“Sono figlio di un lavoratore che è stato clandestino negli Usa. Non se ne vergognava lui e non me ne vergogno io, che grazie ai sacrifici di mio padre in terra straniera tanto ho ricevuto insieme alla famiglia“: parole di don Luigi Di Liegro (1928-1997) alle quali brindo con un bicchiere di Vino Nuovo. Come si può vedere nella pagina CONFERENZE E DIBATTITI elencata sotto la mia foto, oggi pomeriggio sono tra i presentatori di un volume su questo apostolo dei poveri nell’aula magna del Rettorato dell’Università di Roma Tre: “Carità e Giustizia. Don Luigi Di Liegro (1928-1997)” (Il Mulino, pp. 337, 25 euro).
Di Liegro: “Sono figlio di un lavoratore clandestino”
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“Sono figlio di un lavoratore che è stato clandestino negli Usa. Non se ne vergognava”
Caro Luigi, non sapevo che avessi preferenze così spiccate per l’apologia di reato. Entrare clandestini in un altro paese è reato, per questo esistono i passaporti e i visti e i consolati che li rilasciano. I cristiani generalmente si dovrebbero vergognare di compiere reati. Andarne fieri non è una buona testimonianza al messaggio di Cristo. Non Credi ?
Capisco che il mondo attuale, quello in cui viviamo è quello che maggiormente crea difficoltà ai cristiani, rendendo loro la vita difficile, ma questa è ancora “l’ora delle tenebre” – “Ma questa è la vostra ora e l’autorità delle tenebre”. ( Lc 22.53) Se non fosse così, come pensi che Dio possa “mostrare la sua forza” se quelli sono bravi ad arrangiarsi da soli ? – “riguardo a Jehovah, i suoi occhi scorrono tutta la terra per mostrare la sua forza a favore di quelli il cui cuore è completo verso di lui.” ( 2 Cron 16.9)
A proposito di presentazioni, tu dici: “sono tra i presentatori di un volume su questo apostolo dei poveri” Ricordi, vero ? Gesù parla di “poveri di spirito” – “ «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.” ( Mt 5.3 CEI), non perché non avevano il grappino nascosto da qualche parte, ma perché avevano poco e niente di “spirito santo” sai, quello della cresima, che viaggia con le ali simile ad una colomba. Per evitare incomprensioni. Vedi, la NM per evitare equivoci traduce – “Felici quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale”. che possono essere sia poveri che ricchi. Non per niente il comando era : “In quanto al misero, non devi mostrare preferenza in una sua controversia”.( Eso 23.3) – Caro Luigi, mi sa che ti sei fatto fregare con questa storia dei “poveri” eh ?…. Preferenza al misero ! Ma dimmi un po’, sarà mica che usano questa ambiguità, usando il termine “carità” invece che “amore” per depistare ? E’ vero che sono corrispondenti, però, sai è facile pensare che la “carità” sia solo una specie di elemosina che il prete dovrebbe usare per i poveri invece che per pagarsi lo stipendio.
Una verità dimostrata da una esperienza di vita: questo è importante.
Ma quello là è pure leghista ? Le ha proprio tutte ………….
Buona notte !
Roberto 55