“L’abitudine della tangente è un’abitudine mondana e fortemente peccatrice. Dio ci ha comandato di portare il pane a casa col nostro lavoro onesto e quest’uomo, amministratore, lo portava, ma come? Dava da mangiare ai suoi figli pane sporco! E i suoi figli, forse educati in collegi costosi, forse cresciuti in ambienti colti, avevano ricevuto dal loro papà, come pasto, sporcizia, perché il loro papà, portando pane sporco a casa, aveva perso la dignità!” Ma se c’è una “furbizia mondana” c’è anche una “furbizia cristiana, di fare le cose un po’ svelte… non con lo spirito del mondo”, ma onestamente. E’ ciò che dice Gesù quando invita ad essere astuti come i serpenti e semplici come colombe: mettere insieme queste due dimensioni “è una grazia dello Spirito Santo”, un dono che dobbiamo chiedere. “Forse oggi ci farà bene a tutti noi pregare per tanti bambini e ragazzi che ricevono dai loro genitori pane sporco: anche questi sono affamati, sono affamati di dignità! Pregare perché il Signore cambi il cuore di questi devoti della dea tangente e se ne accorgano che la dignità viene dal lavoro degno”. Così il papa ieri mattina nell’omelia al Santa Marta.
Dava da mangiare ai suoi figli pane sporco
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Sì vabbé, ma la parabola di Lc 16,1-8 non significa tutt’altra cosa? E se è così, è da lodare questo modo di sovrapporsi alla parola di Dio per dire quel che sta a cuore a noi in quel momento e non ciò che quella parola intende dire? Non andrà messa, anche questa esegesi impertinente (nel senso di non pertinente) nel novero delle tante disobbedienze che questo papa si permette?
(Tra l’altro, se uno si prende la briga di leggere il testo di Luca per quello che è, si accorge subito di un’evidenza: se l’amministratore licenziato in tronco avesse rubato al suo padrone non si troverebbe nella necessità di fare il bracciante oppure mendicare per non morire di fame. Quindi forse l’etichetta di “amministratore disonesto” che gli è stata appiccicata andrebbe rimossa, almeno fino alla conclusione della causa davanti al magistrato del lavoro per licenziamento senza giusta causa/giustificato motivo, causa che oggi sicuramente farebbe. Forse era solo un contabile che ha perso il posto per le calunnie di qualcuno che voleva scalzarlo e, in mancanza di alternative, ha pensato di risarcirsi con un po’ di furbizia ai danni di un padrone tanto ricco quanto imbecille (visto che non sa neanche l’ammontare dei suoi crediti).
Gioco esegetico per gioco esegetico questo vale quanto e più di quello di Bergoglio, perché almeno è costruito sul testo.
Al mio paesello, quand’ero giovane, c’era un parroco, buono e pio (ma di corta dottrina e di poco acume) di cui si diceva che a volte la domenica incominciasse la predica così: “siccome oggi nel vangelo non c’è niente di buono, vi dirò qualche parolina io …”.
Insomma, mi sembra di capire che il Papa ci invita ad essere “paraculi” , ma di farlo sempre con una certa classe! La famosa pericope dell’amministratore disonesto è assai insidiosa: “disonesta ricchezza” sempre disonesta è, mammona è per anotnomasia l’idolo Cananeo da cui fuggire a gambe levate, infatti aggiuge:” se siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera?”. Solo se elargita,data in elemosina ai poveri può procurare “amici” che al termine della vita terrena potranno testimoniare davanti a Dio in vista della salvezza nella dimora eterna. Questo è il senso profondo..
Non sempre la furbizia, la scaltrezza, è sinonimo di onestà, direi che la prepotenza dei furbi è una realtà odiosa ed endemica in questo mondo di ladri..
In un certo senso è come dire:”se vi trovate ad essere ricchi (anche in modo disonesto), non attaccatevi al denaro, ma usatelo per farvi degli amici (non debitori che debbano restituire, magari con gli interessi), perché nel momento escatologico, quando i quattrini non avranno più potere, saranno necessarie delle “raccomandazioni” per essere accolti nelle “dimore eterne”, vale a dire quei poveri che parleranno bene di voi.
Allora, se veramente questo è il contesto, non avremmo dovuto scandalizzarci per la presenza del famigerato Renato De Pedis, sepolto nella Chiesa di Sant’Apollinare, messo in quel luogo, si dice, per le molte opere di beneficenza.
C’è da chiedersi ,però, come vede il Signore quel denaro sporco di guadagnato sulle estorsioni, le ruberie,il dolore di altri esseri umani, il fine non giustifica i mezzi…
Io non m’azzardo a dire che cosa significhi la parabola dell’amministratore licenziato: so che c’è una lunga tradizione esegetica che la interpreta e a quella, autorevolmente proposta dalla chiesa, mi attengo, da semplice fedele. Mi pare che le tangenti c’entrino come i cavoli a merenda, e mi sono chiesto se questo modo di prevaricare il testo, da parte del papa, sia di buon esempio, visto quel purtroppo già si sente tanto spesso nelle omelie …
Poi, per gioco, mi son permesso di dire che se uno legge la parabola così com’è, ingenuamente e da povero ignorante, semmai gli viene il sospetto che quell’amministratore fosse in fin dei conti una brava persona che si è trovata nei guai e si è ingegnato a trovare il modo di uscirne.
Addirittura si potrebbe forse dire che era un geniale economista, e pure “de sinistra”. Fa quello che tanti oggi dicono che dovrebbe fare il FMI, la Banca mondiale ecc. nei riguardi dei paesi poveri: rimette i debiti! “Tu quanto devi al mio padrone? Cento barili d’olio. Scrivi cinquanta”. Scommetto che il PIL, in quel posto, fece un balzo in avanti mai visto.
Anche io, caro franti, trovo ci sia una forzatura evidente nell’omelia del papa che salta come libellula da una pericope all’altra, da Luca a Matteo senza alcun nesso di causa-effetto, così, tanto per “far quadrare i conti”… riferimento non del tutto causale, un po’ come alle colombe e ai serpenti …aggiungiamoci qualche rapace e la fauna è al completo!
