“Chi uccide sia messo a morte” affermava già il Codice di Hammurabi e quel principio l’afferma ancora il Codice dell’Autorità palestinese ma Egidia Arrigoni ha chiesto clemenza per gli uccisori del figlio Vittorio (avvenuta a Gaza nel 2011) che sono stati condannati all’ergastolo invece che fucilati. “Non aggiungete morte a morte” ha detto con semplicità rovesciando la sentenza delle antiche tavole. – E’ un mio ammirato SPILLO pubblicato domenica dal supplemento del Corsera LA LETTURA a pagina 5 con il titolo DA HAMMURABI AD HAMAS. Chi abbia voglia di pungicarsi con i miei minimi spilli veda alla voce Due parole in croce della pagina ARTICOLI DEL CORRIERE DELLA SERA elencata sotto la mia foto. – Qui parlammo a lungo di Vittorio Arrigoni e del suo motto Restiamo umani.
Egidia Arrigoni: “Non aggiungete morte a morte”
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Sì, “non aggiungete morte a morte” l’ha detto Egidia Arrigoni ma è in nome di Vik che l’ha detto. E’ stata una vittoria di lui, della purezza di lui, di “Vittorio il vincitore”. Cambiare noi stessi se si vuol cambiare il mondo: questo pensava e faceva lui. La forza disarmata che sola può rovesciare “la sentenza delle antiche tavole”.
Vittorio Arrigoni fu un uomo di Dio,secondo me.
Ciao a tutti!
Codice di Hammurabi [1780 a.c] Levitico [1400 a.c] – Antico Testamento- identica procedura [“Ma se segue una disgrazia, allora pagherai vita per vita: occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido”] e il corano porta fino alle estreme conseguenze la legge del taglione :” un male ha per pagamento un altro male uguale” [Sura XLII 7 VII sec d.C
Socrate [386 aC] nel Gorgia di Platone [mirabile testo, veramente da studiare tanto è straordinaria la sua attualità] ci rammenta che “homo homini Lupus”.
Ma San Tommaso ci rammenta che siamo cristini e “uccidere chi ha ucciso è un castigo senza confronto maggiore del delitto stesso”. Cristo cancella la sete di vendetta e. come direbbe Dostoevkyij nel “L’Idiota” :”La pena di morte è una barbarie che degrada l’uomo e la società”.
..comunque, la certezza della pena è sacrosanta, in terra prima e in cielo poi- su questo non si può transigere. Ogni pena deve essere commisurata al reato e valere per TUTTI [erga omnes] a prescindere da religioni o provenienza etnica.
Certo, al mostro di Marcinelle, che chiede la libertà vigilata, che dire.. io glie la darei, ma senza l’uso delle mani e del pene, e delle gambe…..eh..abbiate pazienza..
“Egidia Arrigoni …“Non aggiungete morte a morte” ha detto con semplicità rovesciando la sentenza delle antiche tavole.”
Evidentemente Egida Arrigoni non è cristiana. Magari si ammanta del titolo “cristiana” ma non è del tutto informata sui principi del cristianesimo.
“Jehovah tuo Dio ti ha comandato di camminare; e devi togliere ciò che è male di mezzo a te.( Deut 13.5) Paolo ribadì lo stesso concetto : “Rimuovete l’[uomo] malvagio di fra voi”. ( 1 Cor 5.13)
Effettivamente sembra crudele aggiungere “morte a morte”, ma sembra che Dio non sia di questa opinione infatti dice il Vangelo : “ha stabilito un giorno in cui si propone di giudicare la terra abitata con giustizia mediante un uomo che ha costituito” ( Atti 17.31) – “ E lo strettoio fu calcato fuori della città, e dallo strettoio uscì sangue fino ai freni dei cavalli, per una distanza di milleseicento stadi.” ( Riv 14.20)
L’atteggiamento buonista e tollerante, non aiuta. Non spinge verso una effettiva edificazione di personalità responsabili e coscienti, piuttosto favorisce il degrado e la crescita della malvagità di quanti, che mediante l’impunità pensano di poterla fare franca.
“ tutte le cose sono purificate col sangue secondo la Legge, e se il sangue non è versato non ha luogo nessun perdono.” ( Ebr. 9.22)
“Perciò la legge si intorpidisce, e non esce mai il diritto. Poiché il malvagio circonda il giusto, per tale ragione il diritto esce distorto.” (Abacuc 1.4)
“Un bacio a Vittorio Arrigoni e una pernacchia a quei rottinculo dei salafiti che l’hanno ucciso ieri a Gaza. Dava l’anima per avvicinare l’uomo all’uomo: “Non credo ai confini e alle barriere, credo che apparteniamo tutti, alla stessa famiglia umana”
Evidentemente Vittorio Arrigoni non sapeva che “a lavare la testa all’asino si perde l’acqua e il sapone.” E non sapeva nemmeno che Gesù disse : “Non date ciò che è santo ai cani, né gettate le vostre perle davanti ai porci, affinché non le calpestino con i loro piedi e voltandosi non vi sbranino.” ( Mt 7.6) E l’hanno sbranato.
