“Ti ho sempre considerato un segno, fin dal primo momento. Un segno attraverso il quale il Signore cercava di allontanarmi dagli errori, di darmi un’altra possibilità”: così Daniela Dichiara parla al figlio Stefano – colpito da tetraparesi spastica distonica – nel volumetto di Jessica Dichiara intitolato Racconto di te. I primi diciotto anni vissuti da un ragazzo speciale (Edizioni Simple, Macerata 2010): gli dedico un bicchiere di Vino Nuovo.
Daniela Dichiara: figlio tu sei un segno
15 Comments
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S T O R I E S T R A O R D I N A R I E
E’ difficile guardare il proprio figlio soffrire. Avevo Leonardo con me: bellissimo, due occhi meravigliosi, un volto stupendo. Non credo fosse affetto da tetraparesi, non so cosa avesse, non lo chiesi mai! Era sulla sedia a rotelle dalla nascita con il volto assolutamente inespressivo, solo gli occhi, grandi azzurrissimi, lasciavano intedere che capiva tutto perfettamentesenza. Ha frequentato i tre anni di catechismo con me, amato da tutti i coetanei, coccolato. Gli pulivano la bocca perfino dal rigagnolo di saliva, quando il freddo dell’inverno,congelando, provoca fastidiose screpolature. Agli incontri i genitori non venivano mai, c’era sempre qualcuno non di famiglia a prendersene cura. Sola una volta venne la madre e alla famosa, quanto maldestra frase: ” bisogna fare la volontà di Dio”, pronunciata incautamente da don Luciano, seguì un alterco dal quale preferii astenermi. La compresi perché, non tutti riescono a comprendere il nesso, vero, tra il dolore e la volontà di Dio…Dio non vuole il dolore…è la condizione barbina degli esseri umani. Non la volontà di Dio…Solo – e qui interviene Dio- senza di Lui sarebbe impossibile dare un senso e si resterebbe completamente schiacciati, stritolati sotto il peso….
Il problema grave è che spesso le madri si sentono responsabili e colpevoli delle malattie del figlio, altrettanto spesso i padri colpevolizzano le madri oppure se ne vanno affermando “non ce la faccio a sopportare tutto questo”.
L’angoscia che prende le madri al pensiero di quando non ci saranno più e questi figli dovranno vivere senza le protezioni.
Clodine, davvero frase fuori luogo quella del sacerdote; fuori luogo e falsa.
La volontà di Dio è quella di trovare persone che comprendono, che aiutano, che stanno al fianco … la volontà di Dio è quella di non abbandonare mai chi è in difficoltà così grave e devastante.
Se volete pensare che un genitore possa non rimanere “schiacciato del peso” di un figlio come Stefano, che spero non legga questo blog, solo in virtù della fede in Dio, padronissimi. Se volete pensare che non si possa vivere pienamente se non ricercando “un senso” nel trascendente, ancora padronissimi. Sia chiaro che parlate per voi, però. Io conosco genitori atei che assistono il proprio figlio bisognoso di tutto trovando l’energia esclusivamente nell’amore per lui. E conosco credenti che, per dire, mollano i propri genitori nella prima casa di riposo disponibile, pur avendo la possibilità di assisterli. Come al solito, a ciascuno la sua strada, la fede è una delle tante e non sempre la migliore.
Leopoldo, ti capisco. E so bene quanto gli atei possano essere migliori dei credenti.
Due cose vorrei dirti: la prima è che non tutti i “credenti” seguono il Vangelo e che esiste un “credere” sterile che va distinto dal credere fecondo, la seconda è che spesso noi credenti guardiamo agli atei dall’alto in basso, accusandoli di essere disimpegnati ed egocentrici. Quest’ultimo è un grave errore ed è anch’esso un tradimento del Vangelo.
“Il credente è un ateo che ogni giorno si sforza di cominciare a credere…
Se c’è una differenza da marcare, allora, non sarà forse tanto quella tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti”
(dalla Lettera ai cercatori di Dio – CEI)
(E perciò non è detto che chi si professa credente lo sia davvero)
Capisco bene lo scetticismo amaro di Leopoldo, al quale tuttavia dico che il giudizio è sempre rischioso. Mi riferisco alle sue parole “E conosco credenti che, per dire, mollano i propri genitori nella prima casa di riposo disponibile, pur avendo la possibilità di assisterli.” Per esperienza so che spesso coloro che mettono i genitori, o altre persone care, nelle case di riposo vengono criticati ingiustamente per giudizi superficiali. In realtà il più delle volte non si conoscono i veri motivi che hanno indotto ad una decisione sofferta. Da fuori è facile prendere cantonate. Mai giudicare.
@ Clodine
“La compresi perché, non tutti riescono a comprendere il nesso, vero, tra il dolore e la volontà di Dio…Dio non vuole il dolore…è la condizione barbina degli esseri umani. Non la volontà di Dio…Solo – e qui interviene Dio- senza di Lui sarebbe impossibile dare un senso e si resterebbe completamente schiacciati, stritolati sotto il peso….”
“Poiché la creazione fu sottoposta alla futilità, non di propria volontà, ma per mezzo di colui che la sottopose, in base alla speranza che la creazione stessa sarà pure resa libera dalla schiavitù della corruzione e avrà la gloriosa libertà dei figli di Dio. Poiché sappiamo che tutta la creazione continua a gemere insieme e ad essere in pena insieme fino ad ora. “ ( Romani 8.20-23)
Evidentemente il “don” non conosce questa scrittura e non sa nemmeno cosa significa.
