Al quotidiano briefing sinodale, oggi il portavoce di lingua spagnola ha riferito un aneddoto narrato in Sinodo da uno dei 270 padri (non vengono detti i nomi): “In parrocchia è la domenica delle prime comunioni. Un bambino con genitori divorziati presa l’ostia va dal papà, ne stacca un frammento e gli dice: papà questo pezzetto è per te”. Questo aneddoto fa luce. La migliore luce venuta a me dal Sinodo fino a oggi. Nel primo commento un analogo mio ricordo di una domenica delle prime comunioni in parrocchia.
Dal Sinodo: “Papà questo pezzetto di ostia è per te”
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Bambina senza foglietto. Alla preghiera dei fedeli i bambini che stanno per fare la prima comunione vanno al microfono e leggono da un foglietto una preghiera preparata con i catechisti e i genitori. Va anche una bambina senza foglietto che dice: preghiamo per il papà e la mamma di Fiammetta, perché si sposino presto e così faranno anche loro la comunione”. Anche quella preghiera fu per me la migliore udita in tanti anni di parrocchia.
E’ incredibile! Si usa l’innocenza di un bambino.
Vedete, è cosi che si arriva al peggio. E che dire? Augurarsi che il peggio accada?
Sulla preghiera invece sono d’accordo!
(Comunque per la correttezza invocata da Luigi mi esprimo in questi termini pacati. Avrei di meglio da dire, e molto di meglio da fare)
Sulla preghiera invece sono d’accordo!
Ovviamente sono d’accordo se parliamo di genitori che non sono mai stati sposati con rito religioso, cioè conviventi celibi, non separati/divorziati, altrimenti vale quanto detto -con mille freni inibitori- sopra …
Mah… discutibile.
Sono d’accordo con Ubi per la prima volta, nella prima parte del suo messaggio.
Non mi piace nemmeno la preghiera. Una bimba già indottrinata a chi è dentro e a chi è fuori.
Povera Fiammetta…
Immaginando che il gesto sia spontaneo, indottrinati o meno mi viene una considerazione: entrambe i figli avevano evidentemente dei buoni genitori.
Il papà partecipa alla prima comunione del figlio, porta il figlio ad essere pronto per la prima comunione.
Scomunichiamo il figlio che ha distribuito la comunione al papà?
Il figlio è in comunione con il papà ed entra in comunione con la Chiesa.
Quante comunioni ci sono?
Il papà non torna ad essere in comunione con la Chiesa? Eppure le ha dato un figlio.
Io mi riferivo alla preghiera della bimba non al gesto del bimbo verso il papà che invece mi pare spontaneo ed sicuramente evangelico.
Pensa cosa pensa quel bimbo che non capisce come mai suo papà è escluso.
Ho i brividi.
Quante comunioni ci sono?
La Comunione dei Santi. Che si realizza in Cristo: per questo quelli che appartengono alla Chiesa militante devono esaminare bene se stessi.
La Chiesa Purgante e la Chiesa Trionfante sono già state esaminate.
(P.S. Le ricorrenze per la definizione Chiesa Trionfante Chiesa Purgante e Chiesa Militante sono le seguenti:
San Giovanni Paolo II =8
Benedetto XVI = 5
Beato Paolo VI = 12
San Giovanni XXIII =6
Venerabile Pio XII = 3
Dulcis in fundo e per la “Gioia” dei molti:
Papa Francesco = 2
relativo link :http://w2.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2013/documents/papa-francesco_20130815_omelia-assunzione.html
🙂 🙂
Bello il gesto del bimbo …..”se non diventerete come bambini….” 🙂 🙂
I bambini sono bambini e non sempre si rendono conto dell’importanza di certe cose. Per questo vanno educati.
Come possono i bambini comprendere “spontaneamente” il valore di un sacramento, eucarestia o comunione?
Negare la comunione non significa “scomunicare”, ma accogliere una persona sottolineando che manca la piena comunione con la Chiesa.
I bambini magari ne soffrono e cercano di rimediare come possono: la colpa non è loro e questi gesti spontanei sono apprezzabili. La responsabilità è negli adulti e nelle scelte che liberamente fanno. Il problema sorge quando sono gli adulti a non rendersi conto (per ignoranza o superficialità) che la comunione non è negata per un capriccio crudele o per un freddo formalismo, ma perché si è rotta la comunione con la Chiesa.
Pensa cosa pensa quel bimbo che non capisce come mai suo papà è escluso.
Non è escluso. Si è escluso, che è diverso.
Anche io mi “escludo” tutte le volte che esaminandomi mi accorgo che ho bisogno di passare prima per il Sacramento del Perdono per poi poter accedere al Sacramento dell’Eucaristia, che realizza in quel momento la Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo.
Sono Sacramenti, non è un rito sociale, non è una cena. La Particola è Corpo Sangue Anima e Divinità di N.S. Gesù Cristo. Solo che se ne è svilito il senso.
Talmente svilito che alcuni trovano “roboante” usare i termini sopra usati.
Invece sono la realtà vista con gli occhi del credente, è la realtà che vedono gli Angeli. Se Angeli, al momento della Consacrazione vedremmo il Sacrificio compiersi.
Ripeto, si è svilito tutto.
Si è autoescluso dici? Io dico che se anche si sentisse a posto con la coscienza per ragioni che tu non sai, non potrebbe comunque avvicinarsi alla comunione. Questa è esclusione.
Tra l’altro accusami di ciò che vuoi ma che tu mi dia del roboante mi fa sorridere. È l’unica cosa in cui il vero campione sei tu.
la coscienza non fa testo (o almeno lo fa per se stessi, ma non per ciò che intende la Chiesa.
“Ma accade che la coscienza morale sia nell’ignoranza e dia giudizi erronei su azioni da compiere o già compiute.”
“Messa di fronte ad una scelta morale, la coscienza può dare sia un retto giudizio in accordo con la ragione e con la Legge divina, sia, all’opposto, un giudizio erroneo che se ne discosta.”
“La coscienza buona e pura è illuminata dalla fede sincera. Infatti la carità « sgorga », ad un tempo, « da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera »”
Per ragionare bene, in retta coscienza, dovremmo fare cosi, e Accattoli dovrebbe farsene garante: Affermare di accettare il CCC in toto, e ad ogni affermazione, accertare che la stessa non sia in conflitto col CCC.
Altrimenti giochiamo allo stesso tavolo con le stesse carte, ma con regole diverse. E questo è impossibile ai fini della correttezza del gioco.
Leggendo il post di Luigi mi sono tornate alla mente queste parole:
Matteo 18,1-5
1 In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». 2 Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: 3 «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 4 Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.
5 E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.
Matteo 18,10
Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Matteo 11,25-27
25 In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. 26 Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. 27 Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
Aspetterò la fine del sinodo e le decisioni del Santo Padre per pronunciarmi. Vorrei dire alcune cose però.
Insegno catechismo e devo confermare che i fanciulli hanno sapientia cordis, semplicità, limpidezza e spontaneità incommensurabili a quelle degli adulti. Bambini di 7-8 anni pongono domande e fanno considerazioni spiazzanti su Dio e sulla vita. Non sono ancora stati contaminati dallo spirito del mondo, possiamo imparare molto da loro.
Il Vangelo ad usum bambini spezzaostia, con il velenuccio in coda finale “Non sono ancora stati contaminati dallo spirito del mondo, possiamo imparare molto da loro”.
Massi, lo dicono i bambini, diamogli la Comunione …
Accà nisciuno è fesso. Sappiamo leggere tra le righe (confesso di saper leggere poichè pure io ho la malizia di scriverci tra le righe).
Passiamo avanti.
Gandalf potevi già trarre le tue conclusioni secondo me
Non è escluso. Si è escluso, che è diverso
non sappiamo nulla di quell’uomo.
Non è mia intenzione offendere, vorrei esprimere un concetto, e spero Luigi me lo faccia passare.
Prima citavo pure io la Scrittura, poi ci fu una battaglia contro le citazioni.
Ora preferisco citare il CCC, che non contempla la “sola” scriptura, ma anche la tradizione. Cosi parliamo delle cose in totto e si evitano le accuse di “protestantizzazione”. MI auguro passi il concetto.
Io pensavo più alla sofferenza di quei bambini per vedere i genitori esclusi. Deformazione professionale temo.
Ma le conclusioni a cui Gandalf è arrivato senza esplicitarle sono molto chiare Ubi.
Picchio, si giudica il “foro esterno”, non quello “interno”.
E in “foro esterno” si “è escluso”. Punto.
Appunto picchio. Ma qui abbiamo chi sa sempre tutto.
Ma qui abbiamo chi sa sempre tutto.
Mi spiace per Luigi, ma devo scattare una “foto” del blog. Mi auguro non se ne abbia.
Qui siamo su un blog di un vaticanista, alquanto “aperturista”, che lascia libertà di discussione.
Sul blog intervengono varie tipologie di persone. Alcune di esse non sottoscrivono/sottoscriverebbero il Catechismo della Chiesa Cattolica. La maggior parte di esse rifiutano buona parte del Magistero dei papa precedente. Idem la buona parte assolutizza un evento della Chiesa: il Concilio. Non i documenti del Concilio, ma il loro supposto “spirito”.
Un poco perchè viene lasciata libertà alla discussione, un poco poco molto poco forse -mi auguro Luigi soprassieda e lasci passare il concetto/commento- Luigi non interviene verso gli aperturisti per varie ragioni …
e ci troviamo che lei può dire: Ma qui abbiamo chi sa sempre tutto.
Non è colpa di chi conosce la *Dottrina*, i documenti citati parlano chiaro. Il problema è di chi si ostina a soprassedere su quanto detto sopra, CCC, Magistero precedente, Documenti del Concilio; senza togliere che chi sa non interviene …
Di cos a stiamo parlando? Ci si può presentare ad un qualsiasi congresso/consesso senza avere nozione alcune, se non quella di demolire le nozioni acclarate? Ma questo giusto per dire, per parlare.
P.S. Posso già anticipare che sulla parola *Dottrina* si solleveranno tutte le obiezioni: “e ma lo spirito” e “il fariseismo” ecc. Obiezioni non accoglibili: esiste la Chiesa e ha la sua Dottrina. Punto 🙂
Ubi, so bene che tra le righe si capisce quale sia la mia posizione. Aspetterò, però, la conclusione del sinodo e le decisioni del papa per potermi conformare ad esse, corrisponderanno o no al mio pensiero, e “pronunciarmi” e vivere secondo il volere della Chiesa. So bene che, in quanto fedele laico sprovvisto di qualsiasi autorità, non posso che seguire la Maestra. Ammetto di essermi espresso parecchio male nel post precedente.
Ribadisco, però, che possiamo imparare molto dai fanciulli e dalla loro innocenza.
Tu citi il catechismo quando ti fa comodo, perché quando devi sommergere di fango il Papa o un tuo fratello che scrive di grossi problemi non te ne fai.
Cosa c’entra la comunione dei santi?
Se il padre si é autoescluso allora togliamogli la possibilità di insegnare ad essere cristiano al figlio!
Ha sbagliato come sbaglio io e qualcuno di voi.
Se non ammettiamo una anche lontana possibilità di tornare in comunione, che non sia augurare la morte alla ex moglie, stiamo condannando un errore pur grave secondo uno schema deduttivo che deduce da un matrimonio astratto, idealizzato e che non contempla la piccolezza dell’uomo e dei suoi sbagli.
Ma infatti Manuel… È proprio come dici.
Se il padre si é autoescluso allora togliamogli la possibilità di insegnare ad essere cristiano al figlio!
Per rispondere a Manuel devo premettere una iperbole.
Lo sa cosa è, a cosa serve la “diplomazia”. Lo sa come si prepara un incontro “diplomatico”.
Si stabilisce il tema e si mettono paletti: di questo si può parlare, di questo no; se ne parla nei termini previsti di ciò che si può parlare; non ci si può rifare ad altri temi, non si può sovvertire il tema ecc.
Ecco, qui il tema è il non potersi Comunicare al Corpo e al Sangue di Cristo.
Nella Carta Diplomatica, è già detto che i divorziati risposati appartengono alla Chiesa, perchè fa finta di ignorarlo?
Perchè fa finta, ignorandolo, che si voglia togliere il diritto/dovere di insegnare ai figli a essere cattolici (Cattolici Romani, non il generico “cristiani”)?
