Con quella donna di lingua greca che convertì Gesù al soccorso dei pagani
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Luigi Accattoli
Straniera e pagana. Eccoci a uno dei due episodi – nell’insieme dei Vangeli – nei quali Gesù risponde a richieste d’aiuto che gli vengono da pagani, cioè da non ebrei: questo della donna di lingua greca, che è narrato anche da Matteo (15, 21-28), che la qualifica come “cananea”; e quello del centurione di Cafarnao, che è narrato dal solo Matteo nel capitolo 8 del suo Vangelo (5-13). Tra i due episodi questo è il più significativo riguardo al rapporto del Maestro con i pagani, perchè mette a fuoco proprio la questione di tale rapporto.
Gesù è nella regione di Tiro, attuale Libano, cioè in territorio pagano e una donna siro-fenicia, o cananea [appartenente cioè all’antica etnia che abitava l’intera regione prima della conquista ebraica], lo prega di scacciare un demonio da una sua “figlioletta”. Egli risponde che non è venuto per i pagani, ma lei insiste e infine Gesù l’esaudisce lodandone – come farà anche con il centurione di Cafarnao – la tenace invocazione d’aiuto.
Porremo attenzione a due fuochi di questa storia. Il primo è nel fatto che Gesù si lascia portare dall’insistenza di questa donna straniera e pagana a fare un qualcosa che riteneva estraneo alla sua missione, a progredire cioè nella consapevolezza o coscienza della proiezione universale, oltre i confini del popolo di Israele, del mandato ricevuto dal Padre. Il secondo attiene alla forza della preghiera: essa – se condotta con umiltà e perseveranza – può ottenere persino un mutamento nell’intenzione e nei disegni del figlio di Dio.
1 Aprile, 2022 - 20:27
Luigi Accattoli
Marco 7, 24-30. Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. 25Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. 26Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. 27Ed egli le rispondeva: “Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. 28Ma lei gli replicò: “Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli”. 29Allora le disse: “Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia”. 30Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
1 Aprile, 2022 - 20:28
Luigi Accattoli
Nella regione di Tiro. v. 24: andò nella regione di Tiro. Antica città fenicia posta sul mare, oggi nel Libano meridionale, circa a metà strada tra Beirut e Haifa, abitata allora da una popolazione mista ma tutta non ebrea. Giuseppe Flavio ci informa che i tiri erano nemici dei giudei (Contro Apione 1,13) e narra che all’inizio della guerra giudaica, nel 66 dopo Cristo, “uccisero un gran numero di giudei e più ancora ne rinchiusero in prigione” (Guerra giudaica 2, 478). Dunque ora Gesù si trova tra pagani che sono anche nemici degli ebrei.
v. 24b: Entrato in una casa. Per un ebreo osservante era motivo d’impurità l’entrare nella casa di un pagano: è ragionevole dunque immaginare che Gesù sia ospite di un ebreo della diaspora.
v. 24c: ma non poté restare nascosto. La fama di guaritore e liberatore dei demoni di cui godeva il rabbi di Galilea era già diffusa nei territori circostanti la Galilea, come abbiamo già visto in Marco 3, 8: “Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui”.
v. 25: posseduta da uno spirito impuro. Impuro qui sta a dire immondo, nemico a Dio. Al versetto 29 Gesù questo spirito lo chiama demonio.
v. 26: Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. La caratterizzazione linguistica ed etnica potrebbe significare che si tratta di una notabile tra i tiri. Questa donna è nota alla tradizione cristiana post-apostolica. Lo Pseudo Clemente nelle Omelie (2, 19; 3, 73) riferisce il suo nome (Giusta) e quello della figlia (Berenice).
1 Aprile, 2022 - 20:29
Luigi Accattoli
Le briciole dei figli. v. 27: non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini. Forse qui Gesù cita un proverbio. Il cane era considerato un animale immondo alla stregua del maiale. In Matteo 7, 6 Gesù dice: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci”.
v. 28: mangiano le briciole dei figli. Alcuni commentatori interpretano: “mangiano le briciole che danno loro i figli”. Nella cultura greca – a cui questa donna appartiene – i cani erano ammessi nelle case, cosa che non era pensabile nel mondo ebraico.
v. 29: Per questa tua parola. Per questa tua parola: cioè, per la fede che dimostri parlando così. Matteo mette in chiaro ciò che in Marco è implicito: “Donna, grande è la tua fede” (15, 28).
v. 29b: va’: il demonio è uscito da tua figlia. Si tratta di un miracolo a distanza, come capita anche nel caso del servo del centurione di Cafarnao.
v. 30: trovò la bambina coricata sul letto. E’ uno dei tocchi narrativi visuali tipici di Marco: come già l’indemoniato geraseno, una volta liberato dalla possessione, viene trovato dai compaesani “seduto, vestito e sano di mente” (Marco 5, 15), così questa bambina ha recuperato il controllo di sé e la mamma rientrando la trova tranquilla sul letto.
