Visitatoti belli, da oggi a domenica sono a Bergamo per il Premio Castelli e la giornata di domani la passerò per intero nel carcere di questa città. Da dieci anni sono il presidente della giuria di questo Premio «letterario» per detenuti che ha dietro la Società di San Vincenzo de’ Paoli. Nei commenti qualche ragguaglio su questo appuntamento annuale con il carcere.
Domani sarò tutto il giorno nel carcere di Bergamo per il Premio Castelli
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Carlo Castelli (1924-1998), vincenziano operoso, è stato un pioniere del volontariato carcerario. Dall’esperienza del Premio ho ricavato una qualche conoscenza delle carceri. La premiazione, seguita da un convegno, avviene sempre in un carcere diverso: quest’anno a Bergamo, l’anno scorso l’abbiamo fatta da remoto, due anni addietro a Matera e prima al Minorile di Nisida (Napoli). Le dieci precedenti edizioni ci avevano portato a Palermo, Poggioreale, Cagliari, Reggio Calabria, Forlì, Mantova, Bari, Bollate, Augusta, Padova. Ma la vera mia esperienza del carcere è nella lettura delle centinaia di «lavori» che i detenuti inviano alla giuria. Lettura che quasi sempre diviene un colloquio virtuale, o almeno un ascolto. Il tema di quest’anno aveva questa formulazione: “Il contagio della solidarietà vince ogni pandemia e ogni barriera”. Nei prossimi giorni darò qualche contenuto. Intanto metto qui un link a un rendiconto dell’anno passato: https://ilregno.it/attualita/2020/18/detenuti-e-pandemia-luigi-accattoli
Domani non aggiornerò il blog fino a sera. Quando entri in carcere, anche se sei il presidente della Giuria, non puoi portare con te né il computer né il cellulare e dunque non potrò moderare il blog lungo la giornata. Ciao belli.
Grazie del tuo tanto contribuire ad una vissuta sinodalità.
https://gpcentofanti.altervista.org/imparare-dal-popolo-fedele/
https://gpcentofanti.altervista.org/autotest-di-sinodalita-per-pastori/
Bellissima iniziativa. Buon Lavoro, Luigi.
Rif. 7 ottobre ore 22.37 – Ecclesia patiens
Bellissima iniziativa. Ciò che si muove cristianamente nel carcere – ed è documentato annualmente da Accattoli – fa parte di quella “Ecclesia patiens”, tutta dentro la “Chiesa militante” che annuncia e prepara il Regno. Forse “il proprio cristiano del carcere” sfugge alle rilevazioni dei De Rita, a mio parere non del tutto affidabili nel cogliere le dinamiche del gregge italiano.