Nel libro di memorie “Nient’altro che la Verità” [vedi post del 13 gennaio] l’arcivescovo Georg Gaenswein conferma quanto affermato una volta in aereo da Francesco: che cioè Benedetto “cacciava via” chi andava da lui a lamentarsi del “nuovo Papa”. Nel primo commento riporto i due paragrafi di questa conferma.
Don Georg conferma che Benedetto cacciava chi andava a lamentarsi del nuovo Papa
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Con il migliore stile bavarese. Questo aspetto della contrapposizione fra il regnante Francesco e l’emerito Benedetto, che da opposte sponde è stato costantemente sostenuto, ha sempre rattristato Ratzinger, soprattutto quando l’osservazione proveniva dall’interno del Vaticano. Parafrasando il noto modo di dire, tanti hanno provato a tirare Benedetto XVI “per la talare” (non potendolo fare “per la giacchetta”). E non sempre era facile comprendere chi agiva in buona fede, animato da intenzioni almeno in origine positive, e chi invece cercava piuttosto di fomentare confusione e ribellione, per salvaguardare consolidate posizioni di potere o per conquistarne di migliori. Tra le migliaia di persone che spendono la vita per la Santa Sede la quasi totalità è devota al Papa e alla Chiesa. Ma, come in tutte le grandi strutture, sono proprio quelle poche “pecore nere” le più pericolose, capaci spesso di mascherarsi come “angeli di luce”.
Anche a Francesco venne posta direttamente una domanda riguardo alla questione dei “due Papi”, nella conferenza stampa del 26 giugno 2016 sul volo di ritorno dall’Armenia, e lui efficacemente rispose: “Ho sentito – ma non so se è vero questo – sottolineo: ho sentito, forse saranno dicerie, ma concordano con il suo carattere, che alcuni sono andati lì a lamentarsi perché ‘questo nuovo Papa…’, e lui li ha cacciati via! Con il migliore stile bavarese: educato, ma li ha cacciati via. E se non è vero, è ben trovato, perché quest’uomo è così: è un uomo di parola, un uomo retto, retto, retto!”. Posso personalmente confermare che è stato così [pagine 239s].
https://gpcentofanti.altervista.org/il-traboccamento-di-benedetto-xvi/
Se il libro di Don Georg contiene solo ” rivelazioni” simili, non si capisce perche’ siano state fatte pressioni su di lui per ridurlo al silenzio.
Quando don Georg dice cose che concordano con la narrativa ( falsa) che fra Benedetto e Francesco non vi fosse alcun contrasto , che tutto andasse bene , gli se crede, se io invece Don Georg ne dice altre che non piacciano per esempio che Benedetto ha sofferto molto per lo schiaffo del suo successore alla Summorum Pontificum ,no ,allora Don Georg esagera ,non dice la verita’. Solito metodo: il testimone e’ attendibile solo se dice cose gradite a chi lo vuole usare . Adesso sara’ Benedetto ( da morto) ad essere tirato dalla talare per dimostrare quanta continuita’ vi sia fra lui e Francesco,e come lui ( Benedetto) ammirasse le riforme di Francesco. Anzi vedrete Don Georg scrivera’ un altro libro dal titolo ” Benedetto grande ammiratore di Francesco”.
interessante anche dove stronca il libro di Cionci e dice che Benedetto celebrava sempre ” in unione con il nostro papa Francesco” che è evidente a a tutti , a parte Minutella e ad altri preti ospitati su noti siti antifrancesco.
Cristina Vicquery
Maria Cristina Venturi. Io non so nulla delle pressioni per costringere don Georg al silenzio. E comunque il suo libro non tace nulla. Narra episodi scomodi per ambedue le tifoserie: così le chiama. Io riporterò ancora qualche pagina dando la preferenza a quelle non apparse nelle anticipazioni. Com’è il caso, mi pare, delle due pagine che ho già riferito.
Sul rapporto tra i due Papi chiarisco la tesi – che ho sostenuto sul Corsera online il 1° gennaio e che ho riportato qui nel blog – che il rapporto fosse buono. Credevo d’essere stato chiaro in quel mio testo ma ci torno sopra volentieri approfittando di quanto ora ci dice don Georg.
Avevo scritto così: “Francesco e Benedetto sono restati sé stessi, nella evidente diversità che li caratterizzava, accettandosi e rispettandosi reciprocamente, ma senza cedere alla miope idea di scritturare l’altro a proprio sostegno”.
Il libro di don Georg conferma questa mia idea. I due avevano esperienze, sensibilità, linguaggi, convincimenti diversi. Non sempre Francesco accettava i suggerimenti di Benedetto. Non sempre Benedetto gradiva le decisioni di Francesco. Ma la diversità non ha impedito il buon rapporto. Sono riusciti a essere fratelli nella diversità: questo mi pare il fatto importante, in prospettiva storica. Ad esempio per altre eventuali convivenze di Papi emeriti e regnanti.
Diverso è il caso delle tifoserie, che io in quell’articolo avevo chiamato scuderie. I due casi di invadenza o di accaparramento più clamorosi sono stati quello della scuderia bergogliana con la lettera sbianchettata da don Dario Viganò [vicenda già nota in ogni dettaglio e che don Georg ripropone senza aggiunte significative] e quello della scuderia benedettiana con il libro del cardinale Sarah che fa del Papa emerito un coautore dichiarato invece che involontario. Su questo episodio don Georg fornisce un elemento conoscitivo che era restato inedito: cioè la proposta a Benedetto da parte di Sarah di una dichiarazione di sostegno che l’emerito tentò di aggiustare e per la quale chiese il nulla osta a Papa Francesco che non lo concesse. Uno dei prossimi giorni riporterò questo testo.