Per i cent’anni dei Dehoniani a Bologna sono nella città che mi fu cara. Serata ai “Martedì di San Domenico” e stamane a piedi da via Nosadella alla stazione, tirandomi dietro il trolley, per godermi i portici e la luce. Saluto il maestoso platano di piazza Malpighi che troneggia da un cortile rialzato al n. 16: se non lo conoscete andatelo a vedere. Ovviamente è in internet. Non solo è altissimo e allarga le tante braccia, ma si sporge da quel rialzo come le donne alte che comunque portano i tacchi e vanno imperiose tra la folla del market. Passo poi per la Sala Borsa, in Piazza Maggiore, che oggi è sede della Biblioteca Comunale. In un lato del magno cortile è ricavata la Salaborsabebè: un ambiente lungo e alto, affollato di cuscini e di giocattoli, con l’angolo per l’allattamento e il fasciatoio. Ho contato una trentina di mamme che cantavano una filastrocca a una quarantina di bimbi, guidate da un’animatrice. Due erano nere e due arabe. C’era anche un nonno. Sulle vetrate era scritto: “Prendi in braccio il tuo bambino e leggi con lui”. Ho accostato il trolley ai passeggini parcheggiati all’entrata, mi sono seduto su un cuscino e ho rischiato di perdere il treno. Mi sembrava di stare in paradiso.
Dal platano di piazza Malpighi alla Salaborsabebè
30 Comments
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Fronde tenere e belle
del mio platano amato
…..
Ombra mai fu
……
http://www.youtube.com/watch?v=U9Jh7DF1nxY
(per prolungare il paradiso con la voce di Lorraine, questo angelo)
Conosco bene quei luoghi – in particolare il maestoso platano di fronte alla Chiesa di San Francesco, che ha un effetto mesmerizzante.
Grazie Luigi per le parole di saggia poesia.
Occhio alla nebbia, qui sembra di essere ad Avalon.
Una delle più belle descrizioni del paradiso: mamme di tutti i colori e nonni innamorati, come angeli custodi che cantano ai loro bimbi.
Buona giornata
http://lugopress.files.wordpress.com/2011/10/angeli3.jpg
“prendi in braccio il tuo bambino e leggi con lui”
Segnalo che questa iniziativa, come molte altre ,è nata dall’Associazione Culturale Pediatri. Questa associazione , di cui faccio parte, ha fondato
“Nati per leggere ” e “Nati per la musica” due iniziative importantissime che si propongono di educare i genitori ad educare i figli , sin dai primi anni, anzi mesi, sia alla lettura che alla musica . “Nati per leggere “e “Nati per la musica” . Due bellissime strade che si aprono ad ogni bambino fin dalla nascita se i genitori sono abbastanza sensibili da proporglierle.
Oggi il Papa ha parlato di “via della bellezza ” ( via pulchritudinis) come via privilegiata capace di guidare la mente verso l’Eterno . Io penso che dove vi è un genitore che legge un libro al propio figlio o che gli canta una ninna nanna o fa musica col figlio, la’ c’è Dio!!!! 😉
Sai discepolo, mia madre cantava molto, e bene, bella voce limpida, intonata, modulata….e leggeva anche molto, e bene…una passione che ci ha trasmesso decisamente, ed io ai miei due figli.
Noi, 6 sorelle, unico fratellino andato via improvvisamente a causa di uno schok anafilattico, ci mettevamo tutte attorno a lei, la sera…e cominciava a leggere, e a cantare. Purtroppo, le cose che cantava, e leggeva, erano di un decadentismo crepuscolare così struggente che, tanto era il pathos e la compartecipazione da subirne gli influssi ed uscirne intristite e “accorate”. Lei trasmetteva, attraverso la lettura di “Cuore” di De Amicis,piuttosto che “Piccolo mondo antico” di Fogazzaro, o “Rosso mal pelo” del Verga, il suo tomento intimo a noi…ci struggevamo! Leggeva con enfasi, modulando la voce e le espressioni; le canzoni poi… di uno strappalacrime allucinante:passava dal povero “spazzacamino” sfigato, a “Balocchi e porfumi”..oppure, per farci meglio addormentare, attaccava con le famose nenie romane del tipo “Pupo Biondo” , o “casetta di Trastevere”…e a noi veniva il magone. Una roba terribile!
Questo modo di intrattenerci, così impegnativo per delle bambine, aveva a mio avviso lo scopo di far maturare in noi uno spirito di compassione e d’amore per le altrui infilicità. Se questo fu lo scopo credo abbia centrato in pieno l’obiettivo: fummo bambine, ragazze e donne, poi , molto oblative e generose nei confronti del prossimo, forse anche troppo ingenue per certi aspetti…un po’ fuori dai canoni .