Lei non sta alla Carta Diplomatica perchè non l’accetta, non ha argomenti, e butta le carte per aria.
Puerile, contradditorio, senza argomenti “alla Carta”.
Ubi ha ragione. Se siamo cristiani cattolici dobbiamo avere l’umiltà e il coraggio di confrontarci con il catechismo e con il magistero della Chiesa.
Il Signore è misericordioso, ma la sua misericordia non può essere una scusa per continuare a peccare o per professare pubblicamente la propria impenitenza.
l’approccio è totalmente sbagliato.
Se i bambini soffrono perchè i genitori non possono accedere alla comunione, la colpa non è della Chiesa Cattolica, ma delle scelte dei genitori: è a loro che la comunità deve rivolgersi. L’incontro con il Signore non avviene solo con la comunione sacramentale: è molto più “cristiano” partecipare alla messa senza accostarsi alla comunione (o limitarsi alla comunione spirituale) piuttosto che compiere un sacrilegio.
“preghiamo per il papà e la mamma di Fiammetta, perché si sposino presto e così faranno anche loro la comunione”.
Mi sembrano due ottime cose. La preghiera della bambina, da cui emerge il desiderio di un passaggio importante auspicato per due adulti, e il matrimonio dei genitori.
La bambina fa emergere una sofferenza. Forse resta da chiedersi se la sofferenza sia quella della grave ingiustizia sociale di non ricevere la comunione oppure quella di due genitori che non sono sposati.
Mi ricordo una barzelletta che veniva raccontata dalle mie parti verso la metà dell’ultimo decennio del secolo scorso agli albori dell’attività politica della Lega Lombarda.
Un meridionale emigrato al nord di fronte ad un epitteto rivoltogli da un leghista risponde stizzito: “razzista”. Al che il leghista risponde: “Non siamo noi che siamo razzisti, siete voi che siete terroni”.
Mi sembra di risentire le motivazioni addotte da tanti professori ben indottrinati in questi ultimi decenni di fronte al problema dei divorziati risposati e della loro ammissione all’Eucaristia: “non siamo noi ad escluderli dalla Chiesa, ma sono loro che con le loro scelte si sono esclusi!” Ovviamente questo ragionamento non sta in piedi e così si è cercato di edulcorarlo in molti modi, ma con scarsi risultati. Si dice che non sono esclusi dalla Chiesa ma “solo” dalla comunione: questo è frutto del progressivo rendersi conto di quanto avventate fossero le “punizioni” prospettate in un impeto d’ira e di mancanza di riflessione, meditazione e carità cristiana. E’ stato imposto il divieto al compito di padrino in battesimo e cresima, il licenziamento dall’insegnamento della religione se professori, la partecipazione ai Consigli Pastorali ecc ecc E’ giunto il momento di affrontare la questione con maggior lucidità.
Ad esempio c’è una frase ricorrente tra “i tredici e più” cardinali dissidenti in guerra col Papa. Non possiamo disubbidire al comando di Cristo che ha espressamente impedito la comunione ai divorziati risposati. DOVE? Sono solo trentacinque anni che affannosamente cerco questa frase nei vangeli: qualcuno mi aiuta a trovarla? Io non ci sono riuscito! E non venitemi a dire (come da altre parti): “cosa interessa a noi sapere cosa ha detto Gesù Cristo!”…
Ovviamente la domanda sarebbe non perché non possono fare la comunione… La risposta sarebbe ovvia: perché non possono ottenere il perdono del peccato! Ma perché non possono ottenere il perdono del peccato? Chi l’ha detto? Al di là dello stabilire la gravità, Gesù ha detto che TUTTI i peccati saranno perdonati, tranne la bestemmia contro lo Spirito santo. Quello dei divorziati risposati non appartiene a questa categoria…
Per ora mi fermo qui
@Manuel76
Non preoccuparti degli scritti di Ubi: abbi fede in Luigi Accattoli e nella sua opera di ridimensionamento…
@Ubi
Il CCC dice molte cose senza una preoccupazione di uniformità e coerenza. Pertanto mi propongo anch’io di usarlo, naturalmente pro domo mea
@Luigi
Ho sentito in differita il racconto in spagnolo (con traduzione italiana come sottotitoli) fatto nell’aula sinodale. Il bambino ha dato l’ostia non solo al papà ma anche alla mamma (così, solo per par condicio) 🙂
Che dire: a me dispiace…però, purtroppo, quando si tocca questo tasto non si mette mai nel conto che la Chiesa si trova di fronte a Cristo, all’Eucaristia e alla Rivelazione in un rapporto di obbedienza. Come si fa a disporre del corpo di Cristo ditemelo! Non è per mancanza di sensibilità il percepire come strumentali le richieste dei piccoli comunicandi, legittime per carità . Ma occorre uscire dall’idea che L’Eucaristia sia proprietà della Chiesa, dei cardinali, del Papa per cui possono disporne a piacimento e, attraverso vie strane e segrete impadronirsene per adattarla alla Volontà del mondo. E’ oggettivamente fuorviante pensare di poter distribuire l’Eucaristia come i confetti slegata dall’autorità di Dio che è vincolante. Né i cardinali né il papa possono forzare col grimaldello la dottrina, la struttura sacramentale, facendo leva sull’autorità ecclesiale per estorcere…la Chiesa si condannerebbe, commetterebbe un grave gesto, un’indebita divinizzazione di se stessa mettendosi al di sopra della Parola di Dio. In sintesi:quando non si è veramente dei commensali e vi sono dissensi, situazioni di separazione, divisione, malesseri mai risolti, si riceve l’ Eucaristia solo per il giudizio. Non so quanto convenga…onestamente…
@luigi
Mi dà il permesso di rispondere a Spilletti?
Sono rientrato da un impegno serale, per il quale avevo attivato il pilota automatico, e ho cancellato due commenti inappropriati. Molti ne avevo cancellati, nella giornata, quando vigeva la regola dell’approvazione previa. Sono soddisfatto dell’andamento complessivo del nuovo corso: che dura da un mese e mezzo.
La risposta sarebbe ovvia: perché non possono ottenere il perdono del peccato! Ma perché non possono ottenere il perdono del peccato? Chi l’ha detto?
Vede donema2015, a livello razionale io farei delle cose che Hitler Stalin e tanti altri come loro, al confronto, potrebbero essere elevati agli onori degli Altari, potrebbero essere considerati innocenti agnellini.
Solo che me lo impedisce la Fede che agisce sul mio raziocinio.
Quella Fede della Chiesa che mi insegna che l’Ostinazione nel Peccato è peccato contro lo Spirito Santo; la stessa Fede della Chiesa che rifacendosi al Santo Vangelo insegna che “Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata.”.
Non sto dicendo che quello sia “Peccato contro lo Spirito Santo” ma semplicemente che se non si mette un freno al peccato, ci si può ostinare in esso; poi diventa “Ostinazione” e quindi diventa “imperdonabile”. Questo “è”Scritto nel Vangelo.
La Chiesa insegna a fuggire le occasioni di peccato, figuriamoci a permanervi…
Ma si sa, oltre al CCC pro domo mea si può usare anche le sviste del Vangelo pro domo sua …
La maggior parte dei nostri peccatucci crea colpe irrimediabili.
Non solo chi uccide, ma chi tradisce anche solo la fiducia o la parola data.
Non c’è rimedio se hai risposto male. Chiedi scusa al massimo, ma quel che è fatto resta.
Puoi pero compensare, utilizzando l’idea di soddisfazione.
Dopo che ti sei affannato a chiedere scusa, fai qualcosa di bello, di inequivocabilmente buono, di chiaramente generoso per l’altra persona, sforzandoti con la tua fantasia, con il tuo cuore di offrirle un regalo grande.
La soddisfazione che crei è tale che la persona offesa chiude un occhio e dimentica, anzi considera con attenzione che quello che hai fatto dopo è piu meritevole e grande della colpa incancellabile da te commessa.
Con questo meccanismo in testa, dovremmo cominciare a ragionare.
Mi scusi donema2015.
Sinceramente non la seguo. Ne senso che, non riesco a capire se i dubbi che la turbano siano relativi all’Eucaristia applicata ai divorziati rispostati civilmente, o al sacramento del matrimonio del quale , riferisce, di non riuscire a rintracciare possibili riferimenti scritturistici di condanna rispetto alla rottura di quel “sacramentum” -ma possimo benissimo chiamarlo impegno formale, “patto” stipulato da una donna e un uomo che si sono scelti e consacrati in un vincolo sacramentale dinnanzi all’autorità religiosa, alla comunità e a Dio stesso- sarebbe possibile, se vuole, far luce sul primo “adombramento” è allentare le “nebbie” che avvolgono il secondo…
Da un capo all’altro la Scrittura si parla del Matrimonio e del suo mistero, della sua istituzione e del senso che Dio gli ha dato, della sua origine e del suo fine, delle sue diverse realizzazioni lungo tutta la storia della salvezza, delle sue difficoltà derivate dal peccato e del suo rinnovamento « nel Signore » Non ci vuole molto per rendersi conto di quanto Dio abbia a cuore questo patto, generatore di vita. La 1 di San Paolo ai Cor 7,39 ne parla con una certa precisione…se non le dispiace, glie la passo tal quale:
Indissolubilità del matrimonio
10 Agli sposati ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito – 11 e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito – e il marito non ripudi la moglie.
12 Agli altri dico io, non il Signore: se un fratello ha la moglie non credente e questa acconsente a rimanere con lui, non la ripudi; 13 e una donna che abbia il marito non credente, se questi acconsente a rimanere con lei, non lo ripudi. 14 Il marito non credente, infatti, viene reso santo dalla moglie credente e la moglie non credente viene resa santa dal marito credente; altrimenti i vostri figli sarebbero impuri, ora invece sono santi. 15 Ma se il non credente vuole separarsi, si separi; in queste circostanze il fratello o la sorella non sono soggetti a schiavitù: Dio vi ha chiamati a stare in pace! 16 E che sai tu, donna, se salverai il marito? O che ne sai tu, uomo, se salverai la moglie? 17 Fuori di questi casi, ciascuno – come il Signore gli ha assegnato – continui a vivere come era quando Dio lo ha chiamato; così dispongo in tutte le Chiese.
Cordiali saluti
Mi dica Manuel, il meccanismo che ha citato dove affonda le sue radici: nel CCC, nella Scrittura o nella Tradizione?
A me sembra in nessuna di esse.
Il soggetttivismo o il relativismo, non è contemplato nella Chiesa.
Puòessere utile ad un credo personale, ma non può rientrare nei canoni della Chiesa Cattolica..
@donema2015
Rispetto alla pericope: “Agli sposati ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito” . Fanno riferimento i passi del Vangelo di Matteo 5,32; 19,6-9; Marco 10,9-12; Luca 16,18.
Ma, se disidera leggerlo, le passo anche questo documento. Si tratta del “Catechismo della Chiesa Cattolica,”, un testo con profonde riflessioni sulla Parola di Dio, citazioni scritturistiche e i monumenti della Tradizione.
http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p2s2c3a7_it.htm
vede Ubi, conosciamo bene la sua razionalità, soprattutto dove può condurre almeno verbalmente. Sappiamo anche delle sue abilità nella arti marziali. Proprio per questo mi sto allenando almeno col Tai Chi ed il Qi Gong: soprattutto mi affido alla cordialità e pacatezza di Luigi nello smorzare certi modi troppo bruschi.
Il giochino di individuare “la bestemmia contro lo Spirito santo” con la situazione dei divorziati risposati è suggestiva ma non suffragata nè dalla Scrittura, nè dal CCC e neppure dalla Tradizione. E’ una interpretazione originale sua, veramente alquanto soggettiva.
Sulla questione legata al bambino di cui si tratta in questo thread, io sto dalla parte del bambino.
Non deve essere bello essere etichettato come figlio del peccato: fino a qualche anno fa se i genitori volevano fargli amministrare il battesimo dovevano pellegrinare alla ricerca di un Parroco buono disposto a compiere questo gesto. La colpa era considerata dei genitori ma chi ci andava di mezzo era il figlio. Adesso il Papa ha ufficialmente battezzato un bambino figlio di una coppia non sposata ed ha messo fine ad una pratica assurda, nonostante i suoi denigratori abbiano gridato allo scandalo.
