Il Consiglio permanente della Cei (21-24 gennaio) ha preso alcune decisioni riguardanti la prolusione del presidente: forse quella fatta dal cardinale Bassetti lunedì resterà come l’ultima della serie; un’iniziativa per la pace nel Mediterraneo; l’inserimento nel messale della nuova traduzione del Padre Nostro. Nei commenti il testo del comunicato e i dettagli giornalistici.
Dalla Cei novità sul Padre Nostro e sul Mediterraneo
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Presidente che vai prolusione che trovi. Nel comunicato sui lavori del Consiglio si legge tra l’altro: “Tra i membri del Consiglio Permanente è emersa la volontà di procedere a un cambiamento delle modalità di svolgimento della prolusione del presidente […]; i Vescovi hanno assunto la proposta, avanzata dal Card. Bassetti, di promuovere come Cei un’iniziativa delle Chiese per contribuire alla pace nel Mediterraneo […]; [una delle comunicazioni ha riguardato] il percorso per l’approvazione della terza edizione del Messale Romano e per l’introduzione in essa della nuova traduzione italiana del Padre nostro”. Con la Cei ci vuole pazienza e per capire bisogna uscire dal linguaggio cifrato. L’uscita sarà nei commenti seguenti.
Padre Nostro. Nella conferenza stampa tenuta oggi a conclusione dei lavori del Consiglio, l’arcivescovo Nunzio Galantino, segretario della Cei, ha ricordato che la traduzione «non abbandonarci alla tentazione» – al posto della precedente “non indurci in tentazione” – è già presente «nella versione della Bibbia della Cei del 2008». Il punto, ha precisato, «era se trasferire questa traduzione nell’uso liturgico, cioè nel Messale, e i vescovi hanno deciso di rendere l’inclusione obbligatoria». Questa inclusione avverrà con la pubblicazione del “nuovo Messale”, prevista a breve.
Più dibattito in Cei. «Dalla prossima riunione – ha annunciato Galantino – diffonderemo il comunicato conclusivo con i contenuti proposti dal presidente ma dopo il dibattito tra i vescovi». “La novità – commenta ‘Avvenire’ – è figlia di quello stile aperto al dialogo che vuole portare in Cei l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, da otto mesi alla guida della Conferenza. Così a partire dal prossimo Consiglio permanente – che sarà a marzo – la prolusione verrà sostituita da una breve introduzione, subito seguita da un confronto sui temi di fondo della Chiesa e del Paese, come Bassetti ha spiegato ai vescovi riuniti fino a ieri. Lo stesso cardinale aveva anticipato al quotidiano dei cattolici le sue intenzioni lo scorso ottobre”. L’introduzione avverrà a porte chiuse, ampio spazio verrà dato alla discussione e il contributo collegiale “sarà destinato a confluire in un testo del presidente collocato a conclusione dei lavori che valorizzerebbe il dibattito interno e avrebbe la forza del discernimento comunitario”.
Vescovi del Mediterraneo. Scrive ancora “Avvenire”: “Era il 1958 quando il ‘sindaco santo’ di Firenze, Giorgio La Pira, faceva nascere i ‘Colloqui mediterranei’ con lo scopo di cooperare alla costruzione della pace. A distanza di sessant’anni il presidente della Cei mettendosi alla scuola del politico democristiano lancia un ‘Incontro di riflessione e di spiritualità per la pace nel Mediterraneo’ che sarà promosso dalla Conferenza episcopale italiana e coinvolgerà i vescovi cattolici di rito latino e orientale dei Paesi che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo. L’incontro ha suscitato un consenso unanime nel Consiglio permanente. Si terrà in Italia ma la sede non è ancora definita”.
Buongiorno, Luigi. A proposito del Padre Nostro, un mio amico mi ha confidato che lo recita così:
“Padre nostro, che sei nei cieli e nel mio cuore, dà a tutti il pane quotidiano….
Non abbandonarci nella tentazione e nel peccato, e liberaci da tutti i mali. Amen”.
A me piace, del resto che Dio è in noi lo disse Gesù “«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv., 14, 23).
Io penso che si possa recitare, no?… Cari saluti a te e a tutti.
Ognuno puo’ cambiare come gli piace le parole del Padre Nostro., come chiunque puo’ cambiare suonandole le note di una partitura. Mozart aveva scritto L’ accordo di re minore, e io invece suono L’ accordo di mi bemolle maggiore, perche’ mi suona meglio. Chi puo’ impedirmelo nessuno! Pero’ non e’ piu’ Mozart.
Tutto si può ‘ fare. Solo per onesta’ non si dovrebbero spacciare queste versioni ” creative” , con parole cambiate, del Padre Nostro per la preghiera , riportata dai Vangeli, che ci ha insegnato Gesu’ . Gesu’ ci ha insegnato una preghiera con specifiche parole. Se noi cambiamo le parole non e’ piu’ la preghiera di Gesu’ come se cambio le note non e’ piu’ la musica di Mozart.
Evidentemente la ” fedelta’” al testo non e’ piu’ un valore per i traduttori CEI, che preferisco mettere al primo posto nelle traduzione le loro personali interpretazioni del testo.
Ce ne eravamo accorti da un pezzo, quasi tutti le frasi della liturgia sono state tradotte in maniera inesatta a cominciare dal ” pro multis” tradotto con ” per tutti”.
Ce ne faremo una ragione anche del Padre Nostro, anche perche’ mi pare ridicola la pretesa di ” obbligatorieta’ di dire la nuova versione.
E se uno recita il Pater Noster con le classiche parole ” non ci indurre in tentazione” che faranno, lo scomunicano?
I protestanti hanno deciso che loro non cambieranno niente. E neppure gli ortodossi.
Quindi con tutto questo ecumenismo di facciata avremo una cosa in piu’che ci dividera da protestanti ed ortodossi:le parole del Pater Noster.
Finalmente si cambieranno nel Padre Nostro le parole ” non ci indurre in tentazione”. Dove parrebbe che fosse Dio Padre a darci, volutamente, tentazioni pericolose.
Parole scandalose, se è vero che Dio è un Padre buono.
Può un padre terreno esporre un proprio figlio al pericolo? Credo proprio di no, a meno che non si tratti di un padre irresponsabile o crudele ( e ce ne sono di padri così).
Da molto tempo io recito: “non ci abbandonare alla tentazione.” Potrei anche dire: ” non ci abbandonare nella prova”.
Che vuol dire in realtà quell’espressione ” non ci indurre in tentazione” cristallizzatasi lungo l’arco dei secoli?
La “tentazione” non la si deve intendere nell’accezione comune del termine. Significa invece “prova”. L’espressione tutta ha il senso di non essere lasciati nella prova così a lungo da essere, alla fine, tentati di cedere al peccato. Va vista nell’ottica di Gesù stesso che nel deserto fu tentato dal diavolo, dopo ben quaranta giorni estenuanti di digiuno, a porsi dei dubbi sulla sua identità. E riuscì a resistere alla tentazione di avere una potenza tutta umana quale è quella di certi uomini, qui sulla Terra, che si sentono ricchi e padroni del mondo.
Ne ho in mente uno in particolare.
Luigi, cancella pure il mio intervento…
Buona sera.
Rif. 15.20 – Per chi paventa la messa ecumenica
….insomma avremo una messa ecumenica senza “pater” ecumenico: un grande argine inaspettatamente messo dai cattolici.
Quindi, come detto: una cosa in più ci dividerà. Addio ecumenismo.
Ma no padre Amigoni non si preoccupi la Messa ecumenica , da lei tanto speratA, ci sarà’ ci sarà’ . No problem.
Cambieranno le parole del Canone ed opla’ anche i protestanti potranno celebrare insieme ai cattolici.
Cambiando qualche paroletta un po’ qua un po’ la’ , ci ritroveremo tutti uniti.
Uniti non nella verita’ ma nella menzogna. Ma tanto, che importa?
Uniti nella menzogna: il futuro dell’ ecumenismo.
Hanno cambiato le parole del Pater Noster. Cosa puo’impedire che in futuro cambino le parole della Consacrazione?Nulla. Nulla puo’ impedirlo. Bergoglio se vuole da domani puo’ imporre la Messa ecumenica esattamente come ha “imposto” le nuove parole del Padre Nostro. Ormai non c’ e’ freno alla frenesia dei modernisti. Tutto sara’cambiato. E sara’ OBBLIGATORIO adeguarsi ai cambiamenti.
Il fedele non sara’ piu’ libero di pregare il Padre Nostro come ha ßempre fatto ma sara’ obbligato a cambiare le parole.
Caro padre Amigoni inutile dire che lei e quelli come lei gongolano di questo nuovo autoritarismo clericale.
E dunque, Venturi, cosa stai aspettando?
Bussa alla porta degli ortodossi o dei protestanti.
Nella menzogna, per il momento, mi sembri albergare solo tu.
Da tempo immemore, per giunta.
Maria Cristina Venturi. Non vengono cambiate le parole del “Padre nostro” e al singolo cristiano non viene imposto nulla. – Viene cambiato non il “Padre nostro” insegnato da Gesù ma la traduzione italiana del testo greco trasmesso dai Vangeli. Gesù lo pronunciò in aramaico, i Vangeli ce lo hanno dato in greco. Ambrogio di Milano – che parlava il greco e dunque ne capiva – già traduceva: “Et ne patiaris induci nos in tentationem” (E non permettere che siamo indotti in tentazione). Ora dalla traduzione di Girolamo si torna a quella di Ambrogio. Dovresti festeggiare, essendo ambrosiana. – Quanto all’imposizione: nessuno sarà obbligato a pregare secondo la nuova traduzione, ma essa diverrà normativa per il Messale, se l’assemblea dei vescovi convocata per novembre così deciderà. Vuol dire che quella formula sarà usata nella celebrazione in italiano, mentre la celebrazione secondo il Vetus Ordo sarà quella di sempre e nella preghiera personale ognuno potrà attenersi alla traduzione che preferisce.
