De Crescenzo: non sono un credente ma uno sperante

“Non sono un credente ma uno sperante” scrive il socievole Luciano De Crescenzo dicendosi “ateo cristiano” con le stesse parole con cui lo faceva la puntuta Oriana Fallaci. Lo scrive a pagina 15 del volume Fosse ‘a Madonna, appena pubblicato da Mondadori. Vi è detto che “fosse ‘a Madonna” nella lingua di Napoli equivale a “volesse Dio” e che i napoletani credono di più in Maria che in Gesù. Il solito De Crescenzo. Tuttavia le sette parole “non sono un credente ma uno sperante” meritano la segnalazione.

75 Comments

  1. Vorrei ricordare a Luciano De Crescenzo che il simbolo apostolico e niceno in lingua greca cominciano con la parola “pistèuo”, che significa appunto “credo”, ma nel senso di “avere fiducia, affidarsi” e quindi “sperare”; d’altra parte in greco “pistis” vuol dire sia “fede” che “speranza”. E quindi ciò che dice De Crescenzo sarebbe piaciuto anche a Sant’Atanasio e a tutta la scuola di Alessandria.

    10 Luglio, 2012 - 0:18
  2. Luciano De Crescenzo è colui che mi ha fatto amare la filosofia, nel senso di studiarla con più piacere a scuola e continuare ad approfondire per conto mio. Con il passare degli anni, oltre a ritrovarmi – in quanto napoletana – in molte delle vicende da lui così egregiamente raccontate – specie per luoghi, persone, caratteri, modi di vivere – , ho riscontrato che è stata proprio un’attentissima osservazione della realtà generale e delle maniere di confrontarsi con essa ad essere magistralmente descritte in ogni suo libro.
    Ho appena acquistato una libreria nuova e mi sto dedicando a ricatalogare e sistemare i miei amatissimi compagni libri. Ma non è un lavoro facile. Io non sono tra coloro che puliscono i libri e li sistemano: io li accarezzo, ricordo ogni cosa che attiene ad ogni singolo libro – il posto dove fu acquistato, il momento, la mia età di allora, e tutto quanto esso mi ha lasciato dentro. I libri di De Crescenzo sono poco più di trenta ed occupano uno spazio particolare e “affettuoso” (lasciatemelo dire), il più vicino possibile al mio tavolo da lavoro. Sono stata contenta di trovare questo post di Luigi a lui dedicato. Sono contenta di ritrovarmi ancora una volta nelle sue parole: sono una sperante anch’io. Fosse ‘a Madonna riuscissi a diventare una credente doc !

    10 Luglio, 2012 - 2:42
  3. Marilisa

    “non sono un credente ma uno sperante” .

    Credo che De Crescenzo sia in ottima compagnia.
    Una volta chiesi ad un religioso carmelitano : lei è certissimo dell’esistenza di Dio e di tutto quel che il cristianesimo ci insegna a credere?
    Risposta : non lo sono, piuttosto lo “spero”.

    10 Luglio, 2012 - 11:19
  4. Clodine

    La Speranza non è una parola vuota, priva di efficacia, ma è una virtù teologale, il che vuol dire che è un dono ontologico, infuso dal creatore nell’anima quando la creatura è ancora in embrione nell’utero materno, anzi, quando si trova nei lombi paterni.La speranza è come il dono dell’amore: possiamo dire “io amo” -perchè Dio stesso ci ha impresso Amore- ma sarebbe menzogna affermare “io sono l’amore”. Così la speranza: nessuno ne è privo; ma al cristiano viene chiesto di dare ragione della speranza che è in lui e offrirla al mondo. C’è una bella enciclica, la “Spe salvi” dove il papa critica il cristianesimo vissuto in maniera individualistica, e sapete perchè? Perchè il cristianesimo non consente un’esperienza soggettiva di Dio o un personale protendersi verso le cose che devono venire in un atteggiamento assente o incredulo. Il cristiano, se crede veramente il Gesù Cristo vede le cose in un modo nuovo, vive il presente proteso verso il futuro anzi, investe per il futuro la propria libertà perché sa che non è solo e che l’amore di Dio in Gesù Cristo ,che è la Verità, lo sostiene. Se non c’è la speranza, come si può essere autentici costruttori della propria storia in maniera libera, cosciente. Senza Speranza saremmo costretti alla paura, schiavi della ragione e del mondo.

    10 Luglio, 2012 - 13:13
  5. Belliquesti commenti. D’altra parte, quando il tema è interessante, si trovano cose belle da dire.

    10 Luglio, 2012 - 14:43
  6. Gioab

    “Non sono un credente ma uno sperante”
    Fra i tanti credenti creduloni fantastici e superstiziosi è meglio uno speranzoso.
    “Ora, comunque, rimangono fede, speranza, amore, queste tre [cose]; ma la più grande di queste è l’amore.” ( 1 Cor 13.13)

    10 Luglio, 2012 - 14:52
  7. Nino

    Grande Lucianone,

    ““Non sono un credente ma uno sperante”

    Un vero credente. A sua insaputa.

    Lunga vita a lui e alla sua pedagogia.

    10 Luglio, 2012 - 16:06
  8. Federico B.

    Non esageriamo con gli elogi. Addirittura chiamare “vero credente” una persona che si dichiara prima di tutto “atea” mi sembra un eccesso.
    Sarebbe interessante capire come possa un ateo fondare la propria speranza nel momento in cui rifiuta la fede.

    La Madonna, che gli è così cara, gli faccia la grazia.

    10 Luglio, 2012 - 16:32
  9. L orenzo

    Beh, c’è anche la speranza di azzeccare il superenalotto, e non è detto che sia una virtù teologale…:)

    10 Luglio, 2012 - 16:52
  10. ” Solo gli imbecilli non hanno dubbi”
    ” Ne sei proprio sicuro?”
    ” Non ho alcun dubbio!”

