Ecco un Gesù che sta dicendo: “Il secondo comandamento è simile al primo”
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Luigi Accattoli
Sul primo dei comandamenti Gesù concorda con uno scriba di buona volontà – Marco 12, 28-34 – Felice fu il nostro ultimo appuntamento e più felice sarà quello che stiamo per affrontare: allora ascoltammo Gesù parlare della risurrezione, e questa parola basta da sola a terremotarci l’anima; stavolta il Maestro ci insegna quale sia il primo di tutti i comandamenti e la scossa è forse anche maggiore.
Uno scriba ben intenzionato pone a Gesù la domanda su quale sia il primo tra i comandamenti: stavolta non è una domanda malevola, per coglierlo in fallo. E’ una domanda seria, di uno che ha ascoltato con attenzione la disputa del rabbi di Galilea con i sadducei, è restato bene impressionato dalla sua difesa della risurrezione e vuole conoscere meglio il suo pensiero. A questo interrogante onesto Gesù risponde che il primo dei comandamenti ha due facce e che il segreto per adempierlo correttamente sta nel tenerle unite.
Nelle parole con le quali Gesù risponde allo scriba che vuole farsi suo discepolo è espressa la genialità cristiana, ovvero la modalità specifica con cui i discepoli del Nazareno si rapportano a Dio e all’umanità circostante. Cercheremo di cogliere questa genialità in riferimento al contesto ebraico dal quale Gesù la riceve e sopra il quale la innalza, vedremo – citando la Didachè, che è un testo di età apostolica – che questo suo insegnamento fu colto bene fin dall’inizio della storia cristiana e daremo un’occhiata a come esso è affermato oggi sia in ambito cattolico e sia in ambito protestante. Vedremo che c’è un significativo avvicinamento tra le due tradizioni interpretative.
28 Gennaio, 2024 - 22:23
Luigi Accattoli
Marco 12, 28-34. Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. 29Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; 30 amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi”. 32Lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; 33 amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. 34Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”. E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
28 Gennaio, 2024 - 22:24
Luigi Accattoli
Uno scriba che li aveva uditi discutere. v. 28: uno degli scribi. Gli studiosi ritengono si tratti di uno scriba appartenente al partito dei farisei, in quanto approva la risposta che Gesù aveva dato ai sadducei sulla risurrezione: i farisei – a differenza dei sadducei – credevano nella risurrezione.
v. 28b: Qual è il primo di tutti i comandamenti? La disputa su quale fosse il primo dei comandamenti era frequente in Israele al tempo di Gesù. I precetti a riguardo dell’applicazione della legge mosaica si erano moltiplicati nei secoli e c’erano linee interpretative tra loro diverse su quali precetti fossero da ritenere più rilevanti e quali meno. Più tardi, rispetto al tempo di Gesù, si arrivò a censire 613 precetti, dei quali 365 erano divieti (quanti i giorni dell’anno) e 248 le prescrizioni positive (quante si credeva fossero le membra del corpo umano).
v. 29: Il primo è: Ascolta, Israele. Gesù risponde con due citazioni scritturistiche: una dal Deuteronomio, che è l’attacco dello “Schemà Israel” (Ascolta Israele) e l’altra dal Levitico (19, 18). Dunque Gesù con la sua risposta non esce dal campo dei precetti contenuti nella Torah “ma mette in atto con estrema decisione una logica concatenazione e una relazione reciproca tra l’amore di Dio e l’amore del prossimo che sono uniche nel loro genere” (Rudolf Schnackenburg).
v. 31: Il secondo è questo: amerai il tuo prossimo come te stesso. Lo scriba non aveva chiesto quali fossero i primi due comandamenti: nell’aggiunta del secondo è da vedere il segno primo dell’originalità della risposta di Gesù. Il secondo sarà nell’ampliamento del concetto di prossimo: dal connazionale allo straniero (parabola del samaritano: Luca 10, 29-37), dall’amico al nemico (Matteo 5, 44: “amerai il tuo nemico”).