Si può essere critici su qualche decisione della Cei e dei traduttori della Nuova Versione senza dover poi leggere l’immancabile post di Cuffini che dice che la opinione espressa vale zero?
So che la mia opinione “vale zero” ( ossia non ha la benché minima influenza sulle decisioni prese ) . Quindi è inutile che me lo ricordi.
Tutto ciò premesso dico che questa nuova versione del Padre nostro non mi piace per nulla. Perché? perché si distacca sia dall’originale greco che dalla traduzione latina adottata da secoli nell’emisfero occidentale.
La traduzione precedente ” non ci indurre in tentazione ” creava problemi? INdubbiamente si: INDUCEVA a riflettere sulla tentazione, sul rapporto tra il Padre e la tentazione, sul rapporto tra la bontà di Dio e il fatto che Lui stesso potesse “provarci”.
La attuale versione NON È una traduzione ma una INTERPRETAZIONE, che elimina altre possibili interpretazioni come sbagliate.
Ora la Scrittura è piena di termini “pregnanti” che hanno molti possibili significati – forse tutti PARZIALMENTE corretti. L’autore biblico, ispirato dallo Spirito Santo avrebbe potuto usare parole diverse, più “esatte” e meno “pregnanti”? Certamente s. E perché non lo ha fatto?
E parafrasando lo ormai famoso ” chi sono io per giudicare ” , lo applicherei anche al caso odierno : chi sono io per giudicare che lo Spirito Santo potesse essere un po’ più accorto nell’usare un termine suscettibile di essere mal compreso?
( Lo stesso discorso vale anche per numerosi altri passi della Nuova traduzione, ad es lc 14,26 )
Poi vorrei rimarcare quello che scrive Luigi:la traduzione era già quella della Bibbia CEI del 2008, felicemente regnante Benedetto, MCV aveva già strepitato allora?
Cristina vicquery
Si caro Cuffini , credo proprio che bussero’ ‘ alla porta degli Ortodossi.
Ma questo anche se sono solo una persona e’ un FALLIMENTO della Chiesa cattolica. Se da domani mi farò’ ortodossa e’ un fallimento caro Cuffini della Chiesa cattolica.
Il vostro mantra e’ se non vi va bene cosi’ andatevene, chi se ne frega. .
Benissimo ma quando se ne saranno andati in tanti, forse allora vi renderete conto.
Bene, Zezza.
Non ti piace.
A me, per dire, non piace la cipolla nel minestrone.
De gustibus, come suol dirsi.
Non ne farei un dramma.
(ps.Come conseguenze dirette, mi spiace procurarti un’irritazione,l’opinione espressa vale zero. Non certo perché lo dico io ( idem con patate, zero doppio) ma perché, banalmente, E’ COSI’.)
Per chi pensasse che l’espressione “ALBERGARE NELLA MENZOGNA” sia un insulto, invito a leggere il commento venturiano delle 18,41 per verificare che si tratta di semplicissima constatazione.
X Cristina viquery
Voi pensare solo per ” cordate clericali” il vostro pensiero distorto e’ solo per fazioni ecclesiastiche.Posso dire che a me di quello che ha permesso Benenedetto XVI. Non mi importa più’ di tanto. A voi invece dovrebbe importare: generazioni di cristiani hanno pregato il Padre Nostro con certe parole. Ora voi gliele cambiate gli imponete di pregare in modo diverso.
Cara Cristina Viquery non ti sembra un esempio eclatante di prepotenza clericale?
Alla vecchietta che dice il Rosario da una vita e che da una vit pronunciamento parole ” non ci indurre in tentazione’ voi imponete di cambiare le parole.
Vi sembra cristiano ? A ne sembra allucinante.
Cambierete anche le parole dell’ Ave Maria?
P. Amigoni,
le riporto la spiegazione che diede p. Nicola Bux in un suo saggio:
“”.
Ci sono tanti altri esperti di greco che hanno spiegato perfettamente il perche’ i Padri della Chiesa hanno tradotto in quel modo il Pater Nostro che da come leggo sul blog di Tosatti il testo originale in aramaico e datato fine primo secolo).
http://www.marcotosatti.com/
Ma vede, se non si vuole essere ipocriti, e qui su questo blog siamo sempre stati tutti trasparenti nell’esprimere le proprie opinioni, dobbiamo parlare di quello che e’ il vero “frutto”, dovrei dire nascosto, ma a me molto evidende in questa traduzione, ossia il messaggio che si vuole far passare.
La Boe, alla quale non manca la schiettezza, e’ stata molto chiara: ” Può un padre terreno esporre un proprio figlio al pericolo? Credo proprio di no, a meno che non si tratti di un padre irresponsabile o crudele ( e ce ne sono di padri così).”, ecco qui il frutto.
Mentre “san Tommaso D’Aquino nel suo Commento al Padre Nostro, dopo aver premesso che Dio ‘tenta’ l’uomo per saggiarne le virtù….”, il nuovo illuminismo della nuova chiesa non condivide per nulla questo Dio che mette alla prova, il Dio della Croce.
La chiesa del buonismo e dell’ecumenismo, non puo lasciare nel Padre Nostro la frase “non ci indurre in tentazione” , molto ma molto meglio “non abbandonarci alla tentazione”, tutto in linea con il pensiero del:
se l’inferno esiste e’ vuoto oppure l’unico sfigato e’ Lucifero(Satana e’ un nome non politicamente corretto).
Poco imporsa se per ora il Padre Nostro tradotto “non abbandonarci alla tentazione”, diverrà solo normativa per il Messale, chi ha fatto questa traduzione non guarda a questa generazioni ma alla prossima.
Come ripete sempre Bergoglio, non importa le riforme dove arrivano, l’importante e’ che siano IRREVERSIBILI.
Ricordo a Cristina viquery
la frase che Joseph Ratzinger pronunciò al Meeting di Rimini del 1990 sulla riforma della Chiesa. “In che consiste, si chiese, l’autentica riforma? Si tratta, rispose, di un’azione simile a quella che lo scultore fa con la pietra: non un aggiungere, ma un togliere, un’«ablatio». Togliere tutto ciò che non è essenziale: «Riforma è sempre nuovamente una “ablatio”: un toglier via, affinché divenga visibile la “nobilis forma”, il volto della Sposa e insieme con esso anche il volto dello Sposo stesso, il Signore vivente. Non è di una Chiesa più umana che abbiamo bisogno, bensì di una Chiesa più divina; solo allora essa sarà anche veramente umana».”
la spiegazione del del p.Nicola Bux per chi vuole su:
http://www.marcotosatti.com/
VOI, chi?!
Qualcuno puo’ rompere l’incantesimo in cui vive ( finge di vivere) Venturi?
la vecchietta può dire quello che le pare quando prega privatamente, un sopruso clericale il cambiare le parole?? non credo che Dio induca in tentazione nessuno…
non è un sopruso clericale anche voler obbligare a comunicarsi in ginocchio tirando fuori la lingua? non è un sopruso clericale inventarsi due forme di uno stesso rito, cosa mai successa nella Chiesa???
ce ne sono un bel po’ di soprusi, alcuni sono di tuo gusto, altri no…alcuni sono di mio gusto altri no….
cristina vicquery
Voglio solo far notare a coloro che sono scontenti della “interpretazione modernista” del Padre Nostro che l’interpretazione resa con “non indurci in tentazione” era una esegesi SBAGLIATA. Chiaro? Non vi piace questa cosa? Però, cari signori, è così, vi piaccia o non vi piaccia. Oggi lo si sa con certezza.
Allora è più che evidente che a voi piace solo ciò che è vecchio anche se è sbagliato.
Non accampate, per piacere, pretesti e pretese e giustificazioni a capocchia, che fanno ridere tutti i polli del mondo.
Abbiate il coraggio di dire a voi stessi: a noi piace il vecchiume e non ci piacciono gli aggiornamenti. Punto.
Contenti voi…
“inventarsi due forme di uno stesso rito, cosa mai successa nella Chiesa”
Mi dispiace disilludere PIcchio, ma nella Chiesa ci sono state molte forme diverse dello stesso rito, fino alla loro unificazione nel mondo occidentale – che ha lasciato comunque delle varianti ( vedi il rito ambrosiano ancora attuale ) . Esistono anche riti cattolici orientali diversi – tutti egualmente validi.
“il nuovo illuminismo della nuova chiesa non condivide per nulla questo Dio che mette alla prova, il Dio della Croce.”
Essantapace, che cumulo di fandonie.
beppe nella chiesa ci sono tanti riti diversi, il romano, l’ambrosiano, il siriaco, l’alessandrino, ecc, ecc, ma di ognuno di questi una sola forma.
Stai confondendo riti e forme che sono due cose diverse.
cristina vicquery
A victoria : cortesemente mi indichi chi e come ha “dimostrato” che la traduzione tradizionale è “sbagliata”
A cristina picchio : sono ignorante, ma non comprendo dove sta lo scandalo. So per certo ad esempio che esistono diverse “forme” per il rito del sacramento della riconciliazione o penitenza.
Se esistono modi diversi di eseguire la stessa cosa ( es il sacrificio eucaristico ) il modo alessandrino, l’ambrosiano ecc a seconda della specifica “tradizione” non possono esistere modi diversi nell’ambito della stessa “tradizione”?
A proposito di traduzioni, fa molto riflettere quello che e’ successo ai Francescani dell’Immacolata.
Mentre con Benedetto XVI, con il motu proprio Summorum Pontificium , era stato riabilitato il rito gregoriano stabilendone la “celebrabilità” come forma straordinaria.
