Cristiano sì rassegnato no

“La rassegnazione non è una virtù cristiana” sentenzia Francesco l’11 ottobre e argomenta che al cristiano s’addice la speranza immaginando – forse – di spiazzare i cultori dei lumi che vituperano chi piega il capo alle sventure. E magari avrà stupito i nipoti di Voltaire e di Nietzsche ma non quelli – più giovani – di Albert Camus, che aveva provato a chiudere in anticipo quella via d’uscita: “La speranza equivale alla rassegnazione” (“Nozze”, 1938).

57 Comments

  1. Vincenzo Salcone

    Ma scherzi! Il papa più amato dai potenti.
    Dice tutto quello che i potenti del mondo
    vogliono sentirsi dire. Aperte tutte le università
    Il suo political correct gli ha permesso di tutti.
    Dai dittatori Sudamericani alla Germania all’America
    di Obama….Benedetto dopo il discorso di Ratisbona
    divenne un appestato…..lasciamo stare.
    Se mai è lui che caccia chiunque nn la pensi come
    lui….sono gli altri che perdono il posto mica
    il pampero argentino

    2 Novembre, 2017 - 1:15
  2. Vincenzo Salcone

    Sbagliato post sorry!!!

    2 Novembre, 2017 - 1:16
  3. Leopoldo Calò

    Eppure, Salcone, la sua risposta poteva andar bene anche per lo spillo di Accattoli. Sono quegli argomenti buoni per tutto: illuminante.

    2 Novembre, 2017 - 8:37
  4. Beppe Zezza

    Concordo. La “rassegnazione” non è una virtù cristiana. La virtù cristiana è la “accettazione” della sorte o della situazione avversa nella certezza basata sulla fede ( questa è la speranza cristiana ) che ” tutto concorre al bene di coloro che amano Dio “. Speranza cristiana illuminata dalla Croce di nostro Signore , evento drammatico e doloroso al massimo grado ma presupposto per la gloria della Resurrezione.

    2 Novembre, 2017 - 9:07
  5. maria cristina venturi

    la rassegnazione non è una virtù cristiana , ma la contemplazione sì, il distacco dalle cose di questo mondo insegnato dai santi sì. Inteso come l’atteggiamento di Maria sorella di lazzaro , rispetto all’atteggiamento di Marta. Oggi si da’ troppa importannza al fare , la domanda che angoscia tutti noi è “Allora cosa devo fare?”
    L’atteggiamento contemplativo e il distacco insegnato da tutti i santi non è rassegnazione al destino, ma semplicemente credere che il ” nostro fare ” non sia la cosa principale, perchè le azioni non sono il massimo che ci può portare alla beatititudine sperata.I santi non si chiedono “Allora cosa devo fare2? Ma si chiedonmo “Allora come devo ESSERE per entrare nella beatitudine che solo Dio può dare’? ”
    Bisogna sperare e non rassegnarsi ma con un occhio alle beatitudini Quando Gesù dice beati gli afflitti perchè saranno consolati, non vuol dire che dobbiamo smettere di essere afflitti per il nostro male o per i mali del mondo o come direbbe Jovanotti “pensare positivo” o come peggio insegna certa psicologia di marca anglosassone imparare tecniche mentali per arrivare alla positività.
    L’atteggiamento contemplativo, proprio di tutti i santi , a cominciare da quella Maria sorella di Lazzoro , citata nel Vanggelo che “scelse la parte migliore”, non è rassegnazione ma la lucida speranza di chi sa che, per la promessa di Gesù, che gli afflitti saranno consolati e ogni lacrima sarà asciugata dai loro occhi e che solo i puri di cuore vedranno Dio, non gli attivisti, i filantropi, e gli utopisti che vogliono “cambiare” con qualche “fare” la realtà delle cose.

    2 Novembre, 2017 - 10:09
  6. maria cristina venturi

    una notizia . padre Thomas Wienandy, il teologo cappuccino che ha scritto la lettera aperta al papa, è stato fatto dimettere dal ruolom che ricopriva presso la Conferenza Episcopale USA.
    Secondo Carl. E. Olson, del Catholic World Report, padre Weinandy gli ha detto “di aver ricevuto molte note positive da parte di teologi e sacerdoti e laici”. Nondimeno “La Conferenza Episcopale gli ha chiesto di dare le dimissioni dal suo incarico di consulente per i vescovi” e il religioso ha obbedito.