v. 33: vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici. Sembra di ascoltare Osea 6, 6: “Voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti”. Questo scriba professa un’appartenenza alla tradizione profetica e uno sguardo critico su quella sacerdotale che sono tipici della predicazione di Gesù e tra i due si svolge un reciproco riconoscimento che costituisce un caso unico nell’insieme dei quattro Vangeli.
v. 34: E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. La narrazione delle cinque controversie cosiddette di Gerusalemme ha anche lo scopo di mostrare sia la superiorità dell’insegnamento di Gesù rispetto a quello dell’ufficialità del tempio e del Sinedrio, sia la sua superiorità dialettica.
28 Gennaio, 2024 - 22:24
Luigi Accattoli
Stavolta convochiamo tre maestri: la Didachè, Bruno Maggioni, Barth e la tradizione protestante Didachè (o Dottrina dei dodici apostoli) 1, 2: Ora questa è la via della vita: innanzi tutto amerai Dio che ti ha creato, poi il tuo prossimo come te stesso; e tutto quello che non vorresti fosse fatto a te, anche tu non farlo agli altri.
28 Gennaio, 2024 - 22:25
Luigi Accattoli
Barth e la tradizione protestante. La psicologia contemporanea, riprendendo e proseguendo una linea esegetica che risale a Tertulliano, Giovanni Crisostomo, Agostino e Tommaso d’Aquino, ravvisa in Marco 12, 30-31 il comandamento ad amare tre oggetti: Dio, se stessi e il prossimo. «Amerai il prossimo tuo come te stesso» viene visto come un comandamento che accorda una certa priorità all’amore di se stessi. Devo prima amare me stesso correttamente, per poter amare correttamente il mio prossimo. Per contro a questa interpretazione, una lunga tradizione di ortodossia evangelica, dai riformatori in poi, ha sostenuto che il testo non ordina l’amore per se stessi. Calvino, seguito da Barth, afferma che l’amore di sé non può mai essere giusto o positivo, ma deve essere volto in amore di Dio e del prossimo. Egli sostiene che questo testo non accorda affatto priorità all’amore di sé, e che noi «ci amiamo sin troppo» (Harmony, III, 37). Barth aggiunge che “mai Dio penserebbe di soffiare su questo fuoco, che già divampa a sufficienza” (Dogmatica Ecclesiale, 1/2, p. 387-388). Ma se il testo non ordina l’amore per se stessi, neppure lo condanna o lo abolisce. Semmai, il testo ordina che amiamo gli altri nello stesso modo in cui amiamo noi stessi. Cioè dobbiamo essere tolleranti nei suoi confronti, trovare tempo, nutrire interesse ed empatia, essere indulgenti, desiderare profondamente il bene del nostro prossimo nello stesso modo in cui nutriamo questi sentimenti verso noi stessi [Lamar Williamson, Marco, Claudiana 2004, p. 312].
28 Gennaio, 2024 - 22:26
Luigi Accattoli
Bruno Maggioni. Gesù risponde allo scriba che il primo dei comandamenti non è uno solo, ma due, però strettamente congiunti, come due facce della stessa realtà. È nella capacità di mantenere uniti i due amori – l’amore a Dio e l’amore al prossimo -la misura della vera fede e della genialità cristiana. C’è chi per amare Dio si estranea dagli uomini, e c’è chi per lottare a fianco degli uomini dimentica Dio. L’esperienza biblica si dice convinta che questi due atteggiamenti introducano nell’esistenza degli uomini e della comunità una profonda menzogna: là dove i due amori vengono separati c’è falsità e idolatria [Bruno Maggioni, Il racconto di Marco, Cittadella editrice 2008, p. 222]
28 Gennaio, 2024 - 22:26
Luigi Accattoli
Dicesi pizza da più di vent’anni. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da più di 20 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
28 Gennaio, 2024 - 22:27
Luigi Accattoli
Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 29 gennaio. L’appuntamento precedente fu lunedì 15 gennaio e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 19 gennaio:
Sul primo dei comandamenti Gesù concorda con uno scriba di buona volontà – Marco 12, 28-34 – Felice fu il nostro ultimo appuntamento e più felice sarà quello che stiamo per affrontare: allora ascoltammo Gesù parlare della risurrezione, e questa parola basta da sola a terremotarci l’anima; stavolta il Maestro ci insegna quale sia il primo di tutti i comandamenti e la scossa è forse anche maggiore.
