Da Ur dei Caldei al mondo del Web

La prospettiva che si apre con il trionfo della Rete oggi risuona per tutti come la chiamata che un giorno mosse Abramo a lasciare la sua casa, la sua terra, il suo popolo“: sono parole del filosofo Antonio Pieretti (Università di Perugia) che prendo da un suo foglio di appunti in vista dell’assemblea dei Meic del 22-23 ottobre alla quale anch’io ero relatore. Mi è parsa geniale, come intuizione: Abramo lascia la sua patria per andare in cerca di un’altra che gli è sconosciuta e quella stessa avventura totale stiamo vivendo noi oggi, nella stagione di avvio dell’era digitale, cioè di virtuale prossimità immediata con ogni uomo sul pianeta. Con vantaggi e rischi da paura. Gli dedico un bicchiere di Vino Nuovo.

30 Comments

  1. Gioab

    Caro Luigi, permettimi di dire che trovo ambiguo il tuo intervento, con qualche fiammella di luce e molte ombre. Quindi devo dirti che non condivido. Accetta ti prego la mia critica e per spiegarla devo partire da Adamo ed Eva.

    Il Dio, non ha mai inteso essere così protettivo come sembra tu voglia fare con “le nuove e imprevedibili forme di schiavitù”. – Il Dio si limitò a dare l’avvertimento, il resto dipendeva dal giovane Adamo se farne tesoro o meno. Anche Abraamo uscì per andare un territorio sconosciuto e dovette combattere con i rapitori di Lot che guarda caso si era andato a sistemare proprio a Sodoma per liberarlo ( Gen. 14) E non fu cosa semplice. Anche quando gli ebrei furono resi schiavi Dio provvide chi li facesse uscire dalla schiavitù, ma non tutti partirono, lo sai, alcuni rimasero e diedero doni a quelli che se ne andavano.

    Quindi tutte queste ansie per l’uso e gli effetti della rete, non sono altro che la maschera dietro la quale ci si vuole nascondere per avvalorare l’idea che il pericoloso vada proibito, a tutela degli indifesi, e si sa che l’Italia è un popolo di tutelati per questo la chiamano Vaticalia. Ma è contrario al modo di operare di Dio che li lasciò liberi anche di “suicidarsi” è una “libera” scelta.

    Ed è contrario pure alla storia, infatti che l’italica stampa sotto tutela da sempre non ha aiutato il paese a crescere. Solo chi ha timore cerca di nascondere con la scusa di proteggere, le mamme sono così tanto protettive che fanno i mammoni incapaci di uscire di casa.
    Tutta questa preoccupazione sui pericoli fa dimenticare che la morte è comunque inevitabile, anche per i mammoni e anche i coltelli sono in vendita e servono anche per uccidere ma nessuno pensa di vietarne la vendita o di metterli sotto tutela, come invece le pistole che circolano come caramelle malgrado la tutela.
    Perché non si può essere liberi in tutti i sensi di fare il bene e il male come Dio ha permesso in modo da dare a ciascuno la capacità di dimostrare se preferisce il bene o il male piuttosto che mescolare l’uno e l’altro in un pastrocchio di un amalgama insapore anche tutelato ? Perché ciò che conta è il controllo, non la libertà.
    Ricorda è Satana che vuole il controllo Gesù lascia liberi. E tu non sei quel Salvatore. – Non era così geniale come intuizione.

    p.s. sai perchè le idee geniali vengono ai giovani ? perchè non sono ancora tutelati per questo si affrettano a battezzarli da neonati. “Stay hungry Stay foolish” non è roba da tutelati o mammoni.

    29 Ottobre, 2011 - 11:56
  2. Luigi Accattoli

    Ho trovato in internet questo lampo di Beppe Severgnini – collega cremasco del Corsera a cui mando un saluto, semmai mi leggesse – che dedico a Ubi e a Matteo: “Il web è corrotto dall’anonimato che spesso porta la gente a strafare”.