Non sapeva nemmeno che “non tutti apparteniamo alla stessa famiglia umana.” perché ci sono figli del diavolo e figli di Dio e tutti hanno un cuore di pietra ma solo ad alcuni [non tutti ] lo cambierà in uno di carne.( Eze 11.19; 36.26)
Che tristezza quando non si porge orecchio….. si raccolgono sempre frutti spinosi avvelenati che fanno morire.
“Ma poiché essi si opponevano e parlavano ingiuriosamente, scosse le sue vesti e disse loro: “Il vostro sangue ricada sulle vostre proprie teste. Io [ne] sono puro. “ ( Atti 18.6)
concordo.
Caino e Set, in fondo, non sono i due volti del seme di Adamo?
E con Lamech discendente del primo violento fratricida della storia non si arriva forse all’apice della violenza? E con la genealogia di Caino non è che si indichi un semplice gruppo etnico, invero, indica e significa una porzione di umanità…
Lamech disse alle mogli: «Ada e Zilla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamech, porgete l’orecchio al mio dire: Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. 24 Sette volte sarà vendicato Caino
ma Lamech settantasette».
Questo canto molto antico contiene tutta la bruttura del male che riguarda la storia dei discendenti di Caino, una storia, anzi una metastoria, che condurrà l’uomo a un terribile aggravamento della violenza la quale non avrà più argini, i cui frutti sono sotto i nostri occhi…. la cronaca, tutti i giorni ,ce ne racconta gli orrori..
@Gioab e @ Clodine che concorda con lui alle 12,01 ( ma su che?)
“Evidentemente Vittorio Arrigoni non sapeva….non sapeva…”
Le cose che voi indicate, io credo invece che le sapesse tutte.
Crdeo che di alcune Vittorio si disinteressasse completamente( i pregiudizi), altre le conoscesse benissimo ma avesse deciso di non farsene condizionare ( i rischi), altre ancore le ritenesse assolutamente sbagliate ( le barriere).
Personalmente ai confini e alle barriere io ” ci credo ” nel senso che ci sbatto dentro tutti i giorni, ma sono convintissimo che compito del cristiano sia superare i primi, e abbattere le seconde, anche se lo fa lui da solo e in aperta ostilità e senza alcuna rispondenza. Non per eroismo o per buonismo ( il buonista è tale negli atteggiamenti, mai visto un buonista che ci lasci la ghirba Gioab, quello è piu’ facile che sia un buono) ma perché così fa Gesù Cristo. E sono convinto anch’io che indipendentemente dalle latitudini, dalle razze e dalle religioni, siamo tutti della stessa famiglia umana..
Mi sembra talmente scontato da scrivere da suonare banale, ma evidentemente suona sgradevole anche alle orecchie di un cristiano: mi piacerebbe sapere come sia ancora possibile. Il fatto che storicamente anche i cristiani abbiano campato su pregiudizi, barriere, divisioni e ghetti non ci autorizza a continuare a farlo oggi. Almeno non dopo la presa di coscienza e le richieste di perdono di Giovanni Paolo II.
Luigi, nel post originario, ha scritto : ” dava l’anima per avvicinare l’uomo all’uomo “.Mi chiedo come si possa pensare di seguire Cristo senza prendere questa come impostazione.
Quanto alla violenza, continuo a ritenere che non ci siano uomini buoni e uomini malvagi, figli di Dio e figli del diavolo. Credo invece che bene e male siano mescolati in noi , e che non sia affatto scontato che uno non sia violento per la vita, o che uno lo sia per sempre. Siamo capaci di atti di santità e di cattiveria pura e feroce: tutti . Pietro e Paolo sono lì : massimi santi, e assassino plurimo e convinto uno, spergiuro e traditore l’altro.
Anche in questo “affratellati” tutti quanti gli esseri umani.
Poi: ciascuno è responsabile di quello che fa. C’è chi decide ( non so quanto liberamente) di passare alla violenza per cambiare ( piu’ spesso congelare) le cose, c’è chi decide di cambiare sè stesso per provare a cambiarle.
Mi chiedo come un cristiano non possa non scegliere questa ultima scommessa e investirci sopra la vita.
@Fabricianus,
Arrigoni non è stato un martire della fede, ma semmai un martire della sua passione politica, perchè non è stata la fede in Dio ma la passione politica a spingerlo e a motivarlo.
Personalmente eviterei quindi l’espressione “uomo di Dio”.
Al contrario le parole della madre Egidia sono profondamente evangeliche e cristiane: esprimono un perdono concesso a chi ha causato un lutto dolorosissimo, una desiderio di pace e di pacificazione dei cuori, una vicinanza umana alle madri e ai familiari di questi assassini. Sono parole di speranza e di carità. Probabilmente c’entra anche la fede…
@ lorenzo
Quanti argomenti, mi concentro su un paio di aspetti che mi sembrano meritevoli.
1. “non ci autorizza a continuare a farlo oggi. Almeno non dopo la presa di coscienza e le richieste di perdono di Giovanni Paolo II.” – Faccio notare che come nella confessione, dopo il pentimento c’è la penitenza. Qui siamo rimasti al pentimento formale ma la penitenza ancora non è stata scontata. Fino ad allora non c’è assoluzione.
