“Ogni sacerdote rimane diacono e deve sempre pensare a questa dimensione, perché il Signore stesso si è fatto nostro ministro, nostro diacono. Pensiamo al gesto della lavanda dei piedi, con cui esplicitamente si mostra che il Maestro, il Signore, fa il diacono e vuole che quanti lo seguono siano diaconi, svolgano questo ministero per l’umanità, fino al punto di aiutare anche a lavare i piedi sporchi degli uomini a noi affidati. Questa dimensione mi sembra di grande importanza“: fa parte della risposta di Benedetto a un diacono della quale ci siamo occupati nei post del 14 e 15 febbraio. Era restato fuori quell’accenno alla chiamata di ogni seguace di Cristo a servire l’umanità fino a “lavare i piedi sporchi degli uomini a noi affidati”. Chissà che un giorno anche la lavanda rituale del Giovedì santo non possa essere fatta – nelle chiese – alle persone che ne hanno bisogno. Non ai pulitissimi chierichetti ma agli ospiti del “servizio docce”.
Cristiani cioè chiamati a “lavare i piedi sporchi”
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Ho appena terminato il mio intervento nel post precedente in risposta al caro ignigo74, e noto con piacere che molte delle mie osservazioni sono compatibili con quanto cita ora, nell’attuale post.
Dicevo appunto che :non il diritto, né la potenza, né la dignità ma al contrario il servizio costituisce il vero discepolo.
Per il discepolo che vuole seguire Gesù non può essere un modello lo scriba , per così dire, cosciente della sua cultura del suo sapere, ma neppure il prete elevato sopra il popolo (Gesù-e questo è significativo- non l’ha mai proposto come esempio). Al contrario lo può essere solo colui che serve a tavola :” io invece sono in mezzo a voi come colui che serve a tavola” (lc 22,27). Ma tale assersione non deve essere compresa in prospettiva moralistica. Ciò che è richiesto non è un abbassamento esteriore spontaneo (in alcuni giorni stabiliti dell’anno) me è, e deve essere, un esistere – per -gli-altri nella vita e nella morte, così come testimonia il servizio di Gesù stesso (Mc.10,45; Mt.20,28) e così come lo si esige dal servitore, secondo l’interpretazione di Giovanni per cui:” chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la guadagna, perché là dove sono io, sarà anche il mio servo..e il Padre l’onorerà”. Se solo comprendessimo appieno la profondità di questo messaggio !!
Ripeto quanto detto nel post precedente: se non si è ricolmi d’amore si è simili al fico sterile, senza frutto, perchè la radice e il termine del servizio è solo e soltanto l’amore…è per questo amore che il servizio deve essere compiuto. L’immagine descritta da Giovanni della lavanda dei piedi non fa che rafforzare la convinzione che servire gli altri, non è in virtù di un bene di cui noi disponiamo: non saremmo capaci di un amore così oblativo. Se riusciamo ad amare in questo modo è solo in virtù della Grazia di Dio e per mezzo Suo, una Grazia ricevuta secondo la VOCAZIONE e il carisma che ci è stato donato. Ecco perché parliamo della Chiesa come struttura carismatica o meglio “struttura diaconale”.
“Cristo signore, per pascere e sempre più accrescere il popolo di dio, ha stabilito nella sua chiesa vari SERVIZI (ministeri) che tendono al bene di tutto il corpo. I SERVITORI (=ministri) infatti che sono rivestiti di sacra potestà. SERVONO I LORO FRATELLI, perché tutti coloro che appartengono al popolo di Dio, e perciò hanno una vera dignità cristiana, tendano liberamente e ordinatamente allo stesso fine e arrivino ALLA SALVEZZA” (CC 18,328)
un caro saluto e grazie dott Luigi per la sua benevolenza nei miei confronti che mi onora! Grazie anche a Simone moralista e a don74 (mi sembra) per avermi sostenuta
Cercherò di rispondere, anzi, rispondo.
Sia chiaro che non ho astio contro Clodine (che ho chiamato Clodette a causa del correttore automatico…): rispetto la persona, discuto le sue idee. Questo vorrei che fosse chiaro e se non è chiaro è colpa mia e allora devo scusarmi. Veniamo alle affermazioni e alla oggettiva confusione.
Continuate – don78, Clodine e altri – a confondere delle parole. Diaconìa (DIACONìA) non corrisponde a diaconessa: diaconìa è l’esercizio di un atto di carità, di amore autentico, di annuncio della Parola, di condivisione fraterna, di vicinanza nel dolore o nella gioia. Ho usato la parola diaconia: esercitata liberamente e da uomini e da donne, ciascuno nella sua inimitabile originalità e ricchezza. Ho sempre parlato di diaconìa, mai di diacona o men che mai diaconessa.
