Giornata calda per i vaticanisti, compresi gli emeriti: alla pubblicazione dell’enciclica Lumen Fidei – frutto del lavoro congiunto e successivo dei Papi Benedetto e Francesco – si sono aggiunte: la notizia della canonizzazione dei due Papi già Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, nonchè quella della compresenza del Papa emerito e del Papa in carica – per la prima volta – a un atto pubblico. Di esso la Sala Stampa ha così dato notizia: “Questa mattina alle ore 8.45, nei Giardini Vaticani, presso il Palazzo del Governatorato, hanno avuto luogo alla presenza del Santo Padre Francesco l’inaugurazione di un nuovo monumento a San Michele Arcangelo e la consacrazione dello Stato della Città del Vaticano a San Giuseppe e a San Michele Arcangelo. Poco prima dell’inizio della cerimonia era giunto sul luogo il Papa emerito, Benedetto XVI, invitato dal Papa Francesco (…). Il Papa Francesco, giunto subito dopo, e il Papa emerito si sono abbracciati con affetto e sono rimasti vicini per tutta la cerimonia, prendendo posto su due poltrone collocate davanti al monumento“. Non ho tempo per commentare le tre notizie, essendo impegnato a scrivere di due di esse per il “Corriere della Sera”. Ma qui non mancheranno commentatori agguerriti e di varia sentenza.
Aggiornamento al 6 luglio. Ecco il mio articolo sui due Papi autori di un’unica enciclica ed ecco l’altro sui Papi “santi”.
A parte che Bergoglio ha trovato modo di citare il maligno, mi sembrano tutte belle notizie.
L’enciclica però la voglio leggere con calma. Soprattutto dal libretto, la troverò da oggi? Tenuto conto che pure il giornale tra un po’ ce lo mandano il giorno dopo non credo.
🙂
Beata Anna Caterina Emmerich:
“San Michele venne giù nella chiesa, vestito della sua armatura, e fece una pausa, minacciando con la spada un certo numero di indegni pastori che volevano entrare. Quella parte della Chiesa che era stata distrutta venne prontamente recintata… così che l’ufficio divino potesse essere celebrato come si deve. Allora, da ogni parte del mondo vennero sacerdoti e laici che ricostruirono i muri di pietra, poiché i distruttori non erano stati capaci di spostare le pesanti pietre di fondazione”.
Francesco ha detto: «Nel consacrare lo Stato Città del Vaticano a San Michele Arcangelo, gli chiediamo che ci difenda dal Maligno e che lo getti fuori». Fuori dal Vaticano. Come dargli torto?
Stavo immaginando Lujigi al lavoro,
frenetico….
Io mi sono letto l’enciclica fino al nr. 30
che è quasi la metà di un 25 pagine
che mi sono stampato su word.
Mi sono fatto un’opinione di massima.
e
se la dicessi….
immagino che avrei tutto il condominio ad
immolarmi su un altare 🙂
Ma è giusto che prima finisca di leggere tutto.
e poi senta anche i miei amici,
preti e laici,
così
vediamo cosa ci ha provocato veramente.
Quelle tre righe che ho letto mi succede di interrogarle per sapere se sono di Benedetto o di Francesco. E’ sbagliatissimo lo so ma non posso fare a meno di chiedermelo.
Mi sembra meno ratzingeriana di come mi aspettavo, più accenno a futuro e dinamismo, idoli e martirio sono temi bergogliani, il richiamo alla ragione di Benedetto.
Più tardi passo in libreria.
Si è mai vista una cosa del genere?!
Due papi viventi fianco a fianco, cofirmatari di una enciclica; due loro recentissimi predecessori balzati sugli altari; lo sconquassato ( se non altro a livello di immagine) stato della città dl Vaticano posto sotto la potentissima protezione di san Michele Arcangelo,con la esplicita richiesta di cacciata fuori…
Che cosa è questo, se non radunare le forze prima della battaglia?
Non bisogna avere timore nel tirare in ballo il gran bastardo.Evidentemente,è dai tempi di papa Paolo- almeno- che tutti i pontefici hanno avuto chiara la percezione della sua azione, ” infiltrata” dentro il cuore stesso della Chiesa. Senza dimenticare che Leone XIII aveva stabilito che la celebre preghiera allo stesso Arcangelo- per ottenere che satana fosse rerinchiuso agli inferi- fosse celebrata coralmente- celebrante e fedeli- alla fine di ogni santa Messa.
Non è un ghiribizzo di papa Bergoglio aver presente nel mirino il gran cornuto.
In piu’ io credo che sappia benissimo, Francesco, e che lo sappiano in due, insieme a Benedetto ( che avverte e allarma sul pericolo fin dalla famosa via crucis prima della sua elezione) di essere lì per muovergli contro una battaglia definitiva e durissima.
Con oggi, credo che abbia schierato al completo “le sue forze” e sia pronto .
Non vedo l’ora di leggere gli articoli di Luigi Accattolisul “Corriere della sera”. Bene.
Salve a tutti!.
Son sconvolto, son contento son fremente, mo in tutto e su tutto questo uragano di pensieri e stati d’animo la fanno da padrone la gioia e la speranza.
“Che cosa è questo, se non radunare le forze prima della battaglia?”
(Accorgersene è sempre meglio tardi che mai)
caro vaticanista emerito, sono certa che leggeremo interessantissimi articoli !
Un bacio, buon lavoro…
Benedetto XVI mi è sempre sembrato un professore assai intelligente, ma incapace di tenere la disciplina. In Germania, quando si accorgeva di non farcela più a dominare gli studenti (che poi lo adoravano) cambiava università. Da papa si è dimesso pur di non assistere più al ludibrio dello sconquasso del Vaticano. Ricordo che mons. Georg Gaenswein piangeva amaramente, quando Ratzinger lasciava l’appartamento pontificio. Ora la favola è finita bene, il papa emerito è accanto al papa in carica. E chi lo aveva previsto? L’elefantino Ferrara …
Siamo sinceri : lo sanno tutti ma non osano dirlo: l’enciclica l’ha scritta TUTTA Ratzinger, il Papa Francesco ci ha messo solo la firma e qualche paroletta di circostanza. il mio amato predecessore ecc. io sono d’accordo ecc.