    Luciano De Crescenzo ” Il dubbio” – 1992 – Arnoldo Mondadori Editore

    E’ verissimo che il dubbio non è piacevole, ma le assolute certezze sono proprie di chi non usa quel grande strumento che è l’intelligenza. Domandarsi, ricercare, approfondire, sperare, non sono forse sintomo di voler conoscere? e non è forse questo alla base della fede? sperare in qualcosa, non significa forse ammettere l’esistenza di Ciò o Colui in cui si spera?
    E, come diceva Antonella Lignani nel primo commento, “sperare” “affidarsi” “avere fiducia” non è sinonimo di fede?
    Forse da queste considerazioni si può evincere che anche una persona che si autodefinisce ateo, in realtà, è un vero credente.

    10 Luglio, 2012 - 16:52
  11. “Ho sentito un lazzarone in chiesa pregare Dio di raccomandarlo a San Gennaro per vincere al Lotto”. (A. Dumas, Corricolo).
    Tratto da L. De Crescenzo, Così parlò Bellavista, Mondadori Milano 1977

    10 Luglio, 2012 - 17:00
  12. L orenzo

    Il cristianesimo ha tra le tante questo elemento paradossale, che anche non credendo, ma facendo la volontà di Dio, si ha il diritto di cittadinanza al Regno dei Cieli. Scendendo alla pratica quotidiana, i migliori fatti di vangelo che mi sono stati rivolti, li ho ottenuti, e splendenti, da amici fieramente, “religiosamente” atei…

    10 Luglio, 2012 - 17:04
  13. L orenzo

    …ad essere onesti ,però c’è anche chi crede negli Ufo, o, pervicacemente, in se stesso.
    E anche queste fedi non sono propriamente virtù teologali 🙂

    10 Luglio, 2012 - 17:21
  14. Federico B.

    Un vero credente ateo è un ossimoro.
    Ricercare, voler conoscere non significa credere.

    @Lorenzo:
    Come si può compiere la volontà di Dio e non credere in Lui?
    La fede è volontà di Dio. Un non credente che compie la volontà di dio è un altro ossimoro.
    “Chiunque vive e crede in me non morrà in eterno” (Gv11,26)
    Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?».
    (Gv 11, 40)

    10 Luglio, 2012 - 17:31
  15. L orenzo

    Yes, Federico B.!
    Però è anche vero quest’altro:
    “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. ”
    “chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

    10 Luglio, 2012 - 17:40
  16. L orenzo

    Vero, come dici tu: come si puo’ fare la volontà di Dio e non credere in Lui?
    Ma c’è sempre quell’altro fatto, che la Fede è dono, non è che uno se la puo’ dare da sè. Mentre le opere…

    10 Luglio, 2012 - 17:42
  17. Talvolta, gli ossimori contengono grandi verità nascoste (o chiarissime,dipende con che occhio le si guarda).

    Come ci insegna il caro Luigi a cui gli ossimori piacciono tanto.

    10 Luglio, 2012 - 17:43
  18. Fides et ratio

    Fede e speranza sono due facce di una stessa medaglia.
    Non si può sperare in ciò in cui non si crede.
    Ed è proprio il sussistere della speranza che ci fa essere credenti.
    E non esiste una fede senza dubbi.
    Il dubbio è la linea di frontiera, il confine della nostra fede.
    La linea in cui fede e ragione si incontrano, si scontrano, si combattono.
    Progredire nella fede significa spostare più avanti quel confine, occupare nuovi avamposti. Retrocedere significa arrendersi e rinunciare a sperare.

    10 Luglio, 2012 - 17:48
  19. Gioab

    @ Lorenzo
    Ma che bravo:
    Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. ”
    chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».”

    La luce in fondo al tunnel….. è l’alba di un nuovo mondo !

    10 Luglio, 2012 - 17:50
  20. Più che i recinti con i “buoni” e i “cattivi”, il bianco o il nero, non si potrebbe avere una disponibilità al confronto, una nuance di grigio che predispone al dialogo, una fratellanza come quella proposta da Gesù ma che ancora tarda ad avverarsi, specie tra i cristiani?
    Tra un Federico certissimo e un Lorenzo titubante, tra una principessa confusa e un De Crescenzo che spera, non si potrebbe metterci un ponte, incontrarsi, parlarne e comprendersi? siamo tutti umani e tutti, forse, finiremo al cospetto di Dio. Chi siamo gli uni con gli altri per dirci che io ho ragione e tu hai torto? Perchè Federico non può comprendere che la speranza potrebbe essere una forma di “credo”? e perchè io non riesco a credere come fa Federico?

    10 Luglio, 2012 - 17:51
  21. E poi devo ricordarlo io quali sono le tre virtù teologali?
    Quella fede, quella speranza e qualla carità (amore) su cui stiamo dibattendo da giorni anche su post diversi da quello presente.
    Vi dice nulla?

    10 Luglio, 2012 - 18:52
  22. L orenzo

    Le tre virtu’ teologali sono una gran cosa.
    Ma se io me le appunto sul bavero, dico: credo! spero! amo! e poi vivo chiuso agli altri e sensibile come un bel paracarro, restano lettera morta.
    Ha ragione Principessa: siamo tutti umani e tutti ( io m’azzardo a togliere il forse) finiremo al cospetto di Dio. Lì saremo accolti in base a come abbiamo vissuto, dice il vangelo.
    Ragioni, torti, fedi, credi, speranze: tutto passerà da quel setaccio.
    E questo è un formidabile terreno per ponti, confronti, discorsi e comprensioni.
    Le etichette salteranno via dai nostri “abiti della festa” con cui ci presenteremo…e probabilmente gli abiti stessi seguiranno la stessa sorte!
    Il che spazza via tutta una serie di problemi nostri, e ci ficca davanti alla nostra vita concreta di tutti i giorni. Credenti speranti neganti dubbianti ecc ecc.
    Io lo trovo molto bello.