2. “quello è piu’ facile che sia un buono) ma perché così fa Gesù Cristo.” Ma Gesù disse : “: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, Dio.”( Mc 10.18-19) Ed egli non ha cercato di avvicinare i giudei fra loro bensì disse : “Non ve ne volete andare anche voi, vero? “ ( Gv 6.67)
3. “E sono convinto anch’io che indipendentemente dalle latitudini, dalle razze e dalle religioni, siamo tutti della stessa famiglia umana.” – Composta da figli di Dio e figli del diavolo”. ( 1 Gv 3.10)
4. ” dava l’anima per avvicinare l’uomo all’uomo “.Mi chiedo come si possa pensare di seguire Cristo senza prendere questa come impostazione.” – Questa impostazione non è infinita ma limitata perché il Vangelo dice anche : “Lasciateli stare. Sono guide cieche.” ( Mt 15.13-14) e “Dovunque qualcuno non vi riceva o non ascolti le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città scuotete la polvere dai vostri piedi.” ( Mt 10.14-15) – Quindi come si diceva la salvezza non è per tutti ma per molti. Le zizzanie andranno bruciate nel fuoco.
5. “Credo invece che bene e male siano mescolati in noi , e che non sia affatto scontato che uno non sia violento per la vita, o che uno lo sia per sempre. Siamo capaci di atti di santità e di cattiveria pura e feroce: tutti .” Molto vero, ma: “Ora questa è la base per il giudizio, che la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato le tenebre piuttosto che la luce, perché le loro opere erano malvage.” ( Gv 3.19) E’ questione di tempistica. Le vergni stolte non arrivarono in tempo.
“Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; viene la notte, quando nessuno può operare” ( Gv 9.4)
“Realmente, dunque, finché ne abbiamo il tempo favorevole, operiamo ciò che è bene verso tutti, ma specialmente verso quelli che hanno relazione con [noi] nella fede. ( Gal. 6.10) – Finché !
@ FedericoB.
“Tecnicamente” Vittorio non è un martire della fede: non mi risulta che ci siano pratiche in tal senso. Ma questo non significa che non possa essere, e per me lo è senz’altro, un “uomo di Dio”. In fondo, restano sempre valide, anche se per noi credenti molto scomode e provocatorie, le parole del Vangelo secondo cui non chiunque dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre . In un certo senso, il fatto che non sia stata la fede in Dio ma la passione politica a spingerlo e a motivarlo ( una passione in senso soprattutto umanitario) lo fa essere tale ancor di piu: perché quello che ha fatto, lo ha fatto senza avere- come me e te- il dono assolutamente gratuito e senza nessun merito della fede in Cristo.
In altri casi, personalmente , io mi sono imbattuto in uomini e donne non credenti ma che io porto spesso ad esempio di un modo di agire cristiano. Come ho già detto gli unici veri ” atti di Vangelo” che io ho ricevuto in vita mia ( non molti, per la verità) vengono tutti quanti da amici atei o non credenti. Veri pezzi di vangelo, vissuti senza nemmeno conoscerlo. Ciascuno di questi atti mi ha portato, da queste strade impensate, vicinissima la presenza di Gesù in quel momento. Se io oggi credo in lui, cosa niente affatto scontata nella mia storia, è in buona parte per questo, e lo devo a queste persone “lontane”. Al contrario- ma questo lo dico senza nessun intento polemico, è una constatazione stupefatta, piu’ che amara- la maggior insensibilità, la maggior grettezza e la maggiore indifferenza ( ovviamente mascherata sotto l’armamentario devoto di frasi d’occasione e citazioni bibliche da far invidia a Gioab sparse a piene mani) è venuta da una persona solidamente cristiana: praticantissima, catechistissima, piissima …
Conclusione: per essere uomini di Dio il requisito primario è una umanità ricca.Sensibile. Aperta davvero agli altri. Se manca questo, Dio ti resta sulla bocca e da lì non passa mai al dentro: né tuo, né degli altri.
@ lorenzo
“constatazione stupefatta, piu’ che amara- la maggior insensibilità, la maggior grettezza e la maggiore indifferenza ( ovviamente mascherata sotto l’armamentario devoto di frasi d’occasione e citazioni bibliche da far invidia a Gioab sparse a piene mani) è venuta da una persona solidamente cristiana: praticantissima, catechistissima, piissima …
Dunque la maggior insensibilità è venuta da una cristiana. Ma ciò non significa che sia colpevole, oppure si potrebbe dire che la sensibilità dell’osservatore sia esageratamente esigente. Ma chi può e deve giudicare ? Ecco che torna il detto: “Ma vi esortiamo, fratelli, […] ad avere la mira di vivere quietamente e di pensare ai fatti vostri…”( 1 Tess 4.10-11) – “Nessuno di voi soffra […] come uno che si intromette nelle cose altrui. / 1 Pie 4.15) e anche “ non giudicate nulla prima del tempo stabilito, finché venga il Signore,” ( 1Cor 4.5) Non tutti siamo uguali ma l’invito evangelico è “dico a ognuno che è fra voi di non pensare di sé più di quanto sia necessario pensare; ma di pensare in modo da avere una mente sana, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha distribuito.”(Rm 12.3) Nella misura in cui. Non tutti hanno le stesse misure.