Uno scriba ben intenzionato pone a Gesù la domanda su quale sia il primo tra i comandamenti: stavolta non è una domanda malevola, per coglierlo in fallo. E’ una domanda seria, di uno che ha ascoltato con attenzione la disputa del rabbi di Galilea con i sadducei, è restato bene impressionato dalla sua difesa della risurrezione e vuole conoscere meglio il suo pensiero. A questo interrogante onesto Gesù risponde che il primo dei comandamenti ha due facce e che il segreto per adempierlo correttamente sta nel tenerle unite.
Nelle parole con le quali Gesù risponde allo scriba che vuole farsi suo discepolo è espressa la genialità cristiana, ovvero la modalità specifica con cui i discepoli del Nazareno si rapportano a Dio e all’umanità circostante. Cercheremo di cogliere questa genialità in riferimento al contesto ebraico dal quale Gesù la riceve e sopra il quale la innalza, vedremo – citando la Didachè, che è un testo di età apostolica – che questo suo insegnamento fu colto bene fin dall’inizio della storia cristiana e daremo un’occhiata a come esso è affermato oggi sia in ambito cattolico e sia in ambito protestante. Vedremo che c’è un significativo avvicinamento tra le due tradizioni interpretative.
Marco 12, 28-34. Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. 29Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; 30 amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi”. 32Lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; 33 amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. 34Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”. E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Uno scriba che li aveva uditi discutere. v. 28: uno degli scribi. Gli studiosi ritengono si tratti di uno scriba appartenente al partito dei farisei, in quanto approva la risposta che Gesù aveva dato ai sadducei sulla risurrezione: i farisei – a differenza dei sadducei – credevano nella risurrezione.
v. 28b: Qual è il primo di tutti i comandamenti? La disputa su quale fosse il primo dei comandamenti era frequente in Israele al tempo di Gesù. I precetti a riguardo dell’applicazione della legge mosaica si erano moltiplicati nei secoli e c’erano linee interpretative tra loro diverse su quali precetti fossero da ritenere più rilevanti e quali meno. Più tardi, rispetto al tempo di Gesù, si arrivò a censire 613 precetti, dei quali 365 erano divieti (quanti i giorni dell’anno) e 248 le prescrizioni positive (quante si credeva fossero le membra del corpo umano).
v. 29: Il primo è: Ascolta, Israele. Gesù risponde con due citazioni scritturistiche: una dal Deuteronomio, che è l’attacco dello “Schemà Israel” (Ascolta Israele) e l’altra dal Levitico (19, 18). Dunque Gesù con la sua risposta non esce dal campo dei precetti contenuti nella Torah “ma mette in atto con estrema decisione una logica concatenazione e una relazione reciproca tra l’amore di Dio e l’amore del prossimo che sono uniche nel loro genere” (Rudolf Schnackenburg).
v. 31: Il secondo è questo: amerai il tuo prossimo come te stesso. Lo scriba non aveva chiesto quali fossero i primi due comandamenti: nell’aggiunta del secondo è da vedere il segno primo dell’originalità della risposta di Gesù. Il secondo sarà nell’ampliamento del concetto di prossimo: dal connazionale allo straniero (parabola del samaritano: Luca 10, 29-37), dall’amico al nemico (Matteo 5, 44: “amerai il tuo nemico”).
