Domani dalle 09.15 sarò a TV2000 per l’apertura del Sinodo su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Nei commenti dico i sentimenti con cui partecipo alla diretta. Ovvero: con i quali seguo – sto per seguire – il Sinodo.
Domani sarò a TV2000 per il Sinodo dei giovani
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Sinodo importante ma non capito. Il Sinodo dei giovani è per me più importante di quelli sulla famiglia ma vedo con sorpresa che l’attenzione è minore. Deploro che la comunità cattolica si attivi solo in presenza di conflitti e non abbia avvertenza per la vita reale e ordinaria.
Le tre piaghe. Penso che le tre piaghe della Santa Chiesa siano oggi i giovani, la famiglia, la sequela totale. Ovvero la disponibilità a lasciare tutto per seguire il Signore. Ovvero le vocazioni di piena consacrazione. Ovvero i ministri (i servitori) a tempo pieno. Ma tra le piaghe, parlandone tra me, metto per prima quella dei giovani. Poi ho visto che il Papa partiva dalla famiglia e mi sono detto “era meglio partire dai giovani”. Poco dopo è venuto l’annuncio del Sinodo dei giovani e ho detto: va bene anche se arriva per secondo. E tra me vado rimuginando che per terzo dovrebbe arrivare la donazione di tutta la vita: vado cercando una formulazione semplice e comprensiva di questo argomento ma ancora non l’ho trovata.
Non c’è gara. Vedendo la gran disputa in vista dei Sinodi sulla famiglia, me ne rallegravo mentre tanti piangevano: vuol dire che c’è interesse, dicevo, c’è passione. C’è vita. E resto di quell’avviso, nonostante i dubia e la correctio. Ma oggi sono in penitenza per il fatto che il Sinodo dei giovani non pare smuova granché. Nella diretta di domani porrò questa domanda: perché sui giovani non c’è gara?
Né famiglie né ministeri. Ritengo quella dei giovani una sfida più radicale, nel senso della radice che è nel terreno, rispetto a quelle della famiglia e dei ministeri: se i giovani fuggono dalla Chiesa, come stanno facendo; se già oggi e più domani non si sposano, dopodomani non ci saranno famiglie e anche i ministeri verranno meno. Chi ha parole di riscatto me le mandi.
A sostenere che la posta in gioco di questo Sinodo sia maggiore rispetto a quella degli ultimi due, oltre a me c’è un valente teologo e scrittore, Armando Matteo, che è stato assistente nazionale della Fuci dal 2005 al 2011 – e lì lo conobbi – che ha appena pubblicato da Piemme un libro intitolato: “Tutti giovani, nessun giovane. Le attese disattese della prima generazione incredula” (pp. 203, euro 17.50). Vedi a partire da pagina 58 lo svolgimento della tesi: “Questo Sinodo sui giovani è decisamente più importante dei due che lo hanno appena preceduto, dedicati alla realtà della famiglia”.
Ite et legite: annate a legge.
Il Sinodo dei giovani non pare suscitare particolare interesse perche’ cade in un momento molto difficile per la Chiesa. Forse era meglio , come aveva proposto un cardinale, rimandare al futuro questo tema, e parlare invece adesso della crisi di credibilita’ e delle divisioni che stanno scuotendo la Chiesa. Il problema odierno della Chiesa e’ un problema di fede e di fiducia: molti fedeli cattolici non hanno piu’ fiducia nei pastori, i preti e i vescovi hanno perso autorevolezza .
Sento molti giovani dire che non credono piu’nella chiesa e nei preti, pur continuando a credere in Gesu’ e nel Vangelo.
Il problema oggi e’ che pare che guide cieche accompagnino altri ciechi nel burrone.
I giovani non hanno intenzione e desiderio di seguire guide cieche o ancor peggio lupi travestiti da pastori dai quali si possono addirittura temere assalti sessuali.
Là dove invece le buone guide spirituali ottengono la fiducia e la stima dei giovani , fioriscono le vocazioni. Don Luigi Giussani ha fatto fiorire tante vocazioni, e cosi’ Mons. Escriva’ de Balaguer, Madre Teresa di Calcutta ecc.
Aveva ragione papa Benedetto XVI a dire che e’ per “ attrazione” che si guadagnano alla Chiesa nuovi operai per la Vigna del Signore .