    29 Ottobre, 2011 - 20:49
  3. Luigi Accattoli

    Ancora Severgnini, nella stessa pagina: “La rete incoraggia la fretta, l’emotività e l’anonimato. Questo proprio non mi piace. Sul mio blog, Italians, dico sempre che voglio vedere nome, cognome ed e-mail di chi interviene. Chiaramente una persona si può spacciare per Giovanni Rossi, inventandosi appositamente un indirizzo, però è sleale. Il problema principale della Rete sono i coniglietti che, protetti dall’anonimato, si sentono leoni e liberi di insultare e spammare. Magari è soltanto una sfogo, ma è davvero fastidioso”.

    29 Ottobre, 2011 - 20:53
  4. Luigi Accattoli

    “Coniglietti protetti dall’anonimato”: non gli daresti un bacio? Volevo dire ai coniglietti.

    29 Ottobre, 2011 - 20:54
  5. Ubi dixit:
    “Il mondo è corrotto da ben conosciuti che spesso (anzi sempre…) porta la gente a strafare e a stradire ……. , nell’ignorante e supino consenso di tutti”.

    29 Ottobre, 2011 - 20:58
  6. Per quel che mi riguarda poi non spammo e rarissimamente insulto (su questo blog ho insultato 1 sola volta Gioab, e ho risposto a tono a Marco con la dedica di una poesia).
    “Due piani paralleli fra di loro si incontrano all’infinito”

    29 Ottobre, 2011 - 21:01
  7. Che poi una volta di Severgnini ho letto pure un libro!
    Che fegato!… Il mio… il suo di lui non so…

    29 Ottobre, 2011 - 21:03
  8. Ubi dixit:

    “Il problema principale del mondo sono i coniglietti che, protetti dal sistema, da ascari prezzolati e dalla solita torma di leccapiedi e popolo bue cantando, si sentono leoni e liberi di porre e disporre della vita e dei destini degli altri uomini che essi reputano come loro sudditi.”

    Perchè è mondo che va così, le guerre si muovono ai deboli e non ai forti…

    29 Ottobre, 2011 - 21:21
  9. Purtroppo anche la rete sta diventando luogo di omologazione e massificazione.
    Siamo a pochi giorni dal 2 novembre… chissà lui cosa ne avrebbe pensato.

    29 Ottobre, 2011 - 22:06
  10. antonella lignani

    Conosco le grandi capacità logiche e la stringatezza oratoria di Antonio Pieretti, mio collega di università e mio presidente IRRSAE. “Da grande” con una mia amica l’abbiamo praticamente costretto ad indire un convegno sulla didattica del latino, lingua che lui invece voleva abolire (poi si è ricreduto). L’attuale momento, più che quello della partenza di Abramo, mi sembra quello della Torre di Babele. Ma tutto sta nei punti di vista, e occore che chi parte abbia una bussola e buone intenzioni.

    29 Ottobre, 2011 - 22:31
  11. Gioab

    Sembra che un modo di nascondersi in rete sia anche quello di chi si firma senza dire, ma facendolo dire ad altri, non riportando niente di suo ma solo quello che dicono altri. In pratica si nascondoe dietro ad altri. Inoltre è l’italica incompetenza dei ritardatori che fa dire che sul Web c’è l’anonimato, ma l’anonimato non esiste in rete neanche con il Tor…..
    Del resto anche sui giornali può apparire una firma che non è quella autentica, su un articolo copiato da altri, come al telefono ci si può spacciare per un altro.
    Perché nessuno reclama ?

    “non li temete; poiché non c’è nulla di coperto che non sarà scoperto, né di segreto che non sarà conosciuto” ( Mt. 10.26)

    29 Ottobre, 2011 - 22:34
  12. Clodine

    Io credo che in alcuni ci sia una propensione innata alla bugia alla volgarità che si amplifica e prende il sopravvento in un contesto di anonimato come lo sono appunto i social network , i blog , che alla fine lasciano il tempo che trovano fintanto ci si confronta sul piano delle idee. Ritengo invece delinquenziale millantare su argomenti che toccano la salute, la medicina. Ecco, dal quel versante la deriva è pericolosissima. Tuttavia son certa che non sia affatto un fenomeno dell’ultima ora stimolato dall’incalzare vertiginoso dell’era digitale, probabilmente i nostri avi avrebbero fatto lo stesso perché “metter su la maschera” appartiene all’inconscio collettivo, la si mette in ogni situazione: ciascuno assume un contegno e un atteggiamento esterno per sembrare come vuole che lo si creda.Il mondo è composto da maschere; chi può dire di conoscere completamente l’altro, gli altri…Riflettendo sull’argomento approfondendo questa tematica dei “gradassi della tastiera” ho l’impressione che la cosa colpisca gran parte di questo popolo occulto, e non solo: alla fine, ciascuno di noi è un prisma, e in ciascuno di noi convive “uno, nessuno, centomila”.

