Dico la mia fuori dai denti sulla messa tridentina

“Perché questa guerra intorno ai due Marini?” E’ la domanda che mi viene posta da un visitatore che vive a Genova. Dice che in questo e in altri blog ha letto valanghe di critiche all’ex Maestro Piero Marini. Mi chiede se il suo operato fosse apprezzato da Giovanni Paolo e se sia vero che egli è contrario al vecchio rito mentre Marini junior ne sarebbe un sostenitore. Rispondo in breve e rimando all’intervento che ho tenuto venerdì nell’Aula del Sinodo, per la presentazione di tre volumi dell’Ufficio delle celebrazioni (è l’ultimo tra i testi della pagina Conferenze e dibattiti, elencata sotto la mia foto). Sarà l’anima larga del giornalista, ma non riesco a prendere sul serio i musi lunghi di tanti sul Motu proprio a favore della messa tridentina e la smodata esultanza di altri per quello stesso atto papale. Lasciamo stare le polemiche marginali tra chi vuole il sacerdote di faccia e chi di spalle e guardiamo a ciò che conta: che donne e uomini di innocente sentire possano lodare Dio nella lingua e con i gesti in cui meglio si ritrovano. E guardiamo al grande cuore di un papa che permette questo ampliamento. Agli amici spaventati dal Motu proprio, monaci di Camaldoli, vescovi vari, curiali sconvolti: che vantaggio abbiamo a interpretare un ampliamento per una restrizione? Agli altri amici che non finiscono di esultare per il Motu proprio: non dimenticate che il Vaticano II ha riconosciuto la necessità di rivedere i riti, ampliare le letture bibliche, ristabilire la preghiera dei fedeli e la concelebrazione, offrire un’ampia scelta di orazioni. Se avete in odio tutto ciò, vuol dire che il vostro attaccamento alla tradizione ha qualcosa di inceppato. Se invece apprezzate quelle novità e solo volete mantenervi fedeli a ciò che fu di tutti, allora sono con voi. Non cercherò la vecchia messa, ma se mi troverò ad assistervi l’amerò quanto l’altra – con in più l’emozione di ritrovare quanto mi fu un tempo familiare. 

(Continua nel primo commento a questo post)

196 Comments

  1. Luigi Accattoli

    (Continua dal post)
    In risposta al visitatore genovese dirò che non c’è da meravigliarsi sull’animosità dei chierici in tale materia: è tipico loro attribuire la massima importanza a elementi rituali. Preoccupante, a mio parere, è quando quell’animosità contagia i cristiani comuni che avrebbero altro di cui occuparsi che non casule e candelabri. E’ certissimo che Giovanni Paolo condividesse le scelte del cerimoniere Marini senior. Non gli aspetti marginali, tipo vesti e danze, ma quelli essenziali delle celebrazioni erano espressamente e sempre da lui approvati. Del resto il grosso delle innovazioni riguardanti la liturgia papale – compresa la questione della croce a lato dell’altare – era già in vigore quando Marini senior assunse nel 1987 la responsabilità di quell’Ufficio. – E’ vero che egli non era favorevole a una più ampia valorizzazione del vecchio rito: riteneva adeguata la normativa dell’indulto fissata da Giovanni Paolo. – Quanto a Marini junior non avrebbe gran senso dire che sia un propugnatore del vecchio rito: egli non l’ha mai usato e si è sempre trovato bene con il nuovo. Ma certamente è più sensibile al rispetto della tradizione e saprà dare rispondente attuazione al desiderio di Benedetto XVI di apportare, gradualmente, alcune correzioni marginali alla liturgia papale. Se un giorno il papa celebrerà con il vecchio rito non avrà difficoltà a farlo, avendolo praticato per quasi vent’anni e sarà lui – immagino – a guidare il “maestro” che in una tale celebrazione non si è mai trovato. Basterà dire – sui due Marini – che ogni papa ha il suo Maestro delle celebrazioni. E come andava bene quello così andrà bene questo. L’dea che i papi debbano essere tutti uguali è piccina. Stante il carattere accentrato e verticale del sistema cattolico, la variazione di orientamento da un pontificato all’altro è provvidenziale e va a vantaggio della libertà di tutti.

    12 Novembre, 2007 - 17:28
  2. fabrizio

    Luigi, ancora una volta, grazie per la tua lezione di equilibrio e buon senso.

    Aggiungo due citazioni ratzingeriane che spero rafforzino quello che hai scritto:

    “riti, segni, simboli e parole non possono mai esaurire la realtà ultima del mistero della salvezza, si devono evitare posizioni unilaterali e assolutizzanti al riguardo.”

    “(auspico) un clima nel quale si possano cercare i modi migliori per la pratica attuazione del mistero della salvezza, senza reciproche condanne, nell’ascolto attento degli altri, ma soprattutto nell’ascolto delle indicazioni ultime della stessa liturgia. Bollare frettolosamente certe posizioni come “preconciliari”, “reazionarie”, “conservatrici”, oppure “progressiste” o “estranee alla fede”, non dovrebbe più essere ammesso nel confronto, che dovrebbe piuttosto lasciare spazio ad un nuovo sincero comune impegno di compiere la volontà di Cristo nel miglior modo possibile.”

    12 Novembre, 2007 - 17:37
  3. Le 23. 6. 2003, le cardinal RATZINGER a écrit la lettre suivante à Heinz-Lothar BARTH, auteur théologique réputé, docteur ès lettres et maître des conférences à la chaire des lettres classiques de l’université de Bonn.

    Le cardinal RATZINGER dit que dans l’avenir l’église romaine doit avoir un seul rite. Le rite romain devra être un seul et unique rite, entièrement dans la tradition du rite classique.

    Le cardinal voit les défauts de la Messe nouvelle -il l’a dit très souvent dans ses écritures. Il parait qu’il cherche une réforme de la réforme liturgique.

    Très estimé Monsieur le Docteur Barth,

    Je vous remercie de votre lettre du 6 avril, à laquelle je ne réponds que maintenant, faute de temps. Vous me demandez de m’engager pour l’autorisation plus élargie du rite romain ancien. Vous savez déjà que j’accueille bien une telle demande, vu que mon engagement dans cette affaire est maintenant connue par tout le monde.

    Si le Saint Siège “autorisera le rite ancien de nouveau mondialement et sans limitation” -comme vous le souhaitez et l’avez entendu par rumeur- n’est pas si facile à dire: Trop de catholiques partagent encore une attitude négative -endoctrinée depuis des années- envers la liturgie traditionnelle, laquelle ils appellent orgueilleusement “pré conciliaire”, et beaucoup d’évêques s’opposeraient massivement à une autorisation générale du rite ancien.

    La situation est différente si on n’envisage qu’une autorisation limitée; car la demande de la liturgie ancienne est limitée. Je sais que sa valeur ne dépend point de la demande, mais le nombre des prêtres et laïcs intéressés a cependant une certaine importance. En plus, une telle mesure ne peut être réalisée que progressivement aujourd’hui, une 30aine d’années après la réforme liturgique du Pape Paul VI; chaque nouvelle précipitation ne produira pas de bons résultats.

    Mais je crois que dans l’avenir l’église romaine ne devra avoir qu’un seul rite; l’existence de deux rites est difficilement “gérable” pour les évêques et les prêtres. Le rite romain de l’avenir devrait être un seul rite, célébré en latin ou en langue populaire, mais basée entièrement dans la tradition du rite ancien; il pourrait intégrer quelques nouveaux éléments qui ont fait leurs preuves, quelques préfaces, des lectures plus larges -plus de choix qu’avant, mais pas trop- une “Oratio fidelium”, cela veut dire une litanie de prières d’intercession après l’Oremus avant l’offertoire, ou est sa place primitive.

    Très estimé Dr Barth, si vous vous engagez ainsi pour la question liturgique, vous ne serez pas seul et vous préparez “l’opinion publique de l’église” à des mesures éventuelles en faveur d’un usage plus large des manuels liturgiques anciens. Il faut cependant être prudent quant à l’excitation des espoirs trop grands, maximaux, auprès des fidèles attachés à la tradition.

    Je me sers de cette occasion de vous remercier de votre engagement appréciable en faveur de la liturgie de l’église romaine, dans vos livres et conférences, même si je souhaiterais ici et là plus d’amour et compréhension pour le magistère du Pape et des évêques. Que la sémence, que vous semez, grandisse et porte des fruits pour une nouvelle vie renouvelée de l’église, dont la “source et sommet”, son véritable cœur, est et sera cette liturgie.

    Je vous donne volontiers la bénédiction demandée par vous, cordialement

    Votre
    Josef Cardinal RATZINGER

    http://www.wolfganglindemann.net/html/brief_an_dr_barth.html

    12 Novembre, 2007 - 18:27
  4. Traduzione inglese della lettera del giugno 2003 del Cardinale Ratzinger al filologo di Bonn Dr. H.-L. Barth :

    ” Dear Dr. Barth,

    I thank you cordially for your letter of April 6 to which I find the
    time to answer only now. You are asking me to act for a broader
    availability of the old Roman rite. Actually, you know yourself that I
    have no deaf ears towards such request. My work on behalf of this cause
    is meanwhile generally known.

    Whether the Holy See will “admit the old rite again for every place and
    without restrictions” as you desire and have heard it as rumours cannot
    be simply so answered or confirmed. Too big is still the aversion of
    many catholics, instilled in them over many years, against the
    traditional liturgy which they scornfully call “preconciliar”. Also one
    could count on resistance of many bishops against a general readmission.

    It looks different, though, if one thinks about a limited readmission.
    The demand for the old liturgy is limited, too. I know that its worth,
    of course, does not depend upon the demand for it, but the question of
    the number of interested priests and laypeople, nevertheless, plays a
    certain role. Besides, such a measure can now, only some 30 years after
    the liturgy reform of Paul VI, be implemented only stepwise. Any new
    hurry would be surely not a good thing.

    I believe, though, that in the long term the Roman Church must have
    again a single Roman rite. The existence of two official rites is for
    bishops and priests difficult to “manage” in practice. The Roman rite of
    the future should be a single rite, celebrated in Latin or in
    vernacular, though standing completely in the tradition of the
    traditional (ueberlieferten = handed-over) rite. It could take up some
    new elements which have proven themselves, like new feasts, some new
    prefaces in the Mass, an expanded lectionary – more choice than earlier,
    but not too much, – an “oratio fidelium”, i.e., a fixed litany of
    intercessions following the Oremus of the offertory where it has stood
    earlier.

    Dear Dr. Barth, if you commit yourself to work for the cause of liturgy
    in this way, you will surely not stand alone, and you will prepare the
    “public opinion” in the Church for the potential measures towards an
    expanded use of the earlier liturgical books. One should be cautious,
    though, with awakening too high or maximum expectations among the
    traditional faithful.

    I am using the opportunity to thank you for your appreciated commitment
    to the liturgy of the Roman Church in your books and lectures, even if I
    here and there would wish more charity and understanding towards the
    magisterium of the pope and bishops. May the seed you are sowing
    germinate and bring much fruit for the renewed life of the Church the
    “source and summit” of which, indeed its true heart, is and must remain
    the liturgy.

    With delight I give you the blessing you have asked and remain sincerely
    yours

    Joseph Cardinal Ratzinger “

    12 Novembre, 2007 - 18:47
  5. LEONE

    Scusa ma forse è meglio tradurre in Italiano.

    12 Novembre, 2007 - 19:03
  6. Francesco73

    Condivido appieno la posizione di Luigi, equilibrata nel senso migliore della parola.
    Non nascondo che tra i due tipi di reazione descritti, quello degli entusiasti del Motu Proprio e quello dei perplessi, mi ha colpito di più il primo.
    Un pò me l’aspettavo, ma ho visto che i toni di entusiasmo sono andati ben oltre, sino all’aperto revanscismo anticonciliare, che per me è accettabile come opinione ma non come tifoseria organizzata.
    Registro anche che Luigi ci propone una prospettiva un’angolatura un pò diversa del dibattito ecclesiale (ed ecclesiastico): tutto ciò che sembra teologico, lui ci aiuta a inquadrarlo anzitutto come pastorale. Ciò che è disputato, lui ce lo mostra sdrammatizzato. Ciò che è divisivo, egli ci incoraggia a sdrammatizzarlo.
    Condivido lo spirito, anche se ci vedo un tocco di santa edulcorazione, ovviamente pro bono pacis et Ecclesiae.

    12 Novembre, 2007 - 19:06
  7. Francesco73

    Scusate, nel commento sopra ci sono 58 ripetizioni…ma vado di corsa…

    12 Novembre, 2007 - 19:07
  8. Non esiste la traduzione italiana in giro: dovrei cimentarmi in

    fedele traduzione dall’orgininale tedesco del cardinal Ratzinger,

    o

    traduzione di seconda mano dall’inglese.

    Il francese lo riesco a leggere sufficientemente bene, ma non mi provo a tradurlo… Per questo, potrebbe esserci Luisa (che farebbe un’ottima traduzione della traduzione).

    Visto l’interesse del testo, ho fornito l’originale e due traduzioni (immagino fedeli) . Al limite tenterò presto di mettere giù una tentativa versione italiana. (…Stasera non posso , chè al Carlo Felice c’è un mito vivente -Alfred Brendel, pianista eccelso- che darà il suo meglio in un programma …’ratzingeriano’ -Haydn , Mozart, Beethoven, Schubert- . 🙂

    12 Novembre, 2007 - 19:14
  9. matteo

    purtroppo quando vedo lunghissimi testi, soprattutto in lingua non italiana, (e il francese lo leggo!) non mi sento di far fatica a leggerli, e scorro, scorro, finchè non trovo testi di media lunghezza che si fanno leggere con piacere

    12 Novembre, 2007 - 19:32
  10. Grazie, Luigi, del tuo equilibrio. Ne avevo bisogno.

    12 Novembre, 2007 - 19:32
  11. “Hanc igitur universalem incohans Synodum, Christi Vicarius, qui ad vos verba facit, praeterita tempora, ut liquet, respicit eorumque veluti vocem, alacrem animosque confirmantem, auscultat: libenter enim meminit bene meritorum Summorum Pontificum, qui antiquissima et recentiore aetate fuerunt; et qui e Conciliorum conventibus, sive in Oriente sive in Occidente a saeculo quarto ad Medium usque Aevum et recentia tempora actis, venerandae gravisque huiusmodi vocis testimonia transmiserunt. Haec non intermisso studio triumphum divinae et humanae illius Societatis extollunt, scilicet Ecclesiae Christi, quae a Divino Redemptore nomen, gratiae munera, vimque accipit totam.”

    12 Novembre, 2007 - 19:43
  12. matteo

    Luigi,
    non nascondiamoci dietro un dito,
    ci sono cristiani che vanno alla santa messa, vi partecipano da 40 anni convinti di capire quello che il sacerdote dice perchè la lingua è la stessa del quotidiano.
    Ma quanti non più giovani, comprendono correntemente il latino?
    E quanti giovani andrebbero a messa Tridentina, senza capire un’acca di latino…. ma soltanto per quel senso di magia…… che s’effonde durante una liturgia, poco comprensibile alla vita di tutti i giorni? ma che da’ quel senso di ……magico…… come tantissima gente andrebbe dalla maga….. dalla fattucchiera…
    Lo so è duro quello che affermo,
    ma perchè devo mentire a me stesso,
    Questa della messa latina 1962 (non tridentina), è un modo per avvicinare i lefevriani non troppo convinti dall’ideologia di Lefebre,
    ma i lefrebriani tosti, non si fanno ingannare da una messa in latino (a proposito ma tutte la messe solenni nelle patriarcali a Roma sono in latino….)
    i Lefebriani, non accettano la libertà religiosa, non accettano il cammino che la Chiesa ha fatto con i nostri fratelli cristiani, I Lefebriani non accettano il cammino fatto con i nostri amati Ebrei………
    Ma che cosa si nasconde dietro questo ritorno alla messa del 1962, da alcuni, entusiasticamente chiamata tridentina?
    Io vivo tutti i giorni tra la gente,
    ognuno faccia la sua brava disquisizione su queusto blog,
    ma la gente, quella che va in chiesa, che va a fare la spesa, la gente normale,
    non capisce un’acca, di tutto questo…..
    e allora che necessità avevamo? di questo Motu Proprio,
    Forse che in Africa, ne sentivano l’impellente bisogno, o forse in Asia?, o nelle terre di Oceania?, o nelle terre di Amazzonia?
    nei nostri piccoli paesini e cittadine, della nostra povera Italia, nessuno ne reputava l’urgenza,
    mah!
    Chissa, forse alcuni dispersi da qualche parte, che ne avevano un bisogno impellente per la proria debole fede…………………

    12 Novembre, 2007 - 19:49
  13. Luigi Accattoli

    Erano pochi e il papa li ha voluti contentare: il tuo cuore si rattrista perchè il suo è grande? Luigi

    12 Novembre, 2007 - 20:13
  14. raffaele.savigni

    Condivido perfettamente le osservazioni di Luigi. Se giustamente dobbiamo aprirci in prospettiva ecumenica al dialogo con i fratelli sdeparati, non possiamo evitare di cercare una riconciliazione anche con i lefevbriani; naturalmente ciò non può significare in nessun modo una sconfessione della teologia del Vaticano II (come molti tradizionalisti vorrebbero: ho scorso vari blog ove compaiono interventi molto “impegnatio” in questa direzione).

    12 Novembre, 2007 - 21:04
  15. LEONE

    Ho cliccato su GOOGLE per curiosità abusi liturgici e mi è capitato di andare su un sito http://www.unavoce-ve.it/ su presunti abusi liturgici, ci sono effettivamente alcuni casi un po’ particolari che a me hanno fatto sorridere, ma che anch’io che mi reputo un cattolico più vicino a Martini o a Enzo Bianchi
    che a Cafarra o Scola, non mi sento di approvare, tipo un prete con la maschera da pagliaccio che celebra la Messa, o un illusionista in Chiesa, ma per il resto mi paiono dei poveracci che stanno a guardare se c’è una bandiera della pace di fianco ad un altare magari dimenticandosi di tutte le messe pro IV novembre con bandiere italiana o silenzio suonato con la tromba in Chiesa, (questo anche la mio paese), o se un Cardinale è andato ad una festa e si è divertito con uno strano cappello, o se la prendono con Padre Alex Zanotelli per il suo abbigliamento dato che non riescono a contraddirlo sul piano delle idee.
    Per Questi cattolici il Concilio è il demonio o quasi…

    Quello che mi ha stupito tra le tante cose buffe per cui questi uomini preistorici si scandalizzano, magari basterebbe qualche richiamo del vescovo per problemi che se ci sono si possono anche risolvere, è un’affermazione del CARDINALE DI BOLOGNA Carlo Caffarra, notoriamente vicino a CL che afferma testualmente “LA PRINCIPALE CAUSA DELLA CRISI DI FEDE E’ IL MODO CON CUI E’ STATA APPLICATA LA RIFORMA LITURGICA”

    Ora è vero che i preti e i vescovi possono dire di tutto ed il contrario di tutto e un cardinale francese diceva che ogni domenica in Francia si dicono oltre 600.000 omelie e nonostante questo la fede resiste,
    ma come si fa a fare un’affermazione del genere?
    Un solo esempio, nel dipingere le icone abbiamo approfondito anche alcuni aspetti della liturgia Ortodossa, notoriamente molto più densa di mistero e di senso del sacro , ma la crisi della fede c’è anche tra di loro, forse in misura ancor maggiore….
    Magari fosse come dice Monsignor Caffarra…………………………………………………………..