E vengo al requisito primario della “ umanità ricca. Sensibile. Aperta davvero agli altri. Se manca questo, Dio ti resta sulla bocca e da lì non passa mai al dentro: né tuo, né degli altri.” Nessun dubbio che questa definizione sia appropriata, ma come si misura l’umanità ? Quand’è che l’umanità è ricca ? Come si determina se è passata o no dentro ?
E’ sempre facile andare alla ricerca del pelo nell’uovo senza considerare la trave ma non è questo il punto dato che i pareri possono essere solo soggettivi, quanto rimanere nel solco del vero insegnamento cristiano che non è basato sul buonismo quanto sulla giustizia. Si può essere buoni ma non giusti, e si può essere giusti e non buoni. Ma Chi è buono può fare danno per troppa bontà, chi è giusto no.
Non divenite discreti ai vostri propri occhi.” ( Rm 12.16) Magari si pensa di avere Dio dentro ed è soltanto un illusione.
“Ecco, la sua anima si è gonfiata; non è stata retta dentro di lui. Ma in quanto al giusto, continuerà a vivere per la sua fedeltà.” ( Abacuc 2.4) Dio non sta dentro, sta in cielo.
“Jehovah ha detto questo: “I cieli sono il mio trono, e la terra è lo sgabello dei miei piedi. “ ( Isa 66.1)
Se gli uomini di Dio potessero annoverare fra loro uno come Vittorio Arrigoni avrebbero tutto da guadagnarci. Tecnicamente, s’intende.
“Sicuramente, verrà il giorno in cui i Paesi della regione saranno testimoni della distruzione del regime sionista”, ha dichiarato oggi la Guida Suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei.
Perfettamente d’accordo con le sue parole, e come me lo sono certamente molti israeliani ed ebrei antisionisti, potrebbe essere il contrario?
Il Sionismo è un movimento abominevole, razzista e coloniale, e come tutte le realtà coloniali e di apartheid deve essere interesse di tutti che venga spazzato via.”
http://guerrillaradio.iobloggo.com/1859/gli-industriali-dell-olocausto
Parole dell'”uomo di DIO ” Vittorio Arrigoni, in sintonia con quegli altri grandi “uomini di Dio” che sono gli ayatollah iraniani. Peccato per lui che questo uomo di dio non sia vissuto abbastanza per vedere realizzato il suo sogno: la distruzione di quegli sfacciati dei sionisti Fra poco infatti appena finita la bomba atomica L’Iran spazzerà via dalla faccia della terra l’entità “sionista” cioè Israele.
Chissà se Dio sarà contento??? anche Dio è anti-sionista?
Bisognerebbe intersi su cosa intendere per “uomo di Dio”: chi compie la volontà di Dio? Chi dedica la sua vita a Dio? Chi da una testimonianza visibile dell’amore di Dio?
Per quanto mi riguarda concordo con Discepolo: chi esprime parole feroci (di odio?) come quelle riportate, è un uomo che vive una passione politica ed ideologica molto forte, non un uomo che testimonia la misericordia del Signore. Non vorrei che qualcuno confondesse le due cose.
Un criterio di valutazione potrebbe essere quello suggerito da Gesù oggi nel Vangelo:
” chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.”
Riguardo alle parole ” feroci” , io ci andrei piano.
Basterebbe un ‘occhiatina ai nostri cattolicissimi blog , questo compreso, per trovare toni di “ferocia” analoga….
🙂
E dai, feroci è ancora poco…
Ma si può sapere perchè lo volete beatificare a tutti i costi?
Il giorno di Pasqua 2011, a Bulciago, in una palestra, furono celebrati i funerali religiosi di Vik.
Chi ha detto che se questa è una palestra non può essere anche una chiesa?
Chi ha detto che se uno è un martire della politica, animato dal solo rifiuto della forza, dal solo ideale “politico” della pace, non possa e non debba essere anche “beatificato” nel nostro cuore come “uomo di Dio”? Che cos’è questo ricorso “codino” ad una logica aristotelica così impoverita? Se Vik è A, davvero dunque non può essere B? Com’è che è così facile scordarsi della logica paradossale di Dio? Vittorio non ha mai detto di agire per motivi religiosi : gli bastavano i motivi capaci di farci restare umani. Eppure, come arde il cuore a molti di noi (non a tutti), e come facilmente viene alla memoria il Vangelo, quando si pensa alla sua vita totalmente donata..
E quanto più spesso i giovani capaci di ideali, di sacrificio, assetati di purezza, legherebbero queste cose al Vangelo se non fosse per il modo di essere, di pensare, di fare, di noi tiepidi benpensanti e ben pasciuti cristiani? ( Si animano, si scaldano, certi cristiani, solo quando temono di vedere “rosso”) (Altri tiepiducci, ma schierati su un’ altra sponda, si scaldano, invece, solo quando nella fede e nell’esperienza -di cui non hanno la minima idea- dei cristiani che amano la Tradizione temono di vedere “nero”. O, comunque, roba nostalgica, su cui esercitare un’infelice capacità di sarcasmo) (perché c’è anche un sarcasmo “felice”, e ne abbiamo un meraviglioso esempio anche qui).