Diacono è un ministro ordinato, certo in virtù del sacerdozio battesimale – certo! – ma è un ministro ordinato. E’ un delirio linguistico oltre che teologico sostenere la seguente tesi: siccome porto l’eucarestia ai malati allora sono de facto diaconessa… ecco l’imprecisione, pesante. Chi porta l’eucarestia ai malati – sia chiaro, lo faccio anche io – lo fa a nome della chiesa, della comunità dei credenti in Cristo, su invito responsabile di un presbitero o di un diacono che a loro volta collaborano con un vescovo che è un successore degli apostoli: ecco il realismo. Fatti storici, eventi tramandati: non sentimentalismo o pura intenzionalità. Insisto poi sulla davvero grossolana imprecisione della parola viatico… Clodine, l’hai usata a sproposito! Che materialmente un ministro straordinario dell’eucarestia possa comunicare un moribondo so che è successo e succede, ma sempre in concomitanza con la presenza di un presbitero che ha amministrato il sacramento della riconciliazione o della unzione degli ammalati… Le parole sono importanti! Portare la comunione eucaristica ai malati non è portare il viatico!! Le parole sono importanti, lo ripeto! “Prendete e mangiatene tutti, questo rappresenta, significa il mio corpo…” è la falsa traduzione scellerata dei testimoni di Geova… Invece c’è scritto “questo è il mio corpo – outo esti tò soma moù”: la tua parola diaconessa corrisponde a ciò che non c’è scritto nel caso dell’istituzione dell’eucarestia: un’invenzione, almeno nella chiesa cattolica. “il sacramento dell’ordine non è riservato ai maschi ma viene amministrato solo a loro” nella chiesa cattolica. Così, con queste parole viene definita la questione, e ho citato altre chiese cristiane dove proprio quel “non essere riservato” ai maschi viene interpretato ordinando diaconi, presbiteri e vescovi le donne. Non ho citato le altre chiese per sminuirle! Dobbiamo essere mica tutti uguali, anzi, tanti colori sulla via della salvezza… (con lui c’erano altre barche…). Per melassa Clodine, e insisto nell’usare provocatoriamente questa parola, intendo certo sentimentalismo, certo spiritualismo evangelicale che però non mi sembra evangelico – opinione mia, sia chiaro! – e che riconosco con perplessità in alcuni ambienti della chiesa cattolica (alcuni movimenti) o in certi discorsi: come il tuo per esempio. Tu svolgi delle diaconìe ma non sei né diacona né diaconessa, ciò non significa che tu le svolga illecitamente ma non puoi nemmeno descriverti come diacona o diaconessa perché non lo sei. Tu svolgi la diaconìa – il servizio di portare in modo straordinario l’eucarestia a persone malate, bellissimo: ma dove la prendi l’eucarestia? Da un presbitero che è tale perché vive il ministero non come una cosa sua, ma come un dono straordinario ricevuto da un vescovo che a sua volta attraverso la catena della tradizione apostolica lo collega direttamente ai dodici. Saresti diacono nella chiesa anglicana dove puoi anche diventare vescova (e ce ne sono di validissime!): nella chiesa cattolica no, so per certo che non sei diacono perché questo non è possibile. Non ti piace la parola melassa? Ti senti attaccata dalla parola melassa? La ritiro repentinamente. E ma che permalosa! Allora ti dico che sotto il tuo discorso ci sta una visione evangelicale del vangelo, ovvero una visione che rischia di trasformarsi in visione privata cioè in quanto privata manchevole di qualcosa…una visione che teologicamente non ha il gusto di quella cattolica romana. Mica ho detto che fa schifo sai? Ho semplicemente individuato dei sapori teologici, in base all’oggettività delle affermazioni: ecco il realismo. Ah e poi una cosa ultima Clodine: ma che ne sai di che faccio io? In base a quale affermazione secondo te non so quanti malati sono in casa e necessitano di vicinanza e amicizia? Guarda che non stai parlando con Briatore, questo mettitelo bene in testa.
Cordialmente, tuo Ignigo.
Che belli questi richiami all’essenza del diconato! Diaconia = Servizio, dovremmo ricordarcelo di più tutti quanti!
La più bella lavanda dei piedi l’ho vissuta l’anno scorso con gli Scout alla Route pasquale di Soviore. Arrivati al santuario dopo una intera giornata di cammino, c’è stata quasi subito la funzione, senza il tempo di fare una doccia o di sistemarsi per bene. Terminata la proclamazione del vangelo il celebrante invita tutti gli scout presenti a venire alla balaustra sull’altare per la lavanda…nessuno era stato avvertito e così… fu una vera lavanda dei piedi! E non la fittizzia lavanda coi chierichetti puliti!
Personalmente provai all’inizio molto imbarazzo, ma quando mi trovai davanti il sorriso del sacerdote mi sembrò proprio fosse Gesù in quel momento che ripeteva a Pietro: “se non ti fai lavare da me non ne avrai parte… per me è una gioia fare questo per te.” E così fu proprio bello (quante volte non lasciamo che Dio faccia il suo mestiere! E invece quando lo lasciamo fare… lo fa proprio bene!!!). Non riesco a descrivere pienamente quel momento, ma capii per la prima volta davvero quanto era profondo il gesto di Gesù.
Alla fine il sacerdote mi baciò i piedi e vidi in quel bacio come una benedizione a quei piedi che mi permettono ogni giorno di fare tanta strada e di andare dove voglio e di cui il Signore si prende cura.
Si, erano davvero stanchi quel giorno i miei piedi e quella lavanda fu salutare per loro. Una lavanda che dai piedi arrivò fin nell’anima…
Andrea
La diaconìa è innanzitutto servizio, un servizio che scaturisce liberamente da un carisma, o dono, il quale non genera arbitrio e caos ma esige, al contrario,modestia personale innanzitutto -poichè siamo servi inutili- sia nel servizio caritatevole reciproco che nella sottomissione al Signore.
Questo carisma di servizio poi, non scaturisce senza continuità e in modo caotico ma al contrario: è un esercizio di pietà così particolare e fondamentale da potersi appena distinguere esteriormente da altri servizi conferiti sotto mandato particolare. A Corinto, per esempio, e anche a Gerusalemme, ci si interessa vivamente di provare gli spiriti e organizzare i servizi.
Per quanto riguarda il tuo riferimento alle parole, visto che ne dai così tanto rilievo, cosa intendi quando asserisci che ho una visione privata del Vangelo, e chi ti autorizza ad affermare una corbellaria del genere nei miei riguardi.
Chi ti il diritto di asserire che il mio servizio -e il faticoso servizio di chi lavora in silenzio, alacramente: il lavoro sotterraneo di migliaia di missionarie, laiche e religiose che danno la vita ogni giorno per amore dei fratelli all’interno della Chiesa Cattolica di Cristo- non sia diaconìa! Cos’è allora? Spiegamelo.
Visto che sei così intelligente e distingui così nettamente la diaconia ordinata da quella “fai da te”, ti chiedo: quali sono i rapporti tra la chiesa e il diritto? Queste due realtà possono essere comparate oppure essere distinte? Bisogna armonizzarle o isolarle?.Quali sono i rapporti tra il diritto divino e il diritto ecclesiastico? E ancora: Dio è legato al diritto canonico? Quali i rapporti tra lo spirituale e il temporale, tra il pneumatico e l’istituzionale, tra la chiesa dell’amore e la chiesa del diritto? Quali i rapporti tra il diritto canonico e l’ Evangelo? In quale misura questi hanno una relazione tra loro e in che misura non è possibile identificarli? In quale misura è possibile un conflitto tra Vangelo e diritto ecclesiastico? In quale misura il Vangelo resta “norma normans” per ogni diritto ecclesiastico? …
Ecco, rispondimi…spero che la melassa non ti risulti indigesta…
con affetto
Clodine
Naturalmente il post è in riferimento alla provocazione di ignigo74, il quale sono certa, sarà esaustivo nelle risposte e non tarderà….
Clodine
Bellissimo quello che hai scritto Andrea: sono percezioni della presenza di Cristo uniche, le avvertono coloro i quali, come S.Giovanni, poggiano il capo sul cuore del Signore e ne sentono i palpiti…
Se quacuno dirà che siamo sdolcinati, scuoti i calzari !!