Basta leggere i primi due capitoli : si cita Nietzsche e Wittgenstein , filosofi tedeschi MOOOOLTO intellettuali , non certo nel repertorio del nostro “gesuita” semplicista e pauperista!
Ma se anche cos’ fosse, perchè stupirsi, anche nel mondo profano esistono i Ghost writer, o come venivano chiamati nell”800 i “negri” cioè gente che scrive testi che poi altri firmano ( e so beccano la gloria e le lodi!!
Ratzinger in pensione è stato il ghost writer di “lusso ” di Papa Francesco. avercene dei ghost writer così !!
Ah, saranno arrabbiati quelli che non ne possono più di sentir citare il “relativismo” dai preti !
L’intera enciclica è una confutazione durissima del relativismo!
Che peccato! per i palati sensibili dei cattolici “adulti” è un po’ poco , come dire?
attenta al dialogo….
Ma comunque tutti capiranno che questa enciclica è un parto della mente di Ratzinger e quindi se mai condanneranno lui per il “tradizionalismo”.
Francesco ci ha messo la firma ma non è farina del suo sacco, questo lo capisco anche gli idioti . E quindi.. e quindi magari per i “progressisti” certe affermazioni davvero dure e rigorose tipo che i teologi devono smetterla di pensare che il Magistero della Chiesa sia un attentato alla loro “libertà”, non saranno imputate a Francesco!
Si vergogni,discepolo,di parlare così del Papa eletto.Ma dubito che lei sappia che cosa è la vergogna.
E non è neppure una questione di tradizionalismo o progressismo, ma solamente di semplice rispetto, cosa che le è altrettanto ignota, a quanto pare.
Le due citazioni di cui parlo sono le seguenti:
Il giovane Nietzsche invitava la sorella Elisabeth a rischiare, percorrendo « nuove vie…, nell’incertezza del procedere autonomo ». E aggiungeva: « A questo punto si separano le vie dell’umanità: se vuoi raggiungere la pace dell’anima e la felicità, abbi pur fede, ma se vuoi essere un discepolo della verità, allora indaga ».[3] Il credere si opporrebbe al cercare.
È noto il modo in cui il filosofo Ludwig Wittgenstein ha spiegato la connessione tra la fede e la certezza. Credere sarebbe simile, secondo lui, all’esperienza dell’innamoramento, concepita come qualcosa di soggettivo, improponibile come verità valida per tutti.[19] All’uomo moderno sembra, infatti, che la questione dell’amore non abbia a che fare con il vero. L’amore risulta oggi un’esperienza legata al mondo dei sentimenti incostanti e non più alla verità.
Due citazioni per confutare il “relativismo” come posizione più “intelligente” di quella della fede.
Cara Principessa non ho ben capito di cosa mi dovrei vergognare ?
Di parlare così del papa eletto? Cosa vuol dire? Che dovrei IO vergognarmi del fatto che un Papa firma l’enciclica scritta dal suo predecessore? E perchè dovrei vergognarmi io? Non si vergognano i due papi1
E’ una cosa del tutto normale! O forse lei crede , cara Principessa che l’enciclica l’abbia scritta quasi tutta Francesco? basta leggerla per capire che lostile, le parole, e persino il pensiero non è quello di francesco!
e allora perchè mi dice che dovrei vergognarmi?
Veramente resto sbigottita dall’intervento doi Principessa! Non ho voluto dire nulla di irrispettoso ne’ verso un Papa ( emerito) ne’ verso l’altro!
che l’enciclica l’abbia scritta Benedetto lo ha detto persino Francesco!
Veramente non riesco a capire cosa ho detto di coì irrispettoso?
O forse per Principessa dovrei dire che l’enciclica l’ha scritta tutta Francesco, anche se non è così?
Questo secondo principessa è il “rispetto”?
a casa mia si chiama falsità ed ipocrisia, e di solito, non porta a nulla di buono!
OK . va bene . Sono una cattolica rispettosa ed osservante: scusatemi!
L’enciclica l’ha scritta chi l’ha firmata cioè Papa Francesco, con qualche “aiutino” irrilevante e marginale , da parte del suo predecessore.
Contenta così , Principessa? 😉
E’ da quando è stato eletto papa Francesco che lei sputa sentenze sul “gesuita” semplicista e pauperista e anche in questo caso non ha saputo tenere a freno nè i pensieri nè la lingua.
Sarà anche come dice lei ( che l’enciclica è stata scritta solo da papa Benedetto) ma questo non giustifica la sua mancanza di rispetto verso un uomo che interpreta il Ministero Petrino in maniera differente dal predecessore.
“Ghost writer” , “farina del suo sacco” ” paroletta e firma” …queste affermazioni lei le chiama rispettare una persona, un altro essere umano?
Che ne direbbe se un altro medico si esprimesse così circa le sue diagnosi o le terapie che lei prescrive?
Comunque lasci perdere, perchè se ho dovuto spiegarle dov’era la mancanza di rispetto, forse è tempo perso………..
Grazie della risposta.Cordialità
Più che discepolo….discolo
Discepolo ma che differenza fa? e poi è stato detto e ridetto che parte del materiale è ereditato da Benedetto (come la Deus caritas est da Giovanni Paolo II).
Discepolo, e se papa Francesco avesse tenuto l’enciclica chiusa in un cassetto? Ma un minimo di gratitudine è chiedere troppo? Riconoscere che è una persona squisita che prova un profondo affetto per il suo predecessore è troppo umiliante?
Adesso aspetto l’ enciclica di Francesco e basta così non si potrà dire che non è farina del suo sacco .
discepolo scrive,
5 luglio 2013 @ 21:13
OK . va bene . Sono una cattolica rispettosa ed osservante: scusatemi!
L’enciclica l’ha scritta chi l’ha firmata cioè Papa Francesco, con qualche “aiutino” irrilevante e marginale , da parte del suo predecessore.
guardi che è Francesco stesso che ha detto che gran parte del lavoro è di Benedetto, quindi complimentoni per la sua arguzia !!!!
E guardi carissima la mia discepola che anche Francesco è moooolto intellettuale e laureato guardi un pò proprio in filosofia solo che parla in maniera molto semplice per farsi capire da noi poveri idioti come dice lei.
Clodine, non essere così “feroce”. Non sta bene, non me lo aspettavo da te.
http://visnews-ita.blogspot.it/2013/07/presentazione-dellenciclica-lumen-fidei_5.html
Io ancora non ho letto, quindi non mi esprimo.
