Vita
riflesso di luce
liberato dal buio
cui anche appartiene
Parole di Antonio Biasiucci, fotografo amante della luce, che “La lettura” – supplemento domenicale del Corsera – ha pubblicato il 22 dicembre come dono di Natale ai lettori. Mi hanno fatto compagnia in questi giorni. Nel primo commento le parole di luce che sono nel prologo di Giovanni come le propone l’ottima traduzione Cei 2008.
Giovanni 1, 4-9
4In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
5la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
6Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
7Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
9Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
E’ Una Parola che “svela”ciò che ogni uomo si porta dentro, nell’intimità del cuore. Proprio come certe decisoni precise che ci sollecitano, impietose, che devono “venire alla luce”. Scelte spesso travagliate, perché non lasciano alternativa: sono nette, definite, e contratanti:
luce o tenebra;
amore o odio [chi non ama odia] ;
Verità o menzogna;
figli di Dio o figli del diavolo;
Vita o morte
Accoglienza i rifiuto [non c’è posto per l’indifferenza]
Tutto o niente
O ti comprometti per Cristo o lo tradisci…
Giovanni non lascia spazio alla neutralità,al vago, al sospetto, all’indeterminatezza. O bianco o nero, e l’appuntamento è per oggi, adesso, ora…non c’è tempo per l’indecisione. Com’è difficile! E’ come trivellare un terreno durissimo per arrivare all’acqua…
Martedì notte, una suora delle “piccole discepole di Gesù”, in un conveto di Rieti,qui, nel Lazio, ha dato alla luce una bambino nato con parto naturale, pesa tre chili e mezzo e sta bene. “Non sapevo di essere incinta, sono una suora”, ha detto tra le lacrime agli infermieri del 118 chiamati d’urgenza dalle consorelle! ” Le altre mamme del reparto hanno già organizzato una colletta e raccolto indumenti per il neonato”. Anche questa è vita! Non ha paura della vita chi ha fede, perchè anche dinnanzi agli imprevisti più sbalorditivi la vita è davvero degna d’essere vissuta, e il crederci aiuterà a rendere ciò una Verità…
Auguri sorella e se qualcuno la tratterà con sufficienza o proverà un moto di sdegno, lei , faccia pernacchie e stringa al petto il suo bambino…siamo tutti con lei. Che la Vergine Maria la guidi ,e protegga lei e il suo bambino.
Cara Clodine, sono completamente d’accordo con te. E sono anche contenta che il tuo “viaggio” sia stato più svelto di un lampo…
Eh, cara nicoletta, certe volte mi verrebbe di andarmene lontano, fisicamente e mentalmente da tutti e da tutto. Ma poi, mi accorgo che non servirebbe perché alla fine “ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera”. È necessario cogliere negli altri solo quello che di positivo sanno darci perché fondamentalmente quando si vedono nettamente i difetti altrui è perché li si possiede…
Allora, al massimo, mi faccio il giro del palazzo e torno indietro…
Grazie, nicoletta, anch’io sono contenta per le tue parole.
Buona Domenica
Clodine sulla suora di Rieti oggi il Corsera pubblica un mio inutile commento che riporta le serene parole del vescovo e cita un motto di Jorge Mario Bergoglio sui preti che hanno un figlio: http://www.luigiaccattoli.it/blog/articoli-del-corriere-della-sera/suora-che-partorisce-le-saremo-vicini-dice-il-vescovo/
Ho letto l’articolo Luigi. Che dire: l’atteggiamento del Vescovo è a dir poco “languido”. Non mi convince. E sai perché? Perché non riesce a dire le cose come stanno e le chiacchiere stanno a zero: chi ha messo incinta questa giovane suora equadoregna? Sicuramente un prete, ci metterei la mano sul fuoco come Muzio Scevola, e non me la brucio. Un prete che se ne sta ben nascosto come una blatta, protetto dalla propria comunità che ne difenderà l’anonimato pronti a parlanre come di un sacerdote esemplare, e qualora la sua identità dovesse affiorare, il “povero” religioso si discolperà dichiarandosi “concupito” dalle moine della donna. Punterà il dito su di lei in modo tale che da accusato diventerà accusatore … è sempre così…un atteggiamento mentale fortemente fazioso in ambienti religiosi. Per questo sono dalla parte della suora, che non troverà solidarietà neppure tra le consorelle…che pendono dalle labbra dei preti
A me invece le parole del vescovo paiono buone: le promette aiuto, loda l’accoglienza del bambino, dice che una vita è sempre un dono. Mi paiono gli stessi sentimenti che dicevi tu nel primo commento con cui hai evocato la faccenda. Lui da uomo e vescovo tu da donna e mamma. Buona domenica Clodine.