    10 Luglio, 2012 - 20:14
  23. Leopoldo

    Tutti questi tentativi di vedere la fede in Dio anche dove non c’è non mi convincono per niente. Io non credo nella libertà dell’uomo, non credo in Dio e se proprio dovessi avere una speranza, spererei che Dio (nome proprio) non esistesse. Si vive benissimo anche senza Per ne la religione è un male necessario, come la polizia e come l’esercito. Forse senza questa Chiesa ci si potrebbe lasciare andare, qualche volta, a pensare che c’è qualcosa dopo. Ma la Chiesa c’è, e ci siete voi cari amici. Mi piace leggervi ma sto bene come sto. Anzi benissimo. Un’ultima cosa, la propensione ad aiutare gli altri non è un merito e solo incidentalmente può essere ispirata dalla religione. Vi prego di anteporre sempre a tutto ciò che dico “secondo me”, e per ora vi saluto.

    10 Luglio, 2012 - 20:40
  24. discepolo

    Certo è molto bello, tutto molto bello ,ma scusate …dove trovare al giorno d’oggi uno che dichiari “io sono un credente, sono un disperato, un peccatore, un disgraziato, uno che non ha ne’ carità ne’ speranza,però sono un credente.. ”
    noooo, questo no, non accade mai .. !!!strano, no?
    il fatto è che lo Sperante e il Caritevole son di moda, il Credente è totalmente out.., superato, ridicolo, vecchio stampo!!!
    .Anzi! il credente , se non è un uomo di successo , se diciamolo pure è una fetenzia umana, è pure peggio dell’ateo sperante, caritatevole e dimoda!
    Eh, sì perchè il “credente” puro, quanto a categoria umana è come il ragionier Fantozzi, non ha fascino!! Vuoi mettere il fascino di un ateo devoto, intellettuale e di successo, a paragone di un modesto credente senza particolari virtù eroiche e senza l’aureola del
    “personaggio scomodo”?? Il modesto credente-Fantozzi, che va alla Messa alla Domenica, si confessa, fa la comunione, ma diciamolo francamente non è un Santo ma una persona qualunque è considerato cento volte peggio
    dell’ateo di successo!!! E che vuoi mettere! L’ateo di successo ha un’ aura romantica e maledetta, il credente modesto-ragionier fantozzi è un personaggio ridicolo.
    Propongo di diventare tutti atei -fascinosi- di successo: sai che soddisfazioni , che elogi, e che po’ po’ di guadagni si possono fare !!! ( DE CRESCENZO: 30 libri, più di PLATONE, più di DANTE, direi che resterà un gigante della letteratura italiana!!!

    10 Luglio, 2012 - 20:41
  25. mattlar

    Non mi sembra che dica niente di diverso dalla consueta affermazione un po’ narcisista

    10 Luglio, 2012 - 20:53
  26. Marilisa

    “il fatto è che lo Sperante e il Caritevole son di moda, il Credente è totalmente out.., superato, ridicolo, vecchio stampo!!!”

    Forse è il caldo eccessivo che fa dire certe assurdità.
    Non finirò mai di sorprendermi di fronte ad affermazioni di questo tipo.

    10 Luglio, 2012 - 21:13
  27. discepolo

    caro Mattlar
    in realtà io credo di capire ( magari mi sbaglio) perchè Luigi Accattoli ha dato importanza e risalto alle parole di De Crescenzo. Perchè parlano umanamente di speranza.
    Io ormai sono disgustata dalla lettura dei giornali. Non si parla più di nulla, non si discute più, non si pensa più, non si spera più, siamo diventati SCHIAVI dell’economia europea, degli euro-bond, dello spread , del Pil, della banca Europea, del debito ecc. ecc,
    In un simile clima sulfureo che chiamare ” Mammona-like “è poco ( cioè nello stile, nella volontà di Mammona, il Dio DENARO), una persona umana , che parla si speranza, è come trovare un giglio in un campo. e’ rinfrescante, è appagante, è rilassante dimenticare i duri sassi del deserto di Mammona, per abbeverarci alle fonti della spiritualità, quello per cui è fatto l’uomo ( l’uomo non è fatto per il denaro, e per l’alta finanza e in queste cose non troverà mai che infelicità).
    Parlare di speranza è un po’ come parlare d’amore o di poesia, o di altrecose assolutamente senza prezzo e senza utilità pratica.
    Insomma almeno De Crescenzo non ci parla di cose ma di Idee. E già quando si va nel campo delle Idee (platoniche) la nostra mente comincia a rinfrescarsi e a rinvigorirsi, e a godere !!!
    MC

    10 Luglio, 2012 - 21:15
  28. Marilisa

    “Come si può compiere la volontà di Dio e non credere in Lui?”

    Si può, si può. Inconsapevolmente si può.

    10 Luglio, 2012 - 21:18
  29. discepolo

    Cara Marilisa,
    mi dispiace che non hai apprezzato la mia ironia !
    Certo la tua assoluta e reverenda serietà ti fa essere superiore al senso dell’umorismo che a volte è indispensabile!
    Mi scuso con tutti i credenti, in cui tu evidentemente ricopri un posto EMINENTE, per la serietà, la assoluta integrità , e l’eccelenza, di cui sembri assolutamnte cosciente, tanto da guardarer dall’alto della tua grande saggezza noi poveri mortali. Non preuccuparti per me , non è il caldo a farmi amle sono sempre un po’ così!!! Del resto a te il caldo non potrà mai far male. Le statue di marmo , e le teste di bronzo non soffrono il caldo.

    10 Luglio, 2012 - 21:23
  30. Marilisa

    “Ricercare, voler conoscere non significa credere.”

    Federico B., “vero credente” sicurissimo della sua fede, ignora che sant’Agostino ha detto: “Tu non mi cercheresti se non mi avessi trovato.”
    E ha detto anche: “Tu che ami il tuo fratello, ami necessariamente l’amore stesso. Ora, l’amore è Dio. Chiunque ama il suo fratello ama dunque necessariamente Dio.”
    Questo è valido anche per gli atei che sono tali non perché respingono il dono della fede, ma semplicemente perché quel dono non ce l’hanno, cioè non riescono a credere.
    Ma amano il prossimo.
    Non basta dire “credo” per dirsi davvero credenti.

