Ero ieri a Ostuni, che mi è cara, per una pacifica conferenza su Papa Francesco che è mio pane: vedi alla pagina “Conferenze e dibattiti”. Parto stamane con amici per Bari dove prenderò il frecciargento per Roma, carrozza 3, posto 15A. Prevediamo di fare uno spuntino di mezzogiorno al Gambero, che è vicino al Castello Svevo, con frutti di mare crudi. Ma è presto e ce ne andiamo per la Città Vecchia intesi a toccare le pietre oranti di San Nicola e della Cattedrale. Sono appena entrato nella cattedrale delle mie brame quando arriva una prima telefonata per un pezzo volante da pubblicare sul “Corsera” online. – Segue nel primo commento.
Da Ostuni a Roma nella rissa dei media sinodali
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“Però, per coerenza, per reciprocità, vorrebbe lasciare anche a Dio alla Chiesa e a “dalla dura cervice“, la stessa libertà? Grazie!”
Perché, le risulta forse che io abbia conculcato la libertà di qualcuno? Certo che no; mai fatto.
Potrei mai io non lasciare libertà a Dio? Sarei una megalomane pazzoide, non crede? Sarei da rinchiudere in un ospedale psichiatrico.
Tuttavia, io non identifico né la Chiesa cristiana né alcun’altra Chiesa( di altra religione) con Dio, a differenza di lei che è un cattolicissimo signore in adorazione–mi pare– dell’Istituzione. Come parecchi altri, del resto. Cosa che io potrei anche non approvare ma certo non impedire. Altrimenti sarei ancora una volta da rinchiudere.
Ciò premesso, visto il suo lungo intervento tutto volto a contestare certe mie affermazioni, mi permetto di replicare a mia volta con un discorso non breve.
Ricalco il suo ripetuto “oggi, solo oggi”,se permette,aggiungendo peraltro che il mio PGDN alla vista dei suoi interventi c’è sempre stato, ma davvero non per finta.
Infatti, i suoi interminabili copiaincolla di pagine scritturali o di commenti a certe parole del Papa o di qualcun altro a lei sgradito mi sono sempre stati indigesti ( perdoni la franchezza), in tutto paragonabili a quelli di un certo Gioab o Geob o Saul da lei sempre messo alla berlina; ricorda? Ma anche da lei imitato, a quanto pare. È proprio vero il detto “chi disprezza compra”. In questo caso lei ha “comprato” l’abitudine a copiare e incollare a spezzatino certi passi scritturali che le vengono a proposito ( così lei crede).
Bene. Allora, proseguendo, la rimando per qualche mia asserzione alla replica al commento di Sara, che confermo parola per parola. E nonostante lei pensi, con tanto di citazione, che a Dio piacerebbe assai che io restassi in compagnia di un mascalzone che mi avesse ben nascosto la sua vera identità,io sono liberissima di pensarla diversamente da lei.Per cui mi riterrei più che autorizzata a svincolarmi da quel legame. Ma non pretendo certo che una “dura cervice” si converta al mio pensiero.
Per il resto, posso dirle che so benissimo che la Chiesa non impone ma propone,lasciando libertà. E ci mancherebbe altro che così non fosse. Per fortuna i tempi dell’Inquisizione sono passati da un bel pezzo. Per fortuna! Solo che certi fedelissimi danno l’idea di rimpiangere quei tempi. E questo non è bene manco per niente.
E comunque rilevo che la Chiesa, che io AMO ma solo quando non deraglia troppo, propone non di rado le SUE verità che magari non sono del tutto allineate con quelle del Cristo. Tipo l’affermazione di un tal arcivescovo, che dice l’esatto opposto di quel che ha detto Gesù. Cosa che stamane mi ha fatto uscire fuori dai gangheri. E infatti il nostro padrone di casa ha ritenuto doveroso mettermi una nota sul registro di classe.
E anche per quanto riguarda i comandamenti, a me risulta che la Chiesa abbia fatto dei cambiamenti, rispetto alle “dieci parole” scritte da Mosè sulle tavole della legge. Li ha fatti a sua discrezione. A lei, cattolicissimo e fedelissimo signore, non risulta? Allora si informi. Non è mai troppo tardi per aggiornarsi anche sulle esegesi delle Sacre Scritture. Lo faccia, lo faccia…
Concludo, facendo presente che mettere in dubbio, talvolta, le apodittiche asserzioni della Chiesa non è un peccato mortale. E neanche è un peccato veniale.
Credo che se la Chiesa ha fatto dei cambiamenti nel suo cammino, lo si deve anche (soprattutto?) alle voci che le sono giunte dal basso. Da quei fedeli che le facevano aprire gli occhi sulla realtà vera del mondo quaggiù. E le facevano capire che spiritualizzare troppo l’umanità significa perdere di vista la strada maestra.
“io ho inteso la formula con un: ti prometto il mio amore anche quando mi troverò davanti al dolore, che mi sembra molto diverso dall’immaginarsi un sogno zuccheroso.”
Quale dolore, Sara? Quello che un uomo disonesto mi ha causato? Un uomo che dovrebbe risarcirmi per avermi ingannato? Vuoi scherzare, vero?
Si può forse “amare” un uomo così? Ti vorrei vedere, figlia cara.
Altro che “sogno zuccheroso”! Questa è idealizzazione della disonestà.
Vogliamo metterli i piedi sulla Terra, sì o no?
“Riprendono le parole evangeliche del centurione che con fede chiede l’intercessione per la guarigione del suo servo. L’Eucaristia non è solo semplice “partecipazione” ma anche “guarigione“. E se non si è “degni” si chiede al Signore di pronunciare la parola di salvezza, ma senza che entri sotto il nostro “tetto” poichè indegni.”
