Anna Maria Mazzoleni, 68 anni, e Roberto Riva, 65, di Olginate, Lecco, gestori di una cartoleria, si sposano in comune il 21 novembre 2020 dopo che il Covid ha tenuto lui, a lungo, tra la vita e la morte: ricoverato all’ospedale di Lecco dal 16 marzo al 24 aprile, dopo due settimane con il casco Cpap è stato intubato e ha fatto dieci giorni in terapia intensiva. Un trauma che ha spazzato via le titubanze che li avevano trattenuti dalle nozze per quasi tre decenni: “Dopo quello che è successo ci sembrava giusto regolarizzare la nostra posizione”. Nei commenti le parole di Roberto e quelle di Anna Maria come le ha raccolte il “Corriere della Sera” del 24 novembre in “Vivimilano”.
Conviventi da 27 anni si sposano dopo il trauma del Covid
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Anna e Roberto. Roberto ricorda il medico che sussurrava all’infermiera: “Ha la saturazione a 57 non può farcela”. Dei giorni passati in terapia intensiva non ricorda nulla: “E’ come se non fossero mai esistiti”. “Ma li ricordo io”, dice Anna: “Il periodo più difficile della mia vita. Gli amici, i parenti, mi sono stati vicini, ma è stato davvero straziante. Ricordo ancora la telefonata del medico che mi diceva che difficilmente Roberto avrebbe superato la notte. E invece il suo cuore ha continuato a battere ed è tornato da me”. “Sono stato sedato quasi tutto il tempo, al risveglio non capivo nemmeno dove mi trovassi, poi ho sentito la sua voce e ho ricominciato a vivere”, aggiunge lui. “Al matrimonio eravamo emozionati, e pensare che stiamo insieme ormai da quasi trent’anni. Dopo quello che è successo ci sembrava giusto regolarizzare, se così si può dire, la nostra posizione. Ora la luna di miele può attendere, ci piacerebbe tornare a Lampedusa quando si potrà”.
Già a Borgomanero. Un caso simile a quello di Olginate è capitato nel novarese: stavolta non abbiamo i nomi degli “sposi” ma quello della dottoressa che l’ha narrato nel suo profilo Facebook, Cristina Galli dell’Ospedale di Borgomanero: “Nell’acquario di sudore in cui ci troviamo, tutti bardati e dove tutto suona (monitor, telefonini, ventilatori), dove fatichiamo anche a sentirci, e quando ogni semplice movimento è faticoso, la notizia che un settantenne appena uscito dalla terapia intensiva scriva un messaggio alla donna che gli è compagna da quindici anni per chiederle “mi vuoi sposare?”, ci porta tutti a emozionarci per la sua gioia. Questo virus ci ha tolto tanto ma ci sta sbattendo in faccia i nostri sentimenti: siamo ancora persone”.
https://www.sdnovarese.it/2020/04/24/coronavirus-dalla-terapia-intensiva-mi-vuoi-sposare-a-70-anni-chiama-la-compagna-perche-diventi-sua-moglie/
Un terzo caso a Foggia. Una terza inaspettata proposta di nozze ha per teatro il reparto di Rianimazione del Policlinico di Foggia. Così lo narra Cristina, 28 anni: “Qualche giorno dopo il mio ricovero, avvenuto esattamente il 19 marzo, il mio compagno Damiano, collegato in videochiamata mi ha chiesto di sposarlo ed io ho fatto cenno di sì con la testa. Ero attaccata ad una macchina e non potevo parlare”. Il fatto è narrato il 18 maggio 2020 alla Repubblica.it dai responsabili del Reparto Covid dell’Ospedale di Foggia Gilda Cinnella e Livio Tullo.
https://bari.repubblica.it/cronaca/2020/05/18/news/_vuoi_sposarmi_paziente_guarisce_e_riceve_la_proposta_di_matrimonio_con_una_videochiamata-257023529/
Sessantanove storie. Questa di Anna Maria Mazzoleni e Roberto Riva è la sessantanovesima vicenda da Covid – 19 che racconto nel blog. Per vedere le altre vai al capitolo 22 “Storie di pandemia” della pagina “Cerco fatti di Vangelo” elencata sotto la mia foto:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/cerco-fatti-di-vangelo/22-storie-di-pandemia/
E’ giusto tenere conto dei lati positivi oltre che delle tragedie.
Fanno molto riflettere queste esperienze. Che bello quando ognuno, secondo le serene tappe del suo autentico, personalissimo, cammino si apre ad una sincera ricerca del vero. https://gpcentofanti.altervista.org/leterogenesi-delluomo-fatto-robot/
Un applauso a Giampaolo Centofanti.
http://www.logosmatera.it/. “Fatti di Vangelo nella pandemia. Il premio della stampa cattolica a Luigi Accattoli. Nei lunghi e dolorosi mesi del 2020 il giornalista ha raccolto decine di storie di cristiani impegnati corpo a corpo nel fronteggiare il contagio del Covid”: è l’intestazione di un servizio di “Logos – le ragioni della verità”, portale della diocesi di Matera – Irsina.
https://www.logosmatera.it/fatti-di-vangelo-nella-pandemia-il-premio-della-stampa-cattolica-a-luigi-accattoli/