Don Abbondio e il suo po’ di fiele in corpo

Manzoni 1. Ho già detto che sto rileggendo I promessi sposi e questo è il primo riporto di 38 che farò, uno per capitolo: la dedico ai visitatori più fegatosi. “Non è però che [il nostro Abbondio] non avesse anche lui il suo po’ di fiele in corpo; e quel continuo esercitar la pazienza, quel dar così spesso ragione agli altri, que’ tanti bocconi amari inghiottiti in silenzio, glielo avevano esacerbato a segno che, se non avesse, di tanto in tanto, potuto dargli un po’ di sfogo, la sua salute n’avrebbe certamente sofferto. Ma siccome v’eran poi finalmente al mondo, e vicino a lui, persone ch’egli conosceva ben bene per incapaci di far male, così poteva con quelle sfogare qualche volta il mal umore lungamente represso, e cavarsi anche lui la voglia d’essere un po’ fantastico, e di gridare a torto. Era poi un rigido censore degli uomini che non si regolavan come lui, quando però la censura potesse esercitarsi senza alcuno, anche lontano, pericolo“. Come descrizione degli aggressivi di qui che non si firmano mi pare perfetta. Nel primo commento un altro riporto meno a sproposito di questo.

34 Comments

  1. Luigi Accattoli

    La serva di don Abbondio. Due pagine dopo il fiele di don Abbondio viene la sua serva, sempre nel primo capitolo: “Era Perpetua, come ognun se n’avvede, la serva di don Abbondio: serva affezionata e fedele, che sapeva ubbidire e comandare, secondo l’occasione, tollerare a tempo il brontolìo e le fantasticaggini del padrone, e fargli a tempo tollerar le proprie, che divenivan di giorno in giorno più frequenti, da che aveva passata l’età sinodale dei quaranta, rimanendo celibe, per aver rifiutati tutti i partiti che le si erano offerti, come diceva lei, o per non aver mai trovato un cane che la volesse, come dicevan le sue amiche“. Riporto questo brano in riferimento all’ultima tra le perpetue che siano entrate nelle cronache di mia conoscenza, ai nostri giorni, ed è donna di simpatia verbale e facciale. Nel commento seguente riporto un brano di un mio articolo in cui la si nomina come “la serva del cardinale Ruini”.

    16 Luglio, 2013 - 9:49
  2. Luigi Accattoli

    La serva del cardinale Ruini. “C’è un altro passo di quell’omelia [del cardinale Ruini che lasciaz gli incarichi] che gli recupera simpatia ed è quello in cui nomina Pierina, la simpaticissima ‘serva del cardinale’ – come ama presentarsi – che in tutti questi anni ha gestito la sua abitazione: ‘Ringrazio Pierina, che rimarrà con me, e tutte le persone che in questi anni, insieme a lei, hanno reso confortevole la mia vita’“. Qui puoi leggere l’intero mio testo intitolato Sul cardinale Ruini che lascia gli incarichi.

    16 Luglio, 2013 - 10:00
  3. Federico Benedetti

    Il senso dell’impunità contribuisce non poco a lasciare libero sfogo alla propria aggressività. Ricordo a questo proposito l’esperimento psicologico di Stanford, con l’attribuzione casuale dei ruoli di guardie e carcerati ad alcuni volontari scelti, se non erro, tra gli studenti universitari: le “guardie” divennero in pochissimo tempo feroci e sadici aguzzini e l’esperimento fu bruscamente interrotto per evitare conseguenze drammatiche.
    In internet è l’anonimato che consente quel po’ di “impunità” che è alla base di tanti casi di aggressività e di eccessi.