    “E gli altri? Gli altri non sono mica dentro di me. Per gli altri che guardano da fuori, le mie idee, i miei sentimenti hanno un naso. Il mio naso. E hanno un paio d’occhi, i miei occhi, ch’io non vedo e ch’essi vedono. Che relazione c’è tra le mie idee e il mio naso? Per me, nessuna. […] ma gli altri? gli altri che non possono vedere dentro di me e vedono da fuori il mio naso? Per gli altri le mie idee e il mio naso hanno la stessa relazione».

    Luigi Pirandello

    30 Ottobre, 2011 - 11:42
  13. antonella lignani

    La liturgia delle ore di oggi parla di Alessandro Magno (Maccabei). Non sapevo che la Scrittura si interessasse di Alessandro. Naturalmente lo presenta come una potenza senza Dio, e quindi destinata al fallimento. Ma Alessandro non poteva conoscere il vero Dio; da qui la sua continua irrequietezza, sfociata poi nella disillusione. Molto interessante questo dei testo dei Maccabei, per illuminare e approfondire la personalità del Macedone. Egli voleva conquistare il mondo, ma gli mancava la bussola. Teniamolo presente, anche quando ci avventuriamo nel web.

    30 Ottobre, 2011 - 12:23
  14. Gioab

    @ antonella lignani
    “gli mancava la bussola. Teniamolo presente, anche quando ci avventuriamo nel web..
    Piccola annotazione, per andare dove vuole andare, non basta la bussola. Occorre primariamente conoscere la sua posizione, e riconoscerla sulla carta, poi sapere dove vuole andare, poi tracciare la rotta sulla carta, modificarla per la declinazione della carta (deviazione del nord magnetico rispetto al nord della carta, diverso a secondo della longitudine della destinazione); calcolare la correzione della carta secondo che la proiezione sia conica o cilindrica (Carta di Lambert o Carta di Mercatore) poi sapere con quale mezzo ci arriva, e poi sapere se il mezzo è adatto per quel percorso e se l’autonomia è sufficiente per la destinazione e se il fondale è sufficiente ( linea batimetrica) in caso di navigazione marinara.

    In caso di navigazione aerea seguire le isobare e calcolare l’altitudine minima per evitare le montagne ( Si chiama preparazione ) Poi sapere se la destinazione sarà accessibile al momento dell’arrivo presunto che vien calcolato anche in base al vento e/o corrente (favorevole o contrario e alla sua velocità, ) perché se la destinazione di arrivo non dovesse essere accessibile, deve avere un alternativa, infine avere la bussola che l’aiuta a seguire la rotta prescelta che potrebbe non essere sempre un alinea retta ma una congiunzione di spezzate.

    Come vede non è così semplice come alle volta sembra, Il Dio si è divertito a metter alla prova l’abilità dei suoi figli complicandogli la vita affinché mettessero a frutto le loro qualità e caratteristiche. E non ha fatto sconti a nessuno. Ne tenga conto quando naviga perché potrebbero esserci anche “scogli nascosti” ( Giuda 12) che la potrebbero far naufragare. ( Ha visto il cargo in Nuova Zelanda ? Che disastro ! Eppure la bussola ce l’aveva)

    30 Ottobre, 2011 - 17:38
  15. Caro Luigi,
    io leggo, leggo…..
    molto spesso mi ritrovo in via del corso,
    magari quando c’è quello sciabordìo di gente,
    ho d’abitudine che mentre sto guardando una vetrina o un qualsiasi accadimento
    io faccia delle battute, qualcuno o qualcuna aggancia la parola,
    e una parola tira l’altra e vien fora una conversazione,
    mi accade sul bus,
    in metro,
    al Gemelli,
    come al FBF,
    tra un’attesa e l’altra.