    2 Novembre, 2017 - 10:13
  7. maria cristina venturi

    Ti sbagli Andrea salvi. la notizia che ho dato io è questa e NON è una bufala
    :
    http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/11/01/un-teologo-scrive-al-papa-ce-caos-nella-chiesa-e-lei-ne-e-una-causa/

    POST SCRIPTUM: Poco dopo la pubblicazione di questa sua lettera e dopo un colloquio con il segretario generale della conferenza episcopale degli Stati Uniti, padre Weinandy ha dato le dimissioni da consulente della commissione dottrinale della conferenza. E il presidente della stessa, il cardinale Daniel N. DiNardo, ha commentato la sua “partenza” con questa nota:

    > U.S. Conference of Catholic Bishops President on Dialogue within the Church

    2 Novembre, 2017 - 12:46
  8. maria cristina venturi

    “Un lungo comunicato del presidente dei vescovi USA, il card. Di Nardo, afferma che “La partenza oggi di padre Thomas Weinandy, O.F.M. da consulente del Comitato sulla Dottrina e la pubblicazione della sua lettera a papa Francesco ci dà un’opportunità di riflettere sulla natura del dialogo all’interno della Chiesa”.”

    2 Novembre, 2017 - 12:48
  9. Non ci si deve rassegnare? Nemmeno io mi rassegno nella battaglia per la cura della chiesa di San Francesco della mia città.

    2 Novembre, 2017 - 13:22
  10. Andrea Salvi

    Questa la conclusione di Di Nardo, conclusione ignorata qui e altrove:
    “The United States Conference of Catholic Bishops is a collegial body of bishops working towards that goal. As Pastors and Teachers of the Faith, therefore, let me assert that we always stand in strong unity with and loyalty to the Holy Father, Pope Francis, who “is the perpetual and visible source and foundation of the unity both of the bishops and of the whole company of the faithful” (LG, no. 23).”

    2 Novembre, 2017 - 14:12
  11. Victoria Boe

    “La virtù cristiana è la “accettazione” della sorte o della situazione avversa nella certezza basata sulla fede ( questa è la speranza cristiana ) che ” tutto concorre al bene di coloro che amano Dio “.

    Non si accettano la sorte e la situazione avversa. Si deve combattere, per quanto è possibile, per cambiare le cose. Altrimenti si deve parlare proprio di quella “rassegnazione che non è virtù cristiana” ed è, invece, “pigrizia”.
    Il cristiano non è un uomo che accetta che tutto resti com’è, magari affidandosi con le preghiere all’intervento di Dio.
    Vanno bene le preghiere, ma prima di ogni altra cosa è necessario un impegno da parte degli uomini a cambiare certe situazioni. Sia nel vissuto personale che nella storia di tutti gli uomini.

    2 Novembre, 2017 - 14:28
  12. Andrea Salvi

    Poi mi fermo.
    Nei paragrafi precedenti di fatto Di Nardo pur legittimando la presenza di opinioni diverse nella Chiesa, cita Ignazio di Loyola: ogni buon cristiano dovrebbe dare una interpretazione benevola delle affermazioni del prossimo, piuttosto che condannarle. Questo, aggiunge ll cardinale, vale ancora più per quanto detto del Santo Padre.
    Vediamo di non operare censure nelle citazioni.

    2 Novembre, 2017 - 14:45
  13. maria cristina venturi

    ,Andrea Salvi, resta il fatto che la notizia che ho dato non e’una bufala, e che al teologo cappucino sono state richieste le dimissioni per la lettera che ha scritto alal papa.
    Questi sono fatti, non opinioni.

    2 Novembre, 2017 - 15:14
  14. Beppe Zezza

    a Victoria Boe
    “Non si accettano la sorte e la situazione avversa. Si deve combattere, per quanto è possibile, per cambiare le cose”
    comprendo che questo sia il suo pensiero.
    Tuttavia….
    Non così si è comportato nostro Signore Gesù Cristo il quale ha “accettato” senza ribellarsi la croce e così ha richiesto ai suoi discepoli: “Non resistete al male”. Così ha detto anche San Paolo quando ha raccomandato agli schiavi di obbedire ai loro padroni.
    La differenza tra “rassegnazione” e “accettazione” sta nello spirito con il quale si vive la situazione.

    2 Novembre, 2017 - 15:49
  15. Beppe Zezza

    se mi è consentito vorrei riprendere un tema che è stato proposto da p.Amigoni nel thread su Lutero che mi ha fatto riflettere.
    p. Amigoni scrive ““….Per l’uomo di oggi, rispetto al tempo di Lutero e alla prospettiva classica della fede cristiana, le cose si sono in un certo senso capovolte, ovvero non è più l’uomo che crede di aver bisogno della giustificazione al cospetto di Dio, bensì egli è del parere che sia Dio che debba giustificarsi a motivo di tutte le cose orrende presenti nel mondo e di fronte alla miseria dell’essere umano, tutte cose che in ultima analisi dipenderebbero da lui”
    non ho capito bene di chi sia la citazione , tuttavia ci vedo in questo la conferma del “fumo di Satana” di Paolo VI.
    E’ il peccato originale. E’ Satana che insinua nella mente di Eva che la proibizione del mangiare la mela Dio l’ha data per “motivi personali” e invita Eva a giudicare da sola (Eva vide che il frutto era buono ecc) – l’uomo moderno pensa non è possibile che Dio ecc ecc

    2 Novembre, 2017 - 16:00
  16. Andrea Salvi

    A MCV
    E daie!
    Sul sito tradizionalista da te linkato e’ scritto che “ha dato le dimissioni”. Dove hai letto che gli sono state chieste?
    Opinioni non fatti sono queste.