(Ci sarebbe anche da considerare un altro aspetto- e qui la cosa si farebbe interessante- cioè questo: guarda caso, sono proprio quelli che parlano “politichese”, dall’una e dall’altra sponda, a gettare l’ombra del “solo politica” su chi, per ragioni difficili da definire, -di ardore, di poesia, di mistica?- non assomiglia a loro. Ma lasciamo perdere).
Un Vik impegnato “soltanto” politicamente, a cui il Signore proprio per quell’impegnarsi potrebbe aver detto: “Vieni, servo buono e fedele”, ecco, questo alcuni non se lo sanno proprio immaginare.
Chi avrebbe mai potuto immaginare -tanto per fare il primo esempio che mi viene in mente- che Dag Hammarskjold , il segretario generale dell’ONU morto -molto probabilmente assassinato- nel 1961, era un “uomo di Dio” ? Con il Nobel si premiò il suo impegno per la Pace, ma il suo diario segreto, che provvidenzialmente era stato affidato a qualcuno, che poi lo fece stampare, rivelò ben altro a quelli che di lui avevano “visto” soltanto la vita “mondana”, consacrata “esclusivamente” all’impegno politico, e che non avevano capito altro. Eppure sarebbe stato così facile capire… (Che mi sia venuto in mente questo esempio, non vuol dire, ma chissà se si capisce, che io stia avvicinando queste così differenti figure…)
La pace… Volere la pace non significa non schierarsi contro l’ingiustizia. Significa lottare contro l’ingiustizia (non certo contro un altro popolo: Vik credeva -ed era il suo unico “credo”- in un’ unica “famiglia umana”) ma lottare con mezzi pacifici, suggeriti dall’amore. Fare da scudo umano ai pescatori, ai contadini, per esempio, come faceva Vik… E anche usare, come faceva lui, parole di fuoco: ma solo parole, non strumenti di morte, contro chi (non certo un popolo) ( perché il suo sdegno, anche “feroce” sdegno, se volete -benché questo aggettivo non sia affatto ben scelto, non si adatti per nulla alla sensibilità di Vik- , non era certo rivolto contro i fratelli ebrei dell’unica famiglia umana ma contro un regime, contro una scelta che continua a ridurre una povera striscia di terra e i piccoli che la abitano ad un inferno.
E questo sdegno, questa indignata parola di fuoco, anche se non si leva in nome di Dio ma solo in nome della dignità dell’uomo, non ricorda forse qualcosa che così spesso risuona in quella “Parola di Dio” di cui noi ci limitiamo a fare una anestetizzata Lettura domenicale?
Questa indignata parola di fuoco in un uomo di poco più di trent’anni che sembrava soprattutto a suo agio quando, seduto per terra, giocava sorridente con i bambini…E come rimaneva simpatico ai bambini, questo Vik…
Ebbene sì, mi dispiace che questo ti dispiaccia, Federico B, ma questo Vik con tutto il cuore io lo voglio -lo devo- “beatificare a tutti i costi”.
Si vorrebbe condividere la gioia di aver incontrato, in un mondo tragico, una figura così bella, e ci si trova davanti un muro.
Ma voi, voi credenti, anche se questo mondo tragico impone una fine tragica a figure come questa, non avreste voluto averlo, un figlio così? Non vorreste, voi credenti, che i vostri figli, crescendo, assomigliassero almeno un po’ a lui?
Almeno un po’…
“Non posso parlare di un miracolo. Ma…”, diceva la mamma di Vik in un’intervista del 15 aprile di quest’anno, nell’ anniversario dell’uccisione.
“Non posso parlare di un miracolo. Ma certo la morte di Vittorio ha fatto sbocciare cento fiori, ha messo in comunicazione moltissime persone che erano alla ricerca di qualcosa. Un risveglio delle coscienze, un chiedersi cosa fare. E’ la sua voce, che non vuole saperne di restare sepolta”:
http://www.laprovinciadilecco.it/stories/Cronaca/281790_bulciago_dal_mio_vik_sbocciano_cento_fiori/
Per non dimenticare Vik:
http://www.nazioneindiana.com/2011/04/28/per-non-dimenticare-vik/
L’UOMO DI DIO
(di Gialal ad-Din Rumi)
“L’Uomo di Dio è, senza vino, ubriaco,
l’Uomo di Dio è, senza cibo, già sazio.
L’Uomo di Dio è pazzo e stupito,
l’Uomo di Dio non mangia e non dorme.
L’Uomo di Dio è re sotto il saio,
l’Uomo di Dio è, in diroccate rovine, tesoro.
L’Uomo di Dio non è d’aria e di terra,
l’Uomo di Dio non è d’acqua e di fuoco.
L’Uomo di Dio è mare senza sponde,
l’Uomo di Dio piove perle senza bisogno di nube.
L’Uomo di Dio ha cento lune e cieli,
l’Uomo di Dio ha pur cento soli.
L’Uomo di Dio è per Realtà sapiente,
l’Uomo di Dio non ha dottrina di libro.
L’Uomo di Dio è oltre fede e non-fede,
l’Uomo di Dio è oltre il male ed il bene.
L’Uomo di Dio è cavaliere venuto dal Nulla,
l’Uomo di Dio è venuto su glorioso destriero.