1 Aprile, 2022 - 20:30
Luigi Accattoli
Gesù all’inizio aveva detto: “Non andate dai pagani”. L’episodio di questa donna di lingua greca umile e tenace costituisce un unicum – un caso unico – nell’insieme dei quattro Vangeli: in esso Gesù muta, o corregge, a seguito di un’invocazione d’aiuto, il proprio convincimento relativo alla missione di cui è portatore. Da inviato alla casa d’Israele, quale si professa in prima battuta, a inviato all’intera umanità, quale si afferma con l’intervento a favore di chi non appartiene a quella casa.
Potremmo dire che la sorprendente disputa con la donna di lingua greca, comportante l’ampliamento ai pagani della missione del Rabbi di Galilea, si colloca esattamente a metà nelle direttive missionarie che Gesù dà ai discepoli nell’insieme dei Vangeli: all’inizio egli li invia ai soli ebrei, mentre alla fine li manda a tutti i popoli. Nel primo mandato missionario Gesù dice ai dodici: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa di Israele» (Matteo 10,5-6). Nell’ultimo, dopo la risurrezione, all’atto dell’ascensione, dirà: «Andate [in tutto il mondo] e fate discepoli tutti i popoli» (28,19).
Nella maturazione – in Gesù e nella prima comunità cristiana – di questo cambio di prospettiva ha avuto un ruolo anche l’incontro del rabbi di Galilea con questa mamma di lingua greca, che non si offende a sentirsi assimilata a una cagna e che serenamente invita Gesù a considerare figli di Dio non solo quelli che siedono a tavola nella casa del Padre ma anche quelli che stanno sotto la tavola.
1 Aprile, 2022 - 20:30
Luigi Accattoli
Si dice pizza ma la pizza non c’è. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 19 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
1 Aprile, 2022 - 20:33
Luigi Accattoli
Tutti tutti. Siamo un gruppo di una ventina di lettori della Bibbia che da quasi vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da venti a quaranta, o cinquanta. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 4 aprile. L’ultimo appuntamento fu lunedì 21 marzo e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 28 marzo:
Straniera e pagana. Eccoci a uno dei due episodi – nell’insieme dei Vangeli – nei quali Gesù risponde a richieste d’aiuto che gli vengono da pagani, cioè da non ebrei: questo della donna di lingua greca, che è narrato anche da Matteo (15, 21-28), che la qualifica come “cananea”; e quello del centurione di Cafarnao, che è narrato dal solo Matteo nel capitolo 8 del suo Vangelo (5-13). Tra i due episodi questo è il più significativo riguardo al rapporto del Maestro con i pagani, perchè mette a fuoco proprio la questione di tale rapporto.
Gesù è nella regione di Tiro, attuale Libano, cioè in territorio pagano e una donna siro-fenicia, o cananea [appartenente cioè all’antica etnia che abitava l’intera regione prima della conquista ebraica], lo prega di scacciare un demonio da una sua “figlioletta”. Egli risponde che non è venuto per i pagani, ma lei insiste e infine Gesù l’esaudisce lodandone – come farà anche con il centurione di Cafarnao – la tenace invocazione d’aiuto.
Porremo attenzione a due fuochi di questa storia. Il primo è nel fatto che Gesù si lascia portare dall’insistenza di questa donna straniera e pagana a fare un qualcosa che riteneva estraneo alla sua missione, a progredire cioè nella consapevolezza o coscienza della proiezione universale, oltre i confini del popolo di Israele, del mandato ricevuto dal Padre. Il secondo attiene alla forza della preghiera: essa – se condotta con umiltà e perseveranza – può ottenere persino un mutamento nell’intenzione e nei disegni del figlio di Dio.
Marco 7, 24-30. Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. 25Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. 26Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. 27Ed egli le rispondeva: “Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. 28Ma lei gli replicò: “Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli”. 29Allora le disse: “Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia”. 30Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
Nella regione di Tiro. v. 24: andò nella regione di Tiro. Antica città fenicia posta sul mare, oggi nel Libano meridionale, circa a metà strada tra Beirut e Haifa, abitata allora da una popolazione mista ma tutta non ebrea. Giuseppe Flavio ci informa che i tiri erano nemici dei giudei (Contro Apione 1,13) e narra che all’inizio della guerra giudaica, nel 66 dopo Cristo, “uccisero un gran numero di giudei e più ancora ne rinchiusero in prigione” (Guerra giudaica 2, 478). Dunque ora Gesù si trova tra pagani che sono anche nemici degli ebrei.
v. 24b: Entrato in una casa. Per un ebreo osservante era motivo d’impurità l’entrare nella casa di un pagano: è ragionevole dunque immaginare che Gesù sia ospite di un ebreo della diaspora.
v. 24c: ma non poté restare nascosto. La fama di guaritore e liberatore dei demoni di cui godeva il rabbi di Galilea era già diffusa nei territori circostanti la Galilea, come abbiamo già visto in Marco 3, 8: “Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui”.
v. 25: posseduta da uno spirito impuro. Impuro qui sta a dire immondo, nemico a Dio. Al versetto 29 Gesù questo spirito lo chiama demonio.
v. 26: Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. La caratterizzazione linguistica ed etnica potrebbe significare che si tratta di una notabile tra i tiri. Questa donna è nota alla tradizione cristiana post-apostolica. Lo Pseudo Clemente nelle Omelie (2, 19; 3, 73) riferisce il suo nome (Giusta) e quello della figlia (Berenice).