Dico solo che guardando le immagini di due papi vicini, due figure vestite di bianco, sono rimasta profondamente colpita.
Ho pensato immediatamente ad immagini che resteranno nella Storia.
Chissà quante altre volte verranno riproposte in futuro per sottolineare la contemporaneità, impensabile fino a qualche mese fa, di due pontefici ( pur essendo uno di essi emerito).
Mai visto niente di simile.
“Se l’amore ha bisogno della verità, anche la verità ha bisogno dell’amore. Amore e verità non si possono separare. Senza amore, la verità diventa fredda, impersonale, oppressiva per la vita concreta della persona. La verità che cerchiamo, quella che offre significato ai nostri passi, ci illumina quando siamo toccati dall’amore. Chi ama capisce che l’amore è esperienza di verità, che esso stesso apre i nostri occhi per vedere tutta la realtà in modo nuovo, in unione con la persona amata. In questo senso, san Gregorio Magno ha scritto che « amor ipse notitia est », l’amore stesso è una conoscenza, porta con sé una logica nuova.[20] Si tratta di un modo relazionale di guardare il mondo, che diventa conoscenza condivisa, visione nella visione dell’altro e visione comune su tutte le cose. Guglielmo di Saint Thierry, nel Medioevo, segue questa tradizione quando commenta un versetto del Cantico dei Cantici in cui l’amato dice all’amata: I tuoi occhi sono occhi di colomba (cfr Ct 1,15).[21] Questi due occhi, spiega Guglielmo, sono la ragione credente e l’amore, che diventano un solo occhio per giungere a contemplare Dio, quando l’intelletto si fa « intelletto di un amore illuminato ».”
Qui ci senti l’antirelativismo di Ratzinger scaldato dall’accentuazione sull’amore e la misericordia di Bergoglio.
E’ bello questo connubio, il teologo diventa più appassionato, il pastore più solidamente razionale.
Ed è bella anche questa amicizia tra Papi: chi lo avrebbe pensato pochi mesi fa quando le dimissioni di Benedetto ci colsero così di sorpresa?
Discepolo, mi creda, non ho niente contro di lei, ma permetta che la inviti a scrivere “francesco” con la maiuscola. Almeno questo!
O è tale l’ antipatia verso questo Papa che non lo reputa degno della maiuscola?
E adesso tu, mattlar, non dirmi che sono pignola.
A me sembra che la notizia di oggi, più ancora dell’enciclica, più della canonizzazione dei due papi e più dell’incontro degli altri due, sia la consacrazione del Vaticano a san Giuseppe e a san Michele.
Ecco due nomine azzeccate, finalmente! E quanto bisogno ce n’era!
Se poi Francesco ripristinasse la preghiera a san Michele come aveva voluto Leone XIII e come il postconcilio stoltamente (o perfidamente ?) non volle più, farebbe un atto ancora più importante.
“Con la sua Incarnazione, con la sua venuta tra noi, Gesù ci ha toccato e, attraverso i Sacramenti, anche oggi ci tocca; in questo modo, trasformando il nostro cuore, ci ha permesso e ci permette di riconoscerlo e di confessarlo come Figlio di Dio. Con la fede, noi possiamo toccarlo, e ricevere la potenza della sua grazia. Sant’Agostino, commentando il passo dell’emorroissa che tocca Gesù per essere guarita (cfr Lc 8,45-46), afferma: « Toccare con il cuore, questo è credere ».[26] La folla si stringe attorno a Lui, ma non lo raggiunge con il tocco personale della fede, che riconosce il suo mistero, il suo essere Figlio che manifesta il Padre. Solo quando siamo configurati a Gesù, riceviamo occhi adeguati per vederlo.”
Anche questo passaggio mi sembra molto Bergogliano, richiama le parole di due giorni fa sulla “carne”. (anche il termine confessare Gesù è tipico di Francesco).
Poi basta che non ho trovato il testo pubblicato e ho detto che aspettavo.
🙁 (Ho la forza di volontà di un mollusco)
“Queste considerazioni sulla fede — in continuità con tutto quello che il Magistero della Chiesa ha pronunciato circa questa virtù teologale —, intendono aggiungersi a quanto Benedetto XVI ha scritto nelle Lettere encicliche sulla carità e sulla speranza. Egli aveva già quasi completato una prima stesura di Lettera enciclica sulla fede. Gliene sono profondamente grato e, nella fraternità di Cristo, assumo il suo prezioso lavoro, aggiungendo al testo alcuni ulteriori contributi. Il Successore di Pietro, ieri, oggi e domani, è infatti sempre chiamato a “confermare i fratelli” in quell’incommensurabile tesoro della fede che Dio dona come luce sulla strada di ogni uomo».”
Lumen Fidei, pagg 9-10
Ammetterà discepolo che la sua idea di ghost writer è alquanto bizzarra.
Consentirà discepolo che le si chieda: ma questa sua visione delle cose della Chiesa come una perenne corrida, da dove cappero provengono?
Perdonerà discepolo se invado il suo campo, medico: occhio alle coronarie.
Permetterà discepolo, come saluto augurale di serena notte, di sottolineare quella frasetta sul Successore di Pietro, Che potrebbe parere pleonastica: certo che il papa è chiamato a confermare i fratelli….dunque Francesco si limiterebbe a ricordare il proprio ruolo magisteriale. Ma proprio quell’utilizzo del ” Successore di Pietro” dice di piu’. Perché qui di successori ce ne sono due, e viventi entrambi, e in Vaticano entrambi, uno in carica, l’altro nell’ombra.Quindi quello che viene detto sul Successore di Pietro viene detto anche a riguardo di Benedetto, e quell’insistere sul ieri, oggi e domani mi sembra significativo, che- si ricorda- continua ad essere chiamato anch’egli al suo ruolo di ” “confermare i fratelli” in quell’incommensurabile tesoro della fede che Dio dona come luce sulla strada di ogni uomo».”
Dunque, faccia sonno sereni.
La ” strana coppia” funziona benone, ed è un asso nella manica della Chiesa.
un saluto a principessa!!!
@lorenzo
grazie! ricambio con molto affetto e grande concordanza di idee e pensieri.
