Nei commenti riporto per intero l’omelia dell’arcivescovo Mario Delpini alla celebrazione in Duomo per Silvio Berlusconi. Un testo che io trovo magistrale: con il ricorso alle risorse dell’anafora e della parabola – strumenti classici dell’arte omiletica – l’arcivescovo è riuscito a dire molto, forse tutto, dell’uomo Berlusconi affidandolo anche tutto al giudizio e alla misericordia di Dio. Dopo il testo dell’omelia segnalo alcuni elementi descrittivi dell’uomo Berlusconi che da essa traspaiono come festuca in vetro.
Delpini: “Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio”
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Ecco l’uomo: un desiderio di vita, di amore, di felicità
1. Vivere.
Vivere. Vivere e amare la vita. Vivere e desiderare una vita piena. Vivere e desiderare che la vita sia buona, bella per sé e per le persone care. Vivere e intendere la vita come una occasione per mettere a frutto i talenti ricevuti. Vivere e accettare le sfide della vita.
Vivere e attraversare i momenti difficili della vita. Vivere e resistere e non lasciarsi abbattere dalle sconfitte e credere che c’è sempre una speranza di vittoria, di riscatto, di vita. Vivere e desiderare una vita che non finisce e avere coraggio e avere fiducia e credere che ci sia sempre una via d’uscita anche dalla valle più oscura. Vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche, e continuare a sorridere, a sfidare, a contrastare, a ridere degli insulti. Vivere e sentire le forze esaurirsi, vivere e soffrire il
declino e continuare a sorridere, a provare, a tentare una via per vivere ancora.
Ecco che cosa si può dire di un uomo: un desiderio di vita, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento.
2. Amare ed essere amato.
Amare e desiderare di essere amato. Amare e cercare l’amore, come una promessa di vita, come una storia complicata, come una fedeltà compromessa. Desiderare di essere amato e temere che l’amore possa essere solo una concessione, una accondiscendenza, una passione tempestosa e precaria. Amare e desiderare di essere amato per sempre e provare le delusioni dell’amore e sperare che ci possa essere una via per un amore più alto, più forte, più grande.
Amare e percorrere le vie della dedizione. Amare e sperare. Amare e affidarsi. Amare ed arrendersi.
Ecco che cosa si può dire dell’uomo: un desiderio di amore, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento.
3. Essere contento.
Essere contento e amare le feste. Godere il bello della vita. Essere contento senza troppi pensieri e senza troppe inquietudini. Essere contento degli amici di una vita. Essere contento delle imprese che danno soddisfazione. Essere contento e desiderare che siano contenti anche gli altri. Essere contento di sé e stupirsi che gli altri non siano contenti.
Essere contento delle cose buone, dei momenti belli, degli applausi della gente, degli elogi dei sostenitori. Godere della compagnia. Essere contento delle cose minime che fanno sorridere, del gesto simpatico, del risultato gratificante. Essere contento e sperimentare che la gioia è precaria. Essere contento e sentire l’insinuarsi di una minaccia oscura che ricopre di grigiore le cose che rendono contenti. Essere contento e sentirsi smarriti di fronte all’irrimediabile esaurirsi della gioia.
Ecco che cosa si può dire dell’uomo: un desiderio di gioia, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento.
4. Cerco l’uomo.
Quando un uomo è un uomo d’affari, allora cerca di fare affari. Ha quindi clienti e concorrenti. Ha momenti di successo e momenti di insuccesso. Si arrischia in imprese spericolate. Guarda ai numeri a non ai criteri. Deve fare affari. Non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d’affari e deve fare affari.
Quando un uomo è un uomo politico, allora cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C’è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico è sempre un uomo di parte.
Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori.
Ha chi lo applaude e chi lo detesta. Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà.
Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento.
Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio.
Mie segnalazioni. A chi opinasse che l’arcivescovo sia stato reticente sul Berlusconi peccatore, segnalo questi passaggi dell’omelia, da leggere con l’avvertenza che per l’uomo di fede ogni uomo è peccatore, a partire da se stesso, morto o omileta che sia.
Vivere e non sottrarsi alle sfide, ai contrasti, agli insulti, alle critiche, e continuare a sorridere, a sfidare, a contrastare, a ridere degli insulti.