    12 Novembre, 2007 - 21:08
  16. Luisa

    Leone ,posso chiederle per quali cattolici il Concilio sarebbe il demonio?
    Se intende tutti coloro che emettono critiche,o sono scandalizzati o soffrono vedendo certe immagini di abusi liturgici o peggio ancora avendoli vissuti,non posso sotttoscrivere, mi sembra la sua una scorciatoia molto riduttrice .
    Gli uomini preistorici sarebbero gli stessi ? Se ho capito bene, io sarei una donna preistorica, che dovrebbe considerare il CVII il demonio. Niente è meno esatto.
    Perchè generalizzare ?
    Ho sovente scritto, e non voglio ripetermi , sulla monopolizzazione interpretativa di una certa élite intellettuale, sulla perdita della sacralità della Liturgia, sulle derive ,sugli abusi, dovuti alla creatività del celebrante.
    Quanta distanza fra i testi e certe interpretazioni.
    Non penso che l`applicazione della riforma liturgica sia la sola causa della crisi di fede, ma non si può negare che la Santa Liturgia è nel cuore, è il cuore della nostra fede, vedendo come l`hanno ridotta certi celebranti, come rifiutare l`evidente influenza sui fedeli? In quanti sanno che la Santa Messa non è solo una festa ,un banchetto ma anche il memoriale della Passione di Gesù Cristo?
    In quanti sono coscienti del senso dell`Eucaristia? In quanti credono che si accostano per ricevere il Corpo di Cristo? I quanti sono consapevoli dell`incontro con Gesù?
    Io sono riconoscente al Santo Padre di aver concesso questa libertà a chi ha più affinità con il rito tridentino, penso che uno dei benefici secondari del
    Motu proprio sia di aver slegato le lingue e permesso a tanti di finalmente parlare degli abusi ai quali assistono domenica dopo domenica.
    Spero che la messa N.O ritroverà la bellezza , la sacralità che ha troppo sovente
    perso.
    Riporto qui un link dove si può leggere il capitolo del libro “Rapporto sulla fede”, dove l`allora cardinal Ratzinger si esprime sulla liturgia.

    http://digilander.libero.it/gregduomocremona/ratzinger_rapporto_sulla_fede.htm

    12 Novembre, 2007 - 22:19
  17. Luisa

    Il post di Leone mi ha fatto deviare dalla mia intenzione,che era quella di ringraziare Luigi, per la sua riflessione sulla Messa tridentina , un esempio di equilibrio e ponderazione .

    12 Novembre, 2007 - 23:08
  18. matteo

    ma tutti sti abusi dove stanno,
    possibile che solo io non ne ho visti,
    e li avete visti tutti voi (insomma i visionari, quelli degli abusi?)
    Io ho trovato sempre messe regolari, da santa maria maggiore di roma, alla parrocchia di san vito, a san barnaba, alla madonna del ponte a Lanciano, a san tommaso di ortona, e posso continuare o alle chiese di emilia e di toscana, umbria.
    Ma ando diamine stanno tutti sti abusi?
    Ma qualcuno ha fumato marokkino?, pur di far tornare indietro le lancette dell’orologio.
    Ma fateme il favore di mettervi davanti al tabernacolo di Gesù Eucaristico e lasciatevi un po andare, che c’è fabbene a tutti……………
    e smettemola co tutti sti abusi,
    non ho ancora capito in quali chiese sete stati.
    Le chiese non se so svotate pe te polemicucce da quattro sordi.

    13 Novembre, 2007 - 4:29
  19. Francesco73

    Vogliamo organizzare, invece, una bella petizione universale cattolica per chiedere al Santo Padre – dopo la reintroduzione del rito “paratridentino” del ’62 – di mettere mano alla formazione e al comportamento liturgico sul rito paolino (cioè quello ordinario)?
    Per rimediare alla sciatteria, alla creatività indebita, alla fretta, a non pochi orrori musicali, alla frequente inadeguatezza dei paramenti, alla superficialità di non pochi celebranti?
    Che ne dite?
    Non è più urgente una Messa paolina celebrata bene per molti che una Messa tridentina officiata in modo sublime per pochissimi?

    13 Novembre, 2007 - 9:07
  20. Luisa

    Benedetto XVI con il suo cuore di padre e Pastore si è occupato di chi è restato fedele alla messa tridentina, ancorchè le resistenze sono numerose e la messa in pratica non facilitata da chi dovrebbe semplicemente e umilmente ubbidire….transit…..Francesco, con gioia firmerò la petizione universale cattolica in favore della formazione e comportamento liturgico del rito paolino.
    Internazionale …eh sì perchè gli abusi liturgici non hanno conosciuto frontiere!

    13 Novembre, 2007 - 9:47
  21. ezio

    Sono pienamente d’accordo con Francesco73, solo che con riferimento agli “orrori” musicali secondo me (e lo dico dall’alto – scherzo ovviamente – dei miei quasi 25 anni di esperienza come organista in parrocchia) bisognerebbe tentare di educare i giovani, e non solo loro, ad andare oltre la insostenibile banalità delle facili melodie e degli ancor più facili ritmi presi a prestito dalla musica di consumo contemporanea, più che fare petizioni al Santo Padre!! Lo so che il problema non si limita alla musica liturgica, però potremmo tentare di dare testimonianza e di essere di esempio (“forse” da cristiani siamo chiamati a questo…)!

    13 Novembre, 2007 - 10:03
  22. don78

    ringrazio syriacus per aver riportato quella lettera dell’allora card. Ratzinger che non conoscevo, però ammetto onestamente che m’inquieta un tantino…

    13 Novembre, 2007 - 10:22
  23. fabrizio

    Francesco, mi hai tolto le parole dai polpastrelli, considerami pure secondo firmatario della petizione.
    Ezio, il tuo scoramento per la musica liturgica è anche il mio.

    Parlare di abusi liturgici veri e propri è fuorviante (credo che siano pochi e che sempre ce ne saranno), perchè distoglie l’attenzione dal vero problema: la sciatteria, la banalizzazione, la perdita del senso del sacro.
    Due esempi macroscopicii: alla consacrazione si inginocchia (forse) il 30% dei fedeli, entrare in ritardo e uscire prima è una prassi abituale. Ci sarà un motivo o no?

    Se qualcuno entra in chiesa per sbaglio o in qualche cerimonia ufficiale (battesimi, comunioni, ecc.) dubito che rimanga affascinato dalla fede che traspare dalle nostre celebrazioni.

    Perchè i sacerdoti non fanno un po’ di catechesi liturgica ai fedeli?

    W il rito paolino, ma fatto bene.

    13 Novembre, 2007 - 11:01
  24. … lo so mi piace la provocazione… però… anche a me piacciono le liturgie ben fatte, se ciò significa anche che “accoglienti” e “partecipate”.
    Perchè la liturgia non è una questione del prete o di alzarsi due o tre volte a comando… almeno su questo, certe messe mozambicane cui ho partecipato, che pur mescolano aspetti pre-conciliari a gesti inculturati che a noi sembrano kitsch, hanno da insegnarci.

    Comunque, ho partecipato a delle liturgie bellissime, “ortodosse” e curate, attente al Centro, propedeutiche all’ascolto e alla preghiera, anche se punteggiate di elementi che qualcuno considera “naif” o “fastidiosi”… dipende anche da CHI prepara e gestisce la liturgia e da cosa lo anima. Siamo sempre lì.

    13 Novembre, 2007 - 11:42
  25. Luigi, grazie per il tuo senso dell’equilibrio che porta anche un catto-polemico come me a riflettere e talvolta a cambiare idea (come accaduto dopo le tue spiegazioni sul caso Bregantini).

    Però voglio farti una domanda. Tu scrivi: “Erano pochi e il papa li ha voluti contentare: il tuo cuore si rattrista perchè il suo è grande? Luigi”

    E io rilancio: ci sono persone nella Chiesa (poche o tante non so) che chiedono di partecipare a eucaristie animate con i canoni della messa “beat”: perchè non accontentarli? Ci sono gruppi nella Chiesa (parlo dei neocatecumenali) che celebrano l’eucaristia con l’assemblea disposta in maniera circolare attorno alla mensa. Pur essendo critico con loro, questa disposizione dell’assemblea mi affascina, e non ci vedo nulla di male… perchè non accontentarli, invece di proibire loro questo modo di stare alla messa, come è stato fatto di recente?

    13 Novembre, 2007 - 11:53
  26. matteo

    finalmente!
    cosi’ finiremo anche con le paraliturgie,
    tanto amate dal mio compagno di studi Marco Frisina,
    aritornamo tutti all’amato gregoriano,
    alle soavi musiche celestiali.
    Aho’,
    eppure ancora nessuno ha ancora spiegato tutti sti abusi ando’ stanno…..
    che cosa è successo…., nelle patriarcali basiliche è tutto paragregoriano, gli autori di cui si cantano gli spartiti sono tutti con nulla osta dai Miserachs a tutti gli altri che a lui si ispirano….. chi va a santa Maria Maggiore??????
    ma ando’ stanno tutti sti abusi,
    mi fate nome e cognomi….
    calici portati nei momenti sbagliati,
    pissidi, trattate indecorosamente,
    abiti liturgici rubricati a paramenti da museo e quindi dismessi,
    come celebra il sacerdote oggi la funzione liturgica? in t-shirt?
    Ma insomma dove stanno si abusi, me li volete dire, o stamo a fa solo aria fritta,
    i giovani che sonano la chitarra accompagnando le liturgie,
    il gen rosso, verde, le musiche e i canti del rinnovamento, dei carismatici, hanno corrotto il sensus fidei?
    ma mi volete dire dove stanno tutti codesti abusi?
    FATE NOMI, NOMI, NOMI,
    e ricordiamoci,
    una cosa è la celebrazione in una delle patriarcali basiliche,
    una cosa la celebrazione liturgica in una messa per i fanciulli o popolo nella parrocchia di nostra Signora di ….. quello che volete
    Famo i nomi.
    BASTA, a parlare di abusi senza dare un nome,
    senno’ stamo a fa’ aria fritta

    13 Novembre, 2007 - 11:58
  27. fabrizio

    Il paragone con la messa beat mi sembra inappropriato, perchè i “tridentini” non chiedono di partecipare ad una rito che si sono inventati, ma ad ad una liturgia che fino a 30 anni fa era la liturgia ufficiale e riconosciuta della chiesa, la cui legittimità non è mai stata messa in discussione. La messa beat invece è…un’invenzione (stavo cercando un altro termine più appropriato ma il primo che ho trovato è questo, prendetelo con le pinze).

    x il Moralista:
    certo che ben fatto vuol dire accogliente e partecipato, ma quello che io vedo è proprio la mancanza di partecipazione (nessuno canta, le prime panche sono spesso vuote, ecc. ecc,). In sostanza non si è convolti, e quindi non si partecipa.

    13 Novembre, 2007 - 12:07
  28. Leonardo

    Per “Matteo”:
    Reverendo, ma perché non parla in italiano?

    13 Novembre, 2007 - 12:13
  29. fabrizio

    Matteo, ripeto che parlare di abusi distoglie dal problema, che è rappresentato semmai dalla sciatterie e dalla “banalizzazione” del sacro.

    Quindi DIMENTICHIAMOCI GLI ABUSI.
    Per non parlare di aria fritta, come giustamente suggerisci, prendiamo in mano l’Ordinamento Generale del Messale Romano.
    Facciamo l’esempio del canto, l’estratto che riporto è un po’ lungo ma necessario:

    40. Nella celebrazione della Messa si dia quindi grande importanza al canto, ponendo attenzione alla diversità culturale delle popolazioni e alle possibilità di ciascuna assemblea liturgica. Anche se non è sempre necessario, per esempio nelle Messe feriali, cantare tutti i testi che per loro natura sono destinati al canto, si deve comunque fare in modo che non manchi il canto dei ministri e del popolo nelle celebrazioni domenicali e nelle feste di precetto.
    NELLA SCELTA DELLE PARTI DESTINATE AL CANTO, SI DIA LA PREFERENZA A QUELLE DI MAGGIOR IMPORTANZA, E SOPRATTUTTO A QUELLE CHE DEVONO ESSERE CANTATE DAL SACERDOTE, DAL DIACONO O DAL LETTORE CON LA RISPOSTA DEL POPOLO, O DAL SACERDOTE E DAL POPOLO INSIEME (Musicam Sacram n. 7,16).

    41. A parità di condizioni, SI DIA LA PREFERENZA AL CANTO GREGORIANO, in quanto proprio della Liturgia romana. Gli altri generi di musica sacra, specialmente la polifonia, non sono affatto da escludere, purché rispondano allo spirito dell’azione liturgica e favoriscano la partecipazione di tutti i fedeli .
    Poiché sono sempre più frequenti le riunioni di fedeli di diverse nazionalità, è opportuno che sappiano cantare insieme, in lingua latina, e nelle melodie più facili, ALMENO LE PARTI DELL’ORDINARIO DELLA MESSA, SPECIALMENTE IL SIMBOLO DELLA FEDE E LA PREGHIERA DEL SIGNORE .

    I capitoli del Musicam Sacram richiamati sono questi

    7. Tra la forma solenne più completa delle celebrazioni liturgiche, nella quale tutto ciò che richiede il canto viene di fatto cantato, e la forma più semplice, nella quale non si usa il canto, si possono avere diversi gradi, a seconda della maggiore o minore ampiezza che si attribuisce al canto. Tuttavia nello scegliere le parti da cantarsi si cominci da quelle che per loro natura sono di maggiore importanza: PRIMA DI TUTTO QUELLE SPETTANTI AL SACERDOTE E AI MINISTRI, CUI DEVE RISPONDERE IL POPOLO, O CHE DEVONO ESSERE CANTATE DAL SACERDOTE INSIEME CON IL POPOLO; SI AGGIUNGANO POI GRADUALMENTE QUELLE CHE SONO PROPRIE DEI SOLI FEDELI O DELLA SOLA «SCHOLA CANTORUM».

    16. Non c’è niente di più solenne e festoso nelle sacre celebrazioni di una assemblea che, tutta, esprime con il canto la sua pietà e la sua fede. Pertanto LA PARTECIPAZIONE ATTIVA DI TUTTO IL POPOLO, CHE SI MANIFESTA CON IL CANTO, SI PROMUOVA CON OGNI CURA, SEGUENDO QUESTO ORDINE:
    a) Comprenda prima di tutto le acclamazioni, le risposte ai saluti del sacerdote e dei ministri e alle preghiere litaniche; inoltre le antifone e i salmi, i versetti intercalari o ritornelli, gli inni e i cantici.
    b) CON UNA ADATTA CATECHESI E CON ESERCITAZIONI PRATICHE SI CONDUCA GRADATAMENTE IL POPOLO AD UNA SEMPRE PIÙ AMPIA, ANZI FINO ALLA PIENA PARTECIPAZIONE A TUTTO CIÒ CHE GLI SPETTA.
    c) Si potrà tuttavia affidare alla sola «schola» alcuni canti del popolo, specialmente se i fedeli non sono ancora sufficientemente istruiti, o quando si usano composizioni musicali a più voci, purché il popolo non sia escluso dalle altre parti che gli spettano. Ma non è da approvarsi l’uso di affidare per intero alla sola «schola cantorum» tutte le parti cantate del «Proprio» e dell’« Ordinario», escludendo completamente il popolo dalla partecipazione nel canto.

    Nelle vostre diocesi accade tutto questo? Beati voi.

    13 Novembre, 2007 - 12:43
  30. … infatti, Fabrizio, d’accordo… ma le liturgie belle, perdonate lapalisse, le “fanno” (Signore perdonami anche Tu…) anche le persone “belle”, anzi, meglio “rese belle”.

    Una liturgia “annoia” (sto semplificando… non mi sommergete di documenti, vi prego) anche perchè è fatta e convissuta da gente annoiata dalla Fede.
    Se rispetto tutti i canoni, ma non mi ricordo più perchè sono cristiano e perchè alzo e consacro quell’ostia, e perchè lo faccio dentro la comunione ecclesiale, hai voglia a fare belle liturgie: la gente non partecipa no!

    Resta fermo e inteso (lo chiarisco salvo improperi) che la prima azione liturgica non è la nostra, deo gratias.

    Mi turo il naso, allora … ma… dico “w pure il rito tridentino” se vissuto, nonchè animato e condotto da gente in cerca di conversione.

    L’importante è non far diventare “religione” il rito, quale esso sia…

    13 Novembre, 2007 - 13:26
  31. Luisa

    Forse sono io ad avere “tout faux” in questo caso vi prego di scusarmi ,ma quando leggo “fare una bella liturgia o una brutta liturgia” c`è qualcosa che non suona giusto, che non capisco.
    Se non vado errata la Santa Liturgia è un dono, non ci appartiene, noi tutti dal celebrante al fedele seduto in fondo alla chiesa siamo al servizio della Santa Liturgia,non è la Liturgia che deve piegarsi ai nostri desiderata, alle nostre voglie di creatività.
    Non si fa una liturgia, celebriamo la Santa Liturgia, perchè se la si mette sul piano del fare, da qui possono partire tutte le derive, mi sembra che siamo piuttosto sul piano dell`essere, essere in comunione nell`orizzonzalità della Croce, essere tutti rivolti a Colui che ci viene incontro, nella verticalità della croce.
    L`attivismo a fatto tanto male e ,caro Fabrizio, se capisco perfettamente come vuoi impostare la riflessione e hai ragione, gli abusi ci sono stati e ci sono.

