“ELENA BONO: Chiudere gli occhi e guardare” è un convegno che si fa a Roma venerdì 28 Ottobre (vigilia del 90° compleanno della scrittrice) alle ore 17.00 presso la Società Dante Alighieri in Palazzo Firenze. Il motto del convegno è preso da una poesia di Elena intitolata DALLA BETULLA SI EFFONDE:
Dalla betulla si effonde oscurità nel cielo e sulla terra.
Forse la sera vi è rimasta tutto il giorno nascosta
per sfuggire alla luce
aprendo gli occhi, invano, a vedere se stessa,
spaurita e percossa da un rombo sconosciuto:
la voce del fiume o il vento tra le montagne o il suo cuore.
Ma a poco a poco ciò che si ignora non fa più male;
così semplice era tutto: chiudere gli occhi e guardare.
Il tempo che lacerava il suo cuore è ora un immobile
sogno ed ha un attimo solo.
[da Elena Bono, Poesie. Opera omnia, Le Mani 2007, p. 31]
[Segue dal post] Con questo post invio un bel saluto a Elena, poetessa amica, che arriva lucida ai novanta. Spesso qui l’abbiamo ricordata sempre su segnalazione – e anche stavolta – di Stefania Venturino che per prima me ne parlò. Se non conosci Elena visita il suo sito e vedi com’è bella nella foto di benvenuto: http://www.elenabono.it/.
Cara Elena Bono,
molte -molte- delle tue poesie mi fanno piangere di gioia. Questa, che mi ripeto così spesso, e ogni volta emozionandomi, da “Invito a Palazzo”, per esempio:
So di una ragazzetta che lavava lavava
So di una ragazzetta che lavava lavava
– striminzita e gobbina –
i panni della gente
nelle acque del Si Kiang.
Bianchissime le vesti
che la ragazza lavava;
di gran lunga più bianca
la sua veste interiore.
Assunte le sembianze di un Principe Reale
le promisi ricchezze
se veniva con me.
Assunte le sembianze di un vagabondo piagato
le imposi di lavare cenci e piaghe
ripagando con pietre
ed invettive.
Rifiutò le ricchezze del Principe Reale.
Con bel sorriso accolse
le pietre e le invettive
del vagabondo piagato.
Io quando sono stanco
della vostra potenza,
della vostra bellezza mal usate,
e del vostro dolore mal sofferto
e delle vostre gioie mal godute
del vostro far male tutto quello che fate,
nelle mie proprie Sembianze
discendo al Si Kiang,
non faccio che guardare
la ragazzetta che lava.
Seguitando a lavare
alza gli occhi ogni tanto
e mi sorride.
Così mi riconcilio
e vi sorrido.
Grazie, dunque, di avere scritto queste cose, Elena Bono.
Che bello che queste cose esistano, che questi versi esistano e possano scorrere così nella mia mente.
E che bello che esista un posto come questo, da cui poterti pubblicamente ringraziare.
Grazie, dunque, Luigi.
Vedi, Luigi, passo di qui, senza fermarmi, solo per ringraziare (e anche perché il richiamo della poesia è irresistibile): grazie è l’unica cosa che sento di voler dire.
Grazie per i tuoi post, che leggo sempre: che sono il mio imperdibile breviario laico quotidiano.
Grazie a Roberto55 per il suo gentile saluto. Grazie a Sump per il suo abbraccio collettivo nel quale mi sono sentita compresa affettuosamente anche io.
Un saluto, e un grazie sorridente, a tutti.
Ancora tu! Ma non dovevamo rivederci più?
http://www.youtube.com/watch?v=19RTURqa2QQ
Fiorenza benpassata di qui…
Ciao Fiorenza!
Un abbraccio grande, Fiorenza