L’uomo di Dio è Shams ad-Dîn nascosto,
l’Uomo di Dio tu cerca e tu trova.”
(Quel “Shams ad-Din” -Shams vuol dire “Sole”- nominato nel penultimo verso, era il maestro di Rumi.
Un ben strano maestro, diverso da tutti quelli -dottissimi- che lui aveva avuto in precedenza. Un giorno, a Konya, egli -un girovago, una specie di ” folle di Dio- vide Rumi circondato dai suoi libri sacri e gli chiese :”Che cos’ è questa roba?”. Rumi, dall’alto della sua buona coscienza, gli rispose: “Tu non ne sai nulla”. In quel momento i libri presero fuoco e, a uno sbigottito Rumi che chiedeva: “Ma che cos’è questo?”, Shams rispose : “Tu non ne sai nulla” e scomparve. Rumi si mise immediatamente in moto per ritrovarlo.
Che maestro sarebbe, uno che non facesse esplodere all’improvviso le tue più radicate convinzioni, i tuoi schemi ben ordinati, i tuoi ben classificati pensieri? Uno che non facesse mai ardere in un solo fuoco tutte le cose che sai- che hai letto, che hai studiato, che ti hanno insegnato- e la tua mente?)
…fiore…
@Fiorenza,
mi dispiace aver provocato una reazione così forte, non voglio assolutamente negare la possibilità che questo ragazzo brianzolo sia stato anche un credente o che oggi non sia in Paradiso. E’ nelle braccia del Signore, accolto dalla sua misericordia.
Io non lo ho conosciuto personalmente, come non conosco la madre. Mi limito a commentare le loro parole, bellissime e piene di carità quelle della signora Egidia, piuttosto inclini all’odio (odio politico, ideologico, coerente con la militanza in partiti e movimenti estremisti e fortemente ideologizzati) quelle di Vik.
Tutto qui.
Benedetto XVI ieri ha pronunciato parole significative:
“Anche al nostro interno si può trovare ciò che non è cattolico, così fuori della Chiesa può esservi qualcosa di cattolico”
Posso riconoscere che Vik abbia potuto esprimere quel “qualcosa di cattolico”, ma appunto “fuori” dalla Chiesa. Se per qualcuno di voi questo basta a “beatificarlo” o a considerarlo “uomo di Dio”, per me no; avrebbe dovuto lasciarci almeno qualche parola più “cristiana” nei confronti di quei “nemici” (israeliani) che il Signore ci chiede di amare e perdonare.
Ad ogni modo non giudico la persona di Vittorio Arrigoni, per il quale anzi ho intenzione di pregare, ma mi limito a non condividere certe espressioni che altri hanno adoperato per descrivere la sua vita terrena, in particolare l’opportunità di proporlo come esempio e di chiamarlo “uomo di Dio”. Chi ha azzardato questi giudizi, conoscendo le parole dure di Vik contro gli israeliani, doveva mettere in conto anche reazioni come quella di Discepolo e la mia.
Salve, Federico B.
Sai, c’è un libro di von Balthazar, del 1974, con un un titolo che amo tanto: “La realtà è sinfonica”. Ecco, con questo titolo in mente, ti saluto riportando due pensieri tra loro in misteriosa armonia su Vittorio Arrigoni -e poi, davvero, basta-: uno di un prete di Milano, uno di una donna, laica.
Entrambi, questi pensieri sono stati espressi , con poche scarne parole, nell’aprile dell’anno scorso, subito dopo il video che mostrava al mondo quel volto pestato e sfigurato che ci riempì di orrore. Subito dopo la morte di Vik.
Ecco, intanto le parole della donna:
“E a proposito di fede, un mio amico caro, uno di quegli uomini che sa guardare negli occhi dell’altro, mi ha detto stamane di Vittorio, che non conosceva: “in quella foto aveva il volto santo”. Chi è cattolico sa il significato di questa frase che mi ha colpito non poco perché io, da vecchia laica, non ci avevo pensato, ieri. L’innocenza e la sensibilità di altri hanno compreso oltre ciò che è semplice e superficiale.”
(Paola Caridi)
(Dal suo blog “Invisible Arabs”, il 16 aprile 2011)
http://invisiblearabs.com/?p=3113
Ed ecco le parole del sacerdote (è a lui, tra l’altro, che devo l’attenzione a quel libro di von Balthazar):
“La tua fede nell’uomo, la tua fede nelle possibilità di bene che ogni uomo porta in sé, il tuo credere fermamente che “restare umani” è possibile, ti ha spinto lontano, Vittorio, proprio là dove anche il mio maestro è arrivato.”
http://www.raggigamma.it/2011/04/16/in-morte-di-vittorio-arrigoni/
Che bella cosa ha scritto Fabricianus poco fa, nel commento delle 13,03 al post successivo a questo!…
Dice: ” Non è con l’ideologia che si testimoniano i valori, non è con l’ideologia…anche Cattolica…”.
Abbraccio in tutto questo tuo pensiero e te, Fabricianus, e ti ringrazio per aver reso con chiarezza quello che nella mia mente non era ancora diventato così esplicito.