    13 Novembre, 2007 - 13:49
  32. matteo

    grazie della comprensione del moralista.
    Fabrizio, ti prego, io vivo nella prima periferia di Roma,
    vivo tra la gente,
    e capisco tutti i riferimenti che tu mi porti,
    ma…..
    in concreto….
    ce la suoniamo e ce la cantiamo…..
    e sto parlando italiano…..
    La Liturgia è celebrazione dei misteri di Cristo,
    e allora?
    Si renda Cristo comprensibile agli uomini/donne che girano per le strade, per le nuove stracolme cattedrali della domenica (centri commerciali…..Auchan, Leroy Merlin, Ikea, Mondo Convenienza)

    13 Novembre, 2007 - 14:05
  33. matteo

    mentre alcuni vanno in sollucchero per le antiche e favolose liturgie…. per noi pochi……

    13 Novembre, 2007 - 14:06
  34. matteo

    Ma mi dite per favore, quali sono qeusti ABUSI???????

    13 Novembre, 2007 - 14:07
  35. fabrizio

    Matteo, non siamo mica così distanti.
    Tu vivi in periferia di Roma, io vivo in una cittadina di una provincia abbastanza sfigata, e fino a 5 anni fa abitavo in un paesino ancora più sperduto.
    Anche noi ce la suoniamo e ca la cantiamo, e in uno dei miei primi commenti di questo post parlavo proprio della buona volontà e dell’entusiasmo dei laici che “animano” la messa.
    Francamente non capisco però perchè non si possa puntare un po’ più in alto, in concreto, mettendo in discussione prima di tutto la propria (mia) partecipazione alla Messa per poi cercare di mettere in pratica la riforma liturgica.
    Non vedo cosa ci sia di lunare in tante indicazioni della riforma, basta solo essere un po’ più consapevoli di quello che chiede. E’ chiaro che tutto questo deve essere guidato dal sacerdote.
    Poi, nella pratica, ognuno fa ovviamente come può e meglio che può.

    Ritorno alla mia domanda, forse banale: “Perchè non ci si inginocchia quasi più?”.

    “Si renda Cristo comprensibile agli uomini/donne che girano per le strade, per le nuoe stracolme cattedrali della domenica”.
    Sottoscrivo. Ma come?

    Chiudo (odiosamente) con un’altra citazione del solito autore: “Un non cristiano che entra in una nostra assemblea alla fine dovrebbe poter dire: “Veramente Dio è con voi”. Preghiamo il Signore di essere così, in comunione con Cristo e in comunione tra noi.”

    13 Novembre, 2007 - 14:26
  36. Francesco73

    matteo, io non ho parlato di abusi, ho parlato di fretta, sciatteria, mancanza di profondità, paramenti scelti talvolta male e indossati peggio, musiche che (a prescindere dal genere) sono semplicemente eseguite male e degenerano in rumore

    se sei sacerdote, ti sarà capitato di ascoltare un coro parrocchiale che proprio non ne azzeccava una
    è chiaro che uno fa fatica a dire a delle persone volenterose: smettete, non siete capaci
    ma è anche giusto far comprendere che la Messa non è un luogo ove esibirsi purchessìa; e che la musica va preparata bene, con impegno, con dedizione, altrimenti meglio il silenzio

    se sei sacerdote ti sarà successo di vedere tuoi confratelli che arrivano in Chiesa di corsa, si buttano addosso un camice che gli arriva ai polpacci, magari sotto portano i jeans, poi si mettono una stola sbilenca e cominciano a salmodiare con tono annoiato/burocratico; chiedere di fare attenzione a questi aspetti è cercare una liturgia incomprensibile?

    se sei sacerdote avrai notato che alcune Chiese pretendono di essere moderne e semplici, quando invece sono semplicemente squallide; che non si capisce se ci si trova intorno a un altare e a un tabernacolo o in un aula di conferenze e happening; che le luci a tutto inducono fuorchè al raccoglimento e alla partecipazione, spingeno piuttosto al chiasso o all’estraniamento;

    se sei sacerdote avrai visto che alcuni tuoi confratelli parlano all’eccesso dal presbiterio, soffocano l’assemblea di avvisi, fanno i registi, i coreografi, gli animatori d’assemblea, finendo per produrre una confusione infinita, che trasforma una festa come ad esempio una Cresima in una fiera disordinata e incomprensibile;

    io tutto sono fuorchè lefebvriano, ma chiedere un pò di proprietà liturgica è allontanarsi dal popolo, dalla fede dei semplici?

    sai chi era un bravo liturgo: Giovanni Paolo II, quando celebrava; non aveva nulla di affettato, era scioltissimo e naturale; eppure estremamente composto, appropriato, giusto, presente con tutta la valenza simbolica del caso;

    ecco, lui è il mio modello

    13 Novembre, 2007 - 14:32
  37. Luigi Accattoli

    Scusa Davide1975 se ti rispondo solo ora! Qualcosa ha già risposto per me Fabrizio e condivido il suo argomento: una cosa è un gruppo che chiede l’approvazione di una propria liturgia e un’altra è chiedere la liturgia ora denominata “uso straordinario del rito romano”. Lo si può applicare, questo argomento, oltre che alla messa beat anche a quella neocatecumenale. Aggiungo una riflessione ad personam, cioè adatta a persona che ama la forma ordinaria del rito romano: proprio della forma ordinaria è la promozione dell’adattamento e della variazione – mentre quella straordinaria è massimamente fissa – e dunque perchè gli amanti dell’adattamento e della variazione non possono accettare, in via straordinaria e con destinazione limitata, la peculiarità della forma straordinaria? Natutralmente questa ampiezza di veduta non è possibile se i cultori dell’uso straordinario a loro volta sono negatori dell’uso ordinario. Perchè il motu proprio dia frutti appropriati si esige un passo indietro da parte degli zeloti di ambedue le schiere. Non vedo altro rimedio. Luigi

    13 Novembre, 2007 - 15:32
  38. matteo

    permettetemi di riflettere, non volgio intervenire sull’onda emotiva, già ho fatto troppo……

    13 Novembre, 2007 - 16:47
  39. A Francesco: il “bravo liturgo” Wojtyla si affidava moltissimo a monsignor Marini, come mi disse in un’intervista molto criticata negli ambienti tradizionalisti.

    A tutto il blog: giusto ieri sera pensavo a questo: tutto sommato la scelta di consentire la Messa secondo il rito di San Pio V (che in realtà è aggiornato al 1962), ci può stare. Perché dopo 40 anni ormai siamo tutti abituati alle celebrazioni in lingua volgare, per cui non ci saranno – penso – grossi sconvolgimenti. E dopotutto: io, dalla Calabria a Milano non mi sono sconvolto nell’usare il rito ambrosiano.
    Detto questo, ho anche riflettuto su un fatto. Questo Pontefice ha osservato una volta che dopo i Concili è fisiologico un periodo di assestamento con critiche e quant’altro. Sono passati 40 anni, adesso possiamo ricucire in maniera non dico indolore, ma più serena, lo strappo lefebvriano. O togliergli terreno, se vogliamo guardarla da un altro lato. Dico allora che Joseph Ratzinger non passerà forse alla storia come chissà quale grande innovatore. Ma avrà un merito: quello di tentare una ricucitura di alcuni strappi che da tempo, dopo il Concilio, venivano ancora lasciati aperti.

    Sappiamo tutti che 40 anni nella vita della Chiesa sono appena ieri, ma molti dei protagonisti di quella stagione sono ormai lontani da noi, certe polemiche sopite. Ora è tempo per essere più sereni. E ripensare a tante cose.

    13 Novembre, 2007 - 16:54
  40. Francesco73

    il bravo liturgo Wojtyla aveva una presenza scenica naturale, ma soprattutto era un uomo spontaneo; secondo me dava poca importanza al taglio delle mitrie piuttosto che al tipo di mozzetta indossata (e in questo magari io avrei fatto diversamente, perchè alcune delle mitrie scelte da Marini senior erano davvero brutte, come tutte quelle molto squadrate e corte di stampo nord-europeo…) epperò portava tutto benissimo, e sull’altare si muoveva con proprietà, intensità, equilibrio dei gesti e potenza evocativa dei medesimi, privi – lo ripeto – di alcuna affettazione;

    anche Benedetto XVI ha un ottimo modo di celebrare; si vede che è più meditato, più riflettuto, meno disinvolto, ma non c’è dubbio che per noi è un maestro di liturgia

    13 Novembre, 2007 - 17:05
  41. matteo

    Io vado a messa nella mia parrocchia,
    i miei preti sono gente normale,
    nopn sono Woitila, ne ratzingher,sonbo sacerdoti e basta,
    che per caso ci stiamo dimenticando della realtà,
    per dare luce a qualche icona,….
    fanno cosi’ anche per Madonna o Britney spears,
    io vivo in una normale realtà di parrocchia romana,
    Benedetto, non fa parte del quotidiano, anzi del quotidiano fanno parte i miei amici fralli sacerdoti, fedeli laici pieni di impegno,
    non ho il tempoi di andare per basiliche pontificie,
    il sacrificio di Cristo, si consuma continuamente in ogni piccola chiesa, in ogni angolo della mia città, con i pocchi poveri mezzi che abbiamo,
    con la tantqa buona volontà dei nostri giovani, che non sono il meglio della schola cantorum di s.Pietro….
    qui’ Cristo continua a camminare, con le nostre liturgie fatte di qeullo che possiamo offrire, con le nostre forze che in campo mettiamo al massimo delle forze la domenica.
    Mi viene da domandarmi, ma tanti tra voi in quali chiese megagalattiche vivono?
    Tutti nella mia amata santa Maria Maggiore?, in san Giovanni in Laterano a godere delle arie di Frisina (mons.), in san Pietro?
    A rega’
    io vivo a torpignettara,
    ma voi andove state?
    Non è che il buon Cristo s’è fermato da qualche parte, e non ce l’hanno fatto sapere?
    Woitila, Benedetto…. sembra che solo loro celebrano messa,
    io vedo tanti umili sacerdoti, che salgono sull’altare con tanta dignità.
    Ma de che chiesa siete?
    Avessi sbagliato confessione?

    13 Novembre, 2007 - 17:20
  42. Francesco73

    e che voi fa’, matte’, semo esiggenti, fijo…io pure so’ de bborgata, comunque, ma ho frequentato da piccolo una giovane parrocchia il cui parroco teneva molto a che le Messe fossero celebrate con proprietà, intensità, partecipazione; era una vivacità gioiosa ma mai sbracata, esigente ma davvero sempre ben riuscita
    e ti assicuro che non cantavamo in gregoriano!
    il senso di quella esperienza mi è sempre rimasto dentro, anche perchè dopo – anche in quella chiesa lì – ho visto distruggere tante cose ben organizzate, come ad esempio un ottimo coro

    13 Novembre, 2007 - 17:29
  43. fabrizio

    Matteo, è proprio perchè non vado a Santa Maria Maggiore ma in chiese qualsiasi che vedo quello che ho descritto e mi auguro che si possa cambiare.
    Dimentichiamoci pure Wojtyla e Benedetto, basta seguire un po’ più da vicino quello che è previsto nella riforma liturgica, tutte cose molto concrete e semplici (…a prova di scemo, si direbbe dalle mie parti) condito dalla passione per ciò che si fa: sono sicuro che il risultato sarà simile ai ricordi di Francesco.

    Certo che Cristo continuta a camminare con noi nelle nostre liturgie, sono sicuro che apprezza i nostri sforzi, ma davvero non riusciamo a dare di più, o forse dare solo di meglio, con un po’ più di preparazione e consapevolezza ?
    Ribadisco che è essenziale la regia del sacerdote, che è l’unico che può mettere d’accordo le diverse anime e sensibilità della parrocchia e l’unico che può formare il senso liturgico dell’assemblea.

    13 Novembre, 2007 - 17:51
  44. Leonardo

    Avevo in buona fede dato del reverendo a “Matteo” perché da certi accenni (e anche un po’ dalla forma mentis) pensavo che fosse un prete, ma dall’ultimo messaggio evinco che non è così (o perlomeno non esercita più il ministero). Mi scuso.

    13 Novembre, 2007 - 17:53
  45. matteo

    Leonardo,
    puoi provare a togliermi dalle tue forme mentis,
    mi rispetteresti di piu’.
    grazie.
    vedo che hai bisogno di ingabbiarmi in qualche modo,
    il contrario di quello che faceva il mio Maestro

    13 Novembre, 2007 - 18:06
  46. matteo

    Leonardo, quando esci sul pianerottolo,
    prova ad accettarmi per qeullo che mi vedi effettivamente,
    o hai bisogno di dividere le persone tra preti e non preti?
    Se è prete parla con autorita’,
    se non è prete…… lascia il tempo che trova…..
    Ho sbagliato pianerottolo?

    13 Novembre, 2007 - 18:11
  47. Cerchi un liturgo affettato? Legatissimo? Innauturale? Di compostezza eccessiva ed inappropriata? Che esalta all’eccesso e manieristicamente la valenza simbolica dei diversi momenti del rito?

    Ecco per voi…Joseph Ratzinger!!

    http://www.vatican.va/news_services/liturgy/photogallery/2007/05112007/index.html

    (Accompagnato da -direttamente dalla nostalgica e retriva curia genovese- il bamboccione siriano svirilizzato Don Guido!)

    [“Va be’ continuiamo così, facciamoci del male!”]

    13 Novembre, 2007 - 19:22
  48. LEONE

    Per Luisa, torno ora dal lavoro, guardi che io ce l’avevo con quelli di quel sito se va a vederlo, vede che sembrano dei samaritani ebrei, quelli che avevano non mi ricordo quanti precetti….. e sono sempre pronti a condannare, e tutto il male viene dal Concilio e tutto il bene era prima ecc.
    Detto questo non condanno neanche loro, dato che è scritto sul vangelo di non giudicare per non essere giudicati, e che col metro con cui si giudica si verrà a propria volta giudicati cerco di mantenermi di manica larga, sa non si SA MAI…..
    Però che certi BLOG siano fuori dal mondo e non nel senso del Vangelo a me sembra inconfutabile.
    cOMUNQUE non pensavo a Lei, però si rilassi anche Lei un po’.
    Le consiglio un bellissimo sito: COMUNITA’ MONDIALE PER L A MEDITAZIONE CRISTIANA..
    STIA BENE

    PER MATTEO: SONO D’ACCORDO CON GRAN PARTE DI QUELLO CHE DICI.

    13 Novembre, 2007 - 19:23
  49. Leonardo

    Ma no, perché metterla così sul tragico? Mi piace fare delle ipotesi sulle persone, diciamo pure tirare a indovinare: lo faccio spesso anche in treno. In questo caso direi senz’altro un prete, o meglio un prete che ha lasciato il ministero (in subordine un seminarista che è uscito dal seminario poco prima dell’ordinazione). Ma l’autorità o la non-autorità non c’entra nulla. (sui pianerottoli non saprei che dire, perché non ho capito cosa intendi).

    13 Novembre, 2007 - 19:25
  50. Nuovo Lezionario e nuove traduzioni .

    A me piaceva “Dio e Mammona” , non “Dio e la ricchezza”.

    …Hai voglia quanto fantasticamente onnicomprensivo è Mammona?

    Poteva e può includere non solo i notabili di Confindustria, ma anche -sacrosantamente, a mio avviso- molte, moltissime altre persone… Anche quegli “uomini/donne che girano per le nuove stracolme cattedrali della domenica (centri commerciali…..Auchan, Leroy Merlin, Ikea, Mondo Convenienza)” .

    13 Novembre, 2007 - 19:35
  51. Per quel che ho potuto vedere nella mia breve vita, all’interno della Chiesa cattolica negli ultimi trent’anni, TUTTE le categorie (scribi , farisei, etc…etc…) che Gesù Cristo ammonisce sono ottimamente rappresentate anche (e soprattutto) nell’establishment de il Partito de l’Aggiornamento Istituzionale (sì, un pò come il PRI, Partito Rivoluzionario Istituzionale messicano) .

    Domandatevi in tutta onestà: quante diocesi, pontifici atenei, associazioni laicali, istituti di formazione varii, etc…etc… ‘controlla’ la dissidenza anticonciliare’ ??

    Se vi osservate attorno, vi renderete conto che, fatta l’eccezione di sparuti gruppi (fino a ieri , e spesso ancor oggi, fuoricasta) e ‘think-tanks’ para-tradizionalisti, non vi è poi molto controllo della componente istituzionale della Chiesa da parte di singoli o gruppi refrattari a la Riforma (sensu lato) .

    Per anni, ai ‘tradizionalisti’ (figli di Dio anche loro) , la stragrande maggioranza dei vescovi ha rifilato (contrariamente persino all’esplicito invito di Giovanni Paolo II) pietre e non pane.

    Si ribadisce sempre che Gesù pranzava con i vari reietti della società del tempo, epperò non si accetta neanche di prendere, diciamo, un caffè con un ‘lefebvriano’…

    A buoni intenditori, poche parole.

    13 Novembre, 2007 - 19:56
  52. Luigi Accattoli

    Da Marco Sostegni ricevo questo messaggio:
    Dott. Accattoli, ho letto il suo articolo oggi sul Corriere sulle traduzioni dei testi sacri. Necessità sacrosanta ma non so se iniziero’ l’Ave Maria con …Rallegrati Maria… anche se l’espressione è davvero molto bella e piena di spinta che spero ci aiuterà a rialzarci. O ancora mammona che diventerà ricchezza (ingiusta)… Spariranno allora le note a piè pagina dai testi? Un cordiale saluto, Marco Sostegni – Vinci

    13 Novembre, 2007 - 21:34
  53. matteo

    Syriacus, ti manca anche il partito comunista, gran committente, per far fallire lo spirito conciliare dei pontefici, nella loro visione globale di conquista del mondo………..
    Mio Dio come abbiamo fatto a sopravvivere in tutti questi anni?

    13 Novembre, 2007 - 21:36
  54. Luigi Accattoli

    A Syriacus: se la “dissidenza anticonciliare” fosse ben piazzata ne guadagneremmo? Luigi

    13 Novembre, 2007 - 21:39
  55. Luisa

    Grazie Leone per la segnalazione del sito.Conosco per averli praticati diversi metodi di meditazione,che hanno integrato tecniche orientali, ma me ne sono allontanata ,constatavo piuttosto un viaggio all`interno del proprio psichismo e non l`incontro del Tutt`Altro,o allora la ricerca di una dissoluzione dell`io che sempre non era un incontro con nostro Signore Gesù Cristo.
    Spesso una sorta di minestra dove si mettevano ogni sorta d ingredienti, qualche mantra, preghiere, tecniche respiratorie, posture ,incenso, candele, immagini, (sovente delle Icone…accostate a dei Buddha) ed eccoci partiti per il grande viaggio…. interiore.
    Il sito che mi segnali sembra essere di una ben`altra qualità e lo consulterò con interesse.

