Don Antonio Mazzi, funambolo della carità, compie 88 anni e dice al Corsera di lunedì 9 aprile che la religione gli dava e gli dà fastidio: è tutta regola, non è fede. Don Antonio un poco lo conosco, è generoso e confusionario. Metto il link all’intervista e riporto nel primo commento quella battuta perché si lega al post di ieri dove Igor l’omicida diceva che era “molto religioso”. Gli ossimori sono le ossa dell’universo: ecco a voi un assassino devoto e un prete irreligioso.
Don Mazzi che fa 88 anni: “La religione mi dà fastidio”
6 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Papa Francesco perderà. La religione mi dava e mi dà fastidio. Oggi, dico che è come un matrimonio che diventa un dovere: se non esiste più l’amore, che roba è? Per la società, è ancora matrimonio, ma per te? Mi chiedo se comanda più la Chiesa o il Vangelo. Papa Francesco, poveretto, vuole che il Vangelo torni Vangelo, ma lo dice in Vaticano, che è il luogo del potere, e sa che perderà.
Faccio a don Mazzi gli auguri di tutto cuore per i suoi 88 anni.
Perché lo definisci “confusionario”, Luigi?
Perché tutte le volte che ho avuto a che fare con lui ha fatto confusione tra quello che gli dicevo, quello che diceva lui, quello che gli chiedevo e quello che mi mandava intendendo rispondere alla mia richiesta. Niente di grave: anch’io faccio confusioni. Lui di più.
😀 😀 😀 😀 😀
Tuttavia la stravaganza di don Mazzi non gli impedisce di essere sincero e di dire la verità su molti aspetti della religione e della Chiesa e della vita.
Io apprezzo la sua sincerità stravagante e “confusionaria”, anche se ammetto che per certi versi può apparire esagerato.
Mi pare di capire che si è fatto prete più per necessità che per “vocazione” tradizionalmente intesa.
Una volta molti ragazzi, non agiati, andavano in seminario per gli studi e poi continuavano nella vita ecclesiastica anche senza vera vocazione di fede. Gli studi in seminario erano pressoché gratuiti. Solo i più insofferenti di certe regole avevano l’ardire di lasciar perdere, e magari si sentivano perfino colpevoli. A volte in una stessa famiglia c’erano due o tre preti oppure due o tre suore. Accipicchia che privilegio! Dio “vocava” in una stessa famiglia due o tre componenti in una volta sola.
Ho avuto due prozie, sorelle, fattesi suore per l’estrema povertà della famiglia. Povere anime, grandissime nei loro sacrifici.
Di certo don Mazzi ha finalizzato la sua vita a fare il bene. E tutti sappiamo quanti giovani ha aiutato o cercato di aiutare. Altro che fede! Questa è autentica militanza nella Chiesa del Signore. Probabilmente il suo carattere “ribelle” lo ha portato a riconoscere e a capire meglio di altri il ribellismo di tutti quei ragazzi per i quali si è speso nella lunga vita.
Uno che si dimentica di sé stesso e va a letto “quando l’ultimo dei ragazzi ha smesso di urlare”, e si sente padre di tutti quei ragazzi sentendosi vivo solo per questo, ai miei occhi appare come una persona straordinaria, da stimare profondamente, molto al di sopra di tanti uomini di fede che parlano di fede ma la vivono in funzione di regole e dottrine da seguire con tutti i punti e le virgole a posto. E se qualche punto e virgola è fuori posto, gli vengono i “dubia” da squadernare pubblicamente per screditare il Papa.
Devo dire che a questi ultimi preferisco un don Mazzi che, “confusionario” com’è, “irreligioso” com’è, dice al Papa, in faccia, che sta meglio di lui, perché può “correre dietro la pecorella smarrita”. E fa stralunare gli occhi al segretario.
Ho grande simpatia per don Mazzi e per i preti di strada come lui.