Penso che quel bambino col suo gesto abbia anche voluto ringraziare i suoi genitori per aver accettato di risposarsi per garantirgli non solo un pezzo di pane ma anche una educazione ed un futuro più bello. Non penso che questo bambino pensi che questi genitori siano ostinati nel peccato quando si prodigano per mantenerlo, ad aiutarlo a farlo crescere nel modo migliore. Non saranno dei santi, faranno anche loro qualche peccato ma hanno diritto anche loro ad essere salvati dal Signore. Decidere a priori di mandarli all’inferno per un gusto sadico personale non mi pare cattolico e neppure umano
@clodine
E’ alquanto singolare che lei, per affermare l’indissolubilità del matrimonio, mi porti ad esempio un testo di San Paolo che parla proprio del contrario, cioè di quello che nella storia è stato definito come il privilegio paolino
In base al privilegio paolino i matrimoni legittimi sono sciolti, in favore della fede (favor fidei) quando uno dei coniugi (sposatisi senza essere battezzati) riceva successivamente il battesimo e l’altro coniuge si rifiuti di continuare la convivenza.
In tal caso la parte battezzata, interpellata l’altra parte per conoscere la sua eventuale disponibilità al battesimo o almeno alla pacifica convivenza, ove l’esito sia negativo, acquista il diritto di contrarre un nuovo matrimonio con altra parte cattolica ed, eventualmente, per grave causa e col consenso del Vescovo, anche con una parte non cattolica, battezzata o non.
Lei non vuole leggere. In questo l’aiuta la simpatia -parzialità???- di Luigi verso il suo schieramento.
Lei non vuole leggere:
“Non sto dicendo che quello sia “Peccato contro lo Spirito Santo” ma semplicemente che se non si mette un freno al peccato, ci si può ostinare in esso; poi diventa “Ostinazione” e quindi diventa “imperdonabile”. Questo “è”Scritto nel Vangelo.
La Chiesa insegna a fuggire le occasioni di peccato, figuriamoci a permanervi…”
Luigi ovviamente .lo sottolinea spesso .è a casa sua e fa quelche vuole.
Mi limito ad osservare che chiede risposte agli argomenti, ma svista .magari volentieri?- quando sembra che invece di mettere in discussione gli argomenti si mettono in discussione le persone; quando concede che altri dicano “omofobo” e ” ignorantemente arretrato”.
a questo fa parte del gioco. Pure le gomitate fanno parte del gioco del calcio. A volte succede che l’arbitro sia più incline a vederle solo da una parte: ma fa sempre parte del gioco.
Fa parte del vero invece, che per quanto auspicato da Luihi, sul blog la parte a lui più affine per vedute, è incapace di rispondere con argomenti.
E dato che ai dribbling vincenti degli argomenti la sua squadra non riesce a porre argine, concede le “gomitate”.
E contro i fatti non valgono argomenti, nè il cercare di sovvertirli.
Ognuno ha i suoi doni, io quello della sincerità.
Auduro buonanotte.
Io ascolto questa prima di andare a dormire:
https://www.youtube.com/watch?v=7-iRf9AWoyE
Ubi, nel catechismo non so. Ma in Sant’Anselmo d’Aosta dell’XI secolo si. Addirittura riferito a come Cristo abbia redento l’uomo ed utilizzato per dimostrare la necessita di Dio di mandare suo figlio.
È una intuizione cosi grande che poi è stata ripresa più volte ed è estremamente attuale.
Ma poi se ci pensi è un modo di procedere di ciascuno di noi.
Non è nè soggettivo nè relativo! Anzi…
@donema2015
In una società multietnica dove il 20% dei matrimoni è misto , non conoscendo la sua reale situazione e, considerando il suo interessamento al tema “Eucaristia e perdono”, mi sembrò opportuno -accanto al dato scritturistico incontrovertibile sulla sacralità del matrimonio e il pensiero di Gesù Cristo riguardo al ripudio ecc- oltre che dal punto di vista dei Vangeli di Marco, Matteo, Luca, allargare lo spettro anche a situazioni di quel tipo. San Paolo ne parla, il Codice Diritto Canonico ne riporta ampi commenti, che dire, ho pensato potesse interessarle.
Riguardo all’Indissolubilità del matrimonio e all’impedimento di accedere all’Eucaristia non conta né il mio, né il suo punto di vista, ma quella del Magistero della Chiesa e della Parola di Dio. Questo è l’unico dato incontrovertibile. Ma se lei si sente così sicuro di sé, così perfetto e santo da accedervi, nessuno le domanda il “documento”. Perché vede: chi ha fede,capacità di guardare oltre, obbedisce alla Chiesa anche soffrendo, ed ha un solo Giudice a cui fare riferimento: Gesù Cristo e la propria coscienza.
Questa mattina io dare curiosa notizia a schieramento filo-comunione.
Su Vat. Ins. campeggia un articolo di padre Cavalcoli che afferma:
“La comunione ai risposati non tocca la dottrina ma la disciplina”.
🙂 Certo, è curioso quando sarà citato dal settore progressista Cavalcoli.
Cavalcoli che era citatissimo nei blog e forum lefebvriani e tradizionalisti più hard all’epoca. Comunque sono parabole lecite, e Cavalcoli è preparatissimo.
Cmq non sono d’accordo con lui!
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43987/
In OT , se mi è concesso, vorrei anche ricoradare questa mattina i “caduti sul campo” del blog: GerrY; Leonardo; Sumpontcura; Elsa F. ; Lycopodium; Syriacus. Mi dispiace se dimentico qualcuno …
Cavalcoli però è molto ostile all’ala lefebvriana, ed è domenicano quindi tomista, quando dice che riguarda la disciplina ha ragione, lo dice in modo più secco che Kasper, non è questione di misericordia o meno ma di cambiare prassi penitenziale, punto e basta.
Detto ciò ormai Tornielli fa propaganda (e il fatto che mi vogliano far pensare una cosa su di me fa l’effetto opposto. Ma dipende dal mio carattere bizzoso magari su altri fa effetto)
Furbacchione Tornielli a sentire Cavalcoli. (però è stato chiaro e condivisibile dai, si vede che conosce la tradizione meglio di altri)
@ donema,
risponda pure. Quando potrò, replicherò.
Condivido la riflessione di Clodine. La posta in gioco è alta e le conseguenze non dovrebbero essere sottovalutate: l’eucarestia offerta a tutti come “confetti” è sacrilegio (parola fuori moda ma efficace).
Sara, non sono affetto da spirito di contraddizione, ma pure io subisco certi effetti 🙂
Volendo pure io potrei dargli ragione che riguarda la Disciplina.
Ritengo però che ad oggi quella disciplina sia, per opportunita e prudenza, da ritenersi immutabile.
Per iniziare la giornata musicalmente parlando:
https://www.youtube.com/watch?v=jr_2Kl6KF-4
In fondo i meccanismi religiosi non fanno che ripetersi ciclicamente.
http://www.gionata.org/la-misericordia-di-bergoglio-crea-scandalo-nella-chiesa/
Per prudenza ok, si era stabilito di non dare la comunione ai divorziati risposati anche per ricordare alla comunità la gravità del divorzio, però nel momento in cui i divorziati aumentano e rischi di ritrovarti troppe persone fuori, se il fine è la conversione un cammino penitenziale pensato appositamente potrebbe avere effetti migliori.
E’ un grande cambiamento e vanno ripensate molte cose, tanto ormai siamo in ballo, balliamo.
Cmq io sul mio blog e pure qui ho detto bello chiaro, da tempo cosa erano le cose, eresie, che al Sinodo non “devono passare”:
“l’Eresia omosessualista di coloro che vorrebbero “benedire” le unioni tra persone dello stesso sesso o vorrebbero riconoscervi in esse “qualcosa di buono“.”
“l’Eresia di quelli che vorrebbero considerato il Sacramento del Matrimonio “solubile“, cioè la possibilità di ritenere finito, estinto, terminato, un primo Sacramento del Matrimonio pur se validamente rato e consumato”
“l’Eresia di coloro che vorrebbero l’avallo della Chiesa nell’uso dei mezzi di contraccezione artificiale e di ricorso all’aborto e/o la revisione o l’abolizione di quanto magistralmente insegnato dal Beato Paolo VI nell’Enciclica Humanae vitae .”
https://vivificat.wordpress.com/2015/09/27/tra-una-settimana-inizia-la-guerra-nella-chiesa/
Mi piace il tuo realismo Sara, che non vuol dire arrendersi all’evidenza ma vuol dire sentire come fondamentale il fatto che nessuno si perda.
Certo voglio che non passi nemmeno l’ “errore” della Comunione ai divorziati risposati, che è una eresia a tre quarti … 😉 🙂
Un altro punto di vista interessante:
http://www.gionata.org/il-teologo-andre-paul-oggi-non-vedo-dove-una-famiglia-cristiana-reale/
sara sono pienamente d’accordo con il tuo commento delle 9.
OT è nevicato…
Sara1 scrive, 16 ottobre 2015 @ 9:00
Vedi Sara, al “rigore moderato” dei farisei che avevano il “ripudio” , N.S. G.C. rispose con un rigore maggiore citando la “durezza”.
Ora devo usare l’artificio di rivolgermi a te per esprimere questo mio pensiero qui sul blog:
Quello che mi infonde speranza e consola (sono parole magari inopportune rispetto a quanto segue) è la malvagità dell’uomo cappace di scatenare guerre distruttive, oggi su scala globale. E’ la capacità della natura di essere distruttiva e mortifera con i cambiamenti climatici e le malatie decimatrici dell’umanità. Quando avverrà tutto questo che decimerà il mondo e ci sottoporrà a prova straziante, non voluto da Dio,
Egli probabilmente saprà trarre da questo male, il bene. Quello di rendersi conto che l’uomo non può sussistere senza il rispetto delle leggi di Dio.
E allora l’amore dell’uomo verso Dio e verso il prossimo, rifiorirà.
Le rifioriture dell’umanitò sono passate sempre attraverso grandi “potature”.
Lo so Ubi, però anche in passato la Chiesa ha cambiato prassi penitenziale, dalla durissima penitenza antica che era pubblica e prolungata si è passati alla confessione personale, molto più morbida, diciamo trovare una via di mezzo, una penitenza non protratta nel tempo ma seria ed efficacie a molti farebbe bene. In diocesi il nostro vescovo ha già iniziato i corsi per i divorziati.
Non credo che la farebbero tutti, (da noi infatti non è che siano frequentatissimi) e poi ci sarebbero sempre casi e casi.
Mi sembra però di capire che dobbiamo prepararci ad un cambiamento punto e basta.
Intanto che noi ci concentriamo sui dettagli di grandissimo pregio, la notizia su Milano, girata sui giornali in settimana, è che l’adesione all’ora di religione è sotto il 60% (53-55) e che spesso gli alunni non frequentano l’ora.
Quindi se al posto che guardare le finiture e scegliere i colori pastello della facciata, ci concentrassimo sulle fondamenta dell’edificio con una unità di intenti lungimirante attenzione, forse capiremmo meglio come si comporta il Papa.
Stiamo buttando via il bambino con l’acqua sporca.
http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/10/12/news/ora_di_religione_le_classi_sono_semivuote_ma_non_si_puo_accorparle-124865503/?refresh_ce
Trentasette anni fa saliva al Soglio di Pietro il luminoso gigante della Fede:
https://www.youtube.com/watch?v=E4kFpUh9C9M
Manuel lo dica a Spadaro e ai suoi favolosi segni di tempi però.
Noi è una vita che lo si dice.
Sara, tu ti fai prendere dall’entusiasmo, ma come i novatori dimentichi i “Documenti”.
Familiaris Consortio di San Giovanni Paolo II al n. 84 afferma:
“La Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati.”
Tu me intiende? Per San Giovanni Paolo II era “prassi, fondata sulla Sacra Scrittura”, e per me la parola del Santo E’ VANGELO!
Che gigante!
Quindi se al posto …, ci concentrassimo sulle fondamenta dell’edificio con una unità di intenti lungimirante attenzione, forse capiremmo meglio come si comporta il Papa.
Ecco, qui arriviamo! Mi spieghi le fondamenta dell’edificio?
Manuel,
il problema della frequenza all’ora di religione è serio, ma dubito che la soluzione sia annacquare dottrina e morale.