Esito molto a entrare in una discussione che coinvolge persone (Clodine e Ignigo74, soprattutto, ma anche tanti altri, Luigi compreso) da cui io ho soltanto da imparare. Ecco, prendete queste mie righe come una pura richiesta di chiarimento.
1. Clodine, nella tua rivendicazione del sacerdozio universale dei cristiani battezzati – che trovo chiarissima e illuminante – mi sembra rischi di passare in secondo piano quello che il Catechismo (1547) chiama “il sacerdozio ministeriale e gerarchico”, che invece io credo di eccezionale importanza, determinante (oltre tutto, una delle discriminanti che distinguono la Chiesa cattolica dalle varie confessioni protestanti). Solo il sacerdote sacramentalmente ordinato può celebrare il mistero dell’Eucarestia, assumendo la persona di Cristo, trasformandosi in Cristo (“Hoc est enim corpus meum”), attuando la trasformazione del pane e del vino in corpo, sangue, anima e divinità.
2. Al di là della preziosissima funzione di servizio che collaboratori e collaboratrici del presbitero possono assumere, per suo incarico esplicito, quando parliamo di “diacono” sembra a me che intendiamo qualcosa di ben diverso: il diaconato è uno dei gradi del sacramento dell’Ordine. Se capisco bene, la diaconia (o funzione di servizio) sta al diacono come il sacerdozio universale sta al sacerdozio gerarchico.
E’ così?
3. Un’ultima domanda, Clodine: nel tuo primo intervento sull’argomento, mi pare ieri sera, tu sembri auspicare l’apporto di diaconesse ai riti del battesimo, della cena e del perdono dei peccati. Quando ho letto, ho fatto un salto, e non tanto per la sostanza della proposta, che peraltro un po’ scandalosa a me sembra (chi assolve dai peccati è il sacerdote, che anche qui assume la persona di Cristo: “Ego te absolvo”!), ma per una questione di linguaggio. “Cena”? Come sarebbe a dire “cena”? Si chiama così, adesso, alla luterana, il rito della Messa?
Fraternamente, con affetto e considerazione (ma con qualche perplessità).
Io caro Sumpontcura sono più perplesso di te ma non sono stupito nè scandalizzato: per stupire e scandalizzare bisogna imbattersi in argomenti consistenti. La carissima Clodine ha un rapporto conflittuale con la tradizione apostolica: Clodine infatti ritiene che basti essere spiritualmente motivati o zelanti (per autoelezione quindi) per essere inseriti in un ministero universale (ovviamente umilmente invisibile e silenzioso) parallelo a quello visibile e particolare ovvero il volgarissimo e infernale clero gerarchico. Clodine fa confusione in vari punti che sarebbe impietoso elencare esaustivamente: basti rileggere a mo di esempio qualche passaggio, quando confonde le presunte diaconesse e un generico “le religiose”, quando ha confuso il Viatico con la comunione eucaristica al di fuori della messa, quando ha sostenuto – credendo probabilmente di parlare a dei sempliciotti – che “chiesa carismatica e chiesa diaconale coincidono” (frase che non ha il minimo barlume di significato). Da apprezzare c’è il suo tentare risposte, ma dopo un po’ è vano controbattere, come con i testimoni di geova ai quali puoi fare vedere lì con i loro occhi il testo greco che dice altro rispetto alla loro versione ma loro resteranno convinti di parlare con uno che scomparirà nella polvere dell’inferno. Sarebbe auspicabile un po’ di umiltà nell’argomentare: io non mi metto a spiegare la fisica a un fisico, così Clodine non dovrebbe spiegare la teologia ai teologi. Alcuni passaggi sono stucchevoli, quando ad esempio sostiene in sintesi che c’è una carità silenziosa e invisibile che vale molto di più di quella visibile: non quindi come il sottoscritto che è visibilmente un pezzettino (indegno, certo, anzi in degnissimo e cativo) della chiesa e quindi vale meno: vuoi mettere l’effetto sorpresa. Infine l’argomento puzza in modo stantio di femminismo demodé: rivendicare la parità uomo-donna attraverso l’esercizio del ministero ha lo stesso senso di un uomo che dice voglio restare incinta solo così ci sarà parità. Non mi metterò certo qui a illustrare in modo esaustivo la feconda ed inesauribile fonte di vera umanità rappresentata dalla DIFFERENZA, in figura presente anche nella differenza dei compiti ministeriali nella chiesa, differenziati tra uomini e donne. Cosa vuoi che ti dica: c’è ancora gente che pensa che se le donne potessero fare tutto ciò che fanno gli uomini e viceversa il mondo sarebbe migliore… e pazienza, aspettiamo gli uomini gestanti, così tutto andrà a posto. Forse per compiacere coloro che perseguitano la chiesa, certe persone decidono di anticiparli sui tempi distruggendola prima loro.
Per Sumpontcura.
Diaconìa è termine generico, si riferisce a tutte le forme del servire.
Esercizio del diaconato è invece esclusivamente riferito al ministero ordinato.
Per Clodine: “Il no al sacerdozio femminile”, La Civiltà Cattolica, 2 febbraio 2008, n. 3783. Commenta molto favorevolmente il volume di A.Piola, “Donne e sacerdozio”, Cantalupa (To), Effatà, 2006 (oltre 700 pagine).
Cordialmente.
Sono felice di parlare con te Sumpocunt. Vedo che hai colto nel segno, sapevo che avrei urtato la sensibilità di molti -mentre, stranamente non ha colpito ignigo74 (?)- in quel riferimento alla cena ecc..
Quanto detto nel post di ieri era un puro riferimento alle comunità primitive, a quelle paoline nelle quali non si scorge alcuna ordinazione:comunità ripiene dello S.Santo e dei Suoi doni i quali-nell’amore-svolgevano per conseguenza tutto quanto veniva loro ordinato.
Riguardo alla cena poi, nella comunità di Corinto non esisteva nessun presbitero, nessun diacono, nessun prete…enigma da risolvere: come assolvevano dunque la cena del Signore? Chi? Paolo si rivolge sempre a tutti e a ciascuno, ne è prova la famosa frase :” Timoteo dia il segno per iniziare insieme; e aggiunge semplicemente: “quando vi riunite per la cena, attendetevi reciprocamente” (I Cor 11,33). Ma anche altre fonti non paoline (La Didaché ad esempio) riferisce di comunità come Antiochia -non fondata da Paolo- in cui non governavano né episcopi, né presbiteri ma profeti e dottori. Questo perché l’organizzazione presbiterale è di origene giudeo-cristiana o ebraica.