Anche io, caro franti, trovo ci sia una forzatura evidente nell’omelia del papa che salta come libellula da una pericope all’altra, da Luca a Matteo senza alcun nesso di causa-effetto, così, tanto per “far quadrare i conti”… riferimento non del tutto causale, un po’ come alle colombe e ai serpenti …se ci aggiungiamoci qualche rapace la fauna è al completo!
come mai lo stesso commento duplicato? Ohibò!
Sì, in effetti è andata così Clodine; penso che il Papa abbia fatto quella che si chiama una “scrutatio” delle letture, di rimando in rimando.
Un saluto a tutti da Trento, dove sono per un incontro di famiglie. Sempre nello spirito dei seminari MINIMA BERGOLIANA avevo riportato il testo del papa sulla corruzione per chiedere un aiuto a interpretare la frase sulla “furbizia cristiana” che mi è oscura. Nel commento seguente riporto un brano della cronaca di quella stessa omelia data dall’Osservatore Romano: come detto qui più volte, Radio Vaticana e OR danno ogni giorno due diverse cronache delle omelie del mattino. Forse la diversa narrazione può aiutare la comprensione di quella “furbizia” che vorrei capire.
L’omelia di ieri secondo l’OR: Siamo davanti, ha affermato, a «un peccato tanto grave perché va contro la dignità. Quella dignità con la quale noi siamo unti col lavoro. Non con la tangente, non con questa assuefazione alla furbizia mondana. Quando noi leggiamo nei giornali o guardiamo sulla tv uno che scrive o parla di corruzione, forse pensiamo che la corruzione è una parola. Corruzione è questo: è non guadagnare il pane con dignità». C’è però un’altra strada, quella della “furbizia cristiana” – «tra virgolette», ha detto il Papa – che permette di «fare le cose un po’ svelte ma non con lo spirito del mondo. Lo stesso Gesù ce l’ha detto: astuti come i serpenti, puri come le colombe». Mettere «insieme queste due» realtà è «una grazia» e «un dono dello Spirito Santo». Per questo dobbiamo chiedere al Signore di essere capaci di praticare «l’onestà nella vita, quella onestà che ci fa lavorare come si deve lavorare, senza entrare in queste cose». Papa Francesco ha ribadito: «Questa “furbizia cristiana” — l’astuzia del serpente e la purezza della colomba — è un dono, è una grazia che il Signore ci dà. Ma dobbiamo chiederla».
Quanto alla tradizione che intitola la parabola all’amministratore disonesto, essa viene dalle parole stesse della parabola: “Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza”.
Buonanotte e buona domenica.
Difficile capire, non so, la butto lì: “furbizia cristiana” come forte capacità di assertività. (Nè istrice, nè zerbino).
Buonanotte Luigi. Ciao!
Buonanotte a tutti!
Assertività nell’annuncio del Vangelo intendevo.
@LuigiFranti
“Sì vabbé, ma la parabola di Lc 16,1-8 non significa tutt’altra cosa?”
Cioé che cosa; che il padrone è un imbecille? Via, è ridicolo…
Eppoi non è vero che il significato è arcano. E’ sufficientemente chiaro e i contenuti che il Papa vi attribuisce nella sua meditazione sono quelli tradizionali, molto pertinenti e precisi.
A parte che il sistema usato dall’amministratore in vista del licenziamento si accosta bene alla pratica di estrema attualità delle tangenti, il padrone ne loda la scaltrezza nel procurarsi i futuri ospiti, non la disonestà. E questo vuol dire proprio che occorre essere scaltri, ma nel fare il bene. Non si imitino dunque i mondani che facilmente usano la disonesta furbizia; i figli della luce, poggiando sulla grazia, usino la “furbizia cristiana, di fare le cose un po’ svelte… non con lo spirito del mondo”, ma onestamente, ha detto magnificamente Bergoglio.
se proprio vogliamo affondare la lama, carissimo giuseppe2, diciamo che il padrone non loda, ovvero, non esalta la disonestà, che non trova mai giustificazione, ma si compiace della scaltrezza che manifesta l’amministratore nel pararsi le chiappe prima che la situazione precipiti. Qui casca l’asino…è una ammonizione , un consiglio per tutti noi , nelle piccole come nelle grandi situazioni della vita: renderci conto che presto o tardi ci verrà presentato il conto; non conviene barare e continuare a farlo, non conviene affatto…
Sul punto che mi interessava pensavo di essere stato chiaro, ma evidentemente mi sbagliavo. Riprovo: non entro nel merito dell’interpretazione della parabola, se non per osservare che, certamente, le tangenti non c’entrano nulla. Ho criticato pertanto questo modo di fare la predica usando il testo biblico come pretesto, invece di “servirlo”. E mi sono permesso di chiedere se, così facendo, il papa non dà il cattivo esempio ai tanti preti che, purtroppo, già indulgono a questa pratica. Chi sa che oggi (Lc 20,27-38) non si sentano omelie sui divorziati risposati, visto che nel vangelo c’è la vedova dei sette mariti! 🙂
Sul punto che interessa a Luigi, cosa mai sia la “furbizia cristiana”, penso che la risposta sia semplice, se riferita a ciò che intende papa Bergoglio: per lui “furbizia cristiana” è esattamente quello che fa lui.
(Io sono fesso, e di furbizia mi intendo pochissimo. Però mi sono sempre chiesto se i furbi siano furbi. E non ho ancora trovato la risposta)
Fuori tema: qui tempo addietro bazzicava il padre Mabuhay, missionario nelle Filippine. Spero che dove sta lui il tifone non abbia fatto troppi danni e che lui e i suoi stiano bene. Se ancora frequenta da lettore silenzioso e legge queste parole sappia che l’ho pensato e gli auguro ogni bene. Se poi vuole rassicurarci, anche solo con un cenno, penso che molti ne avranno piacere.
prima lo accecano
e poi
gli chiedono
come stai
E’ molto furbetto papa Francesco, molto, molto furbetto…hai ragione caro Franti…
“non entro nel merito dell’interpretazione della parabola”
Con rispetto, caro LuigiFranti, invece occorre entrarci, proprio perché oggetto di predicazione viva del Papa. Credo sia intuitiva questa necessità per un cattolico.