E infine, sì, avevo detto che non avrei aggiunto altro su Vik. Ma come faccio, ora, a non proporre all’ascolto di chi ancora non la conoscesse questa sua lettera? La lettera di chi ha testimoniato i valori non con l’ideologia ma con la sua vita e con il suo sogno:
http://www.youtube.com/watch?v=z3P8gHktYWw
” Vorrei dar voce ai senza voce…” – “Vorrei raccontare…” – “”Vorrei raccontare cosa significa essere agricoltori e pescatori a Gaza…” – “Vorrei raccontare dei sogni notturni, degli incubi notturni…” – “Racconterei dei minatori…” – “Una specie di Spoon River , ma dei sopravvissuti…” -“Racconti brevi, diretti al cuore per ricordarci come si rimane umani…”.
Ascoltarlo, ascoltare le sue parole, mi riaccende la speranza, nonostante che lui sia stato ucciso molte volte. Sì, molte volte, e in molti modi: anche oggi, da quelli che sono la maggioranza e che l’hanno dimenticato.
Un saluto a tutti voi, cari amici del blog e a Luigi Accattoli che l’ha creato, questo blog che così tante volte mi ha fatto arrabbiare ma che è unico al mondo
Utilissimo l’esercizio appena fatto: mi sono riletta. Visto, così, che non solo sono logorroica (decine di commenti) ma che, addirittura, per ben due volte ho sbagliato a scrivere il nome di H. U. von Balthasar e ho scritto “von Balthazar”. Che asino! (Au hasard Balthazar)
Niene male Fiorenza… potrà ben essere che Domine Iddio un giorno confonda tra loro il mago Baldassarre, l’asino Balthazar (o il suo autore Bresson) e il teologo von Balthasar… sarà forse dalla confusione di Dio che verrà la salvezza di molti tra noi…
Ringrazio Fiorenza per le numerose citazioni che ho letto volentieri ma che tuttavia non mi hanno convinto. Sarebbe stato più convincente riportare qualche parola comprensiva (non dico buona o misericordiosa) nei confronti degli odiati israeliani. Evidentemente non è una ricerca semplice dato che probabilmente non è mai stata pronunciata. E allora perchè voler per forza presentare come un santo una persona che era al massimo, con tutti i suoi limiti, un bravo ragazzo?
Sarebbe bastato che tu guardassi e ascoltassi con attenzione almeno il video girato nel cimitero militare di Gaza (lo trovi due volte, tra i miei interventi di quest’anno e tra quelli dell’anno scorso). Sarebbe bastato guardarlo, Vik (Vik che in un carcere israeliano è stato torturato, Vik che mai ha usato un’arma), guardarlo lì sulla tomba di un israeliano: guardarlo mentre vi depone un fiore, ascoltare che cosa dice, tenendo bene a mente gli altri video che puoi trovare facilmente, se vuoi, in cui la sua voce spezzata da un pianto trattenuto, la sua voce di unico testimone occidentale, racconta che cosa di mostruoso sta accadendo, e non per colpa degli “odiati israeliani”. Che Dio ti perdoni, Federico B, per averlo accusato di sentimenti di questo genere: Vik non era una persona animata dall’odio. Vik amava gli “umani” tutti. Odiava il male, questo sì. Non si può usare nessuna “parola comprensiva” contro i crimini di guerra. Si deve denunciare, con forza, e lui l’ha fatto, ciò che impedisce di “restare umani”.
Prova a guardarlo, allargando un po’ il cuore, mentre depone quel fiore sulla tomba di un soldato israeliano e a osservarlo bene pensando a che cosa è stata tutta la sua vita , tutto il suo sacrificio. Una vita che , sinceramente, Federico B, è -diciamo- un po’ riduttivo vedere come quella di “una persona che era al massimo, con tutti i suoi limiti, un bravo ragazzo”.
Che Dio perdoni tutti noi, cara Fiorenza.
E che benedica i tanti “bravi ragazzi” che nel silenzio compiono ogni giorno sacrifici eroici per compiere la volontà di Dio, veri uomini di Dio. Vite eccezionali che però non trovano avvocati difensori.
Sinceramente credo che la tua insistente devozione nei confronti di Vik, per quanto in parte assolutamente lodevole, alla fine sia addirittura controproducente. Non mi hai convinto. Continuo a pensare che gli uomini di Dio e i santi siano persone che hanno messo Dio al centro della propria vita. La vicenda di Vik, certamente commuovente, va letta in altri termini ed è giusto usare altre espressioni.
Penso inoltre che anche la mia riflessione possa essere accettata e rispettata da te, come del resto io rispetto la tua posizione pur non condividendola. Non voglio fare la parte dell’avvocato del diavolo in un virtuale (e immotivato) processo di beatificazione. E’ una parte che non mi piace. Chiudo qui. Grazie comunque per il tempo che hai voluto dedicare a questo scambio di opinioni.
“Non mi hai convinto”, mi dice Federico B. E mi domando: ma io parlavo di Vittorio Arrigoni per convincere Federico B di qualche cosa?
Non era -al di là del velo delle interminabili chiacchiere (“sono logorroica”) con Federico B- non era dunque, questo mio lungo canto per Vik, come io credevo che fosse, soprattutto -o soltanto- uno dei miei strani modi pregare?