Le epistole pastorali invece mostrano una stretta unione fra l’ordinazione e il carisma -il quale (come ministero) è trasmesso con l’imposizione delle mani ma solo dopo una complessa evoluzione, troppo lunga da descrivere in questo contesto- dove si trova la figura dell’episcopo il quale sostituisce la figura dei profeti e dei dottori e si assurge come capo delle comunità . Tanto è vero che la figura dellìepiscopo finisce col divenire nel corso della storia della chiesa, tutta edificata sugli apostoli, la successione degli apostoli stessi.
E’ chiaro che tale successione nella chiesa universale appare come successione di un servizio determinato. sicchè dalla comunità dei credenti, tutti,che celebrano assieme la cena del Signore,da tutti i portatori di carisma e di servizio, dalla collegialità delle chiese in quanto tali, si stacca ogni giorno di più in seno alla comunità la collegialità di un gruppo ministeriale determinato: la collegialità dei capi di comunità, degli episcopi presbiteri che cominciano a considerarsi sempre più come una controparte in raporto alla comunità, in rapporto al “popolo” separando così il clero dai laici.
Quanto detto non vuole metter in discussione l’ordinazione sacerdotale e la sua “Chiamata” particolare, è solo un breve e semplice schizzo sull’organizzazione primitiva della chiesa e della sua storia che dovrebbe avere mostrato chiaramente ciò che non servirebbe a dissimulare la grande distanza che intercorre fra l’organizzazione della chiesa attuale e quella della chiesa primitiva.
Ma vedi Sumpocont non dovrebbe essere inutile insistere su questo punto, se si vuole rendere ragione alla verità storica, ci sono parecchie maniere per la chiesa attuale di schivare questa storia tanto scomoda e irritante della sua origine.
Per il momento mi fermo qui, sapendo di non essere stata esaustiva nella spiegazione …
Ma vi ritorneremo.
Con grande stima
clodine
Ignigo74, visto che sei uno in gamba, un esperto teologo assolutamente sveglio -non un sempliciotto- perché non rispondi alle domande che ti ho posto?
Non parlare con Sump..parla con me e rispondi punto per punto alle cose che ti ho chiesto.
Clodine
PS
non ti azzardare mai più a definirmi “testimone di Geova” è chiaro?! E usa rispetto, cafone!
e studia, il che ti renderebbe meno arrogante e presuntuoso!
Perché ignigo74 non ci spieghi tu il significato di “chiesa carismatica”? e cosa la differenzia dalla “struttura diaconale”?
La confusione è solo nella tua testa caro ignigo74…la mia è ben impostata e collaudata. Se trovi soddisfazione nel denigrare, e usi in questo meraviglioso spazio tanto gentilmente messoci a disposizione dal dott. Luigi per il gusto di insultare strumentalizzando le mie parole e concetti chiudo qui.
Mi appelo al giudizio del moderatore.
Apri bene le orecchie e non strumentalizzarle a tuo piacimento stravolgendone i concetti ignigo74, dopo di che chiudo con te .
a) sulla struttura diaconale della chiesa, e prendendo le mosse soprattutto dalla teologia polina, si può dire questo:
1) ciò che vale per tutti i carismi vale ugualmente per i servizi permanenti nella comunità: anche qusti devono essere compresi come una VOCAZIONE di Dio rivolta ad individui in vista di un SERVIZIO, determinato.
Dunque Dio stesso, nello S.Santo, suscita questa vocazione che è una manifestazione, una individuazzione e una concretizzazione dell’unica Grazia di Gesù Cristo, il quale Egli stesso è l’apostolo, il, profeta, il dottore, l’evangelista, il pastore e il diacono. Chiaro?! E tanto più sono elevati questi SERVIZI tanto più devono essere messi a disposizione non soltanto nella chiesa ma sulla frontiera tra la chiesa e il mondo.
2) Per il N.T non esiste alcun decalogo fisso ed esclusivo che valga per tutte le comunità -in alcune la presenza dei laici è determinate per la sopravvivenza della chiesa locale- soprattutto per quanto riguarda i doni di governo e i servizi da assolvere per cui -come auspica paolo- possono essere personificati in una sola persona molti servizi, così come liste di diversi carismi non si accordano tra loro (I Cor 12,28-31; Rom 12,6,8 Ef 4,11..ma leggile queste pericopi ignigo74 altrimenti resti sempre nell’ignoranza ok?)
Per cui, da quanto detto bisogna concludere che anche se in ogni luogo e tempo, ogni membro della chiesa riceve la sua particolare vocazione, tuttavia non si può dedurne a priori quali siano i servizi che Dio, nella Libertà della Sua Grazia suscita in certi frangenti e momenti, chiaro ???
Tant’è che tra tutti i ministeri innanzitutto si trovano gli apostoli, la cui presenza è sempre un servizio, accanto a questi si rilevano con insistenza due gruppi : profeti e PROFETESSE, poi vengono i servizi di assistenza e di governo ma tutti sono definiti da s.Paolo CARISMI tra i quali c’è quello emimente di MARIA la quale ha un carisma ben definito: quello della SOLLECITUDINE e dello ZELO. Parla della casa di STEFANA la quale è primizia riguardo al carisma o servizio dell’ospitalità (Rom 16,5)
Altri carismi sono quello dell’assistenza e così via….
Struttura carismatica e struttura diaconale sono le facce della stessa medaglia entrambe corrispondono all’unica chiesa di Gesù Cristo.
Ma si ma si, viva le zelatrici.
Il giudizio del moderatore è che i blog sono luoghi di grandi bufere ma egli non entra in esse. Tra l’altro sia Clodine sia Ignigo74 sono già stati protagonisti di memorabili tempeste per arginare le quali provai inutilmente a chiudere e aprire le finestre che danno sul pianerottolo. C’è poi il fatto che vi accusate a vicenda di ignoranza mentre io mi vedo meno preparato di voi sulla questione in oggetto e anche meno sicuro nei miei convincimenti. Nè distinguo bene quello che vi separa. Quando la mancanza di gentilezza era solo di Ignigo74 l’ho segnalata (in un commento al post del 15 febbraio) ma ora ne trovo altrettanta in Clodine. Mio compito è di andare avanti e questo faccio con il nuovo post ammirato sempre dei lampi e dei tuoni che scateno senza averne l’intenzione.
no dott Luigi, ignigo74 ha superato il limite di tolleranza con espressioni davvero fuori, molto fuori le righe, con attacchi inspiegabili, infarciti di una maleducazione inaccettabile soprattutto nell’ultimo post con continui riferimenti alla mia persona, tergiversando e manipolando a suo piacimento ogni mia parola e intervento.