    10 Luglio, 2012 - 21:44
  31. L orenzo

    Il modesto credente-Fantozzi che va alla Messa alla domenica, si confessa fa la comunione ha tutte le carte in regola per essere non solo un santo, ma un santo eroico. Ci vuole piu’ fegato, piu’ cervello, piu’ costanza e piu’ coraggio a tenere il punto e il posto nella trincea di Fantozzi che a dar un calcio a tutto e che so partire missionario laico per il Burundi.
    Se il modesto credente Fantozzi vive la sua modestissima vita da Fantozzi da credente, non è affatto una persona qualunque: è un cristiano con le contropalle di quelli in grado di cambiare il mondo ( magari per intanto il suo) con le sue Fantozzate.
    Se invece, in modo del tutto legttimo ovviamente, il modesto credente Fantozzi fa consistere il suo essere credente nell’andare a Messa la domenica, confessarsi e fare la comunione, e basta per i restanti 6,9 giorni la settimana, non è né credente, né modesto.E’ un Fantozzi e basta. Anche se fosse il MegaDirettoreGalattico con la poltrona di pelle umana:)
    Quanto agli ” atei devoti” sono devoti sicuramente alla propria immagine glamour, al resto non saprei.
    A me piacciono gli ateoni convinti e tutti d’un pezzo, che peraltro sono gente di fede , anche se nel negare. E mi piace molto quello che ha detto Leopoldo.

    10 Luglio, 2012 - 21:50
  32. Marilisa

    Discepolo-M.C, se non ho apprezzato la tua ironia, evidentemente non sei stata capace di farla capire.

    “Mi scuso con tutti i credenti, in cui tu evidentemente ricopri un posto EMINENTE, per la serietà, la assoluta integrità , e l’eccelenza, di cui sembri assolutamnte cosciente, tanto da guardarer dall’alto della tua grande saggezza noi poveri mortali. ”

    Hai già espresso questo concetto, e sei completamente fuori strada.
    Di me non hai capito niente, ma non mi importa.
    Rimando al mittente, con tanti saluti, “le statue di marmo , e le teste di bronzo”.

    10 Luglio, 2012 - 21:54
  33. L orenzo

    @ discepolo

    “io sono un credente, sono un disperato, un peccatore, un disgraziato, uno che non ha ne’ carità ne’ speranza,però sono un credente.. ”

    Io mi ci riconosco abbastanza.

    10 Luglio, 2012 - 21:57
  34. Sì Lorenzo, ma per discepolo proveniamo da un altro pianeta…
    E invece di parlarci, di conoscerci, la buttiamo sull’ironia… vera o presunta, ma che ci distingua…

    10 Luglio, 2012 - 22:23
  35. L orenzo

    Sgraffigno a marcello n. una bellissima espressione riportata nei commenti al post precedente, per chiamare i cristiani per quel che sono, ” amanti”.
    Direi che questa è la terza categoria che Lucianone avrebbe potuto considerare. Piu’ che credenti e speranti, i cristiani potrebbero riconoscersi come amanti. Che sottintende e comprende il credere e lo sperare, ma comporta un coinvolgimanto, un grado di iniziativa, uno sconquasso personale che è impossibile limitare agli atti di fede e alle affermazioni di principio. L’amante non si ferma alla dichiarazione d’amore, e non si accontenta certo di sperare in un incerto sì . S’infila mani e piedi, capo e collo, anema e core nella sua storia, che per lui diventa speranza realizzata e continuamente in tensione, fiducia continuamente rinnovata e sempre nuova…Cristiani Amanti: fa un po’ romanzo d’appendice, ma DeCrescenzo potrebbe apprezzare.

    10 Luglio, 2012 - 23:56
  36. Federico B.

    Concordo con Fides e Discepolo.
    A me sono piaciuti moltissimo gli interventi sulla speranza, virtù necessaria oggi come non mai. Non ho mai preteso di essere un vero credente, come mi definisce con la consueta acredine Marilisa, ma sono convinto, alla luce di quanto riporta il Vangelo delle parole di Gesù, che la volontà del Signore sia quella di farsi amare dagli uomini. Certo, Dio rispetta la nostra libertà di rifutarlo, di “usarlo” a nostro piacimento, di farcene un’idea del tutto distorta, persino di mischiare un po’ di tutto in una indefinita “zona grigia”, ma non può non desiderare la comunione con noi.
    “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente.” (MT 22,37): questa è la volontà del Signore. Se non si ama Dio, non si può dire di compiere la volontà del Signore.
    Va bene, come dice Principessa, una zona grigia, uno spazio di incontro, di dialogo, di aiuto reciproco, ma non si può proprio affermare che un ateo sia “vero credente”. Non ha senso. Che io sappia, nemmeno gli “atei devoti” pretendono di definirsi veri credenti.
    La speranza è un indice che si è sulla strada giusta, ma è una strada lunga e bisogna avere la pazienza di percorrerla fino in fondo. Non ci sono scorciatoie.

    11 Luglio, 2012 - 9:56
  37. Marilisa

    Ho capito. Quindi neanche sant’ Agostino aveva ragione.
    Neanche la sua era “vera fede”.
    La mia, caro Federico B., non è “consueta acredine”. È invece un indignato riscontro di quanto si pretenda di essere religiosi parlando sempre di Dio, del Signore e quant’altro, sottovalutando in toto le buone azioni del prossimo.
    Non ti rendi nemmeno conto che quando affermi che la volontà del Signore è quella di farsi amare dagli uomini, stai pronunciando una frase vuota di senso, dal momento che Egli vuole essere amato non a parole ma con i fatti, come ha detto più volte Gesù stesso.
    Di una religione quale tu la concepisci non saprei che farmene, perché è in tutto simile alle altre religioni, peraltro rispettabilissime. Ma non evidenziano la grande novità del cristianesimo.
    Tu parli per frasi fatte. Come tanti altri purtroppo.