Solo ’ attraverso L’ esempio di una vita luminosa al servizio di Cristo si attirano i giovani. Ma oggi l’ attrazione non c’ e’ anzi c’ e’ la repulsione , per non dire il disgusto , che molti provano ormai per l’ ipocrisia e la falsita’
che sembra connotare la Chiesa gerarchica.
Caro Luigi, sto per scrivere qualcosa che è paragonabile in tutto e per tutto alla scoperta dell’acqua calda e chiedo scusa per questo.
Sto leggendo in questi giorni una biografia di Paolo VI a firma di Tornielli e Agasso JR.
Ora, mettendo un attimo da parte (difficile farlo lo so) il gravissimo scandalo della pedofilia, scorrendo le pagine del volume mi accorgo che le problematiche di ieri in buona parte ricalcano le problematiche di oggi.
Ce l’abbiamo fatta negli anni passati, ce la faremo anche ora.
Riguardo ai giovani invece carissimo Luigi seguirò, compatibilmente con il tempo a disposizione, il Sinodo e aspetto con trepidazione l’Esortazione finale.
Ti dirò però in tutta sincerità: io mi prenderei una pausa dai giovani e invece di “spendere energie su energie per la catechesi ai giovani” io dedicherei un anno ai soli adulti. Ci “ricatechizziamo” noi per diventare apostoli verso i giovani.
Un abbraccio.
Paolo VI chiese a Frere Roger
https://www.lastampa.it/2018/10/02/vaticaninsider/frre-alois-a-brescia-paolo-vi-taiz-e-i-giovani-oOn2Qd1HmeN2Jl0Ki4AKwK/pagina.html
Luigi dimenticavo: penso sia anche compito di noi adulti trovare il modo di far conoscere in questo mese di ottobre la figura del Beato Romero prossimo alla canonizzazione con Paolo VI.
Una suora cinese tra i giovani del Sinodo. Si chiama suor Teresina Cheng, ha 30 anni ed è una delle uditrici del Sinodo sui giovani, che inizia oggi. Lei era l’unica cinese presente, fino al momento in cui è stato dato l’annuncio che sarebbero giunti due vescovi dalla Cina:
http://www.asianews.it/notizie-it/Una-suora-cinese-fra-i-giovani-del-Sinodo-45103.html
“Ancora una volta ho combattuto contro l’ignoranza in tema di canti per
la liturgia. Ma quando hai una decina di persone che dicono frasi del
tipo ‘alla messa dei bambini si può fare qualsiasi canto anche girando
intorno all’altare…’ e io replico ‘Non esiste la Messa dei bambini
perché altrimenti anche le letture dovrebbero essere diverse e poi anche
in quella in cui ci sono i bambini vanno adeguati i canti alla liturgia
e non tanto per cantare…’ Nessuno ti ascolta… e allora ti cadono le
braccia e hai voglia di mollare tutto”.
Caro Luigi, è solo la testimonianza di una direttrice di coro. Ho citato questa testimonianza per la mia formazione musicale-liturgica. La chitarra, e anche il tamburo, sono una prova dell’abbassamento dell’elevatezza divina della liturgia, specialmente quella riguardante la S. Messa, al gusto dei giovani.
Si dovrebbe, invece, portare i giovani, ma non solo, verso l’elevatezza divina della liturgia. Se i giovani in chiesa trovano qualcosa che ricorda loro la discoteca, perché dovrebbero essere attratti dalla S. Messa e dall’ordine sacerdotale che raggruppa gli attori principali di essa? Attori che nella vita di tutti i giorni vanno in giro vestiti con pantaloncini e maglietta. E’ vero che l’abito non fa il monaco. Ma c’è da ricordare che i segni sono sempre indice della sostanza. E questo non riguarda solo l’abbigliamento. Ha ragione Fabrizio, bisogna ricominciare dalla rievangelizzazione di tutta la nostra società, con l’avvertenza di procedere a una nuova e più profonda formazione pastorale dei parroci. Se la chiesa si abbassa allo stile sociale, la conseguenza è quella che vediamo in chiesa. Perché un giovane dovrebbe essere attratto da chi gli somiglia? Dio ci è vicino, ma dobbiamo saperlo e pensarlo. Secondo te quante persone, presenti alla S. Messa, sono consapevoli di avere avanti Gesù che le guarda e forse sorride loro?
Il Vangelo è la “Buona Novella”, ma la sua bontà deve essere dimostrata vivendola, specialmente da chi l’annuncia.
Questo è il pensiero di un cristiano comune, ma molto innamorato del Cristo Eucaristico.