Da parte mia non intendo assolutamente scusarmi con lui, ma non per mancanza di carità, semplicemente perché non mi sembra opportuno…
con affetto Clodine
sono un po’ frastornato e confuso da questo scontro… così mi dedico al nuovo post.
caro ignigo74,
vedo che sei un teologo… bene bene… immagino con dottorato.. perchè senza difficilmente ci si può considerare tale….
gli argomenti sono tanti e non ho intenzioni di entrare nello specifico, solo un paio di osservazioni.
perchè ti attacchi alle parole (viatico\comunione ai malati), anche un po’ ossessivamente, per sminuire l’interlocutore? Anche l’argomento del “io sono teologo, tu no, stai zitta” non mi sembra dei più eleganti. Facendo così si perde il contributo di chi la pensa diversamente. In realtà a me sembra di vedere in voi due approcci diversi alla questione, ma entrambi possibili e plausibili, tu giustamente spari citazioni di documenti, ti riferisci a distinzioni tecniche e ministeriali ufficialmente riconosciute (per inciso, credi che io sia veramente così stupido da non sapere la differenza canonica tra un diacono ordinato e una diaconessa in quanto espressione della diaconìa di ogni battezzato?), Clodine offriva una prospettiva diversa, dava spunti di riflessione, con un occhio tutt’altro che dilettantistico sui Vangeli e la storia della chiesa primitiva. Del resto… non è anche questo teologia? O è solo la sublime ripetizione dei canoni del diritto canonico? Al contrario, a mio avviso, la vera ricerca teologica (quella da dottorato.. per richiamare l’affermazione di prima) è proprio quella che sa percorrere nuove strade, offrire alla discussione nuove ipotesi etc.
Un esempio di come a volte la “teologia della ripetizione” non mi appassiona: la tua citazione sulla quale già chiedevo chiarimenti. Ma in pratica, agli orecchi degli uomini e delle donnne del terzo millennio, la frase “il sacramento dell’ordine non è riservato ai maschi ma viene amministrato solo a loro” ….
ma che vor dì???
Ma non significa la stessa cosa??? E cioè che nella chiesa cattolica possono diventare preti solo i maschi celibi e gli altri\e no? Non credi che ne sentiamo già troppo di “sofismo teologico da indoratura della pillola”? un po di chiarezza… è inutile indorare… i maschi sì e le donne no… si può anche essere d’accordo… ma almeno siamo onesti e diciamolo che il sacramento dell’ordine è riservato ai maschi.
Ecco non vorrei che ci si perdesse i contributi degli altri .. troppo chiusi nei propri approcci… questo vale per tutti… in primis per me… e cmq speriamo non sia stato troppo melassaso 😉
E cmq ignigo credo che la discussione sul ruolo della donna nella chiesa non possa essere liquidata in 4 e 4 otto con le solite battute anti-femminismo.
Con immutata stima per entrambi
don78 (minuscolo… da tempi non sospetti)
Condivido la perplessità del moralista… c’è un surplus di animosità, in primis da parte di ignigo, poi per reazione da parte di Clodine, che mi dispiace molto perché lo trovo completamente inutile su materie in cui discutete entrambi con competenza e con punti di vista differenti ma non così acerbamente incompatibili. Peccato perché ci avrei ragionato volentieri anch’io, ma così non mi attento proprio. Al prossimo, al prossimo.
don78, ma tu non avevi anche un blog?
no moralista, perchè?
Circa l’auspicio di Luigi su una lavanda dei piedi fatta non più ai chierichetti ma hai bisognosi: il Vescovo di Pontremoli Giovanni Sismondo (grandissimo e santo vescovo della mia diocesi di nascita [diocesi che dal 1988 è stata soppressa] dal 1930 al 1955) usava lavare i piedi nella messa in cena domini proprio a 12 poveri della parrocchia, a cui elargiva loro – discretamente, come sempre – anche una congrua elemosina per i bisogni delle loro famiglie.
Come dire: c’è già stato chi lo ha fatto, si tratta di tornare a considerare esperienze giù fatte da qualcuno.
Infine, per ridere un poco: anche il mio parroco non se la passò bene un giovedì santo di una ventina d’anni fa: ero chierichetto ma non fui delegato alla lavanda perchè già erano stati selezionati altri 12 colleghi ministranti. Peccato che ci fu un assenteismo di massa e fui invitato in extremis a prendere parte al rito al posto loro. Senza preavviso. E come tutti i giovani di 10 anni non ero così innamorato del sapone; in più, come tutti i giovani di 10 anni durante una bella giornata di sole delle vacanze pasquali, avevo passato tutto il pomeriggio prima della messa al campetto a giocare a pallone… vi lascio immaginare…
Per una lavanda dei piedi fatta da una donna in una liturgia domestica mi viene in mente Clelia Barbieri, canonizzata da Giovanni Paolo, che il venerdì santo lavava i piedi alle ragazze della sua comunità. Chissà se gli amici bolognesi sono in grado di dirci qualcosa di più, per esempio se tale lavanda di donna a donne avviene ancora nella comunità che da Clelia prende ispirazione. Dedico questa rievocazione a Clodine e a Ignigo74 perchè nel gesto di Clelia trovo quasi tutte le implicazioni della loro disputa: diaconia carismatica e istituzionale, femminile e maschile, familiare e liturgica.
Grazie amici carissimi, grazie a tutti in modo particolare a don78…
Grazie Davide che è riuscito a mettermi di buon umore, ne avevo proprio bisogno. A proposito dell’accaduto tra me e ignigo vi chiedo scusa…
Anch’io voglio mettervi di buon umore con un aneddoto.
E’ accaduto parecchi anni fa -prima che l’oratorio dove prestavo servizio chiudesse lasciando a disposizione la sola cappella con annessa comunità di alcuni sacerdoti anziani, la parrocchia è stata spostata altrove, abbastanza distante- Dunque si era al Sabato Santo e ci si preparava per la veglia Pasquale. Al diacono e ai chierici venne in mente di celebrare la cena ebraica con erbe amare, pane azzimo innaffiato da ottimo e abbondante vino.
Sicchè la cosa sfuggi di mano e…un bicchiere tira l’altro..e che vuoi….ne tracannarono senza rendersene conto. Ce ne accorgemmo bene alla processione d’ingresso: na’ tragedia, sbarellavano tutti qua e di la…il sacerdote con la croce al centro pendeva come la torre di Pisa e sbiancicando con gli occhietti da pisolo, la voce nasale, tra uno sbadiglio e l’altro tentò un ” Cristo luuucceee dell monddooooo” e tutti gli altri ” rendiamo grazie a Diiiioooo”” …da morire dal ridere, una scena esilarante. alla fine tra i canti e alcuni rimasti sobri si tentò di rimediare…Indimenticabile.