    16 Luglio, 2013 - 10:04
  4. Clodine

    …mmmm….non ci illudiamo: nessuna perpetua potrebbe durare più di un settennio accanto ad un prelato e addirittura un Papa senza una forte personalità: alcune ne ebbero talmente da influenzare, e di molto, anche decioni importanti. Potrei citare suor Pascalina -strapazzata e quasi cacciata in malo modo dopo la morte di Pio XII – ma anche della Wanda Poltawska, sul cui imponente epistolario con GPII ne sono state dette di cotte e di crude.Di aneddoti se ne dicono anche sulle quattro laiche consacrate di Comunione e Liberazione che si dedicano a tutt’oggi con grande zelo a Benedetto XVI.
    Queste donne hanno avuto, ed hanno, la fortuna di intrattenersi con i religiosi a pranzo, a cena, nei momenti di sfago con tutta cordialità. Esse rappresentano quella ” consolazione” che ogni religioso dovrebbe avere. Si, quando si tratta di alti prelati,di papi, allora tutto fila liscio, tutto è consentito, nulla di cui scandalizzarsi. Ma provate ad entrare in un teologato,come viene inculcata nel giovane sacerdote l’idea che dalla donna si debba stare a deibita distanza: nessuna amicizia femminile è consentita poiché potrebbe -condizionale è d’obbligo- indurre al lassismo, rappresentare un ostacolo. Potrebbe -condizionale-trasformarsi in affezione e dunque compromettere la solidità della vocazione e frantumare l’unità di quel cuore che deve-imperativo-essere indiviso. Ho visto studentati di teologia chiudersi come in carceri. Giovani chierici timorosi anche di sedersi accanto ad una donna di decente aspetto. Due pesi due misure insomma….ve lo dice una che l’ha vissuta sulla propria pelle questa discriminazione.

    16 Luglio, 2013 - 11:53
  5. luca73

    Scusate l’OT, ma vorrei esortare tutti i DonAbbondio dell’Occidente cristiano (?!) a dire qualcosa contro la violenza di gruppo perpretata in India contro una religiosa, appartenente alle suore Francescane; per almeno tentare di smuovere l’apatia e la lentezza della macchina della giustizia indiana, percepita come uno svilimento della vittima – guarda il caso Cristiana.

    16 Luglio, 2013 - 12:32
  6. Sì, però Luigi il nostro Abbondione – nome largo di battuta, da gente grassa e ben pasciuta – in realtà è uno stizzoso, che è tipico di chi non ha il coraggio di ribellarsi a qualcosa e si sfoga in privato, possibilmente con i parenti più prossimi. Il troll è al contrario un provocatore.

    16 Luglio, 2013 - 14:17
  7. Luigi Franti

    Gentile luca73, se sa di qualche iniziativa a cui si possa aderire (raccolta di firme, mail da mandare all’ambasciata indiana ecc.) ce lo faccia sapere.

    16 Luglio, 2013 - 16:01
  8. Cara Clodine, per quanto riguarda BXVI, che ne dici di Ingrid Stampa? Molto suoi libri sono a cura di questa musicista tedesca.

    16 Luglio, 2013 - 16:37
  9. E per Giovanni Paolo II c’è stata Anna Teresa Tymieniecka, una bella, minuta e bionda filosofa statunitense nata in Polonia, con la quale Karol Wojtyla scrisse “Persona e atto”.

    16 Luglio, 2013 - 16:43
  10. Sono quasi pentita di tanti pettegolezzi.

    16 Luglio, 2013 - 16:43
  11. lorenzo

    ” Era poi un rigido censore degli uomini che non si regolavan come lui, quando però la censura potesse esercitarsi senza alcuno, anche lontano, pericolo“.

    Sarebbe l’ epitaffio perfetto per ogni bloggarolo cattolico che si rispetti.

    Dovrei farmi preparare l’incisione ( se non altro a finalità scaramantiche).

    16 Luglio, 2013 - 17:52
  12. lorenzo

    La cosa acuta, non è tanto che don Abbondio voglia, ogni tanto, prendersi la soddisfazione di ” gridare” anche lui….

    Ma di ” gridare a torto”.

    Quetsa è veramente una genialata. Perché è così che succede!

    16 Luglio, 2013 - 17:55
  13. lorenzo

    …quell’età sinodale dei 40, fissata immagino per essere aldilà delle tentazioni, oggi farebbe un pò ridere i polli.
    Con le quarantenni da copertina che ci sono in giro, sconsiglierei caldamente a un moderno Abbondio di mettersene una in casa !!!

