Un saluto da un luogo straordinario: la “Collina dell’usignolo”, a picco sul Mare Egeo, a quattro chilometri da Efeso, dove si trova il santuario di Meryem Ana Evì (Casa della Madre Maria). Vi si venera una casetta che si dice abitata da Maria, venuta qui con l’apostolo Giovanni. Il papa sta celebrando in italiano e si fanno preghiere in ogni lingua, compreso il turco. In turco il papa ha salutato la piccola folla, dove sono anche dei musulmani, che pure onorano Maria “madre del profeta Gesù”. C’è sole sugli ulivi e davvero cantavano gli usignoli prima che iniziasse il suono dell’organo. Scrivo questo saluto seduto su un gradino della scala di accesso al santuario, contando mentalmente la gran quantità di militari appostati su ogni balza della collina. Mi godo il bel momento e dico tra me che certamente oggi non sarei andato in campagna se non fossi venuto qui.
Da Efeso agli amici del blog
18 Comments
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Struggente la campagna in mezzo agli ulivi di questi tempi, specialmente se il clima sembra quasi quello della Sicilia. Ti rapisce e avvicina a Dio, quello che la tecnologia non può fare. Anche se ti chiede a tutti i costi di motivare tutto questo, e quindi avviando una ricerca interiore.
Cantano gli usignoli. E’ una giornata da tenersi per mano, tra quegli ulivi, con chi vuoi bene. E’ una giornata da tenersi per mano, tutti assieme, tra quelle piante di pace.
nella prghiera di oggi ho meditato a lungo sulle mani del Papa e del mufti: beati i costruttori di pace. le mani dell’uomo sono preziose nell’opera della pace, non sono come quelle degli idoli che non si muovono.
Tonizzo e don Vito sono due poeti: giornata da tenersi per mano con chi vuoi bene, le mani dell’uomo sono preziose. bravi i miei visitatori siciliani, se sto in un luogo come la turchia che un poco somiglia alla siclia… luigi
Davvero emozionante la Celebrazione Eucaristica officiata a Efeso. Nella piccolezza del luogo, la Grandezza della Fede e del Santo Padre, espresse con un Messaggio d’Amore e di Pace. Commovente il ricordo di Don Santoro…. Fabrizio.
Dimenticavo: Sono una new-entry del BLOG. Un saluto particolare al Dr. Accattoli e a tutti i Partecipanti a questo Blog. Fabrizio.
Benvenuto Fabrizio! Sto seguendo la Divina Liturgia dalla sala stampa del Patriarcato ecumenico; presso l Hotel Hilton/ Saluti/ Luigi
Un saluto a Luigi, che oggi – nella sua solennità litugica – sta giusto dalle parti dell’Apostolo Andrea.
E un abbraccio a quel poeta di Tonizzo, che ci risveglia sempre un pò dal torpore prosaico delle nostre politologie di Chiesa…
Un pensiero anche a tutti gli altri, e al grande Papa Benedetto. Siamo tutti con lui.
Grazie a Luigi e Frank, un saluto a tutti per cominciare.
Chiedo scusa, ma l’immagine degli ulivi era troppo poetica per non ricordare quelli della mia campagna siciliana.
E poi, vabbé, il tenersi per mano…
Ad Efeso sono stata in viaggio di nozze nel 1992…
ricordo un frate cappuccino al santuario .Maletese, seguiva al tv italiana e la Radio Vaticana. E’ stato come sentirsia a casa.
Ma soprattuto era bellissimo vedere cristiani e musulmani pregare insiema la madre di Gesù.