Anzi, in tempi di relativismo assoluto, la soluzione è proporre una visione chiara, senza rincorrere i consensi del mondo.
prassi, fondata sulla Sacra Scrittura
quasi un ossimoro
Curioso modo, quello di onorare il ” gigante della Fede ” , il “luminoso” e via discorrendo, gettando ogni giorno almeno una palata di fango, ad essere eufemistici, sul suo successore e sulla Chiesa così, perché ci garba.
Non sono entusiasta dico solo che Cavalcoli in questo caso non fa un ragionamento sbagliato. Sempre rimanendo logico e rigoroso.
“La meta può essere fissa e irrinunciabile, ma i mezzi possono mutare ed essere diversi. La legge della Chiesa è un mezzo per applicare la legge di Cristo. Questa è assoluta e immutabile; la legge della Chiesa, per sua stessa natura e per volontà di Cristo, per quanto illuminata e animata dalla fede, resta pur sempre una legge umana, con i limiti propri di questa. Occorre quindi rispettare scrupolosamente la natura di questo nesso, evitando da una parte la rigidezza di un conservatorismo rigorista, che rifiuta il cambiamento della legge ecclesiastica in nome dell’immutabilità della legge divina e, dall’altra, il modernismo storicista e lassista, che, col pretesto della mutabilità della legge ecclesiastica e del suo dovere di tener conto della modernità e della debolezza umana, annacqua e relativizza la legge del Vangelo”
Non so come dire, la rottura del matrimonio rimane un grave peccato, la prassi di negare la comunione rimane, cambia la penitenza, cioè per riaccedere alla comunione si farà una penitenza “concentrata” invece che protratta nel tempo.
Una proposta simile era venuta anche da Magister:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351041
Che poi questo migliorerà le cose sia in termine di affluenza in Chiesa sia in termine di ridurre il numero di divorzi non ci credo nemmeno se lo vedo.
Però migliorerà la vita di quelli che si trovano in situazioni irregolari non per colpa loro e ne soffrono.
Magari tanti figli di divorziati tirano su i figli tenendoli lontani da una religione stigmatizzante.
genitori divorziati
Ok, Ubi, che la “prassi” abbia un fondamento sulla sacra scrittura è evidente e mi sembra anche doveroso.
Che la prassi sia vangelo è però una tua deduzione.
Sennò avrebbe detto che è Vangelo e non prassi.
Che si possa provare a fare altri ragionamenti è possibile, anche se l’ha detto un Santo. Magari poi si conlcude lo stesso che continua a non essere opportuno darla ai risposati. Però ragionarci è doveroso.
Sara, secondo me i segni dei tempi da riconoscere sono sia in positivo sia in negativo. Questo segno dei tempi è un ulteriore segnale d’allarme che dovrebbe farci svegliare all’unità nell’evengelizzazione e nella testimonianza. In scuola cattolica della conoscenza e istruzione riguardo la e le religioni, fatta con preparazione!
Quando ero alle superiori 20 anni fa e facevamo tutti tranne uno l’ora di religione, abbiamo avuto per mesi un prete che parlava degli esorcismi che aveva visto o di cui aveva sentito parlare…bell’occasione persa!
Poi c’e’ stato il filone interminabile della sessualità cattolica quando si negava l’istruzione sull’uso del contraccettivo contro la diffusione delle malattie in paesi del terzo mondo.
Argomenti anche interessanti e coinvolgenti, ma che portano poco lontano.
Spiletti, io sono convinto che continuare la predicazione della morale non formi, ma stufi.
Bisognerebbe dare formazione teologica e scritturistica che stimoli ed interessi.
Questo non riguarda solo la religione, intendiamoci.
La morale ne sarebbe la logica conseguenza.
L’insegnamento della matematica, dell’informatica, delle lettere e filosofia, della storia riescono a dare qualcosa se stimolano le menti.
Ci vuole una iniezione di entusiasmo nelle cose e non può venire solo dal carisma del Papa.
Manuel76, la scarsa frequenza all’ ora di religione nelle scuole non ha niente a che vedere con la fede.
Si tratta semplicemente di fare un’ ora in meno di lezione. Tutto qui.
Quando i ragazzi hanno una opportunità qualsiasi per non partecipare alle lezioni, la colgono al volo.
È sempre stato così.
Però migliorerà la vita di quelli che si trovano in situazioni irregolari non per colpa loro e ne soffrono.
Finalmente qualche argomento buono.
C’è da premettere che non possiamo nè dobbiamo dimenticare la pecorella “colpevole” che dovrebbe essere recuperata.
Premesso questo, ci troviamo davanti alla difficoltà oggettiva nei casi reali di dovere, e come potere, discernere dove è la colpa nei casi meno evidenti, dove non c’è l’ “abbandono” per un’altra persona/storia che dir si voglia. Ma il tutto poi si scontrerebbe con il principio dell’indissolubilità.
E si accetterebbe l’eccezione del “in caso di adulterio” o porneia che dir si voglia.
La lunga storia della Chiesa non ha mai ammesso quella eccezione però.
E allora dobbiamo accettare che il giusto soffra per il peccatore, come nel caso di N.S.G.C.; o che il più forte si faccia caso del più debole: praticamente ciò che la Chiesa fa da sempre …
Può sembrare dura la cosa ma è molto evangelica.
Manuel,
francamente diciamoci pure che la morale non piace perché è faticosa da rispettare, mentre dovremmo porci il problema di cosa è giusto e cosa non è giusto fare. L’ho scritto qui tempo fa: senza morale (o con una morale in versione light per venire incontro ai consensi) rimane solo un epicureismo per cui è bene, buono e giusto solo ciò che piace.
Sulla comunione ai divorziati, il punto non è il percorso penitenziale, ma il fatto che se si accetta che basta una penitenza allora significa che il matrimonio non è più indissolubile: basta un oremus e via.
I padri sinodali puntino su altre forme di coinvolgimento dei separati risposati nella vita della comunità (ce ne sono già e se ne potranno trovare altre), ma risparmino i sacramenti.
Ma poi, Manuel, la “formazione teologica e scritturistica” crea tutto questo interesse?
L’interesse (se così vogliamo chiamarlo) non verrà da approcci intellettualistici o da appagamenti emotivi (il sentirsi accolti da un gruppo ) ma solo dall’incontro con il Signore e dalla fiducia che, nel mare magnum del relativismo, c’è una Verità da amare e da seguire.
Oggi … :
Un’altra cosa fate ancora: voi coprite di lacrime, di pianti e di sospiri l’altare del Signore, perché egli non guarda all’offerta né l’accetta con benevolenza dalle vostre mani. E chiedete: «Perché?». Perché il Signore è testimone fra te e la donna della tua giovinezza, che hai tradito, mentre era la tua compagna, la donna legata a te da un patto. Non fece egli un essere solo dotato di carne e soffio vitale? Che cosa cerca quest’unico essere, se non prole da parte di Dio? Custodite dunque il vostro soffio vitale e nessuno tradisca la donna della sua giovinezza. Perché io detesto il ripudio, dice il Signore, Dio d’Israele, e chi copre d’iniquità la propria veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite dunque il vostro soffio vitale e non siate infedeli
E quante cose che erNo prassi fondate sulla Scrittura sono state abbandonate? Penso per esempio al negare i funerali in chiesa ai bambini morti senza battesimo o ai suicidi.
Dobbiamo accettare che il giusto soffra per il peccatore come nel caso di N.S.G.C…..
C’è una differenza grossa come una casa tra una sofferenza ingiusta LIBERAMENTE accettata per qualcun altro, come è stato per nostra unica fortuna nel caso di G.C – e con quanta fatica-. e come ognuno di noi puo’ sempre decidere LIBERAMENTE di fare, e il gettare con disinvoltura questa sofferenza ingiusta OBBLIGATORIAMENTE sulle spalle innocenti di qualcun altro. così, per teorico amore di coerenza con non si sa bene quali principi…..
Magister …
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/10/16/sinodo-e-omosessualita-la-parola-a-san-paolo-senza-censure/
E allora dobbiamo accettare che il giusto soffra per il peccatore, come nel caso di N.S.G.C.; o che il più forte si faccia caso del più debole: praticamente ciò che la Chiesa fa da sempre …
Può sembrare dura la cosa ma è molto evangelica.
Non c’è nulla di evangelico Ubi in questa affermazione. Anzi è una frase terribile.
Non si può accettare che il debole venga sopprafatto dal forte. Il fatto che accada e che sia accaduto anche a Gesù non significa che si debba accettare una cosa simile.
Gesù è venuto proprio perché quello che è accaduto a Lui non debba più succedere. Gesù con la sua vita e morte denuncia questo perverso meccanismo.
Ma il sacramento dell’ordinazione non è irrevocabile come è indissolubile il sacramento del matrimonio, tant’è che l’ordinato può solamente essere dispensato da alcuni obblighi ma giammai essere de-ordinato? E allora, in base a quale argomento canonistico e/o più generalmente teologico è ritenuta ammissibile la celebrazione di un matrimonio, così come l’accostamento alla comunione agli ordinati dispensati dagli obblighi (cioè agli ex-preti)?
Guarda i passi paolini si smontano abbastanza facilmente:
Leggete bene i passi di Paolo: soprattutto dovete fare attenzione a come presenta il manifestarsi di questi atteggiamenti.
Dio li ha abbandonati dice Paolo. I rapporti fra maschi sono conseguenza dell’essersi allontani da Dio.
Quindi tu pagano (lettera ai romani) ti allontani da Dio e ricadi nelle pratiche pagane.
Ma io sono cristiano, credo nel Dio Gesù Cristo e lo riconosco come Padre. Eppure sono gay. Le parole di Paolo non sono rivolte a me e non è vero che l’omosessualità nasce dall’allontanamento di Dio.
Mi meraviglio a volte della poca conoscenza delle scritture. Si usano come martelli questi pezzi di scrittura sulla testa delle persone ma ad un attenta esegesi si capisce a chi erano rivolti e come non possono essere usati in questo modo.
” il punto non è il percorso penitenziale” se il percorso penitenziale fosse una cosa seria ad alcuni farebbe bene, tenuto conto che già la comunione la fanno.
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/introvigne-divorziati-divorced-divorciado-risposat-remarried-32556/
“Credo la Comunione dei Santi”
I santi oltre che in terra stanno nel Santo Paradiso. Il maggior grado di santità si raggiunge nel “Martirio”.
Il Martirio può essere cruento o incruento, cioè che venga offerto e sacrificato il proprio sangue, seme purpureo che farà nascere nuovi cristiani; oppure incruento, dove viene offerta e sacrificata la propria sofferenza e la propria mortificazione morale e spirituale, ed è anche questo seme fecondo di santità che si effonde nel mondo.
La Chiesa ha sempre cercato questi martiri, i santi hanno sempre aspirato al martirio.
Il martirio per la sofferenza ingiusta sofferta dagli innocenti è seme di santità e seme per i nuovi cristiani.
La sofferenza ingiusta sofferta dagli innocenti, offerta ai piedi della Croce, incorpora a N.S.G.C. e completa nella carne nostra, degli altri, i patimenti di Cristo, secondo la Parola dell’Apostolo:
“Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” .
Ubi tu hai in mente le vecchie icone in cui Dio faceva il dettato ortografico!
Qui il “gigante” San Giovanni Paolo II che ci illustra in 6 punti il “Vangelo della Sofferenza” :
https://www.youtube.com/watch?v=2HVJq–4hWk&feature=youtu.be
“Mi piace additarlo alle Famiglie …“
La sofferenza ingiusta sofferta dagli innocenti, offerta ai piedi della Croce, incorpora a N.S.G.C. e completa nella carne nostra, degli altri, i patimenti di Cristo
Questo si che è oppio dei popoli!
Il fatto Ubi è che questa soffrenza non ci dovrebbe essere e non bisognerebbe quindi nemmeno aspirarci. Va combattuta con offerta.
Non è che Gesù ci tenesse a morire in croce o che Dio si compiaccia della sofferenza.
Dio ci dà la forza attraverso lo spirito di sopportare il male se necessario e ci fa vedere in Gesù il paradigma della sofferenza innocente. Dice: se hanno fatto questo a me non pensate di essere trattati meglio, se vi mettete dalla parte del Vangelo.