    Non ti preoccupare per me, le tecniche di rilassamento le conosco, pratico e insegno! 😉

    13 Novembre, 2007 - 21:45
  56. LEONE

    Questo sito richiama alla preghiera di Gesù, il metodo è molto semplice.

    C’è anche una sezione con due bellissime conferenze di cui una del professor Mancini sul silenzio davvero illuminante.

    13 Novembre, 2007 - 21:51
  57. “A Syriacus: se la “dissidenza anticonciliare” fosse ben piazzata ne guadagneremmo? Luigi”

    Non lo so: vorrei però che “i tridentini” fossero (per par condicio) almeno “ben piazzati” quanto altri gruppi e gruppuscoli “fedeli al Concilio”.
    L’Opus Dei ha una prelatura personale? Diamola anche ai ‘tradizionalisti’ fedeli a Roma (si noti però che ai lefebvriani nel 2001 venne offerta una -ben più blindata- amministrazione apostolica personale, ma Fellay & Al. rifiutarono per i loro ben noti motivi) . La Fraternità di San Pietro ha centinaia di sacerdoti ed è in forte espansione? Diamo loro qualche episcopato (la Fraternità missionaria di San Carlo, legata a CL, ha appena donato alla Russia latina il nuovo Arcivescovo di Mosca) .

    Gli esempi sarebbero moltissimi.

    Preferenze fuori dai denti?
    In curia spero che Piacenza diventi nel medio termine Prefetto del Clero o dei Vescovi (entrambi i casi teoreticamente possibili già dal 2009), e Ranjit Prefetto del Culto Divino (a breve termine) , che Amato sostituisca Levada, che Padre Lang faccia una fulminea carriera (con, un giorno, episcopato titolare, of course), etc…etc…

    Però: i ‘montiniani’ (di destra o di sinistra) non sono mai stati -in genere- realmente generosi verso i ‘tradizionalisti’. Veri liberali ed ‘ecumenici’ invece, hanno concesso con munificenza chiese della loro diocesi (esemplare Kasper ai tempi di Stoccarda. …Sarà una caso? Dopotutto, una versione ‘rettificata’ delle kasperiane ‘diversità riconciliate’ non mi troverebbe ostile…)

    Devo dire comunque che fare i giochetti con le bandierine colorate ‘°à la Emilio Fede’ con la …Fede, l’Episcopato e la Curia romana, mi risulta non poco forzato. Io personalmente ho un sentire decisamente composito ed eclettico (per quanto il resto dell’umanità si lanci in classificazioni avventate, a cui magari certe mie esternazioni contribuiscono) rispetto alle questioni di religio; d’altro canto non son così superbo da ritenermi il solo ad essere ‘originale’ : penso che lo sia ciascuno del miliardo e più di cristiani cattolici…

    Tornando quindi alla domanda, preferirei non rispondere: tirato in ballo, oso affermare: sì, e ci guadagnerebbero tutti (fermo restando che , sia ben chiaro, ciò restringerebbe i sogni di certe ali estreme di rendere la Chiesa Cattolica , da una parte, qualcosa di simile alla presente Comunione Anglicana, o, dall’altra , il trionfo di un redivivo Integrismo da Sodalitium Pianum…)

    14 Novembre, 2007 - 1:06
  58. “Syriacus, ti manca anche il partito comunista, gran committente, per far fallire lo spirito conciliare dei pontefici, nella loro visione globale di conquista del mondo………..
    Mio Dio come abbiamo fatto a sopravvivere in tutti questi anni?”

    A Matteo chiederei per piacere (vista la mia oggettiva limitatezza di comprendonio) di ‘espandere’ le affermazioni sopra (corredate di domanda) .

    Mi interessa davvero il suo pensiero in proposito, anche se immagino -a priori- ben diverso dal mio.
    [In realtà non sono convinto -e lo dico considerando me stesso- che ciascuno debba avere per forza idee ed opinioni ‘chiare e distinte’ su qualsivoglia argomento o questione.]

    14 Novembre, 2007 - 1:27
  59. [Comunque, per la cronaca: ritengo il comunismo uno dei peggiori mali e tragedie della storia. Aggiungo che, se questo fosse un paese normale, un essere umano potrebbe dirsi ‘anticomunista’ vel ‘non socialista’ vel ‘liberale’ vel ‘conservatore’ , etc…etc… senza suscitare facilissimi -ahimè- sarcasmi da italica politichetta.
    Di politicanti e demagoghi son già piene le aule parlamentari, perchè contaminare anche i sacri palazzi, le curie, i fedeli…?]

    14 Novembre, 2007 - 1:35
  60. “#
    don78 scrive,

    13 Novembre 2007 @ 10:22

    ringrazio syriacus per aver riportato quella lettera dell’allora card. Ratzinger che non conoscevo, però ammetto onestamente che m’inquieta un tantino…

    E non inquieta solo Lei, reverendo… Ma anche -cosa che magari molti riterranno difficilmente comprensibile- la Fraternità Sacerdotale di San Pio X (i Lefebvriani) .

    14 Novembre, 2007 - 1:42
  61. Matteo: “Mio Dio come abbiamo fatto a sopravvivere in tutti questi anni?”

    Me lo chiedo anch’io.

    14 Novembre, 2007 - 1:48
  62. matteo

    Syriacus,
    pensa che nonostante questi comunisti vandali di qeusto secolo appena trascorso, con tutta la libertà religiosa che hanno tolto a questa nostra madre patria, siamo riusciti ad arrivare nientedimeno che al 2007.
    Che lavoraccio per lo Spirito Santo,
    per fortuna che lo hanno aiutato i nostri amati di Forza italia, Alleanza nazionale, La Lega,
    Lo Spirito soffia,,,,,, e ci restituisce la libertà….. per fortuna,
    senza di loro la Chiesa,
    non avrebbe avuto speranza di uscire dalle catacombe.
    Quanto hanno sovuto soffrire i nostri pontefici!

    14 Novembre, 2007 - 5:58
  63. Luigi Accattoli

    Il vento che spira dalle parti della syria deve avermi stregato. Il sentire composito ed eclettico mi va a meraviglia e anche quell’organigramma screziato da Kasper a Piacenza, come dire: gasiamo l’esistente! Ma la par condicio tra conciliari e anticonciliari… Il concilio opta per la libertà religiosa, la riforma liturgica, l’ecumenismo, la riconciliazione con gli ebrei, il dialogo interreligioso, la collegialità e chi non è d’accordo ha lo stesso spazio di tutti gli altri… syriacus forse anche qui sarebbe bene espandere il concetto… luigi

    14 Novembre, 2007 - 8:25
  64. Francesco73

    Syriacus dice che non c’è par condicio per i dissidenti anticonciliari.
    Può essere, del resto la vita delle minoranze è sempre un pò complicata.
    Però, nella sua apoteosi dell’orgoglio anticonciliare genovese di scuola giuseppina, dimentica di dire che i lefebvriani hanno organizzato scientemente uno scisma e che continuano a rispondere picche alle profferte amorose di Roma (invero un tantino smodate, da ultimo).
    Quindi di che stiamo parlando?
    L’ecumenismo lo facciamo a prezzo di rimozioni della realtà, un pò come ci piace?

    14 Novembre, 2007 - 9:25
  65. … no, dai, la par condicio pure nella Chiesa, no, di… Grazia.

    Non capisco poi l’argomento di Syriacus, nel senso che mi pare ci siano movimenti “anticonciliari” che non sono affatto “tradizionalisti” o “di destra”, per buttarla in politichetta… Come pure ci sono potentissimi gruppi post-conciliari (leggi Cammino Neocatecumenale, p.e.) spesso decisamente “buttati a destra”…

    Se sbaglio, sono certo, “mi corigerete”…

    14 Novembre, 2007 - 9:53
  66. don78

    Mr.Syrian diceva:
    “E non inquieta solo Lei, reverendo… Ma anche -cosa che magari molti riterranno difficilmente comprensibile- la Fraternità Sacerdotale di San Pio X (i Lefebvriani)”

    effettivamente… capisco anche la loro preoccupazione… mmm.. allora …forse la soluzione del card. Ratzinger 2003 non piacerebbe a molti… non so..

    Poi sulla par condicio… mah! Sempre perdonandomi le categorizzazioni del caso… ma io ho l’impressione che ci sia più uno “sbracamento” verso il dissenso di “destra” che verso quello di “sinistra”, vedi il pluriennale corteggiamento dei lefebvriani… così come i gruppi astri nascenti citati da Herr Syrier (CL, Opus Dei etc.) non mi sembrano proprio essere espressione del cattolicesimo liberale… mah! Forse mi sbaglio. Sarà che siam tutti prigionieri dei nostri schemi… 🙂 Cmq conveniamo sull’affaire bandierine Tg4

    14 Novembre, 2007 - 10:55
  67. “Non cercherò la vecchia messa, ma se mi troverò ad assistervi l’amerò quanto l’altra …” belle queste sue parole, caro Luigi, e se umilmente mi consente aggiungo di mio che l’amerò perchè in entrambi i riti Cristo è presente, vivo in corpo, anima e divinità in quel pezzo di Pane che le mani del celebrante (qualsiasi sia il rito “antico” o “moderno” che egli celebra) trasformano in Lui, unico e vero scopo della celebrazione.

    14 Novembre, 2007 - 11:43
  68. lycopodium

    Papa Benedetto si adopera per rendere ancora più esplicite e promuovere alcune evidenze rituali fondamentali (in primis, l’orientamento della celebrazione).
    Che il suo non sia rubricismo preconciliare, ma esigenza impellente e ineludibile dell’identità cattolica, lo riconoscono – obtorto collo – anche alcuni attuali avversari.
    Che altro significa il fatto che un fierissimo anti-motuproprio come Andrea Grillo dica che la riforma liturgica ha modificato la prassi del culto, ma nel contempo ne ha sottratto le (residue) evidenze?

    14 Novembre, 2007 - 11:59
  69. matteo

    erano anni che Ratzingher ci provava a fare la pace con i signori di Lefebre,
    ora è papa e può fare quello che ha sepre desiderato,
    Lo Spirito è libero,
    nonostante la testardaggine polacca.
    Ma i signori di lefebre se ne sono accorti?
    Ma lo spirito è libero……..

    14 Novembre, 2007 - 12:45
  70. Luigi Accattoli

    Il mio benvenuto nel blog a Lycopodium. Ho l’impressione che lei sia un esperto di cose rilurgiche e dunque il coro si arricchisce di una voce acculturata. Luigi

    14 Novembre, 2007 - 12:54
  71. lycopodium

    Per il padrone di casa.
    Troppa grazia! Semplice fedele con, qualche, lettura liturgica.

    14 Novembre, 2007 - 14:31
  72. fabrizio

    Torno alla discussione di ieri, cioè l’applicazione del rito paolino nelle nostre messa domenicali.

    Tiro in ballo Enzo Bianchi, che certo tutto è tranne che un nostalgico preconciliare.
    Un paio di mesi fa a Loreto riguardo alla musica liturgica e i giovani ha detto: “«Oggi i giovani sono alla ricerca di cose più essenziali e più congrue a una tradizione liturgica che ha una sua specificità. Non si può usare la musica del mondo, anche in senso positivo, per qualcosa che invece deve narrare l’Altro. Se Dio è l’ Altro, altra è la musica, altri sono i segni, altre le parole, altra la maniera di trovarci».

    14 Novembre, 2007 - 15:27
  73. “la riforma liturgica ha modificato la prassi del culto, ma nel contempo ne ha sottratto le (residue) evidenze”

    Me la spiegate meglio, per piacere?

    Io in generale sono convinto che i danni li abbia fatti non “la riforma” liturgica, ma certi modi errati e trasandati della sua applicazione. Cioè ritengo che la riforma, se applicata bene e sfruttandone tutte le potenzialità, porti a una celebrazione eccellente sotto ogni punto di vista. Il fatto è che non le si sfruttano, non tanto per via dei famosi “abusi” quanto per via di fretta e sciatteria. Molto spesso – ce lo vogliamo dire? – perché si ha paura di una messa che duri più di un’ora (ma poi non si teme di fare un’omelia anche di 15 minuti buoni).

    Secondariamente, non riesco a valutare positivamente certi testi o traduzioni di testi (orazioni, intercessioni), specialmente della Liturgia delle Ore, che mi sembrano piuttosto transeunti.

    14 Novembre, 2007 - 16:55
  74. fabrizio

    Luca, benvenuto nel club della petizione.

    14 Novembre, 2007 - 17:00
  75. Francesco73

    Sono contento che ci rendiamo conto in più d’uno che l’enfasi sul rito del ’62 è come guardare al dito e non alla luna.
    Il tema vero è la corretta e adeguata celebrazione della Messa paolina e – con essa – il recupero di una giusta sensibilità per il senso e l’importanza della liturgia, senza assolutizzazioni e senza unilateralità.
    Sarebbe un’istanza da far valere più fortemente, nella Chiesa.
    Ma con quali strumenti, a parte la boutade della petizione universale?
    Luigi che suggerisce?

    14 Novembre, 2007 - 17:09
  76. siccome sono molto, molto digiuno di Magistero, e documenti conciliari in specie, mi ricordate quali e quanti (almeno qualcuno significativo) “compiti” e/o segni e/o azioni vedono “protagonisti” i laici/l’assemblea/la comunità “tutta ministeriale” nella riforma liturgica?

    Perchè mi è venuto un tragico, ingenuo e banale sospetto……….

    Anche io posso aggiungermi al gruppo della petizione, chiarito tutto ciò…

    14 Novembre, 2007 - 17:36
  77. Luigi Accattoli

    Non ho suggerimenti e non faccio petizioni, sono solo un povero giornalista. Ma seguo ammirato il dibattito che qui si svolge e ogni tanto metto lingua. Luigi

    14 Novembre, 2007 - 17:41
  78. Leonardo

    A proposito della “testardaggine polacca” di cui parlava (don?) Matteo qualche messaggio fa (anche se non ho capito bene cosa c’entrasse lì) mi è tornata in mente una barzelletta abbastanza carina, che forse però conoscete già:

    Giovanni Paolo II è immerso in preghiera nella sua cappella privata. Ad un certo punto sente la voce di Dio: «Karol, mio servo fedele, ma non si potrebbe allargare un po’ la manica con questa morale sessuale?» «Signore, mi dispiace, ma finché sono papa io non se ne parla». Dopo un po’ si sente ancora la voce dall’alto: «Ma senti, per la questione dei preti sposati non si può proprio far niente?» «Non finché il papa sono io!». La voce celeste, un po’ scoraggiata riprende: «E per le donne, per le donne, questo sacerdozio non glielo vogliamo proprio dare» «Signore mi sorprendi: io sono il tuo servo, ma finchè sono papa io è fuori discussione. Piuttosto senti, è da tempo che vorrei farti una domanda: mi chiedo, dopo che sarò morto, quando ci sarà un altro papa polacco?» «Finchè sono Dio io, mai!».

    Chi me la raccontò, me ne garantì la provenienza vaticana.

    14 Novembre, 2007 - 17:51
  79. Luigi Accattoli

    Quella barzelletta l’ha narrata il papa stesso a Frossard, probabilmente nell’estate del 1982, come egli attesta nel volumetto “Conversando con Giovanni Paolo II”, Rusconi, Milano 1989, p. 49, ma in questa forma:
    «Il Papa sta pregando, e domanda al Padre Eterno: “Signore, la Polonia avrà mai un giorno la libertà, l’indipendenza?”. “Sì”, gli risponde Dio, “ma non mentre vivi tu “. E il Papa, ancora: “Signore, dopo di me ci sarà ancora un Papa polacco?”. “Non mentre vivo io” rispose Dio». Luigi

    14 Novembre, 2007 - 18:18
  80. matteo

    carina leonardo,
    certo, è di provenienza dalle mura leonine, te lo confermo, e ormai è estremamente vecchia, ma carina a ricordare.
    Comunque,
    sento sempre di parlare di abusi, abusi, abusi,
    ma i nomi di questi abusi? i nomi? i nomi? i nomi?
    in che cosa consistono questi abusi, mi fate il favore di elencarne?
    forse sto facendo la figura dello stupido!
    ma facciamo tutti coscienza,
    e vediamo tutti quali sono questi abusi che sono e che si stanno commettendo,
    fatemi il favore e facciamolo a noi stessi.
    quali sono questi ABUSI???????????????????????????????????????

    14 Novembre, 2007 - 18:19
  81. La domanda insistente di Matteo sugli abusi liturgici equivale sul piano logico alla domanda di qualcuno che, assolutamente convinto di non ravvisare alcun sostanziale discostamento dalla Dottrina della Fede da parte di sacerdoti nella Chiesa d’oggidì, continui a interrogare retoricamente a gran voce i circostanti : “Ma dove è tutta questa eresia? Doveeeee?????? …Hai visto qualche sacerdote affermare che Dio è Uno e Cinquino? Che Gesù è il Fartello di Dio?? Che Maria si è risposata due volte e ha avuto diversi figli? Che i Sacramenti sono quindici??”

    14 Novembre, 2007 - 19:44
  82. Il termine “par condicio” è formalmente inadatto , lo so, in un simile contesto, ma a volte serve a esprimere concetti come il bisogno di comprensione, rispetto e accoglienza reciproche.

    …Ho appena trovato per caso, nelle notizie appena nate, un ottimo a mio avviso esempio di quello che è l’assenza di queste cose, assenza in cui sguazza gente in mala fede oltre che accecata dall’ideologia e dalla demagogia:

    ” 2007-11-14 19:24

    Venezuela: crisi con la Spagna

    Presidente, Zapatero si e’ allineato a ‘fascista’ Aznar

    (ANSA) – CARACAS, 14 NOV – Hugo Chavez ha detto che sta ‘sottoponendo ad una drastica revisione i rapporti politici, economici e diplomatici’ con la Spagna. La decisione e’ dovuta al fatto che il governo presieduto da Zapatero ‘si e’ allineato’ con il precedente esecutivo spagnolo guidato da Aznar. I rapporti Caracas-Madrid risentono dell’incidente di sabato durante il summit iberoamericano di Santiago: re Juan Carlos ha chiesto a Chavez di ‘stare zitto’ mentre questi dava del ‘fascista’ ad Aznar.”