    16 Luglio, 2013 - 18:37
  14. Clodine

    Grazie Antonella per le informazioni, non sapevo della Tymieniecka. Ho letto tutto su suor Pascalina e la Wanda ma della Tymieniecka non ne sapevo niente. Sai che faccio? Mi compro il libro…si si…vado a comprarlo domani stesso. E dire che per la mia amicizia con un sacerdote col quale condivi per molto tempo la stessa passione per le lettere classiche.Un sacerdote buono con il quale poter parlare di tutto, specie in quei periodi veramente brutti della vita, arrivai al punto,con profondo malincuore, di dovermici allontanare per via di certi sguardi malevoli che accompagnavano ogni circostanza nella quale ci si trovava a dover condividere uno spazio comune [biblioteca, scola cantorum, libri ,appunti e dispense] una bella amicizia, onesta, interrotta per anni….ma riconquistata ,grazie a Dio, con fatica solo allo scoccare degli anta…prima, da giovani, era vietato..È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.

    16 Luglio, 2013 - 21:00
  15. Cara Clodine, del testo “Persona e atto” che avevo comprato non ho capito praticamente nulla. Qualcuno lo ha definito un “esercizio spirituale per le anime del Purgatorio”. Boh!

    16 Luglio, 2013 - 21:12
  16. Clodine

    Ho ancora memoria di un ceffone, al qual seguì un’umiliazione indicibile, che mi allungò una suora. Avevo 14 anni e stavamo vedendo una partita a calcetto tra le due tifoserie dell’oratorio. Osai dire , all’indirizzo di uno sbarbatello che vedevo per la prima volta in campo e non sapevo essere un chierico aveva i ginz e una polo, sa avesse portato la talare pure pure ma così…
    -chi è quel ragazzo!? Risposta unitamente al malrovescio:
    -sciocca, è un chierico deve diventare sacerdote !
    Per poco non mi stacca la testa…Cattiva! Non la dimenticherò mai quella suora.

    16 Luglio, 2013 - 21:13
  17. Luigi Franti

    Antipatica la suora (e magari un po’ gelosa), però lei, gentile Clodine, deve stare attenta a non far girare la testa ai preti, ricordando, fra l’altro, che una donna può essere tanto più seducente quanto meno pensa a sedurre.
    Tutte quelle vecchie norme di prudenza – che un tempo si praticavano e dopo l’ultimo concilio si sono in gran parte frettolosamente dismesse – erano sagge e benedette: mai restare soli con donne, sempre la porta spalancata se si dovevano ricevere per ragioni di ufficio, la talare che rendeva sempre e dovunque riconoscibile il chierico eccetera eccetera. Bastavano? Certo che non bastavano, però un po’ servivano. Erano applicate a volte in modo un po’ isterico? Certo che sì, ma il bilancio complessivo credo restasse positivo, soprattutto in confronto a quello che si è visto dopo.

    17 Luglio, 2013 - 10:08
  18. luca73

    Gentile Sig. Luigi Franti (16 luglio 2013 @ 16:01),
    non sono a conoscenza di nessuna iniziativa a difesa dei cristiani perseguitati in tante parti del mondo (la vicenda della suora indiana è, purtroppo, solo la regola e non l’eccezione). Dubito comunque che ve ne siano.

    Forse basterebbe anche solo la preghiera recitata con il cuore, per essere consapevoli – e compartecipi, sepure in minima parte – delle sofferenze dei cristiani e non fare come il Don Abbondio del romanzo, che balbettava “Carneade, chi era costui?”, nascondedosi così la verità ed affogando beatamente nell’ignoranza.