E questa da dove l’ha presa? Chi gliel’ha suggerita, scusi tanto?
La guarigione del servo del centurione non c’entra niente con la nostra “guarigione”.
La lettura è un’altra.
Gesù guarisce il servo in funzione del centurione che ha dimostrato una grande fede in Lui. Vuol dire che compie il miracolo in virtù della grande fede del centurione, che pure è peccatore. Ma Gesù non bada ai suoi peccati.
Questo è un concetto che Gesù esprime altre volte.
Se lei, cattolicissimo signore, allarga il discorso alla guarigione del servo, per proiettare questa guarigione su di noi, si sta prendendo qualche licenza di troppo.
Nessuno sarebbe degno di ricevere il corpo e il sangue di Gesù. Proprio nessuno.
Tutti devono riconoscersi indegni in quanto tutti sono (siamo) peccatori.
Ma tutti dobbiamo confidare che, nella Sua misericordia, Egli dica anche una sola parola per ritenerci degni di entrare sotto il nostro “tetto”, cioè in noi.
“Riprendono le parole evangeliche del centurione che con fede chiede l’intercessione per la guarigione del suo servo. L’Eucaristia non è solo semplice “partecipazione” ma anche “guarigione“. E se non si è “degni” si chiede al Signore di pronunciare la parola di salvezza, ma senza che entri sotto il nostro “tetto” poichè indegni.”
E questa da dove l’ha presa? Chi gliel’ha suggerita, scusi tanto?
La guarigione del servo del centurione non c’entra niente con la nostra “guarigione”.
La lettura è un’altra.
Gesù guarisce il servo in funzione del centurione che ha dimostrato una grande fede in Lui. Vuol dire che compie il miracolo in virtù della grande fede del centurione, che pure è peccatore. Ma Gesù non bada ai suoi peccati.
Questo è un concetto che Gesù esprime altre volte.
Se lei, cattolicissimo signore, allarga il discorso alla guarigione del servo, per proiettare questa guarigione su di noi, si sta prendendo qualche licenza di troppo.
Nessuno sarebbe degno di ricevere il corpo e il sangue di Gesù. Proprio nessuno.
Tutti devono riconoscersi indegni in quanto tutti sono (siamo) peccatori. “Riprendono le parole evangeliche del centurione che con fede chiede l’intercessione per la guarigione del suo servo. L’Eucaristia non è solo semplice “partecipazione” ma anche “guarigione“. E se non si è “degni” si chiede al Signore di pronunciare la parola di salvezza, ma senza che entri sotto il nostro “tetto” poichè indegni.”
E questa da dove l’ha presa? Chi gliel’ha suggerita, scusi tanto?
La guarigione del servo del centurione non c’entra niente con la nostra “guarigione”.
La lettura è un’altra.
Gesù guarisce il servo in funzione del centurione che ha dimostrato una grande fede in Lui. Vuol dire che compie il miracolo in virtù della grande fede del centurione, che pure è peccatore. Ma Gesù non bada ai suoi peccati.
Questo è un concetto che Gesù esprime altre volte.
Se lei, cattolicissimo signore, allarga il discorso alla guarigione del servo, per proiettare questa guarigione su di noi, si sta prendendo qualche licenza di troppo.
Nessuno sarebbe degno di ricevere il corpo e il sangue di Gesù. Proprio nessuno.
Tutti devono riconoscersi indegni in quanto tutti sono (siamo) peccatori.
Basta un solo pensiero, uno solo, per macchiarci del peccato.
Ma tutti dobbiamo confidare che, nella Sua misericordia, Egli dica anche una sola parola per liberarci dai peccati e ritenerci degni di entrare sotto il nostro “tetto”, cioè in noi.
Ecco perché Gli facciamo questa preghiera umilmente, prima di accostarci all’ Eucaristia.
Ancora lei non ha capito che Gesù è molto più misericordioso nei nostri confronti di quanto lo siate voi ( lei e chi è come lei) che vorreste attribuirgli quel rigore che è specchio della vostra ottusa rigidità.
È proprio vero: “dimmi qual è il tuo Dio e ti dirò chi sei”.
Si rilegga bene il Vangelo.
Mi scuso per il testo ripetuto. È partito involontariamente.
Ero talmente adirata che mi si è incollato sulle dita.
O forse è intervenuto Qualcuno per farlo entrare bene nella “dura cervice” di quel bel tipo.
Luigi, se puoi cancella i refusi.
Ma, almeno, adesso mi è passata l’arrabbiatura e sto ridendo.
🙂 🙂 🙂
“Vogliamo metterli i piedi sulla Terra, sì o no?”
Io vorrei sapere chi le da il diritto di pensare che noi non si ha i piedi sulla terra scusi.
Che ne sa della nostra vita, dei nostri problemi e delle nostre difficoltà?
Abbia pazienza.
Per il resto non parlavo con lei ma con Manuel, mi permettevo solo di dire che se si diffonde questa mentalità dove tutto sembra grigio e dove la promessa che fai è una promessa a metà non ci si può poi lamentare che i matrimoni celebrati siano in gran parte nulli. (cosa ribadita più volte dallo stesso Francesco).
Il sinodo da una parte parla di migliorare la preparazione al matrimonio da una parte non fa altro che parlare di divorzio, se non ci credono più nemmeno i vescovi all’indissolubilità non si lamentassero se non ci credono i fedeli.
http://www.famigliacristiana.it/articolo/mentalita-mondana-matrimonio-nullo.aspx
Mi riferisco a questo.
“comportarsi bene” … “amare il prossimo”
https://twitter.com/Pontifex_em/status/652206964131393536/photo/1
Sara, ieri non son riuscito a risponderti.
