Romeo e Giulietta fanno foto sulla fontana di “Madonna Verona”, in pazza delle Erbe. Lei sale sul “piatto” della fontana, con l’acqua che le scorre sotto le scarpe da tennis. Lui le fa “più indietro” con un cenno della testa, lei si prende gli schizzi sulla schiena. Il ragazzo la guarda beato tra gli strilli.
Cento metri più in là, in piazza dei Signori, ho trovato il cartellone del “Toca ti” Festival internazionale dei giochi in strada. 22-23.24 settembre, di cui ci aveva parlato don Vito nel commento n. 2 al post del 25 settembre. Ne approfitto per mandare un saluto a don Vito.
Sono in pizzeria, con una persona a me cara. Le parlo di Giulietta, e per un curioso caso di associazione d’idee, lei mi racconta delle bravate di suo padre, che aveva una Giulietta Spider. “Ci teneva molto”, mi dice. E io le racconto un’aneddoto del 1954, di cinque ingegneri Alfa Romeo che stavano mettendo a punto la nuova vettura e, a cena da Biffi, non sapevano che nome darle. C’era lì un vecchio principe russo, in esilio. Non aprì bocca tutta la sera, ma dal suo tavolo aveva ascoltato il loro discorso. Alla fine, prima di uscire, si avvicinò e disse loro: “Siete cinque Romei e non avete con voi una Giulietta?”. Ecco il nome.
“Vedi – le dico – io sono più fortunato di loro, stasera”. Lei mi guarda e con una carezza dolcemente sorride.