Discepolo poco meno di un anno addietro avevo scritto qualcosa di un pediatra della periferia romana che invita mamme e bambini a narrazioni di gruppo: http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=7947
Io invece, ai miei figli, ne ho raccontate di cotte e di crude. Fiabe inventate al momento e dimenticate quasi subito. Il guaio veniva il giorno dopo, quando mi domandavano la fiaba di Pulcifansopulcifà e l’orcia fatata, oppure quella di mamma orca e i 12 orchetti…che avevo dimenticate, ma loro no!…E ad ogni pie’ sospinto :” mamma, ma che dici…non era così…era così…così..e così” ….Ancora oggi, quando mi tornano in mente quelle scene, ne rido di cuore!
Il platano di piazza Malpighi – di cui nel post – si può vedere qui, cliccando sulla seconda delle quattro foto:
https://it.foursquare.com/v/piazza-malpighi/4c4f191292b6a59305890571
Clo, come stai?
Qui altre vedute del mio amico platano:
http://www.facebook.com/pages/Albero-di-Piazza-Malpighi-Bologna-platano-monumentale-/201814106523399
cara nico…è un momentaccio…veramente un momentaccio…passerà!
Grazie, ti voglio bene…
Sono stato a Bologna martedi e mercoledi scorso. A saperlo prima…
Cmq Bologna è molto, molto bella. Mi spiace per la mia Firenze, ma Bologna ha un qualcosa in più.
@Clo
http://www.youtube.com/watch?v=3JPlmwujFC8
Ubi per sapere dove sono domani e il 28 ottobre basta che tu vada alla pagina CONFERENZE E DIBATTITI elencata sotto la mia foto – nella quale metto in anticipo i miei appuntamenti in giro per l’Italia.
carissima Clodine,
ovviamente il tipo di lettura della madre avrà grandissime ripercussioni sul figlio.. Vostra madre amava le letture piene di pathos..forse ne sono derivati figli e figlie piene di pathos! il che non è un male.. anzi!, secondo me è una
benedizione e un vantaggio!
Soprattutto è importante per i bambini fin dai primi mesi ed anni di vita avere dei genitori che trasmettono l’importanza del leggere e della musica.
e’ incredibile come i bambini nei primi anni di vita assorbano come delle spugne l’insegnamento dell’ambiente circostante.
si parla di “imprinting ” per gli animali ed è famoso Konrad Lorenz e le sue
paperelle.. ma ancor di più si dovrebbe parlare di imprinting per l’essere umano.. i bambini imparano ciò che l’ambiente, e i genitori gli fanno “respirare” e vivere nelle più tenere età.. Inutile demandare alla scuola, molto più tardiva, inutile delegare ad altri, baby.sitter and co, l’educazione dei piccoli cuccioli umani.. tale educazione può essere daTa solo dai genitori , fin dalle prime settimane di vita, coscienzionamente e senza delegare, seriemante e senza pensare “tanto l’infante non capisce nulla”.
per esempio, per l’educazione alla musica è fondamentale che fin delle prime settimane di vita la VOCE della mamma, primo ed autentico esempio di educazione musicale, canti al bambino semplici melodie e ninne-nanne o semplicemente parli, la voce umana questo strumento meraviglioso e
sottovalutato! la voce umana. inizio e sublimazione di ogni musicalità!
Un abbraccio a Clodine.
Grazie Fede, e grazie anche a te nico. Bellissima la canzone….e molto azzeccata! E’ vero che sono una sognatrice -come hai fatto ad indovinare-
In verità lo sono sempre stata e questo, in parte, mi salvò quando in famiglia sopravvenne il lutto, il deserto, la disperazione. Mi rifugiavo come un gattino nel mio angolino rosa, lasciando che il grigio restasse fuori dal quel “giardino segreto” dove amavo crogiolarmi in compagnia di me stessa e di entità parlanti che la mia mente elaborava, escite dalle griglia dell’ inconscio. Un mondo irreale popolato da creature misteriose.
Carissima discepolo, come è vero quello che dici: “imprinting ! Termine azzecatissimo. Nulla di quello che trasmette la madre, fin dal grembo, sfugge alle maglie di quel miracolo che è la vita intrauterina. Tutto è misteriosamente registrato, e non solo la voce -che riecheggia come il canto dei pianeti per un cosmonauta- ma anche lo stato d’animo e il grado di attesa di quel bambino in formazione, se desiderato o subito.
Scriveva Bruno Bettelheim, un grande pedagogista [e Kipling ne ripeteva l’assioma] : ” datemi i primi 7 anni di vita di un bambino, e vi dirò tutto sulla sua vita di adulto…i primi 7 anni, e tenetevi il resto!” . Tutto si concentra in sette anni, un pugno di giorni per plasmare un uomo, una donna. Che grande responsabilità, e quanto poco sentita, defraudata, calpestata, infangata la dignità del bambino, da parte di genitori litigiosi , egoisti e sconsiderati!…. Siamo nati per diventare “capolavori” : portento, amore, bellezza, incanto, gioiello, opera migliore, opera top, magnificenza, squisitezza e lo siamo realmente perché a immagine di Dio, e Dio chiederà a tutti noi ,che abbiamo cooperato al suo divino disegno cosa avremo fatto di quell’essere umano, di quella persona, che ci era stata solo temporaneamente affidata!