Non penso che tradizione o progresso come dici tu siano così nettamente caratterizzati da durata eterna o divorzio, rispettivamente.
A me, sinceramente, fa specie che, come ricordava Ubi, ci sia qualcuno che consigli la separazione di due coniugi. Questi infatti non tiene conto che la separazione formalizzata, al giorno d’oggi, è divenuta un preambolo che porta necessariamente al divorzio.
La “separazione” nel senso di allontanamento limitato nel tempo avviene spesso prima, per verificare se dopo una piccola pausa si può tornare a parlarsi.
La possibilità di fare ragionamenti teologici, Sara, non penso che sia per tutti. Tanti si scandalizzano di alcune speculazioni teologiche. La teologia non può essere il catechismo. Il lavoro di pregio, a mio parere, è nell’indagare le zone di confine, provando a fare ragionamenti logici e rigorosi.
Si corre sempre il rischio di andare oltre.
Il senso è cercare di capire qualcosa in più, che confermi o discuta quello che in passato si era capito.
Nel momento in cui maturano certezze, si possono proporre come catechismo, con i dovuti tempi e la dovuta prudenza per non creare scandalo o stravolgimenti.
Leggo ora l’articolo, Sara.
Ovvio che se andiamo ad indagare chi era davvero consapevole e preparato a sposarsi, si potrebbero dichiarare nulli tanti matrimoni!
Capisco le tue preoccupazioni e, credi, sono anche le mie.
Forse proprio l’idealizzazione astratta del matrimonio comporta una quantità di scelte e consapevolezze che sono inaccessibili a molti? e poi basta che uno non fosse consapevole di qualcosa che tutto è nullo. E’ un bel problema…
“A me, sinceramente, fa specie che, come ricordava Ubi, ci sia qualcuno che consigli la separazione di due coniugi.”
http://www.huffingtonpost.it/don-aldo-antonelli/padri-sinodali-sostenete-il-divorzio_b_8261392.html?utm_hp_ref=italy
Ed è diffuso come modo di pensare anche tra i sacerdoti.
Con UBI, sotto lo stesso “tetto”.
“Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: 6 «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». 7 Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò». 8 Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri SOTTO IL MIO TETTO, di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito”…
” 13 E Gesù disse al centurione: «Va’, e sia fatto secondo la tua fede». In quell’istante il servo guarì.”
Matteo 8,5-13
Come la teologia non può essere catechismo?!… Caspita! Il catechismo è un compendio prezioso che ogni cattolico dovrebbe , almeno per sommi capi, conoscere. Una volta ci si preparavano con scrupolo, nei corsi di catechesi, alla Santa Comunione. Dovremmo saperlo trasmettere, anche con un linguaggio moderno ma fedele, divulgarlo, riappropriarci delle nostre radici, per dare ragione della nostra fede…
Se questo non è un compendio teologico!? Non lo so…boh.
http://www.gliscritti.it/dchiesa/ccc/ccc.html
Clodine: la speculazione, la ricerca teologica non può essere catechismo.
Entra nel catechismo quella parte consolidata di ragionamenti teologici che sono assodati.
Esattamente come nella medicina clinica non entra subito tutta la ricerca sperimentale!
sul sinodo rispetto allo scorso anno mi sembra che in rete ci sia un clima molto più tranquillo dell’anno scorso, magari anche grazie al motu proprio.
Una buona notizia dal fronte sinodale in merito alla trasparenza:
“Yesterday, the director of the Holy See press office announced that bishops can make their interventions at the Synod on the Family public.”
Per i non anglofoni:
“ieri, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha annunciato che i vecsovi potranno rendere pubblici i lori interventi al Sinodo sulla Famiglia”
http://www.catholicnewsagency.com/blog/synod-speeches-can-now-be-made-public-heres-what-you-need-to-know/
Comunque è nuona notizia, ma a metà: “potranno” non è “dovranno” …
“I vescovi polacchi pubblicano la sintesi dei primi interventi al Sinodo.”
http://fb.me/2ccwyw8g0
Riporto, quello del Card. Ry?ko, perchè parla come una persona che conosco troppo, troppo bene … 🙂
“È stato detto che la Chiesa dovrebbe essere come un “ospedale da campo” ma non ci sono molti in questa situazione che vogliono andare in ospedale. Sant’Agostino chiede a chi cerca aiuto ma non si vuole convertire: “Perché ci cercate?”. Così si comportano alcuni battezzati che vivono una situazione irregolare ma non vogliono ricevere il sacramento della penitenza. Così ci troviamo di fronte non solo a una crisi del matrimonio e della famiglia, ma anche a una crisi di fede”
Rylko ha quindi citato san Paolo, che nella seconda lettera a Timoteo invita ad annunciare la parola «in ogni occasione opportuna e non opportuna», dicendo che verrà il momento in cui non si sopporterà più la sana dottrina.
“Io vorrei sapere chi le da il diritto di pensare che noi non si ha i piedi sulla terra scusi.
Che ne sa della nostra vita, dei nostri problemi e delle nostre difficoltà?”
Non ne so nulla e non c’ è bisogno di saperlo.
Quel diritto me lo dà chi parla come te, Sara.
Tu parli senza aver vissuto sulla tua pelle( dal vivo) certe situazioni e dunque predichi dal pulpito.
Se riuscissi a metter piede nella realtà vera, e non di fantasia, forse cambieresti idea su molte cose.
E torniamo al solito discorso: solo l’ esperienza vera, non quella immaginata, non il santino dell’ amore, sono la guida giusta per capire davvero la vita e avere seri dubbi su quel che ci è stato propinato dall’ alto come verità dogmatica.