    2 Novembre, 2017 - 16:14
  17. Andrea Salvi

    A Beppe Zezza
    A dire il vero Gesù non si è solo arreso. Ha anche resistito, fuggendo varie volte davanti a chi voleva catturarlo. Certo senza violenza. Alla fine si e’ arreso. Ha anche rovesciato i tavoli dei cambiavalute senza ammazzare nessuno certo, ma senza sconti.
    Quindi il cristiano e’ chiamato a vivere, a seconda delle circostanze sociali e personali ora la resistenza, ora la resa, come disse il celebre DIETRICH BONHOEFFER

    2 Novembre, 2017 - 16:51
  18. Victoria Boe

    Forse lei non si rende conto che su quella “accettazione” da lei intesa si è poggiata molta predicazione della Chiesa passata, e le conseguenze nefaste sono state varie ingiustizie perpetuate nel tempo.
    Popoli sottomessi al potere dei più forti perché era stato loro predicato che non dovevano ribellarsi e dovevano accettare i soprusi dei prevaricatori, perché era volontà del Signore lo stare sottomessi e accettare i patimenti.
    Mi dispiace tanto, ma la storia di Gesù Cristo ha tutt’altra significazione.
    E la storia umana vede crescere, grazie a Dio, la consapevolezza, anche da parte della Chiesa, che gli uomini non devono rassegnarsi a rinunciare ai propri diritti.
    Tutti gli uomini, proprio tutti, hanno la stessa dignità e se alcuni o molti vogliono calpestarla, è necessario reagire a chi si ritiene superiore ad altri.
    Dunque, non rassegnazione ma azione, ovvero non sperare nei miracoli ma dare forma e sostanza, in prima persona, a quei miracoli che si aspettano dal cielo.

    2 Novembre, 2017 - 17:16
  19. Victoria Boe

    Il mio commento era in replica a Beppe Zezza.

    2 Novembre, 2017 - 17:19
  20. Victoria Boe

    ” Così ha detto anche San Paolo quando ha raccomandato agli schiavi di obbedire ai loro padroni.”

    E così ha detto San Paolo raccomandando alle mogli di stare sottomesse ai mariti.
    Gentile sig. Zezza, non è accettabile che un cristiano sia rimasto ancorato a certi schemi ormai superati dall’evidenza dei fatti che la Storia ha messo sotto gli occhi di tutti gli umani dotati di ragione.
    Nel dire quelle cose San Paolo sbagliava. SBAGLIAVA. Ed anche tanto. Anche “i santi” possono aver sbagliato, non lo sa?
    E poi, bisogna sempre inquadrare un personaggio, con quel che ha detto, in un tempo preciso e in un ambiente altrettanto preciso nel quale è vissuto e ha fatto certe affermazioni, e da cui è stato condizionato.
    Perché non si vuole accettare che i condizionamenti, che sempre ci sono stati, abbiano molta voce in capitolo riguardo a quello che una persona dice o fa? Quando si riuscirà a capirlo?

    2 Novembre, 2017 - 17:45
  21. maria cristina venturi

    Andrea Salvi. Edaje.
    I fatti sono questi : la Conferenza episcopale USA ha chiamato il padre Thomas e gli ha chiesto di dare le dimissioni e lui ha obbedito.
    Tanto difficile da capire?

    2 Novembre, 2017 - 18:29
  22. Beppe Zezza

    A victoria Boe
    E al “non resistete al male” come la mettiamo?
    E alla condanna della guerra?

    San Paolo sbagliava, sbagliava S. PIetro che invitava i servi a servire docilmente i padroni ingiusti, sbagliava Gesu’ che diceva di “accettare le ingiustizie”.
    Ha sempre sbagliato il cristianesimo.
    Meno male che ora siamo al cristianesimo 2.0, dato che la Storia ha dimostrato che l’atteggiamento proposto non conduce da nessuna parte!

    Ad Andrea Salvi
    Gesu’ dice che poteva chiamare legioni di angeli a liberarlo, ma non l’ha fatto.
    Non “si è arreso” ma “è andato volontariamente alla morte” come dice la preghiera eucaristica.
    Chiaro che “non resistere al male” non significa “tacere di fronte alle ingiustizie” o ” rassegnarsi” all’inevitabile. Altrettanto chiaro che “c’è un tempo per ogni cosa” .