    Accade paradossalmente che ci si dicano cose
    personali,
    che rimangono coperte dall’anonimato,
    saluto,
    entro dal dottore,
    o scendo alla fermata,
    mi è rimasto attaccato un brandello di quella vita che ho incontrato,
    ma
    tanto io che l’altra o l’altro,
    non sappiamo nulla se non dei frammenti,
    parte della storia personale,
    ma senza alcuna identità.

    Quando ritorno a casa,
    può accadermi che ricordo,
    uno di quegli incontri,
    i cui volti si mescolano
    nei tanti che ho incontrato durante la giornata,
    come quando si è in una piazza,
    come quando si va ….
    a messa, a s. Maria Maggiore,
    forse ho scambiato un cenno,
    persino un anonimo scambio della pace,
    ma non saprò mai chi era alle sedie al mio fianco o davanti,
    per fortuna che da tempo non frequento di quelle messe per anime isolate…

    Dunque l’anonimato?

    E’ parte del quotidiano.

    A meno che,
    ogni volta che ti fermi a parlare,
    non ci si scambino nome cognome indirizzo….

    In quel caso la sola differenza la fa il corpo e la parola.

    Sulla metropolitana ho assistito ad aggressioni verbali
    anche peggiori di quel che leggo sul web,
    l’ultima di un vecchietto che accusava tutti di essere comunisti,
    e capaci solo di odiare.

    Intorno ci guardavamo,
    credo che forse tutti avevamo capito,
    da chi aveva preso l’indottrinamento,

    dalla TV? e dal suo padrone?

    Io credo che il web permetta anche una democrazia nella rabbia,
    io non seguo quasi più la tv,
    non sopporto violenza e menzogna che trasuda dall’ex-tubo catodico,
    la tv è il mezzo violento per eccellenza perchè impone con il monopolio personale e di idee,
    soltanto un certo tipo di comunicazione, come la vuole il Principe.

    Nel web,
    uno naviga tra marosi.
    Lo sà, e può cambiare di volta in volta sito, blog,
    non è costretto nello zapping a beccarsi sempre la stessa minestra,
    perchè dettata dalla velina di potere.

    L’anonimato fa paura, al potere che non può gestire,
    è goduria di dialettica per la intellighenzia,
    ma non mi è mai accaduto
    di fermarmi in un negozio o per strada o in bus a ciaccolare
    e aver dovuto lasciare i miei dati personali.

    Se ci sono motivi che spingono ad una empatia,
    accade che si abbia voglia di conoscersi,
    allora scatta la voglia di “riconoscersi”.

    Questo
    è quello che io ho fatto con te,
    e con alcuni altri del tuo sito,
    di cui conservo un ottimo ricordo.

    Di altri ancora non mi interessa minimamente, presferisco pensare alla mia salute.

    In fondo chi lo desidera, ha la possibilità attraverso di te, di “riconoscersi” ed entrare in un dialogo più personale.

    Poi
    a te riconosco il diritto nel sito di cui sei responsabile, ad obbligare le persone di presentarsi le une alle altre,

    se vogliamo fare in un incontro reale,
    io sono il primo ad aderire,
    nel mondo virtuale web,
    usero’ il sistema del quotidiano,
    mi rivelo man mano che se ne hanno occasioni o capitano gli eventi a cui mi sento portato o a cui mi sento provocato d’interesse.

    Qualche giorno fa in un convegno ho incontrato Antonio, il giovane che ha festeggiato i suoi primi 80anni,
    accidenti che memoria, mi ha riconosciuto nel nick che uso sul tuo blog, e si è ricordato come ci siamo visti ad altri convegni, gli ho ricordato anche perchè del nick….
    Lui è veramente più giovane di me !