Marilisa, mi sembra che Sara abbia bisogno di certezze, una indicazione sicura…a volte ragiona “in teoria” ma perchè le piacerebbe trovare ordine nelle cose, proporle con rigore e con limpidezza.
Più che altro avere una bussola no? Proprio perché i vissuti sono tutti diversi e tutti degni di ascolto.
(anche quando sembrano l’uno in contrasto con l’altro)
La confessione dicono tutti i sacerdoti sia il primo sacramento che va in crisi, Ubi.
Dall’articolo che hai citato:
Il vescovo bielorusso Tadeusz Kondrusiewicz ha dichiarato: «Di che cosa parliamo qui? Noi dobbiamo parlare della famiglia e non di altro. Se accettiamo di dare i sacramenti ai divorziati che vivono nuovi rapporti, noi siamo in favore del divorzio»
…però ragionare così non aiuta molto…
Manuel, che dirti?
Uso una frase della Lettera ai Romani abbastanza familiare in questo blog:
“Io non mi vergogno del Vangelo”
Il Vangelo su quel punto è limpidamente chiaro.
E’ duro?
E’ chiaro anche su questo: “Volete andarvene anche voi?”
Faccio notare che un altro padre sinodale ha fatto chiaramente notare che il punto di partena delle discussioni non possono essere le analisi sociologiche, ma il Vangelo.
E aggiungo io che il punto di arrivo deve essere in sintonia col Vangelo
Ad esser precisi, tre padri sinodali hanno detto: “La Parola di Dio”
Ma sì, Manuel. Tutti abbiamo bisogno di una guida e in questo caso della Chiesa. Ma se aprioristicamente riteniamo che quella guida sia sempre la più giusta, sbagliamo.
Voglio dire che, essendo Dio ben al di sopra e al di là della Chiesa, dobbiamo guardare anche alle altre indicazioni che Dio ci dà.
Dio è la VITA ed è, quindi. nella nostra vita, nella nostra esperienza viva.
È sbagliato quindi considerare la Chiesa come la guida unica, esclusiva ed escludente altre guide.
Invece altri predicano proprio questo da ogni pulpito.
E a mio giudizio sbagliano.
Il fatto che Gesù parlasse di un matrimonio anni luce diverso da quello di oggi immagino non interessi a nessuno…
Ubi, se uno ha un figlio scapestrato in casa e lo ospita a cena non vuol dire che condivida tutto quello che ha fatto…
Se poi gli errori se li è lasciati alle spalle, anche se non ha potuto rimediare a tutto, ma ha chiesto abbondantemente scusa, forse può meritare un perdono e guardare avanti.
Le ricchezze del padre il figliolo prodigo non le risarcisce alla fine…si è pentito, ma quello che è stato è stato.
E’ legittimo e doveroso che l’altro fratello si senta meno valorizzato, ma il padre risolve e spiega.
Concordo Marilisa.
Il diavolo anestetizza la coscienza
E poi la vigilanza, perché in un cammino di fede “le tentazioni tornano sempre, il cattivo spirito non si stanca mai”. Se “è stato cacciato via” ha “pazienza, aspetta per tornare” e se lo si lascia entrare si cade in una situazione peggiore. Infatti, prima si sapeva che era “il demonio che tormentava”. Dopo, “il Maligno è nascosto, viene con i suoi amici molto educati, bussa alla porta, chiede permesso, entra e convive con quell’uomo, la sua vita quotidiana e, goccia a goccia, dà le istruzioni”. Con “questa modalità educata” il diavolo convince a “fare le cose con relativismo”, tranquillizzando la coscienza:
“Tranquillizzare la coscienza. Anestetizzare la coscienza. E questo è un male grande. Quando il cattivo spirito riesce ad anestetizzare la coscienza si può parlare di una sua vera vittoria, diventa il padrone di quella coscienza: ‘Ma, questo accade dappertutto! Sì, ma tutti, tutti abbiamo problemi, tutti siamo peccatori, tutti…’. E nel ‘tutti’ c’è il ‘nessuno’. ‘Tutti, ma io no’. E così si vive questa mondanità che è figlia del cattivo spirito”.
Il Papa ribadisce le due parole, vigilanza e discernimento:
“Vigilanza. La Chiesa ci consiglia sempre l’esercizio dell’esame di coscienza: cosa è successo oggi nel mio cuore, oggi, per questo? E’ venuto questo demonio educato con i suoi amici da me? Discernimento. Da dove vengono i commenti, le parole, gli insegnamenti, chi dice questo? Discernere e vigilanza, per non lasciare entrare quello che inganna, che seduce, che affascina. Chiediamo al Signore questa grazia, la grazia del discernimento e la grazia della vigilanza”.
Francesco Dixit, questa mattina …
Il fatto che Gesù parlasse di un matrimonio anni luce diverso da quello di oggi immagino non interessi a nessuno…
Dopo dicono che io parlo in astratto.
Credo anche io ma è un peccato dare troppe cose per scontanto quando si vuole risolvere un problema.
“Ci sono casi in cui la separazione è inevitabile. A volte può diventare persino moralmente necessaria, quando appunto si tratta di sottrarre il coniuge più debole, o i figli piccoli, alle ferite più gravi causate dalla prepotenza e dalla violenza, dall’avvilimento e dallo sfruttamento, dall’estraneità e dall’indifferenza”
Francesco Dixit
Petrus, la mia diffidenza era nei confronti di chi predica questa separazione, ma è totalmente contrario al divorzio citando il vangelo “non separi l’uomo…”
Non vedo questa gran differenza!
Il matrimonio è effettivamente cambiato negli anni.