Ogni volta che Gesù si imbatte nella sofferenza c’è qualcosa che freme e si ribella nel suo intimo, al punto che a volte interviene senza esserne richiesto, per un incontenibile impulso interiore, come nel caso della morte del giovane di Nain e di Lazzaro:
“Ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: “Non piangere!” E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: “Giovinetto, dico a te, alzati!”. Il moro si levò a sedere e incominciò a parlare” (Lc 7,12-14).
“Gesù si commosse profondamente, si turbò … e ancora profondamente commosso si recò al sepolcro … alzò gli occhi e disse: “Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato” E detto questo, gridò a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori!”. Il morto uscì …. (Gc 11,33 ss.)
Poi qualcuno, più devoto di me, mi dovrà spiegare prima o poi di cosa se ne fa Dio della nostra sofferenza offerta a lui. Nessuno mi ha mai saputo dare risposta.
Dio vuole la nostra felicità innanzi tutto, nel Vangelo Gesù non dice mai che bisogna offrire la nostra sofferenza a Dio.
“c’è un Vangelo, direi, superiore: il Vangelo della sofferenza, con cui si deve preparare il futuro, il terzo millennio delle famiglie, di ogni famiglia e di tutte le famiglie.”
http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/angelus/1994/documents/hf_jp-ii_ang_19940529.html
Gomitate vs argomenti potrà pure divertire Manuel, ma non paga.
La gente sa leggere bene, e vede anche 😉 🙂
Luigi l’invito agli argomenti mica ve lo faceva a caso …
Cmq te lo ripeto, il fisico è duro, e l’ego è smisurato, sgomita quanto vuoi 🙂
“Dio vuole la nostra felicità innanzi tutto, nel Vangelo Gesù non dice mai che bisogna offrire la nostra sofferenza a Dio.”
C sarebbe il “Se uno vuol venire dietro me, rinunzi a se stesso, prenda la sua croce e mi segua” se la buttiamo sulle citazioni evangeliche.
Petrus scrive: “Dio vuole la nostra felicità innanzi tutto”
Altra lezione, altri argomenti…
Dio vuole la nostra felicità si, ma la felicità della Beatitudine Eterna, non la felicità come la intende il mondo e lei in questo momento. Altrimenti non avrebbe detto:
“Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna”.”
e anche:
” Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.”
e ancora:
“Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me”
Lei Petrus, ha un concetto troppo “terreno” di felicità, e non è quella che intende il Vangelo, cioè la sequela di Cristo.
Avanti il prossimo 😉
Sara il Vangelo non dice che la sofferenza non esiste.
Ma non c’è la mistica della sofferenza proposta da Ubi.
Quando Gesù dice di prendere la propria croce e seguirlo indica chiaramente la strada del Vengelo.
Mettersi dalla parte degli ultimi implica la croce. La croce significa perdita di reputazione, perchè ai tempi era la morte più ignobile. I crocefissi erano i maledetti da Dio.
E proprio con l’apparente annientamento che invece Dio libera. Perso tutto non resta che Lui. E lì si sprigiona la potenza di Dio di Resurezzione, perchè ” quando sono debole è allora che sono forte”.
Vabbè Ubi, se tutto è scritto e chiaro, perchè stare a discutere?
Resto dell’avviso che il regno di Dio sia già qui e che le promesse di Dio sono già attive dove esiste una vera comunità cristiana. La mia esperienza mi dice questo.
Lascio a te Ubi la soddisfazione di attendere la felicità dall’altra parte.
Manuel e petrus, forse non avete ancora capito che il dolorismo del cristianesimo dei tempi che furono, è il sale dei cristiani che hanno messo lì le loro radici. E se ne compiacciono.
Interpretano i versetti evangelici alla luce di categorie retrodatate e si beano di riproporle molto spesso come verità assoluta. Sarebbero pronti a fustigarsi per assimilarsi al Cristo sofferente e si sentirebbero dei martiri degni del Paradiso. Un po’ come fanno i kamikaze musulmani indottrinati dai fondamentalisti di quella religione.
E non si accorgono che sono dei moderni don Chisciotte che combattono contro i mulini a vento. Perché non comprendono che ben altra è l’interpretazione da dare a certi versetti del Vangelo. Ben più ampio è il senso da vedere nelle parole di Gesù.
A tutti questi proporrei di frequentare i corsi di catechismo per adulti che si tengono annualmente nella mia parrocchia. Quante nuove cose imparerebbero! Quanta saggezza acquisterebbero!
La sequela implica la croce. Ma dove la comunità funziona anche la sofferenza si condivide e diventa sopportabile.
Io ho visto questo dove ci sono vere comunità. Io lì ho visto il regno di Dio in terra, non nell’al di là.
“E proprio con l’apparente annientamento che invece Dio libera. Perso tutto non resta che Lui.”
Che più o meno vuol dire la stessa cosa no?
Aggiungo: quel che mi dispiace assai è che certi cristiani non adulti nella fede e che hanno imparato a memoria determinati paragrafi della dottrina cristiana, vanno a catechizzare i non adulti per età, e li indottrinano malamente.
Questa è una colpa di cui però non si rendono conto.
Altri argomenti sulla felicità e la sequela di Cristo …
La salvezza si realizzò sul Monte Tabor o sul Golgota?
Sul Golgota, Calvario.
Sul Tabor i discepoli -Pietro, Giacomo e Giovanni- seguirono volentieri Gesù ed erano talmente felici di vedere la Sua Gloria che volevano rimanerci “Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”.
Ma non è qui , nella Trasfigurazione, che si realizzò la Salvezza.
Essa si compi sul Golgota, tra i discepoli ci andò solo “il discepolo prediletto” -e la prima Sua discepola, la Sua Madre Santissima- quel giovinetto Giovanni, il discepolo che Egli amava.
Questo ci insegna che è facile per tutti seguire la “Gloria” di Gesù, ma molto difficile seguirne il calvario, che poi è il più fruttuoso: dalla morte in Croce nasce la salvezza.
Questo ce lo insegnano la Chiesa e le meditazioni dei Santi, specialmente quando meditiamo il Quinto Mistero Doloroso quando Le offriamo alla Sua Santissima Madre quel profumato bouquet spirituale che è il Santo Rosario, catena dolce che ci riannoda a Dio, segno pegno di Grazie spirituali sicuramente elargite.
Andiamo avanti…
“Essa si compi sul Golgota tra la sofferenza e sulla Croce”
“dalla sofferenza e dalla morte in Croce nasce la salvezza.”
Erano saltate delle parole.
“Io lì ho visto il regno di Dio in terra, non nell’al di là.”
Infatti, petrus, il Regno di Dio non è nell’aldilà, ma è già qui, in atto e non compiuto. Spetta a noi farlo realizzare. Ma non necessariamente attraverso sofferenze e dolori di vario genere. “Ad ogni giorno basta la sua pena”.
E di sofferenze ce ne sono sempre e sempre. E sono le croci che dobbiamo sopportare mettendoci. appunto, alla sequela del Cristo.
Per il resto, abbiamo il DOVERE di ricorrere ai rimedi per non accollarci i macigni che schiacciano chi ha avuto il dono della vita. Un dono che, se non sbaglio, ci è stato fatto per goderne per quanto è possibile farlo.
Signore, liberaci dai gufi che turbano la festa della vita.
IL don Chisciotte di turno continua a combattere contro i mulini a vento.
Sono ammirata di fronte a tanto strazio.
Infatti il Regno di Dio è già qui.
Però dobbiamo dargli la retta interpretazione.
Sapete, ci sono sette evangelical -del noto paese che io non mentovare- che per realizzare il “regno di Dio” vogliono accellerare l’Armageddon con una guerra termonucleare. Secondo loro bisogna che il mondo sia battezzato in “Spirito Santo e fuoco”.
Però bisogna saperle certe cose 🙂
Speriamo facciano presto, cosi che tutte le genti saranno “battezzate” …
La salvezza piena si realizzò con la resurrezione. O morte dov’è il tuo pungiglione?
Cade l’ultimo grande tabù.
Sara, la croce non è necessaria. Ma arriva. Se ti metti in sequela di Cristo arriva.
Sapendolo noi cristiani possiamo leggere nel Vangelo come Gesù ha affrontato la prova.
Non desiderandola, non offrendo il suo dolore a Dio ma prendendo su di sè la fatica e la sofferenza di chi vede negli ultimi Dio.
Gesù muore per amore.
Da tutto questo però non si evince che la sofferenza sia desiderabile, sia bella per Dio o ancora peggio voluta da Dio.
Nel momento in cui tutto appare parduto e il male sembra vincere Dio dimostra che al suo amore tutto è possibile. Ed quando il nulla pare aver inghiottito ogni speranza la vita vince. Ma solo la vita data per amore.
Chi perde la sua reputazione guadagna la libertà. Chi nulla ha da perdere è libero, libero come il Cristo che mai ha taciuto davanti all’ingiustizia, al potere politico, economico e religioso che schiacciava le persone.
Fose perchè sono gay e i gay non godono sempre di buona reputazione. Io capisco molto bene questo messaggio.
Il don Chisciotte ha il potere di poter dare lezione a tutti e nessuno riesce con argomenti solidi a controbattere.
Vi resta da rosicare e sgomitare. Delle gomitate rido e del rosicare idem.
Ubi, se rifiuti l’inquadramento storico di alcuni scritti ti precludi a mio avviso la possibilità di approfondire.
Comunque se sei contento della tua tautologia mi fa piacere per te.
Pero’ non so se vale la pena che tu dia contro ad altri credenti convinti o se sia piu fruttifero che insieme a questi ti rivolga alle persone che non credono o che hanno bisogno.
C’è qualcuno che ricordi le parole dell’angelo ai discepoli che guardavano in alto dopo l’ascensione in cielo di Gesù?
Disse: perché continuate a guardare il cielo?
Ecco appunto: perché ancora oggi avviene questo?
Perché per troppo tempo ci è stato detto che cielo e Terra sono divisi e distanti. E invece non è affatto così. Sono tutt’ uno, invece.
Quello che si fa qui ha una risonanza fortissima lì, dove a separaci c’è solo un “muro d’ombra”, come ha detto il Poeta. Solo un’ombra.
Tanto è vero che qualcuno prega: Padre nostro che sei in Terra. Ed è, per certi versi, giustissimo.
Ma vai a farlo capire ai moderni don Chisciotte. Ti diranno, come minimo, che sei in odore di eresia.
Io non do contro nessuno.
Amo la Chiesa e sono figlio della Chiesa, e uso gli argomenti che la Chiesa ha usato fino ad oggi.
Non sono i miei argomenti -che sono quelli della Chiesa- contro.
Sono gli altri che sono “contro” questi argomenti, cioè si trovano in una condizione opposta, “contraria”. Punto. Non posso farci niente.
“Fose perchè sono gay e i gay non godono sempre di buona reputazione. Io capisco molto bene questo messaggio.”
E’ un’ermeneutica che applica un po’ a tutto mi pare.
Sara mi sembra un commento non vero.
Ma più che altro potresti fare di meglio, ne sono certo.
Il Regno di Dio è iniziato già qui. Però, fino a che i moderni don Chisciotte continueranno a vedere sulla Terra satana( il divisore) in azione e niente faranno per debellarlo, e non vedranno le bellezze e la bontà della Vita che pure ci sono, vivranno nella beata illusione che in un aldilà teorico, e solo in quello, c’ è Dio e il Regno di Dio.
Prima regola: smettere di gufeggiare e vedere le positività.
Seconda regola: ringraziare il Signore per il bello e il buono della Vita.
Terza regola: agire, agire, agire per far prevalere il Bene.
Ma certo Marilisa, è come dici!
Ma bisogna essere uniti in una comunità solidale, perchè altrimenti il mondo ti schiaccia. Potere economico, religioso e politico non vogliono davvero il regno di Dio. Vogliono Mammona spesso.
Il regno di Dio è comunitario. Dove duo o tre… non grandi numeri. Anche in due o tre si può generare il regno di Dio.
L’inquadramento storico e lo studio continuo delle scritture sono un servizio alla parola di Dio, che si è servito dello strumento umano per scrivere.
Infatti dici Vangelo SECONDO Marco, Matteo etc.
Se non consideri la cultura di chi ha scritto, quando è stato scritto etc. e non pensi che cosa può dire a noi oggi, non rendi un buon servizio di ascolto.
Se vuoi vedere l’idea dello studio continuo è più impegnativa che non prendere quello che c’è e ripeterlo.
