandi passi nella comunicazione che si annunciano all’orizzonte. Trovo buono ogni potenziamento dei contatti tra gli umani. Alla giornata mondiale della gioventù di Denver 1993 non avevamo ancora i telefonini e io ero là come inviato e c’erano nel campo della veglia i miei due figli più grandi, li cercai per ore e non li trovai. Alla giornata di Toronto 2002 c’erano i due figli di mezzo, li rintracciai grazie a Tim e fu grande vegliare con loro. Dico i ritrovamenti innocenti per tacere quelli importanti. La possibilità di mandare una parola a chi ne ha bisogno è impagabile. Andare per il mondo tenendosi in contatto è un modo di dare sale alle giornate.
Elogio dei telefonini e di internet
30 Comments
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ma si..dott.Luigi, ma certo è tutto vero, però..però…che ne è della privacy?
Abbiamo bisogno di avere un angolino tutto nostro. Siamo animali, non dimentichiamolo la lotta per accaparrarsi il territorio fa parte della nostra natura. Senza la libertà di potrerci rintanare quando ci va diventiamo schiavi gli uni degli altri. Come in tutte le cose ci sono i pro e i contro: i “pro”sono le grandi agevolazioni di cui parla con dovizia nel post, i contro ci sono, e sono molti, compresa la contaminazione dell’etere, dell’aria che respiriamo.
No!! Io amo la terra, le stelle ..il silenzio..contemplare gli spazi..sono una creatura bisognosa di quiete..
Clodine tu con il movimento di un dito spegni il telefonino e lo lasci in casa per un giorno e due giorni – o un mese e due mesi – e te ne vai a rimirar le stelle in un luogo dove nessuno ti possa raggiungere: sono sicuro che ne conosci. Lo stesso fai con il televisore, il computer, la macchina fotografica. E non acquisti mai una cinepresa. Dov’è il problema?
E vabbé..che posso rispondere..me’ tocca soprassedere e…mandare giù il rospetto! Parlare male di queste diavolerie ad un giornalista è come..fammi pensare..cantare faccetta nera nel bel mezzo della parata del 2 giugno!!
Però..che bello rimirar le stelle nel silenzio notturno…appollaiata sul davanzale con un venticello tiepido che mi solleva i capelli e mi soffia delicatamente il volto!! Ehh…assapori la poesia…dott.Luis !!!!!
Circa dieci anni fa sono stato all’estero per un anno di studio durante il liceo, ricordo le lettere che arrivavano da casa e dai miei amici.. col francobollo.. che ci mettevano 3-4 giorni… ! Oppure ricordo la telefonata settimanale di mia madre, la domenica, al telfono fisso della casa dove ero ospite.. con la mia “madre-ospitante” che doveva leggere in un improbabile italiano dei messaggi per la mia vera madre, messaggi che avevo scritto in un foglietto sopra il telefono per quando non ero in casa…
Oggi vivo da qualche anno all’estero, sempre per studio. Posso “vedere” e parlare con i miei famigliari e amici ogni giorno, se voglio. Grazie a internet i prezzi delle comunicazioni sono stati abbattuti e la qualità è cresciuta enormemente. Grazie a messenger non solo ho coltivato ma anche approfondito alcune amicizie che avevo lasciato in Italia, è stato più facile tenersi in contatto a migliaia di km di distanza rispetto a quando si era qualche decina di km. Questi contatti umani mi hanno aiutato nei momenti di nostalgia, quando mi mancava l’Italia e il senso di “casa”. Ho potuto tenermi in contatto con alcuni giovani che avevo seguito nella parrocchia dove ho lavorato, e continuare in un certo modo ad esserli vicino. Inoltre posso leggere giornali italiani on line e vedere la tv italiana, grazie a internet.
In dieci anni è cambiato tutto, grazie all tecnologia questa mia seconda esperienza all’estero è stata decisamente più ricca di umanità e meno dura dal punto di vista del distacco dagli affetti.