Se si ammette che “sia necessario separarsi” si deve ammettere anche un divorzio che chiuda una unione sbagliata.
Veramente lo “dixit” il Catechismo della Chiesa Cattolica:
1649 Esistono tuttavia situazioni in cui la coabitazione matrimoniale diventa praticamente impossibile per le più varie ragioni. In tali casi la Chiesa ammette la separazione fisica degli sposi e la fine della coabitazione. I coniugi non cessano di essere marito e moglie davanti a Dio; non sono liberi di contrarre una nuova unione. In questa difficile situazione, la soluzione migliore sarebbe, se possibile, la riconciliazione. La comunità cristiana è chiamata ad aiutare queste persone a vivere cristianamente la loro situazione, nella fedeltà al vincolo del loro matrimonio che resta indissolubile.
Però dice anche di più il Catchismo caro petrus …
Bergoglio di se stesso dixit: “Sono figlio della Chiesa“. Aveva semplicemente citato il Catechismo della Chiesa Cattolica …
Senza offesa, certe presentazioni delle cose, come fa lei (e pure altri) possono andar bene per i giornali e per i pesci che abboccano.
Per convincere i cattolici ben formati ci vuole altro 🙂
“Non vedo questa gran differenza!”
Ripeto Manuel che io sarò astratta ma questo modo di buttare tutto all’aria per dire che nero e bianco sono uguali non aiuta, anzi spinge a irrigidirsi.
“A me, sinceramente, fa specie che, come ricordava Ubi, ci sia qualcuno che consigli la separazione di due coniugi. ”
Vedi, Manuel, la separazione non è mai augurabile, mai.
Eppure, conosco bene una famiglia nella quale furono i figli stessi ( due bravi ragazzi rispettosi e rispettati)
a consigliare ai genitori di separarsi.
L’ aria in quella casa era diventata irrespirabile per i continui litigi fra i genitori. Scene incredibili. Due persone già avanti negli anni, in condizioni economiche agiate e con un ottimo lavoro da professionisti, che si azzannavano in continuazione anche per futili motivi. Una specie di incubo anche per i figli e anche quando non vivevano più con loro, e che venivano da loro chiamati spesso per difendere o l’ uno o l’ altra.
Ad un certo punto i figli, vista una situazione irrecuperabile, consigliarono ai genitori di separarsi.
E quelli lo fecero. Ma senza adire a vie legali.
Restarono divisi per un bel po’ di anni con sentimenti alterni e altalenanti.
Fino a che decisero di riunirsi quando lui era alla fine della sua vita per un male incurabile.
Come spesso accade Manuel sono d’accordo con te.
Citi la parabola del figliol prodigo che si sarebbe pentito… è interessante notare che più che di pentimento si tratta di interesse o meglio di fame:
Allora, rientrato in sé, disse: “Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: ‘Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: 19 non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi'”.
Quindi non so se è davvero pentito di quello che ha fatto.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21 Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. 22 Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. 23 Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
Il Padre non lascia nemmeno finire al figlio la frase di scuse che si era preparato in testa, il padre gli ridà subito la dignità di figlio prima ancora che termini la frase di scuse.
Questo padre non vedeva l’ora di riavere sto figlio a qualunque costo anche quello di vederselo andare via nuovamente.
Il figlio grande è come quei vignaioli che non accettano di essere pagati come gli ultimi arrivati al lavoro a cui Dio risponde:
15 Non mi è forse lecito fare del mio ciò che voglio? O il tuo occhio è cattivo, perché io sono buono?”. 16 Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi, perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Giustamente papa Benedetto XVI per riammettere i lefebvriani nella Chiesa pose come condizione che accettassero e firmassero il Catechismo della Chiesa Cattolica.
Se papa Francesco volesse usare lo stesso metodo come condizione per “rimanere” nella Chiesa Cattolica, avrebbe un gran bel da fare: a partire da cardinali vescovi preti monache e laici di ogni ordine e grado, se ne consumerebbe di tempo di carta e d’inchiostro 🙂
Ubi non oserei mai cercare di convincere un cattolico formato come te. Ne sai sempre una più del diavolo infatti…
Sara, non ti irrigidire…sgiogli le spalle! 🙂
era per dire che la separazione legale penso che sia vissuta già come una rottura praticamente definitiva al giorno d’oggi.
Si Marilisa, però sono casi anche belli di persone che ci hanno creduto davvero e ne sono uscite.
Chi però accede alla separazione legale penso che in gran parte abbia già percorso un travaglio e vada verso la rottura.
Rimarresti solo tu Ubi… :))))))))
A quel punto fui io stessa a indurre lei a riconciliarsi.
Almeno l’ ultima parte della vita insieme fu relativamente serena.
Cosa voglio dire?
Possono esserci casi come questi, in cui due persone all’ inizio innamoratissime, a poco a poco diventano persone diverse che non riescono a riconoscersi più. Uno vuol dominare sull’ altra e alza perfino le mani.
La vita insieme diventa infernale e per sopravvivere i due ricorrono a sostanze varie che placano l’ ansia o alleviano momentaneamente il dolore delle ferite reciproche.
I figli diventano quasi i genitori dei propri genitori e alla fine, disperati, li fanno separare.
Mai sentiti casi di questo genere? Ebbene, ci sono. Ce ne sono anche tantissimi.
Mi piacerebbe sapere come è possibile allora restare fedeli a quella famosa formula che viene enunciata nel momento del matrimonio.
Ecco perché dico sempre che bisogna vivere in mezzo alla realtà del vissuto quotidiano. Non solo il nostro ma anche quello degli altri. Per trarne esperienza
Ubi forse Papa e Catechismo intendono per “separazione” un periodo in cui i due non si vedono?
