Samar Sinjab – 62 anni, medico di famiglia di origini siriane con lo studio a Mira, Venezia – muore di covid il 9 aprile 2020 affidando al figlio Rafi – anche lui medico – i suoi pazienti come fossero dei familiari. Aveva continuato fino all’ultimo a fare visite in studio e nelle case non disponendo di altro strumento di protezione oltre alla mascherina chirurgica. Nell’ultimo messaggio prima della terapia intensiva raccomanda al figlio di non dire ai pazienti del suo ricovero perché non si spaventino. Nei commenti le parole della donna narrate dal figlio e una scheda su questa famiglia di medici immigrati.
Dall’ospedale la dottoressa Samar affida i pazienti al figlio
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Un’eredità importante. Mamma – racconta il figlio Rafi El Mazloum, 35 anni – si è ammalata la prima settimana di marzo 2020. Appena varcata la porta del pronto soccorso mi ha detto: Rafi mi raccomando stai attento ai miei pazienti. Mi diceva sempre che il dolore e la malattia non vanno in ferie, non conoscono sabato e domenica. Mamma mi ha lasciato un’eredità importante. Sarebbe stato bello condividerla con lei.
https://www.rainews.it/tgr/veneto/video/2021/01/ven-Coronavirus-Rafi-El-Mazloum-Medico-Mira-Venezia-be270d20-ee20-4d41-a65f-0e7d23a463dd.html
Conosco le loro storie. Mi sono specializzato in Medicina legale all’università di Padova – racconta Rafi – ma nel nostro ambulatorio ho sempre seguito i pazienti assieme a mia madre. Ne aveva milleseicento e conosco tutte le loro storie.
https://www.linkiesta.it/2020/04/coronavirus-dottore-italo-siriano/
Pensaci tu. Prima di finire in terapia intensiva, nell’ultimo messaggio su WhatsApp, mamma mi ha scritto: “Pensaci tu all’ambulatorio. Pensaci tu! Non dire a nessuno che sono qui! Torno a casa presto”.
https://www.nuoveradici.world/articoli-in-evidenza/nel-nome-della-madre-storia-di-una-famiglia-di-medici-italosiriani-nella-pandemia/
Tornerò stai tranquillo. I suoi pazienti – dice Rafi della mamma Samar – erano quasi di famiglia. Quando mia madre è entrata in ospedale si è raccomandata che non lo sapessero. Non voleva che si spaventassero. L’ultima volta che le ho parlato al telefono, l’8 marzo, mi ha dato indicazione di fare un paio di ricette per alcuni suoi pazienti che avevano patologie croniche. Poi mi ha detto: “Vedrai, tornerò, stai tranquillo”. Da allora non l’ho mai più vista né sentita. Due giorni fa mi hanno detto che stava recuperando, pensavano di poterla far tornare in reparto. Poi mi hanno chiamato dall’ospedale per dire che era morta”.
https://www.ilriformista.it/amici-tornero-presto-la-promessa-non-mantenuta-da-samar-vittima-numero-100-tra-i-medici-78833/
Una famiglia di medici. In Italia Samar era venuta da giovane per studiare medicina a Padova insieme al marito Omar El Mazloum, morto anni fa. Il marito era pediatra e medici sono diventati i due figli: Rafi, medico legale; e Dania, pediatra come il papà. Dal 1994 al 2003 Samar aveva lavorato come guardia medica negli ospedali del Veneto, nel 2003 aveva aperto lo studio di Mira che ora è passato al figlio.
Settantanove storie. Questa di Samar Sinjab è la settantanovesima vicenda da Covid – 19 che racconto nel blog. Per vedere le altre vai al capitolo 22 “Storie di pandemia” della pagina “Cerco fatti di Vangelo” elencata sotto la mia foto:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/cerco-fatti-di-vangelo/22-storie-di-pandemia/
Conoscevo, ovviamente, questa storia, accaduta, ad un tiro di schioppo da casa mia, ancora all’inizio del periodi di pandemia: non m’era, però (e me ne scuso con Luigi), venuto in mente di segnalarla a Luigi come possibile “fatto di Vangelo”.
Quel che, comunque, si coglie anche dalla narrazione di Luigi è la felice e positiva integrazione di questa famiglia di immigrati siriani (al pari di tanti altri immigrati) tra la gente semplice e dignitosa delle mie terre.
Buona domenica a tutte ed a tutti !
Roberto Caligaris
La disgrazia ha portato con sé la possibilità di conoscere tante persone meravigliose.