“Chi pensa troppo si dimentica di vivere”: letto su un muro di via Ennio Quirino Visconti a Roma. Si tratta di un muro pieno di scritte, che si trova sulla sinistra, poco prima dello sbocco sul lungotevere. Una donna arguta che cammina con me esclama: “Ma questo è un muro parlante!”
Conosco un muro parlante
3 Comments
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Buon sabato a tutti :-))
Alla frase incisa sul muro io aggiungerei: “…ma senza pensare non si vive”…
Io direi che è la parola “troppo” che fa la differenza.
Quando si pensa troppo? Forse quando non è il tempo di pensare ma quello di sentire, di ascoltare, di cercare di fare silenzio per mettersi all`ascolto, mettere a tacere questa bicicletta sempre in movimento che è il nostro intelletto che pedala, che pedala senza mai fermarsi….
C`è forse un tempo per pensare e un tempo per mettere in veglia questo flusso interrotto di pensieri, vedere i nostri pensieri scorrere ,senza soffermarsi, senza giudicarli, mettere quella distanza necessaria che ci permette di vivere e cogliere l`essenza del momento presente.
Io faccio la distinzione fra la luce della coscienza, il mentale superiore che mi guida o dovrebbe guidarmi, e l`agitazione dell`intelletto che effettivamente ci fa troppo spesso passare a lato della vita, sempre pronto a giudicare, far nascere paure , dubbi alle volte (ma non sempre) inutili , provocando reazioni che non sono sempre adatte alla situazione.
Dietro un intelletto che si agita c`è tanta insicurezza, un carattere, una personalità che si è forse appoggiata su di lui per formarsi, una strategia di difesa come un`altra,un`abitudine.
C`è chi è più dotato per lasciarsi andare a godere la vita senza ” tagliare i cappelli in quattro” o ” mettersi martelli in testa” !
Scusate la lunga riflessione ma la frase del post me la sono rivolta spesso a me stessa ! Buon fine settimana, Luisa
Buona domenica a tutti !
Vorrei solo riportare qui un passaggio del breve discorso pronunciato a braccio dal Papa al termine degli Esercizi Spirituali :
«Durante la sua prima conferenza mi sono accorto che negli intarsi del mio inginocchiatoio è raffigurato Cristo risorto, circondato da angeli che volano. Ho pensato che questi angeli possono volare perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto; e che noi potremmo volare se uscissimo un po’ dalla gravitazione del materiale ed entrassimo nella gravitazione nuova dell’amore del Risorto. Lei – ha aggiunto il Papa – ci ha aiutati ad uscire da questa gravitazione delle cose di ogni giorno e ci ha mostrato come dietro a fenomeni del nostro tempo ci sia una domanda, un desiderio; e che la unica risposta a questo desiderio, onnipresente proprio nel nostro tempo, è Cristo».
… anche il troppo pensare ci rende alle volte così pesanti, incatenati alla sua gravitazione… porsi nella gravitazione dell` amore di Cristo…. trovo l`immagine del Santo Padre assolutamente magnifica , consolante e ricca di speranza.
Cari saluti,luisa