E occorre cogliere il messaggio.
Senza fissarsi in categorie nominatli rigide e perciò senza senso, le meditazioni proposte durante l’Omelia liturgica del mattino son insegnamenti, esortazioni, ammonizioni.
E se chiedono un cambio di prospettiva o una correzione di condotta, e siamo cattolici, siamo noi a dover cambiare non il Papa. E’ lui abilitato a correggerci, non viceversa.
Ok mi arrendo: non sono io che manco di chiarezza, è lei che non capisce. La buona volontà ce l’ho messa, faccia come se non avessi detto niente.
A me pare chiaro.
“è una ammonizione , un consiglio per tutti noi , nelle piccole come nelle grandi situazioni della vita: renderci conto che presto o tardi ci verrà presentato il conto; non conviene barare e continuare a farlo, non conviene affatto…”
Mamma mia…sto tremando dalla paura pensando “al conto che ci verrà presentato”…
Ahimè, me misera!
Io, peccatrice da quando sono nata, col peccato originale sulla gobbetta da neonata, come farò a scampare alle fiamme dell’inferno e ai forconi dei diavoli ?
Dio mio, il conto! No, quello no…
Mi dispiace molto per il “dispiacere” del sig. Franti.
Non avrebbe fatto meglio a chiedere scusa al missionario delle Filippine molto tempo prima? Se ne ricorda solo ora?
“Però mi sono sempre chiesto se i furbi siano furbi.”
Sicuramente lei non lo è, esimio sig. Franti. Infatti–non me ne voglia– le è andata “buca” almeno una volta in questo blog.
Ma anche molti altri lo sono, furbi, fino a quando non si ritrovano col sedere per terra. Sto pensando ad una persona in particolare.
Prima o poi la furberia si trasforma in un imprevisto boomerang che colpisce sulla testa gli intelligentoni che credevano di farla franca.
?
Nell’ora che solo Dio conosce, ciascuno sara’ chiamato a rendere conto della propria esistenza…
@Ahimè, me misera!”…
ah ragione, è proprio misera, senza ombra di dubbio!
misera e sciocca… intrisa di ironia becera e insulsa…
Anch’io vorrei avere notizie, se possibile, di Mabuhay: apprezzavo molto i suoi interventi, mi spiace di non averli più letti, mi basterebbe sapere che sta bene.
Buona domenica al “pianerottolo”.
Roberto 55
“Nell’ora che solo Dio conosce, ciascuno sara’ chiamato a rendere conto della propria esistenza…”
Non lo sapevo, ha fatto bene ad informarmi.
Farò la “furbetta” anche io per “pararmi le chiappe prima che la situazione precipiti”.
brava!
Attenta che non prendano fuoco le sue chiappone…
il pericolo, quando “non si teme colui che può far perire l’anima e il corpo nella Genna”, più che probabile è certo!
Si informi, signora lefebvriana, sul significato del “timore” nelle Sacre Scritture. Si informi bene e la smetta di minacciare.
La sua religiosità ha un odore di muffa pestilenziale.
non si riscaldi , bella “chiappona!”
A proposito della differenza tra il predicare e il governare, anche nella felice era bergogliana.
Notevoli i due pesi e le due misure che abbiamo dovuto vedere: i Francescani dell’Immacolata solo per sospetto di tradizionalismo (niente eresie, nienti scandali sessuali, niente scandali finanziari, niente di niente … solo troppa simpatia per la messa in latino) sono stati prontamente decapitati e commissariati con durezza; i Camilliani lo saranno solo dopo che un’inchiesta giudiziaria ha fatto venir fuori accuse tremende che riguardano soldi e potere (accuse da provare, s’intende, ma nei loro limiti sono gravissime) e il loro superiore è finito in galera …
Forse, o senza forse, sono ingenuo. Ma tra cristiani, anche in disaccordo tra di loro, ci si rivolge così l’un l’altro? Amare il prossimo cosa significa? Non è il comandamento simile a quell’altro? E allora? Mah!
Beh sì, lazzaro, un po’ ingenuo lo sei.
Non ti sei reso conto che nella Chiesa cattolica ci sono due categorie di cristiani? E che non è possibile essere d’accordo e accettare seraficamente la cavolate altrui?
Non hai visto che c’è disaccordo anche riguardo al Papa?
E perché, secondo te, nella Chiesa cristiana ci sono tre grandi confessioni religiose?
Le discussioni non sono mai tranquille. La parola stessa ne rivela il senso.
Certo, la maleducazione è un’altra cosa.
Ma io non mi scandalizzo per niente di fronte al termine ” chiappona”, anzi me ne rido.
Ho sentito di peggio in questo blog.
“Amare il prossimo” non significa essere buonisti ed accettare di buon grado certe assurdità.
“La sua religiosità ha un odore di muffa pestilenziale”…
Mai come il suo fiato…e anche qualcos’altro…
chiappona!
Sì, è giusto difendere i frati e le suore dell’Immacolata. La loro passione per il latino era così “candida” che per anni tutte le loro ricerche sono finite … nel mio computer!!! E così, mentre invano li/le sollecitavo a trovare latinisti più autorevoli, mi sono fatta una cultura. E poi, basta vederli pregare, muoversi, parlare; in tutti i loro gesti c’è dignità, serietà, compostezza, serenità. Lo so che non raccolgono simpatie … sono forse troppo sinceri.
Anche io la penso come te, Antonella, e condivido l’esternazione di Franti…
Ciò che è stato fatto ai frati e alle suore dell’Immacolata è incommentabile…e grida vendetta..
Io non ho capito che ha detto franti
“Mai come il suo fiato…e anche qualcos’altro…”
Cafona !!
Ridicola, ignorante e isterica lefebvriana !!
Cara Marilisa, non sono tanto ingenuo da non accorgermi di quanto tu mi elenchi così cortesemente. Anzi. Tengo ben presenti i due campi l’un contro l’altri armati e parteggio e come, conosco i delusi dal linguaggio di Papa Francesco che a me invece piace tanto. Quello che mi meraviglia sono i modi con cui si discute. Certi aggettivi, certi epiteti, certe espressioni non sono da cristiani, dai! Si ha nostalgia del linguaggio teologico alato, e poi spesso si ricorre a un linguaggio da bettola, a volte proprio becero, altre ironicamente forbito. Ripeto: mmah!