    Guarda caso questo thread è proprio sulla “rassegnazione” che non è una virtù cristiana.

    2 Novembre, 2017 - 18:30
  23. Victoria Boe

    No, il cristianesimo non ha sbagliato, ha solo interpretato male spesse volte le parole del Cristo.
    E il brutto è che molti ancora continuano a interpretarle male, anzi malissimo.

    2 Novembre, 2017 - 20:03
  24. Enrico Usvelli

    Beppe,
    la citazione di p.Amigoni è tratta da un’intervista al papa emerito. Con quelle parole Benedetto descrive il pensiero di qualche teologo moderno

    2 Novembre, 2017 - 22:51
  25. Beppe Zezza

    A Victoria Boe
    Non so come esprimere la mia gioia perché finalmente dopo due millenni di malcomprensione del messaggio di Gesu abbiamo avuto la insperata fortuna di avere degli interpreti corretti e possiamo finalmente conoscere la Verità! È certamente frutto dell opera dello Spirito Santo.
    Resta solo una domanda. Ma prima lo Spirito Santo si era distratto e aveva permesso che generazioni e generazioni di poveretti fossero tratti in errore e non avessero compreso che quello che Gesu voleva non era l atteggiamento dell agnello sgozzato ma quello del leone?
    A Enrico Usvelli
    Allora ho compreso bene che c è un accenno al fumo di Satana!

    3 Novembre, 2017 - 8:11
  26. Beppe Zezza

    A Victoria Boe
    Fuor di polemica mi sembra di averle già fatto notare che quando nella Scrittura ci troviamo davanti a due affermazioni apparentemente contradditorie, prima di partire lancia in resta ad affermare che una affermazione è obsoleta ela sola ad avere valore è l’altra è necessario mettersi con tutta umiltà in ascolto e chiedere allo Spirito Santo che ci manifesti quale è la “sintesi” tra le due affermazioni apparentemente contradditorie.
    “Accettare” l’ingiustizia non significa “rassegnarsi alla sua ineluttabilità” ma prenderne coraggiosamente atto e operare con i mezzi che il Signore mette a disposizione.
    Ad esempio: rsipondere al male con il bene è forse il solo modo per ottenere la conversione di chi sbaglia – che è l’obiettivo ultimo.

    3 Novembre, 2017 - 8:19
  27. Victoria Boe

    Caro Beppe Zezza, si tratta semplicemente di capire che man mano che il tempo passa si fa più luce nel capire la Verità.
    Quel che uno, anche santo, può aver detto e che sembrava giusto, il giorno dopo o cento anni dopo o mille anni dopo si rivela parzialmente giusto o del tutto sbagliato.
    La Verità si fa strada poco a poco nella vita dell’Umanità.
    Dunque, credere che nel passato e solo allora si sia detta la verità è profondamente sbagliato. Ed è sbagliato restare fermi al passato.

    3 Novembre, 2017 - 10:39
  28. Victoria Boe

    “Allora ho compreso bene che c è un accenno al fumo di Satana!”

    Come no?! Più che di fumo si deve parlare di fuoco vivo.
    Satana è sempre presente nella mente di chi è abbarbicato al passato e vede avanzare il nuovo come lo spettro del diavolo.

    3 Novembre, 2017 - 12:36
  29. Amigoni p. Luigi

    Dio che deve giustificarsi

    Il pezzo del 31 ottobre ore 20.53 (su Lutero 500 anni dopo) è breve parte dell’intervista rilasciata da papa Ratzinger – del 2015 o del 2016 – apparsa sull’Osservatore romano settimanale del marzo 2016 e, in forma ridotta, sull’Avvenire del 16 marzo 2016. Non c’è di mezzo nessun teologo moderno, nè singolo nè in gruppo, con cui prendersela.
    In modo lucidissimo, talora con passaggi difficili, Joseph Ratzinger ridimensiona la portata, allora essenziale per Lutero ed altri, della giustificazione per fede (e per le opere) e coglie nella stato della cultura di oggi (“una tendenza di fondo del nostro tempo”) domande molto serie e fondate – che non giudica banali nè respinge – poco paragonabili alle “piccole questioni di fine del mondo” che si agitano con angosciante frequenza anche su questo blog.
    Nella stessa intervista si dice anche di più pesante, rispetto quanto riportato sopra. E cioè: “L’uomo di oggi ha in modo del tutto generale la sensazione che Dio non possa lasciar andare in perdizione la maggior parte dell’umanità”.
    Un grande teologo affronta tali domande (sia pure a volte in forma di “sensazioni”), non si limita a ripetere dei mantra, fosse pure dogmatici.