Nell’era Francesco, p. Siano, la “voce coraggiosa” dei Francescani dell’Immacolata, ha detto che e’ stato detto:
«Se non togliete il latino dal Seminario [di allora, Seminario Teologico dell’Immacolata Mediatrice – STIM] vi denunciamo in Congregazione [CIVCSVA] dove sapete che ci sono «modernisti» [o «progressisti»] che vi faranno commissariare». Ed è avvenuto proprio così. Non ci piegammo alla minaccia, e vennero Visita e Commissariamento”.
Perche’ questo?
Semplice, il latino era la lingua della Chiesa; in tutto il mondo la Chiesa parlava con il latino, non era possibile, come puo succedere ora, interpretare nelle diverse lingue come si vuole( molte frasi per esempio in inglese, non rendono in italiano), era la lingua universale (appunto cattolico significa universale) della Chiesa ” e ci univa al passato alla “storia” della Chiesa.
Il latino , a differenza di quello che si pensa, ossia che era causa della distanze tra il Clero e il i fedeli, per cui viva la lingua nazionale, era la lingua che univa sia i fedeli di tutto il mondo che il passato(i Padri della Chiesa) con il presente e il futuro.
Ed appunto invisa ai modernisti per la forza della tradizione che si porta con se.
Cuffini, si metta d’accordo con la Boe 🙂
Cuffini,
si metta d’accordo anche con se stesso.
In discussioni passate, dove alcuni di noi spiegavano che Dio puo mettere alla “prova”, che i Santi appunto sono messi alla prova da Dio e soffrono per salvare le anime peccatrici, prendendosi un po della Croce di Cristo.
Che appunto una malattia puo essere “permessa” da Dio come Carita’ per portare il peccatore a Lui.
Che la “paura” di Dio puo essere salvifica, ecc ecc.
Lei disse, cosi come la Boe, che stavamo farneticando, o mi sono sbagliato?
beppe
lo ” scandalo” sta nel fatto che questo è stato salutato con gaudio dagli amanti della tradizione quando nella storia bimillenaria della Chiesa non era mai successo che coesistessero due forme dello stesso rito, infatti una è stata definita ordinaria, da usare sempre, l’altra invece straordinaria, da usare solo ogni tanto, ma anche così è una cosa mai vista prima….
un bel esempio di sopruso clericale, direi beppe.
cristina vicquery
Spiegassero, Salcone?
🙂 🙂 🙂
“Che alcuni di noi spiegassero qualcosa”, Salcone?
E che mai possiamo spiegare, in materia di fede? Zero.
Hai una pericolosa tendenza a scordartene.
Non facciamo ridere il pollame più di quanto già si sganasci.
Non esiste nessun nuovo illuminismo e non esiste nessuna nuova chiesa.
O ti risulta da qualche “rivelazione” sottobanco?
vincenzo sono andata a messa in giappone, nelle filippine, in indonesia, in corea, in vietnam, in thailandia francamente questi del latino non ne sanno un tubo, permetti che possano pregare in una lingua che capiscono? invece di biascicare il rosario in un angolo assistendo allo spettacolo come faceva mia nonna?
cristina vicquery
Il primo errore di traduzione nel “Padre Nostro” è nella sua prima parola.
Infatti c’è un dato storico che non si accorda con le aspettative giudaiche o dei discepoli di Gesù. E questo dato è riferito al fatto di invocare Dio chiamandolo “papà”: “Avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: ‘Abbà! Padre!’” (Rm 8:15). Quell’abbà ebraico non è semplicemente “padre” (av, padre), ma (abbà) ovvero il nome affettuoso con cui i figli ebrei chiamavano il padre (il nostro “babbo”, “papà”). E invocare così Dio per i giudei era inappropriato.
Ma invece, come riferisce Luca, Dio è soltanto “abbà”, “papà”. Si ha quindi un senso di intimità molto profonda. E il termine “abbà”, come noto, è proprio Gesù ad usarlo.
E’ una sintesi di farina proveniente dal sacco di altri, non dal mio, ovviamente.
Buona notte.
Dato per scontato che ci sei e non ci fai, mi chiedo allora: quando mai ti ho chiesto che mi devi spiegare in materia di fede?? 🙂
Ho riportato le parole della Boe:” Può un padre terreno esporre un proprio figlio al pericolo? Credo proprio di no, a meno che non si tratti di un padre irresponsabile o crudele ( e ce ne sono di padri così).”
Ho ricordato che nelle diverse discussioni la Boe ha detto che non crede ad un Dio che mette alla prova, che induce in tentazione, perche’ spiegava sarebbe un padre crudele.
Le ho fatto una semplice domanda: E’ questo il suo pensiero?
Anche lei pensa che Dio non puo metterci alla prova?
Ancora meglio: dato che san Tommaso D’Aquino nel suo Commento al Padre Nostro, ha premesso che Dio ‘tenta’ l’uomo per saggiarne le virtù,
anche lei condivide il pensiero di Tommaso D’Aquino?
Mi basta due lettere Si, No, non civuole tanto.
Cristina, mia nonna non lo biascicava, lo sapeva perfettamente e mi dava delle spiegazioni in materia, qualsiasi domanda le facessi, da stupirmi ed aveva la quinta elementare, capisci…..la quinta l’elementare.
E’ lei che mi ha spiegato l’importanza del rosario, ne diceva uno per ogni sua figlia e figlio.
Io il latino non lo so, ma grazie a lei dico il rosario in latino, mi permette una maggiore “concentrazione”.
Quando ero piccolo se chiedevi ad una vecchietta cos’e’ la S.Trinita’ ti spiegavano tutto….. prova a chiedere ora ad un ragazzo che cos’e’….
Un sondaggio appena uscito sulle nuove generazioni, si chiedeva Cristo chi e’, il 50% non sapeva che era Dio.
Viva la nonna.
Imitala.
Prova a sostituire un bel giro di Corona a Brizzi, Valli e Tosatti, e vedrai che mirabilie.
Vediamo di chiarire alcune cose.
Posto che a me non piace inventare e invece mi piace molto apprendere da chi è più esperto di me in questo o in quel campo, io mi propongo sempre di non fossilizzarmi su posizioni assunte nel tempo; e quando trovo spiegazioni diverse dalle solite che mi paiono condivisibili, non vado certo a demonizzarle, ma presto ascolto con grande attenzione, approfondisco e mi rendo conto che svariate cose assunte come stabili, in realtà vanno modificate. In più aggiungo che, poiché il buon Dio, mi ha dato una mente raziocinante, fino a quando la salute mentale mi assisterà ( spero per molto tempo), lo ringrazierò facendo funzionare il cervello col criterio del discernimento, senza lasciarmi condizionare da niente e da nessuno, fosse anche un re o un papa…o una nonna.
Dopo questa premessa, devo dire che già da quando ero ragazza nella preghiera del Padre nostro non mi quadrava proprio per niente quel “non ci indurre in tentazione” attribuito a Dio, il Padre buono degli uomini tutti.
Poi, guarda caso, vengo a sapere, nel mio percorso religioso cristiano, che perfino qualcuno molto più in alto di me aveva detto che Dio non induce in tentazione.
Giacomo infatti aveva detto( Gc 1,13-15):”Nessuno quando è tentato dica: sono tentato da Dio; perché Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male.”
Vado a leggere libri di alta spiritualità cristiana e vedo che persone illustri in ambito religioso hanno scritto che quel ” non indurci in tentazione” è una versione inadeguata delle parole di Gesù perché fa comprendere che sia Dio l’autore della tentazione, mentre così non è.
Scrive il teologo Giuseppe Pulcinelli su “Famiglia Cristiana” rispondendo ad una precisa domanda di un lettore: “Nell’originale greco c’è il verbo eisenenkes che significa “immettere”, “introdurre”. Ma si vuol forse dire che Dio spinge l’uomo verso il male (la tentazione) e quindi gli si chiede di non farlo? In realtà, alla luce di altri passi della Scrittura (cfr. Gc 1,13: «Dio non tenta nessuno»), si può e si deve dare un’altra spiegazione. Il verbo greco probabilmente traduce – in modo approssimativo – un originale semitico che va compreso in base a testi come il Salmo 140 (141),4: «Non lasciare che il mio cuore si pieghi al male e compia azioni inique con i peccatori». Il senso dell’invocazione è dunque: «Non ci lasciare entrare e soccombere nella tentazione». Speriamo che presto venga adottata anche nella liturgia la versione ufficiale della Cei (2008), che ha corretto con «non abbandonarci alla tentazione».
Sembra convincente questa risposta del teologo? Magari no.
Allora propongo a chi non fosse convinto, di guardare il seguente video su You Tube:https://www.youtube.com/watch?v=feg1vrP5kWA.
In esso è possibile vedere che la parola “tentazione” nell’originale aramaico risulta essere “prova”. Si legge infatti: “non passare noi alla prova”.
Ancora: fr. E. Bianchi ha scritto un bel libretto intitolato “Il Padre nostro”-sottotitolo “Compendio di tutto il Vangelo”– in cui, dopo aver reso quella frase con “non ci lasciar cadere in tentazione” ( ben diverso da “non ci indurre”) dice : “il discepolo–avverte Gesù–deve vigilare e pregare per non entrare in tentazione, e pregare significa chiedere l’aiuto del Signore, la sua protezione, il suo amore nell’ ORA DELLA PROVA….Essere tentati fa parte del cammino della sequela di Gesù: anch’egli infatti nei giorni della sua vita terrena fu messo alla prova…”
E noi sappiamo delle sue tentazioni nel deserto ad opera del Maligno.