Comunque ti saluto caramente e auguro buona e rilassante notte a te come a tutti. E specie a me, che soffro di un po’ d’insonnia!
@mattlar. Ha detto, Franti, che una cosa è predicare, altra governare: se il Papa predica bene poi razzola male, tanto che mi va a commissariare la comunità dei Frati dell’immacolata solo perché celebrano la Messa in latino e poi passa lo spolvero sopra lo scandalo dei Camilliani il cui superiore per essere eletto ha sequestrato dei confratelli ed ora è finito in prigione, non lo so… Ti sembra normale che dopo questi fatti fa un’omelia sull’onestà e la disonestà dell’amministratore quando il primo è lui , un papa, successore di Pietro, al quale si richiede una moralità specchiata, a dimostrarsi scorretto e ingiusto. A Roma direbbero che come “er santaccio che predica er casino”. Abbi pazienza eh…
caro lazzaro, un pochino d’insonnia soffro anch’io, ma non me ne rammarico sapendo che l’80% dell’imanità ne soffre. E’ un’occasione per me per scrivere, studiare, pregare, specialmente per i peccati che si consumano nella notte, che sono tantissimi: violenze, furti, giovani che in preda a droga e alcol rischiano di schiantarsi con le auto. Io prego molto la notte, poi ad una certa ora, dico compieta, e mi addormento beatamente..
Notte.
1. Non conosco abbastanza il caso dei francescani dell’Immacolata per pontificare.
2. Conosco un pochino il caso dei Camilliani, che non si configura come una questione legata alla liturgia o ad elementi dottrinali (che quindi coinvolgono tutto il popolo di Dio) ma a comportamenti individuali, gravi fatti di illegalità per la cui gestione si afferma massima fiducia nell’autorità civile, che ne ha le competenze e a cui si affida il caso. Nel frattempo il padre generale è destituito (i Camilliani sono stati decapitati, perchè il presunto responsabile del reato è il loro capo) e viene nominato un commissario apostolico (sono commissariati).
Non vedo pesi e misure diversi.
Buon giorno, Clodine.
Recitato il Mattutino? Anch’io prego, di certo non con la tua assiduità. Prego, in ginocchio in fondo al mio cuore, anche per chi non prega e per quelli per i quali nessuno prega. Inoltre prego Dio di benedire chi nella notte fa l’amore con amore e di avere pietà per chi profana il suo tempio. Faccio ridere? Mbeh, queste cose non le avrei scritte (di certo nessuno si sarebbe perso niente!) se non avessi il nickname.
Buona giornata, Clodine, a te e a tutti del blog.
Certo che ho recitato il mattutino! Eh…anche io, come te, prego in ginocchio , anzi, prostrata in fondo al mio cuore. Prego anche per me ovviamente, e per chi nella notte vive un sentimento autentico, come dici tu,e ne gioisco. Vedi? Abbiamo gli stessi sentimenti Lorenzo! Un abbraccio
Bene, mi fa piacere la notizia che mi dai dei Camilliani, l’apprendo solo ora .
Grazie nico, buona giornata. A Roma è nuvoloso , fa freddo e piove…
Volevi dire “Lazzaro” e non Lorenzo, vero Clodine (9,36)?
Un abbraccio anche a te.
uhhhhh Lazzaro…mamma mia! Non farci caso…
Certo Lazzaro, intendevo proprio tu, e chi se no?!!!
Spero non ti distragga così anche nella preghiera!………. 🙂 🙂
succede, succede…altro che!?Lazzaro mio. Sembra un paradosso ma quando succede vuol dire che stiamo pregando bene…
Un articolo del Corsera molto interessante. Spero che lo leggano bene ( e ci riflettano) i dietrologi che frequentano il blog.
http://www.corriere.it/opinioni/13_novembre_11/inattesa-distanza-cfcd7276-4a9f-11e3-bfcf-202576418f24.shtml
L’analisi è molto interessante, Marilisa. da qui si possano ricavare ottimi spunti per crescere e cambiare, oltre che per capire cosa sta accadendo. Colgo qualche differenza rispetto all’approccio scalfariano sulla chiesa.
Ieri sul portone del condominio dei miei suoceri c’era un annuncio che, con un’immagine tipo oncle Sam, recitava più o meno così: “Separati e divorziati, venite a dirci la vostra – Grande riunione in parrocchia (di un altro territorio, peraltro, non quella di zona, ndr)”. Probabilmente è uno dei macigni che si stanno smuovendo a partire dal referendum (secondo la percezione dei più) indetto dal Papa.
Mi viene qualche domanda: verranno pure i divorziati che vogliono rientrare nella chiesa. Non posso che rallegrarmi di ciò, sono felicissimo. Mi vengono alcuni dubbi: la chiamata a raccolta di tutti coloro che (probabilmente) non hanno nessuna dimestichezza pastorale e nessuna esperienza di dinamica di una vita in comunità sarà senz’altro una cosa buona perché smuoverà le acque. Ma si riuscirà a trovare l’equilibrio tra le esigenze pastorali e la reclamazione dei diritti? Si riuscirà a gestire le aspettative rivoluzionarie dei più, per cui finalmente si manda al macero la dottrina? Si riuscirà in altri termini a far capire che non è un referendum?
E poi, molti divorziati si sono risposati e probabilmente chiedono diritti, altri sono rimasti fedeli al loro matrimonuio (forse pochissimi, ma forse sono la parte rimasta più debole). Entrambi facevano parte di una comunione che è stata spezzata. Si riuscirà a tenere conto di tutti e due, anche degli interessi dei tanti divorziati che sono rimasti fedeli al loro matrimonio e che non si sono risposati? Io ne conosco alcuni e sono pieno di ammirazione per loro, perché hanno fatto della loro debolezza un punto di santità, grande. Ma sono una minoranza nella minoranza.