Le briciole dei figli. v. 27: non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini. Forse qui Gesù cita un proverbio. Il cane era considerato un animale immondo alla stregua del maiale. In Matteo 7, 6 Gesù dice: “Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci”.
v. 28: mangiano le briciole dei figli. Alcuni commentatori interpretano: “mangiano le briciole che danno loro i figli”. Nella cultura greca – a cui questa donna appartiene – i cani erano ammessi nelle case, cosa che non era pensabile nel mondo ebraico.
v. 29: Per questa tua parola. Per questa tua parola: cioè, per la fede che dimostri parlando così. Matteo mette in chiaro ciò che in Marco è implicito: “Donna, grande è la tua fede” (15, 28).
v. 29b: va’: il demonio è uscito da tua figlia. Si tratta di un miracolo a distanza, come capita anche nel caso del servo del centurione di Cafarnao.
v. 30: trovò la bambina coricata sul letto. E’ uno dei tocchi narrativi visuali tipici di Marco: come già l’indemoniato geraseno, una volta liberato dalla possessione, viene trovato dai compaesani “seduto, vestito e sano di mente” (Marco 5, 15), così questa bambina ha recuperato il controllo di sé e la mamma rientrando la trova tranquilla sul letto.
Gesù all’inizio aveva detto: “Non andate dai pagani”. L’episodio di questa donna di lingua greca umile e tenace costituisce un unicum – un caso unico – nell’insieme dei quattro Vangeli: in esso Gesù muta, o corregge, a seguito di un’invocazione d’aiuto, il proprio convincimento relativo alla missione di cui è portatore. Da inviato alla casa d’Israele, quale si professa in prima battuta, a inviato all’intera umanità, quale si afferma con l’intervento a favore di chi non appartiene a quella casa.
Potremmo dire che la sorprendente disputa con la donna di lingua greca, comportante l’ampliamento ai pagani della missione del Rabbi di Galilea, si colloca esattamente a metà nelle direttive missionarie che Gesù dà ai discepoli nell’insieme dei Vangeli: all’inizio egli li invia ai soli ebrei, mentre alla fine li manda a tutti i popoli. Nel primo mandato missionario Gesù dice ai dodici: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa di Israele» (Matteo 10,5-6). Nell’ultimo, dopo la risurrezione, all’atto dell’ascensione, dirà: «Andate [in tutto il mondo] e fate discepoli tutti i popoli» (28,19).
Nella maturazione – in Gesù e nella prima comunità cristiana – di questo cambio di prospettiva ha avuto un ruolo anche l’incontro del rabbi di Galilea con questa mamma di lingua greca, che non si offende a sentirsi assimilata a una cagna e che serenamente invita Gesù a considerare figli di Dio non solo quelli che siedono a tavola nella casa del Padre ma anche quelli che stanno sotto la tavola.
Si dice pizza ma la pizza non c’è. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo nel blog i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 19 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto, una critica – nella preparazione della lectio. Gli incontri si chiamano “pizza e Vangelo” perchè prima si mangia una pizza e poi si fa la lectio. Ora da remoto la pizza non c’è ma teniamo duro con il Vangelo in attesa che torni anche lei.
Tutti tutti. Siamo un gruppo di una ventina di lettori della Bibbia che da quasi vent’anni si riunisce a casa mia per una lettura continuata del Nuovo Testamento: abbiamo fatto ad oggi il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli e ora stiamo leggendo il Vangelo di Marco. Dall’arrivo della pandemia gli incontri avvengono via Zoom e il giro si è allargato da venti a quaranta, o cinquanta. Chi non è stato mai agli incontri in presenza e non si è mai collegato, e magari non abita a Roma, e lunedì voglia provarci, mi scriva in privato [andando alla finestra “manda un’email” che è sotto la mia foto] e io privatamente gli indicherò il modo di unirsi al meeting, che andrà dalle ore 21.00 alle 22.30 di lunedì 4 aprile. L’ultimo appuntamento fu lunedì 21 marzo e la registrazione audio di quell’incontro la trovi nel post del 28 marzo:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/con-gesu-che-insegna-come-sia-il-cuore-e-non-il-cibo-a-fare-luomo-puro-o-impuro/
Alle radici del discernimento nei vangeli:
https://youtu.be/2YHvVX-jk8M
Non mancherò.