Ho sempre avuto grandemente a cuore questa realtà, tanto da sacrificare me stessa, la mia carriera, tutto quanto mi era caro…Sapevo che se avessi fallito come madre, sarei stata perdente e punita…
Un abbraccio a tutti. Grazie-
Ciao Clo, un forte abbraccio.
GLI ALBERI- (Hermann Hesse)
“Per me gli alberi sono sempre stati i predicatori più persuasivi. Li venero quando vivono in popoli e famiglie, in selve e boschi. E li venero ancora di più quando se ne stanno isolati. Sono come uomini solitari. Non come gli eremiti, che se ne sono andati di soppiatto per sfuggire a una debolezza, ma come grandi uomini solitari, come Beethoven e Nietzsche. Tra le loro fronde stormisce il mondo, le loro radici affondano nell’infinito; tuttavia non si perdono in esso, ma perseguono con tutta la loro forza vitale un unico scopo : realizzare la legge che è insita in loro, portare alla perfezione la propria forma, rappresentare se stessi. Niente è più sacro e più esemplare di un albero bello e forte. […] Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi li sa ascoltare, conosce la verità. Essi non predicano dottrine e precetti, predicano, incuranti del singolo, la legge primigenia della vita. Così parla un albero : in me è celato un seme, una scintilla, un pensiero, io sono vita della vita eterna. […] Così parla un albero : la mia forza è la mia fede. Io non so nulla dei miei padri, non so nulla delle migliaia di figli che ogni anno nascono da me. Vivo il segreto del mio seme fino alla fine, non ho altra preoccupazione. Io ho fede che Dio è in me. Ho fede che il mio compito è sacro. Di questa fede io vivo. Quando siamo tristi e non riusciamo più a sopportare la vita, allora un albero può parlarci così : Sii calmo! Sii calmo! Guarda me! La vita non è facile, la vita non è difficile. Questi sono pensieri infantili. Lascia che Dio parli in te ed essi taceranno. […] La patria non è in questo o quel luogo. La patria è dentro di te, o in nessun posto. La nostalgia di vagare senza meta mi prende il cuore, quando a sera, sento gli alberi stormire nel vento. Se li si ascolta a lungo, in silenzio, anche la nostalgia di vagare rivela appieno il suo significato più profondo. Non è desiderio di scappare via dal dolore, come sembra. E’ nostalgia della propria patria, ricordo della propria madre, struggimento per nuovi simboli di vita. Conduce a casa. Ogni strada conduce a casa,[…] ogni passo è nascita, ogni passo è morte, ogni tomba è madre. Così sussurra l’albero nella sera, quando abbiamo paura dei nostri pensieri infantili. Gli alberi hanno pensieri duraturi, di lungo respiro, tranquilli, come hanno una vita più lunga della nostra. Sono più saggi di noi finché non li ascoltiamo. Ma quando abbiamo imparato ad ascoltare gli alberi, allora proprio la brevità, la rapidità e la precipitazione infantile dei nostri pensieri acquistano una letizia incomparabile. Chi ha imparato ad ascoltare gli alberi non desidera più essere un albero. Non desidera essere altro che quello che è. Questa è la patria. Questa è la felicità.”
“In realtà, la scure è già posta alla radice degli alberi: ogni albero, perciò, che non produce frutto eccellente sarà tagliato e gettato nel fuoco”.” ( Lc 3.9)
Bellissima pagina letteraria, Gioab.
Grazie!
Quando era piccolo mio figlio voleva gli leggessi i libri sui dinosauri o sugli animali, gli piacevano le enciclopedie per bambini, la natura, il sole, le stagioni. A 5 anni chiese a Babbo Natale un libro sul Polo Nord, quante ore che abbiamo passato così.
Un abbraccio forte alla cara amica Clodine !
Buona notte.
Roberto 55
un abbraccio che ricambio di cuore amico mio.
E uno grande per Fanricianus..ciao!
e siccome ho voglia di abbracci …mi voglio abbracciare anche Federico, sara1, nico, con grandissimo affetto…e stavolta anche Gioab per quella pagina mirabile di Hermann Hesse, uno dei miei autori preferiti.
e naturalmente discepolo…superfluo anche ricordarlo! Eh…
I platani sono alberi che hanno un non so che di magico, che fanno sognare … è bello che ce ne sia uno in Internet.
Tra il Cefiso e l’Ilisso
Piena di implicazioni questa tua nota, Targum:
Internet la nuova Ellade, culla di una nuova cultura.
Immagine molto interessante.
[…] mia Bologna felice di goderla ancora al femminile, come già raccontavo nel post del 22 ottobre: Dal platano di piazza Malpighi alla Salaborsabebè. Ero lassù per un dibattito dei MARTEDI’ DI SAN DOMENICO sul tema Evangelizzazione e mass-media […]