Mi associo a Franti e, se qualche prete ci legge, potrebbe farlo, senza incorrere in scomuniche.
p.s.
Non capisco, con tutte le buone intenzioni, tutta questa polemica sui “ghost writer”. Le encicliche papali sono state, nella stragrande maggioranza dei casi, frutto di lunghi passaggi redazionali. Come anche prodotti letterari quali conversazioni notturne e testamenti spirituali, fino al punto da far pensare all’apocrifo.
Personalmente, e lo dico sommessamente, non ho una buona percezione della faccenda. Questi due papi vestiti di bianco, all’identica maniera. Benedetto XVI, uscente, continua a scrivere encicliche che poi firma il successore (!!!) sicché non si capisce dove termina il pensiero del primo e donde inizia il secondo! E’ tutta una gran confusione, Benedetto XVI [grande studioso, teologo straordinario] avrebbe potuto benissimo pubblicare il testo a mo’ di saggio, senza imbarazzare il successore e metterlo, così come è evidente, nelle condizioni di dover firmare una enciclica sulla quale non aveva fatto alcun progetto né probabilmente aveva in cuore di fare, tant’è che sta lavorando sulla “sua” enciclica dedicata alla “povertà Evangelica”.
Qui bisogna fare chiarezza e domandarci se non ci si trovi davanti ad un fenomeno di diarchia, e no perché allora non avrebbe avuto senso terminare un’enciclica, che è un atto eminentemente magisteriale riservato al solo Pontefice…Io , resto basita!
Per l’ennesima volta devo dare ragione al Franti: la cosa più sensata, fino ad ora, è la consacrazione a San Giuseppe e soprattutto al Grande Arcangelo San Michele: capo delle milizie celesti, avversario del demonio e strenuo difensore della Chiesa….e speriamo faccia il suo dovere, l’Arcangelo San Michele…perché il fatto che un Papa apponga la firma sull”enciclica di un altro papa vivo e verde [e ne son felice ci mancherebbe anzi : lunga vita al papa emerito] per renderla autentico magistero magistero papale (?) mi fa paura, vi dico la verità… Mah…
Scusate, domanda:
-Papa è o non è Francesco?
– Il Pontefice è Francesco “Accipio; Accetto” riconosciuto et canonicamente eletto dalla Chiesa docente/gerarchica (Cardinali elettori e Vescovi) e discente (sacerdoti e fedeli).
-Il Papa il quale,in continuità con la Tradizione, ha rassegnato dimissioni è o non è invalidato nel Suo esercizio?
_ il Papa che ha rassegnato le dimissioni è invalidato nel suo esercizio.
Ergo, che un Papa dimissionario -che paragono ad una vettura senza motore impossibilitata a muoversi, perciò come macchina, non esiste più- non può essere soggetto di Ordine né di Giurisdizione, è uscito…
Non possiamo vedere due papi che si abbracciano e scrivono encicliche, è fuori dal mondo, lo capite o cosa…?
Per esempio la “Vita di Gesù” scritta da Benedetto XVI non è Magistero autentico del Papa o vero Magistero Pontificio, poiché è un libro scritto da Joseph Ratzinger come dottore privato. Invece un’Enciclica è Magistero autentico ossia veramente Magistero del Papa.
Capite dov’è l’anomalia che intendo sottolineare.
Benedetto XVI avrebbe potuto benissimo terminare il testo sulla fde, testé iniziato durante il Pontificato, e pubblicarlo postumo. Tutto qui.
Nosferatu e il Grande Arcangelo San Michele a braccetto… che strana coppia! 😉
Hai ragione Mabuhay: una strana coppia davvero…ma Clodine non disse di essere “nosferatu” , ma che, proprio come il principe della notte, si sarebbe eclissata come Nosferatu per tornare a tempo debito! Eh Eh Eh…Ed eccomi, qui, uscita dall’umbratile “alcova”, giusto per amore dell’amica Antonella Lignani che mi sollecitava…
Ecco il mio articolo sui due Papi autori di un’unica enciclica
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=12116
ed ecco l’altro sui Papi “santi”
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=12112
A parte Nosferatu guerre stellari dove lo lasciamo?
Questo devozionalismo ante Vaticano II di Bergoglio proprio non riesco a conciliarlo con l’immagine “nuova” che tanti vedono in lui.
Per il resto concordo abbastanza con l’analisi di Luigi, anche se tutto sommato il testo mi suona meno ratzingeriano di quanto mi aspettassi, una virgola qua un punto là ci sento davvero una mano diversa.
Domani sarò nella trasmissione A SUA IMMAGINE di Rai 1 – tra le 10.00 e le 12.30 – per parlare dell’enciclica.
Un’altra cosa che non capisco è questa ostilità dei Mancuso (per dire) verso il richiamo alla ragione e l’intelletto.
Rifiutare la ragione mi pare significhi rifiutare l’illuminismo che con tutti i suoi difetti è stato il padre della modernità.
In che cosa un cristiano tutto fideismo sarebbe meglio? Questa era la posizione di un De Maistre.
“Non possiamo vedere due papi che si abbracciano e scrivono encicliche, è fuori dal mondo, lo capite o cosa…?”
Che sia “fuori dal mondo”, nel senso di mai visto, perfettamente d’accordo.
Che ” non lo si possa vedere”, non ne capisco il perchè.
Lo Spirito non soffia dove cavolo vuole?
Non è detto chdebba percorrere sempre i canali predisposti dell’aria condizionata.
Due spunti per intendere la novità dei due Papi – che magari un giorno vedremo concelebrare sulla piazza o in basilica.
Primo: guardarli facendosi aiutare dall’esperienza generalmente felice della compresenza di due vescovi – e a volte anche tre – nelle Chiese locali, da quando in applicazione a un “voto” del Concilio fu posta la norma della rinuncia ai 75 anni – con la rinuncia di Benedetto abbiamo assistito all’applicazione alla Prima Sede di quanto essa aveva stabilito per le altre Sedi.