A Corinto il passo dell’ubriaco era ben noto: Prima lettera di Paolo ai Cortini 11, 21. Ecco perchè quella comunità ti è così cara!
per don 78: no, nulla, mi pareva solo di ricordare che il tuo nome fosse linkabile… ma forse era un altro don che ora non commenta più…
per Luigi e tutti: qualche volta, per riprendere le pratiche segnalate da Davide1975, io ho visto anche lavande dei piedi, a 6 coppie sposate o fidanzate oppure a 12 rappresentanti delle comunità immigrate della zona… ma sarà cattolico? 🙂
non si finisce mai d’imparare! dopo i grassetti adesso ho anche scoperto che clickando sui nomi ci si connette ai blogs dei partecipanti… grazie moralista! 🙂 e complimenti ancora per miriam!
A proposito moralista, come si comporta la piccolina? Dorme la notte o ti fa cantare la marianna?? Devi avere pazienza, e aiuta tua moglie soprattutto con i due più grandicelli, ma che sono piccoli anche loro…
Prima di trasferirci a un nuovo post, posso dire un grazie, grande come una casa, a Clodine (e a ignigo74) per le preziose pericopi e gli stimoli luminosi?
Sto diligentemente studiando, da bravo scolaretto (peraltro un po’ cresciutello), ma già adesso ho capito un sacco di cose: per esempio, che tutti e due rappresentate una gran ricchezza per la Chiesa di cui siete parte, e una benedizione di Dio per chi vi legge.
Smack!
Clodine, Miriam si comporta regolarmente e questo aiuta la mamma a riposare qualche ora ogni tanto… in compenso Teresa continua a cantare l’Opera la notte ed è molto gelosa del padre che appena torna la porta appresso “modello-koala” . Ma è molto affettuosa con Miriam… Pietro idem, in più è apprensivo come una nonna e pretende presto un fratello maschio… Mia moglie, stanta donna, adesso ha a che fare con i genitori che in linea teorica – ma solo in linea teorica – sarebbero venuti ad aiutare… In generale, se ci fanno la grazia di prenderci Teresa all’asilo e non impazzisco e perdo il lavoro, forse ‘ja famo… La Provvidenza ci ha sempre dato dei bei calci nel sedere…
Devi avere pazienza con Teresa (hai scelto dei bellimi nomi per i tuoi figli) la capisco. Pure io ero gelosa di mio fratello, di quattro anni più giovane di me,nato maschio dopo 5 femmine (io la quinta in ordine, la più piccola).
Ricordo ancora il senso di abbandono…si soffre molto. Tra l’altro Miriam è piccola, lei non può comprendere ancora invece Teresa ne soffre.
Col tempo comprenderà l’importanza della presenza della sorellina. Forse chi ne soffre di più è Pietro per via dell’attaccamento naturale nei confronti della madre. Qualche anno e poi la differenza d’età non sarà neppure visibile.
Continuo a pregare per voi, ho già raccomandato la tua famiglia e i tuoi bambini nella grotta di Betlemme, sopra quella stella dove, mettendo la mano, si può sentire la pietra dove Gesù ha emesso il primo vaggito: una grotta vera e propria, come tante della zona….
ciao
Hai letto, Clodine? In casa del moralista si canta l’Opera, la notte.
Ecco il programma completo del concerto, che ha inizio – per la gioia dei vicini di casa – all’arrivo delle ore piccole:
1. Il moralista: “Notte e giorno faticar” (da “Don Giovanni”, di Mozart)
2. Miriam: “Non piango e non sospiro” (da “Euridice”, di Peri)
3. Pietro: “Ah, qu’elle est belle!” (da Robert le diable, di Meyerbeer)
4. Teresa: “O mio babbino caro” (da “Gianni Schicchi”, di Puccini)
5. Pietro: “Chi mi toglie il regio scettro?” (da “Nabucco”, di Verdi)
6. Teresa: “Oh muto asil del pianto” (da “Guglielmo Tell”, di Rossini)
7. Il moralista: “Non so più cosa son, cosa faccio” (da “Le nozze di Figaro”, di Mozart)
8. (Quando finalmente tutti dormono) Luisa: “Or son sola, alfin respiro” (da “Fra Diavolo”, di Auber).
Sump ma i genitori di Luisa che cosa cantano?
A Luigi:
Si alternano con due arie:
– “Teco io sto”, da “Un ballo in maschera”, di Verdi
– “Vado, vado, volo, volo”, da “Il mondo della luna”, di Haydn
Per Clodine, don78 et omnibus
Ma scusate però ma io non mi sono mai offeso!! Voglio dire questo è un blog, uno spazio virtuale anche se dietro ci sono persone reali… è come scrivere su un muro e la gente che passa legge e se ha il pennarello aggiunge la sua… o no? Ma chi ha insultato chi? don78 è bravo a provochicchiare con il fioretto e le sue espressioni aiutano anche, perchè no, la mia coscienza e stimolano a rendere ragione, sempre. Io poichè traggo giovamento dal confronto, ascolto e rispondo o almeno cerco di rispondere. Ma far passare animosità verbali (in questo caso, letterali) per offese… dai no, non credo di averlo fatto. Lo dico così serenamente, come serenamente ho aggiunto al termine di ogni intervento rivolto all’arcidiaconessa Clodine la clausola “cordialmente”. Qualcuno si è offeso? Clodine ti sei offesa? Ma dai ma pensa a cose più serie di quello che dico io! Arrabbiati per la corruzione dei politici ma mica per quello che dico io… arrabbiati contro la cultura della violenza, contro le ingiustizie, contro la mafia, contro Briatore, contro la povertà e l’indigenza ma non ti arrabbiare per tre fra sette virtuali scritte su un blog, scritte tra l’altro da chi DECIDE DI RISPONDERTI E QUINDI, MIA CARA MOSTRA DI PRENDERTI SUL SERIO. Se invece è fastidio nei confronti di argomenti, bè allora il gioco si fa interessante, almeno per me e sempre che non si trasformi in un dialogo tra fanatici ovvero tra sordi. Se dico che non mi riconosco per nulla ma proprio per nulla nel linguaggio e nei contenuti di alcuni interventi di Clodine, se dico che mi sono venuti i brividi per il grottesco kitsch evocato da una paraliturgia con cena ebraica prima del preconio pasquale, se dico che che le frasi composte in modo “non dilettantistico” di Clodine io non le decifro, se dico che lo stile di Clodine non mi cattura non mi colpisce mi provoca un po’ di senso di angustia… scusate mica dobbiamo andare tutti d’accordo…! Io non sopporto nessun movimento nella chiesa, per me (e per Paolo Saulo) i movimenti dividono e non uniscono e poi hanno questo linguaggio – boh – così riconoscibile, così angusto, così vecchio anche se cronologicamente recente. Clodine, mi sbaglio o fai parte di qualche movimento? Se non è così ti chiedo scusa, capita spesso di sbagliare, almeno, a me succede spesso, è per quello che ci sto bene nella chiesa cattolica. Ah e sia chiaro, puoi andarci giù dura nei miei confronti, io non mi offendo, non mi prendo così sul serio. Infine una cosa a don78: guarda, de Deo tutti sono dilettantistici, ma proprio tutti. In un senso andiamo tutti a tentoni, e questo tutti è universale. In un altro senso i non dilettanti – per restare in Italia – sono davvero pochi… Martini, Ravasi, Silvano Fausti, Enzo Bianchi, Paolo Ricca, Paolo De Benedetti… io ci metto anche Antonio Spadaro, anzi, per fortuna che c’è (anche) lui. Ma per il resto quanti alberi inutilmente sacrificati al noiosissimo altare di un ego grosso come la luna. Cara Clodine, che dire, spero tu sia convinta – io lo sono – che nella chiesa ci sia posto per te ma anche per me.