    3 Novembre, 2017 - 15:23
  30. maria cristina venturi

    Difficile pensare che stuoli di santi martiri avessero male intepretato il Vangelo, quando con la santa pazienza e la santa speranza cristiana patirono il martirio, e offersero le loro sofferenze a Dio nell’Imitatio Cristi, invece di diventare agitatori sociali e politici, vendicatori di torti, attivisti filantropi, rivoluzionari.
    Difficile pensare di avere noi oggi piu'”luce”nel
    c omprendere il Vangelo di q uanta ne ebbero San Francesco d Assisi, San Giovanni della Croce, Santa Teresa d’Avila.
    L’esempio di quei santi e’che il Regno dei cieli non e’di questo mondo e solo rinunciando al proprio EGOe alle proprie pretese mondane ci si avvicina all’amore divino.
    Se ognuno di noi si limitasse a cercare la propria santificazione personale invece di voler “cambiare il mondo”, il mondo stesso cambierebbe.
    La Vergine Maria con San Giuseppe e Gesu’rimasero trent’anni in silenzio nella loro casa di Nazareth, santi f icando la prppria esistenza, non con la rassegnazione ma con la pazienza.

    3 Novembre, 2017 - 16:21
  31. Beppe Zezza

    Per Victoria Boe
    Non c’è dubbio che la comprensione della Verità cresce e si approfondisce. Anche le storiche cambiano e questo comporta il presentarsi di problemi nuovi edi risposte “nuove”.Ma lo approfondirsi della Verità non può mai essere lo “smentire” cioè affermare che quello che dianI veniva dichiarato Verità ora è dichiarato “sbagliato”, cioè “falso” : questo per la “contraddizion che nol consente”.
    È questo un aspetto al quale dobbiamo sempre stare attenti per non deragliare . La forza della Chiesa sta nella Sua continuità, sempre rinnovata, ma senza rotture o “nuovi inizi”. L’inizio c’è stato una volta per tutte con la Pentecoste.
    Infine voglio anche dire che un conto è la Sacra Scritura, un conto è la Tradizione, un conto sono gli scritti o i discorsi di questo o quel personaggio, anche se santo.
    I N questo sono perfettamente d’accordo con te : quello che un personaggio anche santo ha scritto e pareva la verità assoluta dopo un po’ di tempo si può rivelare non completamente giusto o anche sbagliato.

    3 Novembre, 2017 - 16:41
  32. Enrico Usvelli

    Padre Amigoni ha ragione, mi sono sbagliato, non c’entravano teologi col brano da lui riportato. Del teologo Benedetto parla subito dopo, ma sempre nel quadro che padre Amigoni mi pare abbia bene descritto:
    ‘ A questo proposito trovo indicativo il fatto che un teologo cattolico assuma in modo addirittura diretto e formale tale capovolgimento: Cristo non avrebbe patito per i peccati degli uomini, ma anzi avrebbe per così dire cancellato le colpe di Dio’.

    3 Novembre, 2017 - 17:02
  33. Victoria Boe

    Ed è ciò che io, non teologa, ho espresso con altre parole in un altro thread: “Allora, per tornare all’Amore del Creatore( Dio), si deve necessariamente parlare di Qualcuno( Gesù) che per cancellare questa indiscutibile aporia, ha fatto di sé stesso un sacrificio perenne al Donatore della vita, assumendo nella sua Persona il “peccato del mondo”, cioè di tutti gli uomini di tutti i tempi, per Amore, appunto, dell’Umanità.”
    Non sapevo di avere detto più o meno quello che ha detto un teologo. Devo dire che non mi dispiace affatto questa coincidenza.

    3 Novembre, 2017 - 18:32
  34. Victoria Boe

    “L’esempio di quei santi e’che il Regno dei cieli non e’di questo mondo e solo rinunciando al proprio EGOe alle proprie pretese mondane ci si avvicina all’amore divino.”

    Il Regno dei cieli è anche di questo mondo, invece.
    È iniziato già qui dal momento in cui Gesù Cristo è venuto fra noi, sulla Terra, per dirci con estrema chiarezza che un mondo di pace è il Regno dei cieli.
    La Pace, l’Amore fra gli uomini, sono l’espressione piena del Regno di Dio. Fino a che si continuerà a creare divisioni e distanze, anche per motivi religiosi, il Regno resterà un miraggio e la predicazione del Cristo sarà stata inutile.

    3 Novembre, 2017 - 18:43
  35. Beppe Zezza

    chi chiama un altro a rendere conto del suo operato? E’ il superiore nel confronto dell’inferiore.
    Chiedere conto a Dio del Suo operato significa indubitabilmente pensarsi superiori a Lui. E questa tendenza moderna mostra quanto sia profondo l’allontanamento della società dalla Fede e lo affermarsi della superbia dell’uomo . E la superbia è la caratteristica di Satana.
    Altro è dire che Dio non può lasciare andare in perdizione la grandissima parte della umanità , rispettando la libertà dell’uomo che è il dono più grande che gli ha fatto.
    Questo è un “mistero” . Indicazioni nella Sacra Scrittura ci sono, il rischio è quello di non prenderle in considerazione perché non ci piacciono.