    Insomma,
    anche Severgnini dice le sue amenità (!!), la rete non è meno violenta del mondo non-web in cui siamo,
    (in molta parte dei casi siamo vittime di violenze a senso unico, quelle del mondo burocratico che dipende dai Ministeri, quindi dal potere politico, quello che ci riversano i media gratuitamente per loro, perchè il giornale lo pago e doppio con le tasse…, la violenza persino di persone che si nascondono nell’abito dell’istituzione clericale, la violenza che riceviamo quando cerchiamo di spiegare che una determinata multa è arrivata erroneamente e ti fanno girare una provincia intera….. sono due anni che sto combattendo con l’AMA per una correzione, sono stato 5 anni per multe ICI alla fine ho risolto facendo un’esposto direttamente al Ministro delle Finanze che a cascata ha interessato chi di dovere… continuo ? quanta violenza e arroganza……)

    e la sua pur parendomi giusta osservazione, non può non tenere conto della dinamica delle relazioni che avvegono ogni giorno per strada, in chiesa, nei condomini, nei negozi, nei centri commerciali.
    Se non si sanno coniugare i vari piani tra mondo e web,
    veramente si è fuori dalla realtà.

    Detto questo,
    se tu proponi un incontro a Roma dei fans del tuo sito,
    io vengo mi presento (non a te ovviamente che mi conosci… ed è solo un caso che non ci incontriamo ogni giorno…),
    ci scambiamo nominativi, numero di telefono, indirizzi, con le varie promesse di tenerci in contatto.

    Il giorno dopo
    sul tuo sito busserei alla porta sempre con il mio solito nick.
    matteo

    31 Ottobre, 2011 - 2:03
  16. Luigi Accattoli

    Quanti spunti Matteo, grazie, grazie… Penserò lentamente a onuno. Ma intanto un paio di rkisposte più vive che mi venivano mentre leggevo.
    Tu neghi che vi sia più violenza nella Rete che nella realtà e citi altri tipi di violenza e qua è sicuro che hai ragione. Ma in quell’aforisma per violenza si intende – ovviamente – violenza verbale: e qui credo che tu abbia torto. C’è una letteratura in materia. In questo mio testo trovi sviluppati gli argomenti in materia che sarebbe lungo anche solo elencare: http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=2570

    31 Ottobre, 2011 - 8:53
  17. Luigi Accattoli

    E’ vero che nella ciacola la realtà e la Rete si equivalgono. Ma nella Rete – qui ne abbiamo accennato più volte – nascono, furoreggiano e poi scompaiono bacheche intitolate “A morte Berlusconi”, “Uccidiamo il papa”, “A morte Bersani” e mille altre simili… Ovvero si predica lo sterminio dei Down e altre piacevolezze. Pensi che avverrebbe senza l’anonimato?

    31 Ottobre, 2011 - 9:04
  18. Luigi Accattoli

    Ma soprattutto credo che alla base vi sia un equivoco: a me pare chiaro che chi mi contraddice – e tu fra questi – argomenti come se io volessi proporre l’obbligo legale dell’identificabilità… io invece propongo una pedagogia… non è chiara la differenza?

    31 Ottobre, 2011 - 9:07
  19. Clodine

    Anch’io ho di Matteo un bellissimo ricordo e non mi dispiacerebbe affatto rivedere, così come per principessa con la quale ho instaurato una feconda piacevole amicizia essendo lei una donna stupenda, che porto nel cuore . Lo stesso per Fabricianus col quale passai una giornata splendida e Roberto55 che accompagnai passo passo nei menadri dei Musei Vaticani , Leonardo: uomo affascinante, decisamente, dal tratto gentile e gentile e deciso…
    Insomma, non c’è motivo di nascondersi dietro un nick perché alla fine, come amava dire Socrate “siamo quello che sappiamo”, e per quanto minimo il nostro sapere se anche un briciolo della ricchezza che ciascun possiede sarà messa al servizio della collettività. seppur virtuale, allora avremo fatto qualcosa di buono e costruttivo…

    31 Ottobre, 2011 - 9:34
  20. Diceva S. Giovanni Bosco:
    “Ricordiamoci che la forza punisce il vizio, ma non guarisce il vizioso.
    Non si coltiva la pianta curvandola con aspra violenza, e non si educa la volontà gravandola con giogo soverchio.”