Nel rito ambrosiano lo scambio della pace è prima dell’offertorio.
Spero che Clodine mi stringa la mano che io virtualmente, ma sinceramente, le sto porgendo.
Cordialmente.
… beh… insomma, che dire… grazie Clodine.
E poi, Sumpontcura sei un mito… oltretutto hai beccato tutti i perosnaggi in pieno… ripubblico tutto sul mio blog (e tieni conto che io di opera non ci capisco un acca).
La tua lista dei non dilettanti mi piace… assai! 🙂
Per adesso accontentati della mia stretta di mano… tra un po’ ritorno Clodine e ti darà la sua, ne sono certo.
L’ho già detto e mi ripeto: SUMP è un pozzo di simpatia e di creatività. Una capacità di alternare toni alti e bassi che sento molto vicina. Ti propongo, caro Sump, la cittadinanza onoraria della Terra dei Dinosauri. Luigi sarà d’accordo, credo. Ma avanzo anche un terribile dubbio, suggeritomi dalla sorprendente competenza musicale di Sump e dalle sue simpatie apparentemente ‘conservatrici’: che SUMP sia la reincarnazione (rilassata…) del compianto Syriacus?
Ignigo74: Bruno Forte e Ignazio Sanna ce li mettiamo tra i non dilettanti o li lasciamo fuori?
@ ilmoralista
Visto che lei ama l’opera, da dove è tratta la mia citazione per l’inclito “giovane presbitero” ?
(scusate il bisticcio di parole; rinvio ad un aureo libretto di F. Fochi: http://nuovisacerdoti.altervista.org/novit760.htm )
Innanzitutto i miei complimenti a Sumpontura che riesce sempre a sorprenderci ! tra l’altro io sono appassionata di lirica..Verdiana a tutto tondo!
Per ignigo74, non ho nessuna difficoltà a stringerti la mano ignigo, chi mi conosce del blog lo sa che ho il cuore abbastanza tenero e incline al perdono: io stessa ne sono bisognosa in quanto manchevole.
Certo, non posso negare che ti sei posto ..ehmm insomma.. diciamo non proprio bene: sei partito in quarta a testa bassa come un ariete lasciandomi nello sconcerto. Mi sono chiesta perché (?) e cosa ti avesse così urtato visto tutto ciò che ho detto è frutto di molto studio dei testi sacri canonici, studio personale ma anche studio universitario; non sono andata a prenderti la Bibbia protestante o mormona per cui potessi trovarci delle incongruenze.
La Bibbia di Gerusalemme ha l’imprimatur e la mia è ridotta ai minimi termini per l’uso continuo che ne faccio! Se è per il apostolato e che male c’è se svolgo una mansione particolare, se porto la comunione ai malati alcuni dei quali talmente vecchi che respirano a mala pena…e non solo. Non faccio mica nulla di straordinario..cioè voglio dire ignigo..perché ti sei urtato così..
Mi hanno toccato molto le cose che hai detto, certe accusa che ritengo ingiuste. Ti dico che mai feci parte di alcun gruppo carismatico, nè evangelico, niente, assolutamente nulla di tutto questo. Ma anche se ne avessi fatto parte non sarebbe stato giusto da parte tua giudicare, sfrerzare un attacco così frontale. Ognuno di noi poi ha il proprio percorso, i propri tempi di maturazione, un cammino di conversione personale e che ne sappiamo noi delle modalità con le quali il Signore chiama. Talvolta anche attraverso questi gruppi -che io stessa ho contestato in passato perché, come te, ho l’intima convinzione che non aiutino l’unità della chiesa, che anzi siano di frammentazione- il Signore, all’interno di questi, suscita delle conversioni straordinarie.
So che a te risulta indigesto il mio stile,ma fa parte della mia formazione, e pazienza ignigo sopportalo cristianamente come io sopporto il tuo così convulso per la mia personalità. Quanto ti sto dicendo, sappilo che è con grande dispiacere e il tono è assolutamente costernato e triste.Non è melassa, non sono mai stata sdolcinata, anzi, sono piuttosto ruvida, talvolta..
Pace fatta.
Clodine
Porto una pianta di mimosa sul pianerottolo e due bignè di San Giuseppe per festeggiare questa pace!
anche lo spumante…frizzantino e fresco…
Forza, bloggers, l’idea di Luigi è trooooppo giusta. Cominciamo a spadellare anche noi.
Ingredienti per 6 persone
1. Farina 180 g
2. Uova 4 + 2 tuorli
3. Burro 50 g
4. Zucchero 20 g
5. Limone 1
6. Sale q.b.
7. Olio per friggere q.b.
8. Zucchero a velo q.b.
Preparazione
1
Portare ad ebollizione 1/4 l d’acqua, poi aggiungete il burro e un pizzico di sale.
2
Quando il composto bolle togliete il tegame dal fuoco e versatevi in un sol colpo la farina, mescolate e rimettete sul fuoco continuate a mescolare fino a quando la pasta si staccherà dalle pareti.
3
Togliete il tegame dal fuoco, lasciate intiepidire, poi incorporate uno alla volta le uova intere e i tuorli, lo zucchero, la scorza grattugiata del limone.