    17 Luglio, 2013 - 11:02
  19. Clodine

    Caro Luca73, non ci abitueremo mai al massacro dei cristiani in quelle aree del mondo, che sono ampissime, sterminate, dove il fondamentalismo islamico fa da padrone. Io capisco che questi “cani sciolti” armati di roncole e macete, questi sanguinari che mietono vittime non hanno un padrone -se non la Sharia con i suoi mostri- ma i cattolici si, dovrebbero avere ciascuno le loro confessioni alle spalle, [Ortodossi, Luterani, Cattolici] a sancire il sacrosanto diritto di professare il proprio credo in Gesù Cristo, e se il dialogo non da frutti ci dovrà essere un altro sistema, non sta a me dire quale, ma deve esserci…eppure nessuno si muove, tutto tace…e questo mi scandalizza non poco.
    Carissimo Franti, darti torto non si puote! Capisco che il mio faccino, ab illo tempore, confondeva non poco, ma da qui a rimediare un ceffone ce ne vuole! Certo è, che alcune suore, specie quelle più giovani, mi vedevano come il fumo negli occhi. Ma ebbi sempre molto rispetto e carità per le altrui miserie anche se dovetti mandare giù parecchi bocconi amari, compreso il “tacere” mentre le altre cantavano perché, a loro avviso, la mia vocetta squillante “mortificava” le altre vocette. Ma ditemi voi se si può usare una simile violenza su una creatura, eppure…anche quella rinuncia -come se tutto il resto non bastasse-alla fine cintribuì a formarmi e temprarmi.
    Come te, caro Franti, sono fautrice di un ritorno alla talare. Credo che l’ostentazione borghese della maggior parte dei preti, quel “confondersi” con la moda del momento salvo poi tirare fuori, come un coniglio dal cilindro, il famoso “collarino” a tempo debito. Magari sul più bello, dopo che qualche povera sprovveduta c’ha creduto -sempre sotto incoraggiamento del bello e impossibile eh-Trovo la cosa squallida, degna di un film di Hitchichock !

    17 Luglio, 2013 - 13:10
  20. Marilisa

    Non si può dire che il Manzoni non abbia tracciato il ritratto di un uomo sgradevole (o spregevole?) presentandoci il famoso–ad imperitura memoria– don Abbondio. Certo, i tempi erano quelli che erano, e la prepotenza regnava sovrana. Ma anche il il carattere è quello che è, in ogni tempo e in ogni luogo.
    “Un po’ fantastico”. Mi sembra di vederne ancora oggi molti in giro di “fantastici”.
    Quanto poi al “rigido censore degli uomini che non si regolavan come lui “, mica è vero che gli aggressivi in questo blog siano solo quelli “che non si firmano”.
    Alcuni si firmano–con nomi veri o falsi– e lo sono ugualmente.
    E tu, Luigi, lo sai bene. È il non conoscersi personalmente che porta a questo. Se si fosse faccia a faccia, forse sarebbe diverso, ma non ne sono così sicura.
    Vedo certe zuffe al di fuori del blog che mi fanno pensare che le facce da schiaffi ( in senso figurato) se li attirano gli schiaffi, come le calamite.

    17 Luglio, 2013 - 14:31
  21. Marilisa

    “Tutte quelle vecchie norme di prudenza – che un tempo si praticavano e dopo l’ultimo concilio si sono in gran parte frettolosamente dismesse – erano sagge e benedette: mai restare soli con donne, sempre la porta spalancata se si dovevano ricevere per ragioni di ufficio…”

    Rido per non piangere.
    Da quale secolo viene questo signor Franti?
    “Mai restare soli con donne…”
    Signore mio, perché ci hai fatte donne? Perché il maschio, qualunque maschio, deve considerarci come la Tentazione fatta persona? Perché il prete deve annullare in sé il senso del bello, il desiderio (ammesso che ci sia), per non essere tentato da Eva, posto che la biblica Eva avesse indotto al peccato il suo compagno Adamo?
    Ancora c’è chi coltiva queste “fantasticaggini”?
    La talare. Ma anche non pochi preti che la vestivano “peccavano” (tanto per dire). E molti che oggi non ce l’ hanno, sono ottimi ministri, sorridenti, non tetri, e ti guardano bene in faccia senza distogliere lo sguardo e senza abbassare il capo, e fanno delle battute divertenti quando ci vuole.
    È tutta questione di intelligenza, vera grande libera intelligenza.
    Da quale secolo viene questo signor Franti?
    E tanto per restare in tema : omnia munda mundis.
    Se lo è dimenticato, signor Luigi-Leonardo, lei che tanto ama il latinorum ?

    17 Luglio, 2013 - 14:59
  22. Carissimi, proprio pochi giorni fa ho incontrato un nigeriano cattolico che mi ha parlato delle persecuzioni chedevono subire.