    14 Novembre, 2007 - 19:52
  83. matteo

    Syriacus
    perchè non mi prendi sul serio?
    ma stai celiando con le mie domande?
    Io sono serio.
    Ma forse non rientro nei tuoi parametri.
    Se è così perchè mi citi?
    Voglio i nomi degli ABUSI????
    è reato chiederli?
    Di che abusi siamo parlando, di quali gravità si stanno mettendo in atto o si sono messo in atto che hanno messo in pericolo l’integritò della fede o della dottrina del popolo di Dio?
    Ancora non ottengo risposta!
    Quando si parla di ABUSI, si prega di citarne, e di citarne tutti. Cosi’ posso an che capire di quale pericolo siamo stati fatti oggetto.
    Io sono serio.
    Spero anche nella serietà altrui.
    Diversamente qualcuno la smetta se non ha nomi veri da dare alla parola ABUSI, per se stessa è soltanto una parola generica, che vuole mandare al rogo qualcosa senza ancora capire perche’!
    E’ troppo chiedere serietà anche su questo pianerottolo.
    Perdonami Luigi,
    Ma cerco chiarezza, dietro generiche parole.
    O corriamo il rischio di trovare nuove accuse di stregonerie, apriremo nuovi roghi, per poi scoprire dopo secoli che non erano streghe, ma era semplicemente un modo di dire di una certa cultura di un tempo,
    intanto si bruciano le persone, per la purificazione delle loro anime……

    14 Novembre, 2007 - 20:14
  84. LEONE

    Matteo, vai al sito che ho elencato sopra
    http://www.unavoce-ve.it/abusi.htm
    ci sono una lunga serie di abusi secondo gli esponenti di quest’associazione, in realtà sono foto prese un po’ qua ed un po’ là che non dicono molto almeno al sottoscritto, anzi in molti casi fanno sorridere, in qualche caso basterebbe ripeto un richiamo del vescovo a correggere questi sbagli, in altri casi sono foto prese fuori da qualsiasi contesto liturgico, (come quelle di un prete salesiano che si traveste da mago), per accusare.

    A me sembra che le celebrazioni non siano ad un livello così scarso come si vuole far emergere dalle numerose discussioni, anche se ci possono essere sicuramente miglioramenti, il problema è che le parrocchie normali hanno già una lunga serie di incombenze che in molte situazioni si fa quel che si può.
    Utili i consigli di far studiare e istituire dei corsi per migliorare in questo campo, penso a livello di diocesi, o estivi dove in pochi giorni ed in un ambiente adatto, (abbazie, monasteri, ecc.), si può apprendere moltissimo.

    14 Novembre, 2007 - 20:46
  85. matteo

    sono ancora in attesa……………………………………….

    14 Novembre, 2007 - 21:42
  86. matteo

    si sta parlando di ABUSI
    ATTENDO……………………….

    14 Novembre, 2007 - 21:43
  87. Luigi Accattoli

    Scusa Matteo, io non ho risposto alla tua domanda – e non rispondo neanche qui – perchè non ho mai parlato di abusi. Altri non ti stanno rispondendo perchè della questione si è molto discusso in questo blog mesi addietro e non si ama ripetere questioni faticose. Non prendertela dunque con nessuno. Un blog è come un interrogatorio di polizia e molti si avvalgono della facoltà di non rispondere. Luigi

    14 Novembre, 2007 - 21:44
  88. matteo

    MI ARRENDO,
    ma perchè continuano a parlare di abusi?
    stanno parlando della mia chiesa?
    o conoscono una Chiesa divesa dalla mia,
    La mia rimane sempre la Chiesa cattolica apostolica romana (anche troppo romana!!!),
    mah!
    almeno la smettessero co sti abusi dietro cui si nascondono?
    Comunque ogni volta che parleranno di abusi.
    io chiedero’ sempre di cosa stanno parlando, IN CONCRETO!!!!!!!!
    senno stiamo freqeuntando Chiese diverse,
    e io sono in quella Cattolica,
    mi spiace per voi.

    14 Novembre, 2007 - 21:57
  89. Luigi Accattoli

    Caro Matteo, in questo blog si sono fatte epiche dispute sul motu proprio in luglio. Forse puoi andarle a vedere. Ecco che cosa scrivevo in un commento del 10 luglio a un post del 7 luglio: “Una battuta sugli abusi liturgici. Attribuire al rito ordinario – o nuovo – le sciatterie nella celebrazione è corretto quanto mettere nel conto del rito antico o straordinario il carattere asfittico e incomunicante di certe celebrazioni velocissime di preti bofonchianti da soli sul messale per poco più di venti minuti, mentre il popolo recita il rosario. Sono due abusi di due meraviglie“. Luigi

    14 Novembre, 2007 - 22:04
  90. raffaele terzi

    Questo suo intervento Dott.Accattoli riassume perfettamente tutta la discussione in corso e la disputa eterna sulla riforma liturgica. Se Papa Benedetto saprà ridare al clero il senso del celebrare i misteri divini, senza cedere agli estremismi dei cosiddetti nostalgici, se saprà valorizzare al meglio le ricchezze autentiche della riforma liturgica, senza pericolosi passi indietro…allora sarà un grande Papa, perchè ora il Cardinale Ratzinger, in un certo senso, non esiste più e come Egli ha detto:” non sono Papa per fare la mia volontà, ma il bene della Chiesa”.(Messa di inizio pontificato).

    14 Novembre, 2007 - 22:44
  91. In sostanza, Matteo mi sta dando (e assieme a me a molti altri) del Generalizzatore Selvaggio , che sotto una tenda chiamata ‘Abusi’ copre le meraviglie della legittima creatività liturgica e ampia libertà nell’ars celebrandi (et ‘animandi’) post-riforma , derubricandole ad atti meramente contra legem…

    Più in sostanza: il suo ragiomento equivale ad assimilare chi parla di abusi (& patenti sciatterie) sostanzialmente ad un nazista che sotto il termine sommamente dispregiativo e sbrigativo di “arte degenerata” (che dice tutto e niente) stigmatizzava e financo anatemizzava moltissime forme d’arte contrarie alla sua mente ristretta e accecata, o che semplicemente non gli andavano a genio…

    14 Novembre, 2007 - 23:18
  92. [Risponderò su diversi punti sollevati, se ce la farò, presto, ai molti che sono rimasti perplessi su alcune mie espressioni e idee (anche se lo scopo ultimo non è quello di andar tutti d’accordo, ma di evitare vari gradi di fraintedimento: è ovvio che esistono, fra chi partecipa ad una discussione, almeno talvolta, diversità più o meno irriducibili. La discussione comunque giova in generale piuttosto che no.]

    14 Novembre, 2007 - 23:24
  93. Accanto alle linee guida emesse a settembre dalla Conferenza Episcopale Tedesca riunita a Fulda, c’era appunto un rilancio (con un programma ben preciso da attuare) della questione della “ars celebrandi” nel Rito della Messa. Rilancio non a caso contestuale alla presa d’atto della promulgazione di Summorum Pontificum (che, lo ripeterò usque ad nauseam vita natural durante: non è stata scritta da Benedetto nè per ‘I Tradizionalisti’, nè, tantomeno, per ‘I Nostalgici’. E’ stata scritta per tutto l’Orbe Cattolico. )

    14 Novembre, 2007 - 23:33
  94. “MI ARRENDO,
    ma perchè continuano a parlare di abusi?
    stanno parlando della mia chiesa?
    o conoscono una Chiesa divesa dalla mia,
    La mia rimane sempre la Chiesa cattolica apostolica romana (anche troppo romana!!!),
    mah!
    almeno la smettessero co sti abusi dietro cui si nascondono?
    Comunque ogni volta che parleranno di abusi.
    io chiedero’ sempre di cosa stanno parlando, IN CONCRETO!!!!!!!!
    senno stiamo freqeuntando Chiese diverse,
    e io sono in quella Cattolica,
    mi spiace per voi.”

    A queto punto sterile e bell’e morto della discussione, anche se avessi a portata di mano duecentomila documentazioni varie di “abusi”, non ne esibirei manco mezza ( un pò come Pierre de Fermat con il suo fantomatico Teorema , la cui dimostrazione lui diceva non poter stare a bordo bagina:: « È impossibile dividere un cubo in altri due cubi, una quarta potenza o in generale una potenza qualsiasi in due potenze dello stesso valore maggiore del secondo. Dispongo di una meravigliosa dimostrazione di questo teorema che non può essere contenuta nel margine troppo stretto della pagina » ) .

    Sarebbe comunque fatica sprecata: pestare acqua nel mortaio, o peggio fatica di Sisisfo,..

    (Dopo essere stato accusato da Matthaeus Romanus nientemeno che di Scisma, Eresia e forse anche Apostasia – “stiamo frequentando Chiese diverse, e io sono in quella Cattolica, mi spiace per voi” , caso esemplare di “Roma-locuta-causa-finita de’ noantri”- , anch’io scrivo un -uguale e contrario- MI ARRENDO, augurando a tutti i passanti Buona Notte. )

    14 Novembre, 2007 - 23:51
  95. [ Extra bonus da Petrus:

    ” ‘In conclusione, Dottoressa Annunziata, da atea ma da persona di cultura, si reputa favorevole alla Messa tridentina?’

    ‘Io sono cresciuta e sono andata in Chiesa da bambina con il rito tridentino, apprezzo il canto gregoriano, la lingua latina rappresenta una ricchezza: perchè scandalizzarsi? Certo, il Concilio Vaticano II ha operato dei cambiamenti utili, ma rinnegare la tradizione, che poi è cultura, mi sembra a dir poco imbarazzante’ “.

    http://www.papanews.it/dettaglio_approfondimenti.asp?IdNews=3984 ]

    15 Novembre, 2007 - 0:06
  96. … dai, Syriacus, ma adesso che c’entra la Annunziata? Vuoi dire che se le messe fossero “come una volta” tanti lontani un po’ maturi si convertirebbero seduta stante perchè “gli si stringe il cuoricino” per la nostalgia? La magia della messa tridentina, un po’ come “I racconti di Natale”……. dai, per favore…

    E poi lasciamo stare la questione tra il significato che noi diamo comunemente (direi, volgarmente) alla parola “tradizione” (come pure cultura etc etc) e quello che per i cristiani è la Tradizione… la Annunziata fa chiaro riferimento alla prima delle due. E poi qui se n’è già dibattutto a lungo, se non ricordo male.

    15 Novembre, 2007 - 9:15
  97. Francesco73

    Ringraziamo Don Syriacus per il link ai documenti della Conferenza Episcopale Tedesca, e soprattutto per il riferimento al recupero dell’Ars Celebrandi.
    E’ esattamente quel che volevo dire quando mi riferivo alla valorizzazione del rito paolino, e per estensione al miglioramento dell’approccio liturgico.
    Occorre riconcentrarsi sull’Ars Celebrandi.
    Tutti, consacrati e laici.

    15 Novembre, 2007 - 9:55
  98. Concordo in pienissimo con Francesco.

    Poi magari ciò che è miglioramento per alcuni non lo è per altri. Ma a volte abbiamo dato per scontata la messa, e questa è stata la tragedia.

    15 Novembre, 2007 - 10:12
  99. … lo so, sono pedante… ma siccome questa è una bella discussione, con persone tra cui ci si intende, insisto (“arintigno”, come si dice a Roma)…

    W l’ars celebrandi, sia chiaro. Le cose belle sono meglio delle cose sciatte e brutte. Fin troppo ovvio.

    Ma… io celebrerò bene una cosa se essa è viva in me, diciamo meglio una “persona viva” in me e la mia comunione con Lui e in Lui. è su questo altare che bisogna “rimettere il Crocifisso al centro”. Chiarito ciò, e dopo abbondante dose di preghiera e umiltà, anche, e sottolineo anche, una “bella” liturgia contribuisce al nostro incontro reale, CONCRETO, con Gesù Cristo. Per chi la offre e prepara, come per chi la vive (e non la subisce).

    Temo assai gli estetismi vuoti e perfetti (voluti come assoluti dai perfetti) che intendano (qualora sia questa l’intenzione) supplire alla mancanza di Fede con un surplus di messa in scena. Meglio un camice malmesso da un prete (o da un chierichetto…) che si è appena sporcato le mani con Cristo, in Cristo e per Cristo, che una bella veste candida, rifinita, ricamata e indossata con cura… laddove la cura e l’apparenza siano la prima preoccupazione. Anche questo credo sia degno di Lapalisse… ma forse no.

    Poi possiamo discutere sul perchè, visto che se n’è parlato, i preti vadano in fretta e furia a celebrare… e potremmo anche trovarci in sintonia.

    15 Novembre, 2007 - 10:16
  100. Francesco73

    Concordo anche col Moralista, nel senso che qualsiasi cosa io posso celebrarla davvero bene se la “vivo”, e quindi – in tal caso – se la mia comunione con Lui è piena e reale, profonda e sentita.
    E non c’è nessuna messa in scena che possa surrogare a questa condizione indispensabile, che trova poi le sue premesse in ciò che sta fuori dalla liturgia. Ovvero un’intensa vita di preghiera, una spiritualità esigente e coltivata, un lavoro anche intellettuale costante, una pratica delle virtù e della pietà cristiana che non sia ammuìna ma partecipazione reale al Mistero dell’amore.
    Allora direi che le due cose possono procedere insieme: la “verità” di quel che si celebra e la “proprietà” di come lo si celebra.
    Sapendo che l’azione liturgica è vera quando riesce a esprimere una sostanza di fede e di atteggiamento. E che essa stessa diventa fatto educativo, proprio per la valenza e la potenza dell’ordine simbolico, più efficace di tante lezioni esposte in altra forma.

    15 Novembre, 2007 - 10:39
  101. … interessante il campionario (tanto di commenti, quanto di abusi) segnalati da LuigiM e che darà forse qualche soddisfazione (non so di che genere) a matteo…

    Posso dire, senza entrare nel merito di diversi effettivi orrori liturgici e qualche cosa anche oltre, che la maggior parte delle segnalazioni mi hanno comunicato istintivamente più desiderio di comunicare risentimento personale che pia intenzione di migliorare le liturgie? Amen, l’ho detto… nessuno si senta offeso.

    ps. a proposito della “messa col mago” spesso citata… conoscendo bene (con alterne vicende) i salesiani, intuisco che si tratta di un richiamo ad un certo modo del loro fondatore (S. Giovanni Bosco) di stare con i suoi ragazzi: gli capitava spesso di divertirsi con loro con trucchi da prestigiatore. Ora, che questo debba finire dentro una messa, è tutto da vedere… ma forse ha più a che fare con una certa diffusa propensione degli ordini religiosi di mettere il fondatore in eccessiva evidenza persino rispetto a Cristo, che ad una ignoranza dei testi canonici sulla liturgia… ma questo è un altro post…

    15 Novembre, 2007 - 11:13
  102. Se gli “abusi” di cui si parla sono questi (il primo poi sembra più che altro un grossolano errore, solennemente espiato), credo che potremmo stare fin troppo tranquilli, perché credo che nessuno, alle proprie messe domenicali, veda cose del genere.
    E invece il discorso non tanto sugli abusi quanto sulla prevalente (ma nient’affatto totale!) sciatteria merita di essere proseguito.

    15 Novembre, 2007 - 11:30
  103. Leonardo

    Tanto per divagare, giacché la discussione mi sembra stia diventando un po’ ripetitiva: a me quel Fermat lì, che è stato evocato qualche messaggio fa, è sempre stato simpaticissimo perché sono convinto che non avesse trovato un accidente di niente e abbia giocato un bellissimo scherzo alla posterità. Se l’avesse trovata l’avrebbe scritta. (Diverso il caso del povero Evariste Galois, che il tempo non l’ha avuto proprio …)

    15 Novembre, 2007 - 12:31
  104. Luisa

    Beh….Luca io ho assistito a calici con le Ostie consacrate che passavano da una mano all`altra e ognuno si serviva , ho visto ostie che erano simili a dei biscotti dolci e ne avevano il gusto ,ho visto una donna scollatissima,il suo vestito conteneva a male pena il suo seno generosamente offerto allo sguardo dei fedeli, andare durante la messa al Tabernacolo, aprirlo, uscirne il Calice con le Ostie consacrate portarlo sull`altare e in seguito distribuire la Comunione, ho assistito a liturgie funebri dove la Comunione era distribuita indifferentemente a chi la voleva anche con la dovuta spiegazione del sacerdote che Dio non fa differenze, so anche che regolarmente in virtù di un ecumenismo mal compreso,regolarmente si fanno concelebrazioni cattoliche-protestanti.
    Potrei continuare ma preferisco fermarmi qui.
    Non avete tutto ciò in Italia…allora rallegratevi !

    15 Novembre, 2007 - 14:53
  105. “Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginare”, diceva Rutger Hauer in Blade Runner…
    Non tutto quello che elenchi è “abuso” allo stesso titolo, ma in effetti metti in scena un panorama che da noi – almeno secondo le mie conoscenze personali – non c’è.

    15 Novembre, 2007 - 15:18
  106. matteo

    Syriacus,
    ti reputo intelligente,
    quindi non capisco perchè mi appropri di pensieri che non esprimo.
    trovo che non sia assolutamente corretto.
    Ne hai proprio bisogno?
    Confido nella tua serietà,
    e prova a non darmi p’ensieri che non MI APPARTENGONO.
    grazie, per il rispetto, di cui anche io sono creditore.

    15 Novembre, 2007 - 15:34
  107. Luisa

    Leggo oggi che :

    Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in Udienza:
    Em.mo Card. Darío Castrillón Hoyos, Presidente della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”…….

    …..che il cardinale abbia trasmesso al Santo Padre lo spesso dossier delle “resistenze” al Motu proprio ?

    15 Novembre, 2007 - 15:59
  108. lycopodium

    Trovo incongruente che da un lato la proclamazione del Vangelo sia trattata cmq onorevolmente (in primis il fatto che chi lo proclama sia il celebrante, oppure un concelebrante o il diacono, e semore “previa benediazione”), mentre invece l’Eucaristia sia data sciattamente quasi da chiunque: dove va a finire allora l’evidenza del segno dell’ “in persona Christi”?

    15 Novembre, 2007 - 16:16
  109. Segnalo a Luigi e a tutti gli interessati, un intervento dell’oratoriano anglo-germanico Padre Uwe Michael Lang (uno degli ‘astri nascenti’ della nuova Curia benedettina che più apprezzo, ora collaboratore fra l’altro dell’Arcivescovo Ravasi) comparso sull’Osservatore Romano di oggi 15 novembre:

    “Uwe Michael Lang traccia l’evoluzione storica
    della lingua liturgica nel rito romano

    ‘Il latino vincolo di unità fra popoli e culture’ ”

    http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html#6

    15 Novembre, 2007 - 17:49
  110. matteo

    che il cardinale abbia trasmesso al Santo Padre lo spesso dossier delle “resistenze” al Motu proprio ?