Oggi ripenso con nostalgia agli ulvi della collina sul mare, alla città antica, a quella moderna e affido tutto a a Maria
Un saluto a Luigi
Angela
Scusate, ma ho appena finito di commentarie la preghiera del Papa in moschea. Sono piacevolmente sorpreso. Giù il cappello davanti a S.S. Benedetto XVI!
http://canali.libero.it/affaritaliani/politica/benedetto3011.html
Questa volta tocca a me fare un po’ di fatica nel seguire il papa. Istintivamente (e culturalmente) preferirei più riserbo nei confronti delle religioni, in moschea non ci andrei, e Santa Sofia è il monito triste di una doppia sopraffazione, prima dell’Islam poi dello stato laico-massonico (anche l’omaggio al mausoleo di Ataturk è un boccone amaro). Comunque, il papa sa quel che fa e quindi va bene così. L’aspetto più bello della visita mi pare la consolazione portata a quei poveri cristiani di Anatolia. Però devo dire che ancora non ho letto i discorsi in versione integrale.
Benedetto XVI non cesserà mai di stupirmi. Più lo seguo e più ammiro la sua bontà,la sua intelligenza, la sua umiltà e sensibilità rispettuosa dell`altro. Vederlo nella Moschea,con gli occhi socchiusi, immerso nella meditazione accanto al Gran Mufti mi ha molto commossa. Ho anche notato che non ha incrociato le mani in segno di preghiera ma che le ha solamente sovrapposte , coprendo l`annello. Gesto senza dubbio voluto.E ammetto che ho tirato un gran sospiro di sollievo quando l`ho visto partire. Penso che Papa Benedetto ha dato, ha chi ancora ne dubitava, la misura della sua grandezza, della forza della sua fede e della sua volontà di proseguire sulla via del dialogo .
Il suo messaggio ci arriva sempre più chiaro e forte, bisogna veramente essere sordi per non sentirlo e ascoltarlo !
Poi ognuno riceverà questo messaggio secondo la sua sensibilità ma spero veramente che un numero sempre più grande di orecchie si aprino alle parole del Santo Padre ! Cari saluti, Luisa
La volontà del Papa è quella di cui parla Luisa, ne sono certo.
E’ pur vero che – come dice Leonardo – questo viaggio ha dovuto cedere qualcosa ai doveri della politica e della diplomazia: si capiva, sottotraccia, la necessità di rompere il cerchio magico dell’ostilità, di riasserenare un pò il clima, di voltare pagina rispetto alle reazioni del dopo-Ratisbona.
In questo senso, il Santo Padre si è sottoposto a tutti gli obblighi del buon visitatore: con i capi dell’Islam, con il filone massonico-kemalista, con gli ortodossi.
In tutti e tre i casi sono certissimo che il suo animo è stato sincero, leale, equilibrato, nei primi due credo anche che alla sincerità si sia sommata una certa premura dettata dall’opportunità e dagli obblighi del contesto in cui viviamo.
Comunque mi pare che la missione sia stata compiuta alla grande.
Per Luisa: perché ti ha commossa nel vedere il Papa con gli occhi socchiusi, immerso nella meditazione accanto al Gran Mufti?
Forse durante la preghiera del Papa dentro la moschea non si è visto l’anello, di sicuro però si è visto bene il crocifisso che porta sul petto: è un simbolo ben più importante e pare che non piaccia molto a certi musulmani…
Perchè l`ho sentito profondamente immerso in una meditazione , in un contatto personale con l`unico Dio, ma anche attento a non esternare in maniera troppo manifesta la fede cristiana, rispettando il luogo dove si trovava e la sensibilità musulmana .Certo ha conservato la croce, non temere ciò non mi è sfuggito !
Un`emozione la si vive sul momento, semplicemente,sinceramente, personalmente. Non sento il bisogno di mettere più parole su quello che ho sentito davanti a quelle immagini. Saluti, Luisa
Per Luisa, grazie della risposta.
Per Leonardo, mi sembra di aver letto che la visita al mausoleo
faccia parte del cerimoniale di stato.
Vero, la visita al mausoleo è di rigore per l’ospite della Repubblica turca e anche Giovanni Paolo nel 1979 l’aveva compiuta. Non invece Paolo VI nel 1967, che non era andato a Ankara, ma solo a Istanbul ed Efeso. Luigi
Sì, lo capisco, è un sacrificio che bisognava fare, uno dei tanti di questo viaggio.