Secondo spunto: tenere d’occhio il fatto che i fondamentali della situazione [abito, titolo, residenza dell’emerito, legame tra sé e il nuovo Papa garantito dalla persona di don Georg] sono stati stabiliti con piena autorità dal Papa rinunciante e vengono via via recepiti con qualche minimo adattamento dal Papa subentrante. Se c’era un Papa all’altezza di una simile decisione – per preparazione personale: cultura teologica, conoscenza della storia del Papato, disinteresse soggettivo – questi era Benedetto e non è certo un caso che sia stato il primo ad aprire il capitolo dei Papi rinunciatari. Si tratta dunque di fidarsi della sua discrezione e del vaglio che alle sue decisioni viene applicando il nuovo Papa. Vederli in preghiera l’uno accanto all’altro può essere una grazia o un tormento. Qui conoscete il mio motto: ognuno porta i Papi al suo livello.
I due spunti si possono agevolmente applicare alla questione dell’enciclica, e anche qui ci sarà spazio per la gratitudine o il rovello. Ognuno si serva come può.
E’ il Papa emerito che consegna al nuovo la sua bozza. Avrebbe potuto distruggerla, o chiuderla in un cassetto, o riscriverla in forma di saggio. Dandola al successore ne fa un lascito per il magistero del nuovo Papa, che apprezza l’affidamento e decide di cavarne un’enciclica. Io vi leggo una parabola della continuità. Come nell’immagine dei due inginocchiati. E di ambedue questi momenti mi scopro riconoscente.
NUOVE LETTURE
Prima: il Papa Re, monarca assoluto di uno stato teocratico
Dopo: Un Papa regnante e un ex contemporaneo che si sorridono e si abbracciano come due fratelli.
Fine della Monarchia e/o dello stato teocratico?
C’è chi vede e pensa con gli occhi e la testa del prima.
“Eppur si muove” la misericordia di Dio.
Intanto anche la vicenda IOR si sta dipanando! Viene riconosciuta l’innocenza di Ettore Gotti Tedeschi! A questo mondo c’è giustizia, finalmente.
@Clodine, io non vedo niente di male nell’enciclica in scrittura condivisa.
Benedetto avrebbe benissimo potuto scrivere un nuovo testo personale e invece ha riconosciuto prevalente l’intestazione di quello che scriveva alla Chiesa universale. Era libero di appropriarsi di quello che aveva scritto e invece lo ha lasciato alla libertà e in fondo lo ha donato a tutti noi. Penso che nei secoli rimmarrà più una enciclica che un libro (tra i tanti che ha scritto e – come ben sai – sono straordinari, io ne ho letti solo alcuni).
Francesco avrebbe potuto rinunciare o tenere per se quello che gli ha lasciato Benedetto (che peraltro non mi sembra che abbia sbandierato la sua donazione, in modo da “costringere moralmente” il successore alla pubblicazione). Avrebbe potuto tranquillamente non farlo e invece lo ha fatto: l’ha raccolta in pieno, l’ha integrata secondo il suo talento e ne è venuta fuori una enciclica ricchissima.
Entrambi hanno dato umile testimonianza che l’enciclica appartiene alla chiesa universale prima che a un Papa. Per me questa è una grazia enorme. Io l’ho letta solo a video e non ho ancora il cartaceo, quindi poco e male. Per le prime due encicliche della trilogia mi sono entusiasmato e le ho ritenute bellissime e da diffondere. Farò lo stesso per questa. Sono un patrimonio che non può essere nascosto e che – secondo me – può unire le schiere degli apprezzatori dell’uno e dell’altro Papa, paradossalmente facendoci capire che il Papato è uno solo, indipendentemente da chi lo presieda pro tempore.
@Marilisa
Concordo pienamente sulla lettera maiuscola per il papa Francesco…. secondo te la maiuscola va messa anche sulla parola Papa?!? me lo sto chiedendo per altre ragioni, se mi fai avere il tuo parere mi fai un piacere. grazie mille
Mattlar, ti presento le mie versioni:
–papa Francesco (nome comune e nome proprio);
–il Papa (con riferimento a quello attuale; sottinteso, dunque, il nome proprio);
–il papa o i papi, in senso generico.
Basta guardare come scrive il nostro Luigi, e il gioco è fatto.
Luigi, hai una bella responsabilità: ci devi insegnare.
Luigi scrive Papa Francesco.
Io lo scrivo sempre maiuscolo, a meno di non dimenticarmi o sbagliarmi (cosa che avviene costantemente ma questo è un altro discorso).
È vero Sara, me ne accorgo solo adesso.
Probabilmente lo fa per eccesso di reverenza. Ma sbaglia ( scusami Luigi).
Quando il nome comune (papa) è accompagnato dal nome proprio, si scrive con la minuscola.
Dunque : “papa Francesco” e “papa emerito Benedetto”. Questo io so.
Poi ognuno scriva come vuole.
Come vede cara Principessa Luigi Accattoli è “quasi” della mia opinione dato che ha scritto che l’enciclica l’ha scritta “quasi” tutta Francesco!
Secondo, parlare di bergoglio come del “gesuita” non mi sembra irrispettoso.
E’ un gesuita! non lo sto calunniando ne’ insultando.
Terzo, cara Sara , se scrivo Francesco con la minuscola non è certo per poco rispettoa anzi, è che nella foga ( scrivo molto di fretta fra un impegno el’altro!) a volte mi scappano molti errori di battitura. chiedo scusa! Se vuoi d’ora in poi scriverò FRANCESCO tutto in maiuscolo, contenta? 😉
Comunque io sono molto d’accrdo coll’articolo che Luigi Accattoli ha scritto oggi sul Corriere, un articolo, vero , sincero non ipocrita ! un articolo che dice che FRANCESCO ha scritto il 10% dell’Enciclica e benedetto ( tutto minuscolo contenta Sara?) ne ha scritto l’80% per cento.
So benissimo che anche altre encicliche nella storia, come dice Lycopodium sono state redatte non solo da chi poi le ha firmate, e infatti per me non c’è nessun problema! Vada pur tutta la gloria a FRANCESCO, ma sia lecito dire, fra noi, che l’enciclica l’ha scritta “quasi” tutta benedetto!
@ Discepolo
Da quello che dici, io traggo una notizia nuova e inquietante. Non tanto se Francesco abbia scritto più di Benedetto o se uno abbia corretto l’altro o chi abbia scritto di più e meglio.
Ma se dici che Franesco ha scritto il 10% e Benedetto l’80% chi ha scritto il restante 10%????
Comunque sia concordo con Clodine.
la semplicità, la schiettezza, la “non-duplicita” sembrano aver abbandonato la Chiesa cattolica.