E stiamo parlando solo di separazione e divorzio, ma le domande sono 38… alcune si prestano anche alla rappresentanza lobbistica…
Convocheremo un giorno anche i figli dei genitori separati, divorziati e risposati che non avranno voce in quella riunione o forse ce l’avranno molto debole?
http://www.finesettimana.org/pmwiki/index.php?n=Stampa.HomePage
Quei nemici devoti di papa Bergoglio di Vito Mancuso in la Repubblica del 11 novembre 2013
“Questa è la posta in gioco dell’azione papale: non il mito della Chiesa primitiva, ma la realtà della Chiesa attuale, perché possa tornare a essere una Chiesa normale, pulita, affidabile, degna della fiducia dei genitori di mandare all’oratorio i loro figli e di tutti i credenti di affidare le loro risorse per soccorrere i bisognosi. Ne viene che il Papa che oggi governa la Chiesa è, come dice il Vangelo, “un segno di contraddizione”, nel senso che è destinato a manifestare la vera natura di chi si dice credente”
Pur con tutte le difficoltà che vedo, confesso che a me piace tanto questa cosa della convocazione: è il significato della parola ecclesia, da ek-kaleo = chiamati-fuori, convocati…
http://gracemccook.org/blog/wp-content/uploads/2010/05/calling.jpg
Cara nico, le riunioni promosse per la rappresentanza di interessi non sono la mia passione: anche quelle politiche, associative o condominiali non mi attirano più di tanto, ma sono sempre presente e mi gioco, cercando di ascoltare e, molto più modestamente, di dire la mia; alla fine ci sono grandi discussioni e si finisce per scontrarsi o non capirsi, qualche volta ci si capisce pure ma comunque sono incontri un po’ cerebrali. D’altra parte mi è evidente che ci sia un problema pastorale e ci sia necessità di un rinnovamento, di un cambiamento di passo, di nuove sollecitazioni, di nuovi coinvolgimenti e allora, se il Papa ha deciso così, ben venga, raccoglieremo la sfida. Sperando di dar voce anche e soprattutto a chi non ha voce e sperando che sia chiaro a tutti noi che siamo insieme per servire e non per reclamare diritti (cioè, potere)…
magari scopriremo in tanti che saremo accomunati veramente dal magistero quando tutti inizieremo a vivere insieme il ministero… altrimenti è facile dire che “la Chiesa” sbaglia…
Certo, la Chiesa potrà ragionare sulla contraccezione, potrà discutere, prendere le distanze da taluni problemi e risolvere quelli più urgenti legati a situazioni particolari. Ma, personalmente non credo che possano avvenire riforme sostanziali. Il problema non sorge ora,anche il papa emerito Benedetto XVI lo affrontò, convinto che un matrimonio celebrato senza fede potesse essere ipso facto annullato, invalidato per insufficienza di consapevolezza da parte degli “attori”. Alla fine, però, dovette arretrare sulla questione, in quanto il problema che si pone non è pastorale ma teologico, che va approfondito con serietà . Un sacramento , e i sacramenti si sa, operano ex opere e non ex opere operantis, ovvero, operano in virtù di quello che si fa e non di chi lo fa e dunque non lo si possono annullare, a prescindere. Nel matrimonio, poi sono gli sposi stessi i ministri del sacramento. E come ditre che la trastustanziazione avviene o avviene in base alla santità o alla fede del ministro?! Sappiamo che avviene a prescindire…dunque, il problema va studiato e ponderato.
Si era anche preso in considerazione il principio degli ortodossi per i quali è lecito contrarre anche due o tre matrimoni, ma pure questa via è impercorribile, dice il Prefetto per la dottrina della fede definendo la prassi degli ortodossi “non coerente con la volontà di Dio” almeno come la esprime la Parola di Gesù ee ciò apre anche un malinteso, una falla notevole a livello ecumenico da non sottovalutare. Vedete, voglio dire, le cose sono molto complicate, non ci si illuda, la strada è quasi impercorribile anche da Papa Francesco, pur con tutta la buona volontà..
E’ vero che “eklesia”, nico, fa riferimento alla Chiesa reale, la Chiesa oggetto della fede degli uomini,e dunque non spirituale, al contrario,”accessibile ai sensi”, giusto per intenderci. Ma, tu comprendi che è impossibile separa la Ecclesia invisibilis e quella visibilis. Non ci sono due Chiesa, ma una sola chiesa “visibile ed invisibile, umano-terrena e spirituale-corpo mistico-pastorale e dogmatica, non autoritaria, certamente, ma neppure minimalista.Gesù ha annunciato il regno ed è venuta la Chiesa, perciò le questioni che pone non sono mai “accessorie”, mai superficiali, ma essenziali, che vanno affrontate seriamente…
corrige refuso@ ekklesia ..che poi è una parola greca usata per descrivere le assemblee pubbliche,politiche, del popolo…
http://www.ibs.it/code/9788864115764/mancuso-vito/obbedienza-liberta-critica.html
Ero rimasta a quando Mancuso faceva l’elogio della disobbedienza.
C’è anche chi cerca di tenere insieme capra e cavoli, attaccare i dissidenti ribadendo la necessità di un vero pluralismo
htp://www.stpauls.it/jesus/1311je/editoriale.htm
Pagina apposita su Treccani:
http://www.treccani.it/magazine/piazza_enciclopedia_magazine/societa/Le_opposizioni_a_papa_Francesco.html
Adista:
http://www.adistaonline.it/index.php?op=articolo&id=53283
Il tutto mentre è evidente che ci sono tre blog tradizionalisti ogni fedele tradizionalista e Gnocchi e Palmaro sono diventati i nuovi paladini del libero pensiero.
OT
Vi prego di perdonare l’intromissione con un OT.
MABUHAY, per favore, se leggi questi post, dacci notizie di te. Grazie
Sono certa che sta bene. In quale punto precico dell’arcipelago era in missione? Chi di noi ha dei numeri telefonici, un recapito, anche solo postale, un qualsiasi indizio si potrebbe arrivare all’ispettoria…se è un sacerdote questo è possibile..
Forse Luigi ha un recapito. (è indispensabile per iscriversi).