    I violenti invece nello sfogo del web possono trovare una forma di psicoterapia che se almeno non li guarisce, gli da modo di sfogarsi “virtualmente”, abbassando lo stimolo a mettere in atto le sue pulsioni negative nella realtà. Sul web sono più facilmente addomesticabili, nel reale, gli devi subito menare e basta, prima che menino loro.

    31 Ottobre, 2011 - 9:47
  21. Senza poi dimenticare che esiste il trollismo e tanti lo fanno solo per il gusto di divertirsi ad indisporre gli altri. I veri violenti tramano diversamente.

    31 Ottobre, 2011 - 9:49
  22. Clodine

    esatto!

    31 Ottobre, 2011 - 10:45
  23. Clodine

    Riflettevo sull’intervento di Antonella Lignani circa Alessandro il grande. A dire il vero mi ha sempre lasciata perplessa la breve intensissima vita del gran macedone, soprattutto per come gestì il potere immenso conquistato in un vertiginoso, delirante turbinìo in cui la sete di conquista divenne irrefrenabile tanto da non arretrare neppure dinnanzi alla morte di 10.000 uomini: una moltitudine di vite umane immolate in nome di una scellerata sete di potere. Eppure l’humus, il brodo dentro al quale crebbe e si formò era all’insegna della sapienza,della saggezza e bontà circondato qual fu da filosofi eccelsi : Aristotele, Platone del quale erano arcinoti i dialoghi di Socrate – il grande illuminato, il santo dell’antichità per antonomasia- soprattutto il Gorgia dove il confronta sui temi della politica, della giustizia , della morte, dell’aldila’, di come l’anima dei potenti , giunta al “trivio”, venga messa sotto la lente e gettata nel Tartaro si fa serrato e ammonitore: mai l’anima di un potente raggiunge i campi Elisi.
    Sicuramente non c’era la conoscenza del Dio Vivente ma gli insegnamenti di Platone [dal quale trasse linfa gran parte del pensiero filosofico cristiano] avrebbero dovuto guidarlo sulla via del bene. Sembrerebbe invece che tali insegnamenti siano passati come acqua fresca sopra il giovane dallo spirito “faustiano” dalla volontà indomabile di conquistare con una febbre di potere senza uguali. Ho elaborato una mia teoria: la brama di gloria è figlia del maligno che trasforma in un orribile despota chiunque vi si accosti indegnamente, allora, come ora.

    31 Ottobre, 2011 - 15:29
  24. Caro Luigi,
    io non nego anche le tue ragioni,
    stanotte non riuscivo a dormire,
    e avevo buttato giù un approccio di riflessione sul tema che hai provocato.

    Anzi,
    le parole dei tuoi post, e i tuoi interventi nei commenti,
    per me sono scuola continua di rapporto interrelazionale nel web.

    Ti porto un esempio,
    scusami se vado sempre sul concreto.

    Attraverso il tuo blog,
    virtualmente ho incontrato una persona,
    sono andato a curiosare nel suo sito con identità,
    vi ho scoperto una fantastica capacità di suscitare letture analitiche personali,
    che mi ricordano la spiritualità ignaziana.

    E’ diventato uno dei miei riferimenti.

    Con l’età un minimo di discernimento l’ho imparato,
    sono entrato in un contatto epistolare/mail personale,
    quindi mi sono “riconosciuto”,
    ed in questo scambio, il virtuale,
    è completamente scomparso.
    La persona in questione non l’ho incontrata,
    ma è entrata nella storia della mia vita.

    Tutto dipende dalla persona, dalla sua libertà.

    Come accade alla maggioranza delle persone
    negli incontri casuali e/o virtuali occasionali (il web è una piazza pubblica)
    non lascio i miei dati personali.

    E’ cosa che faccio solo in un incontro “personale”.

    Ma tu poni anche altre legittime questioni.

    Io ho una immagine concreta.

    Posso girare per Roma e attaccare fogli di comunicazione.

    Roma, come in tutte le grandi città è piena di fogli attaccati ai muri, ai pali.