Marilisa, il tuo racconto avvalora la tesi di catechismo e Papa. Credere nel proprio matrimonio, non mettere di mezzo altre persone, lasciare sbollire e provare una riconciliazione.
Se è così concordo con Ubi, Sara e te, Marilisa, perchè una separazione può essere utile e recupera un matrimonio.
Il mio ragionamento partiva da chi si separa formalmente per lo stato…
manuel la separazione e’ intesa come temporanea ovvio, confondere matrimonio sacramento e matrimonio contratto civile non aiuta.
Se petrus considera il matrimonio un residuato archeologico che contatto puoi trovare con chi questo residuo del passato lo vive ogni giorno?
e insegnamenti che faranno da guida a noi e agli altri, per certi versi alla Chiesa stessa. il nostro ma anche quello degli altri.
PS
Alcuni screanzati si erano intromessi e il discorso è risultato assai frammentato.
Chiedo venia. 🙂
Ma quale recupero, Manuel? In quel caso è stato un recupero “forzato” dagli eventi, non lo capisci?
Ahah…Marilisa devi scrivere più veloce! 😀
Non so…so che di casi ce ne sono tanti e di errori nella vita se ne fanno.
Di certo se non hanno mai formalizzato la separazione, forse non volevano farlo.
Poche notazioni (alcuni ripetute ma repetita iuvant dicevano i latini) :
Bergoglio dixit: Non voglio che si faccia casuistica; La casistica la facevano i farisei
Vasco cantava “sensazioni sensazioni”, qui si va a furia di “citazioni citazioni“. Io cmq non ho niente contro le citazioni, anzi, ce l’ha qualcun altra; cosa strana che nella sua avversione alle citazioni, oltre a essere selettiva nei confronti di chi le fa, sembra prediliga più le citazioni con esegesi ad capocchiam che quelle ben fatte.
Un pizzichino d’umilta: se non si conosce (e riconosce 🙂 ) il CCC, non ci si metta a fare l’esegeta delle Scritture. Su quelle cose ha scritto l’immenso S. Agostino e molti altri santi Padri della Chiesa … 🙂
I blogs -come già ho affermato- sono anche luoghi di giochi di Ego. Il mio è assolutamente imbattibile: perderete … 🙂
Godetevi Vasco: https://www.youtube.com/watch?v=-OhXhHPHoKM
Visto che quando si parla di matrimonio i vescovi confondono quello civile con quello cattolico, penso che per la separazione sia umano che noi, meno preparati dei nostri ‘piscopi, si possa ragionare.
Tra tante …zate, finalmente arriva un poco di pane buono per la mente …
(eppure per mangiare il pane ci vogliono … i denti, cmq … 🙂 )
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2015/10/09/0771/01657.html
Il francescano Mons Chaput sembra che sia quello dal linguaggio più franco che ci sia, a leggere la Relatio del circolo in cui è relatore:
“First, while various elements of the IL are admirable, we found much of the text to be flawed or inadequate, especially in its theology, clarity, trust in the power of grace, its use of Scripture and its tendency to see the world through overwhelmingly Western eyes. Second, we felt limited in our ability to respond by not knowing clearly who the audience of the document is. In other words, are we writing to the Holy Father, to families of the Church, or to the world?
” Innanzitutto, mentre i vari elementi della IL sono ammirevoli, abbiamo trovato gran parte del testo essere viziato o inadeguato, specialmente nella sua teologia, la chiarezza, la fiducia nel potere della grazia, il suo uso della Scrittura e la sua tendenza a vedere il mondo schiacciato attraverso un ottica occidentale. In secondo luogo, ci siamo sentiti limitati nella nostra capacità di rispondere non sapendo chiaramente a quale pubblico il documento è rivolto. In altre parole, stiamo scrivendo al Santo Padre, alle famiglie della Chiesa, o per il mondo?
Members worried that the English translation may not be faithful to the official Italian text. Others complained that many of the document’s statements were too general and not specific enough.
Gli angli dubitano della traduzione. Andiamo bene… :))))
Ubi grazie per la segnalazione. Veramente interessante.
Sempre il francescano Mons Chaput
“Members said that some of the sections seemed narrow in scope and excessively inspired by West European and North American concerns, rather than a true presentation of the global situation. Some of the members thought that terms like “developing nations” and “advanced countries” were condescending and inappropriate for a Church document. Others thought that the language of the text was too careful and politically correct, and because of that, the content was unclear and sometimes incoherent. Wonderfully good points were made in some paragraphs, but they were addressed too briefly and in a poorly developed manner. They seemed to be simply pulled together and listed, rather than presented logically.
“I membri [del Circolo] hanno detto che alcune delle sezioni sembravano limitate nell’ambito di applicazione ed eccessivamente ispirate da preoccupazioni dell’Europa occidentale e del Nord America, piuttosto che una vera e propria presentazione della situazione globale. Alcuni dei membri pensavano che termini come “nazioni in via di sviluppo” e “paesi avanzati” erano condiscendenti e inappropriati per un documento della Chiesa. Altri pensavano che la lingua del testo era troppo attenta e politicamente corretta, e per questo, il contenuto era poco chiaro e talvolta incoerente. Meravigliosamente bene dei punti sono stati fatti in alcuni paragrafi, ma sono stati affrontati anche brevemente e in maniera poco sviluppata. Sembravano essere semplicemente tirati insieme ed elencati, piuttosto che presentati logicamente.
“I gruppi di lavoro rivedono il testo base del Sinodo, appunti e proposte”
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43864/
ubi 14.15
scrivi: Giustamente papa Benedetto XVI per riammettere i lefebvriani nella Chiesa pose come condizione che accettassero e firmassero il Catechismo della Chiesa Cattolica.
non mi pare: Bxvi tolse le scomuniche senza chiedere nulla, ma per la piena riammissione- non avvenuta- Chiese che accettassero il Concilio vaticano II.