Se vuoi avere solo granitiche certezze va benissimo il tuo approccio dogmatico e sarai in Paradiso certamente più in alto di tutti.
Non si tratta di essere vero o non vero, però non è che la croce sia solo una questione di reputazione, non puoi buttarla solo lì. C’è troppa “politica”.
Che poi io il dolorismo figurarsi, ho il terrore pure di entrare in un ospedale.
Non è questione solo di reputazione. Ma anche di reputazione.
La croce è il segno che sei dalla parte giusta.
“Amo la Chiesa e sono figlio della Chiesa, e uso gli argomenti che la Chiesa ha usato fino ad oggi.”
Io amo la Chiesa e sono figlia della Chiesa. Nella Chiesa ci sono uomini che sono inseriti, grazie a Dio, nella vita di oggi, ovvero nel segmento dell’esistenza che ci è dato di vivere nella Storia di questo nostro tempo.
E gli argomenti che loro usano hanno un linguaggio nuovo e non retrodatato. E , in alcuni casi, più giusto alla luce limpida dei tempi nuovi.
Della qual cosa bisogna prendere atto, riconsiderando certe asserzioni fatte nel passato. Altrimenti, la Chiesa si mummifica e noi con essa.
Non era nelle intenzioni di Gesù che avvenisse questo.
“Se non consideri la cultura di chi ha scritto, quando è stato scritto etc. e non pensi che cosa può dire a noi oggi, non rendi un buon servizio di ascolto.”
Giustissimo, Manuel.
E’ possibile evitare di fare della teoria, della accademia, della strumentalizzazione e le barricate propagandistiche almeno sulla sofferenza, che è pane e realtà che piu’ realtà non si puo’ di una quantità smisurata di persone?
Non sarebbe male.
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-44004/
Dopo, con calma, argomenterò, smontando due “errori” , cosi palesi che se ne accorgerebbe pure un bambino del catechismo.
Se nel frattempo qualcuno ci riesce meglio di me ben venga.
Premessa: non ho letto tutti i commenti.
@ubi
Nel link un dialogo con padre Cavalcoli. Che non può essere arruolato nel battaglione prog.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43987/
Non per proporre soluzioni, solo per dire che le cose sono un po’ più complesse di come le facciamo apparire…
“Ma bisogna essere uniti in una comunità solidale, perchè altrimenti il mondo ti schiaccia. Potere economico, religioso e politico non vogliono davvero il regno di Dio. Vogliono Mammona spesso.”
Sarebbe l’ideale, petrus. Ma gli ideali si infrangono contro una realtà diversa.
La Chiesa, per esempio, ha subìto parecchie divisioni fin dal suo inizio.
E credo che sarà sempre così. C’ è un egoismo di fondo che serpeggia ovunque. Anche nella Chiesa. Anche in questa Chiesa. Anche nelle altre Chiese, dove più dove meno. Perché dove c’è l’uomo, lì c’è il virus dell’egoismo che fa ammalare e contagia.
Che fare allora? Affidarsi e affidare ogni cosa alla potente azione dello Spirito Santo.
Mi piace ripetere quel che ha detto il mio parroco qualche tempo fa:
mammona è sempre stato inteso come “danaro”. Ma questo significato è limitativo. Per “mammona” si deve intendere tutto ciò che attrae l’uomo e lo fa deviare. Il danaro certo, ma anche il potere, la sopraffazione, l’indifferenza, l’attenzione rivolta solo ai propri interessi, la falsità nei suoi vari aspetti…Tutto ciò è “mammona”. Tutto ciò costituisce un Idolo da adorare come fosse un dio.
“Mammona” e “amen” hanno la stessa radice. Ma si escludono a vicenda.
La prima parola indica l’ossequio a tutto quel che allontana da Dio; la seconda, al contrario, indirizza al vero Dio.
Questo ha detto ( con altre parole) don Franco.
Allora, io concludo che i veri credenti non possono ascriversi alle due categorie insieme.
Se davvero ci si ritiene adoratori di Dio, non è possibile perseguire in contemporanea nemmeno uno degli aspetti di Mammona.
Che se poi proprio uno smania, oltre alla Chiesa ( ma bisognerebbe prendere tutto sull’argomento, della Chiesa, non fior da fiore quel che ci garba ), alle meditazioni dei santi ( idem con patate) , ai profumati bouquet spirituali offerti alla Santissima Madre ( senza tante menate: la corona), ci si spinga a seguire Cristo stesso e pure sua madre. Il quale non è salito sulla croce ammonendo, pontificando e facendo lezioni di teologia e men che meno a spiegarcela la sofferenza. Se l’ è presa addosso tutta quanta, per amore.
L’esatto opposto .
Vedi come ti passano le smanie.
Da alcune posizioni di blogger sul tema dell’Eucaristia mi chiedo quale sia, per costoro, il senso della misericordia e dell’anno giubilare
della Misricordia.
Confido nel vento ispiratore dello Spirito Santo.
Da alcune posizioni di blogger sul tema dell’Eucaristia mi chiedo quale sia, per costoro, il senso del sacro, l’amore per Dio e il valore dei sacramenti.
Come Nino, confido nel vento ispiratore dello Spirito Santo.
Usare la misericordia come “colpo di spugna” su tutto (sul male, sul peccato, sull’impenitenza) non è “misericordioso” nei confronti degli uomini ma, al limite, è misericordioso nei confronti del maligno.
Spero che il Giubileo straordinario ci aiuti a distinguere e capire bene cosa significa per la Chiesa essere misericordiosi.
La Vergine Maria, Madre di misericordia, ci aiuti e accompagni sempre la Chiesa in questi tempi difficili.
Tornando ai farisei:
http://www.lastampa.it/2015/10/16/italia/cronache/il-rabbino-capo-di-roma-attacca-il-papa-il-suo-messaggio-pericoloso-PEl9skV1D9wPHXqxG4BLgM/pagina.html
Giusto, Nino.
Mi chiedo se con quella pietra, l’intenzione di Gesù Cristo fosse proprio quella di fondare un nuovo leggificio, dopo quello di Scribi, Farisei e Dottori della Legge;
Rileggo purtroppo in certi commenti quella stessa “durezza dei cuori” che allora fu aspramente condannata.
Ebbene, sarà preparata, sarà edulcorata, sarà quello che volete, ma la storia del bambino che dà un pezzetto di Ostia al padre a mio avviso dice tanto… dice abbastanza.
Il Vangelo è un meraviglioso racconto di conversioni; di conversioni autentiche, vere, che nell’economia divina significano, guarigione immediata, perdono totale: “oggi stesso sarai con me in Paradiso”.
Nessun uomo può erigersi a giudice di chi abbia o no accesso alla misericordia. Solo Dio legge nel cuore e può misurare come e quanto siamo degni.
Non ci sono e non ci possono essere leggi, permissive o restrittive che definiscano i limiti della misericordia; perché quei limiti, quei confini, il sacrificio di Cristo li ha cancellati definitivamente!
“Il quale non è salito sulla croce ammonendo“.
No, effettivamente non ha ammonito mentre saliva, ma sulla strada per salirci …
“Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: ‘‘Cadete su di noi!’’, e alle colline: ‘‘Copriteci!’’.
Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?»”
Il problema dell’eucaristia ai fedeli cristiani è stato risolto tecnicamente, tagliando la testa al toro (come si potrebbe ben dire), nel protestantesimo : il matrimonio non è stato considerato un sacramento perché non formalmente ed esplicitamente istituito da Gesù. Come è noto le chiese nate dalla riforma protestante riconoscono solo due sacramenti: il battesimo e la comunione, detta anche cena del Signore.
Il fatto che il matrimonio non sia un sacramento, permette pertanto in primis al protestantesimo di non considerare indissolubile il matrimonio e in seconda battuta di non rifiutare la celebrazione di nuove nozze, e quindi non esistono motivi per escludere dalla comunione chi cerca di ricostruire una relazione con un’altra persona. Diciamo una semplificazione “radicale”. Poi il Sinodo della Chiesa Cattolica, dovendo difendere il sacramento, ma dovendo anche tenere conto della sofferenza delle persone (si pensi al divorziato cosidetto “incolpevole” ) sottoporrà al papa le proprie conclusioni e il papa deciderà comunque in piena autonomia. Aspettiamo e poi commenteremo la soluzione trovata.
Cmq con le chiacchiere non si va da nessuna parte.
Siamo come ai tempi della crisi ariana. E durerà a lungo.
Alla fine però sarà ristabilità la verità e rifulgerà, e quello che è stato sempre creduto sarà.
Giovanni Battista morto per denunciare l’adulterio di Erode non è morto invano.
N.S.G.C ha detto: “Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra commette adulterio“.
E questa Parola non cadrà mai.
Si fa sul serio, finalmente …
Una Commissione per affrontare il tema dei divorziati risposati dopo il Sinodo. Questa la proposta emersa negli interventi in lingua inglese all’assise sinodale in corso in Vaticano. Ne ha parlato oggi padre Bernd Hagenkord, responsabile della comunicazione in inglese. “È stato suggerito – ha detto – in questo campo lo stabilimento di una Commissione per studiare questo argomento dopo il Sinodo, per non prendere una decisione prematura. È stata suggerita anche una pastorale adatta ai tempi nostri e alle esigenze attuali, includendo anche un Diritto Canonico adatto”. Diverse le tematiche affrontate negli interventi in lingua inglese: il problema complesso della procreazione e della contraccezione, il ruolo importante della famiglia per la pace, ma anche le adozioni, coppie senza figli e nullità del matrimonio. Ci si è soffermati nuovamente sul tema dei divorziati risposati. Si sono delineate le possibilità aperte al Sinodo: o non fare nulla per mancanza di soluzione o scegliere la via penitenziale, che ha voci favorevoli e contrarie, o ancora rimanere fermi nella dottrina, “essere profeti nell’annuncio del Vangelo e andare contro corrente”. Al centro delle discussioni è tornato anche il ruolo del vincolo matrimoniale: sacramento indissolubile la cui natura non può essere modificata. Ogni apertura, si è detto, è cambiamento di dottrina.
http://www.agensir.it/sir/documenti/2015/10/00324089_sinodo_famiglia_p_hagenkord_proposta_comm.html
Se ne riparlerà, con calma …
Condivido in pieno il commento di Fides@18:23
Ubi humilitas, ibi sapientia. scrive,
16 ottobre 2015 @ 8:21
nico scrive,
16 ottobre 2015 @ 16:47
Ubi humilitas ibi sapientia e Nico, in orari diversi, hanno postato la stessa intervista di Padre Cavalcoli -più che per coincidenza per sano realismo- intervista che, almeno da alcuni commenti postati, risulta chiaro che non è stata sfiorata…
La riprorrei per la terza volta..
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43987/
Ubi, Come ha fatto presente Giorgio i circoli propongono, ma sarà poi il papa a decidere cosa fare, quindi tutti gli interventi sono interessanti, ma alla fine lasciano il tempo che trovano. Verranno tempi più interessanti ancora
Aleteia: “Una grande testimonianza sull’Eucaristia”.
Di una bambina cinese. Che è morta ammazzata per l’Eucaristia …
Aleteia: “Una grande testimonianza sull’Eucaristia”.
Di una bambina cinese. Che è morta ammazzata per l’Eucaristia …
il link, mi scuso
http://it.aleteia.org/2015/06/10/una-grande-testimonianza-sulleucaristia/
Commissione post sinodale sui divorziati risposati? Il card. Ouellet: “Se il vincolo c’è, non si può fare nulla”
“Non si può, senza toccare la dottrina, proporre un accesso ai sacramenti”, ha detto il porporato canadese
http://ow.ly/TuIKi
Nino e Fides condivido pienamente quanto avete scritto 🙂 🙂
Questa è il tema del thread e questa la risposta del card. Ouellet:
Domanda – Può rappresentare addirittura un esempio di catechesi in famiglia, di come portare la croce, quella di un genitore divorziato e risposato civilmente che non riceve la Comunione? Un esempio per i propri figli?