@ marta09
Grande, molto grande e complesso il quesito che ha proposto: “L’angoscia che prende le madri al pensiero di quando non ci saranno più e questi figli dovranno vivere senza le protezioni.”
non ha però proposto alcuna soluzione. Sarebbe stato opportuno allargare il discorso e conoscere i pareri sul significato di “cos’è vita” e come va vissuta.
“la volontà di Dio è quella di non abbandonare mai chi è in difficoltà così grave e devastante.” – come lo sa ? da che cosa lo deduce ? Cosa pensa del suicidio ?
Se un genitore si suicida per far incassare ai figli con gravi menomazioni, la sua assicurazione sulla vita in modo che possano sopravvivere , commette peccato ?
E se un genitore sacrificasse la vita di un figlio con gravi menomazioni incapace di sostentamento autonomo per poter donare gli organi ad un altro che ha altre gravi difficoltà e non potrebbe sopravvivere senza un trapianto commette peccato ?
E se un genitore decidesse di non alimentare più un figlio che non è in grado di farlo da solo, o decidesse di non curarlo più non essendoci speranza di ripresa o miglioramento, e lo lasciasse deperire e morire, commette peccato ?
Non è mai così facile o semplice.
@ Leopoldo
Concordo e condivido il suo punto di vista.
@ nico
Allora se uno non è pensante non è credente; e se uno è pensante e proprio perché pensante, rifiuta le cerimonie e i riti e i dogmi è credente. – Grazie !
Che mente perversa!!!
@ marta09
Non è la mia mente perversa, è la vita che offre queste piacevolezze, alle quali occorre dare risposta anche se sgradevole, molto sgradevole.
Peccato che non sia ancora tutto “volemose bene e famo finta” che tutto sia bello ! Sono le risposte dure a dimostrare il contenuto di ogni contenitore, non la lamentale o il finto sdegno di circostanza in difesa dell’onorabilità di chi si dice cristiano e si comporta come pagano
.
E’ questa la vita anche se non piace con la quale confrontarsi. Occorre imparare a farlo. Lo sdegno e le lacrime sono per i piagnoni.
La storia d’amore che ci propone Luigi, oltre ad essere molto bella, è molto difficile da accettare e comprendere, per un ssacco di persone.
Per questo sono grata ogni volta che ci viene data l’occasione di pensarci,,,
Esattamente Marilisa, hai ragione…quello degli anziani nelle case di riposo è altro nervo scoperto, delicato, mai pensare che un figlio, una figlia godano nel lasciare il proprio “vecchio” in mani estranee! Purtroppo, veramente, ci sono situazioni drammatiche per cui, alternative, nessuna…. Intanto le case di riposo per anziani sono carestosissimme, e il più delle volte la misera pensioncina sociale non basta neppure per le spese più esigue per cui c’è surplus di denaro che viene aggiunto dai figli i quali, nella maggior parte dei casi, sono a loro volta padri, madri, nonni, con figli che pagano fior di mutui e vanno aiutati a loro volta, e non sempre si è in grado di accudire piccoli e anziani allo stesso tempo e nello stesso momento. E che dire nel caso in cui l’anziano genitore è malato? Alzaimer, Parkinson, demenza senile, quando necessitano di cure specifiche e personale specializzato?… l’Italia non è la Svezia, in Italia non ci sono strutture geriatriche che garantiscano un decorso dignitoso, e una fine dignitosa.Credo che ogni stato che si dica “di diritto” dovrebbe garantire ad ogni cittadino che ha speso la vita a servire la patria, lo stato, la chiesa, la famiglia, senza differenza di “casta”, un’isola felice quando si è in condizioni di fragilità estrema, come nella vecchiaia malata!. Invece tutto sulle spalle dei figli, solo sulle spalle dei figli…che non sempre ce la fanno! Mai giudicare scelte dolore! Nessun figlio gode nell’abbandonare il proprio genitore. ..MAI!
Forse mi sono espresso male. Non volevo dare giudizi (a parte il fatto che anche l’esaltazione di un comportamento è un giudizio, sia pure in positivo, che implica un giudizio negativo sul comportamento non conforme al primo). Volevo solo dire che la “costruzione di senso” che pare quotidianamente occuparci è il modo che abbiamo per dare valore alle nostre scelte di vita, che vengono prima del “senso” e che possono essere identiche se pure diversamente motivate.
Ho imparato a conoscere il tuo pensiero Leopoldo caro e dunque, figurati se posso leggere nelle tue parole anche il minimo indizio riconducibile ad eventuali giudizi! Ci mancherebbe. La mia era più una “protesta” sull’abbandono in cui versano le famiglie dinnanzi al problema enorme della disabilità, dell’anzianità: famiglie rese fragilissime da problemi enormi che non trovano risposta, ne risoluzione da parte di enti pubblici e statali!
Condivido, invece, i tuoi interventi, anche questo tuo ultimo in riferimento al primo; condivido il principio secondo il quale si ama a prescindere, non in virtù di un credo, di una religione… Si ama perché siamo impastati d’amore. Anche nella persona più malvagia c’è, in fondo al proprio essere quella scintilla di primigenio amore, ontologico amore, misterioso amore, che gratuitamente si dona…Anzi, talvolta -in modo inconsapevole- si ama in modo mercenario, con l’occhio rivolto al probabile “premio” futuro…
Che Dio ci liberi dall’amore mercenario!
“Nessun figlio gode nell’abbandonare il proprio genitore. ..MAI!”
http://www.corriere.it/cronache/11_febbraio_04/vibo-15enne-uccide-padre_6d341542-3045-11e0-b267-00144f02aabc.shtml
http://www.tgcom.mediaset.it/fotogallery/fotogallery7532.shtml
http://www.ilgiorno.it/brescia/cronaca/2011/01/03/437101-figlio_uccide_padre.shtml
Qualcuno è rimasto indietro o son parole in libertà ?