Canto, grido, preghiera che io desideravo salisse a Te, solo a Te, come incenso. Da qui? Certo, da qui. Dal luogo santo che è un blog, luogo di Dio: perché tutto è Tuo, mio Signore.
“Non mi hai convinto”, tu mi dici, Federico B. Che peccato! Perché in realtà, a pensarci bene, io parlavo davvero per convincerti.
Quando ero piccola, mio padre mi chiamava “avvocato –anzi, “avvocata”, diceva- delle cause perse”. C’era una bambina, alle Elementari, che era “diversa” da “noi”. I “noi” si spazientivano sempre, alla sua presenza. E proprio per questo avrei fatto di tutto, di tutto, perché riconoscessero il suo valore. Le facevo i compiti, di nascosto. “Ecco l’avvocata delle cause perse”, diceva il mio babbo quando se ne accorgeva
E, però, diciamolo, non parlavo soltanto per convincerti: parlavo “ex abundantia cordis”. Ma può ben darsi che il mio albero sia cattivo e che, quindi, anche il suo frutto sia stato cattivo: “addirittura controproducente”.
In ogni modo, parlavo di Vik come avrei parlato – con la stessa “insistente devozione” – per difendere uno qualsiasi di quei tanti “bravi ragazzi” a cui accenni, se qualcuno in mia presenza si fosse azzardato a sminuirli.
Anche se, l’avrai capito, ormai, il mio cuore batte di più per i peccatori.
Intanto, il dicembre scorso al “Premio Fumagalli”, a Casatenovo (dove è stata premiata, tra gli altri, anche suor Erminia Cazzaniga, la “pecorella in mezzo ai lupi” di cui ha parlato anche Luigi in “Fatti di Vangelo”), non si è trovato nulla di improprio nel dedicare quella edizione del Premio a Vik, ucciso a Gaza, e, INSIEME, a Padre Fausto Tentori, ucciso nelle Filippine:
http://www.laprovinciadilecco.it/stories/Cronaca/558559
Molto dipende dal tipo di sguardo che rivolgiamo all’altro. Come sa bene (non sempre) ogni maestro, ogni educatore, ogni prete.
Era molto bella, Santa Pelagia, quando, prima che diventasse Santa Pelagia, era ancora soltanto la famosa attrice e ballerina di Antiochia -della classe, dunque, di quelli che la Chiesa considerava peccatori, anzi, i più immorali tra i peccatori: attori, mimi, buffoni, danzatori, giullari, prostitute…
“Un giorno passava per la via, vestita meravigliosamente, in abiti succinti, trascinando con sé giovani e vivaci compagni e servitori, tra musiche e canti. Passarono vicino a un gruppo di vescovi che tenevano una discussione all’aperto. I vescovi, narra la leggenda, si nascosero il volto per non vederla, ma il vescovo Nonno, un monaco del deserto, rivolse lo sguardo verso di lei intensissimamente e a lungo, tanto che dopo che fu passata egli ancora la fissava e la guardava. Allora, girando il capo guardò i vescovi e disse: “Non vi rallegra una così grande bellezza?… Io mi sono rallegrato moltissimo”.
(da: Benedicta Ward, Donne del deserto, Edizioni Qiquajon, Comunità di Bose, 1993, p. 77)
http://www.youtube.com/watch?v=Mb3aVm_Hv0A
Caro Vik, quante cose imparo seguendo le tue tracce!
Ho scoperto, per esempio, che esiste il “Premio Fumagalli”, di cui non sapevo nulla. Sapevo, però, chi era Graziella Fumagalli, questo medico degli “altri”, dei poveri del Sud del mondo, uccisa in Somalia. La associavo, per questo, alla meravigliosa Annalena Tonelli: le vedevo nella stessa luce. Abbagliata da questa luce, quando, scorrendo le notizie di quell’ultima premiazione dedicata a te e a Padre Fausto Tentorio, ho visto “al volo” il nome di suor Erminia Cazzaniga, ho pensato che il Premio fosse andato anche a lei, alla memoria di lei, “pecorella in mezzo ai lupi”. Ma no, caro Vik! E’ che il Premio è anche a suo nome: si chiama, in realtà, “Premio Fumagalli-Cazzaniga”. Vedi quante cose già so, per merito tuo?
Della dottoressa Graziella Fumagalli il card. Martini disse: “Le è toccata la stessa sorte di Gesù, che ha pagato con la vita il suo donarsi senza riserve”.
http://www.santiebeati.it/dettaglio/93519
E lo stesso si può dire di suor Erminia Cazzaniga, e di Padre Fausto Tentorio, e anche di te, caro Vik che sei stato, per una sera, associato a loro. Anche se so bene, naturalmente, che una differenza c’è. E quale sarà, dunque, questa differenza?
Eccola: se mai io ti potessi immaginare inserito nel mondo di “Fatti di Vangelo” (anche se preferirei che tu, inclassificabile, rimanessi sempre fuori da ogni elenco), il tuo nome, mio caro Vittorio, non lo troverei tra quelli dei “Martiri della missione”, e nemmeno tra quelli dei “Martiri della carità”, ma tra quelli nel bellissimo capitolo dei “Samaritani centurioni cananee”.
Tutto qui.