“Card. Tagle: dal Sinodo non si attenda un cambio di dottrina”
“Il cardinale Antonio Tagle ha poi sottolineato che dal Sinodo non si deve attendere un cambio di dottrina. La prospettiva dell’assemblea sinodale – ha aggiunto – è quella di vedere proprio come, partendo dalla dottrina, si possa curare e sostenere la famiglia, soprattutto se lacerata da sofferenze e da guerre. Non è scontato – ha detto inoltre l’arcivescovo di Manila – che al termine del Sinodo sarà pubblicato un documento finale. Al centro dei lavori sinodali, ha spiegato il porporato, non ci sono solo le sfide o le difficoltà incontrate dalle famiglie:
“ All the groups said: let us also celebrate the goodness of the family…
Tutti i gruppi hanno detto: celebriamo anche la bellezza della famiglia, l’impegno che molta gente mette per preservare le famiglie”.
http://it.radiovaticana.va/news/2015/10/09/card_tagle_dal_sinodo_non_si_attenda_un_cambio_di_dottrina/1178065
Benedetto XVI ai Lefevbriani chiese accettazione Concilio Vaticano II e Catechismo Chiesa cattolica.
Vede, molti, erroneamente, credono basti il Credo.
Ad esempio papa Francesco alla domanda “Mi chiedono se sono cattolico?” rispose “Se serve posso recitare il Credo“. Non è che voglio dire che lui sia in errore, lui ha, come dire, semplificato la risposta.
In realtà il solo Credo non basta! Altrimenti i lefevbriani che recitano il nostro stesso credo sarebbero in Comunione con noi. Non si “Crede nel Concilio” nè nel “Catechismo della Chiesa Cattolica. Si crede “la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica”.
Nel “Credo” della “Chiesa una santa cattolica apostolica” fa parte TUTTO il bagaglio dottrinale di cui è parte anche la Tradizione.
Se fosse vero che basta il “Credo” saremmo in comunione con gli Ortodossi.
Come lei ben sa, noi durante l’Anno Liturgico usiamo anche il solo “Simbolo Niceno-Costantinopolitano”, il quale semplicemente recita: “Credo in Spíritum Sanctum” che in italiano è “Credo nello Spirito Santo”.
Nel Simbolo Niceno-Costantinopolitano non c’è traccia della questione del Filioque sulla cui disputa teologica (o pretesto, comunque teologico) si arrivo al grande Scisma.
Saremmo in Comunione con gli Ortodossi se bastasse il “Credo”, e invece non lo siamo.
Nel “Credo la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica” è compreso TUTTO il bagaglio dottrinale -Scrittura e Tradizione- della Chiesa. Il solo “Credo” non basta, è una semplificazione che si fa, per semplicità, e a volte … per battuta 😉 🙂
Sia paziente con il mio Ego, ma studi un poco, si informi …
“Simbolo Apostolico al posto di Simbolo Niceno-Costantinopolitano”
“non mi pare: Bxvi tolse le scomuniche senza chiedere nulla, ma per la piena riammissione- non avvenuta- Chiese che accettassero il Concilio vaticano II.”
“Nell’ultima versione del preambolo, che lo scorso 13 giugno l’allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale William Levada, aveva consegnato nelle mani del superiore lefebvriano Bernard Fellay, si chiedeva alla Fraternità di non criticare la nuova messa riconoscendone la validità e la liceità; di accettare il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica; di leggere non soltanto il Vaticano II alla luce della tradizione precedente, ma anche la tradizione precedente alla luca del Vaticano II.”
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/lefebvriani-lefebvrians-lefebvrianos-17010/
Il catechismo è il frutto della riflessione teologica conciliare, senza accettazione del catechismo niente rientro. (infatti ancora sono fuori)
Ubi
Dovresti studiare e informarti tu perché mentrei sai fare degli stupendi copia incolla quando esprimi tuoi pareri sulla Chiesa sei sovente sei poco preciso e per nulla informato. Un esempio è quando hai addirittura scritto che Ruini avrebbe detto una cosa grave parlando del diritto ecclesiastico quando è chiaro che sei tu che non hai idea di quello di cui stai parlando.
“ahah…Marilisa devi scrivere più veloce!” (manuel76)
Quando scrivo sullo smartfone–se mi trovo costretta–succedono cose turche, caro Manuel. Devo copiaincollare a pezzi e poi postare, e nel frattempo ci sono altri interventi. Il risultato è semplicemente penoso.
La prima ad esserne schifata sono io. Ma anche ne rido.
🙂 🙂
” Il catechismo è il frutto della riflessione teologica conciliare, senza accettazione del catechismo niente rientro. (infatti ancora sono fuori)”.
E infatti non si adatteranno mai ai cambiamenti portati dal Vaticano II.
Men che meno a quelli appena accennati da papa Bergoglio.
Vogliono restare nel GELO della Chiesa medioevale.
Ma chi se ne importa?
Ma se il catechismo è già frutto del concilio perchè allora lo considera così arretrato Marilisa?
Il cell è terribile marilisa. Su wathsapp delle volte compaiono cose incredibili 🙂 🙂 🙂
È venerdì sera…… Si esce a divertirsi…buona serata anche a voi 🙂
Marilisa lo sapevo che sei una fantastica sovversiva smart chic! 🙂
Sei un “novatore” depresso dall’andamento del Sinodo? Appartieni alle truppe in ritirata dell’armata brancaleone?