Le parole di V. Mancuso attengono alla realtà dei fatti attuali. Visibili a tutti e non confutabili.
Certo malvisti dai e da qualche “ateo devoto”.
Uno di questi ineffabili personaggi è noto a tutti.
Sono, questi, gli innamorati della Chiesa-Istituzione, paludata in proposizioni di alta teologia e di pomposa ritualità, ma di certo meno innamorati di Gesù.
Invece tutti gli altri, molto più numerosi, hanno il torto (grave) di amare “una Chiesa semplicemente normale” e quindi ben più vicina alla gente normale.
Quella che, giorno per giorno, deve imparare il mestiere di vivere fra mille problemi che la Chiesa dovrebbe guardare stando in mezzo ad essi, per meglio comprenderli, e non da una distanza che ne sottolinea il distacco nei fatti se non nelle parole.
Ma le parole senza i fatti perdono gran parte di significato. Lo sappiamo(quasi) tutti.
Il Papa che oggi guida la Chiesa lo sa bene.
Sa che da troppo tempo la gente normale desiderava avere una guida religiosa che dimostrasse vicinanza fattiva alle vicende degli uomini che vivono problemi sempre crescenti da cui spesso si sentono travolti. E che perciò fanno perdere l’orizzonte.
E se a perdere l’orizzonte è la Chiesa stessa– come è avvenuto da parecchio tempo a questa parte– che “guida” è?
Dice oggi A. Panebianco: “È normale che un uomo di Chiesa, Papa o semplice sacerdote che sia, innervi la sua visione cristiana anche di valori e idee che sono propri della società da cui proviene.”
Ha ragione.
Il fatto è che l’Europa si è distanziata dagli altri Paesi sotto tutti i punti di vista. E la Chiesa, guidata da sempre da papi europei ( bisognerebbe chiedersi il perché), è andata affidandosi a teorici messaggi cristiani di universale valenza, senza tener conto delle realtà locali ( lontane dalle nostre) che avrebbero potuto essere di grande insegnamento.
Perché la Chiesa non può affidarsi solo alla Tradizione scritta; deve attingere anche dalla vita di tutti i giorni dell’intera Umanità. Altrimenti si sclerotizza.
Deve conoscerla, deve interrogarla. Gesù stesso lo ha evidenziato.
Dio è presente nell’oggi di ogni essere umano, nella vita di tutti i popoli.
Papa Francesco, che proviene da una terra dove i pastori di anime hanno sentito l’urgenza EVANGELICA di stare al fianco dei loro fratelli, sta operando, da papa ( o “vescovo di Roma”), nello stesso identico modo.
A dispetto dei conservatori che non lo apprezzano, ed anzi biliosamente lo criticano, per le sue inaudite innovazioni. Ma forse, chissà, ne invidiano la sapienza.
Papa Francesco sta cercando di trasmettere alla Chiesa e al mondo “l’aria fresca del Vangelo”.
In parte lo ha già fatto e gli effetti benefici si colgono a colpo d’occhio.
Il primo capoverso: Certo malvisti dai etc…
Strano ma vero. Il computer non manda questa frase : certo malvisti dai “cosiddetti cattolici “doc”…
Che sarà mai?
A me fa morire come usino le stesse frasi. tipo Dario Fo: il Vaticano boicotta il Papa.
Che è quello che diceva la Raffaella: Vaticano, difendi Papa Benedetto, perchè secondo lei c’era un complotto modernista che vedeva Benedetto come il fumo negli occhi.
Alla fine è vero che non esistono fatti ma solo interpretazioni…
@Sara1
…è evidente che ci sono tre blog tradizionalisti [per] ogni fedele tradizionalista”
Giusta notazione molto vera. Anche si attenuano (le persone in buona fede se ne allontanano), e si isolano.
Anche il parallelo Fo – Raffaella è azzeccato.
Il bello è che, come vede chiunque abbia uno sguardo sereno sui fatti, tra Ratzinger e Bergoglio ci sono una sintonia e un’amicizia profonde. Tanto diversi, eppure così vicini. Il secondo sta realizzando ciò che il primo desiderava.
Ma che Ratzinger hanno in testa?
Il Ratzinger che ho conosciuto io, quando era Vescovo della diocesi e veniva a cresimare i ragazzi di Santa Maria Consolatrice a Casal Bertone era, ed è, meraviglioso! Dolcissimo, amabile, straordinario….coccolato tantissimo dalle famiglie. La differenza tra i due? Sostanziale nella forma: gli stili a confronto lo evidenziano. Ma serebbe un errore di valutazione considerare il contenitore senza visionare il contenuto [un rarissimo vaso ming di porcellana delfinemente decorato potrebbe contenere liquame, merda, e uno di latta Chanel 5, tanto per dire] ma torniamo ai confronti:nei contenuti, direi molto più incisiva, schietta, audace, di una audacia e trasparenza adamantina Ratzinger, che tocca tasti molto più stridenti sul piano disciplinare-pastorale-ecumenico- tanto da aprire il vaso di Pandora sugli abusi, tanto che, per schierarsi dalla parte dei deboli senza esitare si è inimicato una larghissima fetta del clero, e non so sul piano morale se costi di più denunciare la Chiesa per quel passato di scandali e di male o la corrente mala politica nostrana con il suo marciume ovviamente. Certo, ambia il modo di comunicare, questo si, certamente: timido, quasi timoroso il primo -ma non meno avvolgente nella sua dolcezza- molto più espansivo l’attulale , tipicamente latino…
Se il metro di giudizio dovesse dipendere dal fattore caratterial-regionale più che da oggettiva osservazione dell’operato…beh…sarebbe il trionfo dell’ignoranza e della banalità!
“Ma che Ratzinger hanno in testa?Infatti l’assurdo è anche questo: otto anni di denunce al relativismo ecc. e poi non si arrendono alla cruda verità dei fatti. Ratzinger ha espresso massima stima verso il suo successore, se a loro non piace ammettessero che è semplice questione di preferenze personali e lasciassero stare dottrina, tradizione e altro.