    17 Luglio, 2013 - 15:57
  23. Clodine

    Sai Antonella,conosco molto bene, e in modo dettagliato la persecuzione subita dai cattolici nigeriani. Conosco anche il martirio spirituale di alcuni preti di mia conoscenza volontari in zone di guerra. Volevo dire a Franti che la talare è tornata in grande considerazione e che in quelle zone martoriate non solo è indossata come segno distintivo, ma è proprio in virtù di quell’abito -che incute, nei musulmani una certa paura, reverenza e funge da deterrente – se ri-portano a casa la pelle.

    Sulla talare, poi, eccetto le solite becere considerazioni dettate dalle intelligenze superficiale, , caro Franti, posso rassicurarti del fatto che a Roma moltissimi giovani sacerdoti stanno tornando all’abito sacerdotale. Il mio parroco ad esempio, giovane, porta la talare: mai visto in abiti civili.

    Come ebbe a dire GPII in merito :” il significato di tale segno distintivo, non solo contribuisce al decoro del sacerdote nel suo comportamento esterno o nell’esercizio del suo ministero, ma soprattutto evidenzia in seno alla Comunità ecclesiastica la pubblica testimonianza che ogni sacerdote è tenuto a dare della propria identità e speciale appartenenza a Dio. E poiché questo segno esprime concretamente il nostro “non essere del mondo” (cf. Gv 17,14) – alludendo all’abito ecclesiastico,aggiunse- mi rivolgevo al Signore con questa invocazione: “Fa’ che non rattristiamo il tuo Spirito… con ciò che si manifesta come una volontà di nascondere il proprio sacerdozio davanti agli uomini e di evitarne ogni segno esterno”

    (Giovanni Paolo II, Precatio feria V …universis Ecclesiae sacerdotibus;: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, V, 1 [1982] 1064).

    Perciò, continua GPII :” Inviati da Cristo abbiamo un messaggio da trasmettere, che si esprime sia con le parole, sia anche con i segni esterni… L’abito ecclesiastico, come quello religioso, ha un particolare significato: giova ai fini dell’evangelizzazione ed induce a riflettere sulle realtà che noi rappresentiamo nel mondo e sul primato dei valori spirituali che noi affermiamo nell’esistenza dell’uomo. Per mezzo di tale segno, è reso agli altri più facile arrivare al Mistero, di cui siamo portatori, a Colui al quale apparteniamo e vogliamo annunciare… Nella moderna città secolare dove si è così paurosamente affievolito il senso del sacro, la gente ha bisogno anche di questi richiami a Dio..Sento il dovere, come Vescovo di Roma….a favorire l’uso dell’abito ecclesiastico e religioso, emanando a tale riguardo le necessarie disposizioni e curandone l’applicazione.
    Giovanni Paolo II Dal Vaticano, 8 Settembre 1982.
    Purtroppo, caro Franti, nella Chiesa ci sono sempre stati personaggi ,laici e religiosi, che hai richiami del Santo Padre han sempre fatto pernacchie …

    18 Luglio, 2013 - 6:46
  24. Clodine

    corrige@ “ai richiami del Santo Padre”…una mutina di troppo please…..

    A proposito di “mutine”- nel senso figurato di chi sproloquia a vanvere onde sarebbe più opportuno restar muti- dico che ognuno ha la faccia che ha -da schiaffi, seria, burlona, insolente- per alcuni/ne il culo è più onesto della faccia, non inganna e non è maschera ipocrita… cosuccia non di poco conto!

    18 Luglio, 2013 - 8:50
  25. Bottini.

    Cara Clodine, hai ragione, talvolta chi vuole fare ironia resta burlato dalla propria stessa impudenza. L’ironia, si sa -come certa satira amena che ha il sapore della volgarità- è una sorta di specchio: chi ci guarda dentro generalmente vi scopre qualunque faccia tranne la propria…la cui forma, la maggior parte delle volte, corrisponde a quel “posteriore” che hai così ben descritto. Mi hai molto divertita cara Clo.
    Un saluto. Silvia B.