Tutto ormai è “duplice” e complicato” e “molteplice” e “complesso “.
“veder due papi che si abbracciano e scrivono encicliche a quattro mani” come dice Clodine fa più pensare agli incubi di un ubriaco che vede doppio , che alla serena e semplice realta che dovrebbe essere.
Stia più attenta, discepolo: l’appunto sulla minuscola l’ho scritto io, non Sara.
Tanto per precisare.
AAAAHHHH! Hai ragione Mattlar! sai avevo 4 in matematica…. 😉
No scusate non penso che l’altro 10 % l’abbia scritto un altro fastasma o gosth writer ho solo sbagliato i conti! Insomma il succo del discorso è: che Accattoli dice oggi sul Corrire che l’enciclica è quasi tutta scritta da Ratzinger …
fra l’altro non vedo perchè questo dovrebbe offendere gli amanti di Francesco!
Sicuramente Francesco dimostra grande umiltà e fede e disinteresse personale ma amore per la Chiesa a sottoscrivere parole scritte dal suo predecessore!
@ Marilisa, ti ringrazio e sono d’accordo sulle maiuscole. E quando scrivi i due Papi dovresti scrivere minuscolo perché è un nome comune o maiuscolo perché è un nome proprio?
Comunque a parte questo capello spaccato in quattro, io credo che Francesco, evitando il numero dopo il nome abbia posto una nuova questione. E’ certo infatti che a leggere in un testo il solo nome sembra che si stia palrando del cugino o di un amico e non di un papa. Sarebbe stato diverso se avesse preso il nome di Francesco I… D’altra parte, se non capisco male dove vuole andare a parare, il suo intento è proprio questo: rendere il papa un po’ più un fratello che un Maestro…
Scusami Marilisa. In ogni caso starò più attenta!
In ogni caso , ragazzi, chiunque l’abbia scritta , è una GRANDE encicca e io sono contenta e felice di averla letta!
Insomma, scusate non encicca ma “enciclica”
Mattlar, la “foga” di discepolo la rende molto distratta.
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201307/130706mancuso.pdf
Discepolo contenta per le maiuscole o le minuscole? Magari, io ho problemi con le doppie e con le h figurarsi le minuscole!!
Per la serie “Melius abundare quam deficere” io le metto tutte maiuscole che non mi pare faccia male, poi ai manuali l’ardua sentenza!
Sull’enciclica, visti i tempi, penso che ci avranno lavorato molti altri oltre ai due Papi no?
Avevo anche letto che si trattava di opera della congregazione della dottrina della fede, tutti teologi anonimi come i cristiani di Rahner.
In ogni caso è bella e tanto basta.
http://www.paolorodari.com/2013/04/
Per una volta concorso con l’analisi di Vito Mancuso! ( anche se naturalmente da due sponde diverse, lui critica, io entusiasta!)
“Più in generale penso che il testo della Lumen fidei riproduca la teologia ratzingeriana soprattutto in
alcuni capisaldi come la contrapposizione tra fede cristiana e mondo moderno, la polemica contro il
relativismo, il radicamento della ricerca teologica nell’obbedienza al Magistero. Sotto quest’ultimo
profilo è netta la riconduzione dell’esperienza di fede alla dimensione dottrinale nella sua
integralità, perché la fede, scrive la Lumen fidei, “deve essere confessata in tutta la sua integralità” ”
Questo scrive un indispettito Mancuso.
Sto ancora ridendo, mattlar, per la questione del “cugino ” Francesco.
Per continuare a spaccare il capello in otto, ti dirò che, riferendoti ai papi di cui oggi si parla, anche i due Papi va bene, a mio modesto avviso.
Vedi un po’ a che cosa ci porta la presenza di due papi in contemporanea. Chi l’avrebbe mai detto?
E indispettito a ragione, dal suo punto di vista!
Ma come, proprio Francesco, il Papa che doveva dare una svolta , un cambiamento, una rivoluzione, va a firmare un enciclica che ribadisce che la fede deve essere “integrale” deve essere confessata in tutta la sua “integralità”?
Compresi i ( vecchi) dogmi, compresa la (vecchia) morale , compresa la
(vecchia) dottrina?
Come li hai delusi con questa enciclica , caro, caro papa Francesco, ai progressisti!!!
Attenta Discepolo, a lei che piacciono tanto i salti alla Kierkegaard Mancuso è più vicino di Ratzinger.
( L’enciclica infatti, insistendo così tanto sulla luce della fede e sulla sua capacità di spiegazione, finisce per ignorare abbastanza clamorosamente che l’esperienza spirituale cristiana si conclude non con la luce ma con le tenebre come attesta la comune testimonianza della mistica dell’oriente e dell’occidente cristiano, parlando di “notte oscura”, di “silenzio”, di ingresso nella “nube della non conoscenza”, e sottolineando la necessità di andare al di là della dimensione intellettuale. Proprio in questo ignorare la fecondità delle tenebre, del non-sapere, del vuoto, del silenzio, risiede il grande limite della teologia ratzingeriana e del suo intellettualismo, che questo testo firmato da papa Francesco, come fosse un
sigillo, riproduce in toto. )
Discepolo, dici che Mancuso è deluso.
secondo me mancuso è confuso.
A ben vedere, secondo me lo è sempre stato, ma spesso lo ha eluso
Più che altro questa cosa della “fecondità delle tenebre, del non-sapere, del vuoto, del silenzio” detta da chi vende libri ha stancato di brutto.
Se non si può dire nulla stiamoci zitti e non scriviamoci su.
Speriamo davvero che Benedetto non sia, come vorrebbe Luigi, «il primo ad aprire il capitolo dei Papi rinunciatari».
Per almeno due motivi: il primo è che, se la rinuncia diventasse una prassi (e poi una tradizione) finirebbe per “obbligare” ogni papa (e questo sì che snaturerebbe il papato!). Il secondo motivo è che nessuno ormai può credere che la rinuncia di Benedetto sia stata “naturale”, nel senso di legata semplicemente all’età avanzata. E sarà pur lecito augurarsi che nessun altro papa si venga a trovare nella situazione drammatica in cui si è trovato Benedetto.
Caro Luigi,
ho trovato splendide le tue parole,
da te riportate come spunto.