Risposta Card Ouellet – Certamente. Se la Chiesa non autorizza la Comunione, non è perché pensa che questo peccato non possa mai essere perdonato. Dio perdona il peccato dei divorziati e risposati, lo perdona: su questo non c’è dubbio e la Chiesa lo proclama. Ma la Chiesa celebra e rispetta nel Sacramento dell’Eucaristia Cristo sposo nel suo dono alla Chiesa; allora, la Chiesa chiede ai suoi figli di partecipare a questo rispetto e quando c’è questa contraddizione (nella donazione matrimoniale; ndr) perché c’è un secondo partner, chiede l’astensione dalla Comunione: questa è espressione del rispetto della Chiesa per il suo Sposo divino. Non è che la persona non è mai perdonata o che non sia in comunione con Dio: al contrario. Il sacrificio che deve fare di non ricevere la Comunione e di trovarsi in qualche modo a disagio è anche un modo di essere unito a Cristo crocifisso …
http://it.radiovaticana.va/news/2015/10/16/ouellet_raggiungere_divorziati_senza_cambiare_dottrina/1179747
Ringrazio Ubi per la costanza eroica.
Molto significative le parole del Card. Oullet.
Clodine scrive, 16 ottobre 2015 @ 19:10
Clodine solo ora mi è apparso il tuo messaggio, e non so il perchè.
1) Cavalcoli dice nello stesso tempo cose condivisibili e cose non condivisibi.
2) Ha il pregio di fare un discorso tutto teologico e nel contempo con la necessaria attenzione e delicatezza pastorale.
3) Sfugge agli schemi ideologici e inquadra le cose nella loro effettiva realtà.
4) Trattandosi di una intervista breve non riesce a ad andare in profondità nel tema. E persona però che ne ha la solidissima capacità e preparazione teologica, un ottimo figlio di San Domenico.
Io penso che per risolvere la vicenda di cui parliamo, bisogna affidarsi a persone competenti sotto ogni aspetto: teologico, pastorale, santità di vita e sganciati da ogni aspetto mondano e di schieramento.
Nelle grandi dispute teologiche i due Ordini Mendicanti potrebbero dare il loro meglio.
Credo però siano per questo e per quanto riportato ai punti 2-3 e 4 che l’intervista abbia avuto scarso successo, pure analizzandola alla luce del forte “tifo” che c’è -e pure io sono un tifoso, non lo nego!- e quindi a certa prevenutezza.
Io sono convinto che la Chiesa avrebbe dovuto e deve parlare di trovare soluzioni. Ma affidandosi ai suoi migliori figli, nel silenzio e nel rigore teologico della preghiera, a porte chiuse, senza clamori mediatici.
Lavando i panni “in famiglia”.
Si potrebbe in tal modo arrivare ad una soluzione efficace e presentarla ai fedeli che certamente l’accetterebbero -se dibattuta con tali premesse- e ne sarebbero ben lieti.
Il tutto senza provocare le spaccature che purtroppo vediamo …
Buona serata e grazie del tuo intervento fruttuoso e disinteressato ideologicamente, che mi ha offerto di dire una parola pacata, senza il furore dovuto a chi si pone con mentalità ideologica.
Clodine ne avevamo parlato questa mattina:
Tra parentesi:
http://www.cittadellaeditrice.com/munera/chiarezza-e-onesta-cavalcoli-sui-divorziati-risposati/
Mentre i più tradizionalisti gli danno dell’eretico.
A questo sinodo si vedon cose che voi umani….
Tra parentesi è la prima volta che sono d’accordo con Andrea Grillo stasera vado a dormire sconvolta.
Ah Sara Sara. Per “transitività” sei d’accordo con Grillo.
Ora fruttiamo i nostri poteri telepatici: sei certamente d’accordo con me sul motivo per cui grillo è d’accordo con Cavalcoli … 😉 🙂
Tornando a Cavalcoli: lo avrei condiviso al 110 % se avesse detto:
bisogna stabilire in quanta parte è una prassi disciplinare e in quanta parte è una prassi fondata sulla Scrittura. Qui si gioca molto.
Allora è il caso, c’è bisogno di un approfondimento teologico (sempre a porte chiuse, isolati dal mondo, nel rigore teologico e nel rigore della preghiera).
Buonanotte sara, mi fa sorridere quello che hai detto su Grillo 🙂 🙂 🙂
Clodine, grazie di avere richiamato Cavalcoli. A me era proprio sfuggito. Lo conosco poco, ma mi colpiscono la saggezza ed il rigore del ragionamento.
Grazie perchè la maggior parte delle discussioni senza uscita ha la base nella confusione delle premesse. Leggere questo articolo chiarifica ed illumina.
@Spiletti:
“Usare la misericordia come “colpo di spugna” su tutto (sul male, sul peccato, sull’impenitenza) non è “misericordioso” nei confronti degli uomini ma, al limite, è misericordioso nei confronti del maligno.”
—————————-
Purtroppo la MISERICORDIA non è un bene che si usa, un pret a porter che si indossa o un prodotto da banco che si si compra dal farmacista.
Si tratta di una profonda manifestazione del sentimento del CUORE, che interroga la coscienza.
E’ la pratica di un discernimento che sconvolge, crea caos interiore perché sovverte, quando esercitata, i termini della giustizia terrena, delle dottrine e dei dogmi.
La misericordia cambia la persona che la offre e quella che la riceve, migliorando entrambi.
Forse un’azione di quello che alcuni chiamano “maligno”, preferisco il termine “separatore” è proprio quella di tentare a non praticarla per allontanare da Dio, creando divisione e desolazione che suggerisce assiomi semplificatori e definitivi come un “colpo di spugna”, saltando il mettersi nei panni dell’altro da se inchiodandolo definitivamente alla Croce, con un giudizio previo.
E contrappone al N.S.G.C ha detto: “Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra commette adulterio“. E questa Parola non cadrà mai.
Al passo del Vangelo secondo Giovanni (8,1-11) in cui una donna colta in adulterio è portata dinanzi a Gesù da scribi e Farisei per conoscere il suo parere circa la sua condanna a lapidazione. Da cui ha origine il detto «Chi è senza peccato, scagli la prima pietra».
Si può amare la Chiesa senza amare gli uomini?
Ho letto con attenzione, per l’ennesima volta, Padre Cavalcoli, che è un dogmatico, uomo di scienza e di fede, ma pur sempre un uomo . Ogni umana affermazione della verità, in quanto umanamente limitata, può confinare con l’errore: basterà dimenticare anche solo per un istante questa “verità” che si è già con un piede nell’errore, per quanto anche l’errore contiene, spesso, una scintilla di verità. Come vedi Manuel, questo Sinodo “moderno”, iniziato tra pessimi auspici con una richiesta di perdono del Papa per gli scandali che accomunano laici, cattolici, presbiteri , famiglie disgregate, ci interroga . Non è il Papa o i Vescovi, che “interroga”, ma Gesù Cristo, che ci ama, il quale, nonostante la decadenza, chiede, implora, che si giunga ad un ri/nnovamento interiore, dei cuori, ma che al contempo non de/formi. A chi, ma soprattutto a cosa, gioverebbe approdare a cambiamenti esteriori con il “pericolo” di incorrere in anomalie volte a “rattoppare” quando poi si dissolve l’essenza della Chiesa , quello che Dio stesso ha istituito, costituito attraverso Cristo. Deviare dalla Verità [Cristo: Via Verità Vita] è un’ipoteca pesantissima. Preghiamo affinché lo Spirito Santo, in Cristo, ci mantenga nella Verità, perché come dice l’Apostolo: “La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.” I Corinzi 13,9-10
La misericordia non avviene per automatismo, ma per “trasformazione” anzi, direi proprio “trasmutazione”, li dove c’è il miracolo dell’incotro tra Dio e la creatura, ed ha pe base imprescindibile la FEDE che ha per frutto la carità e le lacrime di Dio sul peccatore E’ facile parlare, difficile capire, ma da sottolineare con energia, che Misericordia/conversione/ perdono è un dinamismo religioso, non soltanto un fatto morale. Uno dei grandi pericoli della nostra morale e della prassi pastorale è il pericolo del ritorno al pelagianesimo.
Direi a Nino, con tutto il rispetto e l’affetto, di non fare un uso strumentale della scrittura: c’è sempre un filo rouge che collega le pericopi, eh, altrimenti dai..oggettivamente non si rende giustizia… Una cosa è la coscienza morale, o coscienza dei valori morali, ed un’altra cosa è il senso del peccato…
Clodine, la parte più importante dell’intervista è la chiarezza tra prassi, vangelo, e tradizione.
Dalle nostre discussioni sembrava che il catechismo fosse Vangelo e che se l’ha detto un Papa allora non si discute.
Invece discutere è importante. Il Vangelo rimane fermo, ma quello che il Vangelo ci può dire di più, di meglio del passato può cambiare, anche se non è detto che lo faccia.
Si tratta di ascoltare e di studiare con cura.
Manuel per favore, lei non conosce Cavalcoli non gli faccia dire cose che non direbbe nemmeno sotto tortura.
E’ un testo particolarmente chiaro (ci credo è un tomista) ma lui resta sempre in ambito tradizionalista.
A proposito di misericordia, da quando è iniziata la discusione se ne parla sempre come qualcosa di posteriore ed esterna al matrimonio, Carlo Rocchetta invece è uno dei pochi che insiste nel riscoprirla dentro il matrimonio.
http://www.ibs.it/libri/rocchetta+carlo/libri+di+rocchetta+carlo.html
Mi stupisce che se ne parli pochissimo, anche in Kasper ed è il limite maggiore al suo lavoro.
Riguardo a Grillo non è che sia sempre in contrasto con lui, ai tempi del summorum per esempio ho condiviso le sue critiche, ma ha questo stile Sturm und Drang che lo porta ad essere un po’ unilaterale ecco.
L’informazione non è mai troppa…quando si toccano certi temi.
http://www.corrispondenzaromana.it/esiste-ancora-il-senso-del-peccato-tra-i-padri-sinodali/
di grillo mi è piaciuta questa riflessione sul bimbo che da la comunione al padre:
Il bambino ha
“riconosciuto la comunione” che vive, nonostante tutto, con i suoi genitori. Questo è il punto
decisivo, su cui il Sinodo dovrà ancora interrogarsi e poi pronunciarsi: la questione non è di “dare la
comunione ai divorziati risposati”, ma di “riconoscere la comunione nelle vite di coloro che hanno
visto fallire il loro matrimonio”. Questo è il passaggio più difficile e più urgente. Non è anzitutto in
questione il “sacramento”, ma la vita di comunione. Essere comunione è il fine del sacramento:
dove vi è già comunione il sacramento è già presente, anche se è formalmente vietato. Anche nella
Scrittura Pietro resta sorpreso perché lo Spirito era già donato, anche se il battesimo non era stato
ancora celebrato…
Sicuramente è quello che più è entrato dentro il sacramento (anche Kasper è rimasto prudentemente in superficie).
Ha cercato di capire cosa rende il sacramento tale.
Però corre il rischio di svalutare troppo la dimensione oggettiva dello stesso, cioè capisco la sua critica ad una oggettivazione forzata ma nemmeno lasciare gli sposi in balia di emozioni fragili mi pare una soluzione.
Senza contare che grazia e misericordia dovrebbero essere già nel matrimonio no?
e’ possibile vederle risorgere o bisogna sempre e solo rassegnarci a decretarne la morte?
Un cristianesimo davvero profetico mi pare dovrebbe andare un po’ di più in questa direzione.
riguardo al senso del peccato:
bisognerebbe modificare il fatto che riguardo il sesto comandamento c’è sempre materia grave. Non lo è per altri comandamenti e atti che hanno conseguenze ben più gravi nella vita nostra e del nostro prossimo. Bisogna tener conto anche dei cambiamenti sociali: non aver rapporti sessuali prima del matrimonio poteva aver senso cento anni fa quando ci si sposava giovanissimi, ora che ci si sposa ( se ci si sposa ) verso i trenta non ha nessun senso.
Sara, leggevo solo alcune righe dell’intervista, mi sembra chiaro.
Se è tradizionalista o altro è comunque chiaro quello che dice.
ma certo sara che bisogna vederle risorgere e questo succede ancora , grazie a Dio, tantissime volte. A livello diocesano si cerca di lavorare in questo senso e non mi sembra che nessun padre sinodale neghi questo aspetto.
Non lo nega ma nel dibattito è venuto fuori all’un per cento. E da Grillo mai.