    3 Novembre, 2017 - 18:49
  36. Amigoni p. Luigi

    Nell’intervista di Ratzinger c’è una serena demolizione della teologia di sant’Anselmo di Aosta, dottore della Chiesa. “La concettualità di sant’Anselmo è diventata per noi di certo incomprensibile”. E poi – e qui spunta fuori la continuità della tradizione, che è anche discontinuità – ribadisce: “E’ nostro compito di tentare di capire in modo nuovo la verità che si cela dietro tale (= di sant’Anselmo) modo di esprimersi”. Più sotto Ratzinger parla addirittura (per un certo problema) di una impostazione anselmiana “in sè del tutto errata”.
    Non esiste il problema di dichiarare oggi sbagliato quello che era prima vero; o viceversa. E’ mai esistito simile equivoco “in terra cristiano-cattolica”.
    Chi su questo blog blatera di tradizione al di fuori del rigore concettuale “ratzingeriano” (che è di tanti teologi) non parla di “tradizione cristiano-cattolica”.

    3 Novembre, 2017 - 19:08
  37. Victoria Boe

    “La forza della Chiesa sta nella Sua continuità, sempre rinnovata, ma senza rotture o “nuovi inizi”. L’inizio c’è stato una volta per tutte con la Pentecoste.”

    Bene. Allora cominciamo col dire che la continuità c’è anche nelle proposizioni nuove che vengono fatte OGGI da persone illuminate, dato che è ragionevole dire che la luce di Dio non si è fermata ai tempi assai distanti dal nostro. Per cui, è riprovevole tacciare con faciloneria tali persone, come purtroppo molti fanno, di eresia o di superbia o di diavoleria, respingendole a priori nell’ abisso infernale.
    Sbagliato ritenere, dunque, che la verità fosse appannaggio esclusivo di chi visse secoli o millenni addietro.
    Sbagliato credere che un aggiornamento non vada fatto anche sulle verità di fede, alla luce viva del discernimento critico che indirizza verso percorsi diversi almeno in parte.
    Oggi, e in molti casi anche ieri, le capacità critiche sono potenziate rispetto al passato e si percepiscono meglio gli errori insiti in certe affermazioni fatte anche da santi uomini in periodi ed ambienti assai differenti dai nostri.
    Parlavo in un intervento precedente di formidabili condizionamenti capaci di oscurare la verità. Questa è l’unica giustificazione possibile per certe asserzioni che oggi appaiono semplicemente assurde, quasi colpevoli.
    Anche per le Sacre Scritture, caro sig. Zezza, è valido questo discorso, posto che in esse sono evidenti delle contraddizioni imputabili ai diversi periodi in cui furono redatti i vari libri. E le contraddizioni sono visibili perfino in uno stesso periodo.
    La verità si fa strada non linearmente ma lungo il cammino dell’Umanità, che l’intelligenza fa vedere accidentato e comunque sempre in avanti.

    3 Novembre, 2017 - 19:36
  38. Victoria Boe

    Il padre Amigoni senza saperlo ha convalidato, con ben maggiore autorevolezza, quel che io ho espresso subito dopo di lui.
    Ne sono contenta.

    3 Novembre, 2017 - 19:42
  39. Amigoni p. Luigi

    Rif. 18.49

    a) Ma Ratzinger dice esattamente questo: l’inferiore chiede conto al superiore. E Ratzinger non taccia di superbia questo richiesta.

    b) Anche lasciar andare in perdizione la grandissima parte dell’umanità rispettando la libertà dell’uomo è un mezzo-fallimento per Dio. Se lui ha pensato le cose (libertà umana compresa) in modo tale che poi tutto o quasi va al macero, non è facile parlare di un Dio giusto, sapiente e buono.
    Questo ateismo nella Spe salvi (n. 42) Ratzinger lo chiama “moralismo”. “E’ in nome della morale che bisogna contestare questo Dio” – dice, giudicando però questa pretesa assolutamente non vera, e tuttavia considerandola come una sacrosanta provocazione.

    c) Certo qui siamo davanti al mistero. Ma se mistero è (e incomprensibile) non lo si affronta con i giochi d’artificio delle profezie, delle visioni, delle promesse aleatorie, del calcolo delle masse dannate a perdita d’occhio, ecc. Il millenarismo apocalittico non è mai stato un dogma nella “verità” della Chiesa; nel devozionalismo sì, purtroppo.

