Sto leggendo il libro dell’arcivescovo Georg Gaenswein “Nient’altro che la Verità” (Piemme 2023, pagine 331, euro 20), e trovo pagine interessanti che non erano state “anticipate” dai media. Mi riprometto di riportarne alcune e inizio dalla più utile tra quelle che ho letto fino a questo momento: riguarda le sue stesse parole (di don Georg) sul “pontificato allargato” che erano state interpretate dagli antibergoglio come un sostegno alla tesi fantasiosa della perduranza del Pontificato di Papa Benedetto oltre la rinuncia. Riporto nel primo commento il paragrafo di questa rettifica.
Don Georg ritratta il “pontificato allargato” che tanto aveva impressionato i sensitivi
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Sempre e per sempre. Don Georg rievoca l’ultima udienza generale di Benedetto XVI in piazza San Pietro, di mercoledì 27 febbraio 2013, nella quale il Papa rinunciante rievocò come l’accettazione del Pontificato l’avesse “impegnato sempre e per sempre con il Signore: la mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze, eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso”. Fatta questa rievocazione don Georg così continua: “In sostanza era una licenza poetica che Benedetto utilizzò poichè rispecchiava il suo stato d’animo di quel momento. Ma evidentemente, col senno di poi, dopo un po’ di anni il ‘sempre e per sempre’ acquisì una non voluta ambiguità. Presentando un libro, provai a rendere più sfumata quell’espressione, parlando di ‘pontificato allargato’ e devo riconoscere che la toppa fu peggiore del buco, come recita un simpatico proverbio. Comunque, il significato originario era semplicemente che lui non avrebbe più fatto il teologo o il professore, non sarebbe più tornato a quello che gli piaceva veramente” [pagine 224s].
Quando l’arcivescovo Gänswein rievoca le parole che aveva pronunciato presentando un libro, rimanda al 20 maggio 2016, il libro era “Oltre la crisi”, di don Roberto Regoli, il luogo l’Università Gregoriana a Roma e le parole erano state: “Non ci sono due Papi, ma c’è di fatto un ministero papale allargato, con un membro attivo e uno contemplativo: per questo, Benedetto non ha rinunciato né al suo nome di Papa né alla talare bianca; per questo, l’appellativo corretto con il quale bisogna rivolgersi a lui è ancora Santità”. L’arcivescovo ritorna su quelle sue parole alla pagina 273 del volume.
https://gpcentofanti.altervista.org/non-lasciarsi-ingannare-dai-pensieri-negativi/
Sara’ interessante sapere come si comporteranno i prossimi papi dimissionari: se anche loro penseranno che l’accettazione del Pontificato li impegni sempre e per sempre con il Signore” oppure no ,se cioe’ una modifica dell’ istituzione renda normale che un papa ad un certo punto possa fare le dimissioni come qualunque altro Vescovo e dopo le dimissioni fare cio’ che piu’ gli aggrada: Benedetto si e’ ritirato all’ interno delle mura vaticane, Francesco ha gia’ detto che invece se si ritira andrà in Laterano e si dedichera’ alla confessione, un terzo successivo magari tornera’ nella sua patria di origine eccetera. Insomma l’ istituzione deve per forza di cose regolamentare l’ emeritato” del vescovo di Roma , altrimenti come con Ratzinger le ambiguita’ ,il vedere due vestiti di bianco da papa ,non potranno che accrescere la confusione.
Inoltre quello a cui nessuno abbia pensato e’ cosa fare nel caso un Vescovo di Roma emerito, dopo aver dato le dimissioni, cada in quella condizione abbasta frequente negli anziani di perdita di memoria, di capacita’ cognitive, e cominci per esempio a dichiarare che lui e’ ancora papa o a fare discorsi vaneggianti. Che si fa in quel caso ? Si istituisce una casa di cura dedicata agli emeriti anziani e non più: in se’ con la testa? Ma questo non vorrebbe dire che ci sarebbe chi li controlla e potrebbe strumentalizzarli ? Forse la Chiesa attuale non si e’ resa ben conto e non ha ringraziato Dio abbastanza che Benedetto in questi dieci anni non abbia perso la sua lucidita’ mentale. Pensate cosa sarebbe successo se invece cosi’ non fosse stato. Avrebbero dovuto tacitarlo a forza o con psicofarmaci e tenerlo rinchiuso .
Rif. 11.27 – Lucidità mentale e vaneggiamenti
Papa Benedetto con la rinuncia libera e tempestiva ha insegnato ai papi a lui successivi – nel rispetto della più seria tradizione – a ben valutare le proprie forze per governare. Se sono gravi e sconvolgenti gli eventuali vaneggiamenti da ex papa, sono cosa peggiore gli eventuali vaneggiamenti da papa.
Ringraziato sia Dio per papa Benedetto e per papaFrancesco, che lucidamente – sull’uno e l’altro fronte – hanno contrastato nei dieci anni i più disparati vaneggiamenti che hanno soffiato (e stanno soffiando) intorno a loro e contro loro e la Chiesa.