Me ne rallegro e guardo con fiducia agli sviluppi futuri…
caro don78. Sicuramente per chi si trova lontano internet rappresenta una svolta. I vantaggi sono innegabili, un’invenzione straordinaria e rivoluzionaria, un’apoteosi, uno slancio vitale, un’esplosione geniale per l’umanità, forse la più grandiosa dal punto di vista della comunicazione tra gli individui. Un po’ come lo fu il telegrafo a suo tempo: servì a salvare tante vite, ad accorciare le distanze ad accelelare quel processo evolutivo che scatenerà di li a poco altre invenzioni e su più fronti. Il progresso è in assoluto la rappresentazione della genialità della mente umana, che arriva ovunque vuole, che penetra i misteri del conoscibile e oltrepassa la barriera del visibile. Però…consentimi don78..quante volte davanti al progresso ci si è dovuti fermare, quanti passi indietro per uno avanti, quante brusche battute d’arresto, quanti inganni quante nefandezze, quanta pornografia e pedopornografia , quante lordure si nascondono, si mistificano dietro questo piccolo monitor. Quante vittime, quante truffe…e se fosse una diavoleria? Se dietro quello che appare finalizzato al bene si nascondesse invero il male? Quello più nero, camuffato di polverina d’argento? Perchè, vedi d78, noi stiamo del computer, degli innocui mezzi i comunicazione, telefonini e affini, ma sappiamo quanto ne sappiamo di ciò sulla scia di internet e sulle stesse basi si è giunti ? A quale altra alta tecnologia è arrivato l’uomo? Ad una che detiene in mano le sorti del mondo: un grande cervello che cattura informazioni di ogni essere vivente che nasce e muore su questa terra, una deus macchina che a me personalmente inquieta non poco…il diavolo è furbo…
hai presente un coltello da cucina, magari a punta, un po seghettato,
a me ha fatto sempre paura, perchè una volta mi ci sono fatto male mentre stavo tagliando del pane.
Ecco,
penso con quel coltello…… quante persone sono state uccise,
eppure è un normale coltello da cucina usato da milioni di persone ogni giorno.
Come si fa ad abbinare internet solamente ad un aspetto, come puo’ essere la pornografia o giu’ di li’,
è come se dovessi abbinare il corpo umano con il tumore o con il cancro,
ma essi sono alcuni degli aspetti del corpo, che è molto di più e più complesso.
Cara Clodine,
onestamente questa corsa a vedere il diavolo dovunque, e soprattutto nel progresso, non la condivido e non mi appassiona per nulla.
…e poi anche il “nostro” blog è su Internet, o sbaglio?
scambiarsi i post per lettera sarebbe stato più poetico, ma come rendere partecipi tutti di tutto? il vecchio ciclostile? poco pratico e, per quanto mi riguarda, anche un po’ troppo left-wing anni 70!!
A me, Matteo, non spaventa internet in quanto contenitore onnivoro..è l’adorazione che si fa di questo aggeggo, l’idolatria, quasi fosse la pangea dell’umanità. E’la divinizzazione dell’oggetto che spaventa capisci? La dipensenza che crea…ed è fuori dubbio che esista questa realtà!
Quello che a me inquieta -e lo ribadisco in quanto di sopra si sono accavallati i pensieri- sono le estreme conseguenze che sulla scia di questa invenzione epocale si è arrivati, sistemi di una complessità inaudita.Tutti noi: i nostri figli, e figli dei nostri figli saranno riconoscibili da una macchina attraverso dei numeri..siamo riconducibili a numeri, non più esseri umani ma “numeri”catalogati e osservati in tutto quello che facciamo sia che ci muoviamo o che riposiamo cosa acquistiamo ecc….forse non riesco a spiegarmi…forse no, ma non lo pretendo. Preferisco guardare le stelle…e contemplare le bellezze del creato piuttosto che rimbambirmi davanti ad un PC..salvo parlare con gli amici del pianerottolo, s’intende!!!!
matteo se può interessarti ti ho risposto nell’altro articolo (su enzo bianchi etc)
ciao
don78 non parlavo del diavolo in qualto tale con forchettone e gli zoccoli…ma di “diavoleria” in senso lato. Per farti un esempio: un tempo le ricerche si effettuavano stando ore e ore nelle biblioteche, armate di taccuino e penna si passavano ore ed era estenuante. Ma al momento degli esami la preparazione era ineccepibile. Quando ho preso la licenza in teologia nel 1995 il computer già esisteva, ma in forma molto rudimentale…e lo usai per la tesi e andò bene.
Un mio amico, certo don Marco, fece la grande cavolata di preparare l’intera tesi di dottorato al PC, ebbene, un disguido tecnico la “divorò” in meno di un nano secondo..e si ritrovò senza tesi. Non prese più il dottorato, si fece prendere una depressione per quel motivo e non fu più lo stesso prete! Se per te quella non è una diavoleria, dimmi tu che nome dare!? Vorrei vedere se succedesse a te una cosa del genere…comincia a fare i dovuti scongiuri ..uno due tre…dai..tocca maniglie forchette tutto il ferro che ti capita..
ok, scongiuri fatti… cmq dì a don Matteo la prossima volta di fare sempre un backup del lavoro… penso che lo abbia imparato a sue spese… povero…
ma io salvo il mio lavoro ogni giorno su memory stick… oltre ad averlo su due computer 🙂
Ahhhh..te’ sei messo paura eh…ahahahah
A proposito di nuove tecnologie e comunicazione vi segnalo un post(icino) sul mio blog. Perdonate l’autocitazione ma è solo per non rubare spazio in casa d’altri e per aggiungere un altro punto di vista al dibattito. Troverete linkati alcuni esempi di utilizzo di internet, dei podcast e di YouTube per diffondere la Parola di Dio.