    11 Luglio, 2012 - 13:29
  38. Federico B.

    Sant’Agostino mi va benissimo, non mi piace la lettura che tu proponi.
    Continui ad usare toni sprezzanti e offensivi che evidentemente ti aiutano ad esprimere la tua personale visione del cattolicesimo.
    E’ chiaro che l’amore per il Signore si manifesta nei confronti del prossimo, ma la questione su cui mi sono permesso di intervenire era un’altra.
    Se si sostiene che si può essere “veri credenti” anche senza essere credenti (neanche agnostici, proprio atei), non posso fare a meno di non essere d’accordo. Gesù ci ha lasciato due comandamenti e mi sembra decisamente arbitrario (uso il termine “arbitrario” così Marilisa non si “annoia” con termini più problematici come soggettivista e relativista) tenerne buono uno solo.

    1. Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.

    2. Amerai il prossimo tuo come te stesso.

    Si può affermare di compiere la volontà del Signore ignorando deliberatamente (e con un certo orgoglio, come fa De Crescenzo) uno di questi due comandamenti?
    La carità e la speranza dei non credenti hanno sicuramente un valore dinnanzi a Dio, ma non si può considerare la fede come un orpello inutile e non necessario.

    11 Luglio, 2012 - 14:18
  39. Marilisa

    I miei “toni sprezzanti e offensivi” sono nella tua immaginazione, solo perché io non sono in linea con il tuo modo di essere religioso e lo dico papale papale.
    E a questo si deve anche la tua faziosità da voltastomaco (offensivo?No, semplicemente vero).
    “ma non si può considerare la fede come un orpello inutile e non necessario.”
    E chi mai lo considera tale? Forse Leopoldo, che anzi lo ha detto chiaramente.

    11 Luglio, 2012 - 15:38
  40. Federico B.

    Marilisa, prenditi un antiacido e stai serena.
    Sei riuscita ad essere offensiva anche nel momento in cui volevi sostenere il contrario. Capisco che ti disturbino le mie parole, perchè vanno a toccare dei nervi evidentemente scoperti, ma questo non ti autorizza ad aggredire verbalmente il tuo prossimo.

    11 Luglio, 2012 - 16:01
  41. Marilisa

    Non ho bisogno di antiacidi, Federico B., e sono serena.
    Di quali “nervi scoperti” parli?
    Ma va’ a farti un giro, per favore.

    11 Luglio, 2012 - 16:08
  42. Questi immancabili “duetti” a cui si giunge quasi in ogni post potevano essere divertenti la prima o la seconda volta, ora cominciano ad annoiare.
    Che ne direste, amici carissimi, se una volta l’uno e una volta l’altra lasciaste correre e tutti quanti riuscissimo a concentrarci sulla conversazione proposta ?
    Grazie comunque, in ogni caso

    11 Luglio, 2012 - 16:34
  43. Marilisa

    Divertenti? Orripilanti vorrai dire, principessa.
    Grazie, comunque, per la tiratina d’orecchi.

    11 Luglio, 2012 - 17:27
  44. Leggo con piacere
    quanti commentano il post di Luigi
    con umanità e buon senso e con tanta carità.

    Grazie per costoro.

    Ma perchè invece gli altri hanno
    sempre bisogno di rinfocolare guerre???

    Mah!

    Vexata quaestio

    Taluni hanno bisogno di condannare al posto di D-o.

    Avro’ da ridere a dopo il Giudizio Universale
    quando ci risveglieremo tutti
    e vedremo che fine avremo fatto.

    Per ora mi accontento di quaestio
    che non hanno alcun giudizio, senza paradisi e senza inferni, senza novissimi…

    Oh! my God!

    11 Luglio, 2012 - 20:28
  45. Federico B.

    E tu, Matteo, in questo momento non stai giudicando il tuo prossimo?

    12 Luglio, 2012 - 9:42
  46. Pika

    Volendo cercare di interpretare al meglio il testo del Vangelo, non credo, come scrive Federico B., che i comandamenti:
    1. Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
    2. Amerai il prossimo tuo come te stesso.
    siano di Gesù.
    Sono riportati nel Vangelo (Mt 22:37, Mc 12:30 e Lc 10:27) quando Gesù parla con farisei, dottori della legge e scribi, non con i suoi discepoli. e l’intento mi sembra proprio quello di superare “la legge ed i profeti”.

    L’unico “comandamento” (indicato con nuovo, proprio per significare che sostituisce quelli della Legge, però ricordiamoci sempre che Gesù non comanda ma propone) ai suoi discepoli si trova in Gv 13:34:
    Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

    12 Luglio, 2012 - 14:49
  47. Marilisa

    Esatto, Pika. Tanto è vero che Gesù dice anche :
    “Avete inteso che fu detto :amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per coloro che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli.”
    Gesù parla di una relazione nuova degli uomini con Dio. Una relazione originale che supera l’antica alleanza.

    12 Luglio, 2012 - 16:09
  48. Al buon Federico B. 12 luglio 2012 @ 9:42

    Quando ?
    come ?

    Il fatto che io prendo atto che ci siano persone che
    amino condannare altre persone sostituendosi a D-o

    è giudicare il prossimo ?

    Che io disprezzo le persone
    che non rispettano la libertà degli altri

    è giudicare il prossimo ?

    Azzo!
    E se dico che Mussolini e Hittlèr erano stronzi ??

    Daiii 😉

    12 Luglio, 2012 - 17:17
  49. Federico B.

    @Matteo,
    prendiamo atto che tra i “taluni che hanno bisogno di condannare” ci sei anche tu.