E Mancuso vedendo Gnocchi e Palmaro che si dichiarano orgogliosamente eretici, dissidenti e paladini del libero pensiero, riflettesse sul fatto che non sempre essere contro il sistema è segno di maggiore intelligenza e acume..
Io direi che è proprio il contrario.
Il vero paladino del libero pensiero è sempre stato Vito Mancuso, e perciò viene considerato un “teologo eretico” o quasi.
Chi osa dire cose nuove disturba–è sempre stato così– quelli arroccati su posizioni vecchie, smuove acque ristagnanti apportando rivoli di acqua nuova che non piacciono a quelli che si impantanano nelle abitudini.
Perché così è più comodo e distoglie dal pensare, ma anche perché si vogliono cullare vecchi timori di natura superstiziosa più che religiosa, da cui è difficile svincolarsi.
I vari Gnocchi e Palmaro, dissidenti per partito preso ( come tanti altri), tutto possono essere definiti tranne che “paladini del libero pensiero”. Questa espressione riferita a loro risulta beffarda e falsa.
Mi sembra, fra l’altro , che si ignori il significato di libertà di pensiero. O meglio: quei tali lo sono, liberi di pensiero, nella MIOPE misura in cui si trovano completamente d’ accordo sul piano di una religiosità retriva e asfittica.
Però a tutti è noto che la miopia è indice di vista corta, di mancanza di lungimiranza.
E questo è un difetto non da poco anche in campo religioso.
Chi si schiera con loro dovrebbe tenerlo presente.
Quando Sara1 dice assurdamente: “E Mancuso… riflettesse sul fatto che non sempre essere contro il sistema è segno di maggiore intelligenza e acume….” dimostra un’ acredine a buon mercato– e l’ha fatto altre volte– che non tiene conto di un fattore importantissimo: non si è contro il sistema per voler “dimostrare maggiore intelligenza e acume”, ma più semplicemente perché il proprio raziocinio e la propria libera coscienza, guidati dallo Spirito Santo, fanno uscire dagli stretti sentieri di sempre e indirizzano verso vie più larghe e aperte, comprensive di realtà complesse che ai più sfuggono. E che possono aprire gli occhi su verità prima nascoste e poi sempre più evidenti.
Se posso permettermi: i luoghi comuni, Sara1, lasciali da parte. Non è segno di intelligenza coltivarli. Pensa con la tua testa qualche volta.
Dai Marilisa, non fare troppo la saputella.
Che alcune teorie dell’ex prete Mancuso siano eretiche lo spiegò a suo tempo la Civiltà Cattolica rivista dei gesuiti, e, del resto, appare evidente a chiunque conosca il catechismo. Così che non è proprio il caso di ammirarlo o di portarlo ad esempio di intelligenza o di apertura mentale. Sono cose vecchie e piuttosto grette.
Bhe adesso sono considerati eretici anche Gnocchi e Palmaro, messi al bando addirittura da Radio Maria per avere osato criticare il Papa.
http://www.huffingtonpost.it/2013/10/11/gnocchi-palmaro-papa-francesco_n_4082664.html
Martiri di Radio Maria, e Mancuso che aspetta la scomunica da una vita….
http://www.stpauls.it/jesus/1311je/editoriale.htm
Scusate l’articolo di Jesus è questo, ho visto che il link di ieri è non è valido.
Molto molto interessante la considerazione di Jesus.
“La prima reazione è: finalmente nel mondo cattolico italiano si torna a discutere apertamente, si esprimono opinioni liberamente, si dà voce – anche tra il laicato – a idee che non devono coincidere per forza, almeno per ciò che non tocca l’essenza della fede, con quelle della gerarchia. In effetti, per troppo tempo sulla Chiesa italiana è pesata una cappa che ha soffocato la discussione e il confronto dei diversi punti di vista. Dunque, benvenute le critiche, anche se rivolte a papa Francesco. Perché queste sono il frutto di un nuovo stile – voluto dal Pontefice stesso – di maggiore attenzione e ascolto nei confronti di ciò che sentono, provano e vivono i battezzati”.
E’ vero. questo è un cambiamento grande, evidente e fruttuoso. Condiviso e apprezzo la linea del Papa Francesco in questo senso. E’ molto positiva.
Insomma, più che maggior dialogo c’è un cambio della guardia.
Questo di Jesus è un nobile tentativo di difendere veramente il dialogo, perchè i nuovi considerano spazzatura tutto quello che non viene dall’alto del Papa.
(vedi critiche aperte ai vescovi che non si adeguano senza tante storie al nuovo corso).
Che poi a me il tradizionalismo piace come il virus dell’influenza, però sentirsi dare lezioni di obbedienza al Papa da Mancuso non si può.
Più che altro c’è un nuovo clima, più propositivo, più attento al sociale, anche se io continuo a pensare che Papa Francesco sia nella sua vena popolare molto più conservatore di quanto non sembri.
(vedi diavolo, riferimenti ripetuti ai sacramenti, al peccato, alla confessione)
Un teologo un po’…. confuso.
http://www.uccronline.it/2013/02/22/la-confusione-teologica-di-vito-mancuso/
Guarda mattlar che i laici sono stati sempre presenti nella Chiesa; il computo dei laici martiri della storia che hanno dato la vita è enorme. Ti rammento, se ce ne fosse bisogno, che operano attivamente dal tempo delle crociate,guarda un po’, e quando la Chiesa si è isolata, come nel rinascimento ad esempio, hanno sopperito gli umanisti, i missionari che hanno evangelizzato con ardore e spirito di sacrificio.
Diaciamo che sempre più spesso, specie da un cinquantennio a questa parte,purtroppo, le offerte dei laici, le risposte sbrigative, superficiali e di breve respiro ai bisogni più fondamentali e profondi della persona fa considerare tristemente attuale il monito dell’Apostolo, quando mette in guardia il discepolo Timoteo dal giorno “in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma pur, di dire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci, rifiutando di dare ascolto alla verità per perdersi dietro alle favole” (2 Tm 4,3).
Proprio come il “teologo un po’ confuso” postato dall’ amica elsa, che saluto caramente.