Messe a fianco delle bellissime immagini
dei due papi, l’uno affianco all’altro,
sono ancora più leggibili,
ricordando la richiesta di papa Woytjla sull’esercizio del papato.
Quelle immagini
Aprono il nuovo capitolo dei Papi, forme nuove del ministero petrino.
I prossimi secoli avranno da scrivere
quel che noi…..
non potremo vedere…..
Da quanto leggo, facendo la tara dell’ecclesialese di rito, sembra quasi che il PAPA non sia Giorgio M. Bergoglio, ma Giorgio Sporschill…
Chiedo scusa , dicipule: ma per te il mondo è a due sole dimensioni, il progressismo (?) e il tradizionalismo (?!!) ?
Discipule, semmai…
Ho letto i due articoli e grazie a Luigi dei contributi.
Devo ancora vedere il testo.
Non capisco tanta agitazione di altrettanti compagni di blog, come se le altre encicliche i papi le avessero scritte con una delle piume = prese direttamente dall’ormai spennacchiato Spirito Santo = nella loro mano… attenti a dove soffiava il vento per scrivere… E scantarsi un po’?
Senza parlare poi dei salti interpretativi tripli mortali all’indietro con torsione della nostra incontenibile e inarrivabile pediatra.
P.S. un po’ OT – Leggo nel secondo articolo ” Sono state anche riconosciute le “virtù eroiche” (primo passo verso la beatificazione) di Giuseppe Lazzati (1909-1986)”… Cosa faranno adesso Socci e Fontolan e la loro conventicola de “Il Sabato” per frenare la beatificazione del “corroso protestante e traditore” come loro definirono Lazzati ? Pubblicheranno un altro fascicolo devotamente dedicato a Celentano…come esempio di antimodernita’?… Ma probabilmente se ne staranno tranquilli perche’ cio’ che davvero volevano – il potere nella Chiesa e nella politica – lo hanno gia’ abbondantemente ottenuto.
E scusatemi la digressione senza dubbio un po’ anacronistica.
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/dibattitobettetini.aspx
«scusatemi la digressione senza dubbio un po’ anacronistica».
Più che anacronistica, rancida.
Vero.
http://it.radiovaticana.va/news/2013/07/06/lumen_fidei,_prima_enciclica_di_papa_francesco:_il_commento_di/it1-708104
“Più che anacronistica, rancida.”
…genere letterario in cui lei eccelle, come ha gia’ ripetutamente dato prova.
Un’enciclica scritta in tandem da due papi non mi pare nulla di più che elemento di cronaca.
Ogni fatto può essere, al solo volerlo, gravido di teologia, ma pure di ideologia.
Può essere presagio o illusione.
A progressisti e tradizionalisti piace destabilizzare, agli ideologi piace fare le scansioni temporali e spaziali a loro arbitrio (ne ho lette, qui e qui vicino, di davvero esuberanti, in questi giorni).
C’è una doppia enfasi illusoria ed illusionista, sui papi e sulle encicliche.
Soprattutto perché i fattori, fattore-“papa” e fattore-“parola del papa”, sono oggi soggetti ad un’inflazione che lascia presagire solo una prossima deflazione.
Se dietro l’illusorietà e l’illusionismo c’è qualcosa di più brutto e destabilizzante, lo diranno i giorni e gli anni a venire.
Discepolo dice:
Accattoli dice oggi sul Corrire che l’enciclica è quasi tutta scritta da Ratzinger …
fra l’altro non vedo perchè questo dovrebbe offendere gli amanti di Francesco!
infatti io non mi offendo per questo perché che fosse quasi tutta di Ratzinger l’aveva già detto proprio Francesco.
Mi offendo con chi come lei fa finta di non saperlo e viene qui a parlare di ghost writer o dicendo secondo me l’ha scritta Ratzinger.
L’ha letta Lyco?
Sara1, colpa mia l’equivoco, accidenti alla sintesi.
Non è l’enciclica a far problema, ma l’enfasi, davvero fuori luogo, sui “due autori”.
La “Deus caritas” di B16 mostra un netto stacco stilistico tra la prima e la seconda parte; cosa però che, giustamente, è stata lasciata alle pinnicherie degli esegeti.
Cui prodest che oggi “faccia notizia” tutto e il contrario di tutto?
Non mi pare giovi alla Chiesa…
Per questo parlavo di inflazione, che potrebbe celare o preludere ad una deflazione.
In realtà avevo capito, chiedevo solo se le era piaciuta.
🙂
(p.s. mi esprimo male anche io)
Reverendo, se vuole replicare lo faccia a tono e si sforzi di formulare una battuta almeno decente: “rancida” che “genere letterario” sarebbe, secondo lei?
Nella sostanza, poi, la puzza di rancido si sentiva proprio …
Sara1
p.s.
Sempre aldilà dell’enciclica, che mi voglio gustare con la calma che merita…
L’inflazione mediatica impoverisce il brand JMB, incongruamente trasformandolo da “cercatore d’oro” in “orefice” (per la distinzione, cfr. http://www.cantualeantonianum.com/2013/06/lorefice-lorafo-e-il-cercatore-doro.html).
Mabuhay scrive,
6 luglio 2013 @ 18:22
”… Cosa faranno adesso Socci e Fontolan e la loro conventicola de “Il Sabato” per frenare la beatificazione del “corroso protestante e traditore” come loro definirono Lazzati ?”…..
—
Beh, qui occorre una doverosa integrazione, al duo bisogna aggiungere il mirabolante Amicone, direttore di Tempi, e autorevole esponente dei ciellini duri e puri.
Entrato di diritto nel gruppo dei sodali del caimano per aver partecipato nei giorni scorsi, in primo piano sul palco istallato a piazza Farnese, alla grande performance del “Siamo tutti puttane”.
L’enciclica è 100% di papa Francesco. Solo un papa in carica può firmare un’enciclica. E la questione si chiude qui.
Detto questo, è ben noto (e lo si sapeva da mesi) che il papa ha utilizzato il lavoro del suo venerato predecessore, conservando -senza cambiarlo- gran parte del testo già scritto.
Il che vuol dire che il papa in carica non ha nessun problema nei confronti di chi lo ha preceduto, anzi ne ha grandissima stima (una stima strameritata, dico io)… anche se molti pensano che tra papa Francesco e papa Benedetto XVI ci siano abissi profondi.