Buona domenica a te Luigi, i tuoi articoli, tutti, sono sempre straordinari…
E che dici Clodine delle parole del cardinale Bergoglio sui preti che hanno un figlio?
Per ritornare al testo del Prologo di Giovanni citato da Luigi non capisco perche il traduttore della Cei Traduca
le tenebre non l’hanno vinta
invece del tradizipnale
le tenebre non l’hanno accolta. Il testo latino dice
Et lux in tenebris lucet
et tenebrae eam non comprehenderunt.
il testo greco dice
cai to’ fos en te scopia faivei
x
cai te scopia auto ou catelaben.
Perche’dunque il traduttore Cei traducle tenebre non l’hanno vinta?
Cosi’a suo gusto personale? Ma puo’il gusto personale cambiare il significato letterale della Parola Sacra?
Alcuni edizioni della Bibbia di Gerusalemme traducono:
le tenebre non l’hanno compresa. oppure le tenebre non l’hanno afferrata. Il senso mi pare che sia che la Luce (il Bene,il Verbo) sfugge alla “presa” delle tenebre(il Male,le potenze del male) Nel libro della Sapienza.7,26 si dice
Essa (la Sapienza) e’riflesso della Luce perenne,uno specchio senza macchia dell’attivita’ di Dio.Essa e’piu’radiosa del Sole e supera ogni costellazione.
Credo che il programma non accetti le lettere greche. (Come le faccine)
Sara devi scusarmi: sto provando a inserire un testo di un biblista sulla traduzione di Giovanni 1, 4 ma appunto il programma non accetta le lettere greche. Siccome sono testardo, continuo a provare. Tu hai letto una di queste mie prove che poi ho cancellato… vediamo se domani riuscirò nell’impresa… buona notte… Luigi
“Non sapevo di essere incinta, sono una suora”, ha detto tra le lacrime…”
Sbalorditivo! Lei non sapeva di essere incinta!?…
“Sono una suora”…e quindi?
A prescindere dal fatto in sé–su cui non mi sognerei mai di dare giudizi–, obiettivamente questa suora mi sembra un po’ fuori dal mondo.
Esistono ancora persone tanto inconsapevoli ? A chi dare la responsabilità di tanto “candore”?
Le tenebre non l’hanno vinta. Sulla traduzione del versetto 4 del prologo di Giovanni ho chiesto un chiarimento a un biblista che i visitatori già conoscono, Silvio Barbaglia di Novara che mi ha dato una risposta puntuale che riporto qui e dedico a Discepolo con simpatia – apprezzando il suo interessamento a ciò che conta.
http://www.luigiaccattoli.it/blog/wp-content/uploads/2014/01/180895010-greco1.pdf
Molto interessante l’esegesi di S.Barbaglia, contestualizzata nella semantica dei termini usati da Giovanni per parlare del combattimento fra figli della luce e figli delle tenebre.
È fondamentale il concetto che le tenebre non prevarranno sulla luce, cioè non impediranno, comunque, il cammino verso il Regno.
La Storia umana procede in un percorso accidentato, fatto di luce e di tenebre, ma l’approdo finale è il Regno della Luce.
Questo dovrebbe confortarci.
“Pecati de mona Dio li perdona”.
I buoni cattolici lo hanno sempre pensato. (Eravamo bergogliani senza saperlo?)
L’osservazione precedente, ovviamente, si riferiva alla vicenda della suora, non all’esegesi giovannea. (Per quanto mi riguarda cerco di attenermi al principio “sutor ne ultra crepidam”).
P.S. L’ho chiarito per Marilisa, così non si affatica.
Apprezzo il chiarimento, L. Franti. A dire il vero NON avevo alcuna intenzione di affaticarmi. Non ne sarebbe valsa la pena.
Però Alice nel paese delle meraviglie preferisco lasciarla nel mondo delle favole. Le monache non ne fanno parte.
Caso mai una suora come quella sarebbe stata un ottimo spunto per la bella fantasia del Boccaccio.