Generalmente i grandi eretici della storia furono persaggi di un certo spessore, considerando come a tutt’oggi, molte delle grandi eresie ri-cicciano [o forse non si sono mai spente] come la malaerba.
Ma questo Mancuso è proprio una mezzacalzetta, o una mezza cartuccia, indifferentemente!
corrige@personaggi
Hai capito in America? (meglio di Mancuso)..
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/fede-faith-fe-musica-music-musica-29650/
🙂
Da noi se ne è occupato padre Spadaro (intervistatore del Papa) anni fa.
Almeno canta bene…
Il grande maestro Bartolucci -deceduto oggi- si starà girando nella bara. Grande interprete di musica Sacra, nominato da Pio XII nel 56 a direttore del coro Pontificio della Cappella Sistina con incarico perpetuo ; ha scritto una mole di musica enorme, un corpus di opere che supera i quaranta volumi e una quantità straordinaria tra mottetti, messe, laudi, inni, cantici oratori e messe per soli, coro e orchestra, e nessuno ha mai detto di lui che è un profeta…
Caro giuseppe2, a parte la “saputella” del cavolo ( risparmiati certi giudizi, per piacere), a me non interessa per niente quel che ha detto “Civiltà Cattolica”. Niente di niente.
Forse non mi hai inquadrato bene. Sappi allora che io non mi lascio influenzare da nessuno, fosse anche il Papa.
Il catechismo probabilmente lo conosco meglio di te e di tanti altri del blog.
E sicuramente lo conosce meglio di te lo stesso Mancuso ex prete.
Aprilo, il catechismo, alla pagina dove si parla del primato della coscienza personale, e vedrai. Altro che eresia!
Ma tu hai capito bene il mio discorso? Non mi pare proprio. Rileggilo allora, ma senza i preconcetti che sono la brutta bestia che intralcia il giudizio di chi, senza libertà di pensiero per l’appunto, segue una bandiera, e solo quella, per partito preso.
Ricordati che anche il grande G. Galilei era ritenuto eretico, lo hai dimenticato?
Io non considero “eretici” quelli che la Chiesa, sempre lentissima nel muoversi, ritiene tali solo perché non in linea con i suoi assunti.
Mancuso, l'”eretico” per i codini, dice cose sensatissime, a mio parere.
Posso non essere d’accordo con lui su certe asserzioni, ma su altre mi trovo in perfetto accordo.
Condivido una per una, per esempio, le sue parole sul Papa e sui citati Gnocchi e Palmaro, nonché sull’ “ateo devoto” Ferrara, che disquisisce su una materia su cui non è competente.
Lo ammiro, sì, per la sua libertà di pensiero e per la capacità di esprimerla nonostante riceva il disprezzo di molti cattolici. Cosa della quale lui è oltremodo consapevole. E non gli importa un bel niente.
Del resto, la Chiesa non lo ha scomunicato, e qualcosa vorrà pur dire. O no?
” Sono cose vecchie e piuttosto grette.” Ma quali cose sono “vecchie e grette”? Mica l’ho capito.
“Proprio ciò che per il mondo risulta affascinante, per tali cattolici è causa di scandalo, e giungono a descrivere il Papa come il più dozzinale dei populisti.”
Questo, per es., sarebbe “grettezza”? Ma se ha ragione da vendere!!
La dimostrazione più evidente dello “scandalo” c’è qui, in questo incomparabile blog, dove alcuni “devotissimi” lo sopportano obtorto collo.
Una curiosità su Bruce: questa canzone fu dedicata ai suoi figli (3) quando erano piccoli.
Ricordo che comprammo il disco insieme a mio marito (quando non eravamo ancora sposati) durante le vacanze di Pasqua e poi ho cantato tante volte al mio questa canzone.
E’ una delle più dolci per i bambini:
http://www.youtube.com/watch?v=EAkzIg27ob4
Grazie, Mattlar, per avere postato il commento di Jesus. Giusto, giustissimo.
“In effetti, per troppo tempo sulla Chiesa italiana è pesata una cappa che ha soffocato la discussione e il confronto dei diversi punti di vista.”
Niente di più vero.
Qualcuno qui dovrebbe imparare la lezione, ammesso che ci riesca.
Non prendertela, Marilisa. Io non inquadro, non disprezzo e non sopporto.
Il nostro non è tempo di scomuniche o anatemi, non sono queste le priorità, altrimenti come farebbe la Chiesa a percorrere le vie dell’ecumenismo alle quali è chiamata.
Il che non vuol dire che non ci si debba guardare dall’eresia come sempre. Il Sant’Uffisio è sempre all’opera, ma è tempo di conversione. Per tutti, anche per Mancuso e per me.
Ah, la conosco cara sara1, eh..anche a me evoca molti ricordi, anche struggenti…Grazie di cuore.
Mancuso è un alfiere del relativismo e sinceramente non capisco come si faccia a considerarlo un teologo cattolico.
Purtroppo ha trovato (non a caso) il consenso della stampa laicista e dei salotti buoni progressisti, così le sue idee circolano che è una meraviglia, aprescindere dal fatto che siano giuste o sbagliate, coerenti con il cattolicesimo o no. “IO e dio”.
Ha ragione Giuseppe a dire che è tempo di conversione per tutti: preghiamo per la nostra e per quella dei nostri fratelli (anche e soprattutto per coloro che pensano di non averne bisogno).
Attento, Federico, che qualcuno ti accuserà di dare patenti di cattolicità.
Perché ci fu certo un tempo in cui la cattolicità corrispondeva con il Simbolo niceno-costantinopolitano o con quello Apostolico.
Oggi invece chiunque lo voglia e qualsiasi cosa affermi o neghi può appiccicarsi a buon diritto il “tag” di cattolico senza che nessuno possa addurre riserve.
Per alcuni, cattolico è semplicemente chi “crede in Cristo”, dove il termine credere significa dire che Cristo è realmente vissuto e ha detto alcune cose interessanti e belle; il che non significa credere però, per carità, alla sua divinità, credere alla sua resurrezione ed ascensione.
Quindi dire “cattolico” oggi non significa nulla di preciso. Ed anzi in certe democrazie molto avanzate significa sinonimo di intolleranza, parzialità, arretratezza.