    18 Luglio, 2013 - 10:51
  26. Marilisa

    Ma guarda un po’ chi si rivede ! La “Bottini Silvia” che fa l’ eco alla lefebvriana.
    Anzi, ne è lo specchio esatto, senza una sbavatura di immagine.
    Una scrive e l’altra SI RISPONDE.
    Entrambi convinte di essere furbe, mentre sono impantanate nel ridicolo più patetico.
    Entrambi cafone come sempre.
    Dio le abbia in gloria.

    18 Luglio, 2013 - 12:00
  27. Bottini.

    Di ridicolo, in questo blog di tutto rispetto, c’è solo lei, Marilisa, destinata davvero ad essere isolata da tutti, ma non s’accorge di come è mal vista su questo onoratissimo blog? Finirà con fare la fine del Riccardo, la ricorda quall canzone? ma si, quella del Gaber ,amico per altro di un mio cugino ora defunto il quale diceva che Gaber la scrisse in base ad una storia vera. E’ esistito davvero il Riccardo sa?! generalmente la si canta quando ci si trova dinnanzi a personaggi curiosi,sui generis proprio come lei, convinta com’è di essere “intelligente” “sagace” “mordace”…bene,lei per me può creda quel che vuole, può anche credersi Madame Pomapadour. Importante è crederci, per il resto è affar suo, non mio.
    Gliela canticchio in un ‘orecchio: “Per fortuna che c’è il Riccardo che da solo gioca al bigliardo non è di grande compagnia ma è il simpatico che ci sia”…ovviamente, al contrario del povero Riccardo, il quale malgrado le mancasse qualche rotella era simpatico lei è…quello che è…purtroppo. Eppoi sa cosa le dico? Chi c’a l’è’ n difet, a l’è ‘n suspet.

    18 Luglio, 2013 - 12:25
  28. Marilisa

    Sì, signora “Bottini Silvia” alias…, io sono quella che sono, ma lei è parecchio ridicola ed anche schizofrenica.
    La sua messinscena (del doppio nome) fa ridere i polli.
    Vorrebbe il primato, e ce l’ha: in vanità, presunzione, irascibilità e cretinaggine. E in cafoneria.
    Se lo tenga tutto intero.

    PS.
    Per avere ottant’anni, vedova e senza figli, ha una bella memoria riguardo al Riccardo del grande Gaber.

    18 Luglio, 2013 - 14:58
  29. Marilisa

    “Madame Pomapadour”…

    Chi era?…

    18 Luglio, 2013 - 15:01
  30. Bottini.

    Marilisa, non traferisca la sua indole su altri, attribuisca a lei stessa quegli epiteti perché la rappresentato davvero, le calzano a guanto.
    Se gli ottuagenari fossero , come lei sostiene dei rincretiniti allora dovrebbe leggersi Ippolito Nievo “confessioni di un Italiano” il cui narratore è un lucido ottantenne che sviscera mezzo secolo di storia. Non mi meravigliano le sue intemperanze che mi scivolano addosso senza per nulla tangermi.Di fatto se non ci fossero gli ottuagenari – Rodotà, Napolitano, e altri nobilissimi ultraottantenni- sarebbe una vera sciagura per la nostra bella nazione!
    Le sue frecciole spuntate mi fanno il solletico. Se ne stia calmina, cara, e se proprio non le riesce faccia come si faceva un tempo, nella caserme, per frenare i bollenti spiriti delle reclute: un po’ di bromuro e passa la paura.
    Silvia Bottini

    18 Luglio, 2013 - 15:29
  31. Bottini.

    La Madame de’ Pompadour? Vuole sapere chi era? Ma apra l’enciclopedia …è così semplice!?

    18 Luglio, 2013 - 15:37
  32. Marilisa

    “Rodotà, Napolitano, e altri nobilissimi ultraottantenni… ”

    Verissimo.
    Peccato che lei ne sia così lontana. Anni luce.
    Lasci perdere, con me non attacca.
    Ridicola !!

    18 Luglio, 2013 - 17:16
  33. Bottini.

    ma con questo caldo, non sente il bisogno di andarsi a fare una bella passeggiata! Una rifrescata sotto la prima fontana che le capita che toglierà quella smania di lupo mannaro che la fa essere così aggressiva e animalesca.

    18 Luglio, 2013 - 18:45
  34. Interessante il riferimento ai censori.

    23 Luglio, 2013 - 15:55

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