Propongo un altro video su You tube in cui un biblista, don Giuseppe Barbaglia, tiene una conferenza sul Padre Nostro dove spiega dettagliatamente il senso della frase in questione:
https://www.youtube.com/watch?v=tlVEXC8dmI8
Signori cari, ho molto rispetto per voi, però vi consiglio di tenervi aggiornati leggendo e vedendo interessanti conferenze tenute da persone preparate–teologi e biblisti– che vogliono semplicemente darci il loro sapere per non lasciarci nell’ignoranza. E dobbiamo ringraziarli di questo.
Se si vuole restare ancorati a vecchi schemi fuorvianti, si resta sepolti davvero in un mare di ignoranza.
“…dato che san Tommaso D’Aquino nel suo Commento al Padre Nostro, ha premesso che Dio ‘tenta’ l’uomo per saggiarne le virtù,
anche lei condivide il pensiero di Tommaso D’Aquino?”
Io no, non condivido il pensiero di Tommaso D’Aquino.
Saggiare le virtù ??? Ma quando mai !!
Si ripropone sotto altre forme il dibattito di qualche giorno fa sulla sofferenza. Puo’ Dio essere causa di sofferenza per l’uomo?
Puo’ Dio mettere alla prova l’uomo? NO, dice la Boe e alcuni moderni teologi i quali hanno delle loro idee ben radicate e ne cercano le giustificazioni nella Scrittura ( procedimento inverso a quello che dovrebbe essere: formarsi una idea a partire dalla Scrittura! )
AT Dio mise alla prova Abramo, il,padre della fede. LO abbiamo ascoltato qualche giorno fa a proposito del sacrificio di Isacco.
VB risponderà: questo è AT. Non è Gesu’ Cristo. ( vecchio pallino di molti : il Dio dello AT è DIVERSO dal Dio di Gesu’ )
Lettea di Pt, a proposito delle tribolazioni: perché la vostra fede, molto piu’ preziosa dell’oro che tuttavia sia prova col fuoco ecc.
Se non ricordo male da qualche parte S.Agostino dice: ma forse Dio che sa tutto non conosce la profondità della vostra fede, tanto da volerla provare? No. EGli lo fa perché chi è provato prenda coscienza della importanza e solidità della fede.
E, credo, questa sia la esperienza di tanti cristiani: le “prove” purificano la fede eliminando tante scorie! Hanno quindi un valore “positivo”
Io, quando prego il Padre Nostro e arrivo a quella petizione, supplico il Signore di non “provarmi” perché sono cosciente della mia debolezza e di non “abbandonarmi alla durezza del mio cuore al punto che io segua la durezza del mio cuore”
A Victoria Boe delle 01.18. Il Giuseppe Barbaglia che nomini è forse Silvio Barbaglia? Lo chiedo perché di Silvio sono amico, Giuseppe non lo conosco. E ti chiedo anche di mettere, se l’hai, il link alla conferenza che segnali, perché quello che hai messo contiene il testo di Enzo Bianchi anch’esso da te citato.
La Conferenza episcopale tedesca ha rifiutato di cambiare le parole tradizionali del Padre Nostro ” non ci indurre in tentazione” , e ha citato fra le motivazioni anche L’ unita’ fra i cristiani, visto che protestanti, evangelici, ortodossi continueranno a dire la versione tradizionale.
Solo in Italia e Francia dunque si dira’la ” nuova” versione. Molte persone pero’ anche in Italia mi dicono che loro continueranno, soprattutto nella preghiera del Santo Rosario a pronunciare le parole non ci indurre in tentazione.
La versione greca di Matteo usa il verbo eis-fero , eisferein, che significa ” porre dentro” . Trasformare un verbo di moto a luogo che descrive una azione ben precisa sostenuta da ” eis” verso,
porre dentro qualcosa non puo’ essere in alcun modo tradotto con “abbandonare” che invece descrive L’ azione di chi se ne va da un luogo. Porre dentro anche con tutte le forzature non significa abbandonare. E se e’ incomprensibile chiedere a Dio i non in-durci in tentazione, lo e’ altrettanto chiedergli di non abbandonarci alla tentazione.
Piu’ ci si allontana dalla fedelta’ al testo piu’ ci si ingarbuglia.
Nota alla Bibbia di Gerusalemme:
Tentare è innanzitutto “provare” – mettere alla prova – riconoscere la realtà dietro le apparenze.
Dio ” tenta ” l’uomo – benché lo conosca a fondo – per dargli l’occasione di manifestare l’atteggiamento profondo del suo cuore ( Ger 11,20 2 Cor 32,31 gen 22,1 es 16,4 dt 8,2.16 – 13,4 gdt 8,25.27 )
Rif. 19.42 e 20.05 – Polemica a scoppio ritardato
a) Sottolineo gli interventi di ieri sera di Accattoli e Picchio. Ce n’è da vendere.
Aggiungo che il Lezionario Cei (in cui – coma da Bibbia approvata dalla stessa CEI – compare la modifica in oggetto) è stato confermato in Vaticano dal dicastero del culto nel 2006 (comandano in merito per i cattolici italiani: Benedetto – Arinze – Ruini). Lo si usa dal 2008 e, obbligatoriamente, dal 2010. Chi fragorosamente “scopre adesso l’America dell’abbandonarci” è in ritardo di oltre un decennio.
b) Sono stato chiamato in causa ieri alle 20.53, credo per leggere il penoso articolo di Tosatti, in cui come grandissima autorità per interpretare il verbo greco in discussione si citano tali “Anonimi della croce”.
Su tale verbo si leggeva in Avvenire alcune settimane fa il parere – non dogmatico – del cardinal Betori, biblista, e coordinatore del lavoro di traduzione della Bibbia CEI. Ma vuoi mettere Betori rispetto agli “anonimi”?
Inoltre si riporta – citato da Bux, uno dei garanti della setta antiBergoglio – un passo del grandissimo san Tommaso d’Aquino, nemmeno lui – comunque – infallibile in tutte le virgole usate. Se non capisco male, anche Tommaso interpreta il passo, e in modo un po’ contorto: “….Rispondo che si dice che Dio induce al male nel senso che lo permette, in quanto, cioè, a causa dei suoi peccati l’uomo…”.
In attesa di trovare il nastro con le esatte parole ed intonazioni aramaiche di Gesù, direi di accontentarci di quel che oggi sembra il meglio. Non abbandoniamoci allo sconforto.
Caro Luigi,
mi scuso in anticipo per la segnalazione forse non del tutto gradita a te e ai tuoi gentili ospiti, ma sulla questione del Padre nostro quest’ultimo intervento dell’ottimo Aldo Maria Valli è troppo grazioso perché ve ne priviate:
http://www.aldomariavalli.it/2018/01/26/vecchia-formula/
Immagino che molti dei tuoi simpatici avventori non frequentino siti “off limits” e quindi temo che se lo perdano. In fondo qui sono tutti brave persone, ed è giusto che ogni tanto leggano qualcosa di bello anche loro.
P.S. qualche giorno fa ti chiesi se potevi spiegarmi la differenza tra evidenze e prove secondo papa Francesco, ma la mia non era una domanda retorica, come devi aver pensato. Tu l’hai capito?
la solita confusione tra “tradurre ” e “interpretare”.
la traduzione del Testo SACRO deve essere il più possibile fedele.
la teologia si basa sulla Scrittura non il contrario. Altrimenti cambiando le idee dei teologi si dovrebbero cambiare interi passi delle Scritture per “adattarli meglio alle proprie elucubrazioni intellettuali.
allora si potrebbe anche dire Madre Nostra invece che Padre Nostro, e via dicendo, secondo la propria interpretazione.
ma le parole del testo sacro non possono essere cambiate : tradurre non vuol dire stravolgere .I testi sacri dell’ebraismo e dell’islamismo , la Torah e il Corano, non sono neppure mai stati tradotti in lingua corrente per RISPETTO e i fedeli devono impararli a memoria come sono stati scritti ! Noi possimo tradurre ma ci sono principi di deontologia, di onestà, di serietà che persino i preti cattolici debbono avere.
La Conferenza Episcopale Tedesca, non certo un gruppo di vescovi ignoranti e conservatori, ha detto che ci sono ragioni “filosofiche esegetiche liturgiche e non ultimo ecumeniche ” per attenersi alla traduzione tradizionale.
E hanno fra l’altro ribadito che la teologia si fa sulla Scrittura , non si piega la
Scrittura a,lle proprie opinioni teologiche : le parole del Padre Nostro così come sono dicono, tra le altre cose, dicono che bisogna avere un atteggiamento di fiducia nella salvezza redentrice di DIO.”ne nos inducas in tentationem “: non metterci alla prova, non portarci dentro situazioni di prova , richiama la preghiera di Gesù nell’ORTO del GETHSEMANI “Allontana da me questo calice, ma non la mia, la Tua volonta’ sia fatta”
E’ tutto un altro clima spirituale dallo svenevole e sentimentale SOS del”non abbandonarci”
(sempre che lei creda caro p. Amigoni che Gesù abbia detto queste parole, visto che non c’ e’ la prova del registratore . Prove , prove, la neochiesa crede solo alla “prove”, che fede!)
https://cruxnow.com/global-church/2018/01/25/german-bishops-turn-popes-translation-change-lords-prayer/
“In fondo qui sono tutti brave persone, ed è giusto che ogni tanto leggano qualcosa di bello anche loro.”
ma si leonardo, come fai tu venendo sempre più spesso qui per leggere le belle parole di Accattoli.
cristina vicquery
🙂 🙂 🙂
Troppo grazioso, l’intervento del Valli bifronte.
Quasi come il suo emoticon con le manine plaudenti al viscidume e alla eresia del romano pontefice .
Ringrazio Boe per la schiettezza della risposta.
Come al solito Cuffini nn sa rispondere nemneno
Si o No.