Un saluto a tutti.
Io credo che una delle tattiche più astute del male nel nostro tempo sia quella di catturare tutta l’attenzione dell’uomo e catalizzarla sulla terra affinché non guardi in alto. I nostri figli ormai tra i cellulari, le play station, i computer stanno con la fronte a terra tutto il giorno. In particolare i cellulari dovrebbero essere vietati ai sacerdoti poiché generano una dipendenza simile a quella della droga…i cuori, anche senza saperlo, sono sempre in attesa dello squillo che dia un impulso di vita…e loro dovrebbero essere morti al mondo.
Maledetto l’uomo che confida nell’uomo,
la carne che pone nella carne il proprio sostegno.
mi spiace Clodine,
io già ci sono passato, e mi è già capitato di perdere un album di foto del viaggio fatto in spagna lo scorso anno,
ma me la sono presa con me stesso, perchè sapevo che il mezzo richiede sempre un doppio salvataggio (backup).
Non capisco perchè bisogna prendersela con i mezzi,
quanto il problema è l’uomo e come si pone dinanzi alle cose, e alle sue creazioni tecniche, informatiche o quant’altro,
le subisce o le domina?
Il problema di tutto è sempre il cuore dell’uomo,
come si vuole porre dinanzi ai mezzi che ha a disposizione.
Il tuo don Marco, non è stato molto avveduto,
se è andato in depressione,
aveva qualche altro problema (anche affaticamento degli studi)
ma non per una tesi che salta! (per carità mi posso sbagliare!) e non per colpa di un pc,
la depressione, ha origine da un rapporto/difficoltà che ha con se stesso, il salto della tesi può essere stato solo un fattore coadiuvante allo scatenamento della depressione.
Nooo Matteo mio, fu un dramma quello di don Marco. Ma, pensa tu una ricerca di dottorato!! Sai quanto tempo aveva impiegato? Ed era una cosa straordinaria, un lavorone; era uno studente preparatissimo. Ricordo che ne stampò un capitolo ma poi si fermò. Gli suggerii, quasi avessi avvertito il pericolo, di stamparne almeno una parete del corpo -anche una mia ricerca di cristologia era stata mangiata allo stesso modo- ma non volle darmi retta sicchè pensò salvò.
Nel 1995 stiamo parlando di 13 anni fa il sistema era rudimentale, non c’erano antivirus efficaci come quelli di oggi, virus che si facevano sempre più agguerriti e devastanti, infatti saltò tutto in aria…
Altro che depressione, nell’imminenza degli esami…ci si ammalò e non prese mai più il dottorato.
Riguardo a questo tema sono pienamente d’accordo con Davide Perini.
alzo le mani
per CLODINE
Cara Clodine vedo che andiamo d’accordo su molte cose…ami come me il silenzio, la solitudine, l’intimità con Dio. Condivido molte tue posizioni e non a caso leggendomi…mi hai “sentito”. Volevi sapere qualcosa di me, di come è nata la mia vocazione, se sono fuori o dentro la chiesa…da dove vengo e dove vado…se vuoi scrivimi a questo indirizzo… p33david@yahoo.it
e sarò felice di confessarmi a te che sei simile a me.
Ho comprato un modem USB che funziona con la rete telefonica Wind. Inutile dire che sotto gprs (a 10 kb/secondo) l’unico sito scaricato con celerità è questo. E dalle Langhe di Marsaglia (CN), 600 abitanti a 600 metri d’altezza, mi tenete compagnia mentre riposo.
Hai proprio ragione Luigi… Una certa idea anti-tecnologica diventa sempre più ideologica…
Invece le macchine possono essere utilissime, perchè permettono all’uomo di risparmiare il livello meccanico e logica della sua ragione… e spendere meglio il tempo per il livello “poetico” di cui la sua mente è costituita…
Il problema, però, è che ci siamo abituato a ridurre l’umano alla sua dimensione meccanica… Ecco perchè tutto è sempre più distrutto!!!
Il mio benvenuto a Pino Suriano. Il rimedio mi pare alla portata di tutti: per esempio, quando sono in autobus posso impiegare quel tempo a leggere o a guardare invece che a correre.
scusate se non è un commento religioso, ma se le piacciono i telefonini provi a guardare qik.com
Con i cellulari si possono fare cronache quasi televisive.