    12 Luglio, 2012 - 17:23
  50. Federico B.

    @Pika,Marilisa,
    il Catechismo della Chiesa Cattolica è chiaro:

    2083 Gesù ha riassunto i doveri dell’uomo verso Dio in questa parola: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente » (Mt 22,37).23 Essa fa immediatamente eco alla solenne esortazione: « Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo » (Dt 6,4).
    Dio ha amato per primo. L’amore del Dio unico è ricordato nella prima delle « dieci parole ». I comandamenti poi esplicitano la risposta d’amore che l’uomo è chiamato a dare al suo Dio.

    12 Luglio, 2012 - 17:33
  51. ” E’ ovvio che la capacità d’amore è diversa da uomo a uomo, per cui esiste l’egocentrico, la cui forza d’amore è zero, il soggetto che ama solo i suoi familiari, quello che ama maggiormente i suoi connazionali, i filantropi che amano l’umanità intera, per finire a San Francesco che amava con la stessa intensità tutto l’Universo in ogni sua manifestazione”.
    “Anche io professò sento di amare tutta l’umanità” dice Saverio…………
    “Allora, tu Saverio, non fai distinzioni, per esempio, tra italiani e americani, oppure tra italiani e cinesi?”
    “Nossignore, per me sono tutti cristiani, ed io li amo tutti alla stessa maniera”
    “Anche se sono napoletani?”
    “Che c’entra? se sono napoletani è un’altra cosa!Quello è sangua del nostro sangue,…………………………..Io parlavo dell’umanità, non dei napoletani.”
    “Ma vedi, Saverio mio, è facile amare l’umanità, difficile è amare il prossimo. Cristo infatti non disse “Ama l’umanità come te stesso” ma disse ” Ama il prossimo tuo come te stesso”, e sai perchè? Perchè il prossimo tuo, te lo dice la parola, è quello che ti sta vicino, quello che sta seduto vicino a te nella metropolitana e che magari puzza, quello che sta dietro a te nella fila e che vuole passare davanti, insomma, il prossimo tuo è quello che minaccia la tua libertà personale.”
    “Insomma professò,” dice Salvatore ” se ho ben capito il vostro discorso, qua se uno vuole essere una brava persona che ama il prossimo, deve sentire pure un poco di puzza.”
    “Hai capito benissimo, Salvatò, e se la puzza non ti piace allora vuol dire che non sei un uomo d’amore, ma bensì un uomo di libertà.”

    Luciano De Crescenzo – “Così parlò Bellavista” (pag 50-51) – Mondadori 1977

    Per chi non avesse letto il libro, più avanti il Professor Bellavista spiega la sua teoria di “amore e libertà” estendendola anche ai popoli della terra e alle loro religioni: ne consegue che i popoli protestanti sono popoli di libertà e i popoli cristiani/cattolici sono popoli d’amore.

    12 Luglio, 2012 - 18:14
  52. Marilisa

    “ne consegue che i popoli protestanti sono popoli di libertà e i popoli cristiani/cattolici sono popoli d’amore.”

    Che però amano anche la libertà. Perché non può essere che l’amore respinga la libertà. Altrimenti che amore è?

    12 Luglio, 2012 - 19:57
  53. Marilisa

    “Dio ha amato per primo. L’amore del Dio unico è ricordato nella prima delle « dieci parole ». I comandamenti poi esplicitano la risposta d’amore che l’uomo è chiamato a dare al suo Dio.”

    Certo che Dio ha amato per primo, altrimenti–si dice–non ci avrebbe creato.
    E allora?
    Resta il fatto che la vecchia alleanza è stata superata dalla nuova con Gesù.
    Ti dice qualcosa questo, Federico B.?
    A me sinceramente sembra, per quel che ti conosco, che tu, come gran parte della Chiesa, sia legato più al Dio del V.T. che a quello incarnato e misericordioso (Gesù) del N.T.
    Più alla Chiesa ante Concilium che a quella post Concilium.
    Libero di esserlo, naturalmente, ma ti faccio presente che il C.V.II fu indetto da un grande papa per svecchiare la Chiesa, per renderla più credibile, per toglierle di dosso l’insopportabile odore di muffa che la soffocava.
    E invece molti ancora si rintanano nella vecchia Chiesa, in quella che non concepisce cambiamenti perché non vuole vedere che essi–piaccia o non piaccia–fanno parte legittimamente dell’evoluzione della vita, e così sarà fino alla fine del mondo ed al compimento del Regno di Dio.

    12 Luglio, 2012 - 20:24
  54. @Marilisa

    la teoria dell’amore e della libertà di Bellavista è lunghissima da spiegare, ma la libertà non esclude l’amore e l’amore non esclude la libertà. Solo che, in certi popoli prevale più l’uno dell’altra e, a farci caso, i popoli cattolici propendono più per una maniera di vita che predilige l’amore (il vicinato, gli amici,il chiasso,la famiglia i sentimenti ecc. ecc.), mentre i popoli protestanti si avvicinano di più ad un modo di vivere che difende la privacy e le libertà individuali delle persone, e questo a scapito della “vicinanza” propria dei popoli d’amore.

    12 Luglio, 2012 - 20:39
  55. Marilisa

    Magari i popoli cattolici prediligessero l’amore, principessa, e non quello per il prossimo-vicino ma quello “più difficile” per il prossimo-lontano ( ossimoro, di quelli che piacciono a Luigi).
    Ne dobbiamo fare di strada! Il messaggio di Gesù non viene recepito così facilmente.
    Per questo ho sempre sostenuto che la religione cristiana è bella ma difficile da seguire.

    12 Luglio, 2012 - 21:33
  56. Mah!

    con tutto il rispetto per le opinioni altrui,
    anche quando sono contro la dignità umana,

    anche i federiciani
    seguono la linea di difesa dei Gioab.

    Federì
    auguri.

    Tanti nemici

    tanto onore.

    W il duce
    anzi
    W i Canizares, i Maradiaga, i Burke, i Dolan, i Cipriani,
    tutti
    hanno scoperto
    una nuova guerra
    e l’hanno scoperta solo loro
    convincendone le vuote menti dei loro devoti fans.