    Querste sono le preoccupazioni delle Chiese Mondiali?

    Mio Signore e mio Dio!

    15 Novembre, 2007 - 17:51
  111. (Bello anche questo!

    “Struttura e significati dell’inno irlandese

    «Altus prosator» di Columcille
    Alle origini del «Dies irae»

    Si apre domani all’università di Perugia, presso la facoltà di Lettere e filosofia, il quarto convegno internazionale “Poesia tardoantica e altomedievale”. Il convegno – i cui lavori si protrarrano fino al 17 novembre – è organizzato dal Centro internazionale di studi sulla poesia greca e latina in età tardoantica e medievale. Anticipiamo stralci della relazione di Kurt Smolak che il 16 novembre presenterà una serie di osservazioni sulla struttura dell'”Altus prosator” di Columcille.

    Kurt Smolak ”

    http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html#7

    W l’Osservatore “vianneo” !! )

    15 Novembre, 2007 - 17:52
  112. matteo

    Talvolta, in queste letture mi sembra di essere in un consesso di personaggi di curia…….Vaticana o Romana che sia, , dove il pettegolezzo, è il miglior passatempo…..

    Rimpiango l’anticomunista e non meno mangiapreti Guareschi!!!!

    Don Camillo, parlava con il Crocifisso e di cose quotidiane e concrete!!!!!

    E….. il Crocifisso……rispondeva….. mo guarda un po’….

    Mo che son cambiati i cristiani di cosi’ tanto?

    15 Novembre, 2007 - 17:57
  113. [“Mio Signore e mio Dio!”

    Improvvisamente, mi hai fatto ricordare che, da bambino, mia madre mi consigliò tali parole («Signore mio e Dio mio» (Gv 20,28) , di Tommaso-Didimo) come come particolarmente adatte da pensarsi al momento dell’Elevazione. ]

    15 Novembre, 2007 - 17:58
  114. Matteo: sono appena tornato a casa dopo aver analizzato medicinali per circa otto ore. Fra miasmi indicibili, liquidi causticissimi e velenosissimi, etc… La prosaicità più assoluta (anche se uno che ha scelto di studiare certe cose, ci trova non di rado una certa qual poesia..) :di cose ‘concrete’ (nel senso sfacciatamente più materialista) ne ho viste per così… Con una vita così, o pensi che lì “uomo è fango e basta” , o pensi che , anche se tutti gli Umani avessero lo stomaco pieno, essi vorrebbero respirare Vita Eterna, che non è solo servire il proprio Prossimo come se stessi , ma anche coltivare se stessi, la propria anima.
    Secondo me, quanto più la nostra anima si arricchisce di buono, bello e vero, , tanto più la nostra carità (oltre che le altre virtù) ne beneficia.

    15 Novembre, 2007 - 18:10
  115. Approposito di preoccupazioni delle Chiese Mondiali…

    ” Pubblichiamo qui di seguito la traduzione italiana del «Documento di Ravenna» discusso ed approvato all’unanimità dai membri della «Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa» durante la decima sessione plenaria della Commissione a Ravenna, 8-14 ottobre 2007. Il documento è pertanto emanazione di una Commissione e non deve intendersi come una dichiarazione magisteriale. Il progetto base e la stesura finale del documento sono in lingua inglese. La traduzione italiana è stata curata dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

    COMMISSIONE MISTA INTERNAZIONALE PER IL DIALOGO TEOLOGICO
    TRA LA CHIESA CATTOLICA ROMANA E LA CHIESA ORTODOSSA

    LE CONSEGUENZE ECCLESIOLOGICHE E CANONICHE
    DELLA NATURA SACRAMENTALE DELLA CHIESA

    COMUNIONE ECCLESIALE, CONCILIARITÀ E AUTORITÀ

    Ravenna, 13 ottobre 2007

    http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/chrstuni/ch_orthodox_docs/rc_pc_chrstuni_doc_20071013_documento-ravenna_it.html

    15 Novembre, 2007 - 18:40
  116. Approposito di Ecclesia Dei… Ho appena notato come il ‘profilo’ di tale Pontificia Commissione, nella pagina web vaticana, non venga aggiornato da anni…

    http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_commissions/ecclsdei/documents/rc_com_ecclsdei_pro_20051996_en.html

    “The commission has a president, Cardinal Angelo Felici, a secretary, Msgr. Camille Perl, and several assistants. A group of “permanent experts” composed of representatives of the dicasteries concerned offer their advice and expertise.”

    15 Novembre, 2007 - 18:43
  117. “Grandi ritorni: Romano Amerio e le variazioni della Chiesa cattolica

    I cambiamenti dell’età del Concilio hanno intaccato o no l’essenza del cattolicesimo? “L’Osservatore Romano” riporta in auge il grande pensatore svizzero. E l’arcivescovo Agostino Marchetto demolisce le tesi dei suoi avversari: la “scuola di Bologna” fondata da Dossetti e Alberigo

    di Sandro Magister”

    http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/176565?ref=hpchie

    15 Novembre, 2007 - 18:55
  118. A Leonardo: su Galois, ricordo la mia Prof. universitaria di Analisi I (donna gentile, modesta, trasandata e sorniona) che, scambiandoci due chiacchiere, mi disse, più o meno: “Galois morì in un duello, di fatto suicida, appena ventenne: egli era senz’altro un genio. Per fortuna che io invece genio non lo sono di certo! Per fortuna!!”

    ————

    “Galois morì durante un duello, combattuto per salvare l’onore di una donna che il giovane amava. Vi sono altre versioni che accusano la polizia segreta del Re della responsabilità del duello affermando che la motivazione dell’onore fu solo una copertura per nascondere un omicidio politico.

    Quale sia la vera versione non è noto. È certo invece che Évariste fosse sicuro di morire durante quel duello, al punto che passò tutta la notte precedente a cercare di sistemare i suoi lavori matematici e in questi vi sono delle annotazioni in cui afferma che gli manca il tempo per un’esposizione più completa e chiara.

    Il 30 maggio 1832 di prima mattina veniva colpito da un proiettile all’addome e il giorno seguente moriva (probabilmente di peritonite) all’ospedale di Cochin. Le sue ultime parole, dette a suo fratello Alfred furono: «Non piangere! Ho bisogno di tutto il mio coraggio per morire a vent’anni». ”

    [Da Wikipedia]

    Di recente a Genova è andata in scena una nuova opera teatrale su questa incredibile figura:

    http://www.maecla.it/bibliotecaMatematica/go_file/galois.htm

    15 Novembre, 2007 - 19:18
  119. Luisa

    Sono felice che si riabiliti finalmente il valore dell`opera di Romano Amerio, che ho avuto l`onore di avere come professore di filosofia per diversi anni.
    Tanti anni sono passati ma sempre viva in me è la memoria dei suoi corsi, dell`attesa in classe della sua lunga silhouette che avanzava fra i banchi, del silenzio rispettuoso ma anche un pò timoroso che regnava , con quanta impazienza aspettavo le sue lezioni .Romano Amerio è il professore che ha segnato in profondità la mia formazione, che ha lasciato le traccie più`profonde nella mia memoria ,non solo come professore ma come uomo.

    15 Novembre, 2007 - 19:52
  120. [ I links all’Osservatore incollati sopra, son già stati aggiornati con l’edizione di domani: gli interventi segnalati potete trovarli su:

    http://syriacusblog.blogspot.com/ ]

    15 Novembre, 2007 - 20:42
  121. Leonardo

    Scopro da quest’ultimo messaggio che Syriacus ha un suo blog. Tanto più mi sorprende la sua libidine di incollare per ogni dove ciò che trova in reste. (Per carità, continui pure a farlo, solo che lo trovo buffo).

    16 Novembre, 2007 - 0:05
  122. Leonardo

    “in reste” = in rete

    16 Novembre, 2007 - 0:06
  123. Luigi Accattoli

    Leonardo e Syriacus hanno in comune la passione per l’inglese, il resto li divide. Un saluto bipartisan. Luigi

    16 Novembre, 2007 - 1:13
  124. Io sono sorpreso dal macroscopico disprezzo che il signor Leonardo esibisce pubblicamente nei miei confronti.Capisco che gli stia -per motivi imperscutabili, o forse troppo evidenti: sarei fra l’altro uno spocchioso e presuntuoso saputello bamboccione permalosetto che linka e cita troppo rovinando i suoi caffè ‘chez Luigi’- . Siamo pur sempre fra cristiiani, o sbaglio?

    A rivederci fra sette giorni o più.

    Stefano

    16 Novembre, 2007 - 1:59
  125. matteo

    SYRIACUS,.
    NON TI CAPISCO,
    ma che importa?
    vedo che mi diventa una costante.
    ho bisogno di stare in silenzio davanti a te.
    pazienza!
    anche da me un saluto,
    in attesa di tempi migliori,
    d’altronde anche io ho esagerato, intervenendo, non so se sempre in tema,
    pago pegno

    16 Novembre, 2007 - 5:56
  126. fabrizio

    Leonardo e Syriacus, la cosa più singolare è che nella sostanza, link o non link, a me pare siate quasi sempre d’accordo.

    16 Novembre, 2007 - 8:45
  127. … ha ragione fabrizio… Leonardo e Syriacus sembrano “fratelli coltelli”… (è una battuta… non si sa mai il mio umorismo “tosco-romanaccio” risultasse gravemente offensivo).
    Vado sul blog di Syriacus…

    16 Novembre, 2007 - 9:06
  128. Luisa

    Leonardo disprezza Syriacus…che disprezza Matteo…che……

    Noi entriamo da Luigi,che ci offre la sua ospitalità, e ci portiamo il nostro “viatico”, chi porta il pane, chi il vino, chi l`acqua, chi le spezie, chi il formaggio chi la pasta e chi le salse,come sarebbe monotono un pranzo dove tutti verrebbero con solo pane o solo formaggio….

    A Leonardo piace passare per gustare un buon caffè fra amici… e ripartire,non ama i pranzi che si dilungano, a me va bene, anche se forse talvolta mi piacerebbe che restasse più a lungo per gustare un pò di torta…
    A Syriacus piace venire le braccia piene di tanti cibi, è sempre molto generoso, ce li propone …non siamo obbligati nè di amare nè di gustare…forse talvolta riempie un pò troppo la tavola ? Ma la tavola di Luigi è così spaziosa…
    Matteo è così esigente sulla qualità del cibo, non è facile accontentarlo, ma senza di lui questa casa non sarebbe la stessa, ci mancherebbe……

    Buona giornata a tutti !

    16 Novembre, 2007 - 9:17
  129. matteo

    LUISA,
    con te è proprio difficile intendersi,
    hai sempre bisogno di andare oltre le parole che esprimiamo,
    e questo è profondamente umiliante,
    NON MI SONO MAI SENTITO DISPEREZZATO DA SYRIACUS
    ma se a te fa piacere continua su questa strada di buona cristiana.
    Io stimo syriacus, con cui ho scambio dialettico o polemico ma non credo affatto che lui mi disprezzi.
    LUISA, NON APPROPRIARE AD ALTRI I TUOI PERSONALI SOGGETTIVI PENSIERI.
    Se ne hai bisogno, ci sono luoghi appositi dove sfogarsi……
    ma farlo su questo pianerottolo, ….. davanti a Luigi……
    non mi sembra di rispettare l’ospitalità.

    16 Novembre, 2007 - 9:53
  130. don78

    Mi permetto di suggerire a Syriacus (e a chi lo desidera) un link di risposta ad alcune tesi del suo liturgista preferito Lang (anche se forse già lo conosce perchè in quanto a link Syriacus qui non è secondo a nessuno).. proprio perchè, come diceva Luisa, la tavola è spaziosa e il cibo è vario:

    http://www.stpauls.it/vita/0708vp/0708vp52.htm

    e ancora di Falsini sul fatto che la riforma liturgica ha le sue radici nel Magistero precedente e non solo nel Vaticano II, quindi è in continuità con la Tradizione della Chiesa. Della serie … quelli che la rottura…. 🙂

    http://www.stpauls.it/vita/0710vp/0710vp46.htm

    16 Novembre, 2007 - 10:38
  131. Leonardo

    Luisa, sei magnifica. MI sto sempre più innamorando di te. Però guarda che io non disprezzo affatto Syriacus (con cui, è vero, mi pare di essere quasi sempre d’accordo). Sono un po’ impertinente, mi piace punzecchiare: lui poi è così suscettibile che la prende sempre sul tragico. Anche [don?] Matteo ha una certa inclinazione al melodramma (e il suo uso del verbo “appropriare” mi lascia perplesso, benché in fondo non sia brutto).

    16 Novembre, 2007 - 10:54
  132. Leonardo

    A pensarci bene, sono anche un po’ str… Ma chi non lo è, la sua parte?

    P.S. Nella risposta adirata di Syriacus c’era una cosa carina, che credo sia tipica dell’italiano: l’uso dell’appellativo “signor” con funzione dispregiativa. Mi chiedo se sia possibile anche nella altre lingue, dove l’uso di “mister” o di “monsieur” o di “herr” è molto più normale: da noi si è almeno “dottor” o, in mancanza di meglio “professor” (altrimenti sis è “Peppino”, “Totò” e “Fefè”).

    16 Novembre, 2007 - 11:04
  133. … beh, Luisa, l’immagine che hai scelto è bellissima. Brava.

    Non nego che in uno sbotto di sterile e peccaminosa vanità, mi sono sentito un po’ trascurato (anche se imperverso da poco sul pianerottolo del povero Luigi che ci sopporta)… che tipo di avventore potrei essere io? Sii misericordiosa (dati i nostri precedenti scambi) ma onesta… mi piace questo giochino.

    ps. x Leonardo: anche io sono un po’ str…. ma si capisce benissimo.

    16 Novembre, 2007 - 12:37
  134. Luisa

    Quando dicevo che Matteo è difficile da accontentare….

    Sono ingenuamente partita dal “macroscopico disprezzo”descritto da Syriacus per fare una ” contine” infantile, avevo persino la musica in testa scrivendo, come i bambini durante la ricreazione quando si tengono per mano e si mettono in cerchio..un gioco insomma….per sdramatizzare ….mettere pace…purtroppo il mio humour non è passato…ahimè !

    Moralista non mi lancio in una nuova creazione, potrei fare un`improvvisazione sul tuo gusto per la provocazione,ma in questo momento non mi sento ispirata 😉
    Comunque anche se ogni tanto i piatti che porti sono un pò troppo piccanti per me, sempre li assaggio…anche se poi talvolta reagisco con una crisi di urticaria !

    16 Novembre, 2007 - 13:16
  135. Luisa

    Moralista più seriamente…vorrei dirti quanto mi aveva toccato una tua riflessione più sopra in cui esprimevi l`importanza di mettere la Croce all`interno del nostro proprio altare, l`importanza di essere noi in piena comunione con la Sua Presenza.
    Come avevo pure apprezzato il commento di Francesco73 che seguiva il tuo. Non vi avevo ringraziato sul momento lo faccio adesso.
    Per essere ancor più seri, penso che la Santa Liturgia, è la via regia (si dice?) per sentire e vivere in noi questo allineamento, questo”recentrage”,ed è con questa consapevolezza che bisogna celebrarla .
    Buon pomeriggio!

    16 Novembre, 2007 - 13:56
  136. … a me il gioco è piaciuto molto. Una bella idea. Hai fatto bene.

    E tu come ti vedresti? Sarebbe interessante, no.

    Comunque, è vero, sono un provocatore… ma temo sia il mio lato migliore!

    16 Novembre, 2007 - 14:03
  137. Luisa

    Come mi vedo caro Moralista?
    In generale come una persona un pò troppo esigente (prima di tutto con me stessa), impaziente, talvolta troppo seria, con un gran bisogno di rapporti autentici, ma rispettuosa della differenza altrui, interessata come sono dai rapporti interpersonali, cerco di entrare in casa altrui con rispetto, amo osservare, guardare, ascoltare e quando c`è da prendere la parola non mi tiro indietro, la “disputa” non mi fa paura ma non la cerco per cercarla. Con certe persone la discussione attechisce subito, con altre si perde in fretta per strada, perchè discutere per discutere non mi interessa.
    In questa casa, ho partecipato molto, imparato molto, “conosciuto” persone che hanno ancor più allargato il mio orizzonte e sono a tutti riconoscente.