Desiderare di essere amato e temere che l’amore possa essere solo una concessione, una accondiscendenza, una passione tempestosa e precaria. Amare e desiderare di essere amato per sempre e provare le delusioni dell’amore e sperare che ci possa essere una via per un amore più alto, più forte, più grande.
Essere contento senza troppi pensieri e senza troppe inquietudini. Essere contento degli amici di una vita. Essere contento delle imprese che danno soddisfazione. Essere contento e desiderare che siano contenti anche gli altri. Essere contento di sé e stupirsi che gli altri non siano contenti.
Un uomo d’affari si arrischia in imprese spericolate. Guarda ai numeri a non ai criteri. Non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d’affari e deve fare affari.
Un uomo politico cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C’è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico è sempre un uomo di parte.
Veramente bellissima omelia.
E anche pronunciata con voce vibrante con cuore.
Il nostro Arcivescovo e’ stato bravissimo ad evitare condanne moraleggianti ed encomi politici . Non ha detto “era un grand’ uomo ” ha detto “era un uomo” . Non ha detto era un pessimo uomo ha detto era un uomo.
Chi puo’ contestarlo ? Chi può strumentalizzarlo? Veramente grande arcivescovo Delpini.
Naturalmente ci sono stati anche pareri negati vi si questa omelia .
Scrive Lucetta Scaraffia su la Stampa :
anche in questo funerale si è ripetuto quello che avviene in quasi tutti i funerali: i celebranti non parlano mai della morte e non affrontano il tema del destino di una vita umana, che al momento del suo venir meno appare in tutta la sua grandezza e la sua miseria. Non toccano il tema bruciante del giudizio divino, al quale ormai nessuno pensa più, né si mettono di fronte al mistero della morte della persona che giace davanti a noi, mistero che è anche il nostro destino. No, niente di tutto questo: meglio stare allegri, amare ed essere contenti, finché si può, e sorvolare sugli argomenti che rattristano.
Ma il cristianesimo è nato e si è diffuso proprio perché era una buona novella relativa alla morte, a ciò che essa significa: la premessa della grande speranza. Cristo risorto – dicono le Scritture – aveva vinto la morte anche per noi, che avremmo potuto raggiungerlo. La morte non era più fonte di terrore, ma possibilità di incontro, personale e vero, con il Salvatore che con il proprio sacrificio l’aveva sconfitta. Ma monsignor Delpini ha deciso di non avventurarsi su questi temi desueti ”
C’ e’ del vero nelle parole della Scaraffia. Ma a difesa di Mons. Delpini bisogna dire che parlare dei “Novissimi” ,morte ,giudizio, Inferno, Paradiso davanti ad una platea di post-cristiani, di gente che in gran parte non crede piu’ nella vita eterna, sarebbe stato non solo difficile ma inutile. Riproporre le verita’ di fede in un mondo post cristiano vuole la sede adatta, i funerali di uomo politico non sono questa sede.
A chi fosse interessato a intendere il mio atteggiamento verso Silvio Berlusconi, che non gli è mai stato favorevole politicamente ma che non è neanche mai stato di accanimento critico, o corrivo alla delegittimazione, metto a seguire alcuni link a miei post sulle sue vicende.
http://www.luigiaccattoli.it/blog/il-berlusconi-assolto-e-quello-di-cesano-boscone/
http://www.luigiaccattoli.it/blog/saluto-di-fine-anno-al-ritornante-berlusconi/
http://www.luigiaccattoli.it/blog/bagnasco-denuncia-lirresponsabilita-di-berlusconi/
http://www.luigiaccattoli.it/blog/cinque-risposte-secche-su-berlusconi-e-le-sue-ragazze/
http://www.luigiaccattoli.it/blog/un-augurio-a-berlusconi-e-uno-allitalia/
http://www.luigiaccattoli.it/blog/sono-contento-che-se-ne-vada-ma-lo-rispetto/
http://www.luigiaccattoli.it/blog/un-pensiero-gentile-per-il-premier-insanguinato/
Credo che, non a caso, Cristo e il Vangelo non siano mai stati nominati da Delpini durante l’omelia, perché non erano presenti nella vita del defunto…. Dio irrompe solo nel momento della morte.