” Il Pontefice, ha spiegato il portavoce vaticano, «ha il potere dal dispensare una causa dal secondo miracolo. Ma ciò non vuol dire che ora tutti i beati diventano santi senza un secondo miracolo: stiamo parlando di un caso molto specifico etc…”
Come dire, molto più semplicemente, che si fa quel che si vuole.
Di certo il secondo miracolo è estremamente necessario. Come no? La prova lampante della santità.
Ma poi perché due miracoli e non tre o quattro, tanto per dire ?
Non capirò mai questi bizantinismi.
@ Mahubay
Socci e colleghi di definizione di Lazzati come ” corroso protestante e traditore”, soffriranno crisi di acidità di stomaco, continueranno a fargli il viso dell’arme nonostante la certificata eroicità delle virtù, e a ringhiargli contro riserve e critiche appena appena più smorzate.Mentre Lazzati è già su da un pezzo a pregare anche per loro.
La partigianeria sfegatata , non solo si rompe le corna contro i santi, ma fa fare ai malcapitati detrattori una figurella assai barbina, aggravata dall’intestardirsi dell’amor proprio pizzicato. Come sta a dimostrare il povero padre Gemelli inciampato- e ruzzolato – su quell’impresentabile padre Pio…
Mi diverte sempre immaginarmi come deve essere stato l’incontro tra i due , di là.
In attesa che un altro testimone fedele di quegli anni, Luigi Giussani, riceva anche lui la dovuta conferma ecclesiale, dico che la questione “Università cattolica”, con tutta evidenza, deve essere consegnata agli storici e non ai lasciata ai giornalisti. Ma questa è una lezione che non si impara mai, a quanto leggo da un bel po’.
L’approccio storico deve dar conto anche di questo dato di fatto, almeno in ambito ecclesiale: “L’unità è superiore al conflitto; dobbiamo farci carico anche del conflitto, ma il viverlo deve portarci a risolverlo, a superarlo, trasformandolo in un anello di una catena, in uno sviluppo verso l’unità”.
Quello cronachistico no, dato che trae la sua ragion d’essere dai conflitti irrisolti e dalle scansioni temporo-spaziali a colpi di machete.
L’esempio di Mabu non è il solo, né l’ultimo e nemmeno il più grave.
Marcello. Bentornato!!!
Non sai quante cose sono successe durante la tua assenza.
Rispondo a Marcello dicendo: “ovvio che Papa Bergoglio ha firmato l’enciclica di Ratzinger. Che doveva fare abbi pazienza: mettersi a discutere? fare lo gnorry, fichiettare come nulla fosse?…E certo che ha accettato di firmare un’enciclica scritta dal predecessore. Ovvio che è, e sarà , un documento prezioso per la Chiesa, ovvio che è un lascito prezioso. Ma non credo possa rientrare nella “normalita!” o rappresentare l’ovvietà. Che Papa Francesco sia partito “svantaggiato” rispetto a tutti gli altri pontefici è fuor di dubbio: non credo sia facile “pontificare” con il predecessore vivente…è come avere la suocera nel letto!
una presenza possente, ingombrante, una suocera sotto lo stesso tetto…
Ve lo immaginate?
– “non ti preoccupare per me, fa’ come se io non ci fossi mi metto qui, buona buona…non mi vedrai né mi sentirai. Sarò silenziosa come un gatto!
Eppoi zacchete, te la ritrovi fuori la porta della stanza da letto con il pigiama e la borsa dell’acqua calda! Un incubo, peggio di “Psycho” Dario Argento.
Clodine, la “suocera nel letto” fa un po’ orrore, ma capisco cosa vuoi dire.
Non penso che papa Francesco sia stato “costretto” a pubblicare una enciclica quasi terminata dal predecessore, anche se la cosa era prevedibile, ma lui lo ha fatto in tempi brevissimi, mostrando un gioioso entusiasmo niente affatto ovvio!
Mattlar, non posso andare un po’ in vacanza che mi stravolgete tutto!
Bah…già il fatto di ritenere un lascito prezioso l’enciclica, è ritenere un dono prezioso la presenza di Ratzinger.
La suocera dà fastidio nel matrimonio…ma la nonna è preziosa!
E la nonna e la suocera son la stessa persona.
La regina madre o il re del Belgio che abdica sono presenza ingombrante solo ed in quanto abbiano un ruolo di interferenza.
Ma se così non fosse, se il ruolo della collegialità che il nuovo cerca di promuovere diminuisse un poco il ruolo dell’ipse, non sarebbe certo un problema, ma una ricchezza.
Accade anche con vescovi particolarmente carismatici.
Nel passato vigeva la damnatio memoriae che liberava il successore del fantasma del predecessore. Era una idea di regno, di monarchia assoluta, che per i vescovi si è andata stemperando. Ora capita che il predecessore rimanga in diocesi, operi come ausiliare, dia la disponibilità a diocesi vicine.
Ratzinger avrebbe potuto tenere duro due mesi e morire di infarto. Non avremmo avuto questa enciclica, non avremmo più lui.
Probabilmente sarebbero stati mesi di sbando per una chiesa che ha bisogno di governo.
Non vedo nulla di male se la scelta di rinuncia venisse ripetuta in futuro.
Grazie Manuel,
condivido.
Quasi…quasi…. sembri una persona di buon senso 🙂
Grazie Matteo…anche tu ogni tanto sei simpatico! 😛
Ti auguro di vivere tet a tet vita natral durante con una cara suoceretta fin che morte non vi separi, Manuel!
Clodine…non corro questo rischio :-*
Manuel76
io
invece,
spero che tu lo corra 🙂
Cari tutti, sia io che Clo siamo suocere. Vi sembra che avere una relazione permanente con noi sia un problema?
😉
Cara nico,
le suocere non sono altro che le rispettive mamme,
di coniugi etero o omo.
E
le mamme
sono sempre un problemone
quando vogliono gestire
le vite
dei figli sposati
o
dei digli conviventi.
Io
la mia
l’ho dovuto “educare”….
ora
non è più un problema.
Lei sa che se ci prova,
non mi vede più
per almeno un anno….
come è già successo.
La cura ha funzionato !
Ora è fantastica
a rispettare i miei spazi
di vita di coppia.
Io i miei figli li vedo ancora, si vede che non ho ancora esagerato
🙂