Ancora piu chiaro p.Amigoni, uno spasso,
siccome Bux è un prete anti/Bergoglio
sbaglia per definizioni……anzi se anche S.Tommaso
D’Aquino ha detto quelle cose, bene, mica San Tommaso
Nn sbagliava mai?
Bellisima 🙂 , della serie chi ha ragione è sempre solo
il papa e chi lo difende(sono loro si, illuminati dallo S.Santo)
p.s: p.Amigoni la prossima volte le scrivo l’elenco dei santi che si uniscono
a S.Tommaso D’Aquino, le anticipo già Santo Faistina e S. Padre Pio.
p.s.2: la versione migliore è quella di 2000 anni
di storia della chiesa, come c’è l’hanno insegnata martiri
e santi ossia “non ci indurre in tentazione”.
“Dio non spinge nessuno a peccare” è verità sacrosanta e che nessuno contesta.
Ma che Dio (possa) spingere nella tentazione è tutt’altra cosa!
Sembrerebbe quasi che se sei tentato IN OGNI CASO cadi! Contrario a quanto dice la Scrittura ( assieme alla tentazione Dio vi dà anche la forza di superarla – dice San Paolo.
A p. Amigoni il quale sottolinea che la nuova traduzione del Padre Nostro è contenuta nella nuova versione liturgica della Cei datata 2008 e quindi questa polemica è in ritardo di dieci anni, dico: ci rifletta sopra e desuma da questo quale è ( ahimè) la conoscenza e la importanza che il cristiano comune annette alla Sacra Scrittura!
A mio avviso il maggior danno della nuova traduzione sta nel fatto che giri la affermazione che la precedente traduzione fosse “sbagliata”!
Ahi, ahi : questo vuol dire che non c’è più niente di cui ci si possa fidare!
Generazioni e generazioni, giganti del pensiero cattolico come Agostino e Tommaso si sono sbagliati! E ce lo ha spiegato in modo esauriente e credibile alla luce del discernimento della nostra ragione che ha sempre rifiutato l’idea che un padkre amoroso potesse sottoporre a prove i propri figli, niente po po di meno che un teologo di recente fama!
Luigi, hai ragione. Intendevo citare don Silvio Barbaglia.
Il link è questo:
https://www.youtube.com/watch?v=aWtBIU3V0Eg&t=2s
http://www.monasterodibose.it/fondatore/articoli/articoli-su-riviste/7075-commento-al-compendio-del-catechismo-52
Immagino che il simpatico Leonardo Lugaresi non frequenti siti “off limits” e quindi temo che se li perda. In fondo e’ una brava persona, ed è giusto che ogni tanto legga qualcosa di bello anche lui.
Rif. 10.46 – Vescovi tedeschi
I vescovi tedeschi – non ignoranti e non conservatori – sono quelli che si sono fieramente opporti a papa Ratzinger a introdurre l’inopportuno “per molti” al posto del giustissimo “per tutti” nella preghiera eucaristica .
Poi quando si riaprirà la discussione su questa altra modifica, infaustamente passata nella nuova traduzione inglese e, mi pare, spagnola, sentiremo dire che i vescovi tedeschi, contrari, sono per la messa ecumenica (e balle varie).
In merito al punto preciso ritengo che i vescovi tedeschi, intelligenti e progressisti, abbiano validi motivi pratici per mantenere lo “indurre”. Così ogni buon predicatore tedesco – come il gran san Tommaso del resto – ha l’occasione di spiegare, quando serve, il senso esatto della richiesta finale al Padre. E può fare esibizione di greco biblico, di aramaico galileiano e di conoscenza di manoscritti del Mar morto e di altro ancora, magari passando per Lutero e Hegel.
” Prove , prove, la neochiesa crede solo alla “prove”, che fede!”
Infatti è meglio che la Chiesa viva nel limbo delle fantasie e delle favole; più sono, meglio è…
Fantasticare è bello e non costa niente.
Nel frattempo io aspetto che dall’ atto di dolore si tolga quell’ orribile e sacrilego “perché ho meritato i tuoi castighi” .
Quanti altri anni ci vorranno perché la Chiesa si decida a eliminarlo?
Magari potrebbe lasciarlo per penitenti quali Venturi, Zezza, Salcone e compagnia lefebvriana…
Come ha scritto Zezza e come mi hanno sempre spiegato si dall’infanzia e comeha spiegato perfettamente S. Tommaso, “Nota alla Bibbia di Gerusalemme:
Tentare è innanzitutto “provare” – mettere alla prova – riconoscere la realtà dietro le apparenze.”
Gesu’ stesso ,come si e’ fatto notare Dio ha permesso che fosse tentato da Satana nell’Orto degli Ulivi.
“Padre,se vuoi, allontana da me questo calice, (Lc 22,39) ma l’amore per ciascuno di noi lo ha portato ad accogliere la volontà salvifica del Padre e a dire“non la mia ma la tua volontà si compia”.
: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Come avrebbe potuto pronunciare queste parole, se non si fosse sentito schiacciare dal dolore?
La risposta Se la diede da solo per ricordarla a noi: “Non la mia ma la tua volontà si compia”.
Gesù ci è accanto, “infatti, proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova” (Ebrei 2,18)
Il nostro corpo è a servizio di Dio: “avendo Cristo sofferto nel corpo, anche voi dunque armatevi degli stessi sentimenti. Chi ha sofferto nel corpo ha rotto con il peccato, per non vivere più il resto della sua vita nelle passioni umane, ma secondo la volontà di Dio” (1Pt 4,1 )
P. Pio così scrive al suo Padre Spirituale:
“Mi copro il volto di rossore; so benissimo che la croce è il pegno dell’amore, la croce è caparra di perdono, e l’amore che non alimentato, nutrito dalla croce non è vero amore; esso si riduce a fuoco e paglia. Eppure con tale conoscenza questo falso discepolo del Nazareno sente sul cuore pesare enormemente la Croce, e molte volte…va in cerca del pietoso cireneo che lo sollevi e lo conforti ….
Eppure, padre mio, ho grandissimo desiderio di soffrire per amore di Gesù. E come va poi che alla prova, contro ogni mio volere, si cerca qualche sollievo? Quanta forza e violenza devo farmi in queste prove per ridurre al silenzio la natura, diciamola così, che reclama altamente di essere consolata. ( Lett. a P. Agostino 21/4/1915)
“Quante volte mi avresti abbandonato, figlio mio, se non ti avessi crocifisso. Sotto la Croce si impara ad amare ed io non la do a tutti, ma solo a quelle anime che mi sono più care”, disse Gesù a P.Pio.
“O mia carissima figliola, questa vita è breve…. Le ricompense di ciò che si opera nell’esercizio della croce sono eterne! P.Pio (5/11/1917)
S. Paolo dice di sé ai Colossesi: “Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24).
S. Pietro, dal canto suo, ci ricorda che “ …nella misura in cui partecipiamo alle sofferenze di Cristo, dobbiamo rallegrarci perché anche nella rivelazione della sua gloria possiamo rallegrarci ed esultare” ( Cfr.1Pt 4,13).
E S. Pietro ci ricorda: “ A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme:… Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti” (cfr. 1Pt 2,18).
Gli apostoli furono colti da questo dubbio, a proposito del cieco nato: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco? ”. Rispose Gesù: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio” (Gv9,1).
Gesù: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà” ( Lc 9,23).
Anche noi esclameremo con il nostro serafico Padre (S. Francesco): “E’ tanto il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto.”(Lett. alle sorelle Ventrella)
Ci vorrebbe un enciclopedia per descrivere il “valore” di: “Non ci indurre in tentazione”.
Cara Boe,
non sarei per nulla preoccupata se fossi in te, poco, pochissimo tempo da quello che stiamo vedendo.
Ben presto, se posso fare il preveggente, sara’ abolito il Peccato.
vincenzo
tutta sta lenzuolata per dire cosa ? siamo tentati? questo è certo ed condiviso da tutti quanti sia su questo blog che fuori di qui…
il ” problema” messo in luce dalla traduzione è CHI tenta?
Persino tu nella tua lenzuolata hai scritto ( deve essere una traduzione perchè il testo in italiano è traballante , ma il senso è chiaro) : “Gesu’ stesso ,come si e’ fatto notare, Dio ha permesso che fosse tentato da Satana nell’Orto degli Ulivi….”
e’ Satana che tenta, Dio al massimo lo permette , che è cosa ben diversa, converrai, dal dire ” Dio ci tenta” o ci induce in tentazione
cristina vicquery
ps posso suggerirti di andare dritto al punto senza tante citazioni e giri di parole che poco aggiungono al ragionamento, ma rendono il tuo argomentare un po’ confuso?
vittoria
i cambiamenti in questo caso sono già stati fatti nel 1974….:
L’atto di dolore, al termine della Confessione, si può recitare con formule diverse. Il Rituale della Penitenza (1974) ne propone più di una, anzi invita il penitente a esprimere con parole sue il pentimento per aver offeso l’amore di Dio e tradito la sua fiducia. La formula tradizionale («perché ho meritato i tuoi castighi») a molti crea difficoltà, perché fa pensare a Dio che punisce e castiga. E ciò contraddice il vero volto di Dio che, in Gesù Cristo, si rivela come liberatore e salvatore e mai come autore di disgrazie; queste non vengono da Dio, non sono suoi castighi.
cristina vicquery
vittoria
oltre all’atto di dolore tradizionale ci sono 8 formule alternative, scegli quella che è più vicina al tuo cuore:
http://www.liturgia.maranatha.it/Penitenza/b1/1page.htmttoria
cristina vicquery
Rif. 12.10 – Bux e Tosatti
Ripeto.
