Come il naufrago alla bottiglie, così Bergoglio affida messaggi alle parabole e con esse motiva la mancata risposta a chi l’accusa d’eresia e a chi pretende che si dimetta: nell’omelia delle Palme ha detto che nella “tribolazione” bisogna tacere così che la “mitezza del silenzio ci farà apparire deboli e allora il demonio uscirà allo scoperto” e Dio “scenderà in battaglia” per noi contro l’avversario: “bisogna lasciarlo fare”.
Da Bergoglio un messaggio in bottiglia
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E’ il mio “spillo” di questa settimana, pubblicato a pagina 19 della “Lettura”, il supplemento culturale del Corsera, che sarà in edicola fino a sabato.
Per sapere che siano gli spilli, vedi il post del 9 luglio 2017:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/accusa-er-papa-a-santuffizio/
Per il contesto delle parole di Francesco, vedi qui:
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/04/14/0314/00640.html
Al commento seguente riporto la conclusione dell’omelia delle Palme.
In attesa che il Signore calmi la tempesta. Francesco la domenica delle Palme. Acclamazioni festose e accanimento feroce; è impressionante il silenzio di Gesù nella sua Passione, vince anche la tentazione di rispondere, di essere “mediatico”. Nei momenti di oscurità e grande tribolazione bisogna tacere, avere il coraggio di tacere, purché sia un tacere mite e non rancoroso. La mitezza del silenzio ci farà apparire ancora più deboli, più umiliati, e allora il demonio, prendendo coraggio, uscirà allo scoperto. Bisognerà resistergli in silenzio, “mantenendo la posizione”, ma con lo stesso atteggiamento di Gesù. Lui sa che la guerra è tra Dio e il Principe di questo mondo, e che non si tratta di mettere mano alla spada, ma di rimanere calmi, saldi nella fede. È l’ora di Dio. E nell’ora in cui Dio scende in battaglia, bisogna lasciarlo fare. Il nostro posto sicuro sarà sotto il manto della Santa Madre di Dio. E mentre attendiamo che il Signore venga e calmi la tempesta (cfr Mc 4,37-41), con la nostra silenziosa testimonianza in preghiera, diamo a noi stessi e agli altri «ragione della speranza che è in [noi]» (1 Pt 3,15). Questo ci aiuterà a vivere nella santa tensione tra la memoria delle promesse, la realtà dell’accanimento presente nella croce e la speranza della risurrezione.
Grazie Luigi, per aver condiviso qs testo così essenziale e profondo. Da meditare.
Ada Murkovic