Hai bisogno urgente di leggere un articolo che ti tiri su, che ti ridia speranza!
E’ su un blog, ma non ti dico quale, cercatelo … 🙂
Vorresti vedere un Sinodo diverso? Leggere qualcosa che ti dia speranza? Vedere ribaltato l’esito delle Relazioni dei Circoli uscite oggi?
Questo film è stato prodotto stesso oggi ed è già nelle sale!
Il vice-comandante-in-capo dell’armata lo pubblica su Facebook.
Però devi cercartelo … 🙂
Sara, sono dispiaciuto per te, sono link interessanti quelli di cui dicevo sopra, per poter tastare il polso di come è messa -male male male- la situazione.
Però non mi va proprio di metterli “in bacheca” …
(E pensare che si stanno affannando in tutti i modi per dire che non c’è guerra, battaglia, divisione, ideologia, nella Chiesa).
“Ma se il catechismo è già frutto del concilio perchè allora lo considera così arretrato Marilisa?”
Parli sul serio, Sara?
In primis,io ho ripreso le tue parole, Sara.
In secundis, non lo trovo arretrato su tutta la linea. Su alcuni argomenti ancora sì, però.
L’ho sempre detto che la Chiesa ha fatto dei passi in avanti rispetto ad una volta, ma deve farne ancora molti.
La Chiesa si è sempre mossa con lentezza, molta lentezza. C’è qualcuno che può negarlo? Per restare nel banale, ma neanche tanto, io sto ancora aspettando certi cambiamenti annunciati ma non attuati in alcune preghiere. Li sto aspettando da circa vent’anni. Non ho capito cosa si aspetti a metterli in atto.
Mi sono spiegata?
“In secundis, non lo trovo arretrato su tutta la linea.”
Ne gioiranno nell’alto dei cieli.
🙂
Grazie Ubi, ma davvero non voglio fare guerre, ho dato un’occhiata agli articoli del sismografo mi sono piaciuti questi:
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43840/7
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43849/
( e l’amare prima di giudicare valga per tutti non solo per noi arretrati)
Scusate il primo articolo è questo:
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43840/
Infatti sono link che non ho messo. E’ roba da guerra (bisogna proprio avere la “guerra ‘n capa” per scriverli e … per leggerli).
Cmq le persone si amano e non si giudicano. Però la Mater et Magistra ha anche il dovere di fare considerazioni morali verso certe strutture e di condannarle, anche questo è un modo d’amare: facendo rifulgere la verità.
In effetti le bacchettate sulle nocche hanno aiutato tanti bambini a venir su equilibrati.
“Ne gioiranno nell’alto dei cieli.”
Non ci sono i cieli, Sara, c’ è la Terra e c’ è l’ Universo mondo. Nel quale dimora Dio con i suoi angeli e con i suoi santi; e con noi umani. E Dio ci ama anche se siamo peccatori. E sempre ci cerca lanciando messaggi per farsi trovare dai ciechi.
Eppure, nei peccatori c’ è, in nuce, la santità. Sta a noi farla crescere con l’ aiuto del Signore Gesù, e metterla in luce. Gli uomini non la vedono ma Dio sì, la vede.
I gufi e i rosiconi preferiscono vederla alla luce delle fiamme dell’ Inferno. Dio invece la mette nello scrigno delle sue gioie.
Della serie:
“il mondo è fondamentalmente buono”.
Chi lo sa allora perchè Lui ha tanto predicato dal guardarsi dal mondo, edi invitato a essere luce nel mondo.
Bah
La parola in merito a …
https://books.google.it/books?id=iwUZAQAAIAAJ&pg=PA56&lpg=PA56&dq=il+mondo+%C3%A8+fondamentalmente+buono&source=bl&ots=mPNT03XWMK&sig=MnRNvDmbJz75RpF4YkbePtJEwWA&hl=it&sa=X&redir_esc=y#v=onepage&q=il%20mondo%20%C3%A8%20fondamentalmente%20buono&f=false
“Chi lo sa allora perchè Lui ha tanto predicato dal guardarsi dal mondo, edi invitato a essere luce nel mondo.”
“Guardarsi dal mondo” significa non cedere alle molte tentazioni del mondo, quelle che impediscono alla parte migliore di noi ( la santità in nuce, appunto) di crescere soffocando il Bene.
Le tentazioni sono quelle stesse che ebbe Gesù nel deserto. Lui le superò e gli angeli lo servirono, come si legge nel Vangelo.
Similmente, se noi con l’ aiuto di Gesù( che per questo è giunto fra noi mandato dal Padre) riusciremo a superarle–cosa non facile, data la debolezza della creatura umana–svilupperemo in noi quella santità che ci mostrerà come ” luce del mondo”.
Se invece seguiremo le tendenze egoistiche che pure ci sono in ogni essere umano, che in quanto creatura non è perfetto, allora ogni volta impediremo lo sviluppo della santità, che è di origine divina.
Infatti noi siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio.
Ma è vero che siamo tanto bravi ad oscurare o cancellare del tutto questa sublime somiglianza.
Spesso ci riusciamo molto bene, purtroppo.
Dimenticavo una cosa importante: “le esegesi ad capocchiam” saranno tali per chi è abituato a considerare valide sempre e solo quelle antiche, cristallizzate negli scaffali- iceberg, ritenendo a torto che quelle dei teologi del nostro tempo siano fuffa.
E invece Dio si rivela ogni giorno di più anche tramite il pensiero moderno.
Ma le “dure cervici” sempre pronte a gufeggiare questo non lo capiranno mai. Non possono.
La loro scarsa flessibilità mentale glielo impedisce.
Peccato! Fortunatamente il mondo continua a girare lo stesso.