    Negli ultimi due secoli la comunicazione cartacea non-identificabile è stato un “luogo” importante,
    per affermare idee e ideali di Risorgimento, o di rivoluzione, come anche della brutalità di chi si nascondeva e si continuerà a nascondere dietro quella formula “BR”.

    Quei fogli che cadevano in teatro con la dicitura: “W Verdi”?

    può essere l’antesignano del modo odierno di comunicare,
    in cui la non-identità è parte della comunicazione,
    soprattutto quando “impersonale”.

    Ancora,
    per Roma appaiono spesso manifesti di grande violenza,
    per esempio riconducibili a certe frange estremiste politiche o cattoliche,
    che quando interpellati negano….

    Non c’è bisogno di esempi vero ?

    Sulla pedagogia che tu proponi,
    mi trovi perfettamente d’accordo,
    e tu sei il primo che nel tuo sito
    usi di questa pedagogia,
    che riconosco importantissima.

    Ma le pedagogie non si impongono,
    si riconoscono,
    e io la alla tua scuola la riconosco.

    Non credo alle pedagogie calate dall’alto
    per decreto legge….

    Quanto quegli a morte…. Berlusconi o Bersani che siano,
    sono effetto delle comunicazioni televisive,
    se un capo del governo (esperto in comunicazioni tv)
    con la parola “amore” riesce a far passare l’odio verso quelli che la pensano diversamente,
    tutto va a cascata,
    ed il web, anche con la non-identità rimane l’unico luogo di scambio informazioni/comunicazioni veramente libero dove manifestare, pensiero, rabbia, cultura, commercio, sesso, e quant’altro,
    dove posso e voglio scegliere quello che mi pare e piace,
    dando fondo a tutta la mia curiosità di conoscere anche le realtà contrastanti.

    Da ragazzo compravo sia il Manifesto che il Secolo d’Italia, e finchè la mamma non ha cestinato tutto in mia assenza, conservavo tutte le copie dell’Osservatore Romano che acquistavo e con dolore mi sono sparite le edizioni tutte corniciate in nero o giallo per gli eventi di fine pontificato o inizio pontificato.

    Io posso girare e guardare le vetrine di via Nazionale, senza che il negoziante sappia nulla di me,
    posso entrare in un negozio, chiedere,
    il negoziante non sa e non saprà nulla di me e non si ricorderà di me a fine giornata…

    Uccidiamo il papa….
    daiii Luigi,

    è la massima espressione di dissenso nei confronti di un uomo che può dire tutto “quel che vuole” quasi ogni giorno sulle televisioni italiane (all’estero non accade),
    e nessuno gli può dire direttamente se la pensa diversamente, come accade per i politici italiani…

    Sono tanti i giovani cattolici battezzati che si percepiscono agnostici,
    che vedono nell’influenza del papa sulla politica italiana
    una violenza inaccettabile.

    Come esprimere la rabbia di dissenso ???

    Io personalmente, anche se con sofferenza,
    riconosco a loro la libertà di esprimere questa rabbia anche con espressioni forti, come è forte l’influenza che il papa/curia ha sul Parlamento italiano che per ragioni di bottega troppo spesso segue l’”agenda vaticana”…

    Quello che mi deve preoccupare, non sono le espressioni di violenza verso i potenti, loro sanno difendersi in maniera egregia, non hanno bisogno certamente della mia solidarietà,

    ma
    le espressioni di violenza verso i deboli.

    Sin da ragazzo mi ricordo che gli epiteti offensivi che giravano a scuola erano “andicappato”, “mongoloide”, “spastico”, “frocio”, “checcha”, “ebreo”, “rabbino” (molto romano!!)…….

    Sono epiteti che i ragazzini mutuano dall’ascolto degli adulti.

    Negli ultimi decenni, insieme ad una fascia di genitori/generazioni molto più sensibile ha continuato a convivere nella fascia laterale, quella che io chiamo la fascia “tor bella monaca”, il mondo della povertà culturale,
    è una fascia che non si è mai estinta e sta trovando un nuovo momento d’oro in questo tempo di ri-ciclo culturale,
    e trova anche la sua espressione di vita nel web.

    Ma devono censurare il web,
    o
    ri-instarurare una educazione alla civiltà
    nel mondo non-web?