    3 Novembre, 2017 - 20:53
  40. Beppe Zezza

    Mi riesce difficile argomentare su di un testo che non ho letto tuttavia quello che p. AMigoni dice di Ratzinger : “giudicando questa pretesa assolutamente NON VERA” va nella direzione di quanto ho affermato.
    Non c’è bisogno di “tacciare ESPLICITAMENTE di superbia l’inferiore che chiede conto al superiore di quello che fa” . Questo è scritto nelle cose. Io che sono uomo che ha passato una vita in azienda, a un fattorino che mi chiedesse conto di come ho portato avamti l’azienda risponderei: ma stai al tuo posto. CHe ne sai tu? ( E questa in fondo è la risposta che Dio da’ a Giobbe : dove eri tu ecc ecc ).
    Che il “millenariamo apocalittico non sia mai stato un dogma nella “Verità” della Chiesa” è certo, come è altrettanto certo che nel Credo che recitiamo domenicalmente c’è scritto che “verrà a giudicare i vivi e i morti ” – quindi un giudizio ci sarà (e non c’è già stato ed è stato di amnistia generalizzata).
    Una cosa è certissima : la conversione a una vita secondo i dettami della Legge di Dio è cosa ottima per ogni essere umano e, per ottenere questo, si può nell’azione pastorale alternare e combinare “bastone” e “carota”. Solo “bastone” e sola “carota” sono destinati a fallire nell’impresa.

    3 Novembre, 2017 - 21:57
  41. Amigoni p. Luigi

    Weinandy?

    E’ uno dei 30 (+ segretario) della Commissione teologica internazionale.
    Si presume che anche gli altri 29 siano intelligenti, come lui. Magari di più.

    3 Novembre, 2017 - 22:38
  42. maria cristina venturi

    Come e’caro padre Amigoni che di Ratzinger non citate MAI .il.pensiero piu’importante:che il.maggior pericolo per la chiesa oggi e’che tramonti e scompaia la fede nella Verita’eterna e vinca la dittatura del relativismo?
    Inoltre voi sostenete che i santi nel passato non capivano bene come voi oggi lo capite il.messaggio di Cristo. MA Se hanno.potuto ingannarsi sulla verita’i santi, come presumete di non potervi ingannare voi che santi non siete? Da dove vi viene la certezza di aver capito solo voi, solo.oggi, senza posibilita’di errore?
    La Rivelazione Divina e’ come una Luce che illumina gli.uomini di tutte le epoche e di tutti i tempi, e non credo che Dante o San Tommaso fossero meno.illuminati dalla luce d ivina dei teologi moderni. Credere di essere solo noi ai nostri tempi degli illuminati mi pare una semplice opinione indimostrabile.
    La dittatura del relativismo e’gia’realta’e la profezia di Ratzinger si e’avverata.

    3 Novembre, 2017 - 23:06
  43. maria cristina venturi

    Andrea Salvi
    Gli altri 29della commissione sono senz’altro piu’intelligenti di lui:pet il semplice fatto che non hanno rischiato.la poltrona per amor di parresia. Se ne stanno ben zitti, tengono dentro di se le proprie opinioni e cosi’sicuramente faranno carriera.
    D olo gli ingenui

    3 Novembre, 2017 - 23:09
  44. maria cristina venturi

    Solo gli ingenui hanno creduto all’invito del papa alla parresia. Che serve solo.per “stanare”i critici ed eliminarli.

    3 Novembre, 2017 - 23:10
  45. maria cristina venturi

    Per questo la maggioranza dei vescovi e dei preti, soprattutto italiani se ne stanno ben zitti e solo nel “foro interno”dove nessuno.puo’spiarli magari pensano:come ha ragione Weinandy!Ma che ingenuo a parlare!

    3 Novembre, 2017 - 23:17
  46. Amigoni p. Luigi

    Non mi sono occupato, nel blog, della “opera omnia” di Ratzinger: non sono in grado . Sono solo intervenuto sull’ultima intervista data da lui, da emerito; e su un bellissima sua enciclica di cui lei, con poco intuito e molta sprovvedutezza, mi ha raccomandato la lettura, che è risultata per me una ulteriore utilissima rilettura.
    Su Weinandy, intelligente, non si è espresso Salvi.

    4 Novembre, 2017 - 0:18
  47. Victoria Boe

    Se lei avesse letto bene i commenti, tutti i commenti, non avrebbe fatto le stesse domande qui ricorrenti.
    Inutile replicare a chi ha in testa un’idea fissa. Nessuno potrebbe fargliela cambiare.

    4 Novembre, 2017 - 0:29
  48. Enrico Usvelli

    Weinandy ha reso pubblica la sua lettera in cui criticava il Papa e metteva in discussione la nomina di alcuni vescovi (di cui non ha fatto il nome). Come potevano i vescovi americani mantenerlo al suo posto?