v. 33: vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici. Sembra di ascoltare Osea 6, 6: “Voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti”. Questo scriba professa un’appartenenza alla tradizione profetica e uno sguardo critico su quella sacerdotale che sono tipici della predicazione di Gesù e tra i due si svolge un reciproco riconoscimento che costituisce un caso unico nell’insieme dei quattro Vangeli.
v. 34: E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. La narrazione delle cinque controversie cosiddette di Gerusalemme ha anche lo scopo di mostrare sia la superiorità dell’insegnamento di Gesù rispetto a quello dell’ufficialità del tempio e del Sinedrio, sia la sua superiorità dialettica.
Stavolta convochiamo tre maestri: la Didachè, Bruno Maggioni, Barth e la tradizione protestante
Didachè (o Dottrina dei dodici apostoli) 1, 2: Ora questa è la via della vita: innanzi tutto amerai Dio che ti ha creato, poi il tuo prossimo come te stesso; e tutto quello che non vorresti fosse fatto a te, anche tu non farlo agli altri.
Barth e la tradizione protestante. La psicologia contemporanea, riprendendo e proseguendo una linea esegetica che risale a Tertulliano, Giovanni Crisostomo, Agostino e Tommaso d’Aquino, ravvisa in Marco 12, 30-31 il comandamento ad amare tre oggetti: Dio, se stessi e il prossimo. «Amerai il prossimo tuo come te stesso» viene visto come un comandamento che accorda una certa priorità all’amore di se stessi. Devo prima amare me stesso correttamente, per poter amare correttamente il mio prossimo. Per contro a questa interpretazione, una lunga tradizione di ortodossia evangelica, dai riformatori in poi, ha sostenuto che il testo non ordina l’amore per se stessi. Calvino, seguito da Barth, afferma che l’amore di sé non può mai essere giusto o positivo, ma deve essere volto in amore di Dio e del prossimo. Egli sostiene che questo testo non accorda affatto priorità all’amore di sé, e che noi «ci amiamo sin troppo» (Harmony, III, 37). Barth aggiunge che “mai Dio penserebbe di soffiare su questo fuoco, che già divampa a sufficienza” (Dogmatica Ecclesiale, 1/2, p. 387-388). Ma se il testo non ordina l’amore per se stessi, neppure lo condanna o lo abolisce. Semmai, il testo ordina che amiamo gli altri nello stesso modo in cui amiamo noi stessi. Cioè dobbiamo essere tolleranti nei suoi confronti, trovare tempo, nutrire interesse ed empatia, essere indulgenti, desiderare profondamente il bene del nostro prossimo nello stesso modo in cui nutriamo questi sentimenti verso noi stessi [Lamar Williamson, Marco, Claudiana 2004, p. 312].
Bruno Maggioni. Gesù risponde allo scriba che il primo dei comandamenti non è uno solo, ma due, però strettamente congiunti, come due facce della stessa realtà. È nella capacità di mantenere uniti i due amori – l’amore a Dio e l’amore al prossimo -la misura della vera fede e della genialità cristiana. C’è chi per amare Dio si estranea dagli uomini, e c’è chi per lottare a fianco degli uomini dimentica Dio. L’esperienza biblica si dice convinta che questi due atteggiamenti introducano nell’esistenza degli uomini e della comunità una profonda menzogna: là dove i due amori vengono separati c’è falsità e idolatria [Bruno Maggioni, Il racconto di Marco, Cittadella editrice 2008, p. 222]
Dicesi pizza da più di vent’anni. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada – qui nel blog – nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da più di 20 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
Lettori della Bibbia. Siamo un gruppo di una trentina di lettori della Bibbia che da più di vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da trenta a cinquanta e oltre. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, metta qui sotto nei commenti la sua richiesta o mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 29 gennaio. L’appuntamento precedente fu lunedì 15 gennaio e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 19 gennaio:
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