    E’ inutile che mi censurano le violenze sul web,
    se poi nella mondo-Italia,
    la violenza mi sbuca ad ogni livello.

    Io fino al 1994 non sapevo che in Italia avessimo avuto una dittatura comunista…
    è dal 1994 che va avanti una campagna di odio verso tutto quello che è diverso dal pensiero di Berlusconi, quindi necessariamente comunista.

    Da 1994 Berlusconi mi ha fatto scoprire i Giudici comunisti,
    mentre io avevo visto soltanto giudici che venivano uccisi nell’assicurare la democrazia al nostro paese…

    Berlusconi e la Alex Mussolini, hanno sdoganato politicamente e moralmente la più feroce dittatura vissuta in terra italiana, che ha procurato oltre mezzo milione di morti italiani, ora persino una pro-nipote di Mussolini rivela che Padre Pio ha assicurato che il Duce sta pienamente nella luce divina, in paradiso. (Io non posso negare a Dio di salvare tutti…),

    ma è chiaro
    che è in atto una sorta di controriforma culturale,
    se è vero che quelli che una volta manganellavano i diversi politicamente come anche sovente i più deboli (questione di razza debole…),
    ora sono al Governo, al potere.

    Basti vedere cosa accade nel campo finanziario-politico.

    I ricchi, i potenti, le banche, hanno creato la più grande crisi economica del dopo-’29,
    mangiandosi i soldi della normale gente che faceva i sacrifici per pagare il mutuo casa etc…

    e i non ricchi, i non potenti, i meno-abbienti, i poveri,
    la dovranno pagare per rifinanziare….. fondamentalmente i ricchi (una semplificazione necessaria).

    Significa:
    il passaggio di un messaggio chiaro,
    i deboli
    non hanno cittadinanza in pienezza.

    Attraverso tv e politica e finanza,
    si rappresentano solo modelli di successo,
    belli, ricchi, potenti, famosi.

    I deboli ?
    Guarda in TV,
    hanno una fascia marginale.

    Quale è dunque il messaggio di fondo ?

    Vedi, caro Luigi,
    io cerco, provo ad avere uno sguardo globale sui comportamenti.

    Non possiamo agire come accade nella sanità dove vieni curato a compartimenti stagni,
    soltanto per la respirazione, solo per l’ernia, solo per…
    se una parte del corpo soffre, il problema è in tutto il corpo,
    non nella porzione.. (esperienza che sto vivendo…)

    Il bello del web?
    Che si costruiscono reti di sostegno alla comunicazione/informazione per i più vari gruppi di aiuto, di solidarietà, di spiritualità, di cultura, ……
    in cui l’identità non è il primo requisito, perché il web è un mezzo.

    Il male?
    Come la zizzania,
    cresce con il grano da sempre…

    (ovviamente è una riflessione a ruota libera la mia, in cui ho cercato continuamente di fare mente locale….)

    31 Ottobre, 2011 - 15:59
  25. Caro Luigi,
    siccome non seguo “Il grande fratello”
    dal web leggo che nel Grande Fratello 2010
    l’insulto “mongoloide” era di regola,
    ma la bestemmia è stata sanzionata con la fuoriuscita dalla “casa”.

    Dunque ?
    Da dove viene la violenza ?
    Dove va curata la violenza ?

    31 Ottobre, 2011 - 16:13
  26. Luigi Accattoli

    Matteo credo che tu qui sopra abbia scritto – in dialogo con me – il commento più lungo da quando frequenti il pianerottolo… Ti ringrazio di tanto impengno…

    1 Novembre, 2011 - 21:19
  27. Caro Luigi,
    t’aricordi cosa dice l’Albertone nazionale
    quanno che fa er viggile,
    e se trova a tavola davanti a quer piatto de spaghetti ?
    …… 🙂 🙂 🙂

    … e pensa che avevo esordito scrivendo non farà il ….. del tuo blog,
    beh!
    l’ho dovuto cancellà,
    che ce stavo a fà na figuraccia…. 🙂

    3 Novembre, 2011 - 18:32
  28. intendevo farò

    3 Novembre, 2011 - 18:34

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