    16 Novembre, 2007 - 14:45
  138. Luigi Accattoli

    Luisa ha scritto: “chi porta il pane, chi il vino, chi l`acqua, chi le spezie, chi il formaggio chi la pasta e chi le salse”.
    Davvero una bella immagine del mio pianerottolo!
    Mi sono divertito a vedere Luisa che sdrammatizzava e Matteo che prendeva cappello! Non chè Leonardo e il Moralista che facevano complimenti a Luisa.
    Mi dispiace per Syriacus che ci lascerà in astinenza per una settimana. Aspetto il suo ritorno e lo ringrazio per averci fatto conoscere quella lettera di Ratzinger che ignoravo e che è utile a capire. Ma non così inquietante come vi sentivo dire. Il motu proprio ci dice che ha scelto di risolvere la questione – un unico rito o due riti – diversamente da come allora immaginava: due usi dell’unico rito. Sottovalutiamo sempre che egli è teologo e i teologi danno molta importanza alle parole. Anche più di quanta alle volte non ne abbiano, io immagino. Comunque ora credo ritenga di aver trovato le giuste parole per quella realtà complessa che sono la vecchia e la nuova messa coabitanti in uno. Un abbraccio a tutti, partendo da Syriacus il taciturno. Luigi

    16 Novembre, 2007 - 17:48
  139. Luigi Accattoli

    Da Viviana Formenti ricevo questo messaggio:
    Voglio esprimere la mia più profonda gratitudine all’arcivescovo Piero Marini e i miei più sentiti auguri per il suo nuovo incarico e tanti complimenti per quello che ha fatto. E’ stato un bravissimo Maestro delle cerimonie, una più bella e simpatica dell’altra, ovviamente senza tralasciare il loro vero e più importante significato. Mi sarebbe piaciuto incontrarlo di persona e spero che mi capiterà qualche volta che vado a Roma. Voglio molto bene all’arcivescovo e ho letto il suo libro “Liturgia e bellezza”, molto interessante e istruttivo. Se può comunichi il mio messaggio all’arcivescovo e me lo saluti tanto. Viviana Formenti

    16 Novembre, 2007 - 20:20
  140. Luigi Accattoli

    Viviana benvenuta nel mio blog! Ho trasmesso il messaggio all’arcivescovo Marini. Luigi

    16 Novembre, 2007 - 20:22
  141. lycopodium

    rif. post don78
    In risposta porto un po’ della mia storia personale.
    Io (n. 1957) ho vissuto la riforma liturgica in gruppi giovanili e lì aveva tutt’altro significato di quello “ufficiale” (dei liturgisti?) e “ufficioso” (dei libri liturgici?).
    Si stava seduti, il canto iniziale era “la locomotiva” (oggi so che Guccini era/è grande anche per altro), si tagliavano i riti introduttori (pessimo termine, ho scoperto dopo); la Parola di Dio era talmente incarnata in parole umane da poter talora essere sostituita con Fromm; l’omelia poteva essere meno o più (più!) dialogata; buio totale (…) fino allo scambio della pace, … molto partecipato, quasi vera comunione (l’altra? stendiamo veli tutt’altro che mistici); paramenti e gesti rituali? no grazie, e via dicendo.
    Questo era il “versus populum” reale (come si dice di “socialismo reale”).
    Mi sa che tutto sommato sono stato fortunato perché, gira e rigira, uno scampolo di liturgia era teoricamente ammissibile (in attesa della totale secolarizzazione, che era auspicio molto condiviso) e forse – come dice un autore da me non amato – anche le schitarrate ci hanno conservato (eterogenesi dei fini? savio aggiornamento ?) la fede.
    Fu così che il tornare alla liturgia di Paolo VI fu, per me, il tornare alla “Chiesa di sempre”.
    Così come, oggi, il ritorno della antica liturgia è conferma della longanimità della medesima “Chiesa di sempre” (che fa sì che 800 anni di tradizione non siano più trattati come il vecchietto di Modugno).
    Nel frattempo sciatterie e bestialità sembra si siano diffuse, “al di là del sopportabile”, senza neppure l’attenuante dell’intemperanza giovanile.
    Intatto sembra rimasto il medesimo “pregiudizio anti-rituale”.
    Che dire, infine, degli articoli del prof. Falsini? solo piccoli spunti:
    1. sulla riforma liturgica:
    descrive come tutta lineare una storia, invece, tormentata e complessa, dimenticando (censurando?) i dissensi non di ciechi cardinali bigotti, ma di autentici riformatori (Antonelli) e il ruolo moderatore (quando non, alla bisogna, correttore e decapitatore) di Paolo VI;
    sorvola altresì sulla porta del primissimo “mea culpa” di Papa Wojtyla (1980, Dominicae Coenae);
    2. sull’orientamento della celebrazione:
    imperdonabile il surrettizio mutamento del climax liturgico (dalla Prex Eucaristica al Padre Nostro, un vero e proprio infortunio sul lavoro!);
    curialissimo l’uso contundente del gesuitico “lancio il sasso / ritiro la mano” di padre Taft;
    nobile e bella la raffigurazione del gesto dell’orante, ma che ha oggi bisogno di un’immensa opera di re-inculturazione, perché portato di una cultura spontaneamente (naturaliter) rituale, volutamente (o per acting out) distrutta, nelle sue residue evidenze, da molti riformatori in nome della secolarizzazione: prima dunque facciamo tutti mea-culpa di ogni pregiudizio antirituale (ancora la balla dell’inaffidabilità del sacro: letti Congar, Ries e – per restare in Italia – Bertuletti/Bonaccorso/Sequeri/Ubbiali [Scuola Cattolica 1995]?), poi i gesti daranno forma visibile alla fede e la fede informerà i gesti.
    In conclusione, pazienza se dovremo sopportare il loglio dell’escatologismo iconoclasta (penoso quel “senza intermediari né simboli, croce compresa”, ed anche incoerente: che altro sono – se non “mediazioni simboliche di realtà metafisiche” – termini quali “alto”, “profondo” etc. ?), torniamo a veri maestri (quali Casel, Vagaggini, Guardini e oggi … Ratzinger), poi – con i tempi dello Spirito Santo -continueremo a ricevere come un “dono dall’alto” il bello e il buono dei 2000 anni della storia ecclesiale.
    Chiedo venia del tono un po’ bilioso (da vero lycopodium)

    16 Novembre, 2007 - 22:34
  142. lycopodium

    ops!
    “sorvola altresì sulla PORTATA del primissimo “mea culpa” di Papa Wojtyla (1980, Dominicae Coenae)”

    16 Novembre, 2007 - 22:40
  143. matteo

    La vita mi ha portato a vivere la liturgia in prima persona nella patriarcale basilica di santa Maria Maggiore, nella chiesa di s.Vito in santa matria maggiore, nella chiesa dei santi Protomartiri, correvano gli anni 70/80, non vidi deleteri modalità di cui si scrive, nel frattempo conobbi anche i Focolari di Lubich, a tutti sono grato. per aver conservato la fede ed averla maturata anche grazie a loro, poi il resto me l’ha data lo studio e la vita pratica tra la gente, nella fedeltà a Cristo ogni giorno.
    Mi spiace per gli altri.

    17 Novembre, 2007 - 6:22
  144. LEONE

    Mi scusi, lycopodium, ma ho capito forse il 30/40% di quello che ha scritto, potrebbe renderlo comprensibile a noi comuni mortali.
    Grazie.

    17 Novembre, 2007 - 13:01
  145. matteo

    comuni mortali?
    anche un povero sacerdote si perderebbe
    in taluni di questi discorsi un po prelatizi e criptici……..

    17 Novembre, 2007 - 15:51
  146. lycopodium

    x Leone.
    Ho ricordato sinteticamente le mie esperienze giovanili di liturgia “del dissenso” (che non rinnego, ma da cui ora sono distantissimo): si tagliava e si aggiungeva, in modo naif e spesso molto ideologico e lesivo del “senso del sacro”, cmq con passione e (dico una parola grossa) Fede, che non ho poi ritrovato in successivi gruppi parrocchiali. Non per questo mi azzarderei MAI a pensare o dire che il concilio Vaticano 2° sia il demonio; ci mancherebbe altro!
    Ho poi commentato le affermazioni di un esperto di “Vita pastorale” (forse con eccessiva rudezza, visto che faccio altro mestiere, ma certi esperti tendono a pensare che i “veri libri liturgici” siano i loro scritti), contenute in due link suggeriti da don78.
    In sintesi.
    1. Ricostruzione storica. L’esperto ha rilevato, di Paolo VI, solo l’innegabile benefico ruolo “promotore” della riforma liturgica e non anche quello “correttivo” di probabilissimi esiti nefasti: ad es. si deve a lui il giusto salvataggio in extremis del “Pregate fratelli” dell’offertorio e la sostituzione di importanti personalità dagli specifici “posti di comando”; l’esperto tace, inoltre, del mea-culpa di papa Wojtyla sull’Eucaristia.
    2. Orientamento della liturgia. L’esperto, pur di criticare la proposta della celebrazione “verso oriente” (sostenuta anche dall’allora card. Ratzinger), infila una serie di discutibili affermazioni (tra cui quella che … il culmine della celebrazione sarebbe non l’Eucaristia, ma la recita del Padre nostro: il che mi sembra davvero troppo!); la questione del “sacro”, poi, è trattata dagli studiosi da me citati con infinita maggiore competenza ed equilibrio (ad essi devo rimandare).
    Grazie per la correzione fraterna.

    17 Novembre, 2007 - 15:51
  147. matteo

    mi sa che scendo un piano più sotto,
    e provo a bussare per trovare persone anche arruffate, ma
    che mi offrano almeno un caffè,
    forse mi faranno sedere,
    e parleremo da amici occasionali.

    17 Novembre, 2007 - 16:01
  148. LEONE

    Grazie lycopodium per la spiegazione.
    Ogni tanto chiederò spiegazioni se non non ho il tempo materiale per andare a capire tutto sui vari links.
    Per Matteo io abito a bergamo se non un caffè te lo offrirei volentieri come a tutti gli amici del BLOG.
    A proposito, ieri ho letto un bell’articolo del Cardinale Martini sul Corriere della sera, ve lo offro e buona domenica.

    Martini: la tentazione dell’ateismo
    C’è una voce in ognuno di noi che ci spinge a dubitare di Dio. «Ecco il senso della fede e la difficoltà di seguirlo sino in fondo»

    Il cardinale Carlo Maria Martini. Già arcivescovo di Milano, ora vive a Gerusalemme
    Chi è per me Dio? Fin da ragazzo mi è sempre piaciuta l’invocazione, che mi pare sia di San Francesco d’Assisi, «mio Dio è mio tutto». Mi piaceva perché con Dio intendevo in qualche modo una totalità, una realtà in cui tutto si riassume e tutto trova ragione di essere. Cercavo così di esprimere il mistero ineffabile, a cui nulla si sottrae. Ma vedevo anche Dio più concretamente come il padre di Gesù Cristo, quel Dio che si rende vicino a noi in Gesù nell’eucarestia. Dunque c’era una serie di immagini che in qualche maniera si accavallavano o si sostituivano l’una con l’altra: l’una più misteriosa, attinente a colui che è l’inconoscibile, l’altra più precisa e concreta, che passava per la figura di Gesù. Mi sono reso conto ben presto che parlare di Dio voleva dire affrontare una duplicità, come una contraddizione quasi insuperabile. Quella cioè di pensare a una Realtà sacra inaccessibile, a un Essere profondamente distante, di cui non si può dire il nome, di cui non si sa quasi nulla: e tutto ciò nella certezza che questo Essere è vicino a noi, ci ama, ci cerca, ci vuole, si rivolge a noi con amore compassionevole e perdonante. Tenere insieme queste due cose sembra un po’ impossibile, come del resto tenere insieme la giustizia rigorosa e la misericordia infinita di Dio. Noi non scegliamo tra l’una e l’altra, viviamo in bilico (…). Come dice il catechismo della Chiesa cattolica, la dichiarazione «io credo in Dio» è la più importante, la fonte di tutte le altre verità sull’uomo, sul mondo e di tutta la vita di ogni credente in lui. D’altra parte il fatto stesso che si parli di «credere » e non di riconoscere semplicemente la sua esistenza, significa che si tratta concretamente di un atto che non è di semplice conoscenza deduttiva, ma che coinvolge tutto l’uomo in una dedizione personale. Su questo punto, come su tanti altri relativi alla conoscenza di Dio, c’è stata, c’è e ci sarà sempre grande discussione. Per alcuni la realtà di Dio si conosce mediante un semplice ragionamento, per altri sono necessarie anche molte disposizioni del cuore e della persona (…).

    È dunque possibile conoscere Dio con le sole forze della ragione naturale? Il Concilio Vaticano I lo afferma, e anch’io l’ho sempre ritenuto in obbedienza al Concilio. Ma forse si tratta della ragione naturale concepita in astratto, prima del peccato. Concretamente la nostra natura umana storica, intrisa di deviazioni, ha bisogno di aiuti concreti, che le vengono dati in abbondanza dalla misericordia di Dio. Dunque non è tanto importante la distinzione tra la possibilità di conoscenza naturale e soprannaturale, perché noi conosciamo Dio con una conoscenza che viene e dalla natura, dalla grazia e dallo spirito Santo, che è riversata in noi da Dio stesso. Bisogna dunque accettare di dire a riguardo di Dio alcune cose che possono apparire contraddittorie. Dio è Colui che ci cerca e insieme Colui che si fa cercare. È colui che si rivela e insieme colui che si nasconde. È colui per il quale valgono le parole del salmo «il tuo volto, Signore, io cerco», e tante altre parole della Bibbia, come quelle della sposa del Cantico di Cantici: «Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato l’amato del mio cuore; l’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi alzerò e farò il giro della città; per le strade e per le piazze voglio cercare l’amato del mio cuore. L’ho cercato ma non l’ho trovato. Da poco avevo oltrepassato le guardie che fanno la ronda quando trovai l’amato del mio cuore…» (3,1-4). Ma per lui vale anche la parola che lo presenta come il pastore che cerca la pecora smarrita nel deserto, come la donna che spazza la casa per trovare la moneta perduta, come il padre che attende il figlio prodigo e che vorrebbe che tornasse presto. Quindi cerchiamo Dio e siamo cercati da lui. Ma è certamente lui che per primo ci ama, ci cerca, ci rilancia, ci perdona. A questo punto, sollecitati anche dalle parole del Cantico «ho cercato e non l’ho trovato», ci poniamo il problema dell’ateismo o meglio dell’ignoranza su Dio.

    Nessuno di noi è lontano da tale esperienza: c’è in noi un ateo potenziale che grida e sussurra ogni giorno le sue difficoltà a credere. Su questo principio si fondava l’iniziativa della «Cattedra dei non credenti» che voleva di per sé «porre i non credenti in cattedra» e «ascoltare quanto essi hanno da dirci della loro non conoscenza di Dio». Quando si parla di «credere in Dio» come fa il catechismo della Chiesa cattolica, si ammette espressamente che c’è nella conoscenza di Dio un qualche atto di fiducia e di abbandono. Noi sappiamo bene che non si può costringere nessuno ad avere fiducia. Io posso donare la mia fiducia a un altro ma soltanto se questi mi sa infondere fiducia. E senza fiducia non si vive (…). L’adesione a Dio comporta un’atmosfera generale di fiducia nella giustezza e nella verità della vita, e quindi nella giustezza e nella verità del suo fondamento.

    Come dice Hans Küng «che Dio esista, può essere ammesso, in definitiva, solo in base a una fiducia che affonda le sue radici nella realtà stessa». Molti e diversi sono i modi con cui ci si avvicina al mistero di Dio. La nostra tradizione occidentale ha cercato di comprendere Dio possibilmente anche con una definizione. Lo si è chiamato ad esempio Sommo Bene, Essere Sussistente, Essere Perfettissimo… Non troviamo nessuna di queste denominazioni nella tradizione ebraica. La Bibbia non conosce nomi astratti di Dio, mai ne enumera le opere. Si può affermare che ciò che la Bibbia dice su Dio viene detto anzitutto con dei verbi, non con dei sostantivi. Questi verbi riguardano le grandi opere con cui Dio ha visitato il suo popolo. Sono verbi come creare, promettere, scegliere, eleggere, comandare, guidare, nutrire ecc. Si riferiscono a ciò che Dio ha fatto per il suo popolo. C’è quindi un’esperienza concreta, quella di essere stati aiutati in circostanze difficili, dove l’opera umana sarebbe venuta meno. Questa esperienza cerca la sua ragione ultima e la trova in questo essere misterioso che chiamiamo Dio. D’altra parte ha qualche ragione anche la tradizione occidentale. Infatti tutte le creature hanno ricevuto da Dio tutto ciò che sono e che hanno. Dio solo è in se stesso la pienezza dell’essere e di ogni perfezione, e colui che è senza origine e senza fine. Tuttavia nel mistero cristiano la natura di Dio ci appare gradualmente come avvolta da una luce ancora più misteriosa. Non è una natura semplicemente capace di tenere salda se stessa, di essere indipendente, di non aver bisogno di nessuno. È una realtà che si protende verso l’altro, in cui è più forte la relazione e il dono di sé che non il possedere se stesso. Per questo Gesù sulla croce ci rivela in maniera decisiva l’essere di Dio come essere per altri: è l’essere di Colui che si dona e perdona.

    Carlo Maria Martini
    16 novembre 2007

    17 Novembre, 2007 - 16:30
  149. matteo

    se mi parli di Martini, vado in sollucchero,
    è il mio punto più debole,
    è colui che mi ha frammentato continuamente la Parola come ben pochi sono capaci, forse per la sua formazione…. Ignaziana più pura,
    Non capisco solo se è tutto il testo o manca qualche pezzo (…).
    grazie,
    soprattuttto quando sei semplice….

    17 Novembre, 2007 - 16:52
  150. matteo

    di Martini da leggere:
    La Luce e le tenebre, da poco uscita, € 12,50

    17 Novembre, 2007 - 16:54
  151. Leonardo

    Il mondo è bello perché è vario: io invece non ho mai letto una riga di Martini che mi paresse memorabile. Ma per carità, “quicquid recipitur ad modum recipientis recipitur” e quindi dipenderà da me.

    17 Novembre, 2007 - 17:33
  152. Luigi Accattoli

    Leonardo ti dedico questa riga memorabile di Martini: “Vorrei sapere del corpo la parola non detta, che è iscritta in esso, che ne dice il significato e il destino” (Sul corpo, Centro ambrosiano, Milano 2000, p. 45).

    17 Novembre, 2007 - 18:05
  153. Leonardo

    Vorrei sapere del corpo
    la parola non detta,
    che è iscritta in esso
    e ne dice il significato
    e il destino.

    Più che una riga, sono versicoli.

    17 Novembre, 2007 - 18:31
  154. Luigi Accattoli

    Caro Lycopodium ho tre domande in ordine di importanza: che cosa sia il lycopodium; in che cosa consista il “primissimo mea culpa di Papa Wojtyla (1980, Dominicae Coenae)”; con quali parole il padre Falsini abbia affermato che “il culmine della celebrazione sarebbe non l’Eucaristia ma la recita del Padre nostro”. Luigi

    17 Novembre, 2007 - 19:01
  155. matteo

    Leonardo,
    quando ti ci metti sei un po difficiletto……
    ma pernchè non volerti ugualmente bene?
    Vedo che ci troviamo spesso su strade diverse,
    e sinceramente non capisco perchè,
    ho amici 80enni, che hanno una vivacità mentale che mi mette sempre in crisi,
    e alcuni che vedo scomparire, lasciano un immenso vuoto in me,
    chi mi aiuterà ancora ad analizzare in modo disincantato i fatti della vita?
    Toccherà a me, alla fine quella parte che era la loro?
    Già, perchè la vita è un cerhio,
    quello che mi hanno dato debbo essere capace di farlo circolare
    con il lievito nuovo,
    accidenti che responsabilità,
    Aiutooooooo
    purtroppo ce ne vuole ancora tantooooo perchhè arrivi agli 80anni,
    ma
    accidenti
    come ho bisogno di quello sguardo disincantato,
    di come me lo dava in alcuni momenti magici capitati a tu per tu con quel vecchietto di Roger, spentosi mentre la preghiera a Cristo inondava la chiesa della riconciliazione, e il suo sangue si spandeva come segno di una UNITA’ che superava tutte le rotture (come hanno ribadito il vescovo ed il Pastore in una occasione di misera strumentalizzazione)
    Dai, Leonardo,
    sono con te…..
    Lo immagino che non hai 80anni,
    senno saresti anche più …… , acc. non trovo la parola giusta….
    ma bussero’ alla tua porta….
    che pianewrottolo enorme!!!!!!!!!

    17 Novembre, 2007 - 19:10
  156. matteo

    Luigi,
    che domande difficili a quest’pra!!!!!!!!!!!!!