Per quanto riguarda Grillo è verissimo, per quanto riguarda il sinodo mi sembra che la percentuale sia più alta, non sarei così pessimista. 🙂 Si cerca di salvaguardarlo il matrimonio, ci mancherebbe, non mi mi sembra che i padri sinodali siano dei rottamatori, neanche i più novatori.
per tornare al senso del peccato, personalmente mi scandalizza che quando si tratta di pagare un lavoratore un tozzo di pane si sono sempre potuti fare dei sottili distinguo nonostante il precetto di pagare la giusta mercede all’operaio, mentre quando si parla di omosessualità apriti cielo, per questo si che ci si ricorda del peccato.
Spero che ogni tanto il prof De Mattei si sia occupato anche dei molti datori di lavoro che hanno perso il senso del peccato.
Clodine scrive,
17 ottobre 2015 @ 7:50
Direi a Nino, con tutto il rispetto e l’affetto, di non fare un uso strumentale della scrittura
—————–
REVERSE
Suggerirei a Clodine, con tutto il rispetto e l’affetto, di rivolgere la sua attenzione a chi fa un uso strumentale della scrittura mi riferisco, cioè a Ubi quando scrive: N.S.G.C ha detto: “Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra commette adulterio“. E questa Parola non cadrà mai.”
Al quale ho semplicemente risposto con eguale moneta quello che definisci strumentalizzare il Vangelo da parte mia.
Con questo chiudo ed esco dalla discussione lasciando volentieri lo spazio al nobile e autorevole forum.
ciao nino buon fine settimana 🙂
ti leggo sempre volentieri
Se mi sono sbagliata, Nino, consentimi di fare ammenda.
@picchio.
ai quei datori di lavoro che pubblicamente sfruttano la manodopera viene tolta la comunione?
Papa Francesco a Buenos Aires si era espresso sulla comunione ai narcotrafficanti, da Papa sui mafiosi.
Picchio, voglio dire, in termini di equità anche la convivenza more uxorio, violando il VI punto del decalogo si pone sulla stessa asticella dell’ Omicidio volontario: VII comandamento e primo dei quattro che, unitamente agli altri tre, grida vendetta al cospetto di Dio . Ne prendi uno li prendi tutti perché tutti sono equiparabili.Tutti definiti “mortali”. E’ terribile, ma è così.
Capisco che di peccato non si parla e sembra che la Chiesa lo abbia rimosso, però esiste , è una realtà trascendente tanto quanto la Misericordia di Dio e la Grazia. Ora, accusare il Prof. De Mattei di disonestà mi sembra eccessivo; se avesse contestualizzato, come dici tu Picchio, sarebbe uscito totalmente dal seminato.
@ Fides
ci sarebbero molte più ragioni per negarla a loro rispetto ad un divorziato risposato. Invece succede che questo non è neanche percepito come un peccato, non solo da chi lo commette, ma anche da molti sacerdoti, in special modo da quanti invece si sgolano per le questioni oggetto del Sinodo.
Il mio discorso però si riferiva al fatto che i peccati contro il sesto comandamento sono peccati sempre gravi, tutto il resto può essere grave, veniale, per nulla peccato, ecc. Detto questo io non negherei a nessuno la Comunione, ma farei affidamento sulla coscienza dei singoli.
@ Sara
vero. Mi sembra di ricordare anche in una biografia che ho letto che la spiegazione che dava nel fatto che da arcivescovo non distribuiva mai personalmente la Comunione ai fedeli era proprio il fatto che avrebbe dovuto darla a persone che appunto sapeva pagavano una miseria gli operai
Bella domanda Fides ! Probabile che quelli abbiano buoni avvocati in terra, ma non ne avranno in cielo, stanne certo.
clodine
io non ho detto che de matteis doveva parlare nell’articolo da te citato della giusta mercede agli operai, parlava del sinodo e quindi sarebbe andato fuori tema. Ma come giustamente dici tu i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio sono 4, non 2 e quindi mi chiedevo il prof. de Matteis ha qualche volta scritto con gli stessi toni apocalittici dell’oppressione dei poveri e della giusta mercede agli operai?
Spero di si, ma ho i miei dubbi.
Bisogna anche dire che se si mandassero questionari a casa per controllare quanto i fedeli conoscono e mettono in pratica la dottrina sociale della Chiesa in questioni di economia o accoglienza agli immigrati avremmo sorprese ancora superiori a quelle che riguardano la famiglia.
per adesso nessuno ha proposto di tastare il terreno e aggiornare la dottrina alle reali applicazioni pratiche dei fedeli e per fortuna.
Nella mia famiglia si è sempre stati rigorosi tanto nelle relazioni quanto sui soldi.
Fossi in te, Picchio, non mi porrei tanti interrogativi sullo stile di questo o dell’altro storico del cristianesimo. Mi sembra più una critica “asfittica”, polemica, nei confronti del Prof. De Mattei, del quale ho sentito parlare, ma di cui ho letto poco…motivo per il quale non mi esprimo né in bene, nè in male. D’altro canto gli storici del cristianesimo seguono e analizzano la storia e il cammino della Chiesa attraverso gli eventi. Non sono, come la Camusso, dei sindacalisti per cui, il taglio sulla prassi alla voce “ingiustizia sociale e peccati annessi” sarà affrontato storicamente alla luce del Vangelo nell’alveo di una personale elaborazione. Anche il Prof Melloni , altro storico del cristianesimo,molto duro nelle critiche ai Papi di cui nessuno, tranne un paio, si salvano, non è per nulla prodigo nell’alleggerire le responsabilità personali in relazione al “peccato”…
clodine
forse non mi sono spiegata bene…
Il mio problema è per quelli che parlano del peccato, avendo solo un peccato in mente. E in quel campo, tanto per restare in tema, caspita se non ti spaccano gli zebedei tutti i santi giorni.
Non mi sembra però che per parlare della dottrina sociale della Chiesa in ambito economico bisogna essere dei sindacalisti.
picchio scrive,
17 ottobre 2015 @ 13:18
Ricambio di cuore i saluti .
Clodine scrive,
17 ottobre 2015 @ 13:43
Nessun problema.
Talvolta capita anche a me di fraintendere.
Come pediatra devo dire e spero Accattoli non mi censuri,che riportare la storia del bambino in conferenza stampa e‘un esempio di strumentalozzazione dell‘ infanzia che fa semre “emozione“sul pubblico simile al peggior giornalismo televisivo tipo Maria De‘Filippi. Manipolare le coscienze oer piegarle ai propri fini sfruttando le emozioni la commozione e il sentimento e‘un metofo che gia‘Pascal rimproverava ai gesuiti del suo tempo. Un metodo veramente brutto
.Per favore. p cristiani moderni fate pur quello che vi pare,date la comunione aisdivorziati fate sposare i gay,ma lasciate almeno in pace i bambini e npn strumentizzateli¡ Vpi non vi rendete di quanto male e quanta sofferenza vivano i bambini on una socieya‘come la nostra. L“infanzia,come era un tempo,tempo di innocenza e‘ormai distrutto. O ne vedo ogni giorno le macerie. Luigi censurami pure,ma le pietre grideranno la verita‘.
Dove sta la strumentalizzazione dei bambini negli episodi riportati da Luigi?
Io francamente non ne vedo alcuna traccia.
Si parla della spontaneità semplice di bimbi che fanno quel che gli detta il cuore. E nel cuore c’ è Gesù.
Chi invece vede di malocchio questi gesti e coloro che ne parlano, fanno un cattivo servizio alla carità di Dio.
Anche io vorrei dire parole più incisive a coloro che insinuano il male, ma mi fermo qui proprio perché non vorrei essere cancellata dal padrone di casa divenuto vigile fin troppo zelante delle parole dei blogger che entrano nella sua casa.
Voglio dire però alla pediatra che la sua professione, esibita ogni tanto come garanzia nei confronti dei bimbi, non deve usarla per tirare acqua al proprio mulino, che macina ( spaccia) a buon mercato una chiara ideologia a tutti manifesta.
Questa è pura e semplice scorrettezza ( eufemismo!).
Discepolo non ho nessun bisogno di censurare la tua opinione sull’aneddoto del bambino e dell’ostia, che trovo legittima. Non censuro – cerco di non censurare – le opinioni. Ma c’è un elemento che ho in sospeso con te e sul quale esigo una risposta: il nuovo corso è esigente. In un commento al post “Papa chiede perdono per scandali a Roma e in Vaticano” hai affermato che “si sa per certo che il cardinale Danneels ha coperto i pedofili”. Io ti ho chiesto di indicare la fonte di quella certezza e ho esposto quanto conosco della vicenda, che scagiona il cardinale. Tu non hai risposto. Ti rinnovo la domanda: è essenziale alla gestione del nuovo corso del blog che tu risponda. Da dove sai che il cardinale ha coperto i pedofili? Se dici la fonte e se questa è probante fai un servizio a tutti e io ti chiederò scusa. Se non l’indichi, dovrò chiedere scusa al cardinale: ciò che appare nel blog sotto copertura dell’identità, è di mia responsabilità.
A me non ha convinto fin dall’inizio la storia del bambino. Per esperienza posso dire che i bambini , tutti, a prescindere dalle condizioni economiche o di disagio [e ne ho avuti, altroché se ne ho avute di creature in stato di disagio , da far piangere! ) in quel momento sono al centro di un mistero più grande di loro e il resto del mondo non esiste. Dopo due anni in cui hanno imparato a conoscere quel Gesù che si fa piccolo piccolo per poter prendere possesso del loro cuore, lo stordimento e l’emozione davanti a quella particola è totale, non c’é spazio per niente oltre l’Eucaristia e per nessuno. Tra l’altro è impossibile che possano riceverla in mano, almeno non quel giorno. Credo i bambini di 8-10 anni dell’anno di grazia 2015 siano figli del nostro tempo, grazie a Dio ben lontani dal “piccolo scrivano fiorentino”…o dalla “piccola vedetta lombarda”…
Ma certo che l’aneddoto è strumentale…strumentalissimo!
Clodine
Nella mia diocesi il vescovo lascia facoltà ai parroci di distribuire ai bimbi la comunione sotto le due specie oppure solo l’ostia. Molti parroci danno solo l’ostia per vari motivi: praticità, velocizzare, paura del disastro., altri porgono l’ostia al bimbo che poi intinge nel calice tenuto dal parroco.
Fosse stato un vescovo a raccontare avrei avuto i miei dubbi, ma essendo stato un parroco, non vedo perché dovrei mettere in dubbio la sua parola.
I bimbi poi anche ai nostri giorni sono capaci di cose piccole e meravigliose, grazie a Dio. Mi ricordo un mio padre spirituale che mi raccontò di un bimbo che accompagno ‘il papà che non frequentava da anni a confessarsi da lui tenendolo per mano. Oppure un’altra che la maestra vide zoppicare, quando le chiese cosa avesse disse di aver messo un sassolino nella scarpa per fare un fioretto, a favore del fratellino malato.
Sicuramente. I bambini di prima comunione nell’imminenza del “fatto” hanno slanci di vera bontà , sono straordinari. Io stessa ricordo il giorno della mia prima comunione/cresima come fosse ieri. Per questo dico che quando arrivano al momento solenne, esiste solo quel momento: sospesi, come in estasi. Per quasi venti anni ho seguito i piccoli. L’ostia non viene mai presa con le mani dal bambino ma, o sotto le due specie o direttamente, forse perché il decreto «“Quam singulari Christus amore” voluto da S. Pio X nel 1910 e, mi sembra, sia ancora valido..
Ma, a parte questo, raccontare l’aneddoto in corso d’opera è smaccatamente strumentale…per come la vedo io…
Come sempre, e come prevedibile, Cristina Discepolo si guarda bene dal rispondere alla sacrosanta richiesta di chiarimenti del nostro “padrone di casa”: se, invece di atteggiarsi a vittima di chissà quali “censure”, Cristina rendesse conto delle proprie accuse eviterebbe, se non altro, il rischio che i propri interventi possano sostanziare il comportamento previsto e punito (è una mia opinione, ma – mi perdonerà Luigi, e mi perdoneranno gli amici del “pianerottolo” – credo di poter parlare con qualche cognizione di causa) dagli articoli 595 e 596 del Codice Penale.
Buona domenica sera.
Roberto 55
Roberto nei si iti che discepolo legge e riportava spesso anche qua è un mantra ” daneels ha coperto i pedofili” , in questi anni avevo provato a commentare in proposito, ma sono sempre stata censurata sistematicamente .