    13 Luglio, 2012 - 2:35
  57. Federico B.

    @Matteo,
    meglio vuote menti che distorcere volutamente il buon senso e la Parola di Dio.
    Non si ha colpa di una mente vuota, mentre la responsabilità di aver scelto la strada del soggettivismo e del relativimo è grande. Fate vobis.
    Non ho e non voglio nemici, ma non mi piace far finta di niente di fronte ad affermazioni non condivisibili. Offro il mio contributo, senza pretendere di convincere nessuno: se eccedo nella passione, perdonatemi.

    @Marilisa,
    è veramente assurda l’idea di definire “vero credente” un non credente e ancora più assurda la pretesa di compiere la volontà di Dio senza amare Dio, come se la volontà di Dio non fosse quella di farsi conoscere e amare dai suoi figli. Non tirare in ballo il Concilio. Non c’entra.
    Senza Dio il cristianesimo si riduce ad assistenzialismo sociale, a una filosofia filantropica. E’ questo l’esito del relativismo che vi piace tanto.
    A me sembra una bestemmia.

    13 Luglio, 2012 - 10:25
  58. Marilisa

    Il relativismo!! Ne ho piene le tasche di questo tuo “relativismo”, Federico B.
    Sempre termini abusati e non compresi, fra l’altro.
    Preferisci riempirti la bocca di un termine pronunciato per la prima volta dal Papa, piuttosto che ascoltare ciò che hanno detto grandi teologi di tutto rispetto e grandi santi.
    Ti ho già proposto le parole di sant’Agostino, e tu non vuoi prenderle in considerazione.
    Egli ha detto :“Tu che ami il tuo fratello, ami necessariamente l’amore stesso. Ora, l’amore è Dio. Chiunque ama il suo fratello ama dunque necessariamente Dio.”
    Parole di sant’Agostino, non mie, hai capito?
    Significano che c’è anche un amore “inconsapevole” di Dio.
    Molti non riescono a credere nell’esistenza di Dio per molteplici motivi, però amano il prossimo e lo aiutano.
    Se questo per te è “assistenzialismo sociale”, per me è “carità” nel senso cristiano del termine.

    13 Luglio, 2012 - 17:00
  59. Federico,
    ma se Benedetto16 e i suoi compari non avesse inventato il relativismo,
    come faresti ad essere cristiano ?

    Ahhhh! come si vivrebbe male senza nemici !

    Ma poi che vor dì “distorce la parola di D-o”

    Co st’espressione riusciamo a dire tutto ciò di cui siamo incapaci !

    14 Luglio, 2012 - 1:38
  60. Federico B.

    Ma cosa volete che mi interessi se le parole che uso vi “annoiano” o non vi piacciono. Uso i termini che reputo più opportuni per esprimere quello che penso. Cosa ci sarà di male a leggere la parola “relativismo”?
    Non è volgare, non è offensiva (Marilisa addirittura se ne faceva un vanto in un commento di qualche mese fa) ed è bella o brutta come un’altra… Semplicemente costringe a fare i conti con un problema cruciale: la nostra percezione della verità è condizionata da una serie di pregiudizi; la verità che crediamo è il risultato delle nostre stesse manipolazioni. Chi non se ne rende conto di solito pretende di spare giudizi su tutto e tutti…
    Chiudiamola qui, valà.
    Statemi bene

    16 Luglio, 2012 - 14:18
  61. Marilisa

    “Cosa ci sarà di male a leggere la parola “relativismo”?”

    C’è di male, semplicemente, che è falsa. E ciò che è falso è immorale.

    16 Luglio, 2012 - 15:55
  62. Federico B.

    @Marilisa,
    Melius est reprehendant nos grammatici quam non intelligant populi.
    (Sant’Agostino).

    16 Luglio, 2012 - 16:44
  63. Federico B.

    “Questo è il nucleo, il centro della fede cristiana: volendo dire cosa sia il cristianesimo, possiamo dire che è amore per Dio e amore per il prossimo. E dov’è il prossimo? E’ al mio fianco”.
    Mons. Gerhard Ludwig Müller, nuovo prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

    17 Luglio, 2012 - 8:32
  64. Marilisa

    Perfetto, Federico B.

    17 Luglio, 2012 - 10:21
  65. Federico B.

    Te Deum laudamus.
    Marilisa che concorda con un mio commento, specie se mi limito a citare un eminente esponente della gerarchia ecclesiastica, merita una nota particolare.
    Lo segnerò in rosso sul calendario!
    Deo gratias

    17 Luglio, 2012 - 11:08
  66. Federico B.

    Entusiasta per tanto consenso, a proposito di quanto dichiarato da Mons. Müller vorrei riportare un acutissimo commento che ho appena letto su Vino Nuovo:
    “Müller è assolutamente chiaro. Il cristianesimo è amore PER Dio E amore per il prossimo. L’amore PER Dio è e deve essere attivo da parte dell’uomo, non è mera accettazione dell’amore di Dio per l’uomo. Da questo amore nascono il culto, la lode, la liturgia, l’adorazione per l’eucarestia.
    Senza l’amore PER Dio non può nascere una vera carità fraterna che è essenziale per essere cristiani, ma non è autonoma: senza l’amore PER Dio non c’è vero cristianesimo ed esso, tuttalpiù, diventa una filantropica utopia”.