A proposito di Denver e dell’America “terra di grande fede”, come ha ricordato Benedetto XVI surante il suo viaggio negli States, un eccesso bizzarro: Steve Kreuscher, autista di autobus di 57 anni di Zion, in
Illinois si è rivolto a un giudice per cambiare il suo nome di battesimo in “In God We Trust” (Confidiamo in Dio), il motto nazionale degli Stati Uniti
stampato su tutte le banconote e le monete americane. L’uomo ha presentato la richiesta presso un tribunale della contea di Lake come «ringraziamento per l’aiuto ricevuto da Dio» nel corso della sua vita. È adesso in attesa di una
risposta. Ad un quotidiano locale Kreuscher ha espresso la sua
preoccupazione per i tentativi degli atei di rimuovere la scritta “In God We Trust” dalle monete e dalle banconote in circolazione negli Stati Uniti. L’uomo ha anche ricordato che nel 1992 la frase “God Reigns” (Dio regna) fu rimossa dal simbolo della città di Zion in seguito a una decisione del tribunale che la giudicò incostituzionale. Il motto ’In God We Trust’ fu adottato dagli Stati Uniti nel 1956 in sostituzione di ’E pluribus unum’ (Da molti uno) che
faceva riferimento agli Stati americani che erano confluiti
negli Usa.
Giacomo Galeazzi
E invece a proposito di Internet…L’Associazione di Terra
Santa, organizzazione non governativa alla quale è affidata la
custodia dei luoghi sacri, ha ora un suo sito Internet,
accessibile in quattro lingue: italiano, inglese, spagnolo e
tedesco, all’indirizzo ’www.ats.custodia.org’.Il sito – spiega l’associazione in una nota – nasce dal desiderio di offrire a tutti la possibilità di collaborare al
grande compito affidato dalla Chiesa Universale ai frati minori
francescani, di custodire le “Pietre della Memoria e sostenere
le Pietre Vive della Terra Santa”.Il Presidente della ATS, che ha una sede a Roma e un’altra a Gerusalemme, è il Custode di Terra Santa, frate Pierfrancesco Pizzaballa. Il Ministero degli Esteri italiano riconosce l’ong
come »organizzazione idonea per la realizzazione di programmi
di cooperazione allo sviluppo”. A questo, infatti, si dedicano
i francescani, promuovendo in Terra Santa opere di carattere
sociale, educativo, e assistenziale a favore delle comunità
cristiane e, senza distinzione di credo, alle fasce più povere
della popolazione. Il sito servirà a cercare nuovi fondi per le
iniziative, ma anche persone volenterose di »collaborare alla
custodia e valorizzazione dei Luoghi testimoni della Rivelazione
ed Incarnazione di Cristo”.
Giacomo Galeazzi
Telefonino e internet sono strumenti magnifici, ed è ovvio che quanto più il mezzo è grande, potente e rivoluzionario, tanto più richiede discernimento, prudenza e educazione.
In particolare, penso che internet sia paragonabile – nel bilancio della storia mondiale – all’invenzione della ruota. La terra, dopo, ha assunto un altro volto.
E poi pensiamo, semplicemente, alla bellezza di quello che viviamo qui, in questa dimora allestita da Luigi.
Sarebbe stato pensabile solo una decina d’anni fa?
Questi mezzi offrono alle persone la possibilità di comunicare in un tempo e in un modo la cui tempestività è sostanza.
E’ chiaro che la dimensione virtuale non deve diventare prevalente, nella vita delle persone.
Ma quante occasioni di incontro, quanti spunti, quante possibilità di incrociare poi anche i volti reali, se dal virtuale si ha voglia e tempo di passare al reale!
Più che altro Internet e telefono con o senza fili hanno ampliato la comunicazione, che è qualcosa di splendido, di umano. Avvicina le persone ovunque siano, sia pure senza la necessaria fisicità. Ma il problema, forse, è riempire questo tubo con noi stessi, quello che siamo. Perché la tentazione ormai di riempire il tubo con nulla mischiato con niente giusto perché si deve comunicare è oramai dilagante.
Paradosso: e se tutta questa comunicazione ci spingesse a riscoprire il valore del silenzio, o addirittutra del Grande silenzio?
… se ribecco quello accanto a me, che a pranzo oggi aveva – a tutto volume – come suoneria del cellulare uno sfrenato e rutilante “Mango” (nel senso del ritmo)… lo strozzo… m’ha fatto venire la bile e il pranzo in gola…
ma, cretini a parte, in fondo sono d’accordo con Luigi.
Sono pienamente d’accordo con Luigi, anche se
siamo un po’ troppo alla mercé e merce..
merci Mp
Non si può più vivere senza telefonino, e anche vero che alcune volte stanca ma quelle volte si può pigiare sul tasto off.
Sono un po scarso a memoria e nel mio nuovo cellulare ho scaricato alcune preghiere, le litanie lauretane e alla Divina Misericordia, quando non ho dietro li libro della liturgia delle ore allora mi consente di collegarmi al magnifico sito Maranatha per prendere con pochissimi kb la preghiera dell’ora che mi interessa recitare e mille e mille altre cose.
Viva il telefonino, tanto a spegnerlo decido io.