    4 Novembre, 2017 - 9:20
  49. Amigoni p. Luigi

    Rif.: 21.57 del 3 novembre

    a) E’ stato riportato correttamente uno dei pensieri principali di Ratzinger in quella intervista.
    b) Una delle cose degne di nota e importanti di quella intervista (ma anche della Spe salvi) è il fatto che Ratzinger, con grande lealtà e onestà intellettuale, prende sul serio le domande e le inquietudini di un vasta cultura, soprattutto atea e agnostica, di oggi.
    Non considera troppo, invece, le piccole domande – superate – frutto del nostro devozionismo abbarbicato a sogni e visioni e terrorismi psicologici.
    Lui non banalizza nè scarta come insignificanti o pretestuose le domande “forti”. Non dice alle persone di oggi: sarete dannati, siete superbi, negate il peccato originale, siete relativisti, ecc.
    Ma di fronte a queste domande, che rispetta e prende in carico, tenta di elaborare (e vi riesce) risposte solide, accettabili, a partire dal nucleo forte di verità che la Chiesa ha ricevuto nella Tradizione e per grazia conserva, valido in ogni tempo.

    4 Novembre, 2017 - 10:10
  50. Beppe Zezza

    Non so se il p.Amigoni si volesse riferire a me quando accenna a Ratzinger.
    In ogni caso rilevo questo : io a nessuno ho mai detto ne’ mi sognerei di dire “sarai dannato”, che dietro l’accusa a Dio di non avere fatto bene le cose ci sia la superbia è un fatto. ( “chi sono io per giudicare” un altro uomo, figurati giudicare Dio ) , che la superbia sia una componennte del peccato di Eva cosi’ come è presentato dalla scrittura è un fatto, che il relativismo sia una peste dalla quale bisogna guardarsi lo ha proclamato a gran voce Papa BXVI , che io non sia un papa che scrive un’enciclica ma un semplice crtiano che dice la sua su di un blog è un fatto.

    4 Novembre, 2017 - 14:39
  51. Amigoni p. Luigi

    Rif. 14.39 del 4 novembre

    Mi spiace ribadire.
    a) Nel duplice testo che gentilmente Cuffini ha allegato e nella Spe salvi papa Benedetto non tira fuori l’argomento orgoglio/superbia per qualificare le domande serie dei credenti e non credenti sulla storia del mondo e sul giudizio finale.
    b) Ratzinger non tappa la bocca di tali credenti e non credenti obiettanti richiamando e accennando al dogma del peccato originale.
    c) Peccato originale è la verità dogmatica e il nome con cui i cristiani dichiarano che Dio non è origine causa del male e del dolore nel mondo. Ma tutti gli altri problemi legati al peccato originale rimangono e sono oggi più acuti di ieri. E Ratzinger dimostra di capirli a fondo.

    5 Novembre, 2017 - 21:27
  52. Beppe Zezza

    Se si vuole argomentare con qualcuno l’ultima cosa che una persona intelligente fa e è quello di richiamarsi a dogmi o di “tappare la bocca” ai propri interlocutori.
    E Ratzinger è certamente una persona intelligente.
    I “dogmi” hanno tutti una loro giustificazione – ci si rifarà allora alle “motivazioni razionali” delle giustificazioni stesse nell’argomentare.
    È il richiamarsi a quello che ha detto tizio o caio, tipo Caio non l’ha detto, che è un tentativo di “tappare la bocca”!
    La mia argomentazione si basa su questi due punti:
    – il peccato di Eva è anche un peccato di superbia
    – il voler chiedere conto a Dio di quello che fa è un atteggiamento “superbo” ( non accettando la propria posizione di creatura)
    La correlazione tra i due punti può essere varia, sia rifacendosi alla dottrina classica del peccato originale, sia attribuendo alla superbia la radice delle rivolte contro Dio che gli uomini delle varie generazioni fanno.
    Il qualificare l’ atteggiamento del quale stiamo parlando , di “superbia”, è un approccio dal punto di vista della FEDE, l’argomentare di Ratzinger è un approcciodal punto di vista della RAGIONE. Come noto, la sua opera è tutta tesa a dimostrare che fede e ragione hannno tutti i motivi per “andare d’accordo”.

    6 Novembre, 2017 - 8:10
  53. Amigoni p. Luigi

    Quello che dice lei va benissimo; ma, nei testi in oggetto, non lo dice Ratzinger. Il quale ha in mente più le domande “serie” dei non credenti (che sono masse) che le domande, altrettanto serie ma “piccole”, di un certo numero di credenti cattolici. Poi non mi ripeto e chiudo.

    6 Novembre, 2017 - 11:44

Lascia un commento