Delpini rifacendosi al Qoelet ci ha dato la narrazione di una vita che ha preso solo cantonate e abbagli in una ricerca frenetica di gioia, amore, soldi, successo e ora si trova faccia a faccia con Dio.
Unico problema: quanti tra gli astanti hanno saputo cogliere il riferimento biblico e il tratto provocatorio delle parole dell’Arcivescovo?
Cristina Vicquery
Da Ciro Fusco – coautore con me di un volumetto sulle parabole di Papa Francesco – ricevo questo messaggio:
Sollecitato dalla riflessione di Luigi, che ha scorto nell’omelia dell’arcivescovo Delpini il richiamo a spunti anaforici e parabolici, ho provato a rileggere il testo alla luce di questa seconda suggestione. Per esempio, quando si legge “vivere e intendere la vita come una occasione per mettere a frutto i talenti ricevuti”, il pensiero va immediatamente alla parabola omonima del Vangelo di Matteo (25,14-30) e a quella, simile, delle mine del Vangelo di Luca (19, 12-27).
“Essere contento e amare le feste. Godere il bello della vita. Essere contento senza troppi pensieri e senza troppe inquietudini” può richiamare il racconto parabolico di Lazzaro e del ricco epulone, sempre nel Vangelo secondo Luca (16, 19-31).
Infine, la citazione di “quando un uomo è un uomo d’affari, allora cerca di fare affari. È un uomo d’affari e deve fare affari. Si arrischia in imprese spericolate. Guarda ai numeri a non ai criteri” apre la mente a ben due riferimenti, ancora nel testo evangelico lucano: la parabola del ricco stolto (12 ,16-21) e quella del fattore infedele (16, 1-8).
Cristo e il Vangelo non sono mai nominati dalla stragrande maggioranza delle omelie che si sentono oggi. Non sono nominati neppure nei documenti vaticani che oggi vengono pubblicati. Lo stesso papa Francesco cita molto poco Cristo e il Vangelo.
Viviamo in un mondo post cristiano. Citare Cristo e il Vangelo rischia di essere ” discriminatorio” ,e infatti nessuno piu’ ,neanche il papa, parla di Gesu’.
Il vescovo Delpini si adegua. Secondo I progressisti citare Cristo e il Vangelo e’ anti ecumenico.E il papa glissa su Gesu’ per essere ecumenico
Quindi di cosa stiamo parlando, Cristina Viquery, i progressisti si lamentano di quello che loro stessi hanno creato e voluto e
Diffuso ??????!Delpini come Bergoglio.
maria cristina Venturi
E’ un dato di fatto che Delpini non abbia nominato Cristo e neanche abbia fatto riferimento al Vangelo scelto per il funerale ed è evidente il perchè, ( che ho spiegato , senza lamentarmi. Perchè dici che mi sono lamentata? Non so dove tu colga lamentele su questo) . Poi dici nella ” stragrande maggioranza delle omelie che si sentono oggi Cristo e il Vangelo non vengono nominati” ma quali messe frequenti? in TUTTE quelle che frequento io , nella mia parrocchia o in giro il celebrante nell’omelia approfondisce il Vangelo di quella domenica. Mi sembra che tu viva nella bolla che ti sei costruita dal 2013 dove coltivi il tuo livore per il Papa. Sono ormai innumerevoli le volte in cui in questo blog , dopo una tua affermazione del tipo ” in questa omelia …”, ” in questo discorso…”, in questo documento.. Papa Francesco non ha mai parlato di Cristo e del Vangelo”, Luigi con pazienza ti abbia dimostrato , riportando le citazioni di quell’omelia, di quel discorso , di quel documento come Papa Francesco avesse parlato di Cristo. Lavoro completamente inutile perche non hai mai riconosciuto la verità delle affermazioni di Luigi e dopo poco tempo ricomincivavi con le stesse accuse, come un disco rotto.
Quindi per favore non diciamo fesserie su Papa Francesco e come ti ha detto una volta Luigi perchè devi venire continuamente qui a esprimere il tuo livore e le tue falsità su Bergoglio senza dare mai retta a ciò che ti dice il padrone di casa?
Cristina Vicquery