    17 Luglio, 2012 - 11:15
  67. L orenzo

    Nessuno sminuisce il culto, la lode,l liturgia, l’adorazione per l’Eucarestia.
    Ma se poi uno, terminato il culto, cantata la lode, celebrata la liturgia, conclusa una fervente adorazione eucaristica, torna a vivere una vita feriale che viaggia su binari suoi, sensibile come un paracarro, aperto agli altri come un riccio di castagna e attivo nel suo piccolissimo mondo come una patata lessa, culto, lode, liturgia, adorazione eucaristica vengono vanificati, se non sprecati. Vero che c’è il rischio di confondere il cristianesimo con il fare filantropia e beneficenza: che sono tutta un’altra roba. Ma c’è anche quello opposto, di farne solo pratica e devozione: che sono tutta un’altra roba anche loro.
    Questa dichiarazione di Muller è molto bella, ma vuol dire tutto e niente, se posso permettermi.Perché ok: il nucleo del cristianesimo è amore per Dio e amore per il prossimo. Dove Dio è Dio, e il prossimo colui he mi sta a fianco.
    Il problema è cosa intendere IN CONCRETO per amore. Che in senso cristiano è amare come Gesù, nient’altro. Farsi prossimo, farsi carico, dare sè stessi per gli altri: tutti interi, please.Non a pezzettini, a spizzichi e bocconi.Se no si torna, appunto, alla filantropia e alla beneficenza.
    Gesù ha passato notti intere in preghiera, Lui è origine stessa del culto, della lode, della liturgia, della adorazione, della eucarestia. Ma ci ha salvato e ha fatto nuove tutte le cose finendo in croce.
    Se in noi manca la disponibilità, la passione e anche la” gioia” ( sì, la gioia!!)
    di questo passaggio, ma di quale amore stiamo parlando?

    17 Luglio, 2012 - 12:03
  68. Marilisa

    Lieta del tuo entusiasmo.
    Ecco, Federico B., se puoi prendi esempio da me.
    Io, come ho detto tante volte, quando c’è da approvare lo faccio con obiettività e senza pregiudizi, di chiunque si tratti.
    Quando, invece, mi sembra che non sia il caso, non lo faccio.
    Ed infatti non approvo per niente l’ “acutissimo commento”– che per me acuto non è– di mons. Müller.
    Alle sue parole contrappongo, con decisa convinzione, quelle di sant’Agostino che ti ho proposto più volte, ma che tu ti guardi bene dal considerare: “Tu che ami il tuo fratello, ami NECESSARIAMENTE l’amore stesso. Ora, l’amore è Dio. Chiunque ama il suo fratello ama dunque NECESSARIAMENTE Dio.”
    L’amore per Dio passa attraverso l’amore per il prossimo.
    ” Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede”( 1 Giovanni 4,16-21).
    Nella stessa lettera di Giovanni ci sono queste parole: “Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore.”
    Il tuo amore per Dio, caro Federico B., è senza timore?
    A me–senza offesa–non sembra.

    17 Luglio, 2012 - 12:18
  69. Marilisa

    Condivido le tue parole, Lorenzo.
    Però, se mi permetti, anche nella filantropia e beneficenza c’è una valenza positiva.
    Amare gli esseri umani (filantropia), pur non sapendo di amare Dio, è molto meritorio, a parer mio.
    Molti ecclesiastici e laici cattolici– come, ad es. Federico– ne parlano con la puzzetta sotto il naso.
    A mio avviso sbagliano di grosso.

    17 Luglio, 2012 - 12:32
  70. Federico B.

    @Lorenzo,
    siamo d’accordo. La questione qui era la discussione circa la volontà di Dio, se contemplasse solo l’amore per il prossimo o se presupponesse anche una forma esplicita di amore per Lui. Credo che le parole di Mons. Müller (secondo alcuni un “progressista”) siano una risposta autorevole e chiara.
    Il commento postato era significativo perchè sottolineava l’importanza dell’amore per Dio, così bistrattato nella discussione del nostro pianerottolo.
    Mi sembrava una buona chiusura per il nostro confronto su questo argomento.
    Comunque io chiudo qui.

    @Marilisa,
    sei riuscita a smorzare anche il mio genuino entusiasmo!
    Non so cosa intendi per “puzzetta sotto il naso”, ma sbagli se pensi che io non apprezzi la filantropia dei non credenti (alla Emergency, per intenderci): ha certamente un valore agli occhi degli uomini e agli occhi di Dio. Solo che la carità cristiana è un’altra cosa e la volontà di Dio anche.
    Non è stiracchiando le parole di Sant’Agostino che si dimostra il contrario.
    Sant’Agostino parlava dell’amore non della beneficenza, parlava di un primo importante passo verso Dio, non un livello sufficiente ed esaustivo della volontà del Signore. C’è una bella differenza!
    Alla tua domanda sul timore, vorrei farti notare che il TIMOR DI DIO è uno dei sette doni dello Spirito Santo (catechismo dei cresimandi) e che anche in questo caso il discorso è più complesso di quanto tu, semplificando, vuoi far intendere. “Senza offesa”, si intende.

    17 Luglio, 2012 - 13:01
  71. Marilisa

    Come tuo solito, Federico B., hai rigirato la frittata a tuo piacimento.
    Io, per tua norma, non semplifico niente e non “stiracchio” nulla.
    Tu, al contrario, dimostri di non capire o di non voler capire, perché preferisci sempre, e assurdamente, applaudire la gerarchia piuttosto che saper leggere quel che testi autorevoli come quelli di un san Giovanni o un sant’Agostino riportano con chiarezza e senza tema di smentite.
    Il timor di Dio non è certo paura del castigo di Dio. Aggiornati, Federico B., aggiornati: ne hai un gran bisogno.
    Io leggo, vedo la realtà, ragiono su quel che vedo e ciò che leggo, e cerco di capire.
    Tu no.Tu–ancora senza offesa– ti lasci imbeccare.
    Dovresti fare altrettanto invece che impuntarti su ciò che ami credere e che erroneamente ti hanno inculcato. E non pretendere di inculcarlo, tu, nella mente degli altri.
    Per il resto, pensa ciò che vuoi, fai quel che ti piace.

    17 Luglio, 2012 - 16:27
  72. Federico B.

    Da dove ti viene tutta questa asprezza?
    Fatti una valeriana e rilassati!

    PS: non ho mai detto che il Timor di Dio sia paura del castigo di Dio, ho solo detto che la questione è più complessa di quanto tu volevi far indendere nel tuo intervento. Non replico ulteriormente, incasso le tue offese gratuite pro bono pacis. Sii serena.

    17 Luglio, 2012 - 16:45

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