Mescolate poi coprite il recipiente e lasciate riposare per circa 1 ora.
4
Scaldate l’olio e friggete il composto a cucchiaiate.
Sgocciolate i bignè ottenuti su carta assorbente, spolverizzateli di zucchero a velo e serviteli.
Slurp!
“Tutto nel mondo è burla. L’uom è nato burlone” (G. Verdi)
No, Lycopodium, è un po’ triste: meglio quest’altro finale:
Fortunato l’uom che prende
ogni cosa pel buon verso
e tra i casi e le vicende
da ragion guidar si fa.
Quel che suole altrui far piangere
fia per lui cagion di riso
e del mondo in mezzo ai turbini
bella calma troverà.
(Da Ponte/Mozart, “Così fan tutte”)
Da noi al Sud si fanno le “zeppole” a San Giuseppe! Ma mi sa che, leggendo la ricetta di Sump, so’ la stessa cosa dei bigné di Luigi… 🙂
e dalle parti vostre? come si chiamano?
Già già,
Sump …
se non sbaglio, assomiglia al finale della “cavalleria rusticana”
“:laugh:”
Alessandro Iapino, Dio ti benedica! Non conoscevo la Terra dei Dinosauri, ma adesso che mi ci sono affacciato l’ho inserita subito fra i Preferiti. Grande idea! Grazie per la cittadinanza.
P.S. Chi è l’illustre e compianto Syriacus?
“Se a ciascun l’intenro affanno
si leggesse in fronte scritto
quanti mai che invidia fanno
ci farebbero pietà”
Metastasio.
Per Accattoli.
Quando Forte non era arcivescovo aveva un altro sapore, che io preferivo.
Che nostalgia del Forte di “Le porte della bellezza”.
Ignazio Sanna è notevolissimo pastore: chi lo incontra – ed è facile poichè lo si trova ovunque tranne che su un piedistallo – ne riporta ammiratissimo l’umanità rara e sincera.
Ma il mio presuntuoso elenchino aveva altri fini, pertanto no, non li inserisco.
Piuttosto preferisco affidarmi alla libertà e intelligenza di Gabriella Caramore, Uomini e Profeti, radio3.
Gabriella Caramore, espulsa da Avvenire perchè non allineata.
Gabriella Caramore che tra sabato e domenica, con voce pacata e tenace, ricuce con suture invisibili le cicatrici che alcuni provocano irresponsabilmente sul volto della chiesa.
Gabriella Caramore che ama la chiesa.
Lei carissimo sig. Luigi, che ne pensa?
Caro Sump, Syriacus era un frequentatore di queste spiagge con la passione per il Latino, la Tradizione, La liturgia e soprattutto la Musica Sacra. Credo fosse cantore lui stesso (aveva anche un blog ma non ricordo l’indirizzo).
Mostrava grande erudizione (credo sia ancora suo il record mondiale per il commento più lungo della storia del web) e grande (ma mooooolto grande) rispetto per la Gerarchia.
Lo stile era pungente e sferzante, che potrebbe in qualche modo ricordare il tuo, ma il tono – mi pare – meno leggero, a volte risentito, soprattutto se veniva contraddetto o…provocato (Di contro, poteva mostrare un lato di sé molto umano e sensibile). Temo che proprio in seguito a una di queste discussioni, che ogni tanto si accendono su questi lidi come falò a ferragosto, abbia deciso di cambiare stabilimento e località balneare. Potremmo dire: da Rimini a Cattolica, se si è capita la battuta…
PS. Dimenticavo la cosa più importante: era “il preferito” di Luigi 🙂
Ignigo caro, chissà come t’avrebbe apostrofato padre Pio conoscendoti… Cullati finchè puoi nella fragile speranza di vedere il cattolicesimo che accoglie ad una ad una tutte le istanze della sinistra, chè se il buon Dio ci conserva il grande pontefice regnante forse, se Dio vuole (è il caso di dirlo), la sinistra ecclesiale verrà meno, lasciando orfani tanti teologi “non allineati” come te. Dove andrete? E poi non c’è cosa più bella che essere allineati, almeno regnante un pontefice così maestosamente colto e a tuttotondo.
Scusa forzaJoseph, anzi, non scusarmi.
Visto che la butti in politica sappi che stai parlando con un diuturno e fedele elettore dell’Udc (fatto già espresso da me precedentemente, credo che il voto sia segreto solo per i furbetti).
Al momento sono un ex elettore dell’Udc, che non ha MAI votato a sinistra.
Se tu ti levassi un pò di Berlusconi dagli occhi, o magari un pò di fascismo mentale, potresti leggere nei miei interventi precedenti posizioni che sono tutto tranne che buoniste di sinistra. Cosa sia la teologia di sinistra poi non riesco nemmeno ad immaginarlo a meno che tu non creda che io sia un sendinista ma questo sarebbe la prova definitiva di una carenza di litio.
Sappi, tra l’altro, che ne vengo da una straordinaria lezione sul tema della gioia da Montini a Ratzinger. Mi chiedo, ma comprendi quello che (?) leggi o leggi quello che vuoi e che non c’è scritto? “forzajoseph” è nomignolo che non ti invidio non per il joseph, che amo e ho sempre amato, ma per il forza, che per un italiano non di sinistra come me, rappresenta la devastazione grottesca della politica e della morale.
A Ignigo: Gabriella Caramore è bravissima e credo di essere vicino alla sua sensibilità. Ma è una giornalista come me – si licet – e io invece credevo che tu cercassi dei teologi.
infatti…è a me è sempre piaciuto approfondire il pensiero di padre Y Congar..sinceramente Brunetto Forte non è molto nelle mie corde, come invece lo è il Cardinal Martini, specie quando approfondisce il tema dello S.Santo nella chiesa.
Mi piace la sua moderntià, il lasciare spaziare alla ricerca teologica la quale è sempre, perennemente in movimento, guai immobilizzarla. Seguire la linea retta degli uomini è dannosiddimo è paralisi, bisogna tentare invece di intraprendere la linea curva di Dio e comprenderla….una parabola affascinante e per nulla accomodante, anzi…procura degli scossoni che sono veri e propri terremoti.
“…dannosiddimo…”, bellissimo il refuso, Clodine, sembra un superlativo sardo, non trovi? 🙂
ah aha ahahahhhhhhh….mamma mia!!!!! me ne sono accorta subito ma , ahimé …era partito !!!
Ma che ne so perché, ho una tastiera così sensibile che come tocchi zsummm parte tutto con l’acceleratore.
che ridere!!!!!