Come promesso nel post del 15 febbraio, eccovi altri quattro scrittori e poeti evocati dal Papa nella “Querida Amazonia”. Quasi convocati a sinodo. Li riporto nei commenti, con titoletti miei, perchè mi hanno aiutato a vedere quella terra come una patria dell’umano. Ma li riporto anche per invogliare i visitatori del blog a leggere l’esortazione che ci fa vicino un mondo lontano.
Eccovi altri quattro poeti convocati a sinodo dal Papa
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Su di noi giochi il vento
Quella stella si avvicina
aleggiano i colibrì
più che la cascata tuona il mio cuore
con le tue labbra irrigherò la terra
che su di noi giochi il vento.
Yana Lucila Lema, Tamyahuan Shamakupani (Con la lluvia estoy viviendo), 1, in http://siwarmayu.com/es/yana-lucila-lema-6-poemas-de-tamyawan-shamukupani-con-la-lluvia-estoy-viviendo/
Appariva col suo fiume
C’era una volta un paesaggio che appariva col suo fiume
i suoi animali, le sue nuvole, i suoi alberi.
A volte però, quando da nessuna parte si vedeva
il paesaggio col suo fiume e i suoi alberi,
a queste cose toccava apparire nella mente di un ragazzo.
Juan Carlos Galeano, “Paisajes”, in Amazonia y otros poemas, Universidad Externado de Colombia, Bogotá 2011, 31
Alla fine sii canoa
Del fiume fa’ il tuo sangue […].
Poi piantati,
germoglia e cresci
che la tua radice
si aggrappi alla terra
perpetuamente
e alla fine
sii canoa,
scialuppa, zattera,
suolo, giara,
stalla e uomo.
Javier Yglesias, “Llamado”, in Revista peruana de literatura, n. 6 (giugno 2007), 31
Di villaggio in villaggio
Primitivi cantastorie percorrevano la foresta raccontando storie di villaggio in villaggio, mantenendo viva una comunità che, senza il cordone ombelicale di questi racconti, la distanza e l’isolamento avrebbero frammentato e dissolto.
Mario Vargas Llosa, Prologo a El Hablador, Madrid, 8 ottobre 2007
Vangelo 19 febbraio 2020
Mc 8, 22-26
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo.
Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano».
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».
Gesù talora ci porta con delicatezza per mano fuori del villaggio, oggi potremmo dire ancor più fuori da tanta drammaticamente uniforme comunicazione mediatica ispirata dai poteri, per aiutarci a ritrovare il nostro cuore semplice, aperto alla luce serena. Attingere sempre più in un cammino graduale a Cristo, alle fonti della grazia: Chiesa, Parola, sacramenti, comunità di crescita, padre spirituale, preghiera, vissuta ricerca della volontà di Dio… Ecco il senso di questa imposizione delle mani ripetuta due volte. Gesù ci riapre alla vita in un cammino. E in lui cominciano a vedere, ad ascoltare, anche gli altri, in modo sempre più profondo, partecipe, attento a tutta la loro vita, ai loro bisogni. In modo aperto ad imparare da ogni uomo, desiderosi del suo personalissimo, spesso così diverso, contributo… Non più oggetti, più di oggetti che camminano, esseri umani, persone, fratelli. Ognuno, pur col suo limite, dono di grazia.
Vangelo 20 febbraio 2020
Mc 8, 27-33
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Gesù ci aiuta a divenire consapevoli delle influenze che vengono dal pensiero degli altri. Importante anche apprendere ciò che vi è di buono e conoscere la loro mentalità, i bisogni che manifestano. Ma in quel “voi” ecclesiale vi è il centro, la fonte, di un discernimento libero, la presenza di Cristo nella Chiesa. Tale presenza ci dà fiducia in mezzo ai possibili limiti, al possibile peccato, alle prove, nella stessa comunità cristiana. E ci orienta a cercare guide umane, cammini di formazione comunitari, pur con le umane debolezze ma fondamentalmente seri, sereni, sinceri, aperti.
Questo post è stato ripreso dal Sismografo:
https://ilsismografo.blogspot.com/2020/02/vaticano-eccovi-altri-quattro-poeti.html