Nel testo linkato di Tosatti, Bux (che rimane quel che ho già definito) è corretto e leale nel riportare un passo di san Tommaso che un po’ tortuosamente spiega il “ne inducas in tentationem”. Tosatti (non penoso, in questo particolare) commenta: “Il non inducas era già problematico allora e…si pensava a capirne un senso più profondo”.
Chiedo: questa nuova formulazione (della cui necessità salvatrice non ero e non sono tifoso) non potrebbe essere un tentativo, quasi riuscito, di “capire il senso più profondo” della richiesta del Pater?
O basta fermarsi al tentativo espresso oltre 700 anni fa da un sommo dottore della Chiesa, sia pure poi seguito da altri sante e santi, non dottori?.
A margine: molti martiri (forse tutti quei dei primi due-tre secoli) hanno pregato il Padre nostro non nella Vulgata latina.
Per chi e’ interessato a proposito di “sofferenza/prova” permessa da Dio,
Santa Teresa D’Avila, la riformatrice assetata di Dio, dottore della Chiesa” (lo fece Paolo VI il 27 settembre 1970).
Joseph Ratzinger: “«santa Teresa propone una profonda sintonia con i grandi personaggi biblici e l’ascolto vivo della Parola di Dio”.
A proposito, un’altra delle Sante che ha visto l’Inferno.
http://digilander.libero.it/monast/inferno/realta.htm
Cristina:
Gli apostoli furono colti da questo dubbio, a proposito del cieco nato: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco? ”. Rispose Gesù: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio” (Gv9,)
Riteto: “ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio” (Gv9,1). ”
Ti ricordo e vi ricordo che qui e’ stata negata in diverse discussioni la sofferenza come opera salvifica, ci e’ detto che non sappiamo perche’ l’uomo soffre e’ un mistero.
Nel lenzuolo che ho riportato, si capisce che non c’e’ nessun mistero, anzi, al contrario, Gesu’ soffrendo per noi ci invita a “accettare” la sofferenza perche’ nella sofferenza si manifestano le opere di Dio.
Della neochiesa “Non abbandoniamoci allo sconforto.” nei Santi non c’e’ traccia, al contrario essi sono “onorati” di partecipare alle sofferenze di Cristo.
“Quante volte mi avresti abbandonato, figlio mio, se non ti avessi crocifisso. Sotto la Croce si impara ad amare ed io non la do a tutti, ma solo a quelle anime che mi sono più care”, disse Gesù a P.Pio.
Ossia la Croce che Cristo da a Padre Pio per imparare ad Amare.
Altro che non mettere alla prova!!!!!
Cristina, oer essere ancora piu chiari, quando Padre Pio, ma qualsiasi altra Santa o Santo che ha sofferto, ” riceve” le Stigmate, chi gliele ha “donate”?
Lucifero e Dio le ha permesse?
O e lo stesso Cristo che gliele ha “donate” per testarlo, metterlo alla prova e insegnargli l’Amore?
La lenzuolata di Salcone, Cristina, è presa di sana pianta, compreso l’italiano traballante, da:
http://www.mariaverginemadre.it/elisabetta118.htm
Il vizio di copiaincollare roba altrui senza indicarne la fonte è duro amorire, evidentemente.
La questione è: se io voglio sorbirmi il sito dell’Opera di Maria Vergine e Madre, me ne andrò su quel sito. Così se io vorrò affliggermi con le considerazioni del Valli Dolens o con lo Stylum di Tosatti Monocorde, ho i loro sitarelli alla portata.
Perché me li debbo vedere scodellati su Accattoli?
Soprattutto : perché me li devo vedere propinati , in forma anonima?
Mah.
Quanto al Salconcino che chiede un sì o un no,( esercitandosi come puo’ con le domande retoriche che maneggia con qualche difficoltà,) sa benissimo che il mio è un NO grande come un palazzo di sette piani, alla sua questione: peraltro posta in modo strumentale.
Per sua soddisfazione personale, glielo ripeto: NO.
Il fatto è che non ha importanza alcuna che io dica SI o NO.
Esattamente come nessuna importanza ha quel che dice, o copiaincolla qua e là sull’argomento, il Salcone Domandante.
Sulla questione della sofferenza , spererei che non si riaprisse il cd ” dibattito”.
Dove tutti, lo si vede, ribadirebbero le loro pedisseque quattro idee sull’argomento.
Chi vuole approfondire, le ficchi in un bel cassetto -riposto e privatissimo, le quattro idee,- e vada a “formarsi” a un bel corso di PAstorale della Salute o di Bioetica. Ce ne sono più o meno in tutte le diocesi.
Sul sito Nazionale si possono trovare interessati riferimenti per tutti.
Chi nella sofferenza invece ci fosse, per sua disavventura, per davvero, eviti accuratamente di ascoltare qualsiasi “predicatore” non autorizzato o omileta faidate sull’argomento, si diriga sul Cappellano, sull’operatore ospedaliero indicato dalla Chiesa, in parrocchia o in Diocesi, e si metta fiducioso nelle mani della Chiesa che, SOLA, gli potrà testimoniare e PORTARE la vicinanza di Gesù, Dio fratello e amico.
Rif. 12.37 – D’accordo
D’accordo sì con Salvi, ma ci proponga un testo meno serio, più ridicolo, banale e bausciante, così da competere, sia pure a lunghissima distanza, con quello puerilmente ridente di Valli, portato a campione alle 10.16 di oggi.
Dio non castiga. Mai. Dio da’ solo cioccolatini e caramelle ai suoi figli, che sono tutti buoni. Oramai sappiamo che le correzioni non servono : è sufficiente “dialogare”.
Evviva.
Posso finalmente fare quello che mi pare senza paura di conseguenze “soprannaturali”, è sufficiente che sia abbastanza sveglio da evitare le conseguenze “umane” delle mie azioni.
Sono stato ingannato per anni!
Che fortuna essere approdato a questo blog dove persone illuminate dalle loro rivelazioni personali, avvalorate dalle parole di illustri teologi, mi hanno aperto gli occhi.
Catechismo della Chiesa cattolica del vaticano XII anno 2062 (schema come quel 1992) – VI. « Non ci indurre in tentazione »
2846. Questa domanda va alla radice della precedente, perché i nostri peccati sono frutto del consenso alla tentazione. Noi chiediamo al Padre nostro di non « indurci » in essa. Tradurre con una sola parola il termine greco è difficile: significa « non permettere di entrare in », 133 « non lasciarci soccombere alla tentazione ». « Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male » (Gc 1,13); al contrario, vuole liberarcene. Noi gli chiediamo di non lasciarci prendere la strada che conduce al peccato. Siamo impegnati nella lotta « tra la carne e lo Spirito ». Questa domanda implora lo Spirito di discernimento e di fortezza.
Quando Ratzinger si presenterà in Paradiso sarà schernito da tutti i valli di turno per queste scempiaggini con cui ha finito per rendere im-pregabile un padre nostro pregato in aramaico per oltre 2000 anni.
corrige – (…..come il Catechismo del 1992)
Da visitatore che non firma ricevo questo commento:
Gentilissimo Accattoli, mi addolora l’uso per provocare che viene fatto nel Suo blog del giornalista Aldo Maria Valli. Nell’ascoltare Valli in Rai è impossibile non riconoscere la sua onestà nel riportare l’attività del Papa.
C’è un Valli che io chiamo “convertito”. Che forse fino ai ventanni non ha avuto modo di seguire il pontificato del grande Montini e quindi di conoscerlo.
Un Valli che dopo i ventanni è affascinato dal grande Woitila e lo segue passo passo fino al momento della morte, rimanendone comprensibilmente segnato nel suo essere uomo e cristiano. Un Valli che ormai entrando nell’area dei sessanta è spiazzato da Bergoglio che cerca di mettere in opera quelle che erano le aspettative di un Valli più giovane…
E’ lecito cambiare idea. Chiedo a Lorenzo Cuffini il rispetto dell’onestà professionale e del percorso sofferto di Valli, magari usando espressioni più appropriate, visto che mai il Valli è apparso scadere nel suo linguaggio.
Agli altri commentatori chiedo di smetterla di usare Valli per fare nel Suo blog uno sterile gioco divisivo.
Cuffini, sei divertente, sembri un sodatino, vai alla ricerche delle mie citazioni 🙂
Gia ti vedo a copiare il mi commento e fare una ricerca… agente 000/7
E’ certo che da qualche parte li devo prendere le informazioni, che vuoi che me le inventa?
L’importante e’ che siano citati, Gesu, Padre Pio, San Paolo ecc.
Mi si deve contraddire appunto su quelle citazioni non su dove le ho prese.
Quel sito non e’ appunto ne contro ne a favore del papa, porta le citazioni del Vangelo o di un Santo.
La ringrazio della risposta e non avevo dubbi che fosse un No.
Le rammento che tu tutto, se vuole non esprimiamo nessun dibattito ma andiamo a vedere sul sito Nazionale ecc ecc.
Ma che considerazioni sono?
Se non ti interessa dibattere su quello che ci propone Luigi, non lo fare, e’ semplice……sempre con questa supponenza.
Se posso permettermi di replicare al “visitatore che non firma”, faccio presente, con il massimo rispetto, che nessuno parlerebbe di Valli qui, se non ci fossero alcuni visitatori che costantemente linkano, strumentalizzandoli, i suoi scritti appoggiandosi al pensiero di quel giornalista. Il quale peraltro scrive sempre contro un Papa molto amato ( Bergoglio) quantunque non a lui gradito.
Generalmente i link vengono aperti e quando si vedono scritte pagine quantomeno sconcertanti scritte dal Valli che vuol contestare ( sempre!) Bergoglio, vien naturale la replica di chi ama Papa Francesco e lo vede costantemente contrastato, anche con deplorevole ironia, dal suddetto giornalista.