    17 Novembre, 2007 - 19:12
  157. Luigi Accattoli

    Matteo ha scritto: “La vita mi ha portato a vivere la liturgia in prima persona nella patriarcale basilica di santa Maria Maggiore, nella chiesa di s.Vito in santa matria maggiore“.
    Ma senti senti! Io abito da trentadue anni in via di Santa Maria Maggiore e la mia parrocchia è “Santa Maria Maggiore in San Vito”. Dunque ci saremo incontrati chissà quante volte… In verità San Vito è la mia parrocchia territoriale, ma la parrocchia d’elezione è San Martino ai Monti. Concordo con te nel dire che in quei paraggi la liturgia è stata ed è sempre buona. Luigi

    17 Novembre, 2007 - 19:23
  158. matteo

    e la casa della mia mamma è all’angolo con via cavour con via s.maria maggiore,
    Chissà che non ricorderai i miei amati don Umberto, don Sisto, suor Marziana, i vari sacerdoti di passaggio che ci davano una mano dall’antonianum o dal lombardo, la visita di GPII, il bel gruppo di giovani che eravamo dalla metà anni 80 e per parecchi anni, c’era un bellissimo impegno pastorale, mi dividevo anche nel servizio liturgico alla patriarcale, con i capranicensi o con i miei amati redentoristi, p.Giovanni, p.Francesco, p.Angelo, con cui mi fermavo spesso a cena nel loro appartamento sito esatamente sotto il campanile… su uno splendido terrazzo che l’estate era attraversato da un ponentino gioioso,
    Mi si stringe il cuore vedendo i cambiamenti di quella mia zona di nascita e di vita…..

    17 Novembre, 2007 - 19:34
  159. matteo

    Luigi;
    s.martino ai monti,
    come si dimentica?
    da bambino, il cinematografo dei carmelitani….
    da bambino era lì che papà ci portava,
    per noi bambini, quel cinema, e quegli spazi erano vitali,
    accidenti, mi stai facendo ritornare un poco indietro………..
    grazie anche per i ricordi

    17 Novembre, 2007 - 19:41
  160. LEONE

    Matteo, l’articolo è completo.
    Anche io apprezzo molto Martini, è uno dei miei punti di riferimento, ti sergnalo anche delle Paoline FELICE CHI CREDE un piccolo volumetto molto bello.

    17 Novembre, 2007 - 19:50
  161. Luigi Accattoli

    Matteo eri dunque presente alla visita di Giovanni Paolo II a San Vito il 13 novembre 1988? E facevi parte del gruppo giovani? Allora forse eri alla mia conferenza – tenuta alla vigilia – sulle vsite del papa alle parrocchie romane? In occasione della visita il papa fece una carezza ai miei tre figli più grandi che avevano 13, 11 e 7 anni. Luigi

    17 Novembre, 2007 - 20:37
  162. matteo

    Certo che se si apre il volume della memoria….
    è straordinario!!!!
    Sì, eravamo quel gruppo giovani!
    era una parrocchia di grande vivacità,
    l’occasione del 13 nov. fu una grande occasione,
    ma…..
    …..tutto passa…..
    mentre oggi c’è un vuoto……..
    è stupendo il segno da GP lasciato sui tuoi bimbi
    ne capisco il valore.

    17 Novembre, 2007 - 21:34
  163. Leonardo

    Scusate se cambio argomento: e quel mons Stenico che fine ha fatto? Tutto dimenticato, è ritornato al suo posto come prima? Ho visto che il suo sito è di nuovo in funzione, come se nulla fosse successo.

    17 Novembre, 2007 - 22:23
  164. matteo

    Quello è rimasto nel topic sacerdoti e gay,
    qui l’avevamo superato.

    17 Novembre, 2007 - 22:34
  165. lycopodium

    Alla cortese indulgenza del padrone di casa.
    Punto 1. Ecco, in sintesi, “lycopodium” sono io, omeopaticamente parlando; il primo link che ho trovato su Google è questo: http://www.giovanniangile.it/omeopatia_015.htm
    *
    Punto 2. Ecco il mea culpa d’autore: “Conducendo ormai a termine queste mie considerazioni, vorrei chiedere perdono – in nome mio e di tutti voi, venerati e cari fratelli nell’episcopato – per tutto ciò che per qualsiasi motivo, e per qualsiasi umana debolezza, impazienza, negligenza, in seguito anche all’applicazione talora parziale, unilaterale, erronea delle prescrizioni del Concilio Vaticano II, possa aver suscitato scandalo e disagio circa l’interpretazione della dottrina e la venerazione dovuta a questo grande sacramento. E prego il Signore Gesù perché nel futuro sia evitato, nel nostro modo di trattare questo sacro mistero, ciò che può affievolire o disorientare in qualsiasi maniera il senso di riverenza e di amore nei nostri fedeli”.
    *
    Punto 3. È l’insieme del testo che mi sembra prescinda (celebrativamente parlando) dalla ri-presentazione del sacrificio, quale avviene nella liturgia eucaristica e dai gesti che la riguardano, diversamente specifici per sacerdoti e fedeli. La preghiera e i gesti del Canone della Messa sono invece preminenti, costituendo il polo di irradiazione dell’intera sequenza rituale, preghiera del Signore compresa.
    Il gesto dell’orante, bellissimo e da promuovere (nel rispetto delle specificità ministeriali del popolo di Dio), è di altro livello; riguarda il soggetto che prega, ma non quel particolare “soggetto” che è il “luogo dove l’orante prega”: che non è un semplice contenitore, fosse pure di un’assemblea in preghiera, ma è “preghiera” esso stesso.
    E qui siamo alla questione dell’altare; che (dice Sequeri) unisce in sé i tre simbolismi dell’ARA del sacrificio di Cristo, della MENSA del convito pasquale e del LUOGO ELEVATO (il cielo sulla terra) dove Dio incontra l’uomo (simbolismo, questo, antropologicamente originario).
    Simbolismi (dico io) che la “celebrazione verso il popolo” purtroppo non tende sempre a preservare a sufficienza.
    Tornare a parlare dell’orientamento rituale (“verso Dio” e “verso l’Oriente”, come Ratzinger fa da oltre quarant’anni) non è affatto, in questa prospettiva, un arretrare rispetto al concilio Vaticano 2°, ma un progredire con esso e con l’intera tradizione ecclesiale.

    17 Novembre, 2007 - 22:46
  166. Luigi Accattoli

    Bene Lycopodium! Preferendo tu la stagione fredda, ora viene il tuo momento. Buon inverno!
    Grazie per la prima e la seconda risposta, esaustive. Insufficiente invece la terza, in quanto non mi dà le parole dove Falsini avrebbe fatto quella clamorosa affermazione. Non avendola fatta – a mio parere – non è il caso di attribuirgliela. Grazie della gran quantità di idee contenute nei tuoi commenti. Luigi

    17 Novembre, 2007 - 23:00
  167. lycopodium

    L’autore enfatizza come primario e fondante un gesto che è cmq sub-ordinato; nel “qui ed ora” liturgico non si aspetta il ritorno escatologico di Cristo (o almeno non solo): L’ESCHATON AVVIENE, giunge a noi nella celebrazione dell’Eucaristia e noi lo incontriamo PROPRIO attraverso l’intermediazione di persone-cose-gesti-parole ritualmente strutturati … Effettivamente ho esagerato nella critica, ma il dissenso rimane tutto, tanto più che pare ci sia stata una certa frizione nella prima cristianità tra quale fosse la gestualità preminente: quella riferita all’ “oratio dominica” e quella in diretta e genetica correlazione con la “passio dominica”.
    Chiedo venia per le eventuali intemperanze verbali (che non mi appartengono come stile) e … cmq il 6 meno meno poteva pur darmelo, ho al massimo fatto un titolo un po’ sparato (come troppi suoi colleghi).
    p.s. Dio la benedica per la sua dedizione a quei durissimi ultimi giorni dell’indimenticabile papa JP II.

    18 Novembre, 2007 - 11:33
  168. matteo

    lycopodium acc., mi sembrava di essere su un normale pianerottolo,
    con te mi sembra di essere finito su un grattacielo a manhattan,
    vi troverete in pochi sul pianerottolo……
    io non esco di cosa, se l’aria è cosi’…….

    18 Novembre, 2007 - 11:42
  169. lycopodium

    Chiedo venia anche a lei, Matteo.
    Mi ci vorrebbe un’Accattoli per render semplici le cose complesse (ma temo che, nell’impossibile eventualità di andarci a lezione, mi costerebbe assai).

    18 Novembre, 2007 - 23:58
  170. lycopodium

    ops !!!!!!!!!!!!!!!
    le ore notturne non sono il mio forte
    chiedo venia anche alla grammatica italiana (e al diretto interessato, tutt’altro che desideroso di una “gita” a Casablanca)
    leggasi: “Mi ci vorrebbe un Accattoli” (senza apostrofo).

    19 Novembre, 2007 - 0:06
  171. matteo

    lycopodium se mi dai del Lei, come vicini di piano siamo distanti…….

    19 Novembre, 2007 - 6:18
  172. … torno ora per aggregarmi nel pianerrottolo con trepidazione cristiana e pastorale… mi scuso con il resto del blog…

    io abito (da 5 anni) in via giolitti, zona p.zza Vittorio/Termini, fronte parrocchia (inaccessibile…) di S. Bibiana.
    Per disperazione e scarsa accoglienza (anche litugica) alle famiglie con bambini (reali) mi trovo a partecipare alle messe della chiesa redentorista di S. Alfonso, altresì nota come Santuaria della Vergine del Perpetuo Soccorso. Non è parrocchia. E la dimensione comunitaria ci manca molto nella vita della settimana. Ma le liturgie sono semplici e curate ed è l’unica Messa in cui i miei bimbi “stanno” volentieri (per me, Matteo, “il cerchio della vita” in questo momento è solo quello del Re Leone che vedo con mio figlio Pietro).

    Un appello! Salvatemi dalla tentazione di pensare che la Chiesa all’Esquilino è morta… incontriamoci una volta e facciamo qualcosa insieme anche per il quartiere… fine appello.

    19 Novembre, 2007 - 10:18
  173. Luigi Accattoli

    Perchè dovrebbe essere morta? Se siamo due o tre – tu, Matteo ed io – vuol dire che è viva… Ma chi altro tra i visitatori del blog abita da queste parti? Luigi

    19 Novembre, 2007 - 10:53
  174. appunto, è una tentazione dovuta alla mia perenne inquietudine… “Se due o tre…”.
    Perchè una domenica non ci incontriamo?

    19 Novembre, 2007 - 11:03
  175. matteo

    per il Moralista:
    lasciami focalizzare la situazione e tastare il terreno,
    Confermo che s.Alfonso rimane un OTTIMO punto di riferimento,
    anche se non è la comunità/parrocchia che si vorrebbe,
    la Liturgia è fondante, ma lo è essere anche in una comunità vivente,
    ma s.Alfonso è un fantastico santuario che continua ad essere funzionale
    per le persone che ritualmente si incontrano,
    non mi ricordo se c’è ancora P.Conflitti (lo avranno pensionato…. era parroco…)!!!!
    ma voglio informarmi meglio sulla zona pastorale.
    Pensa che l’esquilino ha la più alta concentrazione di sacerdoti/religiosi/religiose di TUTTA Roma.
    E’ il paradosso di questa città “santa”….
    x il moralista, ti penso e domando

    19 Novembre, 2007 - 12:19
  176. Luigi Accattoli

    Che ne dite di un appuntamento esplorativo da Cottini, o da Regoli, o da Panella? Luigi

    19 Novembre, 2007 - 12:24
  177. …oddio, Luigi, mi mancano i riferimenti su Cottini e Panella. Mea culpa.
    Ma REGOLI è un “must”… ottimo punto di incontro. Quando?

    ps anche Roscioli non è male però… (forno, Via Buonarroti e mercato Esquilino)

    ps.2 x matteo: guarda, a S. Alfonso ci siamo fermati perchè vi abbiamo incontrato l’unico religioso che ci ha visto alla Messa e ci ha salutato (!!!) e chiesto qualcosa (incredibile nei nostri precedenti in zona). Si chiama p. Jules Mimeault (teologo moralista… 🙂 … dell’Alfonsiano). Il Rettore è p. Bruno, ma non so il cognome… lui promuove la bella abitudine del caffè o tè post messa per incontrare chi c’è. Il punto è che siamo praticamente l’unica famiglia giovane con bimbi piccoli… mentre alla messa “dei polacchi” (????) – ore 9.30 – sembra di stare al Family day…

    19 Novembre, 2007 - 12:46
  178. Luigi Accattoli

    Cottini è davanti a Santa Maria Maggiore, sulla destra per chi esce dalla basilica. Panella è ad angolo tra via Merulana e largo Leopardi, di lato alla cancellata dell’Auditorium di Mecenate. Molto più arduo dire “quando”. Per un primo approccio io ho le mattinate abbastanza flessibili, ma i pomeriggi inutilizzabili. Potrebbe andare giovedì mattina alle 10 da Regoli? Luigi

    19 Novembre, 2007 - 13:16
  179. … ehm…sono tragicamente bloccato al lavoro (cum cartellino fantozziano) nelle mattine feriali… rilancio: colazione da Regoli sempre alle 10 Sabato mattina?

    Oppure, “scambio” di messe domenicali in una delle rispettive chiese di riferimento?

    Per me arrivare fino a S. Martino ai Monti o a S. Maria Maggiore non cambia molto… poi, si va da Regoli, ovviamente! I miei ne sarebbero felicissimi.

    Boh…

    19 Novembre, 2007 - 13:29
  180. matteo

    Daiiiii,
    il mitico Cottini di p.za s.Maria Maggiore (certo che da quando è cambiata gestione è uno squallore….. e di mitico è rimasto solo il nome!!!!! – attuale proprietà= La Cascina!!!!!!! …. e non faccio assolutamente riferimenti di natura socio-politica….. ma intanto si è persa la storia di quell’angolo di bar che era il gioiello dell’Esquilino, tutti si passavan lì a prender le paste la domenica mattina….. acc… i …. denti)
    comunque in p.za s.Maria Maggiore, c’è un bar chiamato Cottini (da una vita……!!!!!)

    19 Novembre, 2007 - 13:59
  181. matteo

    moralista=
    bella questa cosa del caffè a s.Alfonso,
    bella capacità di accoglienza,
    so che aveva anche una bella capacità di accoglienza Santa Prassede con il suo fantastico d.Giuseppe, che ho saputo da amici che dopo 20 anni, da pochi giorni ha lasciato per ritornare a Vallombrosa non so se con l’incarico di Abate Generale.
    Ecco
    proprio in questo un poco mi incavolo,
    con tutto quello che l’esquilino offre……
    ogni realtà pare chiusa nella sua piccola basilica o santuario o parrocchietta,
    capisco le difficoltà che riferite,
    se penso agli anni 80 quando ne parlavamo con il vescovo di settore don Filippo Giannini, era un buon uomo….. ci ascoltava….. ma
    rimaneva solo ascolto….. faceva parte della politica pastorale dell’epoca…. contenere le “sofferenze” e ora a conti fatti dopo 20 anni sento te “moralista” che stai ripetendo quasi le stesse cose… (avrei voglia di incavolarmi se non ci fosse la fede che mi chiede ragione).
    Ora al settore centro, abbiamo don Ernesto Mandara, il mio vecchio vicerettore del Seminario Romano, forse è il caso che si prendesse di nuovo coscienza della realtà e la si affrontasse realmente con lui, senza “politichese-pastorale”, si procedesse ad una nuova realtà pastorale, che metta insieme le forze che esistono all’Esquilino, soprattutto per la pastorale giovanile e ormai di 3^ età, e si andasse un po’ più spediti,
    ma detto fuor dei denti,
    queste son persone che vanno PRESSATE, PRESSATE,
    SENNO’
    il Vicariato rimane il loro unico mondo,
    senza attinenza con la realta’ del centro-Esquilino, che sta diventando solo una terra vuota per la basilica-santuario di s.Maria Maggiore, facendo terra bruciata di tutte le altre realtà ecclesiali.
    Occorre una realtà ecclesiale nuova all’Esquilino, partendo da tutti quei piccoli mondi e microcosmi ecclesiali che già esistono, e farla diventare una unica grande ECCLESIA.
    diversamente
    sono tutte chiacchiere.
    Ci sono amici che vogliono che l’esquilino risaorga come realtà ecclesiale,
    ma non sanno dove sbattere la testa,
    una coppia di miei amici è rimasta persino orfana di d.Giuseppe di s.Prassede e ora chiede….
    se si può essere utili ci siamo,
    si può costruire una rete di persone che prendono0 coscienza e si comincia a ricostruire….
    dall’alto….. finora…. chiacchiere
    mentre ci sono famiglie che chiedono realtà di comunità ecclesiali
    (targuelo@yahoo.it)=Matteo

    19 Novembre, 2007 - 14:22
  182. … Matteo, ti rispondo in privato. Grazie.
    Luigi, scusa la pedanteria… Che facciamo allora, possiamo unire il virtuale al reale…?

    20 Novembre, 2007 - 10:37
  183. don78

    🙁 mi sento un po’ escluso da questi simpatici appuntamenti (e amarcord) capitolini… peccato non potermi unire per un caffè essendo a centinaia di km dalla città eterna… ma se passo da quelle parti posso farvelo sapere? 🙂

    21 Novembre, 2007 - 15:00
  184. matteo

    tranquillo don78

    21 Novembre, 2007 - 15:37
  185. Luigi Accattoli

    A Matteo e al moralista: sabato mattina alle dieci – da Regoli, o Cottini, o dove si vuole – può andare, ma non i tre prossimi sabati: il 24 impegnato con il Concistoro, il 1° e l’8 dicembre fuori per conferenze. Si va – per me – al sabato 15. Può andare? Se don78 è a Roma… Luigi

    21 Novembre, 2007 - 16:02
  186. don78

    🙂 grazie Luigi e Matteo.. magari al prossimo “caffè del pianerottolo”… per adesso non ho in programma vacanze romane … purtroppo 🙂

    21 Novembre, 2007 - 16:24
  187. lycopodium

    il n° 194 non mi piace molto, ma buon caffè a voi e … ite, missa est.

    21 Novembre, 2007 - 17:31
  188. lycopodium

    A proposito di tentazioni: qualcuno ha notato “una crescente indistinzione tra fede e non fede”; ma spesso si registra anche “una crescente indistinzione tra liturgia e non liturgia”.

    21 Novembre, 2007 - 17:37
  189. ok sabato 15 alle 10 da Regoli per me…!
    Poi ci spostiamo anche da Cottini… 🙂

    22 Novembre, 2007 - 13:06

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