Ti ringrazio, picchio-Cristina.
Il link da te postato però non mi dà risultati, cioè mi dice che c’è un errore.
Grazie lo stesso.
per Cuffini:
Se uno scrive le sue osservazioni personali lei dice:” chi sei tu, vali zero come valgo zero io”, se porto commenti di altri siti, o vengo criticato perche’ “copy&incolli “, oppure gli altri non sono degni di essere riportati su questo blog.
Se infine per portare i miei commenti all’attenzione di chi legge, invece di lasciare il link, li copio e ci aggiungo domande e mie considerazioni per discuterne col gruppo, non va bene lo stesso, sono in malafede.
Le citazioni sono importanti, ossia, sono parole di Gesu? sono parole del Vangelo, sono parole di questo o quel Santo?
Il copryright, dove le vado a prendere, ha poca importanza, fortunatamente grazie a internet, non si perde tempo, importante e’ sapere il concetto che si vuole portare all’attenzione.
No, scusate, ma l’intervento appassionato che invita al rispetto a Valli non lo capisco proprio. Qui si può tranquillamente accusare il papa di eresia ma non si può criticare Valli? Siamo al limite del ridicolo. Valli non è solo un commentatore televisivo. E’ anche titolare di un blog dove i suoi post creano di per sé divisione. Basta leggere i commenti ai suoi post. Andare a vedere per credere.
Vincenzo delle ore 14.46
Stai facendo un gran minestrone. La discussione del padre nostro riguarda l’indurci in tentazione, il farci cadere in peccato.. le stigmate cosa hanno a che vedere con il peccato ?? Nada de nada…. non sono ne una tentazione, ne un peccato, semmai un dono di essere resi partecipi alle sofferenze di Cristo.
Non riesco neanche a capire perché posti tutta quella roba sulla sofferenza, che anche in quel caso nulla ha a che vedere con l’argomento della discussione e il peccato.
Boh…
Cristina vicquery
vittori postarle è un po’ lungo, prova a fare una ricerca “ rito della penitenza forme alternative atto di dolore”
Cristina vicquery
Ho letto l’intervento di Valli segnalato in un post precedente e devo dire che si situa sulla solita lunghezza d’onda del Valli post Amoris Laetitia. Questo giochino di inventarsi delle storielle, in sé anche graziose, mi sembra che nasconda l’incapacità di proporre degli argomenti veri e seri. Quindi ci si rifugia in questo genere narrativo per supplire alle carenze di argomenti teologici. Questo apologo, come altri di Valli, alla fin fine sostiene questa tesi: “Si è sempre fatto così, perché cambiare?”. Il paradigma della misericordia, fulcro del papato di Francesco, è veramente un elemento detonatore i cui effetti si collocano a 360 gradi e, dopo la stasi dei due pontefici precedenti, la sua applicazione si pone come fattore di un’accelerazione che cerca di guadagnare almeno un po’ del tempo perduto. Questo evidentemente molti non riescono ad accettarlo.
Alberto Farina
Caro visitatore che non firma,
il giorno 11 gennaio, sulla sua pagina FB, l’ineccepibile Aldo Maria Valli, al commentatore suo entusiasta a nome Luigi Fornovo, che commentava il post del Valli stesso dal titolo ” Un altro colpo di piccone all’insegnamento morale della Chiesa” con le precise seguenti parole : ” …La Amoris Laetitia è un documento eretico e viscido, perché Bergoglio ha voluto introdurre surrettiziamente l’eresia , senza avere nemmeno il coraggio di esprimerla apertamente”, a quel commento, dicevo, Aldo Maria Valli apponeva una doppia manina applaudente. Cosa che se ritiene posso linkare in modo sia ben visibile a tutti. Che significa : sono perfettamente, incondizionatamente d’accordo.
Stanti così le cose, tu, caro amico,tu sei padronissimo di manifestare al Valli il tuo incondizionato rispetto , io sono padronissimo di manifestare apertamente la mia totale riprovazione.
Bravo Salcone. Vedi che ci puoi arrivare.
“Che considerazioni sono?”
NON sono considerazioni.
Che sono perfettamente inutili.
Non è che se vengono da sorella Elisabetta , da Nicola Brizi, da Tiribaldo Sfruculeri aumentino di utilità.
” li copio e ci aggiungo domande e mie considerazioni per discuterne col gruppo, non va bene lo stesso, sono in malafede.”
Salcone, i testi copiaincollati vanno messi tra virgolette, altrimenti sembrano parole sue mentre non lo sono. Ha capito?
Allora, quando si vede che non si tratta di farina del proprio sacco, sembra un’ impostura. Chiaro?
Boe,
dei testi ho preso solo alcune parti, ossia le frasi del Vangelo o di un Santo, delle quali io ho aggiunto delle domande e delle considerazioni.
Dove c’e’ l’impostura scusi?
Che il Vangeno o un testo degli Apostoli non sia frutto del mio sacco e’ scontato, che la spiegazione a quel testo non e’ mia, ma di San Tommaso, altrettanto chiara perche’ la riporto sempre.
E’ logico invece. che se riporto il pensiero del blogger del sito dove ho preso i testi, allora riporto sempre il link.
P.s.: spero non mi si accusera’ di riportare siti non degni di questo blog.
“Dio non castiga. Mai. Dio da’ solo cioccolatini e caramelle ai suoi figli, che sono tutti buoni. Oramai sappiamo che le correzioni non servono : è sufficiente “dialogare”.”
Beppe Zezza, lei è recidivo. Mi complimento con lei. Ancora non ha capito, o non vuol capire, che qui nessuno parla a vanvera. Nessuno parla sulla base di “rivelazioni personali”. Nessuno è sulla scia delle veggenti di Medjugorye.
Si tratta di prendere in considerazione, alla luce di studi fatti con fatica e per molti anni da persone assai competenti–teologi e biblisti–, che certi testi e certe proposizioni fatte anche da personaggi illustri del passato– compresi santi, padri e dottori della Chiesa, uomini fallibilissimi anche loro– non si reggono più in piedi e vanno rivisitati. Non c’è niente di male in questo.
Ogni tempo porta nuova luce alle cose e alle parole in virtù di una migliore comprensione di tutto.
Ci sono persone che sono aperte a vedere il positivo di certi cambiamenti; ce ne sono altre che, al contrario, sono chiuse e vogliono restare chiuse perché in ogni cambiamento vedono negatività. Ciò è sbagliatissimo, a mio giudizio.
Chissà perché mai i conservatori a tutti i costi dimenticano l’ammonizione di Gesù circa “i segni dei tempi” da riuscire a vedere.
Per voi non esistono “segni dei tempi”? E perché non esistono? Perché non volete vederli?
Nell’A.T. si parla molto di castighi di Dio, ma il N.T. ha in gran parte superato l’Antico e parla prevalentemente di Amore e di misericordia di Dio Padre. Altrimenti, che senso avrebbe l’essere seguaci del Cristo nella religione cristiana?
Di quali cioccolatini e caramelle parla, sig. Zezza?
E perché lei vuol vivere in questa vita aspettando la vita di un aldilà “soprannaturale”, proiettandosi in un futuro di cui, a ben guardare, nessuno sa niente e che viene solo immaginato? Ci pensi un po’.
Il Regno di Dio non è quello di un altro mondo; è quello di QUESTO mondo dove ognuno deve fare la sua parte per realizzarlo nella PACE e non certo a suon di castighi divini simili a quelli terreni nei tribunali giudiziari.
Lei invece equipara il tribunale di Dio a quelli della Terra– che fra l’altro sbagliano a volte nel comminare le pene– e vorrebbe l’esistenza di castighi divini a somiglianza di quelli che gli uomini danno ad altri uomini, e i padri danno (o meglio davano) ai figli per farli filare dritti e per “correggerli”.
Non si rende conto che in questa sua convinzione c’è l’assurda idea di ridurre Dio e la sua Alterità ad una dimensione solo umana, che è poi molto simile o addirittura uguale a quella degli antichi pagani?
Cuffini,
forse non l’ha ancora capito, non e’ suo il blog, ma di Luigi Accattoli.
P.s.: se sei interessato ad un tuo blog, al quale potrai mettere tutti i filtri che vuoi, ad esempio un filtro puo essere: “si gradiscono solo elogianti di Bergoglio”, sono ben lieto di aiutarti, trattasi del mio lavoro.
Rif. 16.20 – C’è un altro Valli?
D’accordo con Salvi.
Ci deve essere, secondo l’anonimo riportato da Accattoli, un altro Valli in giro, che non corrisponde al biondo rodense, nato nel 1958, che ha conosciuto bene – mi pare ovvio – Paolo VI, che ha fanatizzato per Martini e anche per Bergoglio fino a metà 2016. Poi è inciampato, a seconda o terza lettura, nella Damasco (a rovescia per lui) della Amoris Laetitia e ha cominciato a faziosamente “unire tutti gli avversari di Bergoglio”.
Indubbiamente, Salcone.
Manco il tuo, se è per questo .E ne ringrazio intensamente il cielo.
Ritornando a cose oggettive, Amigoni scriveva stamani:
“Su tale verbo si leggeva in Avvenire alcune settimane fa il parere – non dogmatico – del cardinal Betori, biblista, e coordinatore del lavoro di traduzione della Bibbia CEI.”
Eccolo, qua:
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/ii-padre-nostro-ecco-come-cambia-in-italiano
A victoria boe
Tutti i salmi finiscono in gloria.
Gira che ti rigira il discorso gira attorno alla sofferenza . Può lAmore contemplare nelle sue azion anche di dare soffenza all’amato? Un Padre che ama corregge i figli che tralignano o no?
Ne abbiamo discusso tanto . Ma su di esso abbiamo posizioni asolutamente distanti.
Oggi però aggiungiamo un altro tassello: il Regno di Dio è qui. DI un DOMANI nulla sappiamo, potrebbe essere solo una fantasia.
( È questa la scoperta fatta dopo studi affannosi dai suoi teologi di riferimento ? )
Avevo ben ragione qualche giorno fa di dire che con lei non possimao recitare insieme il .CREDO, estrema possibilità di accordo.
Credo la vita eterna, la resurrezione della carne, il giudizio finale?
Tutte ipotesi non confermate dalla scienza .
Forse gli antichi non avevano capito bene ed hanno equivocato!
Se Cuffini si permette di insultare a ruota libera, e fare di questo blog il suo blog, ne risponderà Luigi Accattoli. Le persone inutili del resto hanno bisogno di sminuire gli altri per sentirsi migliori caro Vincenzo Salcone, ma vedi bisogna ringraziare queste “brave persone” perché ci insegnano esattamente come NON si deve essere…
Pregasi esemplificare “insulti a ruota libera”, anticipatamente ringraziando.
Non rigiri la frittata, Beppe Zezza, con me non funziona.
Pensi quel che vuole e non parliamone più.
Lei avrebbe solo bisogno di pensare con la sua testa, una volta ogni tanto, e di essere più libero.
Il linguaggio di Gesù è un linguaggio di liberazione, ha contenuti di fede e di speranza, e non lega nessuno.
Lei invece è legato. Tanti auguri.
Rif. 18.44
Ringrazio pubblicamente l’anonimo bloggarolo che ha messo a disposizione di chi la vuol guardare l’intervista di Avvenire a tal Betori (forse di Firenze), circa il Padre nostro.
Si Claudia, era il motivo per cui mi chiedevo:” ci e’ o ci fai”……quindi ci fa’.
A victoria boe
e cosa c’è di più pesante della schiavitu’ del peccato?
E come si esce ad esempio dalla schiavitu’ della droga, o del sesso o del denaro o dell’ira? Chi ci libererà dall’egoismo? Dal vivere per se stessi?
Chi ci libererà da questo corpo votato alla morte?
Lei si è formata di me una idea assolutamente sbagliata.
Nella mia vita non sono certo stato “fermo” in attesa del Regno che verrà, ma sono certo che nulla di quello che ho fatto è dimenticato e per tutto c’è una ricompensa in cielo che mi attende – se, per grazia di Dio – conserverò la fede fino alla fine.
“Il paradigma della misericordia, fulcro del papato di Francesco, è veramente un elemento detonatore i cui effetti si collocano a 360 gradi e, dopo la stasi dei due pontefici precedenti, la sua applicazione si pone come fattore di un’accelerazione che cerca di guadagnare almeno un po’ del tempo perduto. Questo evidentemente molti non riescono ad accettarlo.”
Vero, sig. Farina. Il punto è proprio questo. Si era perduto molto tempo nel focalizzare l’aspetto misericordioso dell’essenza divina.
“Dio di misericordia” era più una formula che una presa di coscienza della realtà divina proclamata da Gesù. C’era soprattutto la paura, e ancora purtroppo c’è, di mettere in ombra la giustizia di Dio intesa come punizione, castigo, cioè come strumento di dissuasione dai peccati di cui gli uomini disseminano il loro cammino su questa Terra. Ed era presente, ed ancora lo è, l’equivoco che parlare di misericordia voglia significare concedere un lasciapassare per fare tutto il male che si vuole.
Invece non è così. Si devono trovare le coordinate giuste per mettere insieme giustizia e misericordia, per inquadrare bene l’espressione “giustizia nella misericordia”, senza far prevalere l’una a discapito dell’altra.
La giustizia di Dio alla luce della misericordia è ben al di sopra della giustizia solo umana; non ha il carattere retributivo che si può ravvisare nella legge umana. Ma molti non l’hanno capito, perché vogliono che Dio sia ad immagine e somiglianza dell’uomo.
Giacchè interpellato direttamente dall’Anonimo Difensore di Valli, gli devo ancora una risposta, dal momento che su tre aspetti sono stato richiamato.
Sul terzo, quello che ” mai il Valli è apparso scadere nel suo linguaggio.”, ho già dato l’esempio più clamoroso (ma niente affatto l’unico. Se vuole l’Anonimo, produco alcune videate di virgolettati riferiti a Bergoglio e al suo operato dove il linguaggio non solo è scaduto, è decisamente andato a male. Basta chiedermi).
Restano in ballo il primo, “l’onestà professionale” e il secondo ” il sofferto percorso”.
Sull’onestà professionale.Non conosco VAlli personalmente. Non ho alcun dubbio che sia persona di specchiatissima onestà. Ci mancherebbe. E sulla sua capacità professionale , a parte che non ho alcun titolo per valutarla, non mi permetto di avanzare alcun rilievo. Ma è la combinazione dei due termini, quella che origina ” onestà professionale”, sulla quale avanzo invece riserve notevoli.
Valli ama dire di sè che parla ” da semplice cattolico” – cosa che è diventata una foglia di fico di gran moda, utilizzata generalmente per dire ( non da lui solo, naturalmente) tutto il male possibile sulla Chiesa Cattolica e sulla sua guida .
Prendiamo anche per buona la striminzitissima foglia di fico.
Il fatto è che Valli NON PUO’ ignorare di NON essere affatto un ” semplice cattolico”. NON PUO’ nemmeno ignorare di non essere “un semplice vaticanista”. E’ quella sorta di ” vaticanista ufficiale”, come da sempre sono i vaticanisti RAI che seguono in veste ufficialein tutte le uscite e tutti i viaggi , ma anche nelle celebrazioni ecc. , del papa.
Penso che questo per lui possa risultare anche un peso e una zavorra, ma è un dato di fatto che NON PUO’ ignorare. Questo suo ruolo, magari anche malgrado o oltre le sue intenzioni, gli da una funzione “pubblica” e una rendita di posizione che sono – entrambe, entrambe- nella realtà e nella percezione della gente.
Ora: in video, Valli interpreta alla perfezione il ruolo in commedia. Ossequioso, persino deferente, decisamente oltre il richiesto.
Ma Valli è uno solo, e quando parla “impeccabilmente” in diretta, NON PUO’ ignorare che la gente che lo ascolta SA BENE QUELLO CHE IN REALTA’ PENSA, SCRIVE E AFFERMA su quel che -deferentemente- sta dicendo.Genera così un effetto paradossale che gli esperti di comunicazione magari saranno in grado di approfondire , e che io, sinteticamente e grossolanamente, privo di mezzi specifici come sono, mi assumo la responsabilità di sintetizzare come ” presa per i fondelli mediatica”.
Faccio un esempio, tra i tantissimi disponibili. Valli fa la sua brava copertura televisiva come sa fare del viaggio di Bergoglio in Myanmar e dal Bangladesh,e poi, appena poggiato il piede sull’italico suolo, ci scrive sopra un pezzo che esordisce: ma che ci è andato a fare il papa in sti posti? Muovendo tutta una serie di “accuse” che vanno dal grave al gravissimo, per contenuti.
Ora, Valli non si macera ( e qui veniamo al terzo punto, quello del ” sofferto percorso”) nel silenzio di un confessionale, sul lettino di uno psicoanalista, o tra le pagine di un amico diario, magari in vista di una pubblicazione una volta andato in pensione….No no no. Valli si affretta a controcantare in tempo poco più che reale in via pubblicissima, apertissima, webbarolissima. Con un bel blog ( a commenti bloccati) e con una pagina FB di puro rilancio del blog.
Che vuol dire, tradotto: do la massima pubblicità possibile che la rete mi consenta a quel che voglio che si sappia. Con due ulteriori aggravanti:
a) a lui NON interessa un ” dibattito” sulle problematiche inerenti a Bergoglio.I contrari, anche sulla pagina FB, al quinto intervento critico, e prima, se si tratta di domande a cui si prende ben guardia di dar risposte, vengono bannati a vita.Della serie: non son qui a discutere, ma a AFFERMARE critiche( e a dar eco ai sostenitori delle stesse). Posizione legittima, ma assolutamente di parte, e di battaglia.
b) Valli non muove qualche critica, qua e là. No no no. Si vada a fare un tour, se lo si regge, sul suo blog: ogni santo giorno , ogni santo giorno, qualunque sia l’argomento, il bersaglio è uno e uno solo, a cui tutto si riconduce. Bergoglio e “la sua” (?!!) Chiesa. Questa chiamasi:posizione militante. Legittima pure quella, ma in contrasto straniante con il ruolo che gioca, e intende giocare e si sforza di interpretare sulla ribalta RAI. Dove gioca a fare Orazio Coclite , Giuseppe De Carli e Fabio Zavattaro; i quali, però, grazie a l cielo e non sarà un caso, non si sono mai trasformati in SocciMagisterTosatti appena finita la diretta.
Nel suo percorso tormentato, Aldo Maria potrebbe pensare un po’ alla verosimile insofferenza e al bizzarro rispetto, diciamo così, che mostra di avere dei suoi videoascoltatori? Se non ha la certezza dell’una e dell’altro , provi a “liberare” i commenti sulla sua pagina FB, e avrà un preciso polso della situazione.
Foglia di fico sì, effetto paradossale di certo.
Io mi chiedo sempre, dopo un suo resoconto in TV: se non è ipocrisia questa, cos’altro lo è?
Che è un po’ la domanda che mi faccio su un certo giornalista che scrive su Repubblica e sull’Espresso.
Paradossi che non so spiegarmi.
In entrambi i casi devono esserci motivi contrattuali di lavoro.
Lo stesso dicasi per qualche altro giornalista che lavora in certi giornali che hanno linea